Commentario del 31.07.2017

IN PRIMA PAGINA
Roma in primo piano su tutti: caos conti e crepe in giunta (Messaggero). Delrio al Corriere: "Soldi a Roma? Li abbiamo già dati". Il revisore dei conti: "Il Comune ha ignorato i nostri allarmi" (Messaggero). E sullo sfondo il crack di Atac.  Libero: Roma sta per fallire, Cinquestelle trionfa. Sul Fatto parla Fico: "Il M5S vincerà solo se la pianta con gli individualismi". Il Giornale: attenti a Grillo, con lui futuro da Medioevo. Su Giornale e Repubblica Renzi al contrattacco su Consip: "Su mio padre non finisce qui". Su Libero parla Landini: "Macché politica, conta più la Cgil che il Pd".
Ancora in primo piano anche il caso Fincantieri e la tensione tra Italia e Francia. Parigi "offre un'intesa allargata alle navi militari, Calenda stoppa: "A queste condizioni possono tenersi tutto" (Messaggero). Scintille con Renzi: "Con Macron governo debole" (Stampa). Tajani al Corriere: "Un problema se la Francia nazionalizza". E al Mattino: "Macron non ceda all'egoismo". Boccia (Confindustria): "Un patto tra Confindustrie dei Paesi europei". Patuelli (Abi): "Dobbiamo contare di più nelle istituzioni Ue" (Stampa).
Dall'estero. Alta tensione tra Russia e Usa. Putin: via 755 diplomatici Usa (Corriere, Messaggero). Sangue sul voto in Venezuela: 12 morti, ucciso anche un candidato (Corriere, Messaggero, Giornale).
Su Repubblica la nuova ondata dei condoni locali: l'ultimo sfregio sulle spiagge sarde. Sul Messaggero il ritorno delle Province: forniranno servizi ai piccoli Comuni (Messaggero). Su QN poveri Prof: gli insegnanti italiani tra i meno pagati d'Europa.

ECONOMIA
Renzi-Calenda, duello su Macron e Fincantieri (Stampa in apertura e a p.2, Repubblica p.7 e tutti). Alla vigilia dell'incontro tra ministri dell'Economia dopo lo stop francese alla conquista italiana dei cantieri di Saint Nazaire, Renzi si smarca dalla linea dura del governo italiano contro Macron: "Ciò che sta facendo Macron (la nazionalizzazione dei cantieri, ndr) era previsto e prevedibile: sta facendo l'interesse del suo Paese. Io non ho nulla contro di lui. Il problema piuttosto è un governo italiano debole". Diversa la linea di Calenda: "Macron? Non è un campione di apertura. Fa solo gli interessi della Francia ma questo non è un gioco dove mostriamo i muscoli. Noi vogliamo per Fincantieri la maggioranza nell'alleanza con Stx". Il Corriere (p.5) parla di governo spiazzato dall'uscita di Renzi. E Forza Italia attacca: "Su Fincantieri vale la linea di Padoan, Calenda e Gentiloni o la linea di Renzi?".
Tajani al Corriere (p.4): "Non è quella di Macron la strada per dare all'Europa una politica industriale e una politica industriale per la Difesa. Abbiamo bisogno di campioni europei, non di campioni nazionali. Affrontiamo una dura competizione con gli Stati Uniti, la Cina, l'India e altri giganti. Non possiamo che ragionare con dimensioni europee altrimenti saremo marginali". Boccia (Confindustria) alla Stampa: "La regola che i francesi invocano nei confronti dell'Italia sulla questione Fincantieri andrebbe utilizzata dall'Europa nei confronti del mondo esterno. La competizione non è tra i Paesi dell'Unione ma tra questi e resto del mondo". E per combattere ad armi pari serve "costruire campioni europei". E sull'Italia: "non sappiamo raccontarci: abbiamo approvato la migliore riforma delle pensioni, il Jobs Act, Industria 4.0 ma con l'alibi della politica debole perdiamo di vista i nostri punti di forza ed esaltiamo solo quelli di debolezza. Dall'estero ci leggono. Se corriamo un rischio serio è smantellare le riforme prima ancora che abbiano raggiunto gli effetti desiderati". Sulla Stampa parla anche Patuelli (Abi): "L'Italia deve contare di più nella Ue, solo così si evitano gli scontri con Parigi".
Intanto arriva in Senato il ddl Concorrenza: è ancora scontro su assicurazioni e contratti di elettricità e gas ma il via libera è vicino (Stampa p.5). I bersaniani di Mdp voteranno no: troppi regali alle lobby economiche. Probabile il "soccorso azzurro" di FI al governo.
Su Repubblica (in prima e a p.2) la nuova ondata dei condoni locali: la foglia di fico è sempre la stessa, "contenere il consumo di suolo", scrive Sergio Rizzo. Ma dal Lazio, all'Abruzzo alla Sardegna è tutto un fiorire di sanatorie, dalle cantine alle mansarde. In Sardegna il caso-limite, col piano casa della Regione che ha uno sponsor eccellente: la Qatar Holding, il cui manager è andato direttamente a trattare con la commissione urbanistica regionale per un'ampia revisione della legge edilizia.

POLITICA
"Le persone devono scegliere il M5S  non un volto – dice Fico al Fatto – Il vero candidato alla guida del Paese sarà il M5S. La classe dirigente? Tutto il Paese ha un problema di classe dirigente. Si deve ripartire dalle università e dai gruppi di ricerca". Fico rilancia sulla capacità del Movimento di governare – "se abbiamo vinto a Torino possiamo farcela anche altrove" – e sul reddito di cittadinanza: "E' una vera e propria manovra economica, utile a tutto il Paese. La sua introduzione rilancerebbe i consumi". E sulla leadership del M5S: "Ne riparleremo a settembre. Il candidato sarà il M5S: se ragioniamo sulle sfide personali siamo destinati a perdere". In Sicilia, considerata il test-voto per Palazzo Chigi, si scalda Cancelleri, il candidato M5S che i sondaggi danno vincitore: "I partiti litigano sulle poltrone e noi ci prendiamo la Sicilia. E dopo il voto nessuna alleanza" dice alla Stampa. "Abbiamo programmi, uomini, idee e coraggio. Non ci fermeremo dinanzi a nulla". Tra le prime cose da fare "aboliamo i vitalizi, tagliamo gli stipendi ai parlamentari, cancelliamo ogni privilegio della casta". Masi su Repubblica boccia i grillini al governo a Roma: "Si sentono taumaturghi, sono solo immaturi. Nella Capitale farebbero fatica anche Churchill, Roosvelt e De Gaulle: figuriamoci la giunta Raggi". Sul Giornale l'affondo contro il M5S: a leggerne il programma si scopre che il futuro tratteggiato dai seguaci di Grillo somiglia a un Medioevo povero e gelido.
"Il Pd è la diga contro il populismo: chi si lamenta sappia che fuori non c'è la rivoluzione socialista ma Grillo e la Lega" dice Renzi, ieri alla Versilliana. Poi il duello a distanza con Gentiloni e Calenda sul caso Fincantieri e l'avvertimento ai giudici che stanno indagando su Consip: "Su mio padre non finisce qui" (Giornale in prima e a p. 5). "Il babbo pedinato come fosse un camorrista. Se hanno manomesso le prove è un atto eversivo".
Intanto continuano le "migrazioni" sulla "zattera di Berlusconi" (Fatto p.4). Casini al Corriere (p.6): "Alfano sia coerente, sarebbe incomprensibile un suo ritorno a destra. Lo spazio per una proposta politica di centro c'è".

EUROPA/ESTERI
Tratta di esseri umani, crimine atroce, l'Ue intervenga: su Mattino e tutti l'appello di Mattarella e Papa Francesco nella Giornata mondiale contro la tratta degli esseri umani. Boldrini: "L'Italia seconda solo alla Polona, in Europa, per numero di vittime del traffico di esseri umani". Tajani al Mattino. "I governi devono capire che non servono spot ma strategie comuni. Quella dell'immigrazione è una partita storica che dobbiamo giocare tutti: non dimentichiamo che immigrazione significa anche lotta al terrorismo, rapporti con Paesi africani, interventi economici. Sul Mediterraneo l'unica strada resta quella dei negoziati e degli accordi".  Su Repubblica (in prima e a p.18 e 19) il petrolio dell'Isis che arriva in Italia. Secondo un rapporto della Guardia di Finanza del febbraio scorso, greggio estratto dai pozzi controllati dallo Stato islamico in Siria e Libia può essere finito in Italia. Individuate società italiane e maltesi di brokeraggio appena nate ma con fatturati di milioni di euro: sono loro che organizzano la logistica del trasporto e vendono il greggio alle grandi compagnie mondiali. Secondo il procuratore anti-mafia Roberti ci sono potenziali punti di contatto tra terrorismo islamico e criminalità organizzata e sono droga e petrolio. Ed è il petrolio la causa principale della instabilità politica libica.
Intanto sulle nuove regole in mare volute dall'Italia c'è la retromarcia delle Ong: delle nove invitate oggi al Viminale per approvare il Codice di condotta, la metà orientata per il no. Chi si smarca rischia misure restrittive dal governo.

Commentario del 29.07.17

IN PRIMA PAGINA
Macron attacca ancora: frontiere chiuse agli immigrati. La Stampa rivela un piano con la Merkel per riscrivere Schnengen, con l'Italia sul banco degli inadempienti. Roma intanto vara la missione navale di supporto alla Libia (Sole). Una "flottina" per il Fatto e che divide Tripoli (Repubblica). La Bonino: "Intese nate e morte in poche ore" (Fatto).
Con Macron conto aperto anche su Fincantieri: Foglio in controtendenza, "Macron, prendi tutto". Il Giornale: per vendicarci facciamo squadra.
Spazio anche alla politica, con il sondaggio del Corriere che da Gentiloni stabile e Salvini in salita. Sondaggio anche sul Messaggero, col boom dell'astensione: 41% e Pd e Lega aiutati dall'effetto vitalizi. Ma Renzi penserebbe a fare del Pd una "bad company".
Sul fronte economico è la Svimez che stima e prevede: per il Mezzogiorno 20 anni di crescita zero.
Anche Roma in prima pagina, tra crisi idrica e rischio crac dei bus. Tra Acea e Regione si trova un accordo sull'acqua. Dall'Atac l'allarme dell'ormai ex ad Rota: "L'azienda rischia di fallire" (Stampa), "non pagherà gli stipendi" (Messaggero)
In cronaca, su tutti il caso di Charlie: è finita l'agonia, "ora è tra gli angeli". Il Vaticano: Dio non stacca la spina (Repubblica).

ITALIA-ECONOMIA
Mezzogiorno a livelli pre-crisi solo nel 2028: sul Sole e altri l'ultimo rapporto Svimez sull'economia del Sud. Nel 2016 il Mezzogiorno è cresciuto per del Centro-Nord ma è un risultato una tantum. Il divario tra le due aree non cessa di crescere. Giannola: "Tecnicamente il Mezzogiorno è uscito dalla recessione ma dobbiamo interrogarci sulla velocità perché non si ricada nella stagnazione". Anche il 2016 è stato un anno positivo – col Sud a +1% rispetto al + 0,8% del CentroNord e allo 0,9% nazionale – e le previsioni indicano ancora crescita ma tornando sotto i livelli delle altre macroaree del Paese. E c'è disomogeneità tra le Regioni, con la Campania che da sola è protagonista del grosso della crescita insieme a Basilicata e Molise ma tutte le altre arretrano. Sul Corriere l'esodo dei laureati dal Sud: 200 mila in meno in un anno, in 15 anni emigrate 1,7 milioni di persone a fronte di un milione di rietri. De Vincenti promette come imminente il decreto Mezzogiorno e rilancia sulle zone economiche e fiscali.
Su Libero il paradosso del lavoro: elettricisti e cuochi introvabili, 200 mila posti restano vuoti. Sono i risultati della ricerca Unioncamere, che stima in 969 mila le assunzioni previste nell'anno, ma per coprirne 200 mila sarà complicato. A fare fatica sono le imprese elettroniche e metalmeccaniche  e ancora di più le aree tecniche e di progettazione. Bocchieri (Università di Bergamo): "Quello che non funziona è l'incrocio tra domanda e offerta di lavoro. Guardando ai profili si scopre poi che non mancano solo quelli più qualificati legati alle professioni Ict ma anche quelli più tradizionali come cuochi, torniti ed elettrotecnici". Persone che potrebbero essere reclutati da corsi professionali ma i giovani si orientano piuttosto sui licei.
Intanto la Cgil riporta il Jobs Act sul tavolo della Consulta (Corriere p.39). Lo fa attraverso una ordinanza del Tribunale del Lavoro di Roma che ha rimandato  un caso al giudizio della Corte Costituzionale per valutare la costituzionalità delle norme sulla indennità risarcitoria.

