Commentario del 30.09.2015

IN PRIMA PAGINA
"L'Is è circondato". Obama lancia il patto anti-Jihad. "Pronti a lavorare con Russia e Iran" (Repubblica). Renzi rilancia sull'impegno dell'Italia per la Libia: "Pronti a un ruolo guida" (Stampa, Corriere, QN). E Putin diventa l'unico difensore dell'Europa (Giornale). Europa invece alle prese con il dieselgate: la Volkswagen richiama 11 milioni di auto (Repubblica e tutti). Un "disastro da 6,5mld". Intanto Quattroruote" svela il bluff dei test sulle auto (Giornale).  Ma c'è un piano Ue per rivedere i test affiancando tecnici europei a quelli nazionali (Stampa). Sul fronte interno la mossa di Grasso al Senato: cancellati i 72 milioni di emendamenti della Lega (Stampa). Ma si rischia comunque di non approvare la riforma entro il 13 ottobre e resta alta la tensione col governo (Messaggero). Sul Sole e su tutti il rinvio a fine anno per il rientro dei capitali: evitato l'aumento della benzina. Su tutti anche il "ritorno" del Ponte sullo stretto, anche se solo per i treni ma è lite nel governo tra Alfano e Delrio (Repubblica). Roma ancora in prima pagina, con Marino sotto accusa per le spese: "Dica quanto ha pagato in Usa" (Repubblica). E Paglia rivela: "Marino imbucato, Papa furioso" (Messaggero).

POLITICA
La riforma del Senato in aula - con Grasso che stoppa Calderoli (Corriere p.2) – la rabbia di Renzi contro Marino – "Il sindaco va cambiato, ma dopo l'Anno Santo" (Repubblica p.15) – e l'editto del Pd contro Rai 3 – "A casa la Berlinguer e Vianello" (Fatto p.5) – in primo piano su tutti i giornali insieme al rilancio da parte del Ncd del ponte dello Stretto, subito stoppato dal ministro Delrio (Sole p.8). Ieri la scure di Grasso sugli emendamenti della Lega: "Irricevibili 72 milioni, servirebbero 17 anni solo per leggerli" (Sole p.10). Salvini attacca: presidente si vergogni (Stampa p.12). Ma è già scontro sui voti segreti sugli emendamenti in discussione (Corriere p.2), che non tutelano la maggioranza da blitz in aula sulla norma transitoria. Il Messaggero (p.9) e il Corriere (p.3) parlano di alta tensione tra premier e Grasso: "Faccia come vuole, basta che il 13 ottobre si chiuda", il messaggio da New York. Guerini al Corriere (p.3): "Rispettiamo il presidente, l'ostruzionismo però è ancora pesanti". Sempre in primo piano anche il caso Roma, dopo la telefonata-burla a monsignor Paglia che rivela l'ira del Papa per l'atteggiamento del sindaco Marino (Corriere p.20 e su tutti). Sullo sfondo le tensioni per l'organizzazione del Giubileo e la rabbia di Renzi: "Il sindaco va cambiato ma dopo l'anno santo" (Repubblica p.15). Italia Oggi (p.6) parla di Pd aggrappato a un fantasma: se si votasse adesso a Roma vincerebbe il M5S con il 29%, seguito dal Pd al 25% e la Lega al 16%, seguiti da Fdi (7%), Fi (6%), Sel (4%) e Ncd (1%). Il Pd richiama all'ordine Rai e Tg3: per i giornalisti una riedizione dell'editto bulgaro ma contro Telekabul (Fatto p.5, Corriere p.8, Repubblica p. 19). Freccero insorge ma resta solo: per il cda nessun editto bulgaro (Corriere p.9). Anzaldi (Pd) insiste: "Lì non c'è pluralismo, lo dicono i dati" (Repubblica p.19). Occhi puntati su Berlusconi, ieri in festa per il suo compleanno: il Corriere (p.11) parla di una nuova fase che si apre, con l'ex premier deciso a tornare alla politica e a farlo da solo, tornando a vivere ad Arcore. Stasera festa a Roma con i politici: si attendono sorprese "dal cilindro". Ma per Repubblica (p.18) in Forza Italia ormai è il caos: "tutti in libera uscita" . E Salvini rilancia le primarie: "Non appoggerei Berlusconi come candidato premier. Guardo avanti e penso alle primarie".

ECONOMIA
Allarme Bankitalia sulle ricadute anche in Italia del caso Volkswagen (Sole p.5): difficili da quantificare ma tali da avere ripercussioni sulle attese di investimento e di consumo. Ne scrive anche Giannino sul Messaggero (in prima e a p.14), che però ricorda anche i possibili vantaggi per Fca. Da Bankitalia richiamo al governo sulle tasse: "Bisogna intervenire sul costo del lavoro; tagliare le tasse sulla casa potrebbe non produrre i risultati attesi" (Stampa p.22). Per Repubblica (p.28) nella querelle in atto tra Roma e Bruxelles Bankitalia si schiera con l'Europa. Ma quasi tutti i quotidiani lasciano intendere il contrario, titolano su un altro passaggio dell'intervento di Signorini, quello sul taglio della Tasi che per essere efficace deve essere (Messaggero p.4 e altri). Per il Corriere (p.5) è in arrivo un fisco più leggero anche per le imprese, almeno di 8 miliardi e questo per fronteggiare la concorrenza internazionale. Ma la riduzione di Irap e Ires partirà solo dal 2017 e sarà prevista non in questa ma nella prossima legge di Stabilità. Sul Fatto (p.16) tutte le falle del Def: dopo i tecnici delle Camere e della Corte dei Conti anche Upb e Bankitalia temono i numeri del governo, che sta scaricando il peso delle scelte di oggi sulla manovra del 2017 (30 mld) e su quella del 2018 (55 mld). E sul 2016 pesano stime ottimistiche, spending ridimensionata e aumenti non bloccati. Sul versante immobiliare, l'Abi annuncia un boom di mutui erogati (+86% nei primi otto mesi dell'anno), ma Nomisma contesta le cifre (Repubblica p.28): nello stesso periodo c'è stato solo un +2,85% di compravendite immobiliari. Intanto arriva l'annunciata proroga al rientro dei capitali: attesi introiti fino a 3 miliardi (Repubblica p.28 e su tutti). Primo effetto, lo stop all'aumento della benzina. Su tutti anche la fuga dei pensionati dall'Italia per pagare meno tasse: fra il 2010 e il 2014 si è passati da circa 5000 a oltre 16 mila pensionati che hanno scelto per lo più paesi europei per vivere. L'Inps corre ai ripari con Boeri che propone di non pagare più la parte non contributiva. Libero (p.3) attacca: "Se vai all'estero l'Inps ti taglia la pensione". Sul fronte del lavoro, da Taddei (Pd) nuovo richiamo alle parti sociali perché trovino un'intesa sul nuovo modello contrattuale: "Adesso siamo concentrati sulla legge di Stabilità, ma chiuso quel percorso torneremo ai contratti. Spero che nel frattempo le parti sociali abbiano discusso e trovato una sintesi altrimenti saremo noi a fare un passo".

EUROPA
Scandalo Volkswagen, allarme di Bankitalia: "Si rischiano impatti non ancora quantificabili ma consistenti sull'economia mondiale" (Sole in prima e p.5). Per Francesco Grillo (Messaggero in prima e p.14) "la crisi politica derivata in Germania dalla vicenda può trasformare un problema che preoccupa Bankitalia in un'opportunità per l'Italia di costruire nuovi rapporti di forza" mentre per Oscar Giannino (Messaggero in prima e p.14) "il danno in caso di crisi verticale della VW e delle case tedesche per l'Italia può essere rilevante visto che oltre il 25% del fatturato delle imprese che operano nella componentistica auto va in direzione della Germania. Ma il danno rischia di estendersi anche alle concessionarie". Intanto sono in arrivo controllori europei per verificare i test sulle auto (Stampa p.14): nel 2016 stretta con l'affiancamento di tecnici della UE a quelli nazionali visto che si allarga il numero di casi di "aggiramento" dei limiti Ue (Repubblica p.10): il nuovo caso della Mini Cooper dimostra come non ci sia nessun oitere centrale in grado di intervenire in Ue. La casa di Wolfsburg, nel frattempo, ha già stanziato 6,5 mld per il "dieselgate" e può far fronte a spese fino a 10 mld ma per gli analisti il costo finale potrebbe spingere il gruppo a ricorrere al mercato (Sole in prima e p.4). In nuovo ad Muller intanto annuncia: "Richiameremo 11 mln di auto" mentre negli Usa è in arrivo una class action consumatori-investitori.
Spagna, non si placano le polemiche dopo la votazione pro-secessione in catalogna: il leader indipendentista a processo per "disobbedienza e malversazione" (Repubblica p.20 e tutti). Intanto l'eurodeputato del Ppe, Pablo Zalba, al Corriere (p.17) parla dei rischia di una eventuale secessione Catalana: "Se lasciano Madrid usciranno dalla Ue, un rischio per tutti".

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Commentario del 29.09.2015

IN PRIMA PAGINA
Obama-Putin, duello sulla Siria (Repubblica,Messaggero, QN). Obama: Assad un tiranno, in Siria serve un nuovo leader. Putin: sbagli, va aiutato (Sole). E' ripreso così, dopo mesi di gelo, il dialogo tra i due leader mentre a Dacca cade ucciso un cooperante italiano. L'Isis rivendica: colpito il crociato (Sole, Corriere). In Europa è ancora il caso Volkswagen a sconvolgere Borse e mercati. Coinvolta anche l'Audi. Truccate due milioni di auto (Messaggero). L'incubo della class action mondiale (Stampa). Indagato l'ex ceo (Sole). In Italia balzo della fiducia di imprese e consumatori (Sole e tutti). Ma sulle tasse è scontro Bruxelles-Renzi (Sole, Corriere). La Ue: stop al taglio dell'Imu. Renzi: sul fisco decidiamo noi (Repubblica, Messaggero). Ma Roma è scossa da un nuovo caso. Il Papa gela il sindaco: "Mai invitato Marino negli Usa" (Repubblica, Messaggero, Fatto, QN). Libero: svergognato l'imbucato Marino. Merlo su Repubblica parla di stalker a Filadelfia. Dietro la stoccata le unioni civili (Messaggero) e i timori per il disastro Giubileo (Giornale, Libero). Solo Gramellini sulla Stampa difende lo "scomunicato stampa": il Papa ha smentito una non notizia. Su tutti la scoperta Nasa dell'acqua salata su Marte, l'ingrediente della vita (Corriere e tutti).

ITALIA-ECONOMIA
A settembre balzo della fiducia: imprese e famiglie credono nella ripresa. Segnali che per Alleva (Istat) consolidano la crescita, col pil 2015 allo 0,9% (Sole p.4). "Fiducia ben riposta", scrive il Foglio (in prima), con Squinzi, Cipolletta e De Felice (Banca Intesa) convinti di un mini-boom. Per Di Vico (Corriere p.8) è invece presto per parlare di vero armistizio tra gli italiani e l'economia. Cauti Adusbef e Federconsumatori (Stampa p.25). Baretta: "Siamo stati aiutati da una congiuntura internazionale ma i risultati che stiamo ottenendo sono frutto anche delle scelte del governo, dagli 80 euro, al taglio dell'Irap, al Jobs Act" (Sole p.4). Ieri Renzi da Blackrock, per incontrare i ceo di Wall Street: "Mantenute le promesse sulle riforme,il Paese è ripartito" (Sole p.8). In Italia tornano le grandi operazioni industriali di M&A: nei primi mesi dell'anno chiuse operazioni per 25 mld, più altre già annunciate per 24 mld. Ma sulle tasse è scontro tra Ue e Renzi (Sole p. 5 e su tutti). Nel rapporto della Commissione europea sui sistemi fiscali nazionali dei Paesi Ue si è rimarcata l'eccessiva tassazione del lavoro in Italia (pari al 43%), sottolineando la necessità di spostare il carico fiscale sulle proprietà immobiliari. Renzi: "Quali tasse ridurre lo decidiamo noi, non un euroburocrate da Bruxelles. Confermo che nella legge di stabilità ci sarà l'abolizione della tassa sulla prima casa per tutti e per sempre. E' un elemento fondamentale per restituire fiducia agli italiani". Sull'abolizione della Tasi e sulla "credibilità" della spending review dubbi anche della Corte dei Conti (Repubblica p.30). Quadrio Curzio a QN (p.6): "Ha ragione il governo. Tenga duro con l'Europa per rilanciare i consumi". Per Belpietro (Libero p.3) le coperture della manovra convincono poco e alla fine Renzi, per reperire risorse, piegherà il capo ai diktat della Ue. Dalla Commissione richiamo anche sull'Iva: troppe le aliquote ridotte e troppo ampio il divario tra Iva raccolta e Iva stimata; meglio ampliare la base imponibile. Su tutti la condanna per bancarotta degli ex vertici Alitalia per il crack della compagnia di bandiera: 8 anni e 8 mesi a Cimoli, 5 a Mengozzi (Sole p.28 e su tutti). "La sentenza Alitalia dimentica i veri colpevoli – scrive Rizzo sul Corriere (p.27) – parliamo dei politici che per almeno 30 anni hanno fatto il bello e cattivo tempo con la complicità del sindacato. Mengozzi e Cimoli sono forse i meno colpevoli del disastro, le radici del bubbone molto più profonde. Ma nessuno dei veri autori di quella catastrofe è stato chiamato a renderne conto.

