Commentario del 31.08.2016

IN PRIMA PAGINA
Ad una settimana esatta dal sisma, il tema ancora in primo piano. Ieri i funerali ad Amatrice alla presenza di Renzi e Mattarella. Atto d'accusa del vescovo: "A uccidere sono le opere dell'uomo" (Corriere e tutti). Ricostruzione, il conto all'Europa (Messaggero): piano di 15-20 e l'Italia chiede più flessibilità.  Intanto i pm indagano sugli abusi edilizi (Sole), nel mirino i fondi spariti della ricostruzione (Stampa). La scuola "Capranica" di Amatrice al centro dell'indagine. La preside al Mattino: "Lavori solo nel 2012, c'era anche un sismografo". Intanto il Giornale attacca: "Tutti a caccia di colpevoli, indagano anche i morti". Politica, nel Pd si apre la partita su referendum e legge elettorale (Sole). Smuraglia (Anpi) al Fatto: "La stampa voleva spaccare l'Anpi: siamo unitisul No".  Economia, Boccia (Confindustria) a Repubblica: "Basta soldi a pioggia alle imprese, adesso servono 3 mld". Su tutti i quotidiani spazio alla stangata Ue su Apple: "Deve restituire 13 mld".

ITALIA-ECONOMIA
Renzi sfida la Ue: 4-5 mld l'anno - per 15-20 anni - fuori dal deficit per il progetto Casa Italia e le opere contro il rischio idro-geologico (Repubblica p.9). Oggi il premier incontra, a Maranello, la Merkel per cercare il sostegno di Berlino su nuova flessibilità da Bruxelles. Per il Messaggero (in prima e p.6) l'Italia presenta un conto da 3-4 mld di flessibilità in più. Il rapporto deficit-Pil potrebbe salire fino al 2,7% e la Cancelliera sarebbe su una linea "aperturista". Per QN (p.9) è l'accerchiamento della Cancelliera in patria il fattore che potrebbe aiutare l'Italia. Ma per Franco (Corriere p.23) la possibilità che Renzi riesca ad ottenere stanziamenti pluriennali è bassa. "Il piano per la sicurezza del territorio sarebbe un'operazione strutturale, capace di garantire la sicurezza e di stimolare investimenti, occupazione e crescita. Siamo di fronte a circostanze eccezionali, l'Ue dimostri vicinanza" dice il sottosegretario Gozi al Corriere (p.8). Intanto, in arrivo sconti fiscali per chi aumenta la sicurezza delle case (Corriere p.10). Temi di flessibilità e investimenti che entrano nella discussione della prossima Stabilità. Boccia (Confindustria) a Repubblica (in prima e p.22) chiede "3 mld per le imprese. Basta distribuire soldi a pioggia – dice -. servono interventi selettivi per la crescita. E' in gioco il futuro dell'industria, ma non sono le solite richieste. Per rendere competitive le imprese bisogna intervenire sui fattori orizzontali e non trasversali e di settore". E sulla questione del rilancio del rilancio della domanda interna, spiega: "Ci si arriva attraverso la politica dell'offerta. Il nostro cavallo di battaglia è la detassazione dei premi di produzione per rilanciare produttività e retribuzioni". E sulla discussione sulle priorità, tra crescita e misure di equità sociali: "Dobbiamo risolvere l'emergenza della disuguaglianza, ma mi domando: la crescita è una priorità di governo e Confindustria o di tutti? Come la risolviamo, dividendo la tortina o allargandola? Noi ci siamo schierati per il Si al referendum. Se vuoi fare politiche dell'offerta servono condizioni politiche di stabilità, altrimenti è probabile che punti a stimolare la domanda".
Intanto Istat verso la revisione delle stime, il Pil trimestrale è cresciuto di più (Corriere p.35 e altri). Dal fatturato dei servizi la speranza per un Pil positivo (Repubblica p.22). Confcommercio vede un ritocco da zero a +0,1/0,2 (Messaggero p.16). I dati definitivi attesi per venerdì.

ITALIA-POLITICA
Referendum e legge elettorale, si riapre la partita nel Pd (Sole in prima e p.17). Primo scontro alla Festa dell'Unità: a Catania applausi dal popolo del No a D'Alema. Confronto serrato col ministro Gentiloni, che dice "la maggior parte del Pd è per il Sì" (Corriere p.23). E da Firenze, Bersani attacca: "L'Italia non mangia pane e referendum, se continuiamo a parlare solo di questo lo scollamento della gente aumenta" (repubblica p.16 e altri).  Per Patta (Sole in prima e p.17) le parole di Bersani danno l'impressione di voler derubricare il Si o il No alla riforma costituzionale a una questione non prioritaria per un Paese in cui l'economica continua a stagnare. Intanto pronta la convention per il No di Quagliariello: a Matera l'8 e il 9 settembre ci saranno personaggi di diversi schieramenti, dalla sinistra Pd a Fi, da sindaci a esponenti del mondo cattolico  (Corriere p.23). Proseguono le polemiche sulla riforma tra Pd e Anpi. Il presidente del partigiani, Smuraglia, al Fatto (in prima e p.6):" E' la stampa che ci voleva dividere, noi siamo uniti sul No. L'elenco dei difetti del ddl Boschi è lunghissimo, a partire dal metodo. Inoltre la riforma del Senato è un pasticcio pericoloso". Renzi rafforza, nel post sisma del Centro Italia, la stagione del dialogo, non solo con le forze politiche, ma anche con le parti sociali (Sole in prima e p.17). "Ma ci sono degli ostacoli" commenta Franco sul Corriere (p.23), citando la posizione avversa sul referendum della sinistra Pd e dell'Anpi, ma anche l'opposizione di M5S e destre. Grillo e Salvini rompono la tregua politica nazionale: il leader cinquestelle definisce "pannicelli caldi" le prime misure stanziate dal governo per il sisma, mentre Salvini dice "No" ad Errani come commissario e propone Tronca (Corriere p.8 e altri). E anche Berlusconi sarebbe deluso per le frasi negative del governo sulla gestione del post terremoto del 2009. Per  Libero (p.11) il compromesso sismico non decolla. E Brunetta, al Mattino (p.11), attacca: "Più che a consolidare il rapporto con le opposizioni, Renzi ha pensato a sistemare le cose con la minoranza interna. Se lo spirito è bipartisan, doveva convocare la capigruppo e decidere insieme la gestione del dopo terremoto".

EUROPA
Oggi vertice a Maranello tra Renzi e Merkel: oltre che di sisma e conti italiani, si parlerà di Difesa comune, rafforzamento delle frontiere europee, rilancio delle Guardia Costiera Ue, Migration compact e sostegno ai piani di investimento in Africa (QN  in prima e p.8 e tutti). Intanto in Ue tengono banco le polemiche sul Ttip. Mentre si moltiplicano le affermazioni sulla presunta "morte" dei negoziati, il ministro Calenda ad Avvenire (p.11) resta fiducioso: "Si farà e sarà cruciale per governare la globalizzazione". Intanto si allungano i tempi, "sarà difficile chiudere quest'anno" conferma Calenda, che sottolinea anche come "l'offerta americana sia carente per l'apertura delle gare d'appalto e il riconoscimento delle indicazioni geografiche. Ma – commenta – continuo a pensare che si chiuderà". Anche da Bruxelles continuano a sostenere che i negoziati andranno avanti, nonostante le chiusure nette di Germania e Francia (Sole in prima e p.21). Carretta (Foglio in prima e p.4) analizza lo stop di Berlino e Parigi parlando di un "eurosocialismo" che si oppone al trattato, con la sola eccezione di Renzi. Mentre Sole (in prima e p.21) analizza i "troppi calcoli elettorali" sul trattato di libero scambio: dopo il boom delle posizioni populiste, difficilmente chi vorrà farsi eleggere si schiererà a favore del Ttip. Polemico sulle chiusure Giugliano su Repubblica (in prima e p.26): già a corto di idee su come rilanciare la crescita, alcuni ministri europei sembrano ora pronti a bloccare i negoziati con gli Usa, una delle poche iniziative sensate di sviluppo che l'Ue sia riuscita ad avviare in tempi recenti.

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Commentario del 30.08.2016

IN PRIMA PAGINA
Terremoto, lite anche sui funerali (Giornale, Libero, Tempo): serve l'intervento di Renzi per farli ad Amatrice. Renzi che sul sisma sfida la Ue: "Prenderemo tutto ciò che serve" (Messaggero). Ma l'orientamento di Bruxelles è concedere flessibilità solo per le spese immediate per l'emergenza (QN). Il Corriere: l'Europa sospetta dell'Italia. Sui giornali si moltiplicano intanto le piste di indagine: sul Corriere i certificati falsi su caserme e chiese. Su Repubblica lo scandalo dei soldi deviati. Sul Messaggero il caso dei falsi collaudi. Sulla Stampa è caccia alla truffa degli appalti. Sul Sole focus su Casa Italia, piano da 2 miliardi l'anno su scala ventennale per mettere in sicurezza il Paese. Ma i soldi non ci sono (Fatto). Avvenire: ricostruire senza ombre. Fa discutere anche la nomina di Errani: serve come commissario per il Pd, non per il sisma (Italia Oggi). Intanto dall'Istat allarme per Renzi: crolla la fiducia di imprese e famiglie. E Berlusconi avvisa: uniti solo per la ricostruzione (Giornale). Da Zuckerberg, ieri a Roma, lezione per i ragazzi – "osate" – e imprenditori: "Nessuno fa un'impresa da solo" (Sole). Da Calenda speranze per il Ttip: tempi più incerti ma la firma ci sarà (Sole).

ITALIA-ECONOMIA
Fuori dal patto di stabilità solo le spese per l'emergenza a breve termine: questa la linea di Bruxelles sul sisma (QN p.3 e tutti). Nessuna apertura su piani più a lungo termine. "Quello che serve per il piano Casa Italia lo prendiamo. Punto" la linea di Renzi. Ma sulla messa in sicurezza sismica del patrimonio edilizio nazionale Bruxelles tace: nessun Paese ha mai chiesto flessibilità per misure antisismiche su scala nazionale. Nessun problema invece per la richiesta di finanziamenti al Fondo di solidarietà Ue per coprire i costi di ripristino delle infrastrutture, del soccorso e per la protezione del patrimonio culturale. Manca sul Corriere (in prima e a p.31): l'Europa guarda all'Italia con sospetto, il sospetto che anche una catastrofe possa essere utilizzata per altri scopi, tipo evitare una procedura di infrazione. Ma c'è in ballo la sicurezza dei cittadini, e tanto a Roma quanto a Bruxelles è chiesto un salto di qualità nelle azioni e nelle valutazioni. Domani a Maranello nuovo incontro Renzi-Merel: si parlerà di migranti, difesa e rilancio europeo (Stampa p.7).
Intanto dall'Istat nuova gelata sul sistema Paese: crescita zero per tutto il 2016, cala la fiducia di consumatori e imprese, l'Italia non riparte (Repubblica p.21, Sole p.7 e altri). All'arretramento della fiducia si accompagna la crescita zero per l'export e la produzione industriale e il calo dei nuovi prestiti alle imprese. Confindustria, Ref, Nomisma e Confesercenti prevedono tre trimestri di stagnazione e nuovi rialzi del debito pubblico. Non è bastato il boom del turismo nel terzo trimestre a garantire un'inversione di tendenza significativa, così si va a un pil su base annua non superiore allo 0,6-0,7%. La metà delle previsioni del governo e con un trascinamento sotto l'1% anche nel 2017. Per Nomisma pessimismo e nervosismo attuale cresceranno all'avvicinarsi dei sondaggi sul referendum. Sul Sole (p.8) il "cantiere" della manovra: per pensioni basse e anticipo pensionistico si profila un intervento da 2 mld.