ITALIA-POLITICA
Sondaggi, la rilevazione Swg per il Messaggero (p.5) evidenzia la crescita dei potenziali astensionisti (23%), a cui si aggiunge il 18% di indecisi. Dopo i vitalizi, il Pd risale al 28,3% e la Lega si attesta al 15,2%, mentre il M5S resta stabile al 26,3%. In calo di quasi un punto Fi (12,7%), sale FdI al 4,8%. Consueto appuntamento settimanale con le rilevazioni di Pagnoncelli sul Corriere (p.12). Il 52% degli italiani resta preoccupato della situazione economica del Paese nonostante le stime positive sul Pil, per il 38% il peggio deve ancora arrivare. Secondo il 78% il principale problema da risolvere è l'occupazione, poi l'immigrazione, che preoccupa un italiano su tre. Il giudizio sull'operato di Gentiloni resta stabile: per il 39% è positivo, ma oltre un italiano su due esprime parere negativo sul governo. Tra i leader, il più apprezzato è Salvini (31%), seguito da Renzi, Di Maio e Meloni (tutti al 26%), quindi Berlusconi (24%), Pisapia (23%), Grillo (21%) e Bersani (12%).
Legge elettorale, nel Pd gli "anti-Renzi" studiano un piano per la resa dei conti in autunno, dopo il voto in Sicilia (Corriere p.13). Si ragiona su un'apertura dell'asse Orlando-Franceschini al premio di coalizione da sottoporre in direzione puntando sull'appoggio dei "big" delusi dal segretario. "Non sarà una congiura di palazzo, ma una battaglia a viso aperto per portare Renzi a rendersi conto che non c'è altra strada se non il premio di coalizione" affermano alcuni dissidenti, che puntano alle primarie di coalizione per la premiership, scommettendo su Pisapia.
Centrodestra, Alfano torna da Berlusconi in vista del voto in Sicilia: incontro con Ghedini la prossima settimana. Ma in Fi restano scettici: "Lui è al governo, noi all'opposizione" (Stampa p.13). Giornale (p.10): si tratta solo in Sicilia. Per Repubblica (p.11) Alfano, che nell'isola ha il suo forziere di voti, chiede di estendere l'alleanza anche al piano nazionale: nel patto anche l'impegno per la soglia del 3% nella legge elettorale. Miccichè, a cui viene attributi la trattativa tra Ape Fi, a Libero (p.2): "Anche io ho avuto da ridire con Alfano, ma guardo avanti: bisogna vincere".

EUROPA
La Francia, col sostegno della Germania, ha un piano per riscrivere le regole di Schengen e presto, per vedere risultati tangibili già in autunno. Lo rivela la Stampa (in apertura e a p.2) in vista della scadenza dell'ultima proroga sui controlli alle frontiere. Parigi e Berlino vogliono un sistema più elastico che permetta agli Stati di blindare i propri confini senza troppi vincoli in caso di crisi migratoria. Un colpo a uno dei quattro pilastri della Ue, la libertà di circolazione. Italia sul banco degli imputati, con Parigi decisa ad evitare fughe oltralpe degli immigrati sbarcati sulle coste italiane. E in questa partita Berlino sta con Parigi.
Parte invece già dimezzata la missione italiana in Libia per stoppare i trafficanti di uomini (Stampa p.2 e tutti): approvata ieri dal consiglio dei ministri prevede solo il supporto alla Guardia costiera di Tripoli. Gentiloni parla di missione soft. Pinotti: "Se attaccati risponderemo" (Messaggero in prima e a p.2).  Minniti convinto: fermeremo gli scafisti. Opposizioni divise. Casini al Messaggero (p.2):"Il pattugliamento è un colpo ai trafficanti. Nel derby con l'Italia a rischiare è Parigi". Per Casini ora il prossimo passo è riportare l'ambasciatore al Cairo: "Cantini è uno dei migliori, sia mandato lì a risolvere i problemi". Divisioni e ambiguità anche a Tripoli, "dove tutti lottano e nessuno comanda" scrive Repubblica (p.7). Il rischio è che l'arrivo delle navi italiane risvegli l'unico elemento che può unire le fazioni: l'odio per l'occupazione coloniale. E poi c'è il tema economico: l'industria dei migranti è il business dei signori della guerra. Difficile che gli aiuti allo sviluppo possano placarne gli appetiti. Sulla Stampa (p.2) le giravolte di Serraj sulla missione, che confermano l'inaffidabilità del personaggio. Sul Fatto (p.3) parla la Bonino: "L'accordo con Sarraj, senza le 150 milizie e Haftar è già fragile". Scaroni a QN: "Ecco chi comanda in Libia". Sui migranti per il governo Gentiloni è sempre aperto il fronte con le ong: la firma del nuovo regolamento, prevista lunedì, non è per niente scontata. I soccorritori non vogliono polizia armata a bordo, ma il Viminale non inviare agenti senza pistola (Repubblica p.8). Eminente (MsF Italia): "Abbiamo tracciato una linea rossa invalicabile, il no alle armi a bordo delle navi è imprescindibile. Inaccettabile ridare ai libici chi fugge".

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Commentario del 28.07.2017

IN PRIMA PAGINA
Schiaffo di Macron a Fincantieri: Parigi nazionalizza Stx. Padoan furioso: decisione grave (QN e tutti). Tajani al Sole: "Parigi rispetti impegni sull'industria della Difesa Ue". Il caso è anche politico: l'amico Macron ci fa la guerra (Fatto). Il Giornale: Galli francesi e polli italiani. Il Foglio parla invece di "savoir faire" francese. Intanto Telecom Italia diventa francese (Sole).
Con Parigi è scontro anche sulla Libia: spunta un piano francese per aprire hot spot in Libia (Sole). Repubblica dà per imminente la missione navale italiana nelle acque libiche per fermare i migranti, ma c'è la retromarcia di Tripoli. Serraj: "Mai chieste navi" (Corriere).
Sul fronte politico il Giornale rivela: c'è un complotto nel Pd per far fuori Renzi. Per i dem urne e casse vuote e i dipendenti finiscono tutti in cassa integrazione (Fatto).
Dal Fondo Monetario Internazionale altra "foto" dell'Italia: i dipendenti guadagnano meno di 20 anni fa (Stampa). E ora il caro euro rischia di mettere in ginocchio l'export (Italia Oggi).
In prima pagina anche Roma, con lo scontro tra il dg Atac e il Campidoglio. Scoppia il caso delle segnalazioni. Il Corriere: Raggi ora deve decidere. E sull'acqua, stop ai prelievi a Bracciano. A Roma razionamenti da lunedì. Galletti: "Capitale in cima alle emergenze". Intanto la Procura apre un'indagine su Bracciano, perquisiti gli uffici Acea (Repubblica).
Sul Corriere la storia di Elisa, 46 anni, in coma da 12. Il padre: la legge deve cambiare. Su QN e tutti il dramma dell'Argentario: la comandante dei Vigili uccide il figlio e si toglie la vita.

ITALIA-ECONOMIA
Schiaffo all'Italia: Parigi nazionalizza i cantieri di Saint Nazaire per stoppare Fincantieri, pronta all'acquisizione della Stx. Gentiloni: "Su Fincantieri non trattiamo: c'era un accordo tra azienda e governo", per l'Italia fa ancora fede quello. "La proposta di dividere a metà il capitale di Stx per noi è irricevibile, siamo pronti a rompere la trattativa" (Stampa p.2). Padoan e Calenda: "Decisione grave e incomprensibile non dare seguito ad accordi già conclusi. Non c'è ragione che per cui Fincantieri non possa acquisire il controllo di un gruppo coreano per i due terzi del capitale sociale". Tajani al Sole: "Parigi rispetti gli impegni sull'industria della Difesa Ue". "il problema è politico: nelle Dichiarazioni di Roma di marzo c'era anche la firma francese sotto l'impegno comune per un'industria della difesa più competitiva e integrata". E su Fincantieri: "Un'operazione secondo le regole. Né mi ricordo di ostacoli posti a investimenti francesi in Itaia, compreso il recente caso di Vivendi".
Sul Sole intervista anche al sottosegretario Gozi: "Penso ancora che Macron possa essere un leader europeo e non soltanto un leader nazionale. Ma per Fincantieri ipotizzare una divisione 50-50 su Stx non ha una logica industriale".
Bini Smaghi (Société Générale) prova a smorzare le tensioni: «Nonostante i casi Fincantieri e Tim, tra Italia e Francia più convergenze che scontri» (Sole). "Servono grandi aziende europee ma nessuno può pretendere di avere il controllo assoluto".

ITALIA-POLITICA
Pd in crisi, con 9,5 milioni di buco parte l'iter per la cassa integrazione per i suoi 184 dipendenti (Fatto p.9 e tutti). Per il Giornale (in prima e a p.7) c'è un complotto per far fuori anche Renzi. A rivelarlo è il senatore Mucchetti, che evoca un asse tra Letta, Prodi, Napolitano nel caso in cui Renzi rifiutasse l'idea di una riforma elettorale con il proporzionale con un premio di coalizione. Ne scrive anche la Stampa (p.6), che parla di manovra in atto anti-Renzi per il premio di coalizione. Ci sarebbe una fronda di 120 deputati; in movimento le correnti interne che fanno capo a Franceschini e a Orlando. Il sottosegretario Giacomelli al Corriere (p.13): "Cene anti-Renzi? Ci vediamo per parlare del Pd".
Renzi, intanto, a una Festa dell'Unità nel modenese, lancia un test sulla coalizione a sinistra tra i presenti: stravince il no ad alzata di mano (Repubblica p.10). Ma Bersani è dato anche lui in manovra anti-Renzi per il premio di coalizione, col Corriere (p.13) e QN che parlano di un incontro segreto tra lui e Gianni Letta a metà luglio in un albergo di Roma. La speranza di Berlusconi è che si credi uno schieramento trasversale composto da scissionisti, pezzi del Pd (Franceschini e Orlando) e altri a favore del premio di coalizione per mettere Renzi alle strette.
Sul Messaggero la "tentazione" M5S e Lega: alleanza post elezioni. Il grillino Sibila dopo la convergenza sui vitalizi: possibili punti di incontro. Salvini: vedremo, non escludo nulla.
La Stampa parla di incubo spagnolo per l'Italia: "Con le prossime elezioni resteremo senza governo" concordano una serie di politologi, preoccupati per l'assenza di un sistema Paese in grado di supplire alla "vacanza" della politica. 
Su Libero la "tentazione" del Cavaliere: candidare Alfano in Sicilia. Sicilia, scrive Sorgi sulla Stampa, che sarà il vero test per Palazzo Chigi.

EUROPA
Piano francese per hotspot in Libia: sul (Sole p.6) l'iniziativa di Macron, che in un intervento a Orleans aveva parlato di hot spot in Libia per esaminare le candidature dei richiedenti asilo prima che partano per l'Europa, sottolineando di essere pronto a muoversi con o senza l'Europa, "visto che gli altri Paesi europei sono molto riluttanti". Poi la precisazione dell'ufficio stampa, che ha parlato di ipotesi prematura e di un possibile equivoco tra il termine hot spot e centri di orientamento e pre-verifica. Tajani critico con Macron anche per la linea sulla Libia: "Iniziative individuali, pur lodevoli, non bastano di fronte a un problema come la Libia. In Libia e in tutta l'Africa dobbiamo parlare con una voce sola" (Sole p.3).La ministra francese Loiseau alla Stampa (p.4): "Il Trattato di Dublino va mantenuto e rafforzato per migliorare il sistema. Il problema è la mancanza di regole armonizzate per l'asilo. Ci sono Stati che ritengono che la solidarietà non li riguardi". Sempre sulla Stampa reportage da Bardonecchia: di là dal tunnel del Frejus esercito francese schierato per impedire il passaggio dei profughi.
Intanto tra Italia e Libia "corto circuito" sulla missione navale italiana in acque libiche per fermare i trafficanti di uomini. Repubblica (in apertura) la dà per certa, col governo pronto con il piano e il voto del Parlamento in agenda martedì. Corriere, Stampa e Messaggero parlano invece di dietrofront di Serraj: "Mai chieste navi all'Italia". 