ITALIA-POLITICA
Scoppia un nuovo caso Marino, con il Papa che dice: "Non l'ho invitato io in Usa" (Repubblica p.13 e su tutti). Uno scontro senza precedenti tra Campidoglio e Santa Sede a meno di due mesi dall'apertura del Giubileo che irrita e preoccupa Renzi. Ma per Repubblica (p.13) neanche stavolta arriverà la spallata al sindaco: i 30 milioni di pellegrini attesi possono portare un mezzo punto di pil in più. Unioni gay, Giubileo e il legame ostentato da Marino avrebbero irritato il Papa (Fatto p.2 e altri). Ieri altra giornata campale per la metro ko: ormai è allarme Giubileo (Giornale p.3). Altro caso tra politica e cronaca, l'attacco di De Luca a Rai 3, accusata di "camorrismo giornalistico". La Rai minaccia querele, tace il Pd mentre Mattarella – in visita a Napoli – avrebbe accuratamente evitato il governatore (Fatto in apertura e a p.4). Il Corriere (p.13) parla di "cortocircuito" tra Pd e Rai 3. Anzaldi: "Non hanno seguito il percorso del Pd, non si sono accorti che è stato eletto un nuovo segretario che poi è diventato premier". Vianello (Rai 3): "Io penso che una rete che fa servizio pubblico non debba avere come riferimento un partito ma i cittadini". Sulle riforme, la partita in mano a Grasso (Sole p.29): oggi al via l'illustrazione degli emendamenti; sull'articolo 2 il presidente deciderà giovedì. Renzi: "Nessun ostruzionismo ci fermerà". Si cerca un'intesa con Calderoli sugli emendamenti. Intanto Bersani torna ad attaccare Verdini e il "delirio trasformista": "Verdini stia lontano dal Pd" (Stampa p.12), certi personaggi fuori dal giardino di casa nostra. Il renziano Marcucci: "Sulle riforme bisogna dialogare con tutti". Per Sorgi (Stampa p.12) il clima sul Senato si è di nuovo guastato e l'accordo nel Pd è meno solo di quanto possa sembrare.  
A destra Salvini annuncia: tra un mese il partito unico (Repubblica p.19). L'8 novembre a Bologna il lancio di Lega Italia o Lega dei Popoli (Lega Italica per il Tempo), il listone della coalizione con cui contarsi con l'Italicum.

EUROPA
Spagna, il Rajoy tende la mano ai separatisti: "Ma la Spagna resta unita" (Corriere p.14 e tutti): apertura al dialogo dopo il successo di Mas in Catalogna. Per il fondatore di "El Pais", Juan Luis Celebriàn "con la votazione della settimana scorsa si è rotto il patto costituzionale in una regione dove risiede il 16% degli spagnoli. Ora Rajoy deve cercare un compromesso" (Repubblica p.8).Lo scrittore Idelfonso Falcones al Corriere (p.15): "Nessuna sa ora cosa può succedere, non si può escludere neppure l'ingresso dell'esercito. Per quanto riguarda la possibile esclusione dall'Ue della Catalogna, credo che ora si apra un lungo dibattito ma alla fine penso che l'Ue non la lascerà fuori". Per Cerretelli (Sole in prima e p.11) "la vittoria del movimento separatista catalano, insieme allo scandalo Wv, alla crisi greca e alla questione migranti, dimostrano la fragilità dell'Europa che si trova di fronte ad un vicolo cieco e rendendola una presenza poco significativa sulla scena internazionale". Intanto riprendono forza i movimenti separatisti in Ue: dalla Corsica alla Baviera, spaccatura nelle piccole patrie (Repubblica p.10).

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Commentario del 28.09.2015

IN PRIMA PAGINA
Siria e Catalogna in evidenza su tutti i quotidiani. "Prime bombe francesi" (Corriere) ma sui "Raid anti Isis, no di Renzi" (QN): Hollande bombarda ma il premier italiano avverte, "non ripetiamo l'errore libico". Oggi l'incontro Putin-Obama ma "Mosca attacca la politica Usa" (Stampa). Alle elezioni regionali in Catalogna vincono i partiti separatisti con il 50% dei voti. Uno "strappo a metà" (Messaggero) visto che non raggiungono la maggioranza assoluta ma il leader conferma che il progetto secessionista prosegue. Stangata a Rajoy, affluenza record con il 77% alle urne. Su tutti i quotidiani, l'addio a Pietro Ingrao "coscienza critica della sinistra" (Repubblica), Napolitano alla Stampa: "uomo d'altri tempi, mai interessi personali".

ECONOMIA
"Corsa a ostacoli per il Fiscal Compact" (Sole p.2): migliorano i conti pubblici, grazie alla congiuntura favorevole migliorano le prospettive di crescita e secondo il governo nel 2016 il trend del debito si inverte per arrivare al 123,7% sul Pil nel 2018. Ma è allarme per Regioni e Comuni: con il pareggio di bilancio per le autonomie locali, "investimenti a rischio blocco" (Sole p.3). Nel Def, infatti, per le infrastrutture stimato un calo del 10% nei prossimi 4 anni e la spesa in conto capitale è quasi azzerata nei preventivi. Sui conti pubblici, il Corriere (p.17) segnala "il pasticcio dell'Imu, evasione ed errori: buco da 6,5 miliardi". La base imponibile ridotta del 30% rispetto alle attese a fine 2013. Sottratti al Fisco 9,8 miliardi in due anni. Secondo il Fatto (p.18) c'è la "mina degli 80 euro che rischia di far esplodere" i conti pubblici. Sull'economia del Paese, "i dati positivi non mancano" anche secondo Silvestrini (Cna) intervistato da A&F (p.37): "Jobs act, sgravi, eco bonus, siamo ripartiti ma non basta". Con la legge di Stabilità è necessario uno sforzo sulla tassazione delle imprese. Cauto anche Sangalli (Confcommercio) intervistato dal Corriere (p.8): "Attenzione alla fiducia, per tante famiglie e imprese la ripresa non è ancora arrivata". Sulla crescita "prudenza è d'obbligo per tre motivi": la crescita "non è ancora solida né diffusa", le imprese dei settori Confcommercio "continuano a soffrire" e, infine, c'è la questione Sud. La soluzione? "Tagliare la spesa pubblica improduttiva e abbassare le tasse, a partire da una riduzione generalizzazione dell'Irpef già nella Stabilità". Intanto nella manovra arriva una "nuova stretta sui giochi" (Messaggero p.11): 800 milioni di tasse in più. E spunta il balzello di 2500 euro per agenzia e di 200 euro a macchinetta a carico dei gestori. E sulle pensioni flessibili la linea del governo resta: "niente pasticci, scelta permanente" (QN (p.16), ma resta da trovare un miliardo e mezzo.
Il Corriere (p.24) intervista Furlan (Cisl) che replica alla "società post-sindacale" descritta ieri da Di Vico sulle colonne del quotidiano: "Non saremo mai una società post-sindacale, la mediazione fra le parti non può essere sostituita dalla legge o dal paternalismo fai da te". Sulla riforma dei contratti: "C'è ancora spazio per un accordo con tutti. Noi intanto ci muoviamo per conto nostro. Porteremo il 70% delle nostre risorse, sia umane sia economiche, sul territorio per potenziare la contrattazione di secondo livello".
Su A&F (prima e p.2) le strategie di Alitalia, "Hogan vuole un colpo d'ala, nuovo ad e più deleghe a Montezemolo".

POLITICA
"Contro i 75 milioni di emendamenti l'arma della 'ghigliottina totale'" (Corriere p.13 e altri): Grasso preme per la mediazione ma potrebbe non ammettere in blocco le richieste mentre Calderoli nicchia e non è detto che mantenga tutti gli emendamenti. Su tutti i quotidiani l'ottimismo del ministro Boschi che dalla festa di Scelta Civica però ammette: "non sarà una passeggiata di salute". La minoranza dem infatti torna già alla carica. Chiti sul Corriere (p.12) chiede di "intervenire subito sulle norme transitorie e sull'elezione del presidente. Per noi necessario che anche la prima volta i senatori siano scelti dai cittadini. Per il Colle va allargata la platea". Ma il capogruppo Pd al Senato, Zanda, mostra tranquillità: "L'intesa nel Pd terrà. Con le riforme Italia più forte. Il punto di equilibrio sull'art.2 è molto serio e resisterà anche ai voti segreti. Con Grasso anche opinioni diverse ma noi leali e rispettosi a differenza di altri". Sulle riforme Renzi sostiene che stiamo stupendo il mondo e intanto Alfano annuncia una verifica di governo nel 2016 (Repubblica p.17).
Aria tesa nel centrodestra con "Berlusconi scommette su Milano: eccomi, rientro sulla scena politica" (Corriere p.15 e altri) e annuncia per questa settimana il nome del candidato sindaco che secondo Repubblica (p.16) sarà Paolo Del Debbio. Da Atreju però Meloni (FdI) insiste con l'ex premier - "la strada è quella delle primarie" - e soprattutto Salvini intervistato da QN (p.15) già stoppa il Cav: "Sarà la Lega a dettare la linea. Su Milano dobbiamo trattare. Silvio e io ci incontreremo presto. Ancor più netta la versione della Stampa (p.12) secondo cui Salvini avrebbe confidato ieri ai fedelissimi che "Berlusconi ha fatto il suo tempo, può fare il padre nobile, dare consigli, ma non può dare patenti politiche". "Silvio si rassegni, è finito. Si faccia da parte" aggiunge Fitto in un'intervista a Repubblica (p.16) lanciando le primarie: "saranno gli elettori a scegliere il prossimo leader del centrodestra".
Su Repubblica (p.19) lo scontro Pd-Ncd che mette a rischio la nuova prescrizione anti-corruzione: i centristri voteranno contro il testo che allunga i termini dei processi.
Su tutti i quotidiani il ricordo dello storico esponente Pci, Ingrao "il poeta eretico fra il popolo e le istituzioni" (Corriere p.10). "Avevamo le stesse passioni, lasciate per gettarci nella politica. Una persona di assoluta limpidezza morale, mai un interesse personale": il ricordo di Napolitano in un'intervista a Calabresi sulla Stampa (p.27).  

EUROPA
Siria, i caccia francesi bombardano l'Isis (Corriere o,5 e tutti): Hollande annuncia le prime azioni ma per l'orientalista francese, Olivier Roy, a Repubblica (p.8): "I raid non bastano, l'Ue non ha alleati sul terreno". Per il generale Jean a QN (p.4) "quello francese è un intervento non sposta" mentre l'esperto di jihadismo, Thomson, al Corriere (p.5) parla di "atto di legittima difesa che convince il pubblico ma alza rischio attentati". Renzi contrario ai blitz: "Evitiamo una nuova Libia" (Repubblica p.6 e tutti) ma per la Stampa (p.7) il premier, nel quartiere generale Onu, appoggia la Russia per tornare protagonista in Libia cercando maggiore autonomia nel Mediterraneo. Intanto tra intelligence, raid e aiuti ai ribelli, ogni Paese fa la sua guerra (Stampa p.4) e anche per il Corriere (p.6) il fronte non è unito: "Gli Usa puntano su aerei, forze speciali e aiuti mentre la Russia si allea con Iran e Israele. Tutti uniti contro l'Is ma tutti avversari". Per Jean QN (p.4) "servirebbe un intervento composto da due divisioni americane, integrate da forze europee, giordane e irachene, ma Obama non metterà gli scarponi sul terreno mentre la Russia ha forze per fare la differenza ma l'azione di Putin è negozionale verso una successione morbida ad Assad" ma per Lawrence Korb, veterano della politica estera Usa "Contro il Califfato va bene anche Assad ma guai a mandare truppe occidentali" (Messaggero p.4). Gli Usa intanto chiedono aiuto a Roma: "Parlate con Mosca e Teheran" (Stampa p.7): pressione per convincere le parti ai cooperare.Oggi faccia a faccia Putin-Obama all'Onu: Rampini (Repubblica p.6) parla di "risiko sul futuro di Assad per il difficile disgelo". Putin sfida gli States: "Senza di  noi vincerà l'Is", per la Stampa (p.6) la vera partita per Mosca è mettere in secondo piano l'Ucraina e per l'ex ambasciatore Usa all'Onu, Bolton "Obama sbaglia in Siria e il Cremlino ne approfitterà" (Repubblica p.8).
Spagna, alle elezioni regionali in Catalogna vincono i separatisti e ora si "vede" la secessione: maggioranza ma si resterebbe sotto quota 50% (Corriere in prima e p.2 e tutti). Lepri sul Corriere (in prima e p.37) parla di pericoli per tutta l'Ue "che non può permettersi fratture come questa". Per Campi (Messaggero in prima e p.14) è "uno schiaffo con messaggio all'Ue" mentre per Caracciolo (Repubblica in prima e p.31) "una separazione ridisegnerebbe rapporti di forza anche fuori Ue".