ITALIA-POLITICA
Berlusconi: nessun patto-bis con Renzi (Sole p.21 e tutti), solo la disponibilità di FI a votare in Parlamento i provvedimenti a favore dei terremotati. Una mossa, per il Sole, tesa ad allontanare l'accusa di inciucio con Renzi e a tutelare Parisi e il suo tentativo di rifare partito ed alleanza. Ieri il lancio delle prescrizioni alla convention di Milano di metà settembre per "rigenerare il centrodestra". Parola chiave, burocratizzazione e regole più semplici per lavoro e imprese. Nessun riferimento alla campagna per il No al referendum, grande spazio al mondo della società civile, dell'industria e dell'economia. Diviso sul referendum anche il Pd. D'Alema alza il tiro su Renzi e prepara la squadra del no (Corriere p.17): "La crescita del Paese, annunciata come strabiliante, è zero.Mi pare che la politica economica del governo non è efficace". E sul referendum il suo è un no senza condizioni e ai bersaniani manda a dire: "Nessuno cambierà la legge elettorale prima del referendum". Per D'Alema "Renzi sta accumulando sconfitte su sconfitte. Io però non ho chiesto le sue dimissioni. Ma era necessario spaccare il Paese e drammatizzare i toni?". Giachetti contro D'Alema: "Vuole solo abbattere Renzi, il governo e il Pd. La riforma è perfettibile ma dopo 30 anni di discussioni a vuoto finalmente ne abbiamo una" dice a Repubblica (p.11). Tentati dal sì anche gli "arancioni" Pisapia e Zedda: "Ma prima aspetto la decisione della Consulta sull'Italicum" dice l'ex sindaco di Milano (Repubblica p.11).
Nella nota sul Corriere (p.14) Franco torna sulla svolta di Renzi, con una politica di apertura dentro il Pd e verso FI. Un cambio di strategia già in atto ma che l'emergenza del terremoto ha accelerato e che punta a proiettare Renzi nel futuro. Ma adesso Renzi ha bisogno di una tregua. Tregua che il M5S non ha nessuna intenzione di concedere: "Renzi gestisce l'emergenza con logiche da congresso" l'affondo di Di Majo sulla ventilata nomina di Errani a commissario del sisma (su tutti).

EUROPA
L'Ue gela Berlino sul Ttip: "I negoziati per il trattato commerciale continuano" (Stampa p.21 e tutti). Smentendo il vice cancelliere Sigmar Gabriel, la Commissione Ue conferma la prosecuzione dei negoziati, fermo restando la tutela degli standard di protezione su salute, sicurezza, diversità culturale. La Casa Bianca tace ma condivide la posizione della Commissione. Smentite alle dichiarazioni di Gabriel anche dal governo tedesco. Ma i dubbi sul Ttip sono forti e diffusi e legati al clima politico nazionale. "Ci vorrà più tempo ma per il nostro export è un accordo essenziale" dice il ministro Calenda al Corriere (p.35). "L'accordo tra Ue e Usa è un antidoto alla globalizzazione come l'abbiamo vissuta fino ad oggi, perché crea la più grande area di libero scambio nel mondo. E' il modo in cui l'Occidente può riprendere in mano il timone della globalizzazione". Per Calenda si va avanti, nonostante l'errore Usa di aver perso tempo. "Per l'Italia questo accordo è essenziale. Gli Usa sono il mercato a più alto potenziale di sviluppo per il nostro export". "L'Europa senza mercato è morta" l'analisi del Foglio (in prima) che ospita un'altra intervista a Calenda. "Politica interna tedesca e pulsioni anti-mercato incrinano l'identità europea". Su Avvenire (p.18) parla la vice presidente di Confindustria Ferrarini: "E' solo una battuta d'arrest, non un fallimento. E se l'accordo arriva più tardi non è un problema, l'importante è che sia vantaggioso per l'economia europea e per quella americana". Per la Ferrarini punti critici non mancano, come quello degli Igp e della proprietà intellettuale, "ma ci sono aspetti meno noti altrettanto importanti come l'accesso agli appalti pubblici negli Usa e la possibilità di muovere 180 mld di export in 10 anni per le aziende europee. In Italia avrebbero grandi vantaggi settori come la meccanica,l'alimentazione, l'alimentare e la moda". Il Sole (in prima e a p.23) parla di miopia europea, condizionata dal "Berlin Consensus": il de profundis sul Ttip intonato dal ministro socialdemocratico Gabriel appare utile per indebolire la Cdu di Angela Merkel che al Trattato ci ha sempre creduto.

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Commentario del 29.08.2016

IN PRIMA PAGINA
Terremoto sempre in primo piano, tra slanci e polemiche. "Via dalle tende in un mese" il piano del governo secondo Repubblica. Verso un incarico a Renzo Piano (Corriere). Nencini al Mattino: la ricostruzione con il modello Friuli. Intanto i pm indagano sulle ristrutturazioni dei palazzi che non dovevano cadere (Repubblica, Corriere, Stampa). Sul Messaggero gli incentivi e i sussidi già disponibili. Su tutti le iniziative per i terremotati, all'insegna dell'amatriciana. Sul Giornale Fiorello mette in guardia dalla beneficenza show. Dal terremoto impatto anche sui conti e sulla trattativa con la Ue (QN). Con 2 miliardi per "Casa Italia" a rischio il congelamento dell'Iva (Giornale). Sul Corriere il balzo del deficit che pesa sui conti. Da Berlino gelata sul Ttip: "Il negoziato ormai è fallito" (Messaggero). Per la Stampa una magra vittoria di principio. Dalla Libia le ultime sull'attacco all'Isis: battaglia finale per Sirte (Messaggero, Stampa). Sul fronte interno. Roma guarda alle Olimpiadi. Il governo: se Roma dice no toccherà a Milano (Messaggero). Milano guarda alla giustizia. Greco al Corriere: "Procura a rischio declino".  Sul Sole la mappa della giustizia civile: in Calabria il record delle liti. Sul Messaggero Zuckerberg alla Luiss incontra gli studenti.

ITALIA-POLITICA
Renzi gioca la carta dell'unità: "Casa Italia per pacificare il Paese", scrive il Messaggero (p.9). Si comincia con sindacati e forze sociali ma su guarda alla politica. La linea del dialogo col premier avrebbe ricompattato Fi, scrive il Messaggero (p.8). Al contrario, per Repubblica (p.21) lo scontro interno si preannuncia durissimo ora che Berlusconi, sull'onda emotiva del terremoto, ha optato per una "missione salva-Renzi". L'obiettivo è evitare la vittoria dei 5 Stelle. "Se vince Di Maio rischiamo tutti – la linea del Cavaliere – E' bravo, in tv funziona ma si vede che è cattivo". Ma FI è divisa. A dividere il Pd è invece il referendum. "Se vince il No e Renzi se ne va non si voterà comunque. Amen" dice Gotor a Libero (p.10). "Senza la modifica della legge elettorale non voteremo Sì alla riforma Boschi". Ma nel caso vinca il "No Renzi non si deve dimettere: "E' un errore identificare le sorti del governo con la riforma. Nei prossimi due mesi il problema centrale sarà quello economico. Con il sì al referendum non si dà lavoro alla gente. Gli italiani voteranno sul pil, sul calo degli occupati, sulla contrazione dei consumi". Zampa, storica portavoce di Prodi, voterà invece "sì": "E' l'unico atto coerente. Dobbiamo inviare ai cittadini un segnale chiaro: questo Paese può cambiare", Da Orfini, che ieri ha aperto la festa dell'Unità di Catania, affondo a D'Alema: "Sta con i girotondi" (Repubblica p.20). "Noi abbiamo fatto le riforme che loro non sono riusciti a fare". Bersaniani pronti a un documento per il no (Repubblica p.20). Dovrebbe uscire in concomitanza con la convention anti-renziana di D'Alema .
Sul Giornale (p.8) la ricetta Parisi per il lavoro: meritocrazia e più flessibilità. Sarà uno dei temi portanti della convention di settembre, con l'idea di ripensare il modello tradizionale delle relazioni sindacali a partire da una vera riduzione del cuneo fiscale e dal liberare risorse verso la produttività. Altra battaglia di Parisi, quella delle semplificazioni delle norme, per ridare impulso all'apparato industriale italiano. Ma la "diffidenza" verso di lui di una parte di FI resta intatta.

ITALIA-ECONOMIA
Tre miliardi all'anno per la prevenzione e via subito i terremotati dalle tende: per Repubblica (p.8) questa la road map del governo per gestire il post terremoto, ossia emergenza, ricostruzione e prevenzione. Ieri Renzi ha incontrato Renzo Piano per coinvolgere l'archistar e senatore a vita nell'operazione di ricostruzione e in prospettiva in "Casa Italia", il piano per la prevenzione. Un piano da 2-3 miliardi l'anno tra ecobonus ai privati e interventi diretti su edifici pubblici primari. Piano a Repubblica (p.9): "Serve agire con urgenza massima per mettere a norma antisismica gli edifici pubblici e incentivare i privati a fare altrettanto. Ma sarà un cantiere lungo, progettato su 50 anni e due generazioni". Nencini al Mattino (p.5): "Ricostruzione con il modello Friuli. Il nuovo codice degli appalti non ci rallenterà". Ora l'attenzione è sulla legge di bilancio. Per rispettare gli impegni presi dall'Italia con la Ue al governo mancherebbero tra i 13 e i 15 mld – scrive Fubini sul Corriere (p.15) – col deficit in rialzo invece che in discesa. Roma aveva impostato le sue previsioni su una ripresa che non c'è stata. E a questo quadro bisogna aggiungere il conto del terremoto: per il Giornale (in prima e a p. 5) per "Casa Italia" servono almeno due miliardi per almeno dieci anni e se da Bruxelles non arriverà l'allentamento sui vincoli potrebbe dover o rinviare il taglio dell'Ires o rinunciare al congelamento dell'Iva. Per la Stampa (p.8) al momento a Bruxelles non è arrivata alcuna richiesta di flessibilità ma se il governo dovesse chiedere alla ue più flessibilità in cambio di un piano di investimenti anti sismici potrebbe trovare porte aperte. A patto che sia organico e focalizzato sull'emergenza, e poggi su investimenti veri e strutturali e abbia una scadenza vicina e circoscritta: sgravi fiscali non sarebbero ammessi. Per quanto riguarda invece le spese della ricostruzione potranno essere scomputate dal calcolo del rapporto deficit/pil ma la Commissione non tollererà abusi. Altro canale aperto, quello degli aiuti Ue all'Italia: massimo 354 milioni per interventi su infrastrutture pubbliche.

EUROPA
Berlino "congela" il Ttip. "I negoziati con gli Usa sono falliti perché noi europei non ci vogliamo assoggettare alle richieste americane", ha detto ieri il vice cancelliere tedesco Sigmar Gabriel. Per la Stampa (p.15) l'accordo commerciale per ora è morto, ucciso dalla crisi economica, dall'ondata populista che investe Usa e Ue, dalla Brexit e dalle elezioni imminenti in molti Paesi al centro della trattativa. Sia Obama che la Merkel hanno sostenuto il Ttip, fidando in vantaggi economici per tutti ma il negoziato è durato troppo tempo, il clima politico è cambiato e sulla globalizzazione è sceso il gelo. "Il fallimento del Ttip? Una sconfitta per tutti" aveva previsto sin da luglio il ministro Calenda. Contrastanti gli studi sugli effetti del Ttip, con i contrari a paventare l'invasione di ogm e danni alle piccole imprese. Per le imprese europee che esportano ci sarebbero invece stati molti vantaggi, dal superamento degli standard richiesti da due diversi mercati alla possibilità di partecipare a gare d'appalto pubbliche negli Usa. Studi della Ue prevedevano un aumento del 28% dell'export verso gli Usa, di cui avrebbero beneficiato direttamente le grandi imprese italiane dell'export. Per il Corriere (p.29) sul fallimento del trattato che avrebbe rilanciato la partnership commerciale tra Europa e Usa ha pesato lo scetticismo tedesco, specie della componente socialdemocratica del governo Merkel. Ma il flop non è solo un'occasione persa – scrive Taino - ma anche il segno della crisi dell'Occidente, della sua incapacità a portare avanti progetti in un mondo preso dal disordine.   

IL CASO
Taglio strutturale al costo del lavoro per sostituire il bonus assunzioni: su Repubblica (p.18) le mosse allo studio del governo, in vista della scadenza degli incentivi per le nuove assunzioni. Si punta a un taglio strutturale del costo del lavoro con uno sconto dei contributi previdenziali, per due terzi a favore delle aziende e un terzo sui dipendenti. Costo della misura meno di 2 mld se limitata ai neoassunti. Sarebbe un modo per invertire il trend che vede l'Italia tra i Paesi a più alto costo del lavoro e sostituire la "droga" del bonus con un segnale concreto alle imprese: assumete perché il lavoro stabile costerà sempre meno. A corredo i dati Uil degli effetti su imprese e lavoratori della riduzione del costo del lavoro.
Su Italia Oggi (in apertura) la corsa ai benefit aziendali: oltre 13 mila gli accordi aziendali o territoriali per la detassazione dei premi di risultato. Non un grande risultato, per Italia Oggi, ma bisogna tenr conto che almeno la metà delle imprese è impegnata da tempo in un'opera durissima di tagli odei costi aziendali e la distribuzione dei premi non è una priorità.