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Commentario del 27.07.2017

IN PRIMA PAGINA
Crisi Italia-Francia: Saint-Nazaire il cantiere della discordia (Sole). In primo piano lo scontro sull'accordo per l'acquisizione da parte di Fincantieri dei cantieri navali francesi. Veto di Macron. Roma: "Inaccettabile" (Repubblica). Braccio di ferro sull'Airbus del mare (Stampa). Fincantieri non si piega a Macron (MF). Ma arriva lo smacco (Fatto). Ampio spazio anche alle novità su Libia e migranti: flotta italiana anti-sbarchi in Libia (Messaggero). Navi militari, aerei e droni: così pattuglieremo la Libia (Corriere). Minniti a Libero: "Il confine Ue è ormai il Sud della Libia, l'Italia non ha più tempo". Intanto, altro schiaffo Ue all'Italia: "l'asilo si chiede al Paese d'arrivo" (Fatto). Accoglienza in Italia, la Meloni sul Giornale: "La Boldrini vuole imporre il buonismo per legge".
Politica, ieri primo sì firmato Pd-M5S-Lega per lo stop ai vitalizi agli ex parlamentari (Messaggero e tutti). Ma il Senato farà muro (Fatto). Mattarella e la legislatura: "Legge elettorale, si può" (Corriere).
Su tutti l'attacco hacker a Unicredit, violati i dati di 400 mila clienti (Sole). "Password al sicuro" (Messaggero).
Alitalia, Gubitosi al Messaggero: "Vendita in blocco per salvarla".
Roma, Atac a un passo dal crac. Il dg Rota "Sepolti dai debiti" (Corriere, Fatto e altri).
Nuoto, mondiali di Budapest: Pellegrini-Detti, brilla l'oro d'Italia (Stampa e tutti).

ITALIA-ECONOMIA
"Serve una manovra pienamente efficace": Mattarella lancia il monito alla politica in vista della legge di bilancio, sottolineando l'importanza di garantire la reputazione finanziaria del Paese per confrontarsi con Ue e Bce, in modo da trovare la fiducia dei mercati (Sole p.10 e tutto). Palmerini (Sole p.10) legge nelle parole del Capo dello Stato la volontà di fare da scudo in caso di inciampo parlamentare per evitare il rischio dell'esercizio provvisorio.
Un taglio strutturale per il cuneo dei giovani assunti: sarà uno dei capitoli chiave della manovra d'autunno. E' il ministro Padoan a dare l'indirizzo in vista della legge di bilancio d'autunno. L'ipotesi allo studio è un abbattimento del 50% della contribuzione per il lavoro stabile nei primi 2 o 3 anni di contratto, o uno sconto definitivo negli anni successivi (Sole p.6 e altri).
Prosegue il confronto sul rinnovo dei contratti. Ieri l'incontro Confindustria sindacati nel quale è emersa la volontà di approfondire i temi per arrivare ad un ampio accordo a settembre che riguardi anche rappresentanza, welfare e bilateralità (Sole p.6). Nel comunicato congiunto è stata ribadita la centralità della contrattazione collettiva. Oggi, intanto, incontro tra Poletti e i sindacati: il ministro punta a chiudere la fase di transizione sulle politiche attive, recuperando i ritardi nell'avvio dei contratti di ricollocazione, che finora hanno riguardato una platea limitata di disoccupati (Sole p.6).

ITALIA-POLITICA
Sì della Camera alla proposta per lo stop vitalizi degli ex parlamentari con i voti di Pd-M5S-Lega-FdI (su tutti). La maggioranza si sfalda: Mdp astenuto, Ap vota contro. Fi non vota. M5S esulta e attacca il Pd: "Li abbiamo obbligati a votare un provvedimento in cui non credono" dice Di Battista.  La replica del primo firmatario, Richetti: "E' un provvedimento di tutto il Pd, mi aspetto che lo difenda. Il Senato si muova". Ma a Palazzo Madama i numeri già non tornano (Corriere p.2). Per Franco (Corriere p.3) l'approvazione trasversale alla Camera ha contorni ambigui: l'asse inedito alimenta i sospetti di una misura presa in vista della competizione elettorale. Ci saranno risparmi per quasi 80 mln con la sforbiciata di circa 2500 assegni, ma c'è un paradosso: cresce l'assegno di 117 vitalizi per chi è stato eletto in diverse legislature (Messaggero p.7). Il presidente emerito della Consulta, Cheli, al Messaggero pone dubbi di costituzionalità: "I criteri sembrano irragionevoli".
Legge elettorale e legislatura, Mattarella ricorda "il dovere del Parlamento rispetto alla centralità e alla delicatezza delle regole elettorali", poi avverte: "C'è ancora la possibilità di intervenire" (Corriere p.9 e tutti). A settembre vertice a quattro con Pd, M5S, Fi e Lega sulle regole elettorali  (Stampa p.9). Per Folli (Repubblica p.4) la via più breve per rendere governabile il futuro Parlamento è un premio in seggi alla coalizione vincente, ipotesi a cui sono contrari sia Grillo che Renzi.

EUROPA
Gentiloni incontra il premier libico Sarraj e accoglie la richiesta di aiuto: "Le nostre navi in Libia contro i trafficanti" (Corriere in prima e p.10 e tutti). Aerei e droni per fermare le partenze dei migranti (Corriere p.11). Ma Roma pone tre condizioni per l'intervento: via libera del Parlamento italiano, Tripoli deve intervenire sui migranti garantendo la sicurezza. Infine occorre un accordo ampio in Libia, sostenuto non solo da Tripoli ma anche da Tobruk, per la sicurezza dei militari italiani (Repubblica p.7). All'Italia arriva l'appoggio della Merkel: "Vi sosteniamo", anche Juncker apre, e Gentiloni conferma: "L'Ue è al nostro fianco" (Repubblica p.6). Per il Messaggero (in prima e p.2) la presenza della flotta italiana è una mossa anti-Ong. Sulla Libia restano le polemiche dopo l'incontro di martedì a Parigi tra Macron e Sarraj. C'è la mano degli Emirati Arabi dietro il summit: Doha è preoccupato della possibile influenza del Qatar a Tripoli (Stampa p.5). E molti analisti polemizzano con il comportamento di Macron. Nava sul Corriere (p.38): la Francia sceglie la realtà di rapporti di forza che vanno profilandosi nel caos terroristico/tribale dopo lo sciagurato intervento militare di Sarkozy e la caduta di Gheddafi: la sensazione è che Macron voglia giocare una partita a tutto campo, per consolidare peso politico e militare nel Nord Africa e nel Sahel. Cerretelli sul Sole: Se Macron non rilancia ma divide l'Europa.
Intanto, per l'Italia arriva la gelata dalla Corte Europea: l'accordo di Dublino è ancora valido, spetta allo Stato di approdo gestire le richieste di asilo dei profughi (Repubblica p,6 e tutti). A settembre nuovo vertice a Bruxelles per riformare le norme del trattato (Stampa p.4).
Il Congresso Usa vota nuove sanzioni alla Russia per il progetto sul gasdotto Nord Stream 2 per legare le mani a Trump dopo il Russiagate, ma il danno più concreto lo subisce l'Europa, colpita nel suo approvvigionamento energetico (Repubblica p.14, Messaggero p.11 e altri). Berlino e Bruxelles minacciano rappresaglie. E anche Mosca annuncia: "Risponderemo" (Sole in prima e p.7).

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Commentario del 26.07.2017

IN PRIMA PAGINA
Politica estera in primo piano: a Parigi piano per la pace in Libia tra Serraj e Haftar ma senza l'Italia (Messaggero). Il blitz di Macron oscura Roma (Stampa, Fatto). Il Sole: un'intesa che rafforza solo Macron. Oggi il vertice tra Gentiloni e Serraj.
Sul fronte interno è l'addio ai vitalizi ad agitare la politica. Il Pd vota con il M5S ma si spacca: "E' populismo" (Repubblica). Grillo all'attacco: idea nostra (Corriere). Ma la legge rischia di cadere al Senato (Fatto). Divisioni anche a sinistra, con Pisapia che dice no a Mdp: "Storia passata" (Repubblica). Intanto la Cassazione "smonta" l'inchiesta di Woodkcock su Consip (Giornale): "Il sistema Romeo non è provato" (Mattino). Il Fatto: Csm, procuratore e Cassazione: tutti in soccorso di papà Tiziano.
In prima pagina sul Sole la ripresa che rafforza l'industria. Sul Corriere la battaglia navale Italia-Francia per il controllo di Fincantieri su Saint Nazaire. Sul Sole i nuovi vertici Telecom: a Genish direzione operativa. L'interim di Cattaneo a de Puyfontaine.
In cronaca: l'ultimo desiderio dei genitori di Charlie: torni a casa (Avvenire). Su tutti la sentenza della Cassazione sui vaccini: niente rimborso al bimbo autistico, non c'è un nesso con il male (Sole, Avvenire).

ITALIA-ECONOMIA
"Pensioni, la spesa aumenterà ancora": sul Corriere e tutti l'allarme della Ragioneria generale sull'aumento della spesa pensionistica. Nel 2040 in previdenza sarà speso il 16,3% del Pil. Con meno nati e stranieri si profila un buco per l'Inps da 37 mld da qui al 2040 (Repubblica). Un quadro che frena le tante ipotesi di correttivi alla riforma Fornero ma che conferma l'analisi di Boeri sull'apporto degli immigrati sui conti previdenziali.
Dalle pensioni al fisco. Il vice ministro Casero lancia l'allarme sull'elevatissima evasione fiscale e apre alla patrimoniale: "In un sistema ideale dovrebbero esserci non 150 ma due-tre tasse: sui redditi, sui consumi, e se il Parlamento lo decide una patrimoniale" (Corriere).
Sulla stessa linea il Fmi, che dopo aver rialzato le stime di crescita dell'Italia suggerisce di  ampliare la base imponibile e attuare una tassa moderna sulle proprietà immobiliari per ridurre il cuneo fiscale.
Il monito del Fmi in evidenza anche sulla Stampa: "Approfittate della ripresa per ridurre il debito e continuate sulla strada delle riforme, dalla concorrenza alla pubblica amministrazione". Diversamente il pil italiano tornerà ai livelli pre-crisi solo nel 2025.
Industria, l'auto traina la ripresa (QN e tutti): +1,5% l'aumento del fatturato tra aprile e maggio, + 7,6% l'aumento su base annua, +18,5% l'aumento del fatturato nell'industria automobilistica. Fatturato e ordinativi dell'industria tirano la volata alla ripresa dell'economia e all'incremento del pil (Sole, Avvenire). Illy a QN: "Siamo sulla strada gista, in Italia si vende di più ma ancora non basta". Su Avvenire intervista a Garofalo (Cisl): "Ora il peggio è alle spalle. C'è un rilancio del made in Italy".
Ma Libero accusa: gli industriali fuggono in Romania. Da gennaio 748 le delocalizzazioni di imprese italiane tra Bucarest e dintorni. E Snaidero vuole vendere ai cinesi

ITALIA-POLITICA
Vitalizi, oggi il primo sì alla legge Pd-M5S che taglia la pensione a 2600 parlamentari applicando il metodo contributivo. Poi lo scoglio del Senato (Avvenire p.10). Il Pd si divide (Corriere p.2): "E' propaganda ai 5Stelle, a noi non porterà un voto" (Repubblica p.7). Scintille anche col  M5S: è roba nostra. Ma poi votano insieme. Tutto inutile per il Fatto (p.3): la legge che agita gli eletti nasce morta: tutti sanno che il ddl Richetti sarà fermato in Senato. Da Grillo, ieri in tribuna a Montecitorio, l'anatema sulla Camera: "La democrazia è vuota" (Repubblica).
Solo Forza Italia schierata apertamente per il no. Brunetta: legge mostruosa (Stampa). Contrario anche il dem Marchi, che parla di "macelleria sociale": "E' un'ingiustizia alla fine solo il M5S avrà la meglio rilanciando in continuazione sull'attacco alla politica e alla casta" (Corriere). Favorevole invece la Gelmini: "Non si tratta di essere grillini: questa legge sana una ferita e riduce il fossato con i cittadini". Resta anche il tema della costituzionalità della norma.
Il giudice Onida a Repubblica: "La norma è giusta nelle intenzioni ma si dovrà valutare caso per caso". L'ex parlamentare Cazzola al Messaggero: "Provvedimento da dilettanti, la Consulta lo spazzerà via. Non si può colpire una sola categoria".
"Onorevoli pensioni: chi rischia i tagli". Su Corriere e Giornale a chi e come si riduce l'assegno. Da D'Alema a De Mita, passando per Fini e Ilona Staller. 
In primo piano su tutti anche lo scontro tra Pisapia-Mdp, che stoppa l'intesa a sinistra (Avvenire). Pisapia annulla l'incontro con Speranza: "Basta guardare al passato" (Repubblica). Bersani: ricuciremo (Corriere). E' con gli altri ex dem ed ex Sel che il solco si allarga. Speranza al Corriere: "Dobbiamo partire dal basso. Non ci serve un uomo solo al comando". D'Attorre al Fatto: "Pisapia? Si è preso solo una pausa di riflessione. Non se ne andrà con il Pd". Montanari alla Stampa: "Litigano su cocci rotti. Pisapia si è dimostrato più cinico di D'Alema". Sul Corriere la rabbia di Pisapia: mi hanno proprio scocciato, basta esami di antirenzismo. Sul Fatto il retropensiero di Mdp: "La Boschi è solo una scusa, Pisapia teme le primarie. I suoi non si fidano di Bersani e D'Alema. Ma Campo progressista non esiste in gran parte d'Italia e non vuole contarsi".
Per Repubblica Pisapia punta in realtà a rilanciare il progetto civico e ulivista e prepara un summit a settembre con Prodi. Ma chi vorrà partecipare alla costituente dovrà sciogliersi, Mdp compresa. Nessun congresso prima del voto, primarie per scegliere i candidati. Praticamente lo schema opposto a quello degli ex dem.

