Commentario del 30.09.2016

IN PRIMA PAGINA
Sul Foglio la stabilità secondo Visco: "L'Italia, come l'Europa, deve procedere col cambiamento". Sulla Stampa la partita di Padoan con la Ue: "Una manovra per crescere con risorse limitate". Politica e economia che si intrecciano in vista del referendum. Il Fatto parla di "manovra abracadabra con una mancia per il sì". Renzi, contestato da sinistra, spinge su comizi e web (Repubblica). Bagnasco: "Referendum cruciale, votiamo sui contenuti" (Avvenire). Sul Corriere intervista a Parisi, che sulla legge elettorale dice: "Premio alla coalizione". Per il Fatto Squinzi spinge il Sole verso di lui. Spazio anche alle pensioni. Il Corriere boccia le misure: manca l'equità. La Camusso a Repubblica: "L'intesa ancora non c'è". Il Giornale: la riforma sarà una lotteria, i soldi non bastano. Sul Messaggero la battaglia sul contratto degli Statali: il governo offre 700 milioni, ai sindacati non bastano. In primo piano su Corriere, Messaggero e tutti ancora Roma per un nuovo caso giudiziario che investe l'assessore Muraro. Intanto lascia anche il Ragioniere: allarme conti. E sulle Olimpiadi, il consiglio comunale conferma il no (Sole, Messaggero, Avvenire). Il Giornale: la Roma della Raggi ha già bruciato 48 milioni (Giornale).

ITALIA-ECONOMIA
Stabilità, riforme, produttività, debito pubblico, banche, pensioni: sul Foglio (in prima e a p. 8) intervista al governatore di Bankitalia Visco. "I nostri difetti vengono da lontano: uno si chiama debito pubblico, un altro impreparazione su globalizzazione e rivoluzione tecnologica. Adeguare l'ambiente economico non è cosa che si fa in pochi anni; sono state definite riforme importanti ma il lavoro da fare resta tanto. Cambiare la struttura produttiva di un paese richiede ancora più tempo. Le imprese si stanno adeguando ma con ritardo". Quanto ai conti pubblici "i vincoli alla nostra politica di bilancio non vengono dalle regole europee ma dall'elevato debito pubblico e dalla necessità di rifinanziarlo ogni anno sul mercato per importi rilevanti". Sulle pensioni Visco auspica che "non sia cambiato l'equilibrio finanziario raggiunto: sbagliato pensare che favorendo l'uscita degli anziani si incentivi l'ingresso dei giovani". E sulle banche: "Non è importante la nazionalità dei futuri azionisti ma la capacità di garantire stabilità". Visco si dice angosciato dall'elevato tasso di disoccupazione giovanile. "Mi rincuora invece la risposta del settore manifatturiero, ancora in grado di conquistare mercati". Lunedì Bankitalia dirà la sua sul Def ma "senza invasioni di campo", scrive il Foglio. Padoan, in un'intervista alla Stampa (in apertura e a p.2) torna su Def e legge di Stabilità: "Ci saranno misure a sostegno della crescita e degli investimenti ma le risorse saranno limitate. Il grosso lo useremo per evitare l'aumento di Iva e accise. Ci sarà il taglio dell'Ires e l'introduzione dell'Iri e misure di carattere sociale". Padoan non conferma il "volume" da 25 mld. Con Bruxelles "nessuna trattativa, normale confronto ma ci sono punti ancora da chiarire". E col premier: "Normali incomprensioni: scrive una legge di bilancio non è semplice, bisogna tenere insieme aspetti politici, giuridici ed economici". Il Sole (in prima e a p.8) quantifica in 7,7 mld la quota di indebitamento aggiuntivo da "trattare" con Bruxelles, la Stampa (p.3)  in 8 mld. Il Fatto (p.10) parla di "manovra abracadabra" con una mancia di 200 milioni per la Coldiretti, i cui voti sono decisivi per il referendum. Sul Corriere (p.41) intervista a Fergus McCormick, dell'agenzia di rating canadese Dbrs: "Via la terza A all'Italia se la produttività non risale. C'è preoccupazione per l'Italia: servono maggiori prospettive di crescita".

ITALIA-POLITICA
"La stabilità secondo Visco". "Le scelte europee appaiono condizionate da una veduta corta", influenzata dagli appuntamenti elettorali – dice al Foglio (in prima e a p.8) il governatore di Bankitalia – Oggi l'Italia e l'Europa devono procedere lungo un percorso di cambiamento, che riguarda certo anche le istituzioni, senza drammatizzare le conseguenze economiche e finanziarie di una scelta o dell'altra". Più esplicito Padoan, nell'intervista alla Stampa (in apertura e a p.2): "Per il referendum sui mercati internazionali si è creata un'aspettativa da dine mondo e questo è un problema ma si diceva lo stesso della Brexit. La cosa che mi preoccupa è l'interruzione per chissà quanto del processo di riforme del governo. L'Italia perderebbe un treno che potrebbe non ripassare. Votare sì sarebbe un enorme passo avanti per il Paese perché migliorerebbe il funzionamento delle istituzioni". E se vincesse il no e Renzi desse le dimissioni prenderebbe il suo posto? "Non sono un politico, non sussiste neanche come ipotesi". E' scontro tra Renzi e minoranza dem per l'appello a destra per il referendum ieri sul Foglio (Sole p.24 e tutti). "Renzi sbaglia, non si vince con i voti della destra". "Rifiutare i voti di destra è da perdenti" (Repubblica p.4). E sull'Italicum: "Pronto a cambiarlo perché le riforme costituzionali sono più importanti" (Corriere p.8). Zanetti al Corriere (p.8): "L'antirenzismo può far perdere altri 10 anni all'Italia, come nel 2006. Ora la rivincita dei moderati".  Su Repubblica (in apertura e a p.2 e 3) le strategie del Pd per vincere il referendum: missione negli Usa e in Canada per convincere gli italiani emigrati e volontari sul web. Una "macchina" che costa 1,7 milioni. Il Fatto (in apertura e a p.4): "arruolati pure gli ambasciatori per cercare voti al referendum". Sul Giornale (in apertura e a p.11) "l'avvertimento" di Davigo a Renzi: "Prima si rubava per fare carriera nel partito, oggi ci sono altri metodi. Quando celebreremo i processi sulle primarie capiremo come funziona". Per il Giornale un "preavviso di garanzia".

EUROPA
Tedeschi "pigliatutto" in Commissione Ue: sul Sole (in prima e a p.26) il disagio crescente verso l'onnipresenza ingombrante dei tedeschi a Bruxelles. A Oettingher anche la delega al Bilancio appena lasciata dalla bulgara Georgieva. In questo modo la Germania diventa l'incontrastato deus ex machina dei negoziati Ue sulle finanze comunitarie presenti e future, scrive la Cerretelli. Stessa occupazione in Parlamento e in Consiglio. Le banche tedesche, in compenso, soffrono: ieri crollo a Wall Street di Deutsche Bank dopo la "fuga" di 10 hedge fund rivelata da Bloomberg; a Commerzbank ha confermato il taglio di 9.600 posti e la sospensione della cedola (Sole in prima e a p.29). In Spagna intanto socialisti nel caos: cala la stella di Sànchez, sale quella di Susana Dìaz, la "baronessa andalusa". Repubblica (p.16) parla di guerra dei Roses nel Psoe. 

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Commentario del 29.09.2016

IN PRIMA PAGINA
"Questo referendum si vince a destra": in evidenza l'intervista di Matteo Renzi al Foglio. Intanto, su tutti, gli ottanta anni di Berlusconi, che rifiuta gli inciuci con Alfano e Verdini e fa asse con Salvini e Meloni per il No (Giornale). In primo piano sui quotidiani l'accordo sulle nuove pensioni (Corriere e tutti): riforma da 6 mld (Sole e altri), minime più alte (Repubblica). Nanninci sull'Unità assicura "equità, sostenibilità e dialogo sociale", mentre la Furlan intervistata dall'Unità: "Un'intesa che risponde ai bisogni di tre generazioni". Ma l'Europa frena sulla manovra (Stampa), e il premier assicura: "Prenderemo quello che ci occorre, la Ue non spaventa". Sul Mattino parla il sottosegretario Baretta: "La riduzione dell'Irpef spalmata su tre anni dal 2018".  Esteri, Draghi al Bundestag sferza Berlino: "Per la crescita serve più impegno" (Messaggero). Ad Aleppo l'ultimatum Usa ai russi: "Stop alle bombe" (Stampa e altri). Sul Sole l'accordo Opec per il taglio alla produzione di petrolio. Su tutti l'addio a Shimon Peres, uomo di pace nel Medio Oriente tormentato.

ITALIA-ECONOMIA
Aggiornamento del Def, per il Tesoro nel 2017 una manovra da 8 mld: mezzo punto di Pil da recuperare con lotta all'evasione e tagli alla spesa (Corriere p.5). Confermata la revisione della crescita (1% nel 2017 e 1,3% nel 2018, pareggio nel 2019). Intanto previsti 13-14 mld di extradeficit (Sole p.7), con il rapporto deficit/Pil che arriverà al 2,4% (2% più 0,4 aggiuntivo) dopo l'ok delle Camere, ma sul tema si tratterà con Bruxelles. I 6,5 mld fuori dal Patto serviranno per immigrazione e dopo terremoto. Renzi al Foglio: "Ho scelto di non superare il 3% perchè abbiamo deciso di seguire la strada della reputation". Ma per il Messaggero (p.4) il premier tira dritto: "Ci prenderemo 6,5 mld in più" (Messaggero p.4). Decisiva la trattativa con Bruxelles, per Repubblica (p.4) la Commissione invia segnali concilianti, ma – per il Messaggero (p.3) – la trattativa è in salita perchè "lo 0,4% del Pil fuori da deficit è troppo". Baretta al Mattino (in prima e p.7): "Noi la flessibilità l'abbiamo usata quest'anno e la useremo anche l'anno prossimo". Per il Corriere (p.5) Bruxelles si divide, Juncker media con Merkel e Hollande perchè rischierebbe di saltare in caso saltasse in Europarlamento l'accordo tra europopolari di Merkel ed eurosocialisti di Renzi. Il Nobel Stiglitz alla Stampa (p.3): "Il premier fa bene a opporsi a Berlino e all'Unione. Servono più spesa pubblica e investimenti". Intanto il debito al 132,8%, limatura rinviata al prossimo anno. Per Bocciarelli (Sole p.7) il rinvio ci rende più vulnerabili e per Cingolani (ItaliaOggi p.5) anche Keynes direbbe che con un debito così vanno tagliate le spese pubbliche: non si cresce se il debito cresce. Giugliano su Repubblica (p.4) evidenzia anche la crescita, oltre al debito, tra le fragilità del piano. Per il Fatto (p.5) la crescita è stata gonfiata col trucchetto e Fubini (Corriere in prima e p.3) definisce "fragili" le ipotesi del progetto di bilancio, sollevando dubbi sull'obiettivo della crescita 2016. Per il Giornale (p.12) l'aggiornamento del Def è l'ammissione della sconfitta del governo, mentre per Giannino (Mattino in prima e p.58) le nuove previsioni sul Pil sono più ottimistiche del consenso medio degli osservatori, un ottimismo che al governo non dispiace, ma che dà ragione alla Ue che diffida. In manovra anche le misure sulle pensioni, mentre Baretta al Mattino (in prima e p.7) conferma: "Riduzione Irpef dal 2018, spalmata su tre anni". Sangalli (Confcommercio) al Sole (p.14): "Per far ripartire i consumi serve un taglio dell'Irpef".
Accordo governo-sindacati sulle pensioni (su tutti): uscita volontaria 3 anni e 7 mesi prima attraverso "Ape", "costo zero" per i lavoratori svantaggiati, allargamento no tax area, estensione delle 14esima a 1,2 mln di pensionati, misure per i lavori usuranti. Nannincini sull'Unità (in prima e p.2): conti in ordine non devono escludere misure di equità sociale. Furlan (Cisl) all'Unità (in prima e p.3): "Dopo anni di manovre negative, pensionati vedono un po' di giustizia". Pedretti (Spi Cgil): "Un passo oltre la Fornero, anche se servono più fondi". Ora produttività e crisi aziendali (Sole p.3).