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Commentario del 27.09.2015

IN PRIMA PAGINA
Scandalo dell'auto, la Ue sapeva dei test truccati (Repubblica, QN). Bufera su Bruxelles. In Italia un milione di auto a rischio (Sole). Delrio: arrivano controlli. Padoan: possibili ricadute anche sulla nostra industria (Stampa). Il caso Volkswagen ancora in primo piano su tutti: c'è un rischio fiducia sulla fragile ripresa italiana (Sole). Ma il sondaggio di Pagnoncelli sul Corriere parla di pessimisti in calo: ora sono uno su tre. Su tutti il nuovo scontro a distanza tra Renzi e Padoan sui prepensionamenti, "un'operazione non a costo zero". Sul Messaggero il piano del governo: uscita subito per esodati, donne e giovani e dal 2018 flessibilità per tutti. Rischia invece di saltare la decontribuzione per i nuovi assunti: si va verso tagli alternativi per le aziende (Messaggero). Sul Sole l'ingresso dei cinesi nelle Poste Italiane: Pechino avrà il 2-5% della società. Su tutti il giallo sul raid in Libia contro il boss scafista (Corriere): scontro Tripoli-Roma (Fatto). Tripoli accusa, Roma smentisce, lui appare: "Sono vivo" (Mattino). Sul Corriere l'offerta di Renzi: più soldati italiani all'Onu. Su tutti anche le elezioni di oggi in Catalogna: così la Spagna "diventa il nuovo anello debole d'Europa" (Sole). Sul fronte politico il ritorno in campo di Berlusconi: Salvini utile ma io mi ricandido (Sole).

ITALIA-ECONOMIA
Calano i "pessimisti sull'economia" (dal 50 al 37%) – Corriere in prima e a p.9 – per il 23% il peggio è ormai alle spalle; ma solo il 28% crede che il Paese sia entrato in una fase di crescita; scettico il 54% mentre per il 37% il peggio deve ancora arrivare. Così gli scenari di Pagnoncelli sulla percezione dell'economia: tra i più fiduciosi impiegati, dirigenti e studenti; molto pessimisti i piccoli imprenditori, gli artigiani e i commercianti. Per il Sole (in prima e a p.2) il caso Volkswagen incrina la fiducia e rende la ripresa ancora più fragile: un conto è lasciarsi alle spalle la recessione, altro è imboccare la strada di una crescita solida e duratura. Ieri da Padoan nuovo allarme sulle ripercussioni dello scandalo sull'economia italiana – "un colpo duro alla fiducia, e senza fiducia non ci sono investimenti a lungo termine" – e sulla filiera dell'automotive: "Temo conseguenze, mi auguro siano limitate" (Sole e Corriere p.2 e su tutti). Ma la Cina continua a credere nell'Italia: Pechino pronta a entrare in Poste Italiane (Sole p.5). Il 12 ottobre la quotazione in Borsa: un fondo sovrano o la Banca centrale rileveranno una quota tra il 2 e il 5%. Sul Sole (p.5) parla il ceo di Bank of China Chen Siqing: "Italia strategica: diamo fondi e servizi alle Pmi. Stringere accordi con le pmi cinesi può essere una strada per uscire più velocemente dalla crisi, mentre le pmi italiane possono dare a quelle cinesi un apporto importante su gestione e tecnologia". In vista della legge di Stabilità, nuovo scontro a distanza tra Renzi e Padoan sulle pensioni (Repubblica p.10) mentre si va verso lo stop alla decontribuzione delle assunzioni (Messaggero p.2). Furlan a Repubblica (p.11) : "Necessaria la flessibilità in uscita già nella legge di Stabilità. La richiesta viene dalle stesse aziende. Assurdo avere gente al lavoro fino a 67 anni con oltre il 40% di giovani disoccupati". Padoan ha difeso il taglio della Tasi mentre ha frenato sul bis alla decontribuzione per le assunzioni: "Resta un'opzione in campo ma non più necessaria, perché siamo fuori dall'emergenza. Le risorse potrebbero essere usate per altri sgravi fiscali per favorire gli investimenti" (Sole p.6). Il Corriere (p.8) e ilMessaggero (p.2) parlano di sgravi alle assunzioni limitate al Sud, alle donne e ai giovani oppure una soglia più bassa degli 8000 euro l'anno di adesso.  Verso la riconferma invece gli ecobonus per risparmio energetico e ristrutturazioni - pronti 350 milioni – e l'Art-bonus al 65% (Sole p.6).

ITALIA-POLITICA
Berlusconi torna in campo – ad Atreju, la festa romana di Fratelli d'Italia – e gela tutti: "Il leader sono io" (Libero p.2 e su tutti), "Salvini utile, perché parla alla pancia della gente, ma io mi ricandiderò". Il Cavaliere stronca anche le primarie, care a Salvini e alla Meloni: "Servono se non c'è un leader carismatico, se a concorrere sono solo seconde file". Quanto al governo, boccia le riforme – "deriva autoritaria" – ma si dice pronto a votare il tagli dell'Imu,benché convinto "che tanto non lo faranno". E a chi sta abbandonando Forza Italia saluta e ringrazia: "Se ne sono andati i mestieranti della politica" (Messaggero p.13). A distanza la replica di Salvini: "Grazie della considerazione, ma io e la Lega parliamo anche alla testa della gente". Il Fatto (p.6) parla di un Berlusconi triste, ripetitivo, affaticato ma che resta il leader della destra, lasciando delusa la Meloni. Anche la platea non lo ama più: è un ostacolo al futuro. Su Libero (in apertura) idee per non morire renziani. Per Belpietro Berlusconi ha il dovere di lavorare alla sua successione. E se non c'è ancora un altro leader riconosciuto si formi un direttivo che rispolveri i programmi dei moderati per contrastare Renzi. Gli elettori (e il leader) arriveranno. Su Repubblica (p.13) la tela del ragno di Verdini: "Io sono un taxi che porta da Berlusconi a Matteo. Così al potere per altri 10 anni". "La politica è fatta di leadership, prima c'era Silvio, ora c'è Matteo. Insieme costruiremo il Partito della Nazione". Si riaffaccia sulla scena anche Mattarella: intervenendo al congresso della "Dante Alighieri" ha chiesto alla classe dirigente "visione e lungimiranza" e agli italiani "gioco di squadra" (Corriere p.10). E indica l'Expo come una scommessa pienamente vinta (Sole p.9). In serata Mattarella è poi andato a Napoli, dal poliziotto dell'anti-racket ferito. Domani inaugurerà l'anno scolastico a Ponticelli.

EUROPA
Gli occhi dell'Europa sulla Catalogna, al bivio tra indipendenza e unità (Sole p.8). Oggi il voto per l'assemblea e il governo regionale, ma di fatto si sceglie tra una Catalogna indipendente o se restare una regione autonoma all'interno della Spagna, con i partiti indipendentisti che hanno trasformato elezioni amministrative in un referendum sul futuro della Cataloga. La destra di Artur Mas, alleata con la sinistra estrema di Esquerra Repubblicana, preme per la secessione e le loro liste sono date dai sondaggi in maggioranza assoluta. La Commissione Ue ha più volte chiarito che la Catalogna indipendente sarebbe automaticamente esclusa dalla Ue e dall'eurozona e questo spaventa banche e imprese. "Così la Spagna diventa il nuovo anello debole d'Europa", scrive Zingales sul Sole (in prima e a p.8): l'incertezza istituzionale che la vittoria degli indipendentisti potrebbe scatenare è l'ultima cosa di cui l'economia spagnola ha bisogno in questo momento, per non dire del tema Catalexit. Ma nonostante questi rischi non siano ignoti, i catalani sembrano procedere sicuri verso l'abisso. Si spera nel successo del nuovo partito Ciudadinos, movimento catalano ma europeista. Il "ministro" degli Esteri della Catalogna Roger Albinyana al Corriere (p.17): "Non ci accontenteremo di maggiore autonomia perché il problema non è fiscale: si tratta di scegliere la nostra storia". Contrario lo scrittore Javier Cercas, che a Repubblica (p.21) dice:"La campagna elettorale di Mas è fatta di falsità e populismo. I secessionisti vogliono nascondere corruzione e tagli brutali al welfare. Ma se avranno la maggioranza il Paese rischia di uscire dall'Europa".
Scandalo Wolkswagen, "già due anni fa la Ue avvisata dei test truccati" (Messaggero p.4 e tutti): l'accusa lanciata ieri dal FT ripresa oggi da tutti i quotidiani. Nel 2013 l'allarme sarebbe stato lanciato da un rapporto del centro di ricerca della Commissione Europea, ma fu ignorato. Bruxelles si difende: verifiche impossibili sui motori, spetta agli Stati agire sul campo. Secondo il Sole (p.3) le ultime rivelazioni potrebbero indurre la Commissione ad aprire una procedura d'infrazione contro Berlino" che intanto pensa ad introdurre la Class action.

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Commentario del 26.09.2015

IN PRIMA PAGINA
"Un disastro morale e politico" (Stampa): su tutti i giornali il mea culpa di Volkswagen, che ora si affida a Muller. Weidmann: "Compromesso il made in Germany" (Sole). In Svizzera stop alle vendite delle auto truccate, in Italia via ai controlli e timori per l'automotive. Da New York l'appello del Papa all'Onu - "Terra, lavoro e casa per tutti" (Stampa, Repubblica, Sole) – e il patto sul clima tra Obama e Xi Jinping (Corriere): "tra Usa e Cina la pace verde" (Repubblica).  Intanto la ripresa Usa spinge le Borse (Sole): rimbalzo sull'annuncio della Yellen di un imminente rialzo dei tassi. Da Soros endorsement a Renzi: "Con le riforme l'Italia crescerà più del resto d'Europa" (Corriere). In arrivo fisco più leggero sulle partite Iva (Corriere) e la pagella per gli statali (Messaggero). Ma tra Squinzi e Camusso volano scintille:"sulla riforma dei contratti è un dialogo tra sordi" (Sole). Sul Giornale il sondaggio di Mannheimer: per un italiano su due i sindacati sono un ostacolo. Premier in partenza per gli Usa, dove vedrà i Clinton, Obama e Ban ki-moon (Stampa), sicuro della maggioranza sul Senato. Centro destra in subbuglio per l'esodo di azzurri verso Verdini e per Maroni e la Meloni che chiedono primarie per la leadership. Oggi Berlusconi ad Atreju, la festa di Fratelli d'Italia. Salvini al Foglio: "L'Italia deve portare l'esercito in Siria per sterminare l'Isis".

POLITICA
Renzi vola negli Usa ospite della Fondazione Clinton: incontrerà Obama e Ban Ki Moon (Stampa p.11), convinto che sulla riforma del Senato la strada sia in discesa e i tempi rispettati. Obiettivo: incassare 184 sì (Messaggero p.9). Ma resta l'incognita Grasso - il presidente deciderà sull'emendabilità dell'articolo 2 solo lunedì – e voto segreto. Renzi: "Politici preoccupati, ma io vado avanti" (Corriere p.13). E la Boschi rilancia sulla rottamazione: "Alle ultime elezioni c'erano Bersani, Berlusconi e Monti. Alle prossime avremo Renzi, Salvini e Di Maio" (Corriere p.15). Più agitate le acque nel centrodestra, per l'esodo degli azzurri verso Verdini (e i contatti segreti tra Verdini e Romani) e le mosse di Salvini. Su Repubblica (p.15) l'opa di Salvini sul centrodestra: il futuro è Lega Italia, insieme a Fdi, Destra e chi di FI ci starà, e il premier sarà Zaia. Maroni, dal palco di Atreju, lancia il ticket Salvini-Meloni alle politiche (Giornale p.8): "Credo che l'alleanza con Fi sia fondamentale. Poi, con le primarie, si sceglierà il candidato premier". Anche la Meloni "archivia Berlusconi": "Tocca a un'altra generazione" (Libero p.8). Ma Berlusconi gela tutti: "Non c'è nessun leader oltre a me" (Stampa p.10, QN p.12). Attesa per il suo intervento oggi ad Atreju. Toti al Corriere (p.13): "Forza Italia sta cambiando pelle, non si può rimanere ancorati al passato, la gente chiede cambiamento. Il ruolo di Berlusconi lo decide lui: speriamo che continui a favorire l'ascesa di una classe dirigente rinnovata". E sulle riforme dice: "Siamo pronti a tornare a discutere ma a condizione che si riveda davvero l'elettività dei senatori, si riapra la legge elettorale tornando al premio di coalizione e si cambi il titolo V sulla suddivisione dei poteri tra Stato e Regioni". Sull'Unità parla Alfano (p.7): ""Il nostro ruolo è di spingere le riforme. Noi nel Pd? Accusa lunare". Ma la De Girolamo è ormai fuori dal coro di Alfano: "Lui canta meno male che Renzi c'è. Il progetto del Ncd è fallito, dovrebbe cambiare nome in Ncs".