EUROPA
Cessate il fuoco e voto in primavera: Sarraj e Haftar siglano la tregua a Parigi. Macron: ora la pace può vincere (Stampa p.2). Un accordo nel segno di Macron, che ringrazia Gentiloni  ma in realtà prova a tagliare fuori l'Italia dallo scenario libico (Corriere p.8). Roma spiazzata: la mossa di Parigi punta a portare l'amico Haftar sullo stesso piano di Serraj, smentendo la linea italiana. Palazzo Chigi accusa il colpo dell'esclusione ma non crede che per Tripoli sarà la svolta (Messaggero). L'ex capo di Stato Maggiore Tricarico a Repubblica: "Manca la concertazine europea: la Francia si muove da sola, noi siamo più deboli in quell'area". Il Giornale: Macron "colonizza" la Libia e umilia Gentiloni. Roma rischia di perdere il petrolio e l'influenza sull'area nordafricana. Idem Libero: Macron porta la pace in Libia per far soldi con armi e petrolio. Per Negri (Sole) l'intesa Serraj-Haftar rafforza solo Macron. Sulla Stampa (p.3) i pericolosi vuoti lasciati dall'Italia nel campo diplomatico impegnato sul fronte libico: Roma poteva avere l'incarico di rappresentante del segretario generale delle Nazioni Unite in Libia ma non ha appoggiato la candidatura di Lamberto Zannier. Tutto giocava a suo favore ma è stato inspiegabilmente dirottato altrove da Roma, e al suo posto è andato un diplomatico libanese, Ghassan Salaè, con vigorosi legami con la Francia.
Oggi l'incontro a Roma tra Gentiloni-Serraj. Intanto Junker scrive al premier e promette: "Per l'Italia sui migranti, pronto un contributo di emergenza fino a 100 milioni e una task force con 500 esperti"(Corriere e tutti). Ma a Roma le ong dicono "no" al codice-Minniti: "Non vogliamo polizia a bordo" (Repubblica).  

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Commentario del 25.07.2017

IN PRIMA PAGINA
Incendi e siccità, l'Italia in ginocchio e la Protezione Civile resta senza mezzi (Repubblica). Roghi a Termoli, chiude la A14, Fiat evacuata (Messaggero). E a Roma anche il Vaticano chiude le fontane (Corriere). Ma la crisi idrica della capitale è un caso anche politico. Libero attacca le ex municipalizzate: rubano anche l'acqua. Il Foglio: una bufala Roma senz'acqua.
In primo piano anche l'emergenza migranti. Mattarella richiama la Ue: "Sia seria, basta battute" (Corriere). Minniti ha un nuovo piano: soldi ai migranti per convincerli a tornare a casa (Messaggero). Intanto Macron chiama a Parigi i leader libici: Roma irritata per l'esclusione (QN). Alfano alla Stampa: "In Libia troppe iniziative".
Sul Giornale le stime del Fmi sull'Italia: il Pil cresce, c'è aria di ripresa. Mattarella: "Ora mettere in sicurezza la crescita" (Sole).
Su Corriere e tutti la mega confisca alla Lega: 49 milioni da restituire. Arrivano i conti di rimborsopoli (Repubblica). Libero: vogliono uccidere Bossi. Intanto Salvini cambia logo: pensa alla "Lega dei popoli" (Stampa).
Ancora in prima pagina il cambio ai vertici di Tim: per Cattaneo compenso ridotto, "soltanto" 25 milioni (Libero). Il Corriere: bonus esagerato. Ora è caccia ai nuovi vertici (Repubblica). Da Mps escono invece i dipendenti: al via la trattativa per 4800 tagli. Entro ottobre le prime 1200 uscite (Sole)
In cronaca la resa dei genitori del bimbo inglese: "Charlie andrà con gli angeli". Troppo tardi per le cure (Corriere).

ITALIA-ECONOMIA
L'Fmi migliora le stime di crescita (Sole p.5): l'Italia cresce più del previsto (Stampa p.6). Il Fmi rivede al rialzo lestime del pil, dallo 0,8 all'1,3%. "Eppur si muove", il titolo del Giornale in prima. Gentiloni: adesso giù il debito (Stampa p.6).  "L'Italia sale qualche scalino in più nella crescita – dice il premier – ma se qualcuno si illude che queste macro cifre producano immediamente conseguenze sul terreno del lavoro e per le condizioni delle famiglie fa bene a toglierselo dalla testa. Queste cifre sono la premessa, non il risultato". Mattarella: "L'Italia registra una ripresa. Ora occorre mettere in sicurezza questa fase con un'azione di sistema".
Il pil italiano cresce, ma il lavoro che non decolla è la vera zavorra del Paese, scrive Zacché nell'editoriale del Giornale. Il governo non può celebrare i numeretti della ripresa del pil: dovrebbe piuttosto preoccuparsi dei meccanismi di trasmissione verso il lavoro e i salari, tutti inceppati. L'unica riforma economica del governo Renzi, il Jobs Act, funziona poco; le imprese, finiti gli incentivi, assumono solo a termine. Questo momento favorevole non durerà a lungo: non sfruttarlo sarebbe una follia. Al Pd scegliere tra una legge di Stabilità mirata a lavoro salari e produttività e l'ennesima sciagurata manovra elettorale.
Turismo, lavoro e 4.0 le mosse da fare per spingere la ripresa, scrive Di Vico sul Corriere. Guai a discutere di decimali, serve decidere come supportare la tendenza al miglioramento dell'economia reale. Bene  il piano Industria 4.0: sta funzionando per le imprese industriali, potrebbe essere esteso anche al turismo, dice De Felice (Intesa Sanpaolo). "Servono misure-sorelle del Piano 4.0 che aiutino investimenti destinati a qualificare e a innovare il turismo italiano".
Per il Sole Mattarella e Gentiloni pensano già alla manovra e ai rischi a cui è esposta per la discussione in concomitanza della legge elettorale. Di fronte al rischio di una maggioranza senza numeri pensano a una "fiducia tecnica a tempo", che serva solo all'approvazione della legge di bilancio.

ITALIA-POLITICA
Una Camera "senza padroni", ovvero senza una maggioranza: questo per il Corriere si profila dopo il voto del 2018, con molti cambiamenti rispetto all'assetto attuale. Il Pd avrebbe 100 deputati in meno, il M5S salirebbe da 88 a 181. Quanto al centrodestra FI passerebbe da 56 seggi a 100, la Lega da 19 a 100, Fdi da 11 a 32. Il centrodestra starebbe in testa, con 232 seggi: ma la soglia di maggioranza resta irraggiungibile a 316. Pagnoncelli: "Insieme è probabile che i partiti del centrodestra perdano voti. Meglio se corrono divisi e poi si uniscono". Ma anche altre eventuali intese – Pd con FI oppure M5S-Lega_Fdi – non avrebbero i numeri. Resta poi l'incognita del centro e di una sinistra che supporti il Pd.  "Con quattro attori in scena – Renzi, Grillo, Salvini, Berlusconi – ognuno in corsa per la sua ambizione, si va verso un Parlamento ingovernabile" l'analisi di Folli su Repubblica.
Forza Italia e Lega fanno i conti col numero dei seggi. La lega sogna di arrivare a 120 deputati: se la legge elettorale non cambia, chi sogna il Parlamento deve scommettere su Salvini. Forza Italia ha invece il problema di riconfermare i vecchi numeri, a fronte del controesodo degli azzurri che stanno tornando. A decidere sarà Berlusconi ma si riparla di regola dei tre mandati (Corriere).
Intanto Salvini pensa a cambiare logo: dal simbolo via il Nord, arriva la "Lega dei Popoli" (Stampa). Anche Renzi in movimento, su simbolo e alleanze: "Pronti a trattare pur di fare un listone con Pisapia". Obiettivo, lista unica Pd-Campo Progressista per arrivare al 40%.

EUROPA
Migranti, su tutti il richiamo di Mattarella agli ambasciatori: "La Ue dia risposte serie" (Sole) "serve fermezza come per le banche" (Corriere). L'ambasciatore Massari al Messaggero: "Siamo riusciti a imporre il tema alla Ue ma a Bruxelles ancora troppi egoismi. Ma l'Italia per contare di più deve essere più unita. L'antieuropeismo non ha fondamento nella realtà: l'Europa è l'unico game in town, non c'è alternativa".
Minniti a Tunisi per la riunione degli stati africani. Due i punti chiave del documento firmato ieri: soldi ai migranti per tornare a casa e governo dei flussi tra Ue e Africa (Messaggero, Sole).  Finora solo 5000 persone hanno aderito ai "rimpatri assistiti". Il Viminale punta a incentivare il contro esodo. Ribadita la necessità di "stabilizzare" la Libia per meglio controllare le frontiere. Oggi al Viminale l'incontro con le ong impegnate in mare: sul tavolo il nuovo codice di condotta voluto dall'Italia ma molte organizzazioni diranno no alla Polizia a bordo e all'impegno a non fare trasbordi.
Libia divisa, i leader da Macron e Roma si irrita (QN). Fa discutere il vertice parigino voluto da Macron con i capi della Libia. All'incontro invitata in extremis anche la delegazione italiana. Roma scettica sul successo del vertice (Messaggero). Sulla Stampa l'affondo di Alfano: "In Libia troppe iniziative. Unifichiamo gli sforzi sulla mediazione Onu". E sulla Francia: "Abbiamo un rapporto fraterno, il Mediterraneo è un'area di interesse comune. Macron ha vinto esprimendo una forte vocazione europeista e questo ci piace. Per il resto, ciascuno segue gli interessi nazionali". Il ministro francese Le Drian, ieri a Roma, prova a smorzare le tensioni: "La Francia e l'Italia non possono fare nulla senza l'altro". Repubblica accusa: Macron non apre i porti francesi ai "migranti economici" ma le truppe francesi in Niger nulla fanno per bloccare la rotta principale dei trafficanti di uomini. Il Foglio sminuisce la querelle italo-francese: "l'iniziativa di Macron non va letta in chiave anti italiana, la Francia è consapevole che la crisi libica è pericolosa per tutta l'Europa". Sul Messaggero parla l'ambasciatore alla Ue Massari: "L'Italia svolge un ruolo primario nella stabilizzazione della Libia, qualsiasi iniziativa può essere utile se condivisa. Un paese da solo non può fare molta strada".

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Commentario del 24 luglio 2017

IN PRIMA PAGINA
Siccità, mezza Italia in crisi (Corriere). In 10 Regioni si rischia la Grande Sete (Stampa, Messaggero). Galletti striglia i governatori: "Rete idrica colabrodo" (QN). Roma a rischio razionamento: su Repubblica il piano per superare la crisi. Libero: manca l'acqua ma 4 litri su 10 vanno sprecati.
Politica tra riassetti e giustizia. Pisapia: il Pd non è il nemico divisi si può solo perdere (Repubblica). L'avvocato Coppi replica invece a Gabrielli su mafia e corruzione: "Allargare il 416bis? Semmai l'opposto" (Messaggero). Scende la fiducia degli italiani nella giustizia (Messaggero).
Sul Corriere il futuro della Generazione 80: rischio pensione a più di 73 anni. Sul Messaggero la ripartenza dei mezzi pubblici: arrivano nuovi bus e treni. Ancora polemiche sull'uscita di Cattaneo da Telecom. "Meritati i miei compensi" l'autodifesa su Repubblica. Libero: la Tim si vergogna dei 40 milioni. Su L'Economia parla Donnet: "Italia più forte in Europa con Generali". Su Affari & Finanza parla Salini: "Guardo a Wall Street".
In Francia la stella Macron è già appannata (Corriere). In Israele agguato nell'ambasciata (Corriere).
In cronaca: choc in Kenia, italiana uccisa in villa (Messaggero e tutti). A Trento caccia all'orso che ha ferito un uomo (Repubblica). A Venezia il femminicidio di Maria, che difendeva la libertà delle donne (Corriere). Sulla Stampa: un bimbo su 3 passa l'estate senza vacanze.

