Commentario del 31.07.2022

PRIME PAGINE
Verso il voto: quei 50 collegi decisivi (Repubblica). Centrodestra, prove di governo. Meloni: il Tesoro a FdI (Messaggero). Politici e super-esperti: la squadra dei moderati (Giornale). Guerra e fisco, Meloni blinda il programma (Stampa). Al centro si balla il valzer delle alleanze (QN). Lite Calenda-dem sull'asse con i grillini (Giornale). Speranza al Corriere: "Sbagliato dividerci". Azione, dubbi sul patto con i democratici. Nuovi addii nel M5S, ma Grillo: "Vinceremo" (Corriere). Via D'Incà e Crippa: il Pd offre posti ai transfughi M5S (Messaggero). D'Incà: "Sto nel centrosinistra" (Repubblica). Intanto da Santoro a Conte: nato il partito anti-Nato (Giornale).
Italia-Economia. Pnrr, allarme sui 55 obiettivi di fine 2022. Progetti in corso, incognita da 20 mld (Sole). Buste paga, aumenti da agosto (Messaggero).
L'acquisto di Ita da parte di Msc-Lufhtansa: sì dell'esecutivo alla privatizzazione (Messaggero).
Cronaca. Quattro minuti di furia cieca per uccidere l'ambulante (Repubblica). "Il seme dell'odio" titola la Stampa. Il Fatto: ucciso a mani nude e usato dai politicanti. Sul nigeriano ucciso a pugni sciacalli rossi all'attacco (Giornale). Libero: "Vilipendio di cadavere".

ECONOMIA
Il Sole (in prima e p.2) lancia l'allarme sui 55 obiettivi del Pnrr da raggiungere entro fine anno: incognita di 20 mld su progetti già attivi che riguardano giustizia tributaria, spending review e istruzione. Agenda fitta fino a dicembre per evitare di mettere a rischio anche i contributi a fondo perduto che sostituiscono le risorse nazionali per misure già avviate.
Confindustria pronta a consegnare il documento ai partiti con le richieste per il dopo-voto: in 18 punti le priorità per il Paese secondo le imprese (Stampa p.12). "La crisi di governo è stato un atto irresponsabile – fanno sapere da viale dell'Astronomia, ora si apra una nuova stagione di riforme". In cima al dossier stilato da Confindustria c'è la conferma della collocazione atlantista dell'Italia, ma anche molti punti che riguardano l'economia: dalla bocciature del salario minimo alla eliminazione dell'Irap, dal freno ai prepensionamenti agli incentivi più facili per le imprese. Uno dei punti su cui gli industriali hanno sempre battuto è il taglio del cuneo fiscale: già dal mese di agosto busta pagare più pesante con il taglio dei contributi – ricorda il Messaggero (p.9) -. La riduzione dell'1% riguarda i redditi sotto i 35 mila euro e varrà per tutto il 2022, con un beneficio fino a 75 euro mensili per i lavoratori. Intanto, sulle proposte circolate nelle settimane scorse, arriva la chiusura di Draghi al taglio dell'Iva (Stampa p.13): secondo Draghi e il Tesoro, che continuano a lavorare sul dl Aiuti-bis che arriverà in Cdm a metà settimana, la riduzione dell'imposta è inefficace. Mentre si va verso la rivalutazione anticipata del 2% delle pensioni.
Draghi scioglie i dubbi su Ita: via libera alla privatizzazione (Messaggero in prima e p.17). Nel prossimo Cdm arriverà l'ok all'operazione con Msc-Lufhtansa già approvata dal Tesoro.
Lavoro, su Corriere (p.29) e altri quotidiani i dati della Cgia di Mestre sul mercato del lavoro in nero che non conosce crisi. Secondo le ultime rilevazioni, riferite a inizio 2020, in Italia c'erano 3,2 milioni di occupati irregolari. L'area del Paese con maggiore incidenza del lavoro irregolare è il Mezzogiorno (17,5%), quindi il Centro (13,1%) e Nord (10%); la media nazionale è del 12,6%, mentre in termini assoluti svetta il Nord.