ITALIA-POLITICA
Referendum, Renzi al Foglio (in prima e p.5) intervistato da Cerasa: "La sinistra è in larga parte con noi, la questione vera è la destra: se gli elettori votano sul merito votano Sì, in fondo non c'è scritto se si vuole cancellare il governo Renzi. E una vittoria del No non favorirebbe la destra ma Grillo". Sinistra dem ancora battagliera, Bersani su Repubblica (in prima e p.9): "Renzi va verso il burrone. Io sto cercando di salvarlo, ma deve proporre subito la modifica dell'Italicum, diversamente c'è solo il No: Italicum e riforma sono intimamente collegati. Comunque – prosegue – anche il caso di vittoria del No il governo deve stare al suo posto". Il premier al Foglio non replica alla minoranza, ma entra nel merito: "La legislatura è nata per fare le riforme, e questa è la madre di tutte: eliminerà il bicameralismo paritario, e grazie alla semplificazione saremo più competitivi". E sulle ragioni del Sì, spiega: "Tiriamo su l'Italia, chi vota No vuole buttare giù il governo, ma potrebbe farlo alle elezioni politiche non oggi che si vota una riforma che può cambiare l'Italia". In occasione degli 80 anni di Berlusconi, Renzi lancia una stilettata: "Sarà ricordato per ciò che ha fatto nel calcio, nell'edilizia, in televisione. Ma in politica sarà ricordato per ciò che non ha fatto". L'ex premier, intanto, respinge l'ipotesi di un soccorso di Fi al governo e si schiera con Salvini e Meloni per il No al referendum (Giornale in prima e p.3 e altri), perchè – commenta il Sole (p.31) – qualsiasi sia il risultato del voto, a giugno si voterà e il centrodestra deve farsi trovare pronto. Per Folli (Repubblica in prima e p.32) Berlusconi spera in una vittoria risicata dei Sì che costringerebbe il premier a scendere a patti in Parlamento. Ma – scrive Folli – si sbaglia: anche con una vittoria risicata, Renzi avrebbe buone possibilità di assorbire pian piano l'elettorato un tempo fedele al Cav.

EUROPA
In primo piano la visita di Draghi al Bundestag: il presidente della Bce si è lanciato in una robusta difesa della politica monetaria, ricordando che essa porta benefici anche alla Germania (Sole p.11). Per Brambilla (Foglio in prima e p.4) Draghi respinge le critiche di politici tedeschi e Schauble, ma per Taino (Corriere p.6) lascia il Bunestag con un pacchetto di certezze, visto che un endorsement è arrivato anche da Schauble, che ha fatto sapere di condividere la necessità di dare dinamicità all'economia dell'Eurozona attraverso riforma strutturali. Il governatore sferza Berlino chiedendo "più impegno per la crescita" (Messaggero in prima e p.5) e per Merli sul Sole (in prima e p.11) vede però un dialogo più difficile tra Merkel e Draghi, perchè la Cancelliera è alle prese con la reazione negativa di una parte della sua base elettorale alle misure della Bce. Nessun cenno, durante i 90 minuti al Bundestag al caso Deutsche Bank, sul quale si accende il faro di Bruxelles (Sole in prima e p.36 e altri): la Commissione apre un'indagine a tutela della libera concorrenza su Deutsche Bank Borse – Lse. Sotto la lente derivati, azioni tedesche, prodotti negoziati in Borsa e società di compensazione.

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Commentario del 28.09.2016

IN PRIMA PAGINA
Def, l'Italia alza il deficit al 2,4%, braccio di ferro con Bruxelles (Repubblica). In primo piano su tutti l'aggiornamento del Def, col governo che punta ad ottenere nuova flessibilità per 9-10 mld. Ma la Ue frena: "Ancora nessuna intesa" (Sole e tutti). Boccia alla Stampa: "Gli incentivi, un inizio ma non basta". Renzi promette investimenti e rilancia sul Ponte di Messina: scontro frontale con Grillo (Stampa). Il Giornale: Renzi all'angolo sul referendum promette mari e ponti. De Benedetti al Corriere: "Se passa il No Renzi deve dimettersi". Su tutti gli 80 anni di Berlusconi. Per il Corriere nessun ritiro dalla politica: "Farò il terzo predellino". A Roma il M5S divora il quarto assessore (Fatto). Tutino rifiuta (Corriere). "A Roma una lotta tra bande" (Repubblica). Grillo: ora tacete (Stampa). A Milano accordo sul Tecnopolo: sarà pronto a febbraio 2019 (Sole). Dagli Usa: Clinton vince in tv ma Trump riparte all'attacco (Corriere). "Ora sarò più cattivo" (Messaggero). In Messico il primo bambino nato da "tre genitori" (Corriere, Repubblica, Fatto).

ITALIA-ECONOMIA
Def, con la crescita prevista all'1% l'Italia alza il deficit al 2,4%: è braccio di ferro con la Ue (Repubblica in apertura e a p.2, Sole in apertura e a p.3 e su tutti). A ballare è lo 0,4% di spesa in più chiesta da Roma per "circostanze eccezionali", dovute a terremoto e migranti, e sul quale servirà una ulteriore trattativa: mossa che metterebbe a disposizione del governo 9-10 mld in più. Ma servirà il "sì" del Parlamento e quello della Ue. Altra scommessa, centrare un Pil all'1% quando da ultimo l'Ocse lo dà allo 0,8%. Col debito stabile al 132,4% si va verso una manovra da 22-25 miliardi, il 60% della quale "ipotecata" dal blocco dell'aumento dell'Iva. Bruxelles prende le distanze dal Def: "Nessuna cifra è stata oggetto di accordo: le cifre sono responsabilità del solo governo italiano" (Sole p.3). Ora si apre la vera trattativa, quella sulla Finanziaria, che dovrà essere pronta entro il 15 ottobre. De Benedetti al Corriere (p.17): "Il governo deve fare un'operazione di grande coraggio: abbattere le imposte sul lavoro. Non in deficit: con la fiscalità generale, meglio se progressiva". Boccia (Confindustria) alla Stampa (p.3): "Il governo deve prendere margini ma bilanciandoli con un intervento organico di politica economia. Serve un'agenda di medio termine per risolvere il problema del deficit, debito e crescita, non richieste valutate anno dopo anno". Sangalli (ConfCommercio) a Libero (p.6): "Se aumenta l'Iva bruciamo 12 mld. L'Europa deve concederci flessibilità". Per il Messaggero (p.3) Renzi in segreto lavora un secondo pacchetto di misure da inserire in Finanziaria a fine novembre: il taglio dell'Irpef nel 2018 (costo, 3 mld) e un taglio ulteriore al cuneo fiscale. A venire in soccorso a Renzi potrebbe essere la politica: di fronte al rischio di una destabilizzazione in Italia è possibile che la Ue abbassi le sue pretese di rigore, scrive Ruffolo su Repubblica (in prima e a p.29) ma l'Italia non può arrampicarsi tutti gli anni sugli specchi delle emergenze per strappare decimali alla Ue. Gentili sul Sole (in prima e a p.3) chiede di evitare la dispersione delle risorse e puntare tutto sulla produttività. Pesole (Sole in prima e a p.2) sugli investimenti per rilanciare domanda interna e produttività.
Oggi nuovo round governo-sindacati sulle pensioni: misure per un massimo di 1,5 mld, con il costo dell'anticipo pensionistico che nei tre anni non supererà il 20%, la proposta con cui il governo si presenterà al tavolo (Sole p.5). Probabile un verbale d'intesa con i sindacati. Intanto l'industria segna il passo: bene rispetto a giugno, in calo su base annua. Giù le vendite internazionali, male gli ordini (Sole p.13).

ITALIA-POLITICA
Renzi rilancia il ponte sullo Stretto (Repubblica p.4 e su tutti), "l'araba fenice di ogni campagna elettorale" (Messaggero p.8): "Può creare 100 mila posti di lavoro". L'annuncio a Milano in "casa" Salini Impregilo: "Se voi siete pronti con le carte noi ci siamo". 5Stelle all'attacco (Corriere p.5). Grillo: "Gli 8 miliardi del ponte li dessero alle scuole. La parola di Renzi vale zero". Critica anche la Boldrini: "Per me la priorità non sarebbe quella ma mettere in sicurezza il territorio". Il Giornale (p.2): mari e ponti per vendere il sì. Ma la strategia di Renzi sul referendum è una sfida totale al fronte del "no" e il richiamo all'ordine nel Pd (Repubblica p.6). Bersani conferma il "no" – "Non vogliono cambiare l'Italicum" – Prodi il silenzio: "Non mi pronuncio nemmeno sotto tortura". Sul Corriere (p.17) parla De Benedetti: "Siamo alla vigilia di una nuova, grave crisi economica, che aggraverà il pericolo della fine delle democrazie". De Benedetti conferma il suo "no" al referendum: "Se vincesse il No Renzi dovrebbe dimettersi il giorno dopo. Berlusconi, comunque vada, ci guadagna, anche se vince il sì. Renzi avrà bisogno di lui. La scelta di Parisi si spiega così. Insieme Renzi e Parisi si accorderanno, ridimensionando la sinistra e restituendo Salvini alle valli". Sulla Stampa (p.3) Boccia ribadisce il "sì" di Confindustria – "la stabilità è precondizione della crescita" – ma se perdesse "non succederebbe nulla. E' un errore pensare che sia un "sì" o un "no" al governo: si vota tra una democrazia decidente e lo status quo". Cattolici divisi: le Acli verso il "sì", il Family Day verso il "no", Cl non dà indicazioni di voto e nemmeno i Vescovi, per non spaccare la Cei (Repubblica p.7, Foglio in prima). Giornale (p.3) e Fatto (p.3) contro la Boschi, in tour in Sudamerica a spese del contribuente ufficialmente per impegni istituzionali, in realtà per convincere gli italiani all'estero a votare sì. Renzi – scrive il Corriere (p.10) – non si mostra preoccupato per l'avanzata del "no", convinto di poter convincere gli indecisi e fare la differenza in campagna elettorale. Ma per Franco (Corriere p.11) la campagna referendaria somiglia sempre più a una marcia di avvicinamento alle elezioni anticipate, con Renzi che rispolvera il Ponte di Messina e Grillo che prova a mettere il bavaglio al M5S su Roma.

EUROPA
Banche e auto tedesche pesano sulle Borse (Sole p.6 e tutti): dopo Deutsche Bank finisce nel mirino dei mercati anche Commerzbank (MF p.2), dopo indiscrezioni di stampa su azzeramento dei dividendi e taglio dei dipendenti. Altra tegola su Volkswagen, che rischia una maxi sanzione americana per il dieselgate (Sole p.6 e tutti) e che ieri ha perso il 2,5%. Ne ha fatto le spese anche Fiat Chrysler (-2%) per i timori sulla sostenibilità degli investimenti necessari per rispettare le future norme Usa sulle emissioni. Impossibile, per il Sole (in prima e a p.6) non legare le maxi sanzioni promesse a DB e Vw con la decisione di Bruxelles di imporre alla Apple la restituzione di 13 mld di aiuti fiscali ricevuti dal governo irlandese. "L'inasprimento di queste vicende non favorirà un clima costruttivo nei negoziati sui futuri trattati commerciali".
Intanto Fmi e Wto lanciano l'allarme: nel 2016 frena il commercio globale (Sole in prima e a p.6). Per la prima volta in 15 anni crescerà meno dell'economica (1,7% rispetto al 2,8% previsto). L'Fmi: per far ripartire gli investimenti occorre rilanciare le intese commerciali. Oggi la prova di Draghi nella "fossa dei leoni del Bundestag" (MF p.3). Sul Corriere (p.19) la partita di Tajani per subentrare a Schulz alla guida del Parlamento Europeo. Ma la staffetta tacitamente concordata dopo il voto con Juncker rischia di complicarsi perché Schulz non vuole dimettersi.