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Commentario del 28.08.2016

IN PRIMA PAGINA
Terremoto sempre in primo piano, tra dolore e accuse. "Non vi lasceremo soli" il messaggio di Mattarella, Grasso e Renzi alla gente (Corriere, Repubblica, Sole e tutti). Ma è già scontro sul crollo di scuola e ospedale e sui restauri bluff (Mattino).  Grasso al Corriere: "Assurdo che crollino gli edifici dello Stato". Giannini al Mattino: "Noi parte civile su Amatrice". Roberti a Repubblica: "Lo scandalo Irpinia non si ripeterà". Curcio a l'Unità: "Il Paese dei rischi ha bisogno di prevenzione". Per la ricostruzione Errani commissario (Avvenire). Libero: ridateci Bertolaso. Prodi sul Messaggero: al Paese serve un progetto trentennale. Effetto sisma anche sulla politica. Tra Renzi e Berlusconi "patto dell'Amatriciana" (Giornale). Boccia: reagire all'emergenza dell'economia con la compattezza di tutto il sistema Paese (Sole). De Vincenti al Messaggero: "Fuori dal Patto Ue anche i fondi per la prevenzione". Altri temi, le pensioni e la scuola. Boeri al Sole: aumentare le pensioni minime. Su Repubblica l'inizio di scuola a rischio: migliaia le cattedre vuote. A Roma giallo sulle Olimpiadi 2024: la Raggi pronta al no definitivo (Avvenire, QN). Ma c'è un piano per superare il no (Corriere). Su Libero le voci e le smentite sulla salute di Berlusconi: non si vede da tre settimane.

ITALIA-ECONOMIA
Terremoto, mancano i decreti attuativi, la ricostruzione partirà senza riforma degli appalti: Repubblica (p.11) lancia l'allarme sulle procedure. Senza decreti d'attuazione il codice degli appalti è ancora inapplicato e questo paralizza le decisioni. "Ma in questa prima fase si agirà in emergenza – dice il ministro Delrio a Repubblica p.11 – successivamente si passerà al regime ordinario. Per allora contiamo di avere in piena efficacia il nuovo codice con tutta la sua portata, anticorruzione e semplificatoria". Si discute anche sul tipo di interventi da realizzare. "L'Italia può fare una cosa semplice e ordinaria: prevenzione" dice a l'Unità (p.6) il capo della Protezione Civile Curcio. "Al Paese serve un progetto trentennale, con incentivi validi per tutto il territorio, bilanci annuali e obiettivi coerenti, superamento della divisione di competenze, procedure semplificate", scrive Prodi sul Messaggero (in prima e a p.18). Bastasin sul Sole (in prima e a p.3) parla invece di un piano deennale per l'Italia da concordare con la Ue. Dalle procedure alle risorse. "Ciò che servirà noi ce lo metteremo" dice al Messaggero (p.7) il sottosegretario De Vincenti. Ma "ricostruzione e prevenzione vanno inquadrate in un nuovo spirito europeo, attento ai bisogni dei cittadini. Questo è il passaggio politico e di politica economica che l'Europa è chiamata a compiere". Più esplicita la sottosegretaria De Micheli: "Negozieremo un programma con la Ue da 350, 400 milioni – dice ad Avvenire (p.11) – Una volta definiti i danni decideremo sui finanziamenti". Per la Stampa (p.11) il governo si prepara a chiedere specifica flessibilità per esentare gli investimenti in tema di recupero e ristrutturazione antisismica dal computo del deficit del Patto di Stabilità. "E questa volta ci diranno sì" dice alla Stampa (p.11) Zanetti. "La nostra sarebbe una richiesta seria e fondata". Intanto dall'Inps Boeri riapre il dossier Fornero: "Aumentare le pensioni minime" (Sole in prima e a p. 6). E sull'anticipo pensionistico: "E' bene che le categorie a cui concedere il bonus siano circoscritte e scelte con cura".  A inizio settembre la partita decisiva su misure e risorse (Sole p.6).

ITALIA-POLITICA
Terremoto e politica, da Berlusconi mano tesa a Renzi (Messaggero p.7, Sole p.10 e tutti): "Questo è il momento dell'unità e dello sforzo comune per assicurare la massima efficacia degli interventi. FI è pronta a sottoscrivere in Parlamento ogni provvedimento legislativo utile a favorire soccorsi e ricostruzione". Il Cavaliere rompe così un silenzio che aveva innescato rumors sulle sue condizioni di salute, spiazza Salvini e conferma la linea del Giornale apparsa all'indomani del sisma: "Forza italiani, forza Renzi". Pombeni, sul Sole (p.10) parla di prove di tregua politica di fronte all'emergenza. Ironico Padellaro sul Fatto (p.10): dalle macerie sta nascendo un italiano nuovo, vagamente "nazareno". Sul Sole (p.5) l'input di Boccia (Confindustria): "Reagire all'emergenza economica con una compattezza da sistema Paese", come quella dimostrata in questa fase post terremoto. Senza la percezione della gravità della questione economica "rischiamo di essere un Paese che vive di confronto e muore di conflitto". Intanto continua il confronto sulla riforma costituzionale. Marchionne ribadisce il suo "sì": "Marchionne è per il sì personalmente. E a noi come azienda interessa la stabilità del sistema" (Sole p.10). Ma cresce anche il fronte del "no": per l'iniziativa di D'Alema boom di adesioni e l'hotel Nazionale a Roma non basta più (Repubblica p.18). Obiettivo di D'Alema conquistare alla causa del "no" i non allineati del Pd, ovvero bersaniani e sinistra dem. Ma lo staff di Renzi non ha gradito l'affondo di Bersani sull'Italicum: "sta facendo ammuina". "Bersani cerca scuse per votare No". Sul Corriere (p.19) intervista a Smuraglia (Anpi): "Vedrò Renzi per un confronto ma il moderatore non sia del Pd".

EUROPA
Brevetti, domande in crescita del 9%. Ma in Europa l'Italia resta indietro: sul Corriere (p.37) il rapporto della Fondazione Cotec sulle richieste di diritti di sfruttamento economico delle invenzioni nei 38 paesi aderenti. Nel 2014 dall'Italia sono arrivate 3.649 richieste, pari a 5,9 ogni 100 mila abitanti, contro una media di 25 domande di brevetto di Germania, Finlandia e Paesi Bassi. Nel 2015 le richieste sono salite a quota 3.979, cifra comunque molto bassa se paragonata alle domande di Germania (24.820) e Francia (10.781). Settori in ascesa quello informatico e farmaceutico. In Italia le regioni che tirano di più sono quelle del Nord, Lombardia in primis. Anche in fatto di collaborazione con ricercatori stranieri in brevetti internazionali l'Italia non brilla, ultimo Paese nella classifica europea. 

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Commentario del 27.08.2016

IN PRIMA PAGINA
Salvati in 238 dalle macerie, ma i morti salgono a 281 (Sole). Senza casa 2500 sfollati (Corriere). Avvenire: ricostruire oltre il dolore. Il terremoto del centro Italia ancora in primo piano su tutti i giornali. Sull'Unità gli impegni del governo per ricostruire. Cantone a QN: "Mai più risate della cricca, il  modello è Expo". Il Sole: sicurezza e crescita, fare le cose con serietà. Ma i container no (Giornale). Libero: pensano ai morti, trascurano i vivi. Il Messaggero: indagati anche i terremotati. Su Repubblica l'accusa del procuratore: "Palazzi con più sabbia che cemento". Sul Fatto il focus sulla scuola crollata: quei lavori sballati puzzano di mafia. Sulla Stampa la mappa del rischio di scuole e ospedali. Ma mettere in sicurezza le nostre case costa 300 miliardi. Spazio anche all'economia – rialzo dei tassi Usa più vicino (Sole) – e alla politica.  Smuraglia sfida Renzi: "Subito il dibattito fra il No-Anpi e il Sì-Pd" (Fatto, Sole). Dall'Europa: in Francia il Consiglio di Stato annulla il divieto di indossare burkini (Sole). In Spagna il pil cresce come se l'incertezza politica non esistesse (Foglio).

ITALIA-ECONOMIA
"Paesi ricostruiti come erano" (Sole p.2 e tutti): questa la linea del governo sulla gestione del terremoto del centro Italia, concordata ieri a Palazzo Chigi tra Renzi e le regioni colpite dal sisma, Lazio e Marche. Stanziati i primi 50 milioni per l'emergenza, si guarda a Bruxelles e alla partita già in atto per ottenere nuova flessibilità per i conti italiani. Decisivo l'aspetto della trasparenza nella ricostruzione. Cantone a Repubblica (p.3): "Non sarà una grande abbuffata. Modello Expo per ricostruire senza mafia né ladri". Dall'emergenza post sisma al piano "Casa Italia" per lanciare una nuova cultura dell'abitare, all'insegna della sicurezza e dell'efficienza energetica. La sottosegretaria De Micheli a l'Unità (p.7): "Per mettere in sicurezza le città intervenga anche l'Europa". Per il Sole (p.2) la Ue è pronta ad attivare il Fondo di solidarietà a sostegno della ricostruzione ma solo per coprire i danni non assicurabili (primi soccorsi, infrastrutture, beni culturali): l'importo massimo di cui l'Italia potrebbe beneficiare non può superare i 354 milioni. Ma prima il governo deve quantificare i danni del terremoto: per presentare la richiesta di intervento a Bruxelles c'è tempo fino a dicembre, 12 settimane dal sisma. Altro aspetto da affrontare, quello del fisco: non ci sono norme che stabiliscono in automatico il rinvio delle scadenze tributarie e contributive. Dovrà essere il Mef ad adottare un decreto per il differimento dei tributi per i terremotati, ma l'esperienza del passato è piena di pasticci (Sole p.2). Sul Sole (p.4) focus sul piano "Casa Italia" lanciato da Renzi per mettere il sicurezza l'Italia e rilanciare la crescita. Un piano che piace ai sindacati e a Confedilizia. Intanto i mercati guardano alle mosse della Fed: la Yellen lascia intendere un possibile rialzo dei tassi, il Sole (in prima e a p.8) la bacchetta: ancora solo parole generiche.

ITALIA-POLITICA
Referendum, disgelo Renzi-Anpi (Sole p.13 e altri): i partigiani pronti al confronto (Repubblica p.24). Il derby tra il premier e il presidente Smuraglia si terrà alla festa dell'Unità di Bologna il 10 settembre. Ma anche Reggio Emilia è pronta ad ospitare il dibattito, fermo restando l'ipotesi di tenere il confronto alla festa nazionale in programma a Catania. Guerini: "Le feste dell'Unità sono e restano dedicate al sì". Bersani preme invece sulle modifiche dell'Italicum: "Non vedo ancora segnali di intenzione vera di modificare la legge elettorale. Dal premier solo ammuina: ha due mesi e mezzo per rimediare al combinato disposto tra legge elettorale e riforma elettorale. Vedrò cosa si fa e poi dirò cosa voto" (Repubblica p.25). In fibrillazione anche il centrodestra. Bossi attacca Salvini: "La Lega lepenista perde i voti al Nord e non li prende al Sud. Dobbiamo fare un piano di alleanze, altro che ruspe. Salvini è giovane, vediamo se ha le palle" (Libero p.11). "Bossi mi critica? Guardo avanti – dice Salvini al Corriere p.27 – Nel centrodestra Berlusconi è il mio interlocutore. Ma continuo a sperare che l'anno prossimo si voti: se Renzi perde, gli italiani devono tornare al voto. Ma se così non fosse, noi un'educata calata su Roma la faremo". Parisi intanto riunisce i fedelissimi in vista della convention di Milano: per il Giornale (p.14) ha in serbo una sorpresa. Berlusconi rinvia il rientro ad Arcore e resta in vacanza: "Ghe pensa Parisi" (Libero p.11). Ma le resistenze contro di lui restano.