ECONOMIA
"Yellen riporta il sereno sulle Borse europee" (Sole p.3): il pil Usa accelera, la Fed lascia intendere l'aumento dei tassi entro l'anno, rimbalzo delle Borse. Milano migliore in Europa con +3,68%. Ieri l'asta CTz, con rendimenti in calo; lunedì il test sui Bot, 6,5 mld in asta; attesi tassi in aumento (Sole p.3). Soros al Corriere (p.11): "Se il premier porta a termine le riforme l'Italia crescerà più del resto d'Europa". Ma "auto e Germania fanno traballare Padoan e le sue previsioni di crescita" (Fatto p.8): una flessione del 30% di vendite della Volkswagen negli ultimi mesi dell'anno causerebbe un buco al Fisco di 700 milioni oltre a conseguenze dirette sull'automotive italiano. Squinzi si dice preoccupato: "Prima o poi ci andranno dentro tutti" (Giornale p.11). Meno Ghizzoni (Unicredit): "Ancora presto per parlare, se ci saranno conseguenze non saranno evidenti". Prosegue intanto la marcia di avvicinamento alla legge di Stabilità. Sul Corriere (in apertura e a p.46) il fisco leggero sulle partite Iva: allo studio una semplificazione delle misure per favorire piccoli professionisti e start up fino a 30 mila euro. Sul Sole (p.8) focus sulla spending review. Almeno 4,5 mld il recupero previsto dalla sanità e dagli acquisti della pubblica amministrazione, dubbi sui tagli ai ministeri. In un'intervista al Tg5, Renzi apre ai medici, in rivolta contro il decreto taglia-esami:"Dobbiamo tagliare gli sprechi, se i medici hanno modi diversi per farlo siamo qui ad ascoltarli senza arrivare allo sciopero. Noi stiamo mettendo più soldi nella sanità, non meno". Sul Giornale (p.6) il richiamo della Corte dei Conti: "Stretta su sanità e pensioni". In allarme anche il comparto difesa, per tagli alle spese per 500 milioni. Crosetto (Aiad): "A rischio la sopravvivenza della nostra industria" (Sole p.8). Sul Messaggero (in apertura e a p.2) la "pagella" per gli statali: a valutare i dipendenti pubblici non sarà più l'Anac ma il Dipartimento della Funzione pubblica.

EUROPA
Volkswagen: "Dieselgate è disastro morale e politico": mea culpa dell'azienda che avvia una rivoluzione interna con cambi al vertice. Via il vecchio ad Winterkorn e dentro Muller, presto anche un nuovo presidente (Repubblica in prima e p.5 e tutti). Il ministro dei Trasporti tedesco Dobrindt, intanto, spiega i numeri: "I veicoli truccati da noi sono 2,8 mln" e in Svizzera arriva il blocco dell'ufficio federale delle strade alle vendite delle autovetture Vw con i motori fuori norma (Sole in prima e p.5). Per il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, "lo scandalo compromette il made in Germany, ma avrà un impatto pesante anche sull'Europa visto che quando vengono esportate macchine tedesche vengono esportate anche parti fatte in Italia o in Spagna" (Sole in prima e p.27 e tutti). Il ministro Poletti sminuisce parlando di "effetti minimi" sull'indotto che vale 1,5 mld mentre Renzi chiede severità: "E' una truffa, l'Italia chiede che sia punita" (Sole p.5 e altri) mentre il ministro Delrio annuncia: "Entro tre mesi l'esito dei controlli realizzati in Italia" (Repubblica p.3) ma si teme il calo delle vendite (Messaggero p.7)

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Commentario del 25.09.2015

IN PRIMA PAGINA
Scandalo auto, l'Europa trema (Messaggero). Berlino: anche nell'Ue le Volkswagen truccate. Via ai controlli in Italia (Stampa, Avvenire). ). Un milione di auto truccate, controlli a campione in Italia (Repubblica, Qn). Bmw nel mirino, ma Fca perde più di tutti in Borsa (MF). Del caso fa discutere anche l'addio della ad: il signor Volkswagen va via con 60 milioni (Tempo). Una "buonissima uscita" per la Stampa. In primo piano anche il discorso del Papa al congresso americano: America terra dei liberi ma basta armi e pena di morte (Stampa, Repubblica, Messaggero).Diversi i giudizi dei quotidiani; "Il Papa li fa a stelle e strisce". Il Giornale: "Il papa fa l'americano e delude gli anti-capitalisti". Sul Foglio il Papa, politico corretto. Su tutti anche ltrage di pellegrini nella calca alla Mecca (Corriere e altri): migliaia calpestati, oltre 700 vittime (Repubblica). Da Bruxelles: arrivano le "otto priorità" per i migranti concordate al vertice Ue (Corriere).Mogherini a Repubblica: "Così cambieremo il diritto d'asilo". Sul Nuovo Senato, voto il 13 ottobre. Ancora scintille Grasso-governo (Avvenire). Grasso:non sarò il boia della Costituzione (Repubblica, QN). E l'elezione dei senatori è già un rebus (Sole). Tensione anche sui tagli alla sanità: sciopero più vicino (Notizia Giornale). Lorenzin: non è guerra contro i medici (QN). "Senza analisi inutili tagliamo gli sprechi e le liste d'attesa" (Messaggero). Su esodati e pensioni, Padoan apre sulla flessibilità (Sole, QN, Avvenire, Unità). Sull'Espresso "il vero volto dei Casamonica" tra cocaina,usura e pestaggi. Un clan potente e violento che a Roma controlla il territorio.

POLITICA
Nuovo Senato, alta tensione Pd-Grasso (Sole p.11, Corriere p.10, Messaggero p.11 e su tutti): Zanda chiede di calendarizzare il voto finale sulla riforma l'8 ottobre, Grasso lo fissa al 13 agosto. Durissimo lo scontro tra i due con Zanda che evoca la fiducia – "per il 15 la riforma deve essere approvata" – e Grasso che replica: "Non faccio il boia della Costituzione" (Repubblica p.12). E su sua pressione Sel e Lega ritirano milioni di emendamenti. Il Giornale (p.6) parla di bluff: tutto è rimasto come prima. QN (p.11) di illusione: l'intesa in realtà ha salvato i nominati. Sul Sole (p.11) anche Alimonte mette in dubbio il teorema dell'elettività dei senatori: l'emendamento che rimanda a future leggi elettorali regionali su cui si è trovato l'accordo nel Pd "vuol dire tutto e niente". E comunque agli italiani della riforma non importa nulla: secondo il sondaggio di Italia Oggi (p.5) solo il 4% è interessato alla riforma e solo il 30% dichiara di averla capita. Perl'82% degli italiani ciò che interessa sono gli immigrati. Al contrario, per l'Unità (p.6) le riforme spingono il Pd al 35,8% (sondaggio SWG).
In FI alta tensione contro gli azzurri in fuga (Repubblica p.14) – Folli su Repubblica (p.15) scrive di vassalli della destra alla corte del nuovo re - ma il Corriere (p.11) rivela una cena segreta tra Verdini e Romani e contatti tra lo stesso Romani e la Finocchiaro: per entrambi lo stesso messaggio, un voto favorevole di FI alla riforma del Senato in cambio della riapertura del dossier Italicum, con l'introduzione del premio di coalizione. Riprende così quota anche l'ipotesi che in realtà la "scissione" verdiniana sia stata concordata con Berlusconi, per evitare il voto anticipato.
Intanto nel centro destra Salvini "rottama" Berlusconi: "Rispetto per lui ma bisogna guardare avanti" (Sole p.11, Corriere e Repubblica p.13 e su tutti) dice ad un convegno a Roma con Fitto e Ronchi sul futuro del centrodestra (Messaggero p.13). Il leader della Lega conferma il sì alle primarie e il no al Ncd; imminente l'incontro con il Cavaliere.

ECONOMIA
Industria, balzo degli ordini interni (+14,4% a luglio) trainati dal settore auto (Sole in prima e a p.13). Ma lo scandalo Volkswagen contagia il settore e affossa le Borse: anche Bmw nel mirino ma in Borsa chi perde più di tutti è Fca, che ha lasciato sul campo il 7,5% (MF in prima e a p.2). La Procura di Torino apre un'inchiesta e Delrio annuncia controlli su mille auto di tutti i marchi. Elkann: "Fatto grave che riguarda una società, non il settore" (Sole p.2). Intanto Moody's vede al rialzo le stime sulla crescita (a 0,7% quest'anno e non oltre l'1,2% nel 2016), spinge su riforme e abbattimento del debito ma boccia la scelta di tagliare la Tasi (Sole p.8). Segnali positivi anche dalle vendite al dettaglio (+1,7% a luglio) e dalle compravendite di immobili (+8,2% nel secondo trimestre) (Sole p.15). Da Padoan e Poletti, ieri alla Camera, apertura su  pensioni anticipate per le donne e esodati, ma ci vorrà una norma che autorizzi nuova spesa senza intaccare i saldi del Def (Sole p.8 e su tutti). Il tema sarà affrontato in seno alla legge di Stabilità, scelta che non convince i sindacati. Boeri: "Agli uomini assegni più elevati" (Messaggero p.8). Sul Corriere (p.43) parla il presidente di Conserve Italia Gardini: "Pronto a utilizzare la flessibilità in uscita per fare un po' di staffetta generazionale. Il taglio dell'assegno? Lo rimborsiamo noi". Altro dossier caldo, il Mezzogiorno:all'esame del governo il taglio dell'Ires al Sud ma solo per chi investe (Sole p.6). Così l'aiuto fiscale si tramuterebbe in bonus produttivo e passerebbe più facilmente "l'esame" di Bruxelles. La riduzione riguarderebbe le pmi di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Allo studio anche investimenti fino a 3 mld e un credito di imposta per le imprese che creino occupazione al Sud. Da Confindustria, ieri a raccolta a Taranto, il pressing delle imprese per il credito d'imposta (Mattino p.2 e altri) e per il rilancio dell'Ilva (Sole p.7). De Vincenti al Mattino (in prima e a p.3): "In tre anni avremo un altro Sud, misure e piano sono nella manovra".

EUROPA
Migranti, soddisfazione della Mogherini per l'accordo raggiunto al vertice Ue sulla redistribuzione obbligatoria di 160 mila rifugiati: "La Ue sa decidere e ha a disposizione gli strumenti per farlo". In un'intervista a Repubblica (in prima e p.21) parla di "grande passo avanti che ha permesso di superare le divisioni". Parlando degli accordi di Dublino dice "vanno superati" perchè "nati in un altro tempo". Di Dublino parla anche il vicepresidente della Commissione Ue, Timmermans, alla Stampa (p.13): "Lo riformeremo il prossimo anno, per anni l'Italia ha chiesto aiuto ed è stata lasciata sola. Quanto alla redistribuzione è stato fatto il primo passo, ora bisogna applicare i controlli cominciando dalla costituzione degli hot spot".  Intanto dal vertice di Bruxelles sono emerse le priorità del piano europeo: tra cui rafforzamento delle frontiere e aiuti alla Turchia (Corriere p.6) dalla quale si attendono 7 milioni di profughi (Stampa p.12 e altri). Non si placano le tensioni col fronte dell'Est. Napolitano chiede all'Ue di "operare unita" e accusa: "Non si possono tollerare i muri che ricordano l'epoca nazista. Sorgono anche interrogativi sul 'grande allargamento' dell'Unione nei primi anni 2000" (Corriere p.13 e altri). Ieri annunciato il via il 7 ottobre alla fase due della missione antiscafisti, denominata Sofia. Mogherini a Repubblica: "La Libia resta un corridoio aperto e incontrollato verso l'Ue, almeno finchè non si ricostruirà uno Stato. E dietro alla Libia c'è un intero continente in fermento, l'Africa. Perciò non basterebbe, per risolvere il problema migranti, stabilizzare la situazione in Siria dove si sovrappongono 2 guerre: quella civile e quella contro Daesh". Atteso un summit a Parigi tra la Mogherini e delegati francesi, tedeschi e inglesi per parlare di Iran, Siria e Libia: polemica per l'esclusione italiana. La Stampa (p.13) parla di una "telefonataccia" di Renzi alla Mogherini.

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Commentario del 24.09.2015

IN PRIMA PAGINA
Lo scandalo Volkswagen e la visita del Papa negli Usa in primo piano su tutti i giornali. Ieri l'addio dell'ad Winterkorn (Sole). L'Ue: indagini a tappeto (Avvenire). Inchieste in tutto il mondo (Stampa). "In Europa parametri alti per 11 modelli di 6 case" denuncia un esperto al Sole. Sul Fatto l'Italia come Volkswagen: da mesi la Procura di Roma denuncia un "maxi imbroglio sui filtri diesel". Su tutti l'incontro di Francesco con Obama: "Io qui in Usa come figlio di migranti" (Sole). E ai vescovi Usa: basta proclami, siate pastori vicino alla gente (Stampa). In Italia è guerra sulla sanità e il taglio degli esami "inutili" (QN). Rivolta dei medici (Avvenire). Libero: "Tanti saluti alla salute". Scontro anche sulle intercettazioni: il governo ha messo la museruola alla stampa (Fatto). Ferranti a l'Unità: "Ma quale bavaglio, è una legge di civiltà" (Unità). Su tutti anche la riforma del Senato: regge l'accordo nel Pd ma Calderoli presenta milioni di emendamenti. Grasso contro l'ostruzionismo leghista (Corriere). Per Fatto e Giornale il lodo sul Senato è una truffa: "Renzi ha fregato la sinistra".