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Commentario del 27.09.2016

IN PRIMA PAGINA
Il referendum a dicembre (Corriere). Renzi: ultima occasione per cambiare. Le opposizioni: grave non consultarci (Sole). Il Fatto: Renzi ci fa votare con l'Austria e cerca i soldi per gonfiare i sì. La Stampa: sarà una campagna senza esclusione di colpi. Altro fronte di scontro, la manovra. Renzi sfida la Ue su terremoto, migranti e scuole (Stampa). Calenda a QN: "Incertezza sempre maggiore, la flessibilità ci spetta". Draghi: "Non si cresce solo con la flessibilità". Intanto la manovra a quota 23 miliardi. Pensioni, raddoppia la 14esima (Messaggero, Repubblica). Bagnasco: "Priorità al lavoro per ridare fiducia" (Avvenire). Borse di nuovo sotto tiro per le banche e il caso Deutsche Bank (Sole). Sui frontalieri è scontro Italia Svizzera (Repubblica). Gentiloni: se la Svizzera discrimina salta l'intesa con la Ue (Sole). Feltri su Libero: ha ragione la Svizzera, il lavoro a noi e poi agli altri. Sul fronte interno, il Viminale l'allarme per l'ordine pubblico. "Senza soldi 20 mila profughi fuori dai centri" (Corriere). Il Sole: l'Europa si sbriciola e l'Italia paga il conto. Sul Corriere Italia ventesima nella classifica mondiale della sanità. Sulla Stampa Milano capitale dei brevetti.

ITALIA-ECONOMIA
Renzi sfida la Ue su terremoto, migranti e scuole (Stampa in apertura e a p.2 e su tutti): "Spese che scorporeremo dal Patto di Stabilità: lo facciamo e basta. La Ue si mette contro? Si fa lo stesso", la linea annunciata in tv a "Quinta Colonna". Ma da Bruxelles Draghi avverte: "Non si cresce solo utilizzando la flessibilità. Meglio pensare alla qualità che alla quantità della spesa" (Repubblica p.11 e tutti). Cauto Calenda, che a QN (p.3) dice: "Ci aspetta un periodo di incertezza, serve non appendersi ai decimali e una manovra di qualità. Al centro Industria 4.0, praticamente un patto di fiducia con le imprese: non diciamo cosa fare ma diamo i mezzi per investire a partire dall'iper ammortamento al 250%, il credito d'imposta al 50% per gli investimenti in ricerca, il rafforzamento del fondo di garanzia". Calenda sembra bocciare nuove decontribuzioni per le assunzioni: "O si fa una decontribuzione strutturale o si rischia solo di drogare il mercato. Per innestare la crescita bisogna puntare sugli investimenti". Renzi rilancia invece sul pacchetto pensioni: "Raddoppio della quattordicesima a chi prende fino ai mille euro di pensione" (Messaggero in prima e a p.5 e su tutti). Ma l'incontro governo-sindacati slitta a domani, in attesa del nuovo Def (Stampa p.5).  Repubblica e Messaggero parlano di una manovra nell'ordine dei 23 miliardi, col pil allo 0,8% e il deficit al 2,3-2,4%, il Sole (p.5) di misure per 22-25 miliardi, con la Commissione pronta a concedere maggior deficit solo fino al 2,1%, mentre Renzi punta al 2,4-2,5%. Sarà una manovra comunque in deficit: per le coperture tagli alla spesa, aumento del gettito Iva, revisione delle agevolazioni fiscali, riapertura della voluntary disclousure, nuova asta di frequenze tv e possibile stop all'aumento del fondo sanitario. Le trattative con Bruxelles continuano: per il Messaggero (p5) se l'Italia non taglia il deficit strutturale di almeno 10 mld la Commissione minaccia la procedura di infrazione. Ma il vero scontro è tra Renzi e Padoan, scrive la Stampa (p.5): il primo deve sopravvivere al referendum, il secondo deve evitare strappi che potrebbero dare l'ennesima spallata alla sempre più fragile Ue. Per Libero (p.2) Padoan pensa al (suo) futuro: se cade il governo a Palazzo Chigi può andare lui. Ma Renzi non può più tornare indietro: se non vuole affossare il Paese con le tasse deve violare e impugnare le regole dei Trattati (Libero p.3). Da Bagnasco (Cei) richiamo alla politica: "Disoccupazione, flessibilità, fuga dei giovani all'estero: il lavoro è un'emergenza, dalla politica ci si aspetta di più" (Corriere p.6 e tutti). Intanto scendono ancora i consumi delle famiglie: a luglio vendite al dettaglio a -0,3% (Messaggero p.4). Il Giornale (p.2): commercio al collasso, non si vende più nulla, neanche con i saldi. Bene solo la grande distribuzione.

ITALIA-POLITICA
Referendum, voto il 4 dicembre. "La manovra così è al sicuro" la linea di Renzi concordata con Mattarella (Repubblica in apertura e a p.2). "Renzi ci fa votare con l'Austria e prepara una manovra di propaganda per gonfiare i sì" la tesi del Fatto (in prima e a p.4) e del Giornale (p.4). Opposizioni all'attacco. Il M5S lamenta la mancata consultazione, Brunetta: "Anche sotto Natale Renzi sarà sconfitto". Meloni: "Se vince il No Renzi va a casa". D'Alema: "Se perde il referendum non se ne andrà ma sarà un po' meno arrogante" (Messaggero p.2 e altri). Dai vescovi nessuna indicazione: "Votate consapevolmente". Politica e quotidiani divisi anche sul fattore "tempo": per alcuni il rinvio a dicembre aiuterà l'astensione a beneficio del sì, per altri il contrario. Calvi (Comitato per il No): "I tempi dilatati e la scheda a favore del sì sono spie di debolezza" (Corriere p.2). Noto (Ipr) a Repubblica (p.2): "Votare il 27 novembre o il 4 dicembre non favorisce né il sì né il no. Una settimana non fa la differenza: il 45% degli elettori ha già deciso che andrà a votare e cosa. Un 15-20% deciderà negli ultimi dieci giorni, e con i sì e i no sostanzialmente alla pari faranno la differenza per la vittoria finale". Analisi analoga sulla Stampa (p.2) di altri sondaggisti: "Il no parte in vantaggio. Saranno gli indecisi ad assegnare la vittoria. Ma se si vota sul governo il premier rischia". Il Messaggero (p.3) dà gli indecisi a quota 30%, QN (p.6) e Giornale (p.4) rimarcano il soprasso del "No". Giovedì a Firenze l'apertura ufficiale della campagna referendaria da parte del premier. Per Renzi si prepara un tour de force da tre, quattro tappe al giorno anche in "campo ostile", con Grillo come principale avversario da battere (Corriere p.3). Per il Messaggero (p.3) in caso di vittoria del "no" Renzi salirebbe al Quirinale per le dimissioni ma Mattarella lo rinvierebbe alle Camere per una nuova fiducia. Ove non ci fosse, Mattarella cercherebbe una maggioranza per un governo di scopo o di larghe intese, ma Renzi dovrebbe schierare il Pd per elezioni anticipate. Anche la Boschi è in tour elettorale ma Buenos Aires a caccia del voto della comunità italiana (Fatto p.4 e altri). Per la Stampa (p.3) è la "carta segreta" del comitato per il sì: conquistare i voti dei 4 milioni di italiani all'estero. Sul Foglio (in prima) l'appello di Marcello Pera "contro il suicidio della destra": "Il no al referendum è il più grande tradimento che il centrodestra possa fare alla sua cultura politica".

EUROPA
Lavoratori frontalieri, duello Roma-Berna (Avvenire p.8 e tutti): dopo il voto del Canton Ticino, che ha deciso di privilegiare i residenti nell'assegnazione dei posti di lavoro, l'avvertimento dell'Italia: "Ora rapporti più difficili" (Messaggero p.13), "Intesa con l'Ue a rischio" (Sole p.11 e tutti). Berna replica - "La Ue non ci spaventa" (Repubblica in prima e p.12) - ma rassicura la Farnesina: non ci saranno ripercussioni sui lavoratori italiani. Mirko Dolzadelli (Coordinamento frontalieri Cisl) ad Avvenire (p.8): "Un problema di ostilità c'è, quello che non va è il dumping salariale". Il voto del Canton Ticino è la reazione della borghesia svizzera, che vede minacciati i propri salari (Fatto p.12). "Via gli stranieri" dicono i ticinesi, anche se il direttore degli industriali avverte: "Senza italiani l'economia rallenta" (Stampa p.14). I frontalieri: senza di noi la Svizzera chiude bottega (Giornale p.9), "andiamo a lavorare e ci trattano da ladri" (Stampa p.14). Quadri (lega dei ticinesi) a Repubblica (p.12) replica a Maroni: "Stupido criticarci, leghisti italiani farebbero la stessa cosa". Feltri su Libero (p.1): precedenza ai residenti è una decisione di buon senso, che gli italiani sognano da sempre. Cerretelli (Sole in prima e p.11) Ue si sbriciola e l'Italia rischia di pagare un prezzo alto.
Caos Calais, Hollande annuncia la chiusura della "giungla" e attacca: "Inglesi facciano la loro parte: la Brexit non li esonera dagli obblighi" (su tutti). L'ambasciatore inglese Morris alla Stampa (p.13): "Riprendere il controllo dei confini è l'impegno del governo May". Intanto, sull'uscita di Londra dall'Ue l'affondo di Draghi: "Nessuno sconto" (Sole p.2): nessuna delle quattro libertà di movimento – dice il numero uno Bce – è negoziabile, ne va della stabilità dell'Unione.

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Commentario del 26.09.2016

IN PRIMA PAGINA
La Svizzera sbatte la porta in faccia ai lavoratori italiani (Giornale, Messaggero). Gentiloni: rapporti a rischio senza libera circolazione (Repubblica). L'ex pm elvetico al Corriere: "Senza di voi qui si chiude". Il Giornale: siamo rimasti l'unica Europa che apre le porte a tutti. Su Repubblica la paura degli immigrati: italiani favorevoli a chiudere le frontiere. Fondi per l'accoglienza finiti, Fassino "commissario" all'emergenza (Corriere, Messaggero). Spazio anche alla politica, per la kermesse del M5S a Palermo. Raggi: "Un altro "no" e vanno a casa" (Fatto). Referendum, oggi la scelta della data. Landini al Fatto: "Torno in Cgil e tutti uniti per il referendum". Slitta invece a domani l'aggiornamento del Def: tensioni con Bruxelles e tra Renzi e Padoan (Stampa). Sul Messaggero le ipotesi su pensioni e bonus. Sul Sole professori, prefetti, ragionieri: la mappa dei mestieri over 50. Sul Fatto i segreti esteri di casa Agnelli. Su Affari&Finanza banche in primo piano, con la fusione in vista tra Vicenza e Veneto e Jp Morgan kingmaker di Siena. Su CorrierEconomia comprare casa (e scegliere il mutuo) con prezzi e tassi ai minimi.
va" che nasce da alcune considerazioni sul passato quando le "strategie intelligenti rischiarono di finire su un binario morto".

ITALIA-ECONOMIA
Tensione tra Renzi e Padoan, slitta l'aggiornamento dei conti. Per la Stampa (in prima e a p.7) l'intesa con la Ue ancora non c'è e l'aggiornamento del Def sarà rinviato a domani. Punto di inciampo, prima ancora che tra Roma e Bruxelles tra premier e ministro: la definizione del livello del debito pubblico nel 2017, con Renzi che alla vigilia del referendum non vuole presentare una manovra di tagli. Quanto alla flessibilità,la partita sarebbe rinviata: governo e Commissione avrebbero concordato un deficit del 2,1%, rinviando il computo delle spese eccezionali (terremoto, migranti, sicurezza, pari allo 0,4) ad una trattativa supplementare. Gualtieri (Pd) alla Stampa (p.7): "L'Italia non chiede flessibilità ad hoc: spero che la Commissione applichi il patto con intelligenza a partire dalle clausole che prevedono di non conteggiare nel deficit alcune spese". Sul Corriere (p.15) parla il vice ministro Baretta: "Staremo dentro i vincoli europei ma ci muoveremo per rilanciare la crescita. Sarà confermato e rafforzato il superammortamento, rafforzeremo il bonus sulla riqualificazione dell'edilizia, sulle pensioni ci sarà flessibilità in uscita evitando penalizzazioni ai lavoratori in maggiore difficoltà, scongiureremo l'aumento dell'Iva". Repubblica (p.9) parla di 7 mld di tagli, dalla sanità ai servizi alle partecipate; la questione dell'Iva sarà risolta aumentando il deficit e spostando il rapporto con il pil al 2,3-2,4%. Ma restano da trovare nuove risorse per il pacchetto pensioni, i contratti agli statali, il contrasto alla povertà, Industria 4.0, ecobonus, investimenti, terremoto: 7-8 mld da trovare tagliando spese e aumentando entrate. Per il Messaggero (p.2) si conferma il lancio della nuova Iri al 24% per mezzo milione di pmi; per il resto (Messaggero p.3) il pacchetto pensioni si attesterà sul miliardo e mezzo, tagliando gli abbuoni per i lavoratori precoci; si va invece verso il raddoppio della soglia di detassazione per la produttività e l'ampliamento del superammortamento, con la soglia del 140% destinata a salire al 250% nel caso in cui gli investimenti riguardino l'innovazione, in liena con Industria 4.0. Quanto alla decontribuzione per le assunzioni, un'eventuale proroga potrebbe riguardare solo giovani o lavoratori del Sud.