EUROPA
Londra gusta il mini-boom del dopo Brexit (Corriere p.25), Madrid cresce come se l'incertezza politica non esistesse (Foglio in prima e a p.3). La sterlina debole spinge le vendite al dettaglio e le esportazioni e il pil: evitata la catastrofe, dopo la Brexit arriva il mini-boom. Ma non sono queste statistiche a certificare il successo del "leave", scrive il Corriere, mentre il Financial Times parla di economia britannica come un'enigma. La Banca d'Inghilterra mantiene il piano di stimoli monetari per sostenere il credito alle imprese e alle famiglie: gli effetti ella Brexit si sentiranno nel 2017, quando il pil non crescerà del 2% previsto ma dello 0,8%. Previsioni di crescita del 2,8% per la Spagna, nonostante lo stallo politico che da dicembre tiene Madrid senza un governo, ricorda il Foglio. "Non è la spesa pubblica ma le riforme fatte, molte volte strutturali e comandate dalla cosiddetta austerity europea a trascinare ancora l'economia" dice l'economista Andrea Giuricin. Ma dal 2017 potrebbe essere più complesso continuare su questa strada, proprio per l'incertezza politica che regna nel Paese. 

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Commentario del 26.08.2016

IN PRIMA PAGINA
La terra trema ancora: almeno 250 le vittime (Sole). Su Messaggero e Corriere l'impresa dei soccorsi: 215 salvati dalle macerie. Il governo dichiara lo stato di emergenza: stanziati i primi 50 milioni, stop alle tasse per gli abitanti dell'area (Sole). Delrio al Corriere: "No a città nuove, rinascano dov'erano". Svolta di Renzi: concertazione per unire il Paese (Messaggero). Libero: Stato criminale: la pubblica amministrazione è la prima a ignorare le norme antisismiche. Il Sole: investire in prevenzione, la strada obbligata per ripartire. Amatrice il paese più colpito: "Vogliamo ricostruire qui" (Giornale). Su Stampa e Repubblica la ricetta di Petrini (Slow Food): "L'amatriciana nei menù per aiutare un popolo che soffre". Spazio anche all'economia. Dal governo primo sì alla riforma dei dirigenti pubblici e al taglio delle Camere di Commercio, da 105 a 60 (Sole e tutti). Ieri Borse deboli in attesa delle mosse della Fed (Sole). Dall'estero: Mosca apre alla tregua su Aleppo, la Turchia avanza ancora in Siria.

ITALIA-POLITICA
Subito 50 milioni e stop alle tasse per le zone colpite dal sisma (Sole p.2). E per il Paese Renzi lancia il Progetto Casa Italia, per mettere la prevenzione in cima alle priorità. Un cambio di passo anche politico, sottolinea il Messaggero (p.15) con la parola condivisione che prende il posto di rottamazione. "Serve una visione organica di sviluppo che a partire dal dramma del terremoto tenti di unire l'Italia e gli italiani". Il Giornale sposa la linea Renzi, il Fatto la boccia: "50 milioni per le prime necessità, il resto è fuffa". Polemica anche per la mossa di due deputati centristi, Librandi e Binetti, che chiedono di rinviare il referendum costituzionale per il sisma. Calderoli: "Vergognoso chiedere lo slittamento di sei mesi perché i no stravinceranno" (Giornale p.10). Ma dal mondo berlusconiano arrivano altri segnali. "Tutti facciano la loro parte: solo l'unione fa la forza" dice Ennio Doris (Mediolanum) al Giornale (p.9) sposando l'appello alla concordia nazionale lanciato ieri da Sallusti. Sechi, sul Foglio, rilancia: "Berlusconi ci pensi: cambiare linea su Renzi, riaprire la collaborazione col governo, abbandonare il muro contro muro in questo momento sarebbe un gesto politico serio e costruttivo, per lui e per l'Italia". Effetto terremoto anche sul Meeting: complici le defezioni dei ministri la politica passa in secondo piano (Corriere p.21). Repubblica (p.23) parla invece di addio alla destra: Cl cambia pelle e guarda al Pd.

ITALIA-ECONOMIA
Eventi eccezionali, anche il sisma nella partita Ue sulla flessibilità: per Pesole (Sole p.2) anche il terremoto entrerà nel pacchetto di richieste che il governo si appresa a presentare a Bruxelles per spuntare nuova flessibilità di bilancio. La clausola invocata potrebbe essere quella di delle circostanze eccezionali applicata a "eventi inconsueti" che abbiano ripercussioni sulla situazione finanziaria della pubblica amministrazione in periodi di grave recessione. L'Italia non è in recessione ma sconta il rallentamento dell'economia. Per Polito (Corriere in prima e a p.33) interventi fatti sotto l'egida europea richiedono progetti precisi al centesimo e a prova di corruzione. Fermo restando che i miliardi spesi entrerebbero pur sempre a far parte del debito pubblico.
Statali, arriva il dirigente "a termine". Tagliate le Camere di Commercio. Sul Corriere (p.44) e tutti il via libera del consiglio dei Ministri ai decreti della riforma Madia. Gli incarichi dei dirigenti pubblici dureranno 4 anni prorogabili di 2, poi si tornerà al ruolo precedente. Possibile perdere il posto o essere retrocessi a funzionari per i meno meritevoli. A giudicare sarà una commissione di 7 membri della quale faranno parte anche Cantone e il Ragioniere dello Stato. Ma c'è una norma-salvagente riservata ai direttori generali: "salvi 150 superdirigenti" (Messaggero p.20). Il tema è stato al centro dell'ultimo, aspro, braccio di ferro tra governo e dirigenti: alla fine è passata una linea di compromesso. Altra misura, il taglio delle Camere di Commercio, che passeranno da 150 a 60, accompagnata da tagli ai diritti annuali dalle imprese, consiglieri, gettoni e indennità. Non sono previsti licenziamenti ma lavoratori avviati in mobilità sul modello delle Province. "Centri di poteri locali dimezzati e normalizzati", scrive Repubblica (p.21). De Rita: "Le Camere di Commercio si sono suicidate, strumentalizzate per fini poco nobili".

EUROPA
In Gran Bretagna l'immigrazione dai Paesi della Ue resta a livelli record: sul Sole (p.10) i primi dati dopo Brexit, resi noti dall'Ons. La cifra resta oltre tre volte il livello massimo stabilito. La premier May dichiara che sarà sua priorità assoluta ridurre l'immigrazione nei negoziati con Bruxelles. Dai dati emerge un aumento di richieste di cittadinanza del 14%; gli italiani richiedenti lievitano al 26% in più rispetto al 2015 mentre le richieste d'asilo sono aumentate del 41%. "Un periodo di grande incertezza per i cittadini Ue che vivono in Gb – dichiara la direttrice del Migration Observatory di Oxford - con molti interrogativi rispetto al loro status e futuro". E di immigrazione discute la Merkel ieri a Praga, accolta dal no della Repubblica Ceca al sistema delle quote. Oggi la Merkel sarà a Varsavia  per un bilaterale con la Premier Szydlo ed un incontro con i leader del gruppo di Visegrad, incontro non più favorevole del precedente secondo il Sole (p.10). Il tema centrale degli incontri rimane comunque quello della crisi Ucraina. Merkel ribadisce "il desiderio di rapporti costruttivi con Mosca", ma l'Ue non può discutere l'alleggerimento delle sanzioni nei riguardi di Mosca senza miglioramenti significativi nell'attuazione degli accordi Minsk. Merkel ed Hollande faranno il punto della situazione con Putin a margine del prossimo G-20 del 4 e 5 settembre.

IL CASO
Lavoro, crollano le assunzioni stabili (Messaggero p.21 e altri). Su Sole (p.13), MF (p.4) e tutti i  dati Inps del primo semestre 2016: la variazione tra rapporti stabili attivati (845.392) e cessazioni (770.890) è stata positiva per 75.502 unità, ma la velocità di crescita si sta affievolendo. Pesano gli gli sgravi contributivi ridotti e limitati ad un solo biennio. In frenata anche i contratti subordinati mentre a salire sono i contratti a termine e quelli di apprendistato, sostenuti dagli incentivi del Jobs act. Confermato il boom dei voucher +40,1 rispetto al primo trimestre 2015.  "Rallentamento prevedibile - dice il responsabile economico del Pd Taddei - ma la crescita continua e si conferma il miglioramento qualitativo dell'occupazione, che è l'obiettivo principale del jobs act". Le assunzioni a tempo indeterminato con l'esonero contributivo ridotto rappresentano il 31,5% delle assunzioni/trasformazioni totali a tempo indeterminato. Per il settore privato si contano 2,5mln di nuovi indeterminati, il 33,4% in meno rispetto ai primi sei mesi 2015. Nel primo semestre 2016, assunti meno impiegati ed operai mentre in controtendenza apprendisti, quadri e dirigenti. In difficoltà la manifattura con -66mila contratti rispetto al 2015.

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Commentario del 25.08.2016

IN PRIMA PAGINA
Come una guerra (Repubblica): il terremoto strazia il cuore d'Italia (Messaggero). Almeno 159 i morti, secondo il Sole, molti bambini. Libero: sempre impreparati. Il Fatto: un altro terremoto, i soliti coccodrilli. Il Giornale: forza italiani, forza Renzi. Il premier promette: sarà vera riedificazione, no a new town. Il Sole: ora un Piano per curare il territorio. Per l'emergenza pronti 234 milioni. Ma le spese di ricostruzione non daranno una mano al Pil (MF). Spazio anche all'economia: da tagli e nuova voluntary una "dote" da 6-7 miliardi (Sole). Con la Ue si tratta sulla flessibilità. Intanto Piazza Affari accelera con le banche (Sole).

ITALIA-ECONOMIA
Danni per miliardi dal terremoto che ha colpito Lazio, Marche e Abruzzo. Dal fondo emergenze nazionali sbloccati 234 milioni ma per il Giornale (p.16) la catastrofe, tra gestione dell'emergenza e ricostruzione, ci costerà due miliardi e mezzo. Soldi, scrive MF (in prima e a p.3) che paradossalmente non incideranno sul deficit né daranno una mano al pil. Ma sulla flessibilità con la Ue la partita è aperta: prima mossa di Renzi, la riforma dei dirigenti della pubblica amministrazione (Repubblica p.18). Il decreto Madia per l'attuazione della riforma che tocca le prerogative dei dirigenti è nelle mani di Renzi. Oggi in consiglio dei Ministri la decisione se autorizzare la norma salva dirigenti o lasciare il compito al Parlamento. L'ex ministro Cassese: "La riforma Madia ha un disegno ambizioso. Se portato a compimento può essere l'avvio di una amministrazione pubblica moderna". Ma a soffocarel'Italia non solo una burocrazia inefficiente ma anche un debito pubblico giunto alla cifra monstre di 2.250 miliardi (Repubblica p.19). Ed è su questo che i conti di Roma saranno giudicati a Bruxelles: l'Italia non cresce, la politica del rigore non paga e in queste condizioni sarà difficile ottenere altra flessibilità dalla Ue. Ma è quando i tassi sono bassi che si può tagliare più facilmente il debito, l'analisi di Cottarelli. Di ristrutturazione del debito pubblico scrive anche Fubini sul Corriere (p.31): dall'establishment tedesco arriva la proposta di far slittare e drasticamente rivedere al ribasso i termini di rimborso. L'idea di fondo avanzata dal Consiglio tedesco degli esperti economici è quella di creare un meccanismo semiautomatico per far sopportare ai creditori parte delle perdite di una crisi del debito pubblico, sulla falsa riga del bail in. Intanto avanza il dossier sulla fase 3 della spending review e sul riordino delle tax exprenditures: si punta a una dote da 6-7 miliardi (Sole in apertura e a p.11).

ITALIA-POLITICA
Forza italiani, forza Renzi: Sallusti sul Giornale chiama all'unità nazionale, "così senza alcuna esitazione diciamo: forza Renzi. Tocca a lui fare il possibile e l'impossibile e noi saremo al suo fianco a sostenerlo, a differenza di quel che fece la sinistra con Berlusconi ai tempi del terremoto de L'Aquila. Renzi, ieri in visita ad Amatrice, promette: "Sarà vera riedificazione, no a new town" (Messaggero in prima e a p.10). Sulla stessa lunghezza d'onda la presidente Boldrini ieri a Pescara del Tronto: "Costruire nuovi insediamenti non può essere la soluzione" dice alla Stampa (p.14). Poi raccomanda: "La politica sia unita". Il Giornale (p.16): renzi scende in campo, la Boldrini fa passerella. Critici Libero e il Fatto. "Sempre impreparati", l'editoriale di Feltri su Libero (in prima e a p.3). "A ogni tragedia il governo promesse soluzioni e sicurezza, poi se ne scorsa. Perché gli importa della solidità di un unico palazzo: il suo". Il Fatto: un altro terremoto, i soliti coccodrilli. "Ora un Piano per curare il territorio" chiede il Sole (in prima e a p.5). Grassi: "Un Piano di prevenzione da 4 miliardi l'anno per 20 anni e 2 miliardi per l'idrogeologico e 2 miliardi perl'antisismico". Questo serve per il coordinatore della task foce per gli interventi antidissesto della Presidenza del Consiglio. "La rapida e trasparente gestione del post terremoto sarà il vero banco di prova per Renzi", scrive Italia Oggi (in prima e a p.4). Ma la pasticciata riforma degli appalti non lo aiuta.

