Commentario del 26.07.2017

IN PRIMA PAGINA
Politica estera in primo piano: a Parigi piano per la pace in Libia tra Serraj e Haftar ma senza l'Italia (Messaggero). Il blitz di Macron oscura Roma (Stampa, Fatto). Il Sole: un'intesa che rafforza solo Macron. Oggi il vertice tra Gentiloni e Serraj.
Sul fronte interno è l'addio ai vitalizi ad agitare la politica. Il Pd vota con il M5S ma si spacca: "E' populismo" (Repubblica). Grillo all'attacco: idea nostra (Corriere). Ma la legge rischia di cadere al Senato (Fatto). Divisioni anche a sinistra, con Pisapia che dice no a Mdp: "Storia passata" (Repubblica). Intanto la Cassazione "smonta" l'inchiesta di Woodkcock su Consip (Giornale): "Il sistema Romeo non è provato" (Mattino). Il Fatto: Csm, procuratore e Cassazione: tutti in soccorso di papà Tiziano.
In prima pagina sul Sole la ripresa che rafforza l'industria. Sul Corriere la battaglia navale Italia-Francia per il controllo di Fincantieri su Saint Nazaire. Sul Sole i nuovi vertici Telecom: a Genish direzione operativa. L'interim di Cattaneo a de Puyfontaine.
In cronaca: l'ultimo desiderio dei genitori di Charlie: torni a casa (Avvenire). Su tutti la sentenza della Cassazione sui vaccini: niente rimborso al bimbo autistico, non c'è un nesso con il male (Sole, Avvenire).

ITALIA-ECONOMIA
"Pensioni, la spesa aumenterà ancora": sul Corriere e tutti l'allarme della Ragioneria generale sull'aumento della spesa pensionistica. Nel 2040 in previdenza sarà speso il 16,3% del Pil. Con meno nati e stranieri si profila un buco per l'Inps da 37 mld da qui al 2040 (Repubblica). Un quadro che frena le tante ipotesi di correttivi alla riforma Fornero ma che conferma l'analisi di Boeri sull'apporto degli immigrati sui conti previdenziali.
Dalle pensioni al fisco. Il vice ministro Casero lancia l'allarme sull'elevatissima evasione fiscale e apre alla patrimoniale: "In un sistema ideale dovrebbero esserci non 150 ma due-tre tasse: sui redditi, sui consumi, e se il Parlamento lo decide una patrimoniale" (Corriere).
Sulla stessa linea il Fmi, che dopo aver rialzato le stime di crescita dell'Italia suggerisce di  ampliare la base imponibile e attuare una tassa moderna sulle proprietà immobiliari per ridurre il cuneo fiscale.
Il monito del Fmi in evidenza anche sulla Stampa: "Approfittate della ripresa per ridurre il debito e continuate sulla strada delle riforme, dalla concorrenza alla pubblica amministrazione". Diversamente il pil italiano tornerà ai livelli pre-crisi solo nel 2025.
Industria, l'auto traina la ripresa (QN e tutti): +1,5% l'aumento del fatturato tra aprile e maggio, + 7,6% l'aumento su base annua, +18,5% l'aumento del fatturato nell'industria automobilistica. Fatturato e ordinativi dell'industria tirano la volata alla ripresa dell'economia e all'incremento del pil (Sole, Avvenire). Illy a QN: "Siamo sulla strada gista, in Italia si vende di più ma ancora non basta". Su Avvenire intervista a Garofalo (Cisl): "Ora il peggio è alle spalle. C'è un rilancio del made in Italy".
Ma Libero accusa: gli industriali fuggono in Romania. Da gennaio 748 le delocalizzazioni di imprese italiane tra Bucarest e dintorni. E Snaidero vuole vendere ai cinesi