ITALIA-POLITICA
Referendum, oggi il governo decide la data: probabile il 4 dicembre, in concomitanza con le presidenziali austriache. Per il Corriere (p.13) una scelta voluta per agganciare il referendum a una data simbolo per l'Europa. L'opposizione non ci sta: "Renzi non ci ha consultato" (Messaggero p.8). Ma il premier è già in campagna elettorale: stasera sarà a Quinta colonna, obiettivo portare l'affluenza al 60% e convincere indecisi e gli elettori di centrodestra e M5S. Lo scontro diretto sarà soprattutto con Grillo: da Palermo è uscito un Movimento-setta intollerante alla libertà di stampa. Raggi star del M5S a Palermo: "Un altro No e vanno a casa" (Fatto in apertura e a p.2), dice la sindaca allineando al "no" alle Olimpiadi quello al referendum. "Ci prenderemo prima Palermo, poi la Sicilia, poi l'Italia". Sostegno "freddo" di Grillo: "A Roma decidi tu ma basta errori" (Corriere p.11, Repubblica p.6, Stampa p.5 e altri).  Sul Fatto (p.7) il ritorno di Landini: "Siamo ancora in campo: la nuova lotta è la stagione dei referendum". E sul dopo: "Non mi interessa il futuro di Renzi dopo il voto: ci interessa il futuro del Paese". Ieri intanto manifestazione di protesta dei risparmiatori truffati da Etruria a casa Boschi: bruciate le bandiere del Pd (Giornale p.4).

IL CASO
Gli italiani rivogliono le frontiere: su Repubblica (in apertura e a p.2 e 3) il sondaggio Demos che dà al 48% gli italiani favorevoli al ripristino dei controlli, 35% ripristino ma solo in circostanze particolari; solo il 15% favorevole alla libera circolazione. E' la paura degli immigrati ad alimentare la domanda di ispezioni e barriere. Solo il 27% ha fiducia nelle istituzioni comunitari, pur non intendendo abbandonare né Ue né euro. Il grado di fiducia nella Ue misurato partito per partito: al 46% tra gli elettori Pd, 40% centristi, 38% sinistra, 28% Fdi e altri di centro destra, 20% M5S, 18% FI, 9% Lega. "Con quattro campagne elettorali di fatto già in corso in Italia, Olanda, Francia e Germania sono i migranti a disegnare il futuro dell'Europa, molto più delle vaghezze di Bratislava", scrive Venturini nell'editoriale del Corriere (in prima e a p.35). Ma Renzi sbaglia bersaglio quando confonde i sacrosanti diritti dell'Italia sul tema e richieste di flessibilità contabili. E sbaglia anche quando dice che l'Italia può fare da sola: non è così".

EUROPA
il Canton Ticino ha approvato il referendum che vuole meno italiani in Svizzera (Corriere in prima e a p.8 e 9 e su tutti). Col referendum, passato col 58% dei "sì", si chiede una legge per una corsia preferenziale per i residenti in Svizzera nell'assegnazione dei posti di lavoro. Gentiloni: "Se sarà negata la libera circolazione ai lavoratori italiani diventano a rischio i rapporti tra Svizzera e Ue". Maroni: "Adotteremo immediate contromisure". Chiesa, deputato Udc di Berna: "Non vogliamo più ingerenze della Ue nella gestione della nostra politica migratoria". "Ignorano i dati economici: senza italiani qui chiudiamo" dice al Corriere (p.9) l'ex pm elvetico Bernasconi. "Contro l'incubo dell'invasione l'Europa alza nuove barriere", l'analisi della Stampa (p.8): nell'Europa intimorita dalla crisi economica e dal terrorismo c'è sempre meno spazio per le porte aperte. E la politica si allinea. Ma come immaginare un mercato unico senza la libera circolazione delle persone? "Lavoratori, beni e servizi devono essere trattati allo stesso modo".

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Commentario del 25.09.2016

IN PRIMA PAGINA
Grillo ai 5 Stelle:  "Il capo sono soltanto io" (Repubblica, Stampa ). Praticamente una mozione di sfiducia al Direttorio, ma non a Di Maio e Di Battista (Fatto). Fico alla Stampa: "Ci sono troppi personalismi". L'Unità su Grillo: profeta dell'odio. Renzi attacca la Raggi: fermare i ladri, non le Olimpiadi (Sole). Il Giornale. Matteo assalta la Raggi per distrarre il Paese. Attesa per le previsioni del Def. Su Repubblica il piano del governo: Pil all'1% e deficit al 2,3%. Per le pensioni, si allarga la platea per l'anticipo a costo zero (Sole). Su Giornale, QN e altri la rivoluzione silenziosa della mutua: per trovare 60 milioni arriva il ticket sulla cataratta e altri interventi chirurgici comuni. Su Messaggero e Repubblica la condizione degli under 35 anni: 6 su 10 vivono ancora con i genitori. Sul Corriere i tir e gli autisti a chilometraggio illimitato venuti dall'est: "dumping umano". Sul Fatto la strage del bus di Avellino di tre anni fa: "I tagli di Autostrade hanno ucciso i 40 sui pullman".

ITALIA-ECONOMIA
Crescita del Pil all'1%, deficit in rialzo al 2,3%, debito stabile al 131%: per Repubblica (in apertura e a p.2) queste le cifre del Def, che uscirà domani dal consiglio dei Ministri, snodo cruciale per la definizione della prossima legge di Bilancio. Governo in pressing sul Tesoro per ritoccare al rialzo la stima del Pil (1,1%), contro lo 0,8% stimato dall'Ocse e lo 0,5% di Confindustria. Balla anche il 2,3% del deficit, che potrebbe raggiungere il 2,4%, monetizzando le "circostanze eccezionali" (quest'anno il terremoto, la riqualificazione sismica delle scuole, le spese per l'immigrazione). In questo modo i 15 mld per disinnescare l'aumento dell'Iva saranno tutti in deficit e ci sarebbero risorse per nuovi interventi per 5-6 miliardi. Il Sole (in apertura e a p.2) parla invece di pil all'1,1%-1,2% e deficit a 2-2,1%, più 0,4% fuori patto per interventi posti terremoto e l'avvio del piano Casa Italia e migranti, facendo salire il deficit sostanziale al 2,4%-2,5%. In questo modo la manovra viaggerebbe tra i 23 e i 26 miliardi, 8-9 mld della quale coperta da spending review. Il Corriere (p.13) parla di pil tendenza a 0,7% e spesa in deficit per 13 mld: ma bisogna trovarne altri 7 per una manovra da 20 miliardi. "il problema non è qualche punto decimale di flessibilità ma la vera struttura dell'unione monetaria" dice Zingales a Repubblica (p.4). "Senza una politica fiscale comune l'euro non è sostenibile. L'Italia dovrebbe dirlo chiaramente invece di elemosinare decimali da spendere". Cantiere ancora aperto sulle pensioni: il Sole (in apertura e a p.3) parla di platea più ampia per l'Ape a costo zero, estesa cioè a lavoratori come gli edili ad alto rischio infortuni. I sindacati chiedono invece concessioni alle categorie che svolgono mansioni faticose, compresi insegnanti e infermieri. Cgil, Cisl e Uil: "Non bastano 2 miliardi per le pensioni" (Repubblicap.2). Martedì nuovo round governo-sindacati. Intanto dalla Cgil arriva l'allarme sulla sanità, rilanciato in prima pagina da Giornale (p.6), Qn (p.7) e Tempo (p.14): con la riforma dei Lea prestazioni chirurgiche come cataratta, ernia, tunnel carpale, calcoli ai reni finora effettuate gratuitamente in day surgery verranno trasformate in prestazioni ambulatoriali e perciò a pagamento. Si parla di 60 milioni di introiti attesi a carico delle famiglie. Su QN (p.6) il sondaggio Ipr sull'economia: malgrado l'Istat certifichi l'uscita dalla recessione dal 2014, il 61% degli italiani pensa che le cose non miglioreranno ma tenderanno a peggiorare. Colpa del governo, per il 61% del campione: per il 52% Renzi non ha rispettato le promesse fatte al suo ingresso a Palazzo Chigi.

ITALIA-POLITICA
Grillo si riprende il Movimento: "Il Capo sono soltanto io" (Repubblica in prima e a p. 6 e su tutti)., "Rientro e vinciamo le elezioni" (Corriere p.2). A Palermo il ritorno alle origine dei grillini, obiettivo il governo del Paese. Il Direttorio non scomparirà ma di fatto è depotenziato; Di Maio e Di Battista restano i due front man che Grillo porta con se sul palco (Fatto in prima e a p.4). E Milano torna ad essere il punto di riferimento del Movimento, come pure l'asse Grillo-Di Maio e la linea pragmatica (Corriere p.3). Da Renzi nuovo attacco alla Raggi: "Dice no alle Olimpiadi per paura, ha sbagliato mestiere" (Messaggero p.4 e tutti). "Renzi assalta la Raggi per distrarre il Paese" l'accusa del Giornale (p.5). Per il Fatto (p.6) Renzi è nervoso, teme per il referendum e vede nemici dappertutto: non sta sereno. "Renzi è praticamente solo ma desidera esserlo" scrive Scalfari su Repubblica (in prima e a p. 33). Ma a 80 anni ritorna Silvio, titola Libero (p.4) che prefigura un patto con Renzi in chiave anti-Grillo. La chiave di tutto sta nel sistema elettorale, con il ritorno del proporzionale. Per D'Alimonte (Sole p.7) il ritorno al proporzionale sollecitato da più parti, rischia di mettere in seria difficoltà il M5S; per contro consentirà a Berlusconi rientrare in partita (Sole p.7). Nel centrodestra è Parisi la figura centrale e divisiva a un tempo. "Berlusconi continua a essere il motore dell'innovazione", dice a La 7 ripreso da Corriere p.15. Quanto al referendum "se dovesse vincere il no dovremmo andare al voto il prima possibile, marzo, aprile 2017. Un governissimo sarebbe un grave errore, un messaggio confuso agli elettori. Se vince il no non ci sarebbe alcun caos. Avremo ancora la nostra Costituzione che non è nemmeno tanto male". Sul Corriere (p.15) intervista all'ex ministro Tremonti: "Vinca il No poi il proporzionale per riscrivere insieme la Carta". Sul referendum: a domanda se l'esito potrà influenzare l'andamento economico dell'Italia il 66% risponde no, solo il 25% sì (QN p.7).

EUROPA
Accordi europei con i Paesi terzi per agevolare i rimpatri e accoglienza dei profughi con permesso si soggiorno in transito in Italia e Grecia: questa la linea della Merkel dopo il vertice di ieri a Vienna con i 10 Paesi interessati alla rotta balcanica (Sole p.5 e tutti). "Pronti ad accogliere ogni mese in Germania centinaia di migranti da Italia e Grecia". Repubblica (p.10) rivela una trattativa tra Merkel e Al Sisi per estendere all'Egitto un accordo sullo stile di quello firmato con la Turchia. Il presidente egiziano vorrebbe incassare almeno un miliardo di euro di aiuti dalla Ue e 12 mld di aiuti dal Fmi. Sia Merkel che Lagarde avrebbero legato prestito e aiuti alla capacità del governo egiziano di mantenere i profughi sotto controllo. Sui rimpatri italiani in Egitto l'allarme delle organizzazioni umanitarie: "Degli immigrati consegnati alla Polizia del Cairo non si sa più nulla" (Repubblica p.11). 
Repubblica (p.4) fa le pulci al piano Juncker per gli investimenti: su 315 mld del piano originario solo 13 erano veri, il resto doveva venire tutto dall'effetto leva; e nella seconda versione, con gli interventi saliti a 502,3 mld, risorse aggiuntive reali solo per 2,5 mld con un irrealistico effetto leva di 1 a 15. "Finanza creativa",  per Repubblica. Intanto da Renzi nuovo affondo contro la Ue per la presunta esclusione dalla conferenza stampa di Bratislava e dall'appuntamento di mercoledì sull'Agenda digitale: "Se pensano di intimorirmi hanno sbagliato persona. Noi non vogliamo vivacchiare, vogliamo un'Europa con la e maiuscola. Siamo pronti a rispettare le regole ma anche la Germania deve farlo" (Sole p.5 e tutti). Sul Corriere (p.6) intervista al deputato europeo ddella Cdu Brok:"Renzi? E' il premier italiano più invitato in Europa negli ultimi 10 anni". Il sottosegretario Gozi alla Stampa (p.4): "Europa bloccata dagli egoismi. Tocca a noi guidare il rilancio".