POLITICA
Sono 50 i collegi decisivi dove si decide la sfida elettorale: secondo l'analisi di Repubblica (in prima e pp.2-3) i 50 collegi "contendibili", che nessun sondaggio è in grado di assegnare al centrodestra o al centrosinistra, saranno decisivi. Secondo i dati dell'Istituto Cattaneo solo precisamente 46, 29 per la Camera e 17 per il Senato, ma ci sono altri collegi che le segreterie regionali dei partiti pensano di poter portare a casa. Per questo l'attenzione è indirizzata a questi collegi: i partiti cercano di selezionare i nomi migliori che potrebbero spostare l'ago della bilancia.
M5S alle prese con il rebus delle liste, dopo lo stop alla ricandidatura di molti big (Repubblica p.4). Conte pesca nella società civile: da Santoro a Scanzi, da Orsina a De Masi, diversi i nomi che circolano. Intanto, è alta tensione per le nuove uscite, con il ministro D'Incà e il capogruppo Crippa che vanno verso il Pd. Grillo attacca: "Contagiati dagli zombie" (Corriere in prima e p.2 e tutti). Per i transfughi M5S porte aperte dei dem: pronti posti in lista nel Pd (Messaggero p.4). Il ministro dei Rapporti con il Parlamento a Repubblica (p.5) dice: "Ho deciso l'addio al Movimento la sera della sfiducia a Draghi. Ora, per non consegnare il Paese alle destre, serve l'impegno di tutti. Il campo è quello delle forze progressiste". Anche Crippa al Corriere (p.3) spiega: "Il più grande errore di Conte è stato disfare il progetto del campo largo riformista e progressista e consegnare la testa di Draghi alla destra. Candidarmi con il Pd? Vedremo cosa accade nei prossimi giorni".
Il possibile ingresso dei fuoriusciti 5S nel Pd allontana l'accordo tra i dem e Calenda. Il leader di Azione annuncia per domani la decisione sulla possibilità o meno di correre da soli, intanto detta le condizioni al Pd: sì ma senza ex 5S e Fratoianni nei collegi (Repubblica p.6). Al centro parte il valzer delle alleanze: non si scioglie il nodo di un'intesa tra Azione e democratici (QN in prima e p.6). Calenda ha dei dubbi sull'intesa, ma spiega: "Non siamo equidistanti". Con l'esponente di Azione, Raffaele Bonanni, che al Corriere (p.7) dice: "Serve un patto repubblicano vero. Per noi l'importante è incontrarsi sui contenuti. Vorrei correre con un Pd che diventasse un partito riformatore". Intanto, secondo la Stampa (p.11), il Pd corteggia Fico: è caccia ai 5S esclusi dal vincolo dei due mandati. Il ministro della Salute e leader di Articolo 1, Roberto Speranza, al Corriere (p.6) avverte: "Dinanzi a una destra simile continuo a pensare che sia un errore dividere il campo. A tutti chiedo di non sottovalutare questa spaccatura nei collegi".
Nel centrodestra, in programma un nuovo vertice per decidere sui collegi (Giornale p.8). In settimana un nuovo incontro tra i leader per definire il quadro. Meloni mette i paletti agli alleati: "Sostegno all'Ucraina nel programma" (Stampa p.6). Salvini intanto pensa al governo dei big e lancia la richiesta: "Ministri decisi prima del voto" (Repubblica p.8 e tutti). Meloni candidata per il ruolo di premier, i vice potrebbero essere Salvini – cui andrebbe anche il Viminale – e Tajani – che potrebbe accomodarsi alla Farnesina -. Resta in piedi l'ipotesi di Berlusconi presidente del Senato. Secondo Libero (p.9) si va verso la conferma dei ministri leghisti Giorgetti, Stefani e Garavaglia. Con Centinaio che potrebbe tornare all'Agricoltura. Ma per il Corriere (p.8) la Meloni preferisce il riserbo sulla rosa dei nomi. Intanto, il governatore leghista Fedriga alla Stampa (p.7) nega un incarico per lui: "Non farò il ministro, rimarrò in Regione. I sondaggi ci danno per favoriti, ma dobbiamo lavorare". E il presidente del Veneto Zaia al Corriere (p.9) aggiunge: "Servono risposte, dall'immigrazione all'ambiente. Non bisogna avere paura di cambiare".

ESTERI
Il Financial Times e il dopo Draghi: "Bene sulla guerra, timori sull'economia" (Stampa p.9). "La sostenibilità del debito e le prospettive di riforma economica e amministrativa preoccupano i mercati finanziari e gli alleati dopo l'uscita di Draghi".  L'altro tema caldo è la gestione della guerra in Ucraina perché il premier "ha assunto una posizione netta contro la Russia, ha allineato l'Italia al 100% con i suoi partner della Nato ed è stato schietto nel sostegno all'Ucraina". Ma - secondo FT - anche in caso di vittoria della destra "non ci sarebbe un grande cambiamento nella posizione dell'Italia". Repubblica (p.12) intervista Michael Stoppard, vice presidente di S&P Global: "L'Italia è lo snodo della Ue del gas. Il piano di Draghi non va abbandonato".
Tregua e stop alle sanzioni: tra Blinken e Lavrov al via la trattativa su Kiev (Messaggero p.12). Washington e Mosca hanno riaperto un canale. Intanto, venti Paesi aiutano Mosca ad aggirare le sanzioni. Sospetti di triangolazioni dall'Italia tramite Ankara (Corriere p.12). Fra questi 20 paesi Turchia, Cina ed Emirati Arabi Uniti, oltre a varie repubbliche ex sovietiche.
Un tweet smaschera i russi: "Gli Azov vanno impiccati". Kiev accusa: "La strage di Olenivka per nascondere le torture ai detenuti" (Repubblica e Corriere p.12, Stampa p.16). Nuove conferme di un massacro programmato dei combattenti prigionieri. Governo e familiari di Azov chiedono un'inchiesta a Onu e Croce Rossa. Kharkiv ingannata dal ritiro russo: "Bombardati ogni giorno" (Corriere p.13). La tregua di maggio aveva fatto respirare la seconda città del Paese. Ma i missili sono tornati. Ora si lavora a un piano per evacuare 200 mila dalla regione di Donetsk prima dell'inverno (Messaggero e Corriere p.12, Stampa p.16). La controffensiva ucraina è quasi realtà, questione di giorni: "L'esercito ucraino si sta riversando contro i russi, e questo è solo l'inizio", parole di Yurij Sobolevsky, vicegovernatore in esilio della regione di Kherson.
Inghilterra, Truss favorita per il posto di Johnson. Il rivale Sunak non esclude di ritirarsi (Messaggero p.12). Per le società di scommesse la Truss ha il 90% di probabilità di diventare premier. Solo poche settimane fa era al 60%.
Pelosi verso l'Asia, a Taiwan mercoledì? (Stampa p.17). Mistero sul viaggio della Speaker della Camera Usa. Un viaggio che il mondo osserva con grande attenzione, temendo l'apertura di un secondo fronte sullo Stretto di Taiwan.

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