ITALIA-POLITICA
Vitalizi, oggi il primo sì alla legge Pd-M5S che taglia la pensione a 2600 parlamentari applicando il metodo contributivo. Poi lo scoglio del Senato (Avvenire p.10). Il Pd si divide (Corriere p.2): "E' propaganda ai 5Stelle, a noi non porterà un voto" (Repubblica p.7). Scintille anche col  M5S: è roba nostra. Ma poi votano insieme. Tutto inutile per il Fatto (p.3): la legge che agita gli eletti nasce morta: tutti sanno che il ddl Richetti sarà fermato in Senato. Da Grillo, ieri in tribuna a Montecitorio, l'anatema sulla Camera: "La democrazia è vuota" (Repubblica).
Solo Forza Italia schierata apertamente per il no. Brunetta: legge mostruosa (Stampa). Contrario anche il dem Marchi, che parla di "macelleria sociale": "E' un'ingiustizia alla fine solo il M5S avrà la meglio rilanciando in continuazione sull'attacco alla politica e alla casta" (Corriere). Favorevole invece la Gelmini: "Non si tratta di essere grillini: questa legge sana una ferita e riduce il fossato con i cittadini". Resta anche il tema della costituzionalità della norma.
Il giudice Onida a Repubblica: "La norma è giusta nelle intenzioni ma si dovrà valutare caso per caso". L'ex parlamentare Cazzola al Messaggero: "Provvedimento da dilettanti, la Consulta lo spazzerà via. Non si può colpire una sola categoria".
"Onorevoli pensioni: chi rischia i tagli". Su Corriere e Giornale a chi e come si riduce l'assegno. Da D'Alema a De Mita, passando per Fini e Ilona Staller. 
In primo piano su tutti anche lo scontro tra Pisapia-Mdp, che stoppa l'intesa a sinistra (Avvenire). Pisapia annulla l'incontro con Speranza: "Basta guardare al passato" (Repubblica). Bersani: ricuciremo (Corriere). E' con gli altri ex dem ed ex Sel che il solco si allarga. Speranza al Corriere: "Dobbiamo partire dal basso. Non ci serve un uomo solo al comando". D'Attorre al Fatto: "Pisapia? Si è preso solo una pausa di riflessione. Non se ne andrà con il Pd". Montanari alla Stampa: "Litigano su cocci rotti. Pisapia si è dimostrato più cinico di D'Alema". Sul Corriere la rabbia di Pisapia: mi hanno proprio scocciato, basta esami di antirenzismo. Sul Fatto il retropensiero di Mdp: "La Boschi è solo una scusa, Pisapia teme le primarie. I suoi non si fidano di Bersani e D'Alema. Ma Campo progressista non esiste in gran parte d'Italia e non vuole contarsi".
Per Repubblica Pisapia punta in realtà a rilanciare il progetto civico e ulivista e prepara un summit a settembre con Prodi. Ma chi vorrà partecipare alla costituente dovrà sciogliersi, Mdp compresa. Nessun congresso prima del voto, primarie per scegliere i candidati. Praticamente lo schema opposto a quello degli ex dem.

EUROPA
Cessate il fuoco e voto in primavera: Sarraj e Haftar siglano la tregua a Parigi. Macron: ora la pace può vincere (Stampa p.2). Un accordo nel segno di Macron, che ringrazia Gentiloni  ma in realtà prova a tagliare fuori l'Italia dallo scenario libico (Corriere p.8). Roma spiazzata: la mossa di Parigi punta a portare l'amico Haftar sullo stesso piano di Serraj, smentendo la linea italiana. Palazzo Chigi accusa il colpo dell'esclusione ma non crede che per Tripoli sarà la svolta (Messaggero). L'ex capo di Stato Maggiore Tricarico a Repubblica: "Manca la concertazine europea: la Francia si muove da sola, noi siamo più deboli in quell'area". Il Giornale: Macron "colonizza" la Libia e umilia Gentiloni. Roma rischia di perdere il petrolio e l'influenza sull'area nordafricana. Idem Libero: Macron porta la pace in Libia per far soldi con armi e petrolio. Per Negri (Sole) l'intesa Serraj-Haftar rafforza solo Macron. Sulla Stampa (p.3) i pericolosi vuoti lasciati dall'Italia nel campo diplomatico impegnato sul fronte libico: Roma poteva avere l'incarico di rappresentante del segretario generale delle Nazioni Unite in Libia ma non ha appoggiato la candidatura di Lamberto Zannier. Tutto giocava a suo favore ma è stato inspiegabilmente dirottato altrove da Roma, e al suo posto è andato un diplomatico libanese, Ghassan Salaè, con vigorosi legami con la Francia.
Oggi l'incontro a Roma tra Gentiloni-Serraj. Intanto Junker scrive al premier e promette: "Per l'Italia sui migranti, pronto un contributo di emergenza fino a 100 milioni e una task force con 500 esperti"(Corriere e tutti). Ma a Roma le ong dicono "no" al codice-Minniti: "Non vogliamo polizia a bordo" (Repubblica).  

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