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Commentario del 24.09.2016

IN PRIMA PAGINA
Europa, vertice a tre senza l'Italia (Repubblica e tutti). L'ira di Renzi: rottura profonda (Corriere). Repubblica: un segnale a Palazzo Chigi. Sulla Stampa le trattative sulla manovra: l'Italia cerca uno sconto da 10 miliardi, intesa vicina con l'Ue. Calenda: "Nessun regalo, abbiamo fatto le riforme". Intanto l'Istat rivede i conti: Italia fuori dalla recessione dal 2014. Il Sole: ora spingere sulla crescita. Il Corriere: la sfida vera dietro i decimali. Sul Giornale tutto sulla nuova tassa sulle Partite Iva. Su Libero quanto rubano le banche. Su l'Unità stop ai furbi dei voucher. Sul Corriere il caso Boeri, una spina per il governo. Spazio anche alla politica: per il referendum, verso la data del 4 dicembre (Messaggero). Divisi anche sulla scheda: "Un quesito spot". "No, è la legge" (Repubblica). Sulla Stampa la kermesse dei 5Stelle a Palermo: addio al direttorio. "Atenei corrotti, i cervelli fuggono": su Repubblica e tutti la denuncia di Cantone: "La corruzione nelle università spinge all'estero i talenti".

ITALIA-ECONOMIA
Manovra, l'Italia cerca uno scontro da 10 miliardi, titola in apertura la Stampa. Con la Ue intesa vicina: Roma chiede di poter raggiungere un deficit del 2,3-2,4 per cento (10 mld), Bruxelles è disposta a concedere il 2,2% ma fonti governative parlano di "clima giusto". Escluso di poter riutilizzare flessibilità per le riforme, ora si cercano margini per la ricostruzione delle zone terremotate, l'emergenza immigrazione, il terrorismo internazionale e la messa in sicurezza delle scuole. Lunedì le stime del Def . Calenda alla Stampa (p.3): "La manovra sarà una grande spinta agli investimenti pubblici e privati verso una modernizzazione del Paese. E' quello di cui avevamo bisogno e Bruxelles apprezzerà". Quanto alla flessibilità "nessun regalo, abbiamo fatto le riforme. E quale che sia la discussione con Bruxelles le regole saranno rispettate". Il Sole (p.5) parla di 7-8 md fuori dal patto per terremoto e migranti ma niente nuova flessibilità. Ma la crescita continerà a segnare il paso. Boccia (Pd): "Cresciamo la metà del previsto, nel 2017 fra lo 0,6 e lo 0,8%". Ieri intanto l'Istat ha rivisto e corretto i numeri passati del pil: recessione finita già nel 2014 (col pil a +0,1% e non a –0,3%) ma nel 2015 crescita solo dello 0,7% (Sole in prima e a p.5 e su tutti). Padoan: "Merito delle misure di sostegno alla domanda del governo". Pesole sul Sole (in prima e a p.5): ora accelerare sugli investimenti e taglio delle tasse, in primis quelle sul lavoro. Manca sul Corriere (in prima e a 31): comunque la si rigiri, la crescita non soddisfa, preoccupiamoci piuttosto della frenata dell'export. Sul Giornale (p.3) la flat tax al 24% per partite Iva, autonomi e pmi: e chi ha fatturati bassi può restare col regime attuale. Per il Giornale una svolta positiva ma bisogna aspettare la versione definitiva nella manovra.

ITALIA-POLITICA
Un caso politico l'assenza di Renzi al forum di Berlino sull'Agenda digitale. Ci saranno Hollande, Merkel e Juncker ma non il premier italiano. "Un avvertimento", per Repubblica (p.2). Renzi: "non smetterò di criticare la Ue". Il Corriere (p.9) parla di profonda rottura: "Non so quando e come sarà sanabile". Ma da Berlino minimizzano: "un incontro assolutamente ordinario", peraltro ricorrente e premier italiani non hanno mai partecipato. A Berlino ci sarà il gotha dell'industria europea, compresi gli italiani Colao, Elkann, De Benedetti, Descalzi. Il Giornale (in prima e a p.4)  parla di avviso di sfratto: i leader europei ormai ritengono il premier italiano inaffidabile. Sul Corriere (p.13) le imprevedibili ricadute della polemica con l'Europa: scegliere il nazionalismo può far prendere voti a Renzi ma il raccordo con Bruxelles è sempre stato un suo punto di forza.
Referendum il 4 dicembre: questa, per il Messaggero (p.4)  l'ipotesi di Palazzo Chigi per dare tempo a un ramo del Parlamento di approvare la legge di Stabilità. Lunedì la scelta del consiglio dei Ministri. Ma ora lo scontro si sposta sul quesito posto sulla scheda: "Uno spot al sì, un imbroglio fatto da un governo di imbroglioni" l'accusa di Brunetta. "Nessun imbroglio, è la legge" la replica della Boschi (Repubblica p.9 e tutti). Sullo sfondo le trattative sulla riforma della legge elettorale: per Verderami (Corriere in prima e a p.13) se Renzi vuole cambiare l'Italicum dovrà accordarsi con Berlusconi, che sta lanciando segnali precisi per un ritorno al proporzionale.
M5S verso la kermesse a Palermo, Grillo cerca il rilancio (Sole p.18). Si va verso l'addio al direttorio e la conferma della scommessa su Di Maio: "E' l'ora del governo" (Repubblica e Corriere p.11). Di Maio prepara le mosse per l'autunno: un tour in Italia nei luoghi simbolo dei delusi dal renzismo.

EUROPA
Ue, avanti con l'intesa Europa-Canada, "congelato" il Ttip: sul Sole (in prima e a p.2) gli sviluppi della politica commerciale europea dopo la riunione di ieri dei ministri del commercio. Tutti d'accordo sulla firma del Ceta con il Canada il 27 ottobre (Trattato che dovrà poi essere ratificato a livello nazionale), mentre sfuma la possibilità di chiudere il negoziato con gli Usa prima della fine dell'amministrazione Obama. Libero (p.4):Bruxelles tradisce gli Usa col Canada. "Tra Usa e Ue c'è uno scontro tra culture: serve più rispetto" dice a Repubblica (p.3) la commissaria Ue Vestager. Sul Sole (p.2) il commento di Lisa Ferrarini (Confindustria): "Dal Consiglio notizie incoraggianti sul Ceta. La volontà dei Parlamenti nazionali va rispettata ma va evitato di marginalizzare le imprese europee dalle rotte commerciali mondiali preferenziali, ossia quelle a dazio zero". Per la Ferrarini il Ceta è da considerarsi il miglior accordo finora chiuso dalla Ue, prevedendo l'abbattimento del 99% dei dazi esistenti e perciò andrebbe adottato così com'è dai singoli Paesi, pena la perdita di credibilità internazionale della Ue e un effetto domino su Ttip e accordo col Giappone. Su Avvenire (in prima e a p.11) e Giornale il referendum cantonale di domani in Svizzera si vota per fermare gli italiani: "Prima i nostri". A parità di qualificazione professionale – la proposta su cui si vota – nelle assunzioni andrebbe data la precedenza  agli elvetici. Scontato l'esito favorevole. 62 mila i "frontalieri" interessati alla misura: i ticinesi li chiamano i "ratt", topi italiani che rubano il formaggio ai lavoratori elvetici.

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Commentario del 23.09.2016

IN PRIMA PAGINA
In primo piano la questione Olimpiadi. Renzi: "Caso chiuso" (Corriere). Malagò incontra Raggi: "Nessun piano B per Roma 2024" (Sole). Montezemolo al Corriere sulla sindaca: "Sembra telecomandata". Foglio: le "olimpiadi degli incapaci" mentre Fatto ricorda tutte le "balle" della Banda Olimpiadi 2024.  Intanto un sondaggio della Stampa evidenza la fiducia record per Appendino, Raggi in calo. Esteri, la ministra Pinotti alla Stampa: "Fondi e soldati, il piano italiano per la difesa Ue". Manovra e flessibilità Ue: duello infinito Renzi-Ue (Repubblica). "Volete troppo" dicono da Bruxelle, con Juncker ricorda i 19 mld di flessibilità concessi all'Italia, ma apre sulle spese per terremoto e migranti (Sole). Spazio sulle prime pagine anche al commercio internazionale: per il Wto sono illegali gli aiuti Ue a Airbus (Sole), la compagnia renda 22 mld di aiuti illegali(Corriere).

ITALIA-ECONOMIA
Manovra e flessibilità Ue ancora i temi caldi. Juncker stoppa l'Italia: "Senza la flessibilità concessa, l'Italia avrebbe potuto spendere 19 mld in meno. Ora ne chiede di più" (su tutti). Per Repubblica (p.6) è una stilettata per dire all'Italia "non esagerate", anche se il Presidente della Commissione poi apre sul Patto di Stabilità: "Deve essere in linea con il ciclo economico". Renzi, intanto, frena i timori di Bruxelles assicurando che "l'Italia rispetta le regole, anche quelle capestro che non ha votato". Il governo italiano chiede più disavanzo, una parte potrebbe arrivare con spese fuori-deficit per terremoto ed emergenza sbarchi (Sole in prima e p.5), mentre il premier lavora per portare fuori deficit anche il Piano di prevenzione Casa Italia (Sole p.6). Per Bonanni (Repubblica p.7) l'Ue potrebbe autorizzare ancora un piccolo sforamento dell'Italia non invocando la flessibilità per le riforme, concessa già,  ma se si dovesse trovare una giustificazione accettabile, che potrebbe derivare dal tema migranti. Ma non si tratterebbe di soldi europei, bensì derivanti dalle tasche dei contribuenti italiani destinato ad alimentare la spesa pubblica. Per Repubblica (p.7), se il no alla flessibilità Ue fosse confermato, la manovra potrebbe salire di altri 5 mld: ai 6-7 mld per pensioni, povertà, sviluppo e contratti se ne dovranno aggiungere altri 4-5 per sterilizzare l'aumento dell'Iva. Perciò si prevede un attento riesame di sanità, spending review, detrazioni, rientro dei capitali, giochi e tabacchi. Secondo il Sole (p.5) sono in corso le ultime limature sulla Nota di revisione del Def: possibile dote da 1,6 – 1,8 mld dalla spending review sugli "acquisti Pa". Renzi intanto punta sulla crescita (Sole p.5), tornando a confermare la progressione positiva del Pil italiano che nel 2016 è andato meglio del 2015 (si ipotizza una crescita dello 0,9% nella nota di aggiornamento), e che salirà ancora nel 2017 (1,2 – 1,2 per cento). Guardando agli scenari della prossima manovra, il premier annuncia che "l'anno prossimo andranno già l'Ires, l'Iri sulle piccole imprese" e la conferma del bonus di 80 euro (Sole). Unità (in prima e p.6): meno tasse alle pmi, 2 mld alle pensioni. A proposito di pensioni, Bentivogli (Fim Cisl) all'Unità (in prima e p.6) annuncia "un'intesa vicina visti i primi risultati", anche se Brancato (Cgil) ricorda le difficoltà nelle trattative, "soprattutto su alcuni capisaldi della Fornero che il governo non vuole eliminare".
Stipendi, un dossier del Giornale (p.3) evidenzia come, per colpa delle tasse, siano i peggiori d'Europa: ad uccidere le paghe sono Fisco e costo della vita.