ECONOMIA
"Bce pronta a estendere l'acquisto titoli":così Draghi in audizione al Parlamento europeo (Sole p.5, Corriere p.32, Repubblica p.28). La Bce è pronta a rafforzare il suo programma di stimolo monetario se l'inflazione nell'eurozona dovesse indebolirsi più del previsto. Il piano, ha detto Draghi, è stato congegnato con sufficiente flessibilità e la Bce "può aggiustarne, dimensioni, composizione e durata nel modo appropriato se un ulteriore impulso monetario dovesse rendersi necessario". Ma i tempi dell'azione restano incerti. Da S&P's promozione a metà per l'Italia: fuori dalla recessione ma con la ripresa troppo tiepida (Sole p.8, Messaggero p.11). Pesano la disoccupazione troppo alta e la domanda interna troppo bassa. "Per invertire in modo deciso il trend servirà un forte aumento degli investimenti". Intanto prende forma l'intervento del governo sulle pensioni. Aspettando l'audizione di Padoan e Poletti oggi a Montecitorio, sui quotidiani fioriscono le anticipazioni. Il Sole (p.8)parla di soluzione soft per gli esodati e una revisione di "opzione donna" . Il Corriere (p.32) di uscita anticipata dei lavoratori di imprese in crisi. Il Messaggero (p.11) di platea ristretta alle donne con figli. Cazzola, su Italia Oggi (p.14): "Le pensioni sono minate dal pil che non cresce. Toccarle mette in pericolo l'equilibrio previdenziale. Senza la riforma Fornero saremmo alla canna del gas".
Ma il fronte di scontro più acceso è quello dei tagli alla sanità: rispetto all'aumento previsto nel 2016 di 3,3 mld si va verso una riduzione del Fondo sanitario di almeno 1,5-2 mld scrive il Sole (p.8). Previsti nuovi tetti alla spesa farmaceutica mentre i medici minacciano lo sciopero contro il taglio delle prescrizioni inappropriate. I medici: "Così i pazienti dovranno pagarsi da soli gli esami" (Stampa p.15). Ma Renzi rilancia: "Nessuna azione punitiva contro medici e pazienti, presto nuovi contratti, assunzione di precari e più tutele ai medici", come l'inversione dell'onere della prova nelle cause in sanità (Messaggero p.3). "Tanti saluti alla salute", l'apertura di Libero.
Sul Sole (p.7) e Messaggero (p.19) le proposte Confindustria-Ance per il rilancio dell'edilizia: "Nella legge di Stabilità incentivi per l'edilizia". Da Squinzi appello per un intervento sulle infrastrutture, "Invecchiate e inadeguate". Intanto il governo dice addio alla "Legge Obiettivo" (Repubblica p.29): dal 2001 realizzato solo il 16% delle opere mentre i costi sono saliti del 118% per le varianti.

POLITICA
Senato, regge l'accordo nel Pd, scatta l'ostruzionismo della Lega. Calderoli annuncia la presentazione di 85 milioni di emendamenti. Dura reazione di Grasso: "Non permetterò che si blocchi il Senato" (Corriere p.2 e su tutti). Sul Sole (p.13) e su tutti i 3 emendamenti che hanno messo d'accordo il Pd.La Finocchiaro al Corriere (p.3): "Sull'elezione dei senatori ci siederemo a un tavolo e daremo attuazione all'accordo con una legge. C'è un patto vero, io mi fido". Fiducia anche in Grasso: "Mi aspetto buonsenso politico e osservanza del Regolamento. So che anche lui vuole la riforma". Boschi a Repubblica (p.15): "Nessun metodo Mattarella,nel Pd ha vinto il buon senso.Adesso puntiamo ad allargare il consenso oltre il perimetro della maggioranza di governo". Ma per il Fatto e il Giornale il lodo è una truffa: "Renzi ha fregato la sinistra" (Fatto in apertura), l'accordo non garantisce alcuna scelta degli elettori. "Solo un grande bluff" dice il giurista Pellegrino al Fatto (p.6). E ora la "ditta" tratta poltrone. Il mini rimapasto in vista – Vasco Errani sottosegretario, Enzo Amendola vice ministro degli Esteri – ha il significato di premiare quella minoranza "lealista" che sull'Italicum si è staccata da Bersani (Sole p.13). Nell'editoriale del Corriere (in prima e a p.31) i tre dubbi di Ainis: i tre emendamenti sono un passo avanti ma restano i limiti del metodo, delle forme e delle lacune da colmare. I sondaggi premiano Renzi (dal 32 al 33%), stabile il Pd (32,9%), M5S ai livelli del 2013 (24,8%), Lega in frenaTa (15%), Fi all'11,6%, seguita da Sel (3,9%), Fdi (3,8%), Area Popolare 2,6%.
Intanto continua l'esodo di azzurri verso il gruppo di Verdini: ieri in via un senatore e sette deputati. E il senatore toscano prepara una fase 2 del movimento, che si strutturi sul territorio, con nel simbolo la scritta "Per Renzi" (Corriere p.2). Dal M5S denuncia in Procura per la compravendita dei parlamentari. Anche Gasparri e Minzolini all'attacco: "Compravendita in atto, verdiniani indecenti" (Giornale p.3). Su Repubblica (p.17) l'ira di Berlusconi: "Sono dei traditori, senza di me non sono niente". Ma Verdini avverte chi resta: "Sappiatelo, la nuova FI sono io". Berlusconi "sconvoca" il gruppo previsto per oggi (Sole p.13): tra i forzisti cresce la sensazione che il leader sia sempre meno interessato alle beghe interne del partito.

IL CASO
Bufera Volkswagen, lascia il ceo Winterkorn (Sole prima e p.3 e tutti): cade la prima testa dopo lo scandalo che ha coinvolto la casa tedesca. "Una Lehman europea" la definisce Fubini sul Corriere (p.30) tratteggiando il parallelismo con la crisi americana del 2008. Sia Lheman che Ww, infatti, rispondono alla logica del "too big to fail" e il governo tedesco interverrà per salvare Vw "ma lo fara violando e forse demolendo le regole europee sugli aiuti di Stato". Telese su Libero (p.5) sostiene che dietro la batosta tedesca ci sia la guerra per l'iCar con le americane Apple e Google. Tesi in qualche modo sposata anche dal Messaggero (p.6) secondo cui è "automatico pensare a una guerra industriale, forse spionistica" visto l'arrivo del prototipo Apple che guida da solo e non inquina. Vita (Unicredit) alla Stampa (p.4) spiega che il caso "minaccia tutto il made in Germany" mentre Ursicino sul Mattino (p.14) sottolinea, invece, che si tratta di una "batosta per l'Europa" e non solo per la Germania. A questo punto si prospetta una "rivoluzione per i piani dei produttori: vicino l'addio al gasolio" secondo Repubblica (p.10). "Il dieselgate favorirà elettrico e ibrido" conferma il prof. Berta, storico dell'industria dell'auto, in un'intervista a Repubblica (p.9). "In Europa parametri alti per 11 modelli di 6 case" spiega Vicente Franco (Icct) intervistato dal Sole (p.14) che sottolinea anche come nella Ue le norme siano meno stringenti rispetto agli States. Intanto Vw ragiona sugli eventuali risarcimenti: per Repubblica (p.10) solo negli Usa potrebbe sborsare una cifra vicina a 25 miliardi di dollari che, aggiunte alle auto nel resto del mondo, potrebbe far salire il conto fino a 50. Effetti anche per il nostro Paese: il Sole (p.2) infatti segnala il coinvolgimento della componenstica italiana, Squinzi preoccupato per i fornitori del nostro Paese. Anche per la Stampa (p.3) l'industria della compentistica italiana "è in allarme". Libero (prima e p.3) lancia la provocazione: "I tedeschi restituiscano i soldi incassati con le rottamazioni".

EUROPA
Al vertice sull'immigrazione in corso a Bruxelles Renzi preme per il superamento del Trattato di Dublino ma la Commissione Ue richiama l'Italia sui ritardi nella creazione degli hotspot e per l'applicazione delle norme europee per i "fingerprint", la raccolta delle impronte digitale dei migranti in arrivo e sulla direttiva rimpatri (Sole p.10). Renzi: "Non hanno senso gli hotspot da soli, occorre un accordo anche rimpatri e riallocazione europea, le tre cose vanno insieme". Alfano sul Corriere (p.13): "E' passato il nostro principio: i profughi non stanno più nello Stato del primo ingresso ma vengono ricollocati". Ma l'Europa resta divisa su frontiere e migranti e dal vertice su Siria e Libia l'Italia è stata tenuta fuori (Corriere p.15). Ieri al via la riunione dei leader su Schengen e Dublino. Merkel sotto accusa dai Paesi dell'Est (e dal governo bavarese) per aver provocato l'aumento di flussi dopo le sue aperture ai profughi. Per la Stampa (p.9) è il suo vertice più difficile. Orban ha accusato Berlino di "imperialismo morale" per aver imposto il trasferimento nei Paesi membri di 160 mila rifugiati arrivati in Italia e Grecia. Dalla Commissione la proposta di stanziare 1,2 miliardi per aiutare sia i Paesi europei in entrata sia gli Stati del Mediterraneo teatro di guerre civili; e per la Turchia Bruxelles pensa a un ulteriore miliardo. Intanto alla Camera primo via libera allo "Ius soli" seppur in versione soft (Repubblica p.19, Messaggero p.4): non basterà nascere in Italia per avere la cittadinanza ma servirà la frequenza di un ciclo scolastico o il permesso di soggiorno di lunga durata dei genitori. Un compromesso al ribasso per Sel. La Lega promette battaglia per non approvare il testo.

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Commentario del 23.09.2015

IN PRIMA PAGINA
"Putin smetta di sostenere Assad. Aiuta gli estremisti": il segretario di Stato americano Kerry parla alla Stampa e ribadisce, "vogliamo distruggere l'Isis". In un'altra intervista al Corriere, Kerry definisce "il Papa un argine contro le forze del caos. E l'America è con lui". Proprio Francesco è giunto in Usa "primo leader mai arrivato direttamente da Cuba" (Repubblica). "Non sono comunista" (Stampa) ha spiegato Francesco ai giornalisti nel volo verso gli Usa. Quasi tutti i quotidiani, comunque, aprono con lo scandalo Wolkswagen: "La truffa mondiale dell'auto" (Repubblica), "Merkel sapeva" (Messaggero), "Wolkswagen crolla ancora. Truccate 11 milioni di auto" (Sole): un documento accusa il governo sui test truccati, il titolo perde un altro 19,82%. In bilico il ceo Winterkorn. Per la Ue in evidenza "il sì ai ricollocamenti. Ma i Paesi dell'Est votano no" (Stampa) mentre per la politica interna tutti sottolineano che sul Senato è i"ntesa vicina nel Pd" (Messaggero).

POLITICA
"L'intesa c'è, negoziato finale nel Pd. Oggi l'emendamento della 'pace'" (Corriere p.10): non più di 5 dissidenti per il no. Nuovo summit oggi tra minoranza e vertici Dem. E Renzi già "prepara il tour per il referendum: andrò in tutta Italia" con l'obiettivo di portare a votare un cittadino su due (Corriere p.11). "Il listino è la soluzione più semplice. I punti deboli del testo sono altri" spiega Violante intervistato dal Corriere (p.11): in particolare le competenze di Stato e Regioni vanno definite "e non funziona il sistema di elezione del Presidente". Per il Fatto (p.3) "la minoranza si squagli e Grasso è pronto al disarmo". "Stavolta il premier si è mosso bene, ecco perché diciamo sì al Tatarellum" amette Zoggia dalla minoranza dem al Messaggero (p.8). Proprio il Messaggero (p.9) sostiene che il via libera alla riforma sia arrivato dopo un lungo colloquio tra Grasso e il ministro Boschi, "il patto di palazzo Giustiniani". Intanto, sia la Stampa (p.11) che il Messaggero (p.8) evidenziano che i sondaggi "tornano a sorridere" per Renzi che passa dal 32 al 39% nell'indice di fiducia. E "la svolta è solo l'inizio" dice ai suoi il Premier.
Forza Italia "perde pezzi e accusa: mercato delle vacche" (Corriere p.13 e tutti) e, secondo il Sole (p.25), torna in campo direttamente Berlusconi "per frenare l'uscita di senatori FI". Ma intanto abbandona anche il Senatore, Auricchio, che segue Verdini e a Repubblica (p.13) dice: "il vero capo di Forza Italia è lui". C'è anche un ritorno però tra gli azzurri: si tratta dell'ex ministro De Girolamo, pronta a candidarsi a sindaco di Benevento (Mattino p.7).
Per il governo esplode un'altra polemica: "Bavaglio a giornali e talk show" (Fatto), "Ok della Camera alla legge bavaglio" (Repubblica p.14). Arriva, infatti, il "sì ai paletti" per le intercettazioni e scoppia l'ira di M5S (su tutti): per la Fnsi è minacciato il diritto di cronaca. Orlando: non è vero. Ora la delega passa al Senato. "Stupefacente la linea Pd, così punisce la stampa e esautora il Parlamento" attacca Giulia Bongiorno su Repubblica (p.14).