EUROPA
"Migranti, l'Italia è sola, questa Ue si è giocata il futuro": su Repubblica (p.21) e tutti l'intervento di Prodi al Meeting di Cl. L'ex presidente della Commissione Europea parla di nione "dalla vista e dal fiato corto, priva di progettualità e di lungimiranza. Sull'immigrazione, poi, l'Europa ha abbandonato l'Italia e si è giocata gran parte del suo futuro. L'Europa dovrebbe esserci. Il problema è che non c'è non c'è, quindi non affronta il problema economia, non affronta il problema difesa. Il problema è che l'Europa è mezza cotta e mezza cruda: noi l'avevamo pensata nello slancio, della solidarietà, dell'allargamento dell'euro, che era il primo passo per passi successivi. Invece la paura ci ha portati indietro". Critico Libero (in prima e a p.15): Prodi dopo aver fatto la Ue ora la manda al diavolo. Merkel in difficoltà in Germania: tra dieci giorni si vota in Pomerania e i populisti dell'AfD potrebbero detronizzare la Cdu (Italia Oggi p.16). Per il 34% degli elettori il problema numero uno tedesco è l'accoglienza ai profughi ma su questo la Merkel è giudicata severamente per le sue politiche di apertura.

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Commentario del 24.08.2016

IN PRIMA PAGINA
Nella notte in cui un violento terremoto, di magnitudo 6.0, scuote il Centro Italia - con danni enormi e non ancora quantificabili a cose e persone nella zona al confine tra Lazio, Umbria e Marche (nel comune di Amatrice nello specifico) - i giornali aprono con i temi temi legati al vertice di Ventotene. Regia europea per i rimpatri degli immigrati (Stampa), Ue pronta ad incrementare i fondi su crescita e migranti (Messaggero). Corriere parla di un piano migranti che prevede una forza europea per il rimpatrio. Credendino (Eunavfor med) al Sole: "Così addestreremo i libici a combattere gli scafisti". Repubblica sul patto con la Merkel di Renzi e Hollande: 10 mld di flessibilità. E Delrio al QN: "Ora 5 anni di flessibilità". Tema legato alla manovra. Il ministro Poletti al Corriere: "Un voucher ai disoccupati. Servirà a trovare lavoro. La manovra parta dai più deboli". Stampa sulle pensioni, bonus anche sopra i 10 mila euro. Intanto ieri Borse europee in recupero, a Milano rally delle banche (Sole).

ITALIA-ECONOMIA
Manovra, proseguono le discussioni tra chi sostiene di dare priorità a crescita e investimenti, e chi punterebbe su misure sociali. Poletti al Corriere (in prima e p.5): "Contrapporre le misure è un errore. Le politiche sociali per l'equità sono necessarie per la crescita: gli interventi sociali e per le imprese devono camminare insieme. Essendo stretti gli spazi di manovra, credo si debba partire dai più deboli: pensioni minime e Ape". Barbagallo (Uil) alla Stampa (p.6): "Sappiamo benissimo che agli imprenditori degli aiuti possono servire, ma i fatti dicono che con questa politica non usciamo mai dalla crisi". Uno dei temi centrali resta la flessibilità Ue, patto tra Renzi Merkel e Hollande per strappare 10 mld (Repubblica in prima e p.2). Il ministro Delrio al QN (in prima e p.2): "Dobbiamo ragionare su una flessibilità Ue di 5 anni per gli investimenti, negoziare di anno in anno è complicato".  Rispetto alle resistenze tedesche, dice: "Sia chiaro che non chiediamo più risorse, ma di spendere le risorse che abbiamo. I nostri bilanci sono virtuosi, se spendiamo per opere importanti non è un debito, ma un investimento che sviluppa l'economia". Gozi ad Avvenire (p.7): "La nostra richiesta di è di applicare regole esistenti per favorire riforme e crescita. Non è un'eccezione ne uno sconto. È una regola". E sulla polemica tra investimenti e misure sociali, dice: "Punteremo su tutto quello che va a rafforzare l'economia. Contrapporre investimenti e interventi sociali è sbagliato oltre che anacronistico". Zingales a Repubblica (p.2) parla di flessibilità: "L'allargamento del deficit è un fatto politicamente importante perché garantisce più soldi da spendere, ma non risolve i nodi di fondo della nostra economia. Anzi, è un aggravamento di questi problemi perché porterà a un aumento ulteriore del debito, il nodo insopportabile che ci soffoca ed è del tutto irrisolto". Intanto, per Repubblica (p.3) nuova Costituzione, Pa, contrattazione, giustizia, concorrenza, competitività: questi i pilastri per invocare ancora la clausola riforme e quella investimenti in Ue. "Siamo favorevoli alla contrattazione di secondo livello – dice Poletti al Corriere -. Nella manovra intendiamo rafforzare la tassazione agevolata del salario di produttività. Ora le parti sociali trovino l'accordo per la riforma del modello". L'editoriale del Sole (in prima e p.5): la produttività è la leva che manca all'economia da vent'anni, rilanciarla significa cambiare faccia all'Italia: se si comincia puntando risorse importanti per incentivare i bonus aziendali può essere un passo importante. Sole (in prima e p.5) parla di 3 opzioni sul tavolo per il taglio del costo del lavoro in modo stabile: un primo assaggio nel 2017, chiaro riferimento nella prossima manovra all'alleggerimento dei contributi previdenziali da far scattare nel 2018, oppure rinvio dell'operazione al prossimo anno facendo però scattare il confronto tra le parti sociali.

ITALIA-POLITICA
Referendum, oggi al Meeting di Rimini il confronto tra Boschi e l'ex presidente della Corte Costituzionale, Francesco Paolo Casavola, che a Repubblica (p.12) dice: "Voto No, ci sono cose della riforma che non mi piacciono. Sarebbe stato più giusto e coraggioso eliminare il Senato. Invece si è giunti a soluzioni abborracciate. C'è chi dice che se vince il No sarà il baratro. Ma sono argomenti apocalittici. Penso che Renzi debba andare avanti, ha sbagliato a personalizzare". Sul fronte opposto schierata Confindustria, ora arriva il "Vademecum per il Sì": 14 pagine per spiegare la linea degli industriali (Repubblica p.12). La minoranza Pd prosegue sulla sua linea. Gotor alla Stampa (p.9): "Avevamo auspicato che Renzi scindesse le sorti del governo da quelle del referendum. Ma una rondine non fa primavera. Da qui al referendum il Pd deve prendere un'iniziativa parlamentare per modificare l'Italicum, la relazione tra Italicum e riforma del Senato impedisce di votare Sì al referendum". Intanto i renziani cercano il dialogo con Bersani, per la Stampa (p.9) l'intento è costruire un clima di fiducia, anche sulla scorta della manovra economica, e calmare le acque. In questa ottica va letta la mano tesa all'Anpi. A Bologna i partigiani parteciperanno alla Festa dell'Unità, ma restano le polemiche. Il partigiano Aldo Cossi al QN (p.9): "Si è usato il logo dell'Associazione per la campagna del No, ma questo è incostituzionale. Ho contestato la scelta perché nell'Anpi ci sono molti ex partigiani e iscritti antifascisti che voteranno Sì. Per questi motivi non rifarò la tessera nel 2017, sarà la prima volta dal 1945". Intanto prosegue il derby della raccolta fondi tra i due comitati: quelli pro riforma hanno ottenuto 500 mila euro di rimborsi pubblici, i comitati del No più forti sulle donazioni dei privati (Corriere p.13).

EUROPA
Dopo il vertice di Ventotene, sicurezza e migranti i temi in evidenza. Regia europea per i rimpatri (Stampa prima e p. 2): si punta a non lasciare più ai singoli Stati la competenza. Ieri la firma dell'accordo. Alfano: "La relocation fin qui è stato il vero flop di tutta l'agenda sull'immigrazione". Elmar Brok, l'uomo della Cancelliera a Bruxelles: "Bisogna coinvolgere i Paesi dell'Est. Collaboriamo per rafforzare il metodo comunitario: la cancelliera – continua Brok – ha bisogno di sostegno sui migranti e l'Italia può darlo. I ricollocamenti? La Germania si attiene agli accordi anche gli altri devono fare altrettanto". Intanto una missione europea addestrerà la Marina e la Guardia Costiera libiche per contrastare gli scafisti ed evitare "ulteriori perdite di vite in mare" sottolinea l'ammiraglio Credendino che comanderà questa operazione (Corriere p. 3). Credendino al Sole (prima e p. 4): "Passo decisivo nella lotta anti-scafisti: coinvolti Eubam Libia, Frontex e Nazioni Unite. A fine settembre inizieremo ad accogliere personale libico su navi".  Venturini sul Corriere (p. 25) sostiene che il vertice di Ventotene è stato di indubbio successo per rilanciare l'immagine Ue, ma non può essere considerata più di una premessa alla quale va data sostanza proponendo iniziative concrete per i cittadini. Dello stesso avviso la Bonino, intervistata da Repubblica (p. 4): "Ue, solo slogan vuoti se non si apre il tavolo per riformare i trattati. Impensabile andare avanti senza una politica estera comune".  Per Stefanini (Stampa prima e p. 25) l'unione d'intenti di Ventotene può rappresentare uno stimolo indispensabile per ripartire, ma non di certo un metodo di governo. Sul Messaggero (p. 2) più risorse al piano Juncker: la Ue rilancia gli investimenti. La commissione pronta ad incrementare fino a 500mld la potenza di fuoco dell'iniziativa. Allungati i tempi di due anni. Previsto anche il finanziamento di progetti, di infrastrutture in Africa per frenare l'immigrazione.

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Commentario del 23.08.2016

IN PRIMA PAGINA
In apertura il vertice di Ventotene. Messaggio all'Europa, "l'Unione riparte da qui" (Stampa). Difesa, migranti, crescita le tre priorità rilanciate da Renzi, Merkel e Hollande (Sole). "L'Ue non finisce con Brexit" dice il premier italiano (Corriere). Polemici Fatto - "Grande spiegamento di forze ma nessun risultato concreto"- e Libero, che definisce i tre leader "i nostri becchini". Nel vertice anche la flessibilità per l'Italia, con Berlino che rigida. "C'è già" ha detto la Merkel (Repubblica), ma per MF la Cancelliera apre per favorire la crescita. E per Giornale, Merkel e Hollande danno la linea a Renzi anche sul referendum. Romani (Fi) alla Stampa: "Chi vota Si fuori da centrodestra". Migranti, mappa del Viminale per caserme e nuove strutture (Messaggero). Esteri, in Libia sfiducia a Serraj da Tobruk. Colpo all'unità del Paese (Corriere).

ITALIA-ECONOMIA
Manovra, prove di dialogo sulla flessibilità tra Italia e Germania (Sole in prima e p.2 e tutti). Roma in pressing ma la Merkel non fa sconti, resta prudente in attesa delle elezioni (Repubblica in prima e p.2). La Cancelliera, che apprezza le riformE italiane, sottolinea come "i margini di flessibilità ci sono già" e come siano temi di cui deve occuparsi la Commissione (Messaggero p.3 e tutti). Ma MF (in prima e p.2) legge nelle frasi della la Cancelliera - "vogliamo tutti che Italia e Francia crescano in modo che in futuro arrivino investimenti privati" - un'apertura. Opinioni vicine Renzi-Hollande (Corriere p.3). "La flessibilità non deve valere solo per l'Italia ma per tutti i Paesi che fanno le riforme per la crescita. Non si può continuare ad applicare in maniera stupida i vincoli" dice Pittella al Corriere (p.3). Per Messaggero (p.7) e Repubblica (p.3) l'Italia punta su nuove riforme e investimenti per invocare la possibilità di far crescere il deficit, che deve restare sotto quota 3%, e superare le resistenze dell'Ecofin. La partita vale 10 mld, ma si rischia di superare il 2,3% di deficit-Pil dello scorso anno. Tra le misure che il governo prepara per superare le resistenze ci sono: piano Delrio per gli investimenti e contrattazione di secondo livello per rilanciare la produttività. Crescita e investimenti di qualità, per il Sole (p.2) tra le priorità del premier, puntando su digitale e ricerca. Tra le proposte italiane anche l'ipotesi di un piano straordinario a favore di siti culturali europei, di cui beneficerebbe in larga parte l'Italia, che dovrebbero essere scorporati dal Patto di Stabilità. I primi consensi su questo tema – scrive Pesole sul Sole (p.2) – devono essere sottolineati come un segnale positivo verso "l'Europa della crescita".