ITALIA-POLITICA
Renzi, ieri a Otto e mezzo su La7, è tornato a parlare di referendum: "Se si vota oggi No, non si farà mai un'altra riforma per ridurre i costi. Se vince il No ci teniamo questo Parlamento e manteniamo i rimborsi, che verrebbero eliminati dal Sì" (Corriere p.9). Controattacco del M5S, che avverte: "In caso di vittoria del Sì, c'è il rischio che il clima di esasperazione si trasformi in violenza" (Stampa p.11). Sole (in prima e p.28) intervista Violante: "E' dagli anni '70 che si discute di superare il bicameralismo paritario, e la riforma fa questo". A sollevare dubbi è Quagliariello (Ncd), che al Sole spiega: "Meglio nessuna riforma che una cattiva riforma. Inoltre vedo il rischio di un contenzioso tra Camera e Senato". Berlusconi, che riprende in mano le redini di Fi, punta deciso sul No. Marcello Pera al Sole (in prima e p.28): "E' incomprensibile che, dopo aver votato 3 volte la riforma, Fi si sia trasformata in oppositore perchè è stato eletto al Quirinale Mattarella". Intanto il premier, che non vuole legare riforma costituzionale e legge elettorale, apre a modifiche sull'Italicum "se il Parlamento è disponibile". Il vicesegretario Pd, Guerini, al Corriere (p.9): "Siamo disponibili al confronto, vogliamo vedere la posizione delle altre forze. Ma la minoranza ha sbagliato sulla legge elettorale". Merola, sindaco di Bologna, a Repubblica (p.13) avverte il Pd: "Faccia votare i militanti sulla legge elettorale: ci stanno abbandonando".

ESTERI
"Più fondi e una guida politica": il ministro della Difesa Pinotti alla Stampa (in prima e p.5) annuncia, alla vigilia del vertice di Bratislava, il piano per la difesa Ue, e assicura: "Nessuno vuole eliminare eserciti nazionali. Se le missioni sono europee deve essere Bruxelles a pagare". Intanto il contingente italiano è in Libia, i militari sono arrivati a Misurata (Messaggero p.9). "Finita la fase 1, ora siamo alla fase 2 che prevede la costruzione dell'ospedale da campo per 50 posti: entro un mese saremo operativi" assicura Pinotti alla Stampa, ribadendo la natura umanitaria dell'operazione, che è supportata da militari "solo per la sicurezza". In Libia proseguono le ricerche dei due italiani rapiti. Il generale di Tobruk Haftar sostiene che i tecnici siano in mano ad Al Qaeda: la Farnesina cerca conferme (QN in prima e p.4), mentre droni francesi sono alla ricerca dei due italiani (Stampa p.4).
Questione immigrazione resta un tema caldo in Ue. Il viceministro degli Esteri, Giro, ad Avvenire (in prima e p.4): "Se tutta l'Ue si desse un sistema di corridoi umanitari, come fa l'Italia, i flussi migratori sarebbero diversi". Cresce lo sdegno per la proposta ungherese di "deportare i migranti" (Corriere p.19). Alla stampa parla Kovacs, portavoce del premier ungherese: "Noi gli unici a difendere l'Ue dall'invasione dei migranti". Ribadendo la linea di Orban, dice "No alle quote, accettarle è un invito a venire qui". 5 Paesi del Nord chiedono sanzioni, ma l'Ue temporeggia in attesa del referendum ungherese sui migranti: sarà un voto pro o contro l'Ue (Stampa p.2).
Turchia, proseguono le "purghe" di Erdogan a due mesi dal golpe (Stampa p.14): puniti in 100mila. Gulen alla Stampa (p.14): "Il Sultano vuole farmi estradare per poi torturarmi e uccidermi". Accusato di aver orchestrato il golpe, si appella a Mogherini e Renzi: "Non chiudete gli occhi".

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Commentario del 22.09.2016

IN PRIMA PAGINA
Raggi dice no all'Olimpiade (Corriere e tutti): schiaffo a Roma (Messaggero). La Raggi: "Sono le olimpiadi del mattone". Malagò: "Chiederemo i danni erariali". Renzi: "Non sanno governare". Con la sindaca solo Fatto e Libero: "la Raggi ne azzecca una". Bufera anche sulla Lorenzin per la nuova campagna sul Fertiltiy day: "Opuscolo razzista". Rosina: "Spot disastrosi ma il declino demografico sta uccidendo il Paese" (Stampa). Repubblica torna sul tema migranti: sono troppi, Comuni in tilt. Ieri nuova strage in mare: "I dispersi sono centinaia" (Corriere). Parolin alla Stampa: "La crisi colpa delle guerre". La Stampa torna sulla crisi delle banche. Enria (Eba): "Si ai fondi pubblici per salvare Mps". Su Sole, Messaggero e tutti il lancio di "Industria 4.0", il piano del governo per l'industria innovativa da 23 miliardi. Boccia: "Grande occasione". Intanto l'Ocse taglia le stime sul pil italiano ma spinge sulla flessibilità. E la Fed prepara una stretta sui tassi entro l'anno (Sole). Spazio anche alla politica, con le manovre sull'Italicum: mozione di maggioranza per cambiarlo ma la sinistra Pd diserta il voto (Sole). Feltri su Libero: qui crolla tutto e ancora discutono di legge elettorale. Sul Corriere reportage sulle metro di Roma, tra chi ruba e chi picchia.

ITALIA-POLITICA
Olimpiadi, il "no" della Raggi scatena le polemiche. "Sono le olimpiadi del mattone, farle sarebbe da irresponsabili" la linea della sindaca. Malagò: "Gli amministratori non firmino la delibera, chiederemo i danni erariali" (Corriere in apertura e a p.2 e su tutti). Sul Corriere (p.3) il pressing di Grillo sulla sindaca: "Chiudi questa faccenda senza lasciare margini". Renzi: "E' tornata l'Italia del no. Raggi ostaggi di Grillo" (Stampa p.4). Per la Stampa (p.3) la vera partita dentro il M5S è sull'opzione da scegliere, tra Movimento istituzionale-lobbista alla Di Maio o il ritorno al Movimento delle origini, col ritorno in campo di Grillo.
Su tutti le grandi manovre in corso per cambiare l'Italicum, "ma quando e come non si sa" titola il Fatto (p.4). Rodotà al Fatto (p.5): "Il rinvio della Consulta è giusto ma Renzi sta screditando le istituzioni: sull'Italicum governo disinvolto e irresponsabile". Pd diviso anche sulla mozione di modifica. Non sfugge la "clamorosa marcia indietro del premier" sulla legge, prima blindata con la fiducia e ora gettata praticamente al macero. Ma neanche questo basta a convincere la minoranza dem: "Mozione insufficiente, giocate a nascondino" (Repubblica p.7). Idem Bersani: "Le volpi finiscono in pellicceria" (Corriere p.8). Sulla Stampa (p.9) il piano di Verdini per il proporzionale: nella sua riscrittura dell'Italicum una svolta imprevedibile, via il premio di maggioranza e ritorno al proporzionale, un po' come chiedono i 5 Stelle, ma non per fare un piacere a Grillo bensì per gettare le nasi di un grande abbraccio tra il Pd renziano e l'ala di centrodestra moderato che va da Alfano, a Parisi, allo stesso Berlusconi. D'Alimonte a QN (p.8): "Il proporzionale? Vade retro. Ma lo vogliono quasi tutti perché riapre i giochino della politica". Feltri su Libero (in apertura e a p.3): "Qui crolla tutto e ancora si discute di legge elettorale".
Ma più che l'Italicum è sempre il referendum ad agitare Palazzo Chigi: preoccupa soprattutto la ribellione del Sud, dove i no sembrano molto avanti. E se vincesse il No, scrive Maria Teresa Meli sul Corriere (p.8) Renzi andrebbe da Mattarella per dimettersi e le sue sarebbero dimissioni davvero irrevocabili. L'ipotesi di un reincarico o di un bis vende giudicata impraticabile.

ITALIA-ECONOMIA
L'Ocse taglia le stime sull'Italia: "l'Ue conceda più flessibilità". Su Stampa (p.6) e tutti l'ennesima doccia gelata sulla crescita: nel 2016 e 2017 il pil salirà solo dello 0,8%, sebbene in un contesto di rallentamento globale.  Ma dall'Ocse arriva un aiuto al governo Renzi: "L'applicazione del patto di stabilità potrebbe essere modificata per permettere un uso più favorevole della politica di bilancio". "Quanto sta accadendo non promette nulla di buono, il Pil potrebbe essere di nuovo a zero oppure sotto zero", scrive Fubini sul Corriere (p.12). Spaventa il crollo dell'indice Pmi manifatturiero, il calo dell'export, e il peso delle sofferenze bancarie, 360 mld lordi di crediti deteriorati nei bilanci delle banche. Impraticabile l'aiuto di Stato alle banche in crisi, da Bruxelles premono perché il governo acceda a un prestito del Fondo salva banche, con la possibilità di sospendere il bail in, ma il governo, a meno di choc politico finanziari, non accetterà. "In Italia tasso medio delle sofferenze sul totale dei prestiti è al 18% contro la media del 5,5% - dice Andrea Enria (Eba) alla Stampa (p.7). "Bisogna accelerare i processi giudiziali e sostenere un mercato secondario dei crediti". Sul Corriere (in prima e a p.37) Padoan replica a Mieli sulla "falsa" spending review: abbiamo fatto sforzi più forti che altrove, tagliato spese per 25 mld e ridotto le tasse. L'Italia non cresce ma stiamo rimuovendo gli ostacoli allo sviluppo. Ieri il lancio di Industria 4.0: 13 mld che il governo stanzierà da qui al 2020 per supportare una nuova rivoluzione industriale all'insegna della digitalizzazione dei processi produttivi. Dai fondi del governo atteso un effetto leva su investimenti privati per 24 mld di cui 10 già nel 2017 (Sole in apertura e a p.2 e 3, Corriere p.38 e tutti). Renzi: "Dal 2017 misure in campo: toccherà agli imprenditori saper cogliere l'opportunità". Calenda: "Stop ai fondi messi a bando, si passa a incentivi fiscali orizzontali scegliendo gli strumenti che hanno funzionato meglio e orientandoli alla trasformazione digitale dell'industria". Rocca (Assolombarda): "Questa è davvero l'ultima chiamata per il manifatturiero, al 15% di quota sul pil: quasi si può parlare di deindustrializzazione precoce". Una cabina di regia governo.parti sociali, seguirà l'attuazione del piano. Boccia: "Industria 4.0 è una grande occasione le misure più operative ora vadano nella legge di stabilità" (Sole p. 3). Scordamaglia (Federalimentare): "Finalmente si premia chi innova. La sfida ora sono i contratti" (Corriere p.38). Sul Fatto la stroncatura di Rocca: "Renzi presenta il piano industria 4.0, in prima fila c'è l'indagato per corruzione".

EUROPA
Bce: il Jobs Act aiuta l'occupazione in Italia ma Germania e Spagna corrono di più. Sul Sole (p.10) lo studio della Bce su riforme e occupazione nell'eurozona. Il Jobs Act ha impresso un'accelerazione all'occupazione in Italia negli ultimi quattro trimestri ma Italia e Francia restano comunque indietro in termini di creazione dei posti di lavoro rispetto a Germania e Spagna, dove le riforme sono state fatte molto tempo prima. Complessivamente, la disoccupazione, a livelli record nel 2013 (sopra al 12%), è scesa ora al 10%. In tre anni sono stati creati nell'area euro 3,8 milioni di posti di lavoro: merito principalmente della Germania e della Spagna. I risultati delle riforme in Germania e Spagna e ora anche in Italia, per la Bce possono incoraggiare altri Paese a rivedere misure per il mercato del lavoro.

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Commentario del 21.09.2016

IN PRIMA PAGINA
Legge elettorale in primo piano. Oggi alla Camera si vota una mozione di maggioranza: c'è l'accordo, l'Italicum sarà cambiato (Repubblica). Renzi: "Si alle modifiche, facciano tutti le loro proposte" (Corriere), ma il premier non cede sul ballottaggio (Repubblica). Fatto polemizza: "Ci hanno presi in giro e continuano" mentre M5S propone il ritorno a proporzionale e preferenze (su tutti).  Unità contro Grillo: "Scommette sul caos". Altro tema caldo il caso degli italiani rapiti in Libia: erano senza scorta (Corriere), rapiti da criminali, non da terroristi (Avvenire). Tripoli promette: "Sforzi per ritrovarli" (Sole). Negli esteri, spazio anche alla ripresa delle guerra in Siria: bombe nonostante gli appelli, schiaffo all'Onu (Stampa). Usa attaccano Mosca: "Bombe su aiuti umanitari" (Repubblica). Economia, sulla Stampa Moscovici gela Renzi sui conti: "Rispetti le regole, niente eccezioni sulla flessibilità".
Roma, oggi il giorno della verità sulle Olimpiadi (Messaggero): si va verso il no (Corriere). Per il Fatto è la fine dei Giochi, con la Raggi che annuncia "un no secco".