ITALIA-ECONOMIA
"Va reso permanente il taglio ai contributi dei lavoratori giovani": così il vice ministro Morando alla Stampa, in vista della prossima manovra. "Dimezzare le tasse sul lavoro per due anni per i nuovi assunti, per le imprese che prendono un ragazzo a tempo indeterminato o con l'apprendistato. Dopo due anni in capo al lavoratore resta una riduzione fiscale, che negli anni si allargherebbe a macchia d'olio", la proposta di Morando. Altra misura, "incentivi a investimenti privati in macchinari ad alta tecnologia" e spinta alla contrattazione di secondo livello "per innalzare la produttività". Morando ipotizza anche una spinta a investimenti pubblici di enti locali. Decisivo, per il varo della manovra, sarà il voto di settembre sul piano di rientro dall'indebitamento strutturale: "è il via libera a una manovra che corregge i conti della metà rispetto a quanto previsto nel Def".
In manovra dovrebbe poi entrare un "pacchetto pensioni" che faccia il "tagliando" all'Ape – possibile la copertura di tutte le richieste arrivate – e preveda soluzioni per evitare il pensionamento a 67 anni dal 2019. Giovedì prossimo round tra il ministro Poletti e i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil (Stampa p.8).
Sul Corriere "Generazione 1980, miraggio pensione": per chi è nato dal 1980 in poi il regime pensionistico è completamente diverso da prima ma non ce n'è consapevolezza, avverte Stefano Patriarca, consigliere economico di Palazza Chigi. In pensione si andrà almeno a 69 anni e 5 mesi, a patto di aver maturato una pensione non inferiore a 640 euro netti. Chi non raggiunge questo minimo per aver subito disoccupazione e salari bassi potrà andare in pensione solo a 73 anni e 5 mesi. Si potrà andare in pensione anticipata a 66 anni e 5 mesi solo se l'importo maturato non è inferiore a 1.050 euro. Un sistema, sottolinea Patriarca, che premia coloro che fanno i lavori migliori (stabili e ben pagati) consentendo loro di ritirarsi prima, e punisce i più deboli, costretti alla pensione posticipata. Di qui le ipotesi di riforma della riforma Fornero. Si potrebbe agire anche sul modello del lavoro, ma il mercato sta cambiando e Industria 40 potrebbe polarizzare ulteriormente l'occupazione tra lavori continui e ben pagati e discontinui e poveri.

ITALIA-POLITICA
Centrosinistra, prosegue il progetto di Pisapia nonostante le polemiche per l'abbraccio con la Boschi (su tutti). L'ex sindaco di Milano a Repubblica (in prima e p.3): "Il Pd non è il mio nemico, il centrosinistra diviso perde e la polemica per l'abbraccio con Maria Elena è inutile". Il leader di Campo Progressista rivendica la coerenza del suo progetto per riunire il centrosinistra lavorando alla creazione di un movimento progressista autonomo e indipendente dal Pd: "Ma non rifaccio la Sinistra Arcobaleno, il progetto non è un partito del 3%, l'idea è avere alleati tutti quelli che stanno dalla tua parte". Pippo Civati al Fatto (p.6): "C'è troppo scollamento, non riusciamo a illustrare un intento distinto, autonomo. E non facciamo altro che parlare di Renzi e D'Alema. Potrei lasciare, e non ricandidarmi".
Centrodestra, Giorgia Meloni al Corriere (p.10) lancia la "coalizione dei patrioti" aperta "a chi – dice - voglia difendere l'interesse nazionale, il lavoro, le nostre imprese, i nostri confini e le nostre famiglie. Il contrario, insomma, di quanto avvenuto con Renzi. Si può lavorare con Lega, Fi e con le proposte civiche e centriste, ma a patto che non siano guidate da quelli che fino a ieri hanno governato con Renzi". Intanto, tra i centristi, allarme di Alfano: "Pd e Fi vogliono annientarci. Tra Renzi e Berlusconi c'è un'intesa, ma noi ci uniremo ad altri e andremo avanti" (su tutti). Ma non si ferma la diaspora in Ap. "Fi è l'unico centro, se Berlusconi chiama io ci sono" dice a Repubblica (p.4) Lionello Marco Pagnoncelli, mentre Maurizio Bernardo, spiega: "Vado nel Pd, Renzi mi piace e la destra non risorgerà".

EUROPA
Si appanna l'astro di Macron (Corriere p.14): popolarità in picchiata per il leader "napoleonico", sceso dal 64% di giugno al 54% di ieri. Già finita la luna di miele con i francesi (Stampa p.12): Macron paga per il piglio autoritario, messo in mostra con l'esautorazione del generale de Villiers, umiliato pubblicamente per aver osato interloquire sui tagli di 850 milioni al budget della Difesa. Il calo nei sondaggi è un'avvisaglia di tempesta, ora che si avvicinano gli scogli della riforma del lavoro.
Sul Messaggero (p.13) la preoccupazione di Palazzo Chigi per l'attivismo di Macron sulla Libia, avendo convocato all'Eliseo i rivali Serraj e Haftar. "Quando i francesi si occupano di Libia producono solo danni" gli umori che filtrano dalla Farnesina. Oggi a Roma la conferenza deli ambasciatori, presente anche il ministro degli esteri francese Le Drian.
Su Repubblica (p.11) l'eterno dilemma dei rapporti Italia-Francia, tra rivalità e alleanza. Il sottosegretario Gozi: "Su Libia e imprese Parigi non deve ripetere gli errori del passato". L'economista Alain Minc: "Macron sta tornando ai fondamentali: trattato con Berlino, poi ci si allarga agli altri partner. E' nell'interesse di Parigi appoggiarsi su altre capitali ma Roma non dorma".

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Commentario del 23 luglio 2017

IN PRIMA PAGINA
Siccità e roghi, governo pronto a dichiarare lo stato di calamità nazionale (Repubblica). Con le riserve di acqua ai minimi, Italia verso il razionamento (Stampa). Galletti al Mattino: "Meno sprechi e più manutenzione dei boschi". A Roma è allarme rosso: sette giorni per non restare senz'acqua (Corriere). Ma tra Zingaretti e Raggi è scontro. La Regione: stop prelievi a Bracciano. La sindaca: garantire l'acqua a tutti (Messaggero).
Politica, il sondaggio del Corriere dà Forza Italia in crescita, Pd e M5S in calo: il centrodestra unito arriva al 35%. QN: il Pd sprofonda, si profila lo stallo. Su Repubblica l'ansia dei centristi. Lorenzin: "Non torno da Berlusconi ma pure Renzi ci vuole morti".  Sul Messaggero le fibrillazioni dei governatori. Toti: "Più autonomia per le Regioni, serve un piano nazionale".
Ancora echi di "Mafia Capitale". Sul Messaggero parla il capo della Polizia Gabrielli: "Mafia, reato da cambiare". Il Giornale: la mafia o c'è o non c'è.
Spazio anche all'economia. Su Stampa e Messaggero anticipazioni della manovra: sostegno alle imprese e sconti per chi assume giovani (Stampa). Tagli per 1 miliardo alle agevolazioni fiscali (Messaggero). Sul Sole i ritardi della pubblica amministrazione nei pagamenti: il 62% sfora.
Sempre sul Sole l'appello di Gentiloni per avere l'Agenzia Europea dei farmaci a Milano: è la scelta migliore per l'Europa.
Tra economia e finanza, l'uscita di Cattaneo da Telecom. Tra Bolloré e il governo trattativa su vertici e rete (Repubblica). Libero: a Cattaneo 40 milioni per 16 mesi in Tim. Consiglio spaccato, francesi in maggioranza (Sole).

ITALIA-ECONOMIA
Giovani e occupazione, queste le priorità del governo. Pilastri portanti di una manovra stimata tra i 13 e i 15 mld, saranno taglio del cuneo fiscale e nuova spinta agli investimenti, a partire dagli incentivi per Industria 4.0 (Stampa). Al Mise si pensa di prorogare tutti gli attuali incentivi e di potenziare gli strumenti già in campo, dal Fondo di garanzia alla legge Sabatini, all'iperammortamento del 250% su un elenco più ampio di beni incentivabili. Per il lavoro, d'intesa con il ministro Poletti, spinta ai digital innovation hub e ai competence center, con un credito di imposta ad hoc a favore della formazione. Dal governo sostegno anche al Made in Italy. Per favorire l'occupazione giovanile diverse le ipotesi sul tavolo: dimezzamento dei contributi a carico dei datori di lavoro per 2-3 anni per tutti gli under 35 assunti a tempo indeterminato oppure cancellazione totale dei contributi per 2 anni solo per gli under 25. "Servono cento miliardi di investimenti in quattro anni per dare una spinta al Paese – la proposta del presidente della Commissione Bilancio Boccia (Pd) – Renzi dimostri di essere cambiato davvero e ingaggi la sua battaglia con l'Europa su questo". E in manovra, per ricucire a sinistra, "si punti su assunzioni dei giovani, scuola e investimenti pubblici". 
Sul Messaggero altre anticipazioni sulla manovra: si va verso un taglio alle agevolazioni fiscali. Oltre 400 le voci al setaccio. Obiettivo: recuperare un miliardo, o tagliando tutte le agevolazioni o alzando l'asticella del reddito per accedervi.

ITALIA-POLITICA
Politica, il sondaggio del Corriere dà Forza Italia in crescita, Pd e M5S in calo: il centrodestra unito arriva al 35%. QN: il Pd sprofonda, si profila lo stallo.
Numeri però discordanti tra le rilevazioni di Pagnoncelli e Noto: se per Ipsos i dem arrestano la discesa al 26.9%, per Ipr Marketing sarebbero al 24%. Meno di mezzo punto di differenza invece sul valore del M5S, che resta primo partito con il 28% (Ipr) e 27,6% (Ipsos). I due istituti concordi nel rilevare l'ascesa del centrodestra, la cui lista unita sarebbe al 35% per Ispos, mentre al 30% per Ipr. "Renzi leader solido, ma paga le riforme" è l'analisi delle discesa nei consensi Pd fatta da Rosato al QN. Ma la prodiana Zampa replica: "Siamo senza rotta e distanti dalla gente".
Su Repubblica l'ansia dei centristi per l'attrazione azzurra. Lorenzin: "Non torno da Berlusconi ma pure Renzi ci vuole morti. Essere la quarta gamba del centrodestra non ha senso, perchè gli elettori votano direttamente Fi. La nostra è una scommessa non ancora vinta: chi vuole cose semplici torni ad Arcore e ci lasci lavorare". Gelmini al Corriere (p.4): "Il centrodestra riparta dai 4 pilastri: Fi, Lega, FdI e civismo. L'unità è possibile anche con il sistema proporzionale. Noi spettatori di quanto succede al centro". Libero (in prima e p.6) rivela il programma di Berlusconi per battere Renzi: reddito di dignità  per chi guadagna meno di mille euro al mese e via i clandestini. Al centrodestra dedica ampio spazio l'Espresso (p.24-30): è partita la corsa alla leadership, con Salvini che cerca di darsi un tono istituzionale e Berlusconi che per fermarlo punta a spaccare il Carroccio, mentre sfrutta il ritorno degli "ex traditori centristi".
Su Messaggero e Repubblica le fibrillazioni dei governatori sull'autonomia delle regioni. Toti al Messaggero: "Il voto in Veneto e Lombardia sia uno stimolo per tutti. Serve un percorso di riforma costituzionale per l'autonomia delle Regioni, una parte delle tasse dovrebbe restare agli enti locali. L'attuale sistema va ripensato anche attraverso nuove aggregazioni territoriali. Non si tratta di Sud contro Nord, serve un patto di mutua assistenza".
Chiamparino a Repubblica: "Per difendere l'autonomia non serve un referendum ma il dialogo con il governo, sfruttando l'art.116 della Costituzione che prevede margini per le Regioni virtuose".

EUROPA
Austria, il cancelliere Kern smentisce il ministro Kurz: "Al Brennero nessuna emergenza: i migranti arrivano dai Balcani. Serve più sensibilità verso l'Italia. E la reputazione dell'Italia non va messa a rischio per una campagna elettorale" (Sole p.5). In soccorso al governo Gentiloni va anche Berlusconi: "Abbiamo messo a disposizione la nostra competenza e la nostra esperienza" (Sole p.5). Sul Corriere (p.8) la vera emergenza italiana: abbiamo gli immigrati meno istruiti d'Europa (il 53% ha al massimo la terza media) e lasciamo migrare laureati italiani. In queste condizioni – scrive Fubini – l'apporto degli immigrati alla potenziale crescita del Paese è minore che in passato. Altro problema tutto italiano: la percezione del fenomeno immigrazione. I dati Istat smentiscono il refrain dell'invasione: per la prima volta in 25 anni, negli ultimi 3 anni il numero di stranieri sul territorio nazionale ha smesso di aumentare. Ciò che cambia è l'esplosione degli approdi dalla Libia e le richieste di asilo e questo ha convinto gli italiani che gli stranieri siano molti di più di quanti non siano realmente. "Dobbiamo formarli, come fanno a Berlino" dice al Corriere il direttore dell'Ispi Paolo Magri: "Sono aumentati gli italiani che se ne vanno, diminuiti gli europei che arrivano e aumentati chi sbarca, con una scolarità da terza media e per un quarto analfabeti. Numeri non drammatici in sé ma chi arriva non trova lavoro regolare né riceve una formazione adeguata come accade in Germania. Dobbiamo fare di più e meglio per integrarli linguisticamente e scolasticamente e sistemare i 2-300 mila irregolari che vagano per le nostre città".
Sul Giornale (p.13) parla invece l'ex generale Marco Bertolini: "Migranti da bloccare e non da accogliere, oppure l'Italia muore". E sulle ong: "Smettano di portare gli immigrati da noi: c'è un servizio di traghettamento che non fa i nostri interessi".