ITALIA-POLITICA
Referendum, polemiche dopo le frasi di Renzi per il proseguimento della legislatura al 2018 "qualsiasi sia il risultato del voto". Dal fronte del No attaccano: "E' segno che la vittoria del Si non è scontata". Salvini duro: "Buffone", e per il M5S Renzi "ritratta perchè ha paura di perdere" (Corriere p.9 e tutti). Folli (Repubblica p.11): quel richiamo al 2018 è un gesto rispettoso verso Mattarella a cui la Costituzione assegna il compito di decidere quando la legislatura può essere interrotta. Inoltre Renzi ha voluto sottolineare che, in ogni caso, continuerà a svolgere il suo ruolo di partito di maggioranza. Per Geremicca (Stampa in prima e p.23) il governo deve dimostrare sul campo le opportunità di una propria permanenza in carica. Giornale (p.8) presenta tre scenari "da incubo", dopo le parole di Renzi, in caso di vittoria del No: un Renzi bis. Un inutile governo di scopo a Padoan. E infine un governo istituzionale, che toccherebbe a Pietro Grasso. Polemico Travaglio (Fatto in prima e p.20): se il cambiamento di idea dipendesse dai sondaggi significherebbe che alla base dell'impegno che aveva preso (lasciare in caso di sconfitta)  non c'era serietà, ma solo il bluff dei pokerista. Se fosse per le pressioni di Napolitano e Mattarella, sarebbe allarmante. Brunetta al Corriere (p.8): "Renzi è in stato confusionale. Probabilmente la Consulta gli boccerà l'Italicum, sarà il prodromo della sconfitta al referendum, il No sarà al 60%".  Il premier, intanto, deve fare i conti anche con il Pd spaccato. Minoranza all'attacco sulla riduzione delle tasse. "Assurdo che mi attacchino su questo" dice Renzi, che nel frattempo cerca di ricucire con l'Anpi. "Non ci basta l'invito a un confronto per cambiare posizione" dice Smuraglia (Anpi). Ma il partigiano Nicolini al Mattino (in prima e p.6): "Voto Sì da partigiano, a votare No con Salvini, Meloni e Casapound mi troverei molto male". 

EUROPA
Difesa, migranti, crescita: le tre priorità dell'Europa (Sole in prima tutti). Da Ventotene Renzi, Merkel e Hollande provano a rilanciare l'Ue dopo Brexit. Renzi.  Per Cerretelli (Sole prima e p. 3): segnale di svolta politico, ma ora serve disperatamente muovere i passi successivi lasciando la scena ai fatti a cominciare dal vertice Ue di Bratislava. Anche Romani (Corriere prima e p. 33)  lega l'incontro al vertice del 16 settembre, necessario per uscire dallo stallo attuale. Decisivo potrebbe risultare il tour europeo della Merkel, come ricorda Taino (Corriere p. 32) per arrivare al vertice di Bratislava con i Paesi dell'est disposti ad accettare un compromesso sul dossier della sicurezza, che Berlino considera "strategico" per raggiungere un accordo generale.  Sapelli sul Messaggero (prima e p. 22) evidenzia "l'indubbio valore della proposta di Ventotene", quello di riproporre in primo piano la politica e non l'economia mentre Di Feo (Repubblica prima e p. 28) esorta i leader a non alimentare la sfiducia dei cittadini verso le istituzioni dell'Ue affinchè l'Europa torni ad essere la risposta, non il problema. Azioni e decisioni concrete per ricostruire il consenso sono invocate anche nell'analisi di Zatterin (Stampa prima e p. 3). Per Pietro Reichlin (Unità prima e p. 2) il vertice sta lì a dimostrare l'intenzione dei paesi fondatori di andare avanti lungo la strada intrapresa e dare nuova linfa al progetto d'integrazione. Nell'intervista di Fubini a Jacques Attali (Corriere p. 4), il consigliere di Hollande sottolinea come "su sicurezza e protezione serve una maxi Frontex. Parigi è pronta ad investire: ci sono ottime ragioni per andare avanti con la costruzione europea". Gozi al Mattino (prima e p. 5): "Basta con l'Ue non solidale, multe a chi non vuole i migranti". Il sottosegretario rilancia: "Tempi certi per i ricollocamenti". Gli fa eco Manfred Weber sulla Stampa (p. 5): "Sui profughi non lasciar sola Roma: sbagliato chiudere le frontiere a Nord".

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Commentario del 22.08.2016

IN PRIMA PAGINA
In primo piano sulle prima pagine dei quotidiani le parole di Renzi: "Comunque vada il referendum, si andrà al voto nel 2018". "Non si dimette più" titola il Fatto. Il premier rassicura Mattarella e Draghi - "Nessuna instabilità"- e, in vista del summit con Merkel e Hollande, dice: "Dobbiamo rilanciare l'Ue dal basso". A Ventotene vertice a tre: l'Europa post Brexit è da rifondare (Repubblica). Economia, il viceministro Morando al Messaggero: "Subito giù le tasse nella manovra". Sole apre con le verifiche della Corte dei Conti nei bilanci delle Regioni: un "rosso"da 33 mld. Ampio spazio agli esteri: in evidenza la strage alle nozze in Turchia. 51 vittime, l'attentatore era un kamikaze di 12-14 anni (Corriere e tutti). Su Repubblica reportage sulla guerra turca "dove nemici e alleati si confondono".

ITALIA-ECONOMIA
Discussioni sulla manovra in evidenza. Dilemma per il Governo: aiutare le aziende o i pensionati. Trovare un equilibrio non sarà facile – scrive Marro (Corriere p.12) -, fin dall'inizio Renzi ha dovuto scegliere, ma sia il bonus di 80 euro sugli stipendi  taglio dell'Irap e degli sgravi sulle assunzioni hanno dato risultati controversi. Si va verso i 25 mld per la manovra, contesi tra bonus e investimenti (Repubblica p.13). Il viceministro Morando al Messaggero (in prima e p.6): "La decontribuzione per neo assunti nel 2015 ha avuto effetti importanti. Ora ci sono le condizioni per una misura strutturale che riduca pressione fiscale su lavoro e impresa. Ne abbiamo fatto la priorità della politica fiscale perchè siamo meno competitivi di altri Paesi". Giù l'Irpef o i contributi, ecco il bivio del governo (Messaggero p.7). Morando "a lume verrebbe da dire che la misura più efficace è la fiscalizzazione di parte dei contributi sociali sui contratti stabili, con vantaggi per lavoratori e imprese. Lo stesso risultato si otterrebbe intervenendo su aliquote Irpef". Boccia (Confindustria) dal Meeting di Cl chiede al governo "scelte selettive" per rafforzare le imprese puntando su "produttività e investimenti privati". "Con la crescita e non con l'austerity si risolvono i problemi del deficit e del debito" ha ribadito il numero uno di viale dell'Astronomia che, citando il ministro Calenda, sottolinea come non ci siano spazi per interventi "redistributivi", a cominciare dalle pensioni (su tutti). Licia Mattioli a Repubblica (p.12): "Siamo in sintonia con Calenda.: per ripartire bisogna stimolare gli investimenti e continuare a reinvestire nel piano Made in Italy". La replica di Furlan (Cgil) a Repubblica (p.12) a Calenda e Confindustria: "Investimenti, pensioni e contratti pubblici sono temi non in contrapposizione, ma complementari. Temo l'errore che si immaginino i provvedimenti sociali non come volano economico". Damiano (Commissione Lavoro) alla Stampa (p.2): "Dopo l'intervista di Calenda temevo si volessero concentrare risorse esclusivamente su investimenti e produttività, cosa che non va fatta a scapito dell'equità sociale. Mi aspetto risorse ai pensionati e pensionandi". Una partita importante si gioca sulla flessibilità Ue: per la Stampa (p.3) Renzi "cambia gioco" e ieri ha confermato di voler tenere i "conti in ordine" senza però cambiare la rotta, che prevede riduzione delle tasse, aumenti alle pensioni più basse e spinta sugli investimenti. Inoltre si punta sull'ipotesi di estendere ai beni culturali i fondi del piano Juncker. Di questo si parlerà oggi a Ventotene. Ma il nodo resta il debito, che Renzi ha definito "altino, ma stabile". Se si guardano i dati del Fmi, l'Italia ha controllato meglio della Germania i propri conti pubblici, ma il debito è esploso lo stesso. Sul Corriere (p.11) l'analisi di Fubini evidenzia come il saldo primario italiano sia 3 volte migliore di quello tedesco, ma se non si torna a crescere questo dato non basta.

ITALIA-POLITICA
"Qualsiasi sia il risultato del referendum, si voterà nel 2018": su tutti le parole di Renzi al Caffè della Versiliana. "Non è un voto su di me" dice, facendo mea culpa per aver reso la discussione "una sorta di dibattito internazionale su tutto". Poi rilancia: "Chi vota Si, vota per tagliare le poltrone, chi vota No si tiene il Paese che ha ora". Repubblica (p.10): l'obiettivo è spoliticizzare le urne per tappare le ali al M5S e creare scompiglio nella minoranza dem. Con queste parole – prosegue Repubblica - vuole preparare una "exit strategy" in caso di sconfitta. Ma per il Corriere (p.8) sbaglia chi legge le parole come un piano B: è convinto di vincere a novembre. Per la Stampa (p.3) Renzi punta sulla stabilità per rassicurare Colle e Bce, ma non ha detto chiaramente che non si dimetterà in caso di sconfitta. "Ha fatto bene a spersonalizzare" dice a Repubblica (p.11)Piero Fassina che, entrando nel merito del "perchè Si", dice: "La seconda parte della Costituzione va riformata completando un dibattito che dura da 30 anni". Maroni al Corriere (p.15): "Il vero discrimine per ricostruire il centrodestra, in questo momento, è il No al referendum. E non solo in chiave anti Renzi: le modifiche della Boschi mortificano il ruolo delle Regioni e umiliano ogni idea di federalismo". Boccia (Confindustria) dal Meeting di Cl ribadisce l'appoggio al Si "perchè siamo convinti – dice – che la stabilità e la governabilità siano la base per una politica economica di lungo termine". Mario Mauro (Popolari per l'Italia) a Libero (p.12) mette in guardia: "La riforma della Costituzione non è una legge che, se non funziona, si può correggere agevolmente. La mia critica non è solo sull'equilibrio dei poteri, ma sul funzionamento delle istituzioni". Ferrara, nell'editoriale del Foglio (p.1): chi vuole la pelle di Renzi conta sulla convergenza antigovernativa di tutte le destre e dei grillini, e che il Pd venga diviso dagli argomenti conservatori e antiriformisti della vecchi guarda. MA chi punta sul partito di Pulcinella non fa i conti con il taglio di 200 senatori su 300 e sul progresso di efficienza e di serietà del sistema.

