Commentario del 08-08-2016

IN PRIMA PAGINA
In primo piano le tensioni a Ventimiglia: caos profughi, il Viminale invia i rinforzi (Corriere). "Non sarà la nostra Calais" dice Alfano a Repubblica. Allerta anche alla frontiere svizzera (Messaggero). Il capo della Guardia Costiera, Vincenzo Meloni, al Corriere: "Il mio compito è salvare le vite". Tra i fatti esteri anche la prova di forza di Erdogan: un mln in piazza per lui (Corriere). Il presidente turco sfida l'Europa: "Dirò sì alla pena di morte" (Stampa e altri). Politica, sul Fatto inchiesta su Renzi, definito "uomo-sandwich": è testimonial di un numero crescente di aziende private. Al Fatto parla Orfini (Pd): "Non ho mai votato per Matteo".
Sulla Stampa la svolta sugli stipendi Apple: uguali per uomini e donne.
Ampio spazio sulle prime pagine alle medaglie azzurre ai Giochi di Rio.

ITALIA-ECONOMIA
Evasione, inchiesta del Sole (in prima e p.2) sulle aree più a rischio: secondo un'analisi sul divario tra spese sostenute e ricchezza dichiarata, Calabria, Sicilia e Valle d'Aosta sarebbero le regioni a maggior rischio, seguite da Molise e Campania. Per ogni 100 euro dichiarati alle Entrate, ne vengono spesi almeno 130 secondo l'Istat. I dati del 2014, analizzati dal Sole, mostrano un trend generale in miglioramento, con la differenza media dei consumi rispetto ai redditi che è scesa dal 24,5% al 21,7%. L'analisi non indica però un aspetto positivo: diminuzione del 9% dei redditi e dell'11% dei consumi, perciò l'area del consumo potenziale resta superiore al 20%. Il presidente Svimex, Adriano Giannola, al Sole (p.2) propone la creazione di "zone speciali per favorire l'emersione nel Mezzogiorno. L'esempio è la Polonia: fiscalità di favore e investimenti privati". Pesole (Sole in prima e p.3): serve una politica fiscale seria per rilanciare la crescita. La scommessa è impostare una strategia di medio termine che, superando la logica emergenziale, non si limiti alla ricerca di gettito a beneficio della manovre di finanza pubblica, ma divenga motore dello sviluppo. Crescita e sistema bancario sono temi legati. Bini Smaghi alla Stampa (in prima e p.5): "Oggi il problema delle banche non è di capitale, ma della loro capacità di stare sul mercato e fare utili. Se il governo prendesse l'impegno di usare quei fondi per ristrutturare una volta per tutte il sistema, e renderlo competitivo, magari con un piano di prepensionamenti, nessuno avrebbe molto da eccepire. E probabilmente tale intervento avrebbe costi più bassi dei 40 miliardi di cui si sente spesso parlare". Invece Repubblica (in prima e p.23) "offre" 5 medicine per le banche: ruolo del denaro, creazione di debito per finanziare la crescita dell'economia reale, stop alle logiche clientelari del credito, maggiore presenza di "buone aziende" da finanziare e necessità di un sistema creditizio paziente.  Fubini sul Corriere (in prima e p.15) torna sul caso Mps. "Non c'è in Europa una grande azienda che abbia prestato denaro più avventatamente (47 mln di crediti in pericolo in portafogli) ma fra i clienti Mps c'è una sola categoria che si è dimostrata affidabile, debitori da tripla A, le contrade, con le quali Montepaschi non ha mai perso un euro di credito". Intanto per l'acquisto degli Npl di Mps si lavora con Atlante 2: fin dove arriverà la raccolta si capirà oggi, almeno per la prima tranche di adesioni. L'obiettivo è raggiungere una dote complessiva di 3-3,5 mld per dare un taglio secco alle sofferenze lorde di Mps (Messaggero p.10).

ITALIA-POLITICA
Referendum, entra nel vivo la campagna. Il Comitato per il Sì avrà 550 mila euro, frutto delle firme raccolte. Niente soldi al comitato per il No (Repubblica p.10). Sinistra Italiana accusa: "Forte sbilanciamento di mezzi e spazi in tv". In vista del voto il Pd fa appello all'unità, ma la sinistra dem resta fredda. Mucchetti a Repubblica (p.10): "Riforma sbagliata, legata a una legge elettorale pericolosa". Sullo schieramento opposto Scalfarotto: "Se salta la riforma è un danno per tutti, ora serve più lealtà: strano che la minoranza voglia barattare il Sì con le modifiche all'Italicum". "Vinceremo il referendum ma il punto è che il Pd non si esaurisce con questa leadership" dice il presidente Pd, Orfini, al Fatto (in prima e p.6), annunciando di non essere sicuro che appoggerà Renzi al prossimo congresso, "adesso però riformiamo il partito". De Bortoli (Corriere in prima e p.30): "prima del referendum si dovrebbe approvare la riforma dei partiti, puntando sulla democrazia interna e sulla trasparenza dei finanziamenti". Prima di mettere mano all'architettura dello Stato, Roberto Fico (M5S) al QN (p.13) evidenzia altre priorità: "Reddito di cittadinanza, lavoro ai giovani, investimenti che creino reddito reale. Queste sono le cose giuste da fare. Solo  possiamo mettere mano a una parte della Costituzione, facendo un taglio vero, non quello di Renzi". Campagna per il No anche nel centrodestra: ieri Parisi proposto una Costituente da contrapporre alla riforma Renzi-Boschi: divisa Fi sulla proposta, che piace invece ai centristi (QN in prima e p.12).

EUROPA
Erdogan sfida l'Europa: sì alla pena di morte, se il popolo lo vorrà. Prova di forza del presidente turco che porta un milione in piazza ad Istanbul "per i martiri del golpe". Su Repubblica (p. 2), intervista a FigenYuksekdag: "Festa isterica, qui la democrazia è a rischio". Secondo la copresidente del partito Hdp "pur condannando il tentativo di golpe militare, rifiutiamo il clima da festa della Democrazia". Venturini sul Corriere (p. 30) mette in risalto l'arrendevolezza delle opposizioni al "contro golpe" di Erdogan osannato da una folla oceanica "Dov'è la democrazia?" attacca Erdogan nei confronti dell'Occidente. Per Repubblica (p.3) i fronti aperti con l'Occidente sono profughi, visti e basi militari. Dall'accordo sui flussi migratori alla guerra in Siria, ecco perchè la Ue teme il possibile asse con Putin che domani incontrerà Erdogan a San Pietroburgo. "Le evoluzioni turche – dice Alfano a Repubblica (in prima e p.7) - sono preoccupanti perchè la migrazione è una formidabile arma di pressione: se la Turchia aprisse i cancelli sarebbe devastante per l'Ue". Gozi al Messaggero (p.2): "Noi con la Turchia siamo stati sempre molto chiari : l'accordo non deve comportare nessuno sconto sullo Stato di diritto". Per Orsini (Messaggero p.18) dire che il problema Ue sui profughi è colpa di Erdogan, che utilizza il ricatto diplomatico per ottenere soldi e benefici, è una rappresentazione distorta.

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