ITALIA-ECONOMIA
Renzi dagli Usa definisce le politiche austerità imposte dal Patto di Stabilità "un coperchio" alla crescita italiana (Sole p.8), ricordando come "l'austerità senza visione rischia di essere un errore incredibile dell'Ue" (QN p.5). A gelare le ambizioni italiane è il Commissario Ue Moscovici, intervistato dalla Stampa (in prima e p.7): "Il Patto funziona, possibili miglioramenti ma solo di piccola entità". Quanto alle richieste di flessibilità italiana, dice: "Esamineremo i singoli casi, siamo pronti ad applicare tutta la flessibilità prevista dal patto. Ma senza fare eccezioni, bisogna stare nei limiti imposti dalle regole". E sul piano anti-sismico italiano, assicura: "Non sarà la questione principale nelle valutazioni con l'Italia". Ma Realacci sull'Unità (in prima e p.7) definisce il piano "Casa Italia" un'occasione per cambiare verso all'economia italiana, oltre che un dovere morale. Tra i temi della Stabilità, intanto, si discute sulle pensioni. Si lavora per avere maggiori risorse per "l'Ape social" (Unità in prima e p.7). Slitta il confronto governo-sindacati in programma per oggi: da sciogliere i temi legati alle risorse disponibili, con i sindacati che attendono risposte sull'anticipo pensionistico per chi ha iniziato a lavorare prima dei 18 anni e sulla soglia di reddito da pensione per beneficiare dell'Ape (Sole p.4 e tutti). Rinvio dell'incontro al 27 settembre, che per Giornale (p.2) serve al Governo per capire se ci sono gli spazi per accontentare i sindacati. Sul tavolo della manovra anche il dossier sugli sgravi per i neoassunti. "Stiamo valutando se mantenerli in via generale, o applicarli con maggiore selettività" ha detto Poletti, certificando l'esistenza di posizioni discordanti, con Calenda che vorrebbe destinare quelle risorse al capitolo produttività (QN p.25). Intanto dal Mise, Calenda annuncia una strategia per le rinnovabili nel 2017 (Messaggero p.14): già in manovra il ministro lavora ad una misura "per le norme sugli energivori e gasivori, per alleggerire l'onere delle rinnovabili sulle aziende".
Banche, nuovo tonfo in Borsa per Mps (-6,40%) che scende ai suoi minimi storici: l'intera banca capitalizza circa 549 mln, un decimo dell'aumento di capitale da 5 mld allo studio (Corriere p.41). Si ragiona su una riduzione dell'ammontare cash a 2-3 mld (Sole). Intanto si insedia il nuovo ad Morelli, la sua agenda prevede di rafforzare il patrimonio della banca, la presentazione di un piano industriale in tempi brevi e di riportare la fiducia nella rete commerciale (Sole in prima e p.25). Nel frattempo, mentre Bankitalia, assicura che "le banche italiane sono meno rischiose della media Ue" (Sole in prima e p.24), l'Abi sottolinea la mancanza di inversione di tendenza sulle sofferenze bancarie: l'ultimo studio vede salire a 85 mld (da 83,7) i crediti deteriorati netti.

ITALIA-POLITICA
Legge elettorale, prima intesa per cambiarla (su tutti): asse Pd-Ncd per una mozione di maggioranza oggi alla Camera "per avviare una discussione", ma per la minoranza dem "è troppo poco" (Repubblica in prima e p.10 e tutti). Renzi, pronto a trattare, apre al premio di coalizione (Corriere in prima e p.11), ma non cede sul ballottaggio (Repubblica in prima e p.11). Premier chiede di fare proposte. Il M5S punta su proporzionale e preferenze (su tutti). Il capo dei deputati grillini Cecconi al Corriere (p.10): "Ritorno alla Prima Repubblica? Cadevano tanti governi, ma il Paese è diventato grande. E l'Italicum non garantisce la stabilità". Sulla Stampa (p.9) parla Cirino Pomicino: "Proporzionale è la strada migliore in un sistema parlamentare". Unità attacca Grillo: "Scommette sul caos", mentre per Sorgi (Stampa p.9) possono essere due i motivi che spingono i 5Stelle sul proporzionale: sono interessati a un sistema dove il maggior partito di opposizione conta più di quelli di governo, oppure vogliono tenersi lontano dalla discussione. Franco sul Corriere (p.11) parla di "trattative virtuali". Sulla stessa linea Folli (Repubblica in prima e p.32): cortina fumogena, il dibattito non regalerà in tempi brevi una norma migliore dell'Italicum. Polemico il Fatto: "Ci hanno preso in giro e continuano". Sarà il voto sulla riforma costituzionale – scrive Palmerini sul Sole (in prima e p.10) – a decidere chi darà le carte sulla legge elettorale. Su Avvenire (p.10) parla Romani (Fi): "Nostra proposta dopo il referendum, non vorremmo che il pasticcio di questa mozione serva a intorbidire le acque nel dibattito referendario". Intanto, dopo la presa di posizione dell'ambasciatore americano sul referendum, al QN (in prima e p.6) parla l'ambasciatore inglese Jill Morris: "Per il Regno Unito è importante che l'Italia abbia un governo stabile per guidare l'economia. Faremo di tutto per favorire ciò".

ESTERI
In primo piano il caso dei due italiani rapiti in Libia. Erano senza scorta perchè la società (Con.I.Cos) non aveva dato informazione alla Farnesina della sua presenza in Libia e non aveva "registrato" i propri dipendenti (su tutti). Messaggero (in prima e p.20) ricorda come le imprese straniere possano essere fonte di reddito per milizie e predoni. Intanto, irritazione del governo per il comportamento dell'azienda: vertici italiani al lavoro con le autorità libiche, che assicurano "sforzi per ritrovare gli italiani rapiti" (Sole in prima e p.21). Le autorità conoscono i rapitori, in passato avrebbero già effettuato imboscate e rapine (Corriere p.2). Ora il rischio è che i due lavoratori italiani siano venduti (Repubblica p.7). Nonostante le rassicurazioni sull'identità dei rapitori, non si esclude l'ipotesi della pista "politica". Sole (in prima e p.21) ragione intanto sul lavoro di stabilizzazione del Paese: bisogna fare i conti con il generale Haftar, anche se è considerato il principale oppositore all'unità con Tripoli, non si disegnare l'assetto della Libia senza lui, vista la sua potenza militare e i controllo di porti e petrolio. Altra situazione calda in Siria, dove sono ripresi i bombardamenti. Gli Usa accusano Mosca di "lanciare bombe sugli aiuti umanitari" (Su tutti)

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Commentario del 20.09.2016

IN PRIMA PAGINA
Agguato all'alba, due italiani rapiti in Libia (Corriere, Messaggero, Stampa) Dalla Farnesina massimo riserbo: situazione delicata (Sole). Il Giornale: Renzi si fa rapire altri due italiani. Da New York il premier attacca l'Europa: "Sui migranti soltanto parole, pronti a fare da soli (Corriere, Sole, Messaggero). E a Weidmann: "Berlino? Risolva i suoi guai" (Stampa). Libero: coraggio Renzi, molla la Ue. Gentiloni a Repubblica: "L'Europa sbanda sui rifugiati, la crisi mondiale minaccia l'Unione". Kerry alla Stampa: "Migranti, l'Europa si muova". Intanto il governo pensa di distribuirli nei piccoli paesi con incentivi ai sindaci (Repubblica). Spazio anche all'economia: frenano le assunzioni a tempo indeterminato (Sole): sono calati gli incentivi e i posti di lavoro crescono meno (Corriere). Al palo anche i pagamenti della Pa (Giornale). Osservate speciali anche le banche. Il Foglio: serve una "rivoluzione bancaria" oppure il credito ci travolgerà. Su Mps, Profumo con De Bortoli: "Ho visto i massoni all'opera" (Fatto).  Su Libero e Giornale il caso Banca Etruria: su 130 mila sbancati Etruria ne rifonde 30. "Marceremo su casa Boschi". Intanto la Consulta rinvia a dopo il referendum il giudizio sull'Italicum (su tutti) e la Cassazione boccia i controlli online sui lavoratori (Italia Oggi).

ITALIA-ECONOMIA
Frenano le assunzioni stabili (Sole in prima e a p.16 e su tutti): - 33,7% di nuovi posti in meno dall'inizio dell'anno. Ma il saldo tra ingressi e uscite dal mercato resta positivo, +76.324 contratti. Aumentano i rapporti a termine; boom dei voucher (84,3 milioni di buoni venduti, +36,2%). "Sono calati gli incentivi e i posti di lavoro crescono meno", scrive il Corriere (in prima e a p.37), per il quale è necessario che Ministero del Lavoro, Istat e Inps si mettano d'accordo su come armonizzare i dati. Nessun commento dal governo (Repubblica p.24). Agnelli (Alluminio): "Impossibile assumere se il Paese non cresce". Fazioli (Pianoforti): "Le leggi non servono, io prendo chi merita" (Stampa p.8).  Al palo anche i pagamenti della pubblica amministrazione: "le imprese aspettano 61 mld dallo Stato" l'allarme di ImpresaLavoro ripreso dal Giornale (p.2). Altro tema caldo, le banche. Dopo Weidmann (Bundesbank) oggi è Angeloni (Bce) a lanciare l'allarme sui crediti in sofferenza: "Le banche devono agire, senza perdere tempo – dice al Corriere p.11 – Accantonamenti e garanzie non risolvono tutto, servono task force per i prestiti in default". Il Foglio (in prima e a p.4) evoca un Marchionne che faccia sulle banche "un'opera i verità e di coraggio come con Fiat": "urge una rivoluzione bancaria oppure il credito ci travolgerà". Il problema non sono solo gli esuberi – problema che prima o poi scoppierà – ma anche la cattiva allocazione del credito, che ha portato al picco di sofferenze.
Intanto Renzi attacca Weidmann: "Il governatore tedesco risolva i problemi del suo paese e delle sue banche. L'Italia rispetterà le regole europee, spero che faccia altrettanto la Germania. Gli accordi europee prevedono specificità in casi eccezionali, e quello del terremoto lo è" (Stampa p.9, Sole p.7 e altri). Ma Letta ribatte: "Non siamo in salvo, dopo Londra altri Paesi possono uscire dalla Ue. L'Europa non si aggiusta con i tweet" (Stampa p.9). Giornale (p.6) e Libero tornano invece sul crack di Banca Etruria: solo 20 i risparmiatori fin qui risarciti. Domenica marcia sotto casa Boschi. Il Fatto (in apertura e a p.2) rilancia l'accusa di De Bortoli sulle influenze della massoneria sul Mps. Profumo, a giugno, disse: "Anche la massoneria ha distrutto il Mps". Il Fatto ricorda l'opera di pulizia avviata da Viola e Profumo: una stagione ora cancellata dal Tesoro, che ha sollecitato lo sfratto di Viola per riportare in auge Morelli, vice dg ai tempi di Mussari.

ITALIA-POLITICA
Italicum "graziato", la Consulta rinvia tutto (Fatto p. 5 e su tutti): l'Italicum va al 2017, dopo il referendum per evitare un "uso politico" del verdetto (Repubblica p.15). Giudici divisi. Palazzo Chigi: "Meglio così". "Prova di saggezza istituzionale – scrivono D'Alimonte e Pasquino sul Sole (p.21) - Così la Corte ha deciso la neutralità fra i partiti". Per Repubblica la mossa potrebbe aiutare la causa referendaria. Per il Giornale (p.5), al contrario, il rinvio del giudizio sull'Italicum sarà un boomerang per Renzi. Gli ultimi sondaggi (quello EMG Acqua per La 7) danno il "No" in aumento del 3,3% al 34,1%, il sì al 30,1%, indecisi al 35,8% e un'astensione del 45%. "Cosa succede se vince il No? Sarà Mattarella a decidere che fare" dice la Boschi ospite ieri del Corriere per un confronto con Onida .
Berlusconi rassicura Salvini su Parisi: qui il capo sono io. Così il Corriere (p.14) sul vertice tra i due di ieri sera ad Arcore. Nessun particolare entusiasmo tra i due ma accordo di fondo su un "no" nitidissimo al referendum, nella convinzione che Renzi sia alle corde. E poi il caso Parisi: l'idea pare quella delle zone d'influenza: Salvini per gli arrabbiati, Parisi per i moderati, Berlusconi garante. 
Nel M5S ora lo scontro è sulla festa del M5S a Palermo: non tutti vogliono la Raggi sul palco (Corriere p,13, Stampa p.11). Su QN (p.12) parla uno degli autori delle rivelazioni su Grillo e Casaleggio, Marco Canestrari: "Attualmente i 5 Stelle sono senza controllo. Grillo non comanda, una linea non c'è. Si vede dal disastro di Roma e dalle fughe in avanti di Di Maio e Di Battista. Il candidato premier non lo sceglierà la Rete, un luogo assolutamente manovrabile".
Oggi in edicola il primo numero de "La Verità", diretto da Belpietro: tra le firme che l'hanno seguito Pansa, Giordano, Lorenzetto. "La mia sfida? Un nuovo giornale e un libro sui segreti del giglio magico" dice al Corriere (p.14) Belpietro. "Non ho pregiudizi contro il premier, cerco solo di far luce su certe vicende". E sul centrodestra: "Ho la sensazione che stia brancolando nel buio".

MONDO
Assalto dei predoni all'alba: due italiani rapiti in Libia (Stampa in apertura e a p.2 tutti). Sono tecnici della Con.I.Cos. di Mondovì. Il sequestro in una zona controllata da tribù vicine al governo. Corsa contro il tempo della Farnesina per liberarli. Renzi cancella tutti gli impegni all'Onu: a New York task force con Gentiloni e Minniti (Sta,ap p.4). Su Repubblica (p.4) parla il ministro Gentiloni: "Seguiamo il caso, ma è presto per attribuire una matrice ai sequestratori. L'Italia appaia fino in fondo il governo Serraj ma serve un accordo con le forze della Cirenaica, anche con il generale Haftar.Le condizioni della Libia sono cruciali per la sicurezza della Libia". Sulla Stampa (p.5) parla il segretario di Stato americano Kerry: "Italia cruciale nella lotta al terrorismo e nella stabilità in Libia". "Sto con Renzi: l'Italia ha gestito la crisi dei migranti in maniera efficace e umana e sollecitiamo tutti gli Stati Ue a mantenere gli impegni di riallocare i richiedenti asilo dall'Italia e la Grecia". Pur ammaccata la Libia resta una gallina dalle uova d'oro – scrive la Stampa p.3 – Per questo c'è un vasto mondo di ditte piccole e medie che l'affollano nonostante rischi altissimi. Anche perché in larga parte del Paese c'è ancora un'impalcatura statale e locale che gestisce appalti. Ma imprese e lavoratori dovrebbero registrarsi sul sito Viaggiare sicuri, mentre la Farnesina, se potesse, fermerebbe questi viaggi. Ma le potenzialità di crescita del Paese restano enormi e chi può resta. 

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Commentario del 19.09.2016

IN PRIMA PAGINA
"Per l'Italia già troppa flessibilità": sulla Stampa parla Weidmann (Bundesbank). "Riducete il debito pubblico". Il Tesoro punta a 6 miliardi di tagli e a una nuova asta per le frequenze per fare cassa (Stampa). Altro fronte di scontro con la Ue, i migranti: la gestione va a Palazzo Chigi (Messaggero, Corriere). Sala su Repubblica: "Il governo cambi politica sull'immigrazione". Spazio anche alla politica: Salvini, dal palco di Pontida attacca il Papa e rottama la vecchia guardia (Repubblica, Libero). Stampa e Corriere rivelano: Casaleggio prima di morire ruppe con Grillo: "Non ti voglio più sentire". In primo piano su tutti la bomba a New York, torna la paura (Messaggero): per la Stampa sono terroristi. In Minnesota accoltellate 9 persone: l'Isis rivendica. Trump chiede interventi radicali, Clinton frena (Corriere). Superblindata la sede Onu per il vertice di 150 capi di Stato (Messaggero). Dalla Ue: Merkel tradita anche a Berlino, crollo Cdu, avanza AfD (Stampa e tutti). Il Giornale: ora la profuga è lei.

ITALIA-ECONOMIA
"L'Italia ha già abusato della flessibilità. E non ha tagliato il debito pubblico": sulla Stampa (p.7) l'affondo del presidente della Bundesbank Weidmann contro Roma. "C'è stata avvero una politica di austerity in Italia? Visto l'elevato debito pubblico il consolidamento di bilancio è prioritario, per evitare che sorgano dubbi sulla sostenibilità del debito pubblico". E ancora: "L'idea che la Germania possa dare una spinta alla congiuntura europea con investimenti pubblici è ingenua. Per una crescita sostenibile sono determinanti le condizioni locali: non solo strade e ponti ma un'amministrazione ben funzionante, una giustizia efficiente, un elevato livello d'istruzione". Da Weidmann richiamo anche sulle banche: "L'Italia deve affrontare con decisione il problema dei crediti deteriorati, un ostacolo alla crescita e al funzionamento del sistema bancario, ma senza distorcere la concorrenza e far sì che proprietari e creditori possano sottrarsi alle loro responsabilità ai danni dei contribuenti. Per questo devono essere rispettate le norme europee sugli aiuti di Stato e le disposizioni del Brrd". Continuano intanto le anticipazioni sulla legge di Stabilità, che dovrebbe valere 23-27 mld. La Stampa (p.6) parla di una nuova asta di frequenze televisive per incamerare un miliardo e dell'anticipo del taglio dell'Irpef, previsto quest'anno ma in vigore dal 2018. Il Giornale (p.6) annuncia tasse occulte e condoni. Repubblica (p.12) torna sulle misure per il lavoro: governo diviso tra incentivi per l'assunzione degli stagisti o per le imprese del Sud. Il rischio è che sgravi concentrati solo in una parte del Paese possano essere considerati aiuti di Stato e bocciati da Bruxelles. Taddei (Pd): "Gli incentivi per le assunzioni dovrebbero essere uniformi e universali". Ssul Sole (in apertura e a p.2) il ddl Concorrenza "all'ultimo miglio": "più codice del consumatore che legge della concorrenza", il giudizio dell'Istituto Leoni, tra quello che si è perso e quello che si è aggiunto. Concorrenza resta, per il Sole, una parola scomoda e sfortunata.

ITALIA-POLITICA
Migranti, la "regia" per gestire l'emergenza passa a Palazzo Chigi (Corriere in prima e a p.8, Messaggero  in prima e a p.6). Il Corriere parla di una task force formata da esperti di Ministero dell'Interno, Esteri e Difesa, che si affiancherà alla squadra del ministero dell'Interno che controlla il sistema dell'accoglienza e delle identificazioni. Per il Messaggero il piano prevede la separazione tra controllo e accoglienza con la creazione di due nuove strutture con competenze specifiche per la sottoscrizione di accordi bilaterali con i Paesi africani e per i rimpatri. Da Milano l'allarme di Sala: "Il governo deve cambiare politica sull'immigrazione" (Repubblica in apertura e a p.3): "il peso per Milano e altre città è sempre più insopportabile. L'accoglienza è un dovere ma non si può scaricare tutto su di noi". Sui migranti la Merkel ha incassato ieri un'altra sconfitta elettorale, stavolta a Berlino (Stampa p.9). Ma tra Renzi e Merkel non c'è intesa: si parlano senza capirsi, scrive Fubini sul Corriere (p.9), seguono agende diverse e ora Berlino si chiede quale possa essere la prossima mossa di Renzi. Sul fronte interno senz'altro il referendum. Su Repubblica (p.10) De Magistris replica a Pisapia: "Si illude chi vota Sì: la riforma è pensata per i nuovi oligarchi". Sul Corriere (p.17) la Chiesa sempre più orientata verso il no: difficile che ci siano pronunciamenti ufficiali, scrive Franco, ma i contenuti referendari stanno accentuando l'ostilità di alcuni settori ella Cei e del mondo cattolico. Sul Fatto (in apertura e a p. 2) l'affondo di De Bortoli contro Renzi rilanciato in un tweet da Letta: "Su vicende bancarie, Etruria, Siena, si sente odore di massoneria". Renzi bocciato anche in politica estera: "Quella di Ventotene è stata una gita".

EUROPA
Anche Berlino punisce la Merkel (Stampa in prima e a p.9 e su tutti): alle regionali di ieri boom dei populisti di AfD (14,9%); l'Spd resta primo partito col 22%, la Cdu crolla al 17,9%, Verdi al 16,5%. Si va verso un'alleanza a tre Spd, Verdi e la sinistra Die Linke (15,5%).  "Ora gli alleati bavaresi della Csu chiederanno conto alla Merkel della sua politica sui migranti" dice il politologo Hajo Funke alla Stampa (p.9). "Il voto si gioca sui rifugiati ma la cancelliera resta ancora senza veri rivali" dice il politicelo Gero Neugebauer al Corriere (p.11). Intanto l'Europa prepara un'altra stretta sull'immigrazione: verso la cancellazione della clausola che prevede ricongiungimenti familiari, scrive il Messaggero (p.7). Ma l'attesa revisione del Trattato di Dublino sarebbe addirittura peggiorativa per l'Italia, con l'esclusione di ogni ipotesi di redistribuzione dei profughi tra Paesi Ue nemmeno per ragioni umanitarie. L'Italia insiste con il Migration Compact, ovvero accordi con Paesi d'origine e investimenti europei in Africa ma senza trovare sponde.

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Commentario del 18.09.2016

IN PRIMA PAGINA
In primo piano le polemiche sul dopo vertice UE a Bratislava. Renzi, intervistato dal Corriere: "Si discute di virgole. Non capisco Merkel e non sto zitto per quieto vivere". E' un Ue che si divide sui migranti (Repubblica). Stampa e Messaggero riprendono le parole del premier, che avvisa Merkel e Hollande - "Più forte se vinco il referendum" - e spiega: "L'Europa può esplodere". Giornale attacca la "farsa" di Renzi, che piange ma firma tutti i trattati, mentre per il Fatto il presidente del consiglio è all'angolo, rimasto solo con Orbàn: o nuove tasse o guerra alla Ue. Nella politica, in evidenza anche l'intervista sul Corriere a Sergio Mattarella: "Ciampi tecnico e politico ci salvò". Economia e manovra finanziaria in apertura sul Sole: 15 interventi per un piano da 26 mld. Governo pronto alla sfida con Bruxelles sull'aumento del deficit (Messaggero). Spazio su tutte le prime pagine al lavoro insicuro: altre 3 vittime. All'Ilva e all'Atac muoiono un operaio e un elettricista. Mattarella: "Una ferita per l'Italia". Su tutte le prime pagine anche il caso di eutanasia su un minore che sconvolge il mondo.

ITALIA-ECONOMIA
Manovra finanziaria e regole Ue in primo piano. 15 misure per un menù da 23-26 mld: il Sole (in prima e p.3) analizza la Stabilità italiana, che punta su pensioni, spending review, Industria 4.0 e produttività. E' caccia alla risorse, inevitabile una selezione. Ci saranno anche soldi per disabili e sicurezza, ha annunciato Renzi (Messaggero p.7), che al Corriere spiega: "La Stabilità è pronta. Spunteremo dal patto gli eventi eccezionalicome prevedono le regole, che l'Italia rispetta. Nessuna trattativa per strappare qualche decimale in più di flessibilità". Per il Messaggero (p.7) il governo è pronto alla sfida con l'Ue sul deficit: la frenata del Pil rende difficile centrare gli obiettivi concordati, e l'aggiornamento del Def potrebbero far salire l'indebitamento 2017 al 2,1%. Weber (Ppe) al Corriere (p.5): "Il debito italiano resta troppo alto, e il problema è tutto dell'Italia, che deve stabilizzarlo". Anche il dossier della Fondazione Hume per il Sole (in prima e p.2) vede nel debito pubblico l'aspetto più ingombrante per l'Italia: per stabilizzarlo serve una crescita tra il 2 e il 3% l'anno.  Italia che ha presentato già le richieste alla Commissione: deficit, investimenti e occupazione sono le priorità, ma il primo scoglio da superare è la flessibilità (Stampa