ECONOMIA
"La frenata della spending review. Saltano i tagli a detrazioni e bonus" annuncia il Corriere (p.37) ma arriva comunque la "stretta sugli esami clinici inutili", 208 prestazioni per le quali i cittadini ora dovranno pagare (Repubblica p.20). Secondo il Fatto (p.15) il taglio delle tasse sarà coperto da Renzi con altre tasse. Repubblica (p.26) segnala che il governo frena sul ritorno della Robin Tax "ma le imprese non si fidano" e inatnto sul fisco vengono concesse "nuove rate a chi ritarda i pagamenti" mentre arrivano pene più leggere per l'evasione (Repubblica p.26 e altri): via libera ai 5 decreti fiscali mancati. Ok al monitoraggio annuale del tax gap e delle agevolazioni. Ma sempre secondo Repubblica (p.27) dalla Ue arriva un duro monito a Padoan: "Avete deviato, giustificatevi". Oggi vertice a Bruxelles con il premier che chiederà più flessibilità per le spese dovute ai migranti ma c'è il gelo di Dombrovskis e si annuncia battaglia sul taglio delle tasse. Anche il Sole (p.11) parla di una Ue "cauta" sul deficit: la Commissione aspetta di valutare la manovra. E MF (p.4) annuncia che la bad bank slitta al prossimo anno poiché il braccio di ferro con la Ue sulla garanzia di Stato sulla vendita dei crediti "sembra essere arrivato ad un punto morto". In un commento, il Foglio (p.3) sottolinea che tra Italia e Bce "c'è un problema": differenze di vedute su ricapitalizzazioni, bad bank e defitcit. La Orlandi (Entrate) in un'intervista a Italia Oggi (p.27) parla anche della proroga della voluntary: "gli uffici continuano a lavorare intensamente. Si è registrata nelle ultime settimane un'intensificazione delle istanze, arrivate a 19 mila". La Stampa (p.11) intervista il sottosegretario Zanetti: "Ci sono state tante pressioni sull'esecutivo per sanare gli 800 dirigenti delle Entrate. Ora un'indagine sulle voci del crollo del gettito dell'evasione. Arrivati al momento di decidere qualcuno ha diffuso la notizia di un buco di 1,5 miliardi. Il Def invece certifica l'opposto. Alla fine ha vinto la trasparenza ma ora occorre fare chiarezza".
In primo piano anche il nodo previdenza: "Pensione anticipata, soglia a 63 anni" annuncia il Sole (p.12), nella Stabilità prime norme mirate ad alcune categorie o il prestito previdenziale. Platea circoscritta a categorie come disoccupati over 62 senza ammortizzatori. Su tutti i quotidiani anche il bonus di 500 euro ai prof per la formazione.
"Popolare di Vicenza, indagato Zonin" (Repubblica p. e tutti): l'imprenditore del vino e presidente dell'istituto accusato dai pm di aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza. Nel mirino anche l'ex dg e sei funzionari.

EUROPA
Mentre in Europa continua a tenere banco la questione della redistribuzione dei profughi, prosegue il dialogo a distanza tra Russia e Usa per una possibile soluzione della questione siriana. Il segretario di Stato americano, Jhon Kerry alla Stampa (in prima e p.2-3): "Vogliamo distruggere l'Isis. La Russia non può continuare a sostenere il regime di Assad". Kerry parla anche del problema immigrazione in Ue: "E' nel cuore delle nostre priorità comuni comuni per i diritti umani. L'emergenza europea richiederà la cooperazione con la comunità internazionale per questo abbiamo deciso di aumentare il numero di profughi siriani che accetteremo ma serve aumentare il sostegno anche all'assistenza umanitaria per coloro che non scappano dai loro Paesi". Intanto Bruxelles ha superato il blocco dell'Est: il piano profughi passa a maggioranza (Corriere p.20 e tutti): saranno 120 mila i migranti da ripartire tra i 28 ma il fronte dell'Est non ci sta: "Non li prenderemo" (Repubblica in prima e p.10). E anche il ministro degli Esteri inglese, Philip Hammond, a Repubblica (p.11) torna a fare polemica: "Non si può accogliere tutti quelli che arrivano". Carlo Jean sul Messaggero (in prima e p.): "Il problema continua a far scricchiolare la Ue che si conferma un'unione 'da tempo sereno' incapace di fronteggiare situazioni di crisi". Al via la prossima settimana il piano di redistribuzione, le prime partenze vedranno come mèta dei profughi Spagna e Svezia (Messaggero p.6). MA Juncker definisce "ridicolo" il numero di rimpatri di cui si sta discutendo "rispetto all'entità del problema" (su tutti) mentre Alfano accusa: "Piano in ritardo di due anni". Oggi previsto un summit Ue. Intanto è pronta una procedura Ue per un pacchetto di infrazioni, che riguarda anche l'Italia, per i ritardi nella costituzione degli hotspot. Alfano: "Credo che la vera procedura che l'Europa debba aprire nei confronti dell'Italia è quella di ringraziamento per quello che abbiamo fatto" (Messaggero p.6).

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Commentario del 22.09.2015

IN PRIMA PAGINA
Volkswagen sbanda negli Usa. Dati truccati sugli inquinanti (Avvenire e tutti). Shock in Borsa (Sole). Il Giornale: comprereste un'automobile dalla cancelliera Angela? L'eco-truffa della Volkswagen negli Usa che ha travolto il colosso tedesco in primo piano su tutti. E' la caduta di un mito (Repubblica). Pd,  sì alle riforme, i ribelli non votano. Attacco a Grasso (Repubblica). E sul ritorno al "Tatarellum" prospettato da Renzi per designare i senatori Bersani apre. In primo piano su tutti la direzione del Pd di ieri: l'intonazione generale è a un'intesa nel Pd ormai vicina. Strappo del premier con Grasso: un ricatto, per il Giornale, un passaggio sopra le righe per il Sole. Notizia Giornale: "Prepariamoci a vent'anni di Renzi". Su tutti anche i piani del governo per la pensione anticipata per donne e disoccupati senior: ma sull'assegno tagli dal 3-4% al 10% (Sole, Messaggero e tutti). Sul Sole il possibile ritorno in manovra della "Robin Tax". Su Avvenire affondo contro la "riformina" delle liberalizzazioni: poca cosa, le festività vanno liberate dal lavoro. In Grecia Tsipras già al lavoro. La Ue ad Atene: ora privatizzate (Sole). Tsipras dovrà vendere porti e aeroporti (Messaggero). Contro gli immigrati un muro anche in Slovenia. Ungheria, esercito al confine (Repubblica).

POLITICA
Mossa di Renzi verso la minoranza dem – modello Tatarella per la designazione dei senatori – Bersani apre. Ma scoppia un nuovo caso con Grasso (Corriere p.2 e su tutti)."Se il presidente del Senato dovesse riaprire l'articolo 2 sarebbe un fatto inedito e a noi non resterebbe che convocare Camera e Senato", dice Renzi alla direzione riunita. Una mezza gaffe costituzionale – la definisce il Giornale (in prima) – quasi subito corretta dal premier – "Intendevo dire i gruppi parlamentari del Pd" – ma che innesca l'intervento di Mattarella e lo sdegno di Grasso. Verderami, sul Corriere (in prima e a p.29) parla di un attacco pubblico che non ha giustificazioni né politiche né istituzionali. Anche Pombeni sul Sole (p.11) parla di passaggio sopra le righe. Grasso: "Nemmeno la mafia mi fermò" (Fatto p.3). Da Renzi parole dure anche verso gli "scissionisti" e contro Floris e Giannini: "Fanno meno ascolti di una replica di Rambo". Ma l'attenzione di tutti è sull'apertura di Renzi sulla designazione dei senatori attraverso un listino bloccato di consiglieri regionali. Il Corriere (p.3) parla di accordo già pronto, con Renzi sicuro che saranno al massimo in 5 a non votarlo. E se rientra il dissenso dem, il soccorso azzurro è ininfluente, scrive Magri sulla Stampa. Bersani: "Un'apertura significativa c'è purché decidano gli elettori. Meglio tardi che mai se è così" (su tutti). E a Repubblica (p.4): "Così a vincere è il metodo Mattarella e Verdini non serve". Speranza al Corriere (p.2): "E' caduto un totem. Così a scegliere saranno i cittadini". Serracchiani all'Unità (p. 2): "C'è un Pd unanime e con Renzi. La minoranza non c'era ma non ha votato "no". Un punto di mediazione è possibile, la legge regionale Tatarella".

ECONOMIA
Discussione aperta nel governo sulle pensioni anticipate per donne e disoccupati senior: l'ipotesi più accreditata prevede un taglio del 3-4% annuo (Sole p.7), fino a un massimo del 10% in tre anni (Messaggero e Giornale p.5). La dote massima dell'intervento non dovrebbe superare il miliardo, l'anticipo non dovrebbe superare i 3-4 anni rispetto ai requisiti di vecchiaia. Renzi: "I conti pensionistici non si toccano ma se esiste la possibilità per cui in cambio di un accordo si può consentire flessibilità è un gesto di buon senso e buona volontà". Attesa per l'audizione di giovedì di Padoan e Poletti. Intanto nel menù della legge di Stabilità entra una nuova "Robin Tax" rivista e corretta da applicare soltanto agli utili delle imprese energetiche, l'avvio già nel 2016 della digital tax e un rilancio della Voluntary disclosure (Sole p.8). Dall'Ufficio di Bilancio richiamo al governo sui numeri del Def: "troppo ottimista" (QN p.8). Prudente anche Bruxelles: le "flessibilità" evocate da Renzi e Padoan sono ancora tutte da negoziare, a cominciare da quella sull'emergenza migranti. E nel giudizio della Commissione – sospeso fin quando non avrà la bozza di Finanziaria, entro metà ottobre – pesa il nodo spending review (Sole p.8). Fa discutere anche il ddl Concorrenza, da ieri in aula alla Camera in versione assai più timida rispetto a promesse e aspettative della vigilia. Critico il sottosegretario Zanetti: "Così è un regalo alle lobby" (Repubblica p.26). Di parere opposto Avvenire (in prima): "Tanto rumore per nulla, i negozi rimarrebbero comunque aperti 359 giorni su 365. Resta il tema delle festività da liberare dal lavoro".
Oggi al via la trattativa sulla riforma del modello contrattuale tra Confindustria e Cgil, Cisl e Uil. Il Messaggero (p.20) e Libero (p.2) parlano di falsa partenza, dopo la minaccia di Barbagallo (Uil) di disertare l'incontro se da Confindustria "non arriva una parola chiara sui contratti aperti". Idem la Furlan (Cisl) - "Confindustria sblocchi i tavoli dei rinnovi le cui piattaforme sono già state presentate" – e Solari (Cgil): "Il problema non è solo come cambiare le regole generali ma cosa si scambia". Ma fino a ieri sera nessun segnale da Confindustria. E Squinzi, parlando all'assemblea degli industriali di Cremona è tornato ad accusare i sindacati di essere un freno allo sviluppo, pur concedendo un'apertura sulla riforma dei contratti: "Bisogna evitare lo scontro frontale, cerchiamo di trovare le le soluzioni" (Sole p.10). Per Cgil, Cisl e Uil rinnovi contrattuali e riforma del modello devono viaggiare su binari paralleli, il che significa che i contratti in scadenza vanno rinnovati con le vecchie regole. Ma sui tavoli già aperti arrivano i primi stop (a cominciare da Federalimentari). Squinzi a Cremona ha ripetuto di voler mantenere la valenza del contratto nazionale del lavoro ma ha espresso dubbi sulla possibilità di fare contratti col vecchio sistema. Barbagallo, Furlan e Camusso decideranno stamattina se andare o meno al tavolo. Sull'Unità (p.12) intervento di Bentivogli (Fim Cisl): "Rinnovo contrattuale, no alle brutte copie della Germania". "LA Fim e la Cisl sostengono un nuovo modello contrattuale con un contratto nazionale essenzialmente mirato alla difesa del potere d'acquisto dei salari, e una contrattazione di secondo livello che dà al sindacato l'opportunità di rientrare da protagonista nella gestione dell'organizzazione del lavoro".