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Commentario del 22.07.2017

IN PRIMA PAGINA
Migranti, è scontro con l'Est (Corriere). "L'Italia: chiuda i porti". Gentiloni: niente minacce né lezioni (Messaggero). Dietro i barconi la mafia nigeriana, con droga,armi e prostitute (Italia Oggi).
In primo piano anche la "migrazione" dal governo a Forza Italia: dopo Costa lascia Cassano. Il governo perde un altro pezzo (Sole). Renzi: si va avanti. Alfano in allarme (Messaggero). Berlusconi: "Nessun traditore tornerà in Forza Italia" (Giornale). Libero lancia l'appello a Forza Italia: accogliete i profughi dal centro alla deriva.
Fa ancora discutere la prima sentenza su "Mafia Capitale". Pignatone al Corriere: "Ma a Roma la mafia c'è". E a Repubblica: "Ho perso ma resto convinto che sia vera mafia". Idem la Bindi: "A Roma patto tra i clan. Fare ricorso su Mafia Capitale" (Fatto, Avvenire). Cantone al Messaggero: "Roma bloccata, deve ripartire".
Milano invece già l'ha fatto: è l'unica città che ha superato la crisi (Libero).
Tra finanza ed economia, l'adieu di Cattaneo a Telecom, con 30 milioni di buonuscita (su tutti). Sul Sole la svolta sostenibile dell'Eni. Descalzi: "Gas, rinnovabili e chimica verde: così rispondiamo alla crisi del greggio".
In cronaca il terremoto nell'isola delle vacanze: 2 turisti morti e 200 feriti in Grecia (Messaggero e tutti). A Gerusalemme torna l'Intifada: 3 palestinesi e 3 coloni morti sulla spianata (Corriere e tutti).

ITALIA-ECONOMIA
Contratti, le assunzioni superano le cessazioni ma cresce il lavoro a tempo; stabile solo un posto su quattro (Sole p.5); sei su dieci i contratti a termine (Corriere p.40). Su tutti i giornali gli ultimi dati Inps, che per il periodo gennaio-maggio evidenziano un saldo positivo tra cessazioni e assunzioni di 792 mila unità. Ma a differenza del passato, a fare da traino sono i contratti a tendo determinato, seguiti da apprendistato e contratti a tempo indeterminato. In calo anche le trasformazioni tra tempo determinato e indeterminato. La fine dei vecchi voucher ha determinato un forte aumento del lavoro a chiamata (+78%). 
Governo in manovra sulla legge di bilancio: caccia a 15 mld (Corriere). Sono quelli che servono per stoppare l'aumento dell'Iva. Altro pilastro della manovra, il taglio delle tasse sul lavoro, che Padoan vuole concentrata sulle assunzioni dei giovani. Renzi invece vuole che il taglio riguardi tutti i lavoratori. Difficile che in manovra entri la revisione delle agevolazioni fiscali. Possibile un nuovo intervento sulle pensioni, per ammorbidire l'innalzamento dell'età a 67 anni dal 2019 e per ampliare i margini dell'ape social, l'anticipo pensionistico per le categorie deboli.
Su Avvenire l'appello a Gentiloni del Forum delle Famiglie: "Gentiloni faccia una riforma fiscale che metta al centro le famiglie. La crisi demografica è un'urgenza assoluta. Il primo segnale deve arrivare dalla prossima manovra" scrive Gigi De Palo.

ITALIA-POLITICA
Cassano lascia il governo: "Facevamo da stampella ai dem, torno in Forza Italia, la casa in cui sno nato e cresciuto, e da Berlusconi, l'unico leader che può federare un centrodestra di nuovo vincente", dice l'ormai ex sottosegretario di Ap al Corriere. Al Senato maggioranza sempre più risicata, ma Gentiloni e Renzi tirano dritto. Obiettivo, blindare la manovra (Messaggero). Ieri l'incontro tra il premier e il governatore di Bankitalia Visco: "C'è una boccata di ossigeno che arriva dall'economia, ma la sfida è qui e ora". Anche il Colle in allerta sulla stabilità (Sole): per Mattarella la priorità è la legge di bilancio e la sicurezza dei conti pubblici. Solo dopo si potrà andare a votare.  
Berlusconi si gode il ritorno al centro della scena, evoca un nuovo "predellino" ma frena sul controesodo in atto tra i centristi: "Nessun traditore tornerà in Forza Italia" (Giornale). Si lavora semmai alla creazione di una formazione ad hoc nell'alveo del centrodestra.
Alfano, in un vicolo cieco ora punta su Franceschini per rilanciare su una legge elettorale che preveda il premio di coalizione (Repubblica).
Mentre Berlusconi "imbarca" centristi Renzi conta gli abbandoni: "Una marea quelli scesi dal mio carro. I nomi? Ci vorrebbero le Pagine gialle" (Repubblica). Ma intanto prepara la maxi squadra Pd (Stampa): Fassino agli Esteri, sindaci e donne nei dipartimenti chiave, spazio anche alle correnti, sia amiche che nemiche. Nella nuova segreteria Guerini, Martina, Giachetti, Nannicini, Bellanova. 
Sul Corriere le prossime mosse di Renzi: il segretario dem ha deciso di scomparire per un mese.Fino a settembre non parteciperà a dibattiti e ospitate televisive e si terrà alla larga dal chiacchiericcio romano. "Si è deciso di non andare alle elezioni anticipate, come volevo io, e allora è inutile partecipare ai teatrini di palazzo. E' tornata la Prima Repubblica e io voglio stare lontano". 
Ma prima va in diretta su Rainews per mezz'ora, per presentare il suo libro col direttore Di Bella. Il Fatto: non è la Rai, è casa sua.

EUROPA
"L'Italia chiuda i porti" (Libero in apertura e su tutti): Vienna e i quattro dell'Est contro Roma (Corriere e tutti). Dopo la richiesta del giovane ministro austriaco Kurz di fermare i profughi a Lampedusa, arriva la lettera dei responsabili di Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia, per chiedere all'Italia di cambiare marcia sui migranti. "Chiudere i porti, creare centri di accoglienza fuori dalla Ue e stoppare il ricollocamento compulsivo". Netta la replica di Gentiloni: "Noi facciamo il nostro dovere, pretendiamo che l'Europa intera lo faccia al fianco dell'Italia e non accettiamo improbabili lezioni o minacce. Pretendiamo solidarietà". La Pinotti: "I consigli non richiesti dimostrano che ognuno guarda il cortile della propria campagna elettorale". Il Corriere: rinasce l'alleanza austro-ungarica in nome del sovranismo, in totale contrapposizione al concetto di interesse comune europeo. Fino a quando a Orban sarà concesso di abusare della pazienza della Ue?
Intanto sulla Libia parte l'offensiva diplomatica della Francia (Messaggero): la Stampa parla di spallata di Macron all'Italia. L'obiettivo del presidente francese è ospitare a Parigi il 25 luglio l'incontro tra Haftar e Serraj per favorire la creazione di un esercito nazionale unitario. Quello di Macron, scrive la Stampa, è un chiaro tentativo di ridimensionare il ruolo svolto nell'area dall'Italia per assicurarsi una "golden share" nella Libia del futuro specie per quel che riguarda il petrolio.

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Commentario del 21.07.2017

IN PRIMA PAGINA
Roma, 20 anni a Carminati, 19 a Buzzi, 41 condanne e 5 assoluzioni (Sole). Stangata Capitale "ma non è mafia" (Messaggero e tutti). Il Foglio: mafia capitale era solo una fiction. Il Fatto: Non erano mafiosi, solo ladroni. Roma depredata da destra&Pd. In primo piano su tutti la sentenza di primo piano del processo "Mafia Capitale". Marino al Messaggero: "Io mandato via con la scusa dell'inchiesta". Fiandaca: "Reati a parte città in mano ai corrotti" (Messaggero).
Sul Giornale il barometro politico del momento: si vota a marzo, e per Renzi sarà tutta in salita.
Sul Corriere e tutti il barometro dell'economia: Draghi va avanti con l'acquisto di bond e titoli. Su Avvenire l'allarme della Cisl: cresce il pil ma il benessere resta al palo. Su Italia Oggi la proroga a fine anno della voluntary disclousure.
Dall'Europa. L'Austria provoca: "Tutti i migranti siano confinati" (Avvenire). Sale la tensione tra Berlino e Ankara: "Imprese, non investite in Turchia" (Sole)
In cronaca, l'approvazione della legge sui vaccini. Lorenzin al Mattino: "In classe mai più di due senza vaccino".

ITALIA-ECONOMIA
"Avanti con gli aiuti all'economia" (Messaggero p.18). Draghi va avanti con l'acquisto di bond e titoli e lascia invariati i tassi (Corriere p.11). Sale l'euro sul dollaro, scende lo spread. Sul Corriere intervista a Caselli (Bocconi): "Dalla Bce una scelta di stabilità per evitare scossoni prima del voto in Germania: se necessario, Draghi continuerà con il Qe per tutto il 2019". Ma la Germania preme per chiudere la politica espansiva e si augurano che a settembre arrivi la svolta. A dividere Berlino e Francoforte, per Repubblica è il rischio Italia: la Bce sa che un rialzo repentino dei rendimenti dei bond avrebbe effetti devastanti per un Paese con un debito come il nostro e porterebbe troppa instabilità a ridosso delle elezioni. Il ritorno alla normalità va gestito con la massima cautela. L'Italia è il Paese più esposto, per via del debito e dell'instabilità politica.
Il Pil aumenta, il benessere no: su Avvenire il "Barometro nazionale" della Cisl, che coglie il miglioramento della crescita ma al contempo registra un peggioramento nella qualità della vita delle famiglie. Redditi, qualità del lavoro e coesione sociale in flessione. Colpa del clima di incertezza e precarietà legate al mondo dell'occupazione. Flessione anche sul fronte dei redditi per il mancato rinnovo di contratti collettivi. E il benessere delle famiglie scende. La Cisl: "Serve una manovra iscale efficace per i redditi medio-bassi e una iniezione di fiducia alle famiglie". Altra proposta: rivedere gli indicatori bes da usare in manovra.
Su Italia Oggi l'ipotesi del governo di prorogare fino a dicembre la voluntary disclousure: cinque mesi in più per aderire alla procedura di riemersione dei capitali dall'estero a fronte delle scarse adesioni, solo 7 mila a fronte delle 24 mila attese. Così resta lontano l'obiettivo di 1,6 mld di gettito.

ITALIA-POLITICA
Renzi a Gentiloni: "Ora una nuova agenda per evitare la palude". Sul Messaggero il Renzi-pensiero alla vigilia della pausa estiva: il sostegno al governo non è più in discussione ma resta il timore che finisca per sfiancare il Pd. Di qui la necessità di "un'agenda di fine legislatura" che aiuti e non zavorri i dem Dopo il ddl Vaccini e i decreti Banche e Mezzogiorno (che probabilmente richiederanno la fiducia) si spinge per una riforma dei vitalizi, biotestamento, regolamento degli scioperi. Per Renzi l'imperativo è "evitare la palude", per non ripetere l'incubo del 2012. Per la Stampa l'ostacolo principale sulla strada di Gentiloni è la legge di Stabilità: nel Pd sono praticamente sicuri che i bersaniani di Mdp non la voteranno, dopo le dichiarazioni di Bersani che para di settembre come mese del "redde rationem del governo". L'unica è sperare in Pisapia e , in Parlamento, nell'appoggio di Forza Italia. Orfini:"Noi sosteniamo il governo, ci aspettiamo analogo senso di responsabilità dagli altri – dice alla Stampa – Chi ha nostalgia delle coalizioni impari quanto è faticoso procedere così, tra un veto e l'altro".
"Si vota a marzo e per Renzi sarà tutta in salita", prevede Sallusti nell'editoriale del Giornale. Il leader del Pd, dopo tre anni in fuga solitaria ora rincorre gli avversari. Ma mentre lui arranca Berlusconi vola, sulle ali di una seconda giovinezza.
A sinistra restano distanze e fibrillazioni. Caos al centro. Per Repubblica c'è un piano Verdini-Lupi per silurare Alfano. E Berlusconi si prepara ad accogliere i centristi in fuga: c'è già un nome per la nuova formazione, "Italia civica". All'opera Ghedini e Brunetta: obiettivo, il 3% (Stampa).  Il Corriere "conta" 25 senatori centristi pronti alla fuga per tornare nel centrodestra. Lupi tiene, e al Corriere dice: "Tra noi e Pd asse fino alle elezioni. Forza Italia deve scegliere, tra centro o populisti". Salvini chiude: "Mosse sospette, niente spazio a chi ha sostenuto gli ultimi governi" (Corriere).