EUROPA
In primo piano il trilaterale Renzi-Merkel-Hollande a Ventotene per provare a costruire e rilanciare una nuova Ue. "Cantiere Europa". Quattro i dossier sul tavolo: sicurezza, creazione di una "Schengen della Difesa", messa a punto del "Migration Compact" ed estensione dei progetti per le nuove generazioni. Renzi: "avanti, rilanciamo la Ue dal basso" (Repubblica prima e p. 2). Per Ciampi al Messaggero (p. 5)"Fondamenta Ue a rischio senza uno scatto. Rilancio necessario, magari attraverso le cooperazioni rafforzate". E aggiunge: "La lezione di Spinelli è più che mai attuale, le politiche economiche vanno coordinate". L'europeista Pascal Lamy, al Corriere (p. 10): "l'Unione riavrà il sostegno dei cittadini solo se la sicurezza funziona: quello europeo è un progetto di civiltà, dove Stato sociale e mercato trovano un equilibrio". Fiducia sulla riuscita del vertice, nelle parole di Camporini, ex capo di Stato Maggiore: "Tolto il freno inglese, ora l'esercito comune può diventare realtà" (Repubblica p. 4). Sul Corriere (p. 30) il pensiero di Bernard Spitz, presidente del Medef, che sottolinea la necessità di concentrarsi su quello che serve per tenere in vita l'Unione ritrovando fiducia tra Francia, Germania e Italia, ma scegliendo i candidati più capaci per realizzare una missione storica. Secondo Sommella (Corriere p. 30) si deve puntare su crescita e immigrazione e mantenere un'unione d'intenti: per battere la voglia di Euxit occorre passare dalla Confederazione ad una vera Federazione di Stati, abbandonando una terra di mezzo che in passato ha portato all'implosione dell'ex Jugoslavia e dell'Unione Sovietica. Gervasoni (Messaggero prima e p. 16) mette in risalto la necessità di dare spazio alla concretezza più che alle utopie. Per Ezio Mauro (Repubblica prima e p. 25), a Ventotene si riuniscono i leader di tre Stati in crisi, che possono trasformare emergenze in opportunità. Critico Giacalone sul Giornale (prima e p. 6): se Ue è composta da 27/28 non possono parlare in tre: il sistema intergovernativo non funzionerà mai.

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Commentario del 21.08.2016

IN PRIMA PAGINA
In primo piano il vertice, blindato, di Ventotene, tra nave e soldati (Corriere). Renzi, Merkel e Hollande sull'isola di Spinelli per ridare un senso a quel sogno (Repubblica). Sull'Unità ampi stralci del manifesto di Spinelli e Rossi. Un piano per aiutare Tripoli e rifondare la Ue sono le idee per Ventotene (Stampa). Sempre tra i fatti esteri, in apertura sulla Stampa, l'inchiesta sui passaporti comprati: ecco la fabbrica della cittadinanza. Malta e Paesi dell'Est al centro del sistema. Intanto proseguono i raid ad Aleppo, altri bambini uccisi dalle bombe (su tutti). Economia, la manovra 2017 si concentrerà su pensioni e tasse (Repubblica). Si riparte da investimenti e produttività  - scrive il Sole -: flessibilità Ue decisiva. Sul Fatto la "bomba derivati" da 37 mld nascosta sotto la manovra finanziaria. Intanto  in arrivo un taglio di 15 mila posti nei Cda delle partecipate con la riforma Madia (Sole). Pronta anche la riforma, in due tempi, sulle pensioni (Messaggero). In politica tengono banco le divisioni nel Pd. Delrio a Repubblica: "Sull'Italicum non si tratta".

ITALIA-ECONOMIA
Taglio alla pressione fiscale e interventi sulle pensioni minime: queste le linee guida per la manovra 2017. L'unica incertezza riguarda il tasso di crescita 2016, ma il Governo è convinto di poter confermare l'1% (Repubblica in prima e p.2). Per rilanciare la crescita si lavora su investimenti, produttività e Pa. In arrivo un taglio di 15 mila posti nei Cda delle partecipate (Sole in prima e p.3), in attuazione della riforma che Valotti (Utilitalia) al Sole, definisce "efficace. Ma ora – aggiunge – serve una spinta industriale". In arrivo anche la riforma, in due tempi, sulle pensioni: subito flessibilità in uscita e ricongiunzioni, in un secondo tempo spazio alle quattordicesime per le minime. "Taglieremo le tasse sul lavoro, in manovra previsti interventi sulla contribuzione" assicura al Mattino (in prima e p.3) Filippo Taddei. Ma a pesare sulla manovra è l'incognita flessibilità Ue (Sole in prima e p.2). Pesole sul Sole (p.2): gli spazi di manovra sono un'ulteriore tranche della clausola per gli investimenti e il ricorso a nuove "circostanze eccezionali". La trattativa dovrà essere accompagnata dall'impegno a ridurre il debito. Se ne parlerà Ventotene. Ma per Repubblica (p.2) Merkel frena: "Non è il luogo per parlare di concessioni all'Italia". Morando all'Unità (p.3): "Italia ha diritto alla flessibilità per le riforme strutturali avviate. Il Paese è più competitivo con nuove misure fiscali su salari e finanza d'impresa, e con la revisione della Costituzione". E Delrio a Repubblica (p.7): "La flessibilità per gli investimenti non è una concessione, ma uno spazio che già esiste. Il problema è il rapporto debito/Pil, ma l'Italia è credibile, ha sempre rispettato il tetto del 3% e intende continuare a farlo". Speranza (Pd) alla Stampa (p.8): "Flessibilità è utile ma dipenda da come si usa, bisogna puntare sugli investimenti". Sul Corriere (p.30), Marro riporta uno studio della Cgia di Mestre sugli investimenti che, dal 2007 al 2015, hanno subito una contrazione del 10%. Napoletano sul Sole (in prima e p.14): puntare su produttività e investimenti: sono le cose serie per il bene dell'Italia. Scalfari su Repubblica (in prima e p.25) sottolinea come bisognerebbe puntare sul taglio del cuneo fiscale per far crescere la produzione. A sollevare dubbi sulla manovra è il Fatto (in prima e p.2), che parla di una "bomba derivati" da 37 mld

ITALIA-POLITICA
Referendum e spaccature Pd ancora in primo piano. D'Alema raduna il fronte del No: il 5 settembre un'assemblea con la minoranza, che continua a chiedere la revisione dell'Italicum come "chiave" per il voto di novembre (Repubblica p.6). Speranza alla Stampa (p.8): "Riforma costituzionale e legge elettorale sono inscindibili perchè se c'è una sola Camera è fondamentale come la si sceglie: con l'Italicum sarebbe fatta di nominati. Se si votasse oggi – prosegue – sceglierei il No. In molti la pensano così, cambiare la legge elettorale sarebbe un primo segnale. Chiedo al Pd un'iniziativa". A fare da mediatore è Orfini che cerca di ricongiungere il fronte ostile al ballottaggio, sempre più largo, e le tesi del premier, che non vuole scoprire le carte prima della decisione della Consulta (Messaggero p.9). Delrio a Repubblica (in prima e p.7): "L'Italicum risponde agli obiettivi che ci eravamo prefissi, legarlo alla riforma costituzionale è un errore clamoroso. Quindi nessuna modifica prima del parere della Consulta". Scongiurando qualsiasi "scenario catastrofico" sul voto, Delrio conferma la presenza di "ovvie conseguenze sul governo" in caso di vittoria del No. Intanto il Pd cerca di ricucire con l'Anpi, dopo i fatti degli ultimi giorni. Delrio invita ad "abbandonare i toni di scontro", sottolineando come ci sia "spazio per tutti alle Feste dell'Unità, anche per chi sostiene il No".

EUROPA
Attesa per il vertice di Ventotene: l'isola di Spinelli aspetta i leader (Repubblica p. 4). Domani l'arrivo di Merkel e Hollande. In agenda: Brexit, migranti e futuro Ue. Vertice blindato: fucileri, sub e 007 per la sicurezza sia a terra che sulla Garibaldi, sede del vertice (Corriere prima e p. 2). Motore dell'incontro, la volontà di rispondere alla crisi con una spinta progettuale concreta: scelto come luogo simbolo l'isola del Manifesto di Altiero Spinelli che lanciò l'idea dell'Unione politica e che De Giovanni sul Messaggero (prima e p. 16) auspica possa tornare ad ispirare l'Unione Europea "illuminando" le menti degli uomini di Stato riuniti a Ventotene. Venturini sul Corriere (prima e p. 28) parla di un vertice politico che può rappresentare lo slancio necessario all'Europa per ripartire, per ritrovare crescita e occupazione fugando l'impressione che l'Ue non operi in sintonia con le priorità dei suoi cittadini. Ma a Bratislava il mese prossimo, i principali leader dovranno dimostrare di aver capito le richieste della gente. Sul futuro dell'Unione, le parole dell'ex primo ministro di Atene, Papandreou (Corriere p. 5): "Ue al limite della disintegrazione, la Germania deve capirlo: non serve dare ulteriore potenza a Bruxelles, piuttosto restituirne un po' ai cittadini europei". Per l'intellettuale franco-tedesco Cohn-Bendit "i tre leader rilancino l'ideale federalista o sarà un'usurpazione. Per andare avanti c'è un'unica via: difesa comune, mutualizzazione del debito e investimenti". Per il viceministro degli Esteri, Mario Giro, "ora servono fatti concreti come il Migration Compact: sarebbe una risposta forte e tangibile verso l'opinione pubblica" (Unità p. 2). Fassino alla Stampa (prima e p. 21): "Il vertice di Ventotene non è un ordinario incontro di lavoro, cade nel momento più critico dell'Ue. Serve rifondarla vista l'instabilità nelle aree di confine, il Regno Unito che sceglie un'altra strada, la paralisi della Spagna e le nazioni dell''Est che vedono l'Unione più come erogatore di fondi che come la casa comune. Su Italia, Francia e Germania grava la responsabilità di dare impulso a un nuovo inizio.

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Commentario del 20-08-2016

IN PRIMA PAGINA
In primo il caso burkini: a Berlino e Parigi crescono i divieti sul velo integrale (Corriere e altri). "Mostrare il volto è un dovere sociale": svolta tedesca per il divieto nei luoghi pubblici (Repubblica). Mattarella dal meeting di Rimini: "I muri non servono" (Repubblica e tutti). Libero attacca "Delirio Mattarella". Intanto Renzi porta il piano di difesa comune europea a Merkel e Hollande (Stampa). Messaggero parla di un piano Renzi-Merkel per i migranti. In economia, in primo piano le parole di Calenda a Repubblica: "Più investimenti e competitività": ecco il piano per convincere la Ue sulla flessibilità. La Stampa guarda agli investimenti delle multinazionali in Italia: effetto Ryanair, in arrivo altri soldi. Intanto chiusura in rosso per le Borse, Milano perde il 2,18% (Sole). Sul Messaggero le novità sugli statali, in arrivo una norma salva dirigenti.

ITALIA-ECONOMIA
Ampio spazio alle questioni legate alla manovra. Renzi in pressing sulla flessibilità di bilancio in vista del summit di Ventotene con Merkel e Hollande, anche se pesano debito e privatizzazioni (Repubblica p.2). La nuova partita della flessibilità vale quasi 10 mld ed è l'unico modo per Renzi di mantenere le promesse di una manovra espansiva, che prevede taglio dell'Ires, investimenti, disattivazione degli aumenti Iva, pacchetto pensioni e sforbiciata all'Irpef. Ma la strada del premier parte in salita – commenta la Stampa (p.3) – visto che la Merkel ha già fatto sapere che "patto di stabilità e crescita sono importanti, su questo nulla è cambiato". Calenda a Repubblica (in prima e p.3): "Esistono spazi per ottenere quello di cui abbiamo bisogno se ci presentiamo con un piano industriale credibile" dice il ministro, che sulla prossima manovra sottolinea come investimenti e competitività debbano essere i "pilastri", concentrando le risorse su "pochi e chiari driver di crescita. Esistono ragioni di equità sociale a favore di bonus per le pensioni o aumento della quattordicesima – spiega – ma questo è il momento di accelerare la spinta sulla competitività del sistema produttivo". Punto forte della strategia è "Industria 4.0" che "si fonda su forti stimoli fiscali agli investimenti in macchinari e beni digitali, sostegno alla contrattazione aziendale, eccellenze universitarie sulla manifattura innovativa e formazione". Novità in arrivo anche sull'energia per alleggerire la bolletta delle imprese. Ampio spazio alla manovra sul Sole (in prima e p.5). La spending review dovrà costituire un pilastro della manovra anche perchè con la frenata del Pil la revisione della spesa diventa un punto fermo della legge di Bilancio 2017. Si cercano 2-2,5 mld di risparmi da acquisti pubblici e riforma Pa. Per Pesole (Sole p.5) taglio alla spesa corrente (almeno 10-12 mld), flessibilità Ue e impegno a ridurre il debito sono le variabili decisive per la riduzione delle tasse, che dovrà essere affiancata al rilancio del Pil attraverso la ripartenza degli investimenti. Fitoussi all'Unità (p.3): "Se continua l'austerità l'Ue perde il suo futuro. Spero che Renzi e Hollande battano i pugni e convincano la Merkel di far ripartire gli investimenti. Quanto all'Italia non è la flessibilità che crea crescita ma gli investimenti". A proposito di investimenti, Stampa (in prima e p.11) parla di "effetto Ryanair" segnalando la presenza di altre multinazionali pronte ad investire in Italia: da L'Oréal a General Elctric. Se l'Italia fino al 2015 è rimasta colpevolmente fuori dai radar delle aziende globali – scrive la Stampa – ora tenta la rimonta puntando su investimenti esteri e rientro delle produzioni italiane trasferite all'estero attraverso la creazione delle condizioni.