EUROPA
Profughi e quote, si tratta a oltranza (Avvenire p.7 e tutti): oggi la riunione dei ministri dell'Interno Ue per la redistribuzione di 120 mila migranti. Scontro con i Paesi dell'Est ma la presidenza Ue avverte: "Accordo oggi, con o senza voto". In Slovenia nel frattempo sorge un altro muro al confine con la Serbia mentre Orbàn invia i soldati al confine (Repubblica p.12). Mattarella: "Di fronte a fenomeni epocali quel filo spinato non serve" (Corriere p.15 e altri) e per Lorent Fabius, ministro degli Esteri francese, a Repubblica (p.12): "La risposta non è chiudere le frontiere. Bisogna porre fine al conflitto in Siria". Intanto nuovo allarme per la Ue, rischio ondata dalla Turchia: il Paese ospita 1,8 mln di siriani, possibilità che Istanbul rallenti i controlli (Corriere p.15). Grecia, oggi sarà presentato il nuovo governo. Tsipras: "Adesso serve stabilità" (Repubblica p.10 e altri): tra le novità prevista l'istituzione di un ministero per il Memorandum. L'Ue in pressing per l'immediato avvio delle riforme (Sole p.4): tra le priorità gli impegni con i creditori, poi si discuterà di taglio de debito. Le prime mosse saranno su banche e privatizzazioni. Syriza riparte dal 34,5% ma per governare deve puntare all'alleanza con i nazionalisti. Sul Corriere (p.10) il ritratto di Panos Kammenos, leader di Anel, e ago della bilancia greca: "Per Tsipras un alleato scomodo e necessario". Per Adriana Cerretelli sul Sole (in prima e p.4) "la vittoria di Tsipras dovrebbe insegnare molte cose ai leader europei: dal mettere al centro l'interesse nazionale, anche a costo di perdere la faccia, alla capacità di puntare su stabilità sociale e politica, oltre che economica. Premier ha un incarico opposto rispetto a quello di 7 mesi fa: accelerare sulle riforme che prima osteggiava".

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Commentario del 21.09.2015

IN PRIMA PAGINA
La vittoria di Tsipras in Grecia e l'incontro tra il Papa e Fidel Castro a Cuba in primo piano su tutti i giornali. "Servire le persone non le ideologie" (Repubblica, Messaggero, QN) dice il Papa. Poi va a trovare Fidel ma salta l'incontro con i dissidenti (Stampa). Tsipras vince ma vota metà Grecia (Corriere). "i greci ci cascano ancora" (Giornale). Ma in Europa ora il problema sono i migranti e il prossimo vertice sulle quote rischia il flop (Messaggero). Sul fronte interno dominano legge di Stabilità e riforma del Senato. Sulle pensioni si tenta il compromesso sulla flessibilità. Fino al 15% in meno per chi anticipa (Repubblica). Baretta a QN: "Pensioni più flessibili agli esodati". Oggi la direzione del Pd per fare chiarezza sul Senato: ultimatum di Renzi ai ribelli (Repubblica) mentre Berlusconi chiama i moderati alla "crociata della democrazia" (Giornale). Sul Corriere e sul Giornale gli occhi della Finanza sui funzionari pubblici corrotti: spariti tre miliardi in sei mesi. Sul Messaggero il piano del governo per la "buona Università": stop ai precari, sì all'autonomia. Su Affari&Finanza i numeri di Marchionne sulla fusione Fca-Gsm - 30 miliardi – e le liberalizzazioni dimezzate dalle lobby. Su tutti il Ferrari show a Singapore (Messaggero): per Vettel è un trionfo (Corriere).

POLITICA
Oggi la direzione del Pd sul Senato. Renzi vuole una conta nel partito (Messaggero p.13 ). Boschi: "Se falliamo l'Italia va a M5S e Lega" (Repubblica p.12). Bersani: "Se si vuole, intesa a un millimetro" (Corriere p.12) ma per la minoranza resta ineludibile il tema della elettività del Senato. Guerini a Repubblica (p.13): "L'elezione diretta non è possibile. Svorrebbe dire stravolgere la riforma che il Pd ha sempre immaginato. Il Senato non sarebbe la Camera delle autonomie. Sul resto si può discutere". Quanto ai voti del centrodestra "nessuna campagna acquisti: abbiamo i numeri per approvare il ddl". Guerini avverte Grasso: "Confidiamo di non ritrovarci con una sorpresa spiazzante in aula che ci faccia tornare al punto di partenza". Zanda al Corriere (p.12): "Elezione diretta? Meglio parlare di designazione. E le modifiche siano poche". Martina al Messaggero (p.12): "E' l'ultimo appello alla minoranza: la nostra base non capirebbe un no". Per il Messaggero (p.13) con Renzi deciso a portare a casa la riforma entro metà ottobre l'unica alternativa all'impasse resta il voto. Soluzione bocciata dal direttore del Corriere della Sera Fontana, che nell'editoriale di oggi (in prima e a p.29) chiede una maggioranza ampia per le riforme, un Senato che sia rappresentativo dei territori con una chiara investitura popolare e a Renzi di abbandonare la minaccia di elezioni anticipate, che non vuole nessuno né in Parlamento né nel Paese. Intanto Berlusconi boccia la riforma del Senato – "Legge autoritaria" – puntando a riaprire la discussione sull'Italicum (Stampa p.7) - chiama alla "crociata per la democrazia" per far tornare presto le persone a votare e si prepara al faccia a faccia con Salvini. Salvini che al Corriere (p.14) dice: "Con Silvio l'accordo si può fare". "Se c'è un accordo sul programma tutto è possibile. Ma se con Berlusconi si ragiona senza problemi, nel suo partito ci sono vecchie cariatidi attaccate alle poltrone che fanno l'occhiolino a Renzi. Ma oggi il popolo di centrodestra ha bisogno di idee chiare e messaggi precisi".

ECONOMIA
Manovra, tensioni sui tagli di spesa e sulle pensioni (Corriere p.10): i 10 mld di spending review non sono più una certezza – ora l'obiettivo è 7-8 mld scrive il Messaggero (p.9) -  e con i tecnici divisi sarà Renzi a decidere dove tagliare, se nella sanità (aprendo un nuovo fronte di scontro con le Regioni) o nei comuni; ai Ministeri chieste riduzioni di spesa del 3%. Il Messaggero parla di stretta sulla pubblica amministrazione anticipando la riforma Madia: taglio delle società in rosso, soppressione degli enti inutili, norme sulle forze dell'ordine. Fa discutere e divide anche la flessibilità in uscita sulle pensioni. Ieri il ministero ha dovuto smentire voci di tensioni tra Renzi e Padoan. Ci si concentra sull'uscita anticipata di lavoratori anziani senza più occupazione e sulla proroga di opzione donna ma con l'assegno solo contributivo (Messaggero p.11). Baretta a QN (p.8): "Correggeremo la legge e troveremo una soluzione agli esodati". "Cerchiamo soluzioni che rendano compatibili i correttivi della riforma con una blindatura dei saldi". Priorità agli esodati in età avanzata. Moscovici: "Bene le riforme, ma meno tasse solo con i tagli alla spesa (Repubblica 14). Sul Messaggero (p.11) l'ottimismo del governo sul recupero dell'occupazione, anche se permane il nodo "scoraggiati". Sul Corriere (p.11) il conto dell'evasione fiscale accumulato negli ultimi anni: oltre 91 i mld sottratti all'erario; 40 solo di iva. Sempre sul Corriere (p.15) il conto di sperperi e ruberie di funzionari pubblici, medici, politici, impiegati di primo livello: in appena sei mesi sottratti allo Stato oltre 3 mld di euro. Il rapporto della Guardia di Finanza sui danni erariali del primo semestre dell'anno anche sul Giornale. Su Repubblica (p.15) l'allarme privacy per il Jobs Act. Degli ultimi 4 decreti attuativi si è persa traccia e rispetto a quello che introduce l'informatica in fabbrica l'Authority prevede una pioggia di ricorsi. Sulla Stampa (p.16) e su A&F (in prima e a p.4 e 5) le modifiche alla riforma della concorrenza, svuotata dalle lobby.

EUROPA
Grecia, vittoria di Tsipras ma vota solo il 56% (Corriere in prima e p.5 e tutti): Syriza sfiora la maggioranza assoluta (35%), resterà al governo con i nazionalisti di Anel. Per Repubblica (p.2) sarà un esecutivo "fotocopia" di quello uscente. Il premier: "Duri a morire. Non ci dovremo preoccupare del fuoco amico". Nea Demokratia battuta di circa 7 punti percentuali, terzo partito Alba Dorata (7%). Kasidiaris a Repubblica (p.3): "Vittoria dovuta al fatto che i greci non sanno quanto costerà il memorandum. Governo durerà pochi mesi, a guidarlo saranno Merkel e i falchi, e tra qualche mese di nuovo elezioni" mentre l'ex ministro Hardouvelis al Corriere (p.5): "Speriamo in una squadra di governo credibile. Per quanto riguarda il memorandum non c'è via d'uscita, va rispettato. Atene ha perso credibilità". Fubini sul Corriere (in prima e p.6): "Nonostante lo slalom tra parole e realtà Tsipras ha vinto di nuovo e quasi con le stesse percentuali ma il difficile viene ora". Gros a QN (p.5): "L'elettorato greco è maturato, voto contro Varoufakis. Scemata attenzione Ue perchè si sapeva che avrebbe vinto o Tsipras e il centrodestra, entrambi pronti a rispettare il piano di riforme anche se Syriza resta inaffidabile". Per Bonanni (Repubblica p.6) "Bruxelles è rassicurata dal voto anche se resta l'incognita debito" e per Sarcina "La Ue chiede un governo stabile alla Grecia e una spinta alle riforme ma adesso il confronto per la ristrutturazione del debito è più vicino" (Corriere p.9). La Ue ha dimostrato poco interesse per queste elezioni "forse perchè c'è la convinzione che l'emergenza Grecia si sia chiusa con il terzo programma di salvataggio" commenta Sarcina sul Corriere (p.9) mentre in Europa il tema caldo è quello migranti: settimana decisiva per le quote, si va verso il voto a maggioranza per superare il no dell'Est. Nella bozza multe da 6500 euro per ogni profugo rifiutato (Repubblica p.16 e altri).

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Commentario del 20.09.2015

IN PRIMA PAGINA
Pensioni, Renzi riapre la partita (QN). Ma Padoan frena: "Un rischio toccare le pensioni" (Repubblica). Intanto si delineano i contorni della legge di Stabilità: ridotti i tagli agli sgravi: "spending" più leggera (Sole). Sale a 17,9 mld la richiesta alla Ue (Sole). Libero accusa: "Più debito per dare soldi a immigrati e sud". Il Mattino: sugli sgravi, Nord contro Sud. Ancora in primo piano il caso Colosseo, leva per cambiare la legge sugli scioperi (QN). Il Messaggero anticipa: per gli scioperi, servirà il referendum. Camusso attacca: "Il decreto? Un blitz premeditato" (QN). Franceschini: con i sindacati ci accorderemo (Stampa). E intanto paga gli arretrati. Sul Giornale tutti i misteri della serrata. Su tutti la riforma del Senato di nuovo in alto mare. Bersani al Corriere: basta con i trucchi. Palazzo Chigi: abbiamo i numeri (Messaggero). Per il Fatto è Renzinformatija: non c'era intesa ieri, non c'è rottura oggi. Su QN gli italiani e il Senato: sette su dieci sono per abolirlo. Dall'estero, il Papa a Cuba: "Apritevi al mondo" (Corriere). "Il mondo è assetato di pace" (Stampa). Libero dipinge il Papa in basco e camicia rossa: "Comandante Fran-Che". Su tutti le elezioni in Grecia, tra stanchezza e disincanto (Sole) - Tsipras: "Mi gioco la testa" (Corriere) – e gli scontri alla frontiera tra Ungheria e Croazia: nessuno vuole i profughi (Stampa).

ITALIA-ECONOMIA
Pensioni, si riapre la partita sulla flessibilità (Sole p.2, Corriere p.6, Repubblica p.3, Messaggero p.2 e su tutti). Il premier sull'Unità: "Ho chiesto a Padoan e Poletti di individuare un meccanismo". Il Sole parla di mini intervento da un miliardo per un anticipo del pensionamento di 2-3 anni e con un taglio del 3-4% l'anno sull'assegno. Padoan a Repubblica (p.2 e 3) sottolinea la ripresa della crescita – "perché c'è più occupazione e per le tasse che stiamo abbassando" – ma frena su ritocchi alle pensioni: "Nulla di male a esaminare correttivi per chi è vicino alla pensione ma va considerato che questo ha un costo e l'equilibrio di finanza pubblica deve essere mantenuto". Nell'intervista, Padoan conferma e difende il taglio delle tasse: "Dire che è di destra lascia il tempo che trova, aiutare le famiglie e sostenere il lavoro sono cose di sinistra o no?". Codogno (ex Tesoro) al Fatto (p.7): "Rischioso chiedere la flessibilità e usarla per la Tasi". Cuperlo, a L'Unità (p.7): "Se per togliere la Tasi anche a Squinzi io nego la flessibilità in uscita a chi è rimasto prigioniero della riforma Fornero non è una cosa giusta o di sinistra". Intanto con la nota di aggiornamento del Def approvata venerdì dal consiglio dei Ministri si delinea più chiaramente la legge di Stabilità: si va verso lo stop a Tasi e Umu su prima casa, Imu agricola e tassa imbullonati; previsto anche un bonus per famiglie povere con bambini a carico (Repubblica e Unità p.4). Ma cambiano i numeri: prevista una "spending più leggera" (da 10 a 7,5-8,5 mld), e meno tagli agli sconti fiscali (1 mld),mentre sale a 17,9 mld il conto della "flessibilità" chiesta alla Ue e si fa strada l'ipotesi di anticipare la digital tax. Ipotesi contro la quale si schiera Confindustria: "Frenerà la crescita e l'innovazione dell'Italia" dice Elio Catania alla Stampa (p.7). "Questo non è un tema che tolleri normative tampone a livello locale". Con il pil in crescita (0,9% nel 2015, 1,6% nel 2016) e il deficit fissato al 2,2%, calerà la disoccupazione (12% nel 2015, 11,9% nel 2016), la pressione fiscale (dal 43,1% al 42,6%); il debito salirà ancora nel 2015 (132,8%, per cominciare a scendere dal 2016 (131,4%, fino al 119,8% nel 2019). Ma sulle privatizzazioni i conti non tornano: il def conferma 6,5 mld, ne mancano quasi 4 (Fatto p.7). E anche quelli sul calo della disoccupazione: dai dati Inps mancano 49 province su 110 (Fatto p.9). La Commissione Ue: "Valuteremo la posizione dell'Italia quando riceveremo la legge di Bilancio" (Sole p.3). Padoan: "I rapporti con Moscovici sono fruttuosi e cordiali, c'è un clima di fiducia che ci aiuta".