EUROPA
Alta tensione tra Berlino e Ankara. Gabriel alle imprese: "Turchia a rischio" (Sole p.6). Investimenti e turisti non sono sicuri, l'avvertimento del ministro degli Esteri: Germania pronta a una revisione delle garanzie pubbliche sui crediti alle esportazioni su questo mercato. E' la risposta all'arresto di un attivista tedesco per i diritti umani, accusato insieme a cinque esponenti di Amnesty International, di sostegno ad organizzazioni terroristiche. "Non possiamo consigliare di investire in un Paese dove non c'è certezza del diritto e dove imprese rispettabili sono bollate come terroristiche". Il riferimento è a Basf e Daimler. Quasi 7 mila le imprese tedesche in Turchia, con Berlino primo partner commerciale di Ankara da cui importa beni per circa 15 mld di dollari. "Meglio per l'Italia" scrive Libero. Weber (Ppe) al Corriere: "L'Europa non può far finta di nulla. Bisogna congelare subito i negoziati per l'allargamento della Ue alla Turchia e anche i finanziamenti destinati da Bruxelles ad Ankara". Intanto Italia e Francia, attraverso il consorzio Eurosam, sviluppano un sistema di difesa anti-missilistica con imprese turche. L'ambasciatore Mattiolo: "Rafforziamo la cooperazione per garantire la sicurezza dello spazio aereo turco e il fianco sud della Nato" (Sole p.14). Parallelamente però la Turchia ha ribadito la sua intenzione di acquistare sistemi russi anti-missile (Italia Oggi p.14). Erdogan ormai è il problema numero uno del Medio Oriente, scrive Negri sul Sole.

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Commentario del 20.07.2017

IN PRIMA PAGINA
Fuga a destra, strappo nel governo (Messsaggero). Gentiloni perde un ministro (Corriere e tutti). Costa lascia e va con Berlusconi, che però non offre posti in lista a chi torna (Messaggero). Gentiloni: "Ora stabilità" (Sole). Fatto parla di "controesodo tra Renzi e Berlusconi", ma per Repubblica non scatta la corsa a destra. Sondaggi, per Libero Salvini vale quanto Renzi. Tra i temi economici, spicca il rapporto di Confindustria sulla situazione del Mezzogiono: industria e start-up trainano la (lenta) risalita(Sole). Spazio anche alla polemica per i pensionati che emigrano all'estero: costano un mld. Boeri: "Un'anomalia" (Sole).
Dagli esteri, in evidenza lo scontro in Francia Macron-militari, lascia il capo della Forze armate: "Troppi tagli" (Sole e tutti).
Tra i temi che dominano le prime pagine, anche le intercettazioni chock legate al terremoto di Amatrice: "ridevano pensando agli appalti". Dopo L'Aquila tocca ad Amatrice (Messaggero e tutti). Ampio spazio anche alla commemorazione per il 25 anni dalle stragi di via D'Amelio: "Errori su Borsellino" accusa Mattarella davanti al Csm (Corriere e tutti).
Repubblica dedica ancora spazio ai fatti del G8 di Genova. La polizia è con Gabrielli, Scajola difende De Gennaro.

ITALIA-ECONOMIA
L'Italia viaggia verso una crescita dell'1,3%: lo dice il Fmi. Atteso anche un surplus struttuale di bilancio, pari allo 0,5% di Pil (Corriere). Ma restano alcuni nodi: l'efficienza della Pa  e il costo del lavoro nel settore privato. Costo del lavoro sul quale torna a concentrarsi Boccia (Confindustria) durante la presentazione del rapporto che indica la lenta ripresa del Mezzogiorno, spinta da imprese e start-up, ma azzoppata dai dati sulla disoccupazione giovanile. "Basta con le chiacchiere, servono i fatti – ha detto il numero uno di Confindustria -. Si è arrivati al paradosso di pensare alle pensioni dei giovani che non hanno lavoro, e dire che gli diamo la pensione è offensivo". Boccia punta molto sul patto di "equità generazionale" e su "un grande piano di inclusione dei giovani nel mondo del lavoro". Manca (Corriere p.29) sottolinea come la poltica di concentri troppo sul welfare e poco sulle politiche attive sul lavoro: per risolvere le questioni della disoccupazione giovanile servirebbe una classe politica meno attenta al consenso e più alle sorti del Paese. Intanto, sulle pensioni, arrivano i dati sui pensionati italiani emigrati: sono 373 mila, per necessità o per pagare meno tasse: da Porto a Lisbona, dalla Romania al Costarica, un mld la spesa per i pensionati emigrati. L'Inps manda loro assegni molto più generosi dei contributi che hanno versato. Allarme di Boeri su prestazioni assistenziali e quattordicesime: "Erogate anche in Paesi che già lo prevedono" (Repubblica p.10 e tutti).

ITALIA-POLITICA
Il ministro Costa si dimette per tornare in area Berlusconi. Renzi apprezza la coerenza, ma dice: "Non cambia niente. Si vota nel 2018". "Non potevo più tenere i piedi in due scarpe – dice Costa a Corriere (p.2) e altri -. Nel centrodestra c'è la possibilità di ricucire intorno alle ricette liberali. Anche Renzi è un liberale vero, lui e Berlusconi sono fatti per stare dalla stessa parte". Gentiloni sollevato dal passo indietro del ministro: "Meglio così, ora più coesi e più forti" (Messaggero p.5 e altri). Restano in bilico i numeri al Senato. Strada libera per lo ius soli (Repubblica p.5). Il vero scoglio è la legge di Bilancio (Corriere p.3). L'appello di Gentiloni è – per Palmerini (Sole in prima e p.8) – rivolto a Pd, Ap e Mdp, ma anche a Berlusconi, il quale con la campagna acquisti rischierebbe di ritrovarsi la responsabilità della sopravvivenza del governo. Franco (Corriere p.5) sottolinea la stabilità di Palazzo Chigi che, nonostante sia sotto attacco da più fronti, prosegue nel suo galleggiamento: è come se i partiti sapessero che gli attacchi a Gentiloni devono fermarsi di fronte al rischio di una crisi. Per Folli (Repubblica in prima e p.29) i tormenti del governo Gentiloni anticipano la condizione che potrebbe presentarsi, aggravata, all'inizio della prossima legislatura: la differenza è che Gentiloni ha ancora una maggioranza e può contare sul Colle, che riuscirà ad arginare la crisi a meno che lo stillicidio dei centristi non diventi una frana.
Nel centrodestra c'è aria di movimento. Ap è in fibrillazione, molti parlamentari guardano a Fi e sperano che Costa apra la strada per tutti. Ma per il Messaggero il Cav non offre posti in lista a chi torna. Non chiude, ma avverte: "Formate una nuova aggregazione e correrete con noi" (Messaggero p.7). Secondo il Corriere (p.4) la strategia del leader di Fi è svuotare Ap e creare una lista di "esuli". "Non è la campagna acquisti la strada per la ricomposizione del centrodestra – commenta Stefano Parisi al Messaggero (p.7) – Non cerchiamo la somma di sigle, ma è ben accetto chi voglia costruire un soggetto nuovo".

EUROPA
Sulla Stampa (p.7) lo studio che fotografa l'inarrestabile ascesa dei partiti populisti in Ue: le forze antisistema sono il terzo partito. Superati i liberali, lo studio prevede un aumento dopo i voti in Italia e Austria.
Pugno duro di Macron con i militari: costretto alle dimissioni il Capo di Stato maggiore Pierre di Villiers dopo il brusco scontro sui tagli alla Difesa (Messaggero p.13). Critiche a Macron da sinistra a destra, ma è già stato nominato il sostituto: si tratta del generale Francois Lecointre.
Polonia, la Ue contro la riforma della giustizia: "Stato di diritto minacciano". Sempre più vicine le sanzioni per Varsavia, che potrebbe essere salvata dal veto ungherese (Stampa p.6).
Migranti, Minniti in pressing sui sindaci per l'accoglienza: convocati i prefetti, che devono cercare di dialogare con i sindaci perchè aprano le porte ai migranti (Messaggero p.12). Mentre il titolare del Viminale cerca di chiudere la questione del nuovo codice per le Ong con l'Ue e gli accordi con la Libia, si cerca il punto di incontro per frenare il braccio di ferro con i sindaci.

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Commentario del 19 luglio 2017

IN PRIMA PAGINA
Governo, duello Alfano Gentiloni (Stampa). Gentiloni: "Non rinuncio allo ius soli, a settembre metto la fiducia" (Repubblica). Sullo sfondo l'annuncio ieri del ministro della fine dell'alleanza con il Pd. Libero: Alfano ritrova il qui e torna da Berlusconi. Il governo traballa (QN). Berlusconi: "Bloccate l'esodo sennò Gentiloni cade" (Fatto).
Sul fronte migranti, Renzi lancia l'idea di un tetto massimo (Mattino). Sugli sbarchi le ong non si fermano (Messaggero). il Corriere: portare profughi in Italia frutta 400 milioni.
Spazio anche all'economia. Nannicini a QN: cuneo fiscale e pensioni, prima i giovani. Anche Poletti annuncia un taglio stabile al cuneo per favorire l'assunzione di giovani (Sole).
Dagli Usa lo squasso al congresso: salta la riforma sanitaria (Sole), l'Obamacare resiste a Trump (Corriere). Il dollaro accusa il colpo, l'euro lo supera (MF). Sul Sole gli amici "pericolosi" di Trump: il suo impero nato su hotel e casinò.
Su Repubblica parla il capo della Polizia Gabrielli: "Il G8 fu una catastrofe ma non ci sarà più un'altra Genova". "Al posto di Di Gennaro mi sarei dimesso".
In prima pagina le violenze su 547 bambini del coro di Ratisbona(Corriere): "Il fratello di Ratzinger sapeva" (Repubblica, Fatto).

ITALIA-ECONOMIA
Lavoro e pensioni, prima i giovani: è la linea di Nannicini ribadita a QN (p.4). "Nella prossima legge di bilancio taglio del cuneo fiscale e taglio dell'Irpef sono alternativi: si farà quello che è più utile per la ripresa del lavoro". Sul cuneo fiscale "la sfida è quella del taglio strutturale, attraverso un dimezzamento della contribuzione per i primi tre anni per i contratti a tempo indeterminato, mantenendo però una riduzione del costo del lavoro per il resto della vita lavorativa del neo assunto. Una dote che il giovane si porta dietro nei vari passaggi professionali". Sull'Irpef "l'obiettivo è un assegno unico o un fattore famiglia che determini una riduzione a vantaggio delle famiglie con figli".
Sulla stessa linea il ministro Poletti, che punta a un taglio strutturale del cuneo fiscale per le assunzioni dei giovani: un'operazione da 2 mld a regime (Sole). Operazione che farebbe da apripista alla pensione minima di garanzia. Intanto l'avvio dell'Ape volontaria slitta a settembre (Messaggero).
Su Repubblica il piano del governo per frenare il dilagare dei contratti a termine. Rivedendo il decreto Poletti (che nel marzo del 2014 li liberalizzò) nella prossima legge di Bilancio potrebbero entrare misure per rendere meno cari i contratti a tempo indeterminato e disincentivi a quelli a termini. Preoccupano gli ultimi dati Inps, che parlano di assunzioni a tempo determinato pari al 66% del totale. Del Conte (Anpal): "Ci sono spazi per riequilibrare il largo favore fatto al contratto a termine quando questo era in crisi". Del Conte si dice contrario alla reintroduzione della causale – "fonte di contenzioso infinito" – e invece favorevole ad accorciare la durata, da 36 a 24 mesi. La Cgil chiede invece il ripristino della causale.
Sulla Stampa l'esordio-flop dei nuovi voucher: tanti vincoli e troppi costi. Per commercianti, operatori turistici e commercianti, così come sono congegnati sono praticamente inutilizzabili. Appena 1.109 i datori di lavoro che hanno chiesto di attivare il Libretto famiglia, 1.907 le imprese che hanno chiesto di utilizzare i nuovi contratti. Problemi anche dalla piattaforma digitale dell'Inps.
Sul Messaggero (p.17) la proposta del Pd sulle pensioni: stop ai 67 anni solo per i lavori più gravosi.