ITALIA-POLITICA
Legge elettorale e referendum in primo piano. Fronte nel Pd contro il doppio turno rilanciato ieri dal ministro Orlando. La minoranza dem torna a pressare per un cambiamento dell'Italicum prima del referendum costituzionale come condizione per il Sì. Ma il nodo resta una maggioranza parlamentare viste le diverse "ricette" per la modifica (Corriere p.10). "Eventuali modifiche non sono da escludere ma a patto che siano limitate e funzionali. Non a soluzioni su misura di questo o quel partito" dice al Mattino (p.9) Cesare Damiano (Pd). In attesa della Consulta, che il 4 ottobre voterà la costituzionalità della legge, la presidenza del Consiglio si è costituita in giudizio sostenendo che si è in presenza di una "lite fittizia" (su tutti). Destino dell'Italicum legato a quello del referendum. Mattarella da Rimini fa appello all'unità: "Le riforme non si fanno da soli" (su tutti). Favorevole al ddl Boschi si è detto Violante: "Il Sì a novembre crea un sistema decidente. L'unica cosa che manca – spiega – è la sfiducia costruttiva. Il resto funziona" (su tutti). Fatto (in prima e p.13) polemico sugli effetti del combinato disposto di Italicum e riforma costituzionale: non basta modificare la legge elettorale, bisogna rigettare il ddl Boschi. M5S in campagna per il No, in Abruzzo è tornato sul palco Grillo: "La riforma mette una volta per tutte in cassaforte i privilegi della politica: il cambiamento passa per il No" (Messaggero p.11 e tutti). Anche centrodestra schierato per il No. Tajani (Fi) al Giornale (p.12): "Se vince il No si dovrà aprire una nuova stagione di riforme, tra cui la legge elettorale e magari quella della giustizia". Ma Panebianco, nell'editoriale del Corriere (in prima e p.26) vede l'ipotesi di una nuova intesa tra Renzi e Berlusconi. Riconciliazione possibile in caso Corte costituzionale bocciasse l'Italicum: potrebbero proporre un sistema maggioritario con quota proporzionale che permetterebbe al Cav di salvare la faccia e a Renzi di presentare l'accordo come una sua vittoria e arrivare uniti al referendum.

EUROPA
Difesa comune europea, Renzi porta il piano a Merkel e Hollande (Stampa prima e p. 2). A Ventotene il premier parlerà soprattutto di progetti militari congiunti tra i Paesi Ue per affrontare insieme la situazione di crisi. Al vaglio la messa a punto dei Battlegroups, le brigate da combattimento per le quali serve "sviluppare la capacità di una risposta rapida superando definitivamente gli ostacoli procedurali, finanziari e politici che oggi li frenano". Sul vertice di Ventotene, lo scetticismo della Bonino alla Stampa (p. 7): "Questo non mi sembra un periodo in cui le spinte all'integrazione federalista europea siano particolarmente popolari: temo che il progetto di Renzi rimanga ai margini o ritardato, ma l'importante che non venga archiviato e rimanga un obiettivo per cui lavorare". Su l'Unità (p. 8) parla lo storico Cardini: "A Ventotene o parte l'Europa modello Usa o è finita". Per Cardini "gli Stati Uniti d'Europa non possono rimanere un sogno e fa bene Renzi a chiedere un investimento su questo". Nel vertice di Ventotene Renzi-Merkel avanza il piano per arginare i flussi in Africa (Messaggero prima e p. 9). In agenda anche l'attuazione del "migration compact": tra le misure allo studio, investimenti nei Paesi africani in cambio di rimpatri e di un filtro alle partenze verso la Ue. Una misura preventiva, unitamente all'operatività della polizia di frontiera, utile anche alla Merkel e alla Germania dopo la raffica di attentati. Intanto a Berlino e Parigi crescono i divieti sul velo integrale (Corriere prima e p. ). La Germania ha deciso misure più restrittive sul burqa perchè "mostrare il proprio volto è fondamentale nella nostra società" ha detto la Merkel, secondo la quale "in Germania una donna completamente velata ha poche possibilità di integrarsi".

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Commentario del 19.08.2016

IN PRIMA PAGINA
Su tutti i giornali l'agonia di Aleppo. L'Onu ferma gli aiuti umanitari: troppi rischi. La Ue: tregua subito. La Russia: 48 ore a settimana (Messaggero). Su Repubblica e tutti la foto di Omran, il bambino ferito di Aleppo che sconvolge il mondo. QN: scorderemo anche lui. Altra notizia del giorno, la Merkel contro il burqa: è un ostacolo all'integrazione (Repubblica, Corriere). Ma in Italia i burkini non ci sono (Messaggero). Su tutti l'arresto in Libia di Abu Nassim, il reclutatore Isis per l'Italia. Sul fronte interno si discute di lavoro agli immigrati, dopo la proposta di Morcone, e cannabis legalizzata, dopo l'apertura di Cantone. Ancora in prima pagina anche il "no" di Capalbio ai profughi. Saviano su Repubblica: sinistra all'ultima spiaggia. Facci su Libero: Alfano con 50 rifugiati ha sputtanato la sinistra. Sul Messaggero altre anticipazioni della manovra: ipotesi tassa per i givanti di Internet. Renzi: ridurremo ancora le tasse. Di Maio: basta balle o forconi a Palazzo Chigi (Sole). Polemiche anche sulle Olimpiadi: il Fatto contro il Coni, "piegato" ad Armani. Il Giornale contro la Rai: ha speso 70 milioni ne ha incassati 7,6. Notizia Giornale contro la lobby delle armi.

ITALIA-ECONOMIA
Manovra, ipotesi di tassa per i giganti di Internet (Messaggero in apertura e a p.2): Mef, Agenzia delle Entrate e Palazzo Chigi avrebbero riaperto il dossier "digital tax". Sul tavolo del governo due ipotesi: una per tassare i giganti del web attraverso le imposte indirete, una agendo sulle imposte dirette, provando a intercettare i profitti generati all'interno del Paese, sul modello inglese. Secondo le stime una web tax potrebbe portare a incassi fino a 3 miliardi. Dal Mef arriva però la smentita alle ipotesi di manovra fin qui circolate mentre diventa un caso politico il post di Renzi su facebook: "ridurrò ancora le tasse, perché è giusto e aumenta la competitività" (Repubblica p.12 e tutti). Di Maio: "Renzi la smetta di provocare gli italiani con queste balle se non vuole trovarsi con i forconi sotto Palazzo Chigi" (Sole in prima e a p.6 e su tutti). Taddei (Pd) alla Stampa (p.18): "Bisogna spingere sugli investimenti e continuare a ridurre l'Ires, non per fare un regalo alle imprese ma per dare una spinta agli investimenti. L'Italia non è il malato d'Europa". L'economista Anghion alla Stampa (p.9): "L'Italia fa le riforme, la Francia no. Vi meritate sconti sul deficit". Sul Corriere (in prima e a p.9) lo scenario (preoccupante) del Def in condizioni di bassa crescita: nel 2017 deficit al 2,9 e debito al 134% del Pil, contro l'1,8% e il 130,9% concordati con Bruxelles. Una situazione che lascia pochi spazi di trattativa con Bruxelles. Il Giornale (p.3) rispolvera l'idea di una patrimoniale. Il Sole (in prima e a p.6) riprende le anticipazioni ieri sul Messaggero delle aperture del governo agli Statali, che farebbe lievitare da 300 milioni a 1,2 mld il peso dei contratti. Questa, per il Sole, la cifra base per recuperare l'inflazione: equivarrebbe a un aumento medio lordo di 20 euro. "Rinnovo dei contratti e riforma del pubblico impiego hanno un compito molto più importante del semplice recupero degli arretrati – scrive Trovati sul Sole (p.6) – Dovranno trovare le leve giuste per motivare i dipendenti e migliorare le strutture". Giannino sul Messaggero (in prima e a p.20): "prima si parli di produttività, poi di salari". Su Repubblica (p.26) focus sulle aree di crisi industriali alla vigilia della cancellazione di mobilità e cassa integrazione in deroga: allarme per 30 mila lavoratori, rischiano di esser i nuovi esodati. Nelle nove regioni coinvolte i piani di deindustrializzazione sono in ritardo: i sindacati chiedono una soluzione ponte. "I piani di riconversione sono ancora in definizione ma l'indennità di mobilità e la Cig in deroga a breve non verranno più concesse – dice a Repubblica (p.26) il consigliere economico di Palazzo Chigi Marco Leonardi – Per le aree di crisi si può pensare a soluzioni ponte".

ITALIA-POLITICA
Oggi il via al Meeting di Rimini, ma la corsa a schierare Cl col sì o col no al referendum è già iniziata. Per Di Vico (Corriere p.13) tra le righe si capisce che sarebbero orientati per il sì ma stavolta vogliono evitare che Rimini si trasformi nel teatro della campagna elettorale d'autunno. La Cl del 2016 è molto diversa dal passato, attenta a non emettere giudizi perentori. "Il governo al Meeting, il premier no" sottolinea il Giornale (p.13). "Il primo successo del Meeting? Gli sponsor" scrive Libero (p.8) citando la parata di big: Enel, Eni,Poste, ma anche Regione Lombardia. Ma sul referendum l'attenzione è alta a prescindere. Il Corriere (p.13) torna sugli "strani" schieramenti pro o contro la riforma del Senato sollevato ieri, con un'intervista a Giorgia Meloni e Marcello Pera. "Il fronte del no è eterogeneo? L'ha voluto Renzi – dice la Meloni - Ma con la personalizzazione del referendum ha fatto un autogol". Pera: "Se anche mi fossi schierato per il No mi sarei ritrovato con Bersani e D'Alema e non sarei stato meglio. Per Forza Italia una grande occasione perduta". Su Repubblica (p.15) lo scontro in senso all'Anpi: rimosso il coordinatore emiliano Artioli, favorevole alla riforma. Sul Mattino (in prima e a p.3) intervista a tutto campo al ministro Orlando: "Sull'Italicum credo sia ragionevole una norma che eviti il doppio turno ma non basta dire che si vuole cambiare l'Italicum. Chiunque lo dica deve verificare se esiste una maggioranza per farlo nella direzione che si auspica".

EUROPA
Attesa per il vertice di Ventotene tra Renzi, Merkel e Hollande. Ma per il Sole (p.4) a pesare saranno soprattutto i problemi interni a ciascun Paese: Renzi alle prese col referendum, la Merkel con i populisti per il problema dell'immigrazione, Hollande con la sicurezza interna e il voto per le presidenziali. Poco credibile l'ipotesi avanzata nei giorni scorsi dalla stampa britannica di uno scambio Renzi-Merkel, più tempo per la Brexit in cambio di più flessibilità sui conti italiani. Brexit – scrive il Sole (p.4) e tutti – che non pesa affatto sui consumi interni del Regno Unito, con le vendite al dettaglio aumentate dell'1,59% su base congiunturale e del 5,9% su base annua. Libero (in prima e a p.7): "i contadini inglesi ne sanno più dei professoroni Ue". Ma per la Bce è troppo presto per valutare gli effetti sull'economia globale della Brexit, effetti che potrebbero essere più profondi e meno prevedibili (Corriere p.9, Stampa p.8). Ma la notizia del giorno sono le dichiarazioni della Merkel sul burqa, "un ostacolo all'integrazione" (Repubblica in apertura e a p.2 e su tutti). Ma non si parla di divieto. In Francia tiene ancora banco il burkini: "In gioco non c'è il burkini ma la difesa della Francia" il reportage da Cannes (Repubblica p.3). Zaia al Corriere (p.17): "Ragionevole il provvedimento francese contro il burquini. I nostri lidi non siano luogo di integralismi". Serracchiani a l'Unità (p.4): "L'Europa torni a occuparsi dei grandi temi. Vietare il burkini non serve".

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