ITALIA-POLITICA
Senato, intesa in bilico. Bersani insiste: sia elettivo. Ma i renziani lo "asfaltano". Guerini: "Noi apriamo, ma niente veti" (Unità p.6). Giachetti: "Vogliono rompere a prescindere. Con questi la riforma non si farà mai, meglio votare" (Fatto p.2). "Io non rompo ma non mi scosto. Forse qualcuno cerca un pretesto" dice l'ex segretario del Pd al Corriere (p.13). "Devono essere i cittadini a eleggere i senatori. E da qui non ci si scosta. Che cosa è successo dovrebbe chiederlo a loro. A me mi sta bene tutto purché si faccia senza ambiguità e trucchi verbali". I senatori Corsini e Mucchetti parlano di "disinformatia: "Un accordo presuppone colloqui che però non ci sono mai stati. Non c'è stata nessuna trattativa" (Corriere p.13). Parla di "Renzinformatija" Travaglio sul Fatto: l'intesa ormai prossima sul Senato rilanciata ieri dai giornali era solo disinformatija renziana, utile a confondere i lettori e a mettere in difficoltà gli avversari del premier. In realtà Renzi e Verdini, "unici veri padri della riforma", "non si sono mai mossi di un millimetro dal Senato dei nominati". Romani al Corriere (p.12): "Non c'è alcuna trattativa autentica e se non ci saranno le modifiche che chiediamo voteremo no". Il costituzionalista Ainis al Fatto (p.3): "Il nuovo Senato non conterà, questo è il vero problema. Il nodo sono le competenze: questa riforma svuota Palazzo Madama, lo rende un ibrido, né carne né pesce. Non ha più poteri di controllo e non rappresenta gli enti locali". Meloni al Corriere (p.12): "Renzi avrebbe fatto meglio ad abolire il Senato. Questa riforma è ridicola e pericolosa". Su QN (p.4) il sondaggio di Noto: il 58% degli italiani è per l'elettività del Senato ma potendo scegliere il 70% opterebbero per l'abolizione tout court. Ma nella fiducia ai leader istituzionali Grasso sopravanza Renzi (47% a 42%); su tutti  Mattarella (65%), in coda la Boldrini (31%).

EUROPA
Grecia alle urne "stanca e disincantata" scrive il Sole (p.7). Con Syriza e Nea Dimokratia appaiati nei sondaggi per governare il Paese ci vorrà una coalizione. Chi parte favorita – dalla crisi economica e dei profughi – è Alba Dorata: "In Grecia siamo noi l'unica opposizione" (Stampa p.9). Paese spaccato. Tispras: "Mi gioco la testa" (Corriere p.16).  Ma qualsiasi governo che uscirà dalle urne avrà una politica economica già scritta negli accordi con i creditori. Moscovici alla Stampa (p.9): "Chiunque vinca collaborerà con noi. E il lavoro della troika non finirà". Su Repubblica (p.13) parla il leader di Podemos, Iglesias: "L'accordo non mi piace ma grazie a Tsipras l'Europa è cambiata".
Intanto, in attesa del vertice straordinario di mercoledì a Bruxelles, lo scontro sugli immigrati si attesta sulla frontiera tra Croazia e Ungheria: nessuno vuole tenere i profughi (Stampa p.8). Zagabria, che mercoledì aveva spalancato i confini, ci ripensa e riporta i migranti alle frontiere, pronta a usare l'esercito. Budapest: "così tradiscono noi e la Ue", e schiera i riservisti. Oltre 1300 i migranti arrivati in Slovenia; molti quelli in marcia verso l'Austria che annuncia però di rimandarli indietro verso i Paesi di transito. E dalla Turchia il flusso di migranti continua ininterrotto, destinazione Grecia: le acque delle isole di Lesbo e Mitilene sono un cimitero. Sul Corriere (p.10) reportage dal fronte sloveno: "Se va male andiamo in Italia". Libero (in prima e a p.5) attacca: "Immigrati al confine e il governo si ferma per il fine settimana". Su tutti i giornali la foto di una bimba sirianache gattona davanti a un cordone di poliziotti: è stata scattata lungo l'autostrada Istanbul-Edirne, scelta da chi punta alla Grecia. L'ex premier francese Rocard a QN (p.9): "E' il suicidio dell'Europa, incapace di gestire l'emergenza".

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Commentario del 19.09.2015


IN PRIMA PAGINA
Governo, risale la fiducia. Pd e Forza Italia in ripresa (Corriere). A spingere Renzi al 37% il miglioramento  dell'economia e la riforma del Senato. Riforma su cui l'intesa dentro al Pd sembra vicina (Messaggero e tutti). Ma è il Colosseo chiuso per assemblea sindacale il caso politico del giorno. Scontro Renzi-sindacati. Musei come servizi pubblici per decreto (Corriere). Franceschini al Messaggero: "Nessun attacco ai diritti ma i siti restino aperti". Libero: Franceschini abbaia ma non morde. Il Giornale: Aridatece Nerone. In primo piano anche la manovra: deficit più alto e meno tasse per la crescita (Corriere). E per trovare i soldi anticipati i tagli della nuova Pa (Messaggero) mentre sale a 16 mld il "tesoretto" Ue (Repubblica e altri).Su tutti l'abbandono a sorpresa della presidenza di Alitalia di Cassano: in sei mesi rosso di 130 milioni (Repubblica). Su tutti anche la crisi dell'immigrazione, con i profughi che rimettono in crisi i Balcani (Corriere). Attesa per la visita del Papa in Usa, ma da Obama gaffe e inviti disinvolti (Corriere).

POLITICA
Torna a crescere la fiducia in Renzi (dal 32% al 37%), Salvini arretra, raggiunto al secondo posto nel gradimento degli italiani dalla Meloni (28%), poi Di Maio (27%) e Grillo (26%); Berlusconi al 22%. Il Pd al 33%, M5S al 27%, mentre Fi (12,8%) si riavvicina alla lega (13,7%). Udc-Ncd al 3,7%, Sel e Fdi al3,5%. Sono gli scenari di Pagnoncelli sul Corriere (p.6) che danno premier (e Pd) in ripresa, spinti dal miglioramento dell'economia e dalla riforma del Senato.
Sul Giornale (p.4) l'osservatorio di Mannheimer è sull'immigrazione: per un italiano su due non si possono accogliere tutti; ma scende dal 43% al 26% la quota dei favorevoli al respingimento totale.
Diventa intanto un caso politico il Colosseo rimasto ieri mattina chiuso per assemblea sindacale con quattromila in coda a inveire: "Solo nel vostro paese i turisti vengono trattati  così". (Repubblica p.2). Il governo prepara un decreto legge per estendere alla cultura lo status di servizio pubblico essenziale e striglia i sindacati. Renzi: "Non gli lasceremo la cultura in ostaggio". Sulla decisione sponda preventiva con Mattarella (Messaggero p.3, Stampa p. 4). Franceschini al Messaggero (p.4): "Nessun attacco ai diritti, ma i siti restano aperti"."Questo decreto è una conquista di civiltà".  "Franceschini abbaia ma non morde", scrive Belpietro su Libero (in prima e a p.15).  Cacciari (su Repubblica p.3) invece lo boccia: "Misura illogica, basta alibi, qui l'arte non è una priorità". Il Sole (in prima e a p.12): "Il sindacato non è più in sintonia con la società". Quello che è successo ieri "è un danno per la reputazione dell'Italia e anche per la reputazione del sindacato".
Intanto sul fronte delle riforme, Renzi apre all'accordo con la minoranza dem (Stampa p.6 e tutti). "I numeri ci sono ma faremo di tutto per convincere quanti più senatori possibili". Obiettivo: portare a casa la riforma. Bersani: "Sì alla modifica ma dentro l'articolo 2" (Repubblicap.10). Per Repubblica (p.10), Corriere (p.8) e Messaggero (p.13) l'intesa si troverà su un emendamento con cui si assegnerà alle Regioni il potere di scegliere come eleggere i senatori. Forza Italia in stand by, in attesa di una linea che da Berlusconi non arriva (Messaggero p.12, Sole p.12) ma 11 parlamentari sarebbero pronti a votare il ddl.

ECONOMIA
"Nel 2016 crescita all'1,6%" (Sole p.5)", più deficit per spingere la ripresa. Avanti con il taglio delle tasse" (Corriere p.5). Su tutti i giornali l'aggiornamento del Def e i nuovi obiettivi del governo. Renzi: "l'Italia è ripartita, ora bisogna spingere tutti insieme". Il disavanzo potrà salire fino al 2,4%, aumento del pil allo 0,9%. Ma il vero negoziato sarà con Bruxelles, a cui il governo chiede di utilizzare un margine di flessibilità pari a 0,4 punti di Pil, a cui si aggiunge un altro 0,2 per far fronte alla situazione eccezionale delle migrazioni (il Fatto p.7 parla di bonus profughi di 3 mld). In tutto fanno circa 13 mld di maggior deficit (16 per il Messaggero p.7) , oltre alla richiesta di spostare al 2018 il pareggio di bilancio. Ma per la prima volta dal 2007 il debito comincerà a calare, anche se meno del previsto. Padoan: "Ridurremo le tasse per dare massimo sostegno alla domanda interna, per una crescita trainata dalla domanda delle famiglie e delle imprese" (Sole p.5). Moscovici: "Riforme solide e concrete, l'Italia non è più sorvegliata speciale. Ma il debito pubblico resta alto" e il giudizio sospeso fin quando non si vedrà la manovra. Il Corriere (p.5) sul punto prevede battaglia con Bruxelles. Ancora aperto anche il cantiere pensioni, con Poletti in pressing per trovare soluzione al problema esodati, opzione donna e flessibilità in uscita. Dubbi del Tesoro sulle coperture (Corriere p.5). Dubbi anche sulla crescita del pil: "Non sarà facile far salire il pil all'1,6% - dice al Messaggero (p.8)l'economista Giacomo Vaciago. "Per il 2016 necessarie misure choc". Per il Messaggero (p.8) una spinta alla crescita arriverà dai tagli della Pa, con la chiusura delle partecipate e degli enti inutili. Squinzi: "Per la crescita fondamentale rilanciare la domanda interna ma pesa l'austerity Ue" (Sole p.4). Da Confindustria e da Moody's nuovo assist all'esecutivo: "Con le riforme potremo raggiungere l'obiettivo che Confindustria ha sempre dichiarato, crescita del 2%". (Messaggero p.12).

EUROPA
Grecia, domani il voto anticipato voluto da Tsipras. Per Syriza testa a testa nei sondaggi con Nea Demokratia (Repubblica p.20). Per Avvenire (p.5) dopo il voto di domani Syriza potrebbe allearsi con i socialisti del Pasok. Fubini sul Corriere (p.15) intervista il leader di Nea Demokratia, Meimarakis: "L'incoscienza di Tsipras ha portato la Grecia al limite. I greci vogliono in governo che porti la Grecia in avanti e noi risponderemo, un altro governo Tsipras avrebbe conseguenze gravi anche per i nostri vicini". L'ex ministro Varoufakis ha annunciato che voterà per i dissidenti euroscettici di Unità Popolare e a Repubblica (p.21) spiega: "Il nostro slogan quando vincemmo le elezioni era 'Riprendiamoci la Grecia, cambiamo l'Europa' ma dopo la capitolazione di luglio è venuto il momento di portare il messaggio della Primavera di Atene che ha mostrato a tutti che le decisioni importanti vengono prese da organismi che non rendono conto  a nessuno, dittatoriali, che non rispettano la legalità. I tempi sono maturi per portare il trittico della rivoluzione francese a livello europeo: libertà, uguaglianza e fratellanza".
Nel frattempo resta tesa la situazione profughi in Ue: la Germania minaccia chi si oppone alle quote: "Le imponiamo a maggioranza". La replica di Orlowski, ambasciatore polacco in Italia, alla Stampa (p.8): "Polonia disposta ad accogliere, ma Bruxelles non può imporre le quote". Intanto tensioni al confine tra Ungheria e Croazia mentre la Slovenia non esclude "un corridoio" per l'Europa (Su tutti). In Italia aumenta la sorveglianza, sotto osservazione i confini di Gorizia e Trieste (Messaggero p.16).   

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