ITALIA-POLITICA
Maggioranza nel caos, stretta tra Ap e sinistra. L'intervista di Alfano, che dichiara chiusa l'alleanza con il Pd, innesca nuove fibrillazioni ma Renzi blinda Gentiloni: "Appoggio al governo" (Messaggero e tutti). Fibrillazioni anche nel centrodestra. Caustico Libero: Alfano ritrova il quid e torna da Berlusconi. Ma per il Fatto a frenare è Berlusconi: "Fermate l'esodo o cade l'esecutivo".
Romani (FI), in un'intervista a QN, chiude le porte ad Alfano: "Tanti centristi premono per tornare a casa ma Alfano sarebbe mal compreso se dovesse riaderire a Forza Italia". Da Romani stop anche a un listone unico con la Lega. E su Maroni candidato premier: "Prematuro parlare di premiership senza legge elettorale e prima della manovra". Anche Salvini si oppone in tutti i modi al rientro nel centrodestra di Alfano: "Una calamità". Maroni tace, e forse acconsente (Libero). Ma per Libero un incontro tra Berlusconi e Alfano ci sarà: primo banco di prova le elezioni in Sicilia, poi quelle nazionali. Solo unito il centro destra può vincere e l'affossamento dello ius soli può aiutare il riavvicinamento. Sul Giornale la smentita dei rumors, ieri sulla Stampa, di Berlusconi tentato dalla carta Maroni-premier: "Solo fandonie, io lavoro per unire". L'impegno è per un centrodestra inclusivo". Ma Cerasa, sul Foglio, rilancia: "Ci vogliono Maroni per guidare un Paese". Sarebbe il passaggio dal cialtronismo di Salvini al riformismo del governatore.
Sullo Ius soli vertice a sorpresa tra Gentiloni e Alfano: "A settembre metto la fiducia, non rinuncio a quella legge" (Repubblica e tutti). Il premier chiede al ministro un atto di responsabilità. Ma Alfano insiste: "La legge così non passa, non garantisco i voti del gruppo di Ap". Sulla Stampa i timori del governo per la manovra: l'Italia rischia l'esercizio provvisorio. Per il Messaggero Gentiloni potrebbe portare a casa il Bilancio entro metà dicembre per poi aprire al voto anticipato a febbraio. Anche da sinistra piovono critiche sul governo per il dietrofront sullo Ius soli:  Prodi: "Saltato il senso logico". Speranza: "Basta inseguire la destra, pronti allo strappo" (Repubblica). Rosato (Pd) alla Stampa: "Se Bersani boccia la legge di bilancio si accolla le responsabilità nel Paese e in Europa. Non cercheremo i voti sostitutivi di FI o altri per coprire Mdp".

EUROPA
Migranti, nuove minacce di Vienna sul Brennero: "In 24 ore chiudiamo i confini" la minaccia del ministro dell'Interno Sobotka. Boldrini: "La politica non si fa con le minacce, miope pensare di risolvere il problema così". Salvini è con l'Austria: "Motivo in più per bloccare e proteggere i nostri confini al sud" (Corriere). Brunetta chiede che il governo dichiari lo stato di emergenza e chiuda i porti per protestare contro la Ue. Le ong sfidano il governo: boom di arrivi dal Mediterraneo (Messaggero). Il traffico di uomini verso l'Italia è un business da 400 milioni l'anno, scrive Fubini sul Corriere.
Sulla Stampa (p.12) il prezzo ufficiale della Brexit. La Ue a Londra: ci dovete 70 miliardi. Più dei 50-60 mld stimati in un primo momento ma meno dei 100 sparati dalla stampa britannica nelle ultime settimane. La cifra compare in un non paper interno, ed è rivelata dalla Stampa. Ed è su questo punto che la trattativa in corso con Londra rischia lo stallo. La cifra resterà comunque coperta fino in ultimo per evitare che venga letta come una "tassa" sull'uscita e sulla futura partnership.

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Commentario del 18.07.2017

IN PRIMA PAGINA
In Italia record di giovani che non studiano e non cercano lavoro: sono il 19,9% (Sole e tutti). Il Giornale: truffati da ipocrisia e politica. Il Corriere: ascoltarli è già un passo. Tra i sessantenni è corsa alla pensione anticipata: 66 mila domande per l'Ape (Sole e tutti). Pd e governo studiano pensioni salva giovani (QN): assegno minimo di 650 euro al mese (Messaggero).
Ampio spazio alla politica. Alfano rompe con i dem: basta alleanze (Stampa). Centristi in marcia verso destra. Il ministro Costa: "Io vado verso Berlusconi, Ap mi segua" (Repubblica). Berlusconi torna al centro della scena: sulla Stampa il piano contro Lega e Pd. Sul Fatto parla Di Battista: "Faremo il referendum sull'euro". Libero lancia Di Maio: punta a Palazzo Chigi. Gentiloni inchiodato alla poltrona: per il Fatto le nomine chiave dei prossimi mesi le farà lui e non Renzi. Intanto lo ius soli slitta a settembre (Repubblica e tutti). Libero: il Pd si accorge che l'immigrazione gli toglie voti.
Dalla Ue l'ultima mossa anti-esodo: "Non vendete gommoni ai libici" (Corriere). Dall'Italia pressing su Ong e Libia (Sole). Grandi (Onu): "Pronti a creare campi in Africa per i rifugiati" (Stampa).
In cronaca Roma ferita dai roghi (Messaggero). Raggi: disastro ambientale (Sole). Preso il piromane (Corriere). Ergastolo confermato a Bossetti per l'omicidio di Yara (Corriere). Giuria divisa (Repubblica). Bossetti: "Poteva essere mia figlia".

ITALIA-ECONOMIA
In Italia record di neet, giovani che non studiano né cercano lavoro: sono al 19,9% contro una media Ue dell'11,5% (Sole, Messaggero e tutti). Eppure dal 2013 su scala europea sono stati creati 10 milioni di posti di lavoro netti e il tasso di occupazione nella popolazione da 20 a 64 anni non è mai stato tanto alto, 71,1%. Parallelamente cala la disoccupazione (ora all'8,5%). Ma di questi progressi ai giovani vanno solo le briciole: per loro lavori temporanei e zero copertura previdenziale. E se c'è lavoro, devono accontentarsi di retribuzioni molto più basse rispetto ai colleghi ultrasessantenni. Neanche il programma Garanzia Giovani ha cambiato le cose: nel 53% dei casi si è tradotto in uno stage. In Italia, tra 2015 e 2016, aumentato anche il numero delle persone che vivono in povertà: adesso siamo all'11,9% (Corriere).
Tra i sessantenni è corsa alla pensione anticipata: 66 mila domande per l'Ape. Sono arrivate all'Inps 6 mila richieste più delle stime. Entro il 15 ottobre saranno effettuate le verifiche: se sarà confermato un numero maggiore di beneficiari rispetto al previsto, sarà data priorità a chi è più vicino all'uscita (Sole).
Pd e governo studiano pensioni salva giovani (QN): assegno minimo di 650 euro al mese per chi ha almeno 20 anni di contributi con la possibilità di arrivare a 1000 euro (Messaggero). Cgil, Cisl e Uil d'accordo. Da Nannicini apertura anche sulla revisione del meccanismo di adeguamento automatico dell'età pensionabile. Boccia (Confindustria). "Si parla molto di pensioni e poco di giovani: a questo paese serve equità generazionale" (Sole).
La Stampa (p.3) prevede una "manovra light": pochi punti nella speranza di mettere insieme i voti di Fi e dei bersaniani di Mdp. Il viceministro Morando ipotizza quattro punti: cancellazione delle clausole di salvaguardia, taglio dei contributi previdenziali ai più giovani, rafforzamento delle misure contro la povertà, aumento degli investimenti. Basterà? Il rischio di un liberi tutti e dell'esercizio provvisorio è alto, scrive la Stampa.

ITALIA-POLITICA
Alfano rompe con i dem: basta alleanze (Stampa). Alfano alla Stampa: "La collaborazione con il Pd ormai si è conclusa: sosteniamo lo stesso governo ma non facciamo parte della stessa coalizione. Abbiamo un parente in comune che si chiama Gentiloni". Centristi pronti a tornare alla casa madre azzurra? "Con una legge elettorale che non prevede alleanze possiamo costruire un'area autonoma, popolare e liberale. Serve una proposta politica che unisca tutti coloro che sono distinti e autonomi dalla sinistra ma che non vogliono andar dietro a chi come Salvini vuole portarci fuori dall'Europa". Per il Messaggero Alfano punta su Parisi e su Calenda per condurre i centristi sopra la soglia del 4%. Ma potrebbe essere direttamente Berlusconi a mettere il cappello su una nuova forza moderata contrapposta a Renzi. Il ministro Costa a Repubblica: "Io vado verso Berlusconi, Ap mi segua".
Berlusconi torna al centro della scena: per la Stampa nel mirino del cavaliere non c'è solo Renzi ma anche Salvini: il suo piano è candidare premier Maroni e "dialogare" con Franceschini sulla legge elettorale.
Sul Fatto parla Di Battista: "Faremo il referendum sull'euro". "L'Europa non esiste, se resta così verrà schiacciata da Cina, India e Stati Uniti. L'unica cosa che ha fatto è l'euro, a cui sono profondamente contrario. Dal M5S nessun cambio di posizione. Abbiamo sempre proposto il referendum consultivo. Va assolutamente fatto". Di Battista parla degli incontri con le ambasciatrici francese e tedesca – "non siamo barbari" – sospende il giudizio su Trump. E sul prossimo governo: "Non vado a caccia di poltrone". Grillo dal blog annuncia: nessun ritiro dalla politica. E prepara la campagna elettorale: il candidato premier del M5S sarà scelto alla convention di settembre a Rimini (Foglio e altri). Per Libero Di Maio resta favorito per Palazzo Chigi, nonostante le gaffe.
Ma Gentiloni resta inchiodato alla poltrona: per il Fatto le nomine chiave dei prossimi mesi – Bankitalia, Consob, Difesa - le farà lui e non Renzi. Colle e Bruxelles non si fidano più dell'ex premier.
Intanto lo ius soli slitta a settembre (Repubblica e tutti). Il Pd insiste con i centristi: "Va approvato così com'è". Ma a nessuno sfugge che il rinvio e nuove modifiche condannano la legge (Repubblica). Sollievo del Capo dello Stato per il rinvio (Corriere): tema troppo divisivo. Feltri, su Libero: il Pd si accorge che l'immigrazione gli toglie voti e ritira lo ius soli. Gentiloni non è un cretino e lo ha capito.

EUROPA
Dalla Ue l'ultima mossa anti-esodo: "Non vendete gommoni ai libici" (Corriere). Tra ministri degli Esteri c'è un'intesa sulla necessità di "stabilizzare" la Libia ma al momento frutta solo una stretta sull'export di gommoni e fuoribordo (Corriere). Unicef critica con l'Italia per la stretta sulle ong: così a rischio le vite dei bambini (Corriere). L'Austria torna a minacciare la chiusura del Brennero se davvero Roma dovesse dare migliaia di visti per la Ue ai migranti, ma Alfano smentisce le rivelazioni del Times. Maroni al Corriere: "I visti per tutti li adottai da ministro ma ora si rischia il boomerang. E comunque i Paesi europei ci rimanderebbero dietro i migranti appena scaduti i sei mesi". Per il governatore lombardo "Roma deve pretendere un intervento dell'Onu: i caschi blu dovrebbero gestire campi di accoglienza in Libia, identificare lì i i migranti e aprire i canali per l'Europa solo a chi ha titolo".
In questa direzione sembra muoversi Commissione Ue e Onu. Grandi (Unhcr) alla Stampa: "Campi profughi in Africa per controllare le richieste d'asilo per l'Europa. Siamo in grado di affrontare un piano da 40 mila trasferimenti l'anno in Europa. Ma agli occhi dei richiedenti asilo dobbiamo diventare un'alternativa reale ai trafficanti".
Ieri sbarchi fermi, ma solo per il maltempo sulle coste libiche. Dall'inizio dell'anno 93 mila le persone arrivate in Italia (+16,7%): di questo passo saranno 200 mila gli arrivi a fine anno (contro i 181 mila del 2016). Cala invece a 2 miliardi il "giro d'affari" dei trafficanti, per effetto dello stop al flusso dei siriani. Gallinelli (Guardia Costiera): "Traffici che non possono essere contrastati efficacemente con iniziative singole". Mattarella: "Il Mediterraneo cessi di essere luogo di morte e traffici disumani e torni luogo di scambi, cultura e commerci" (Sole e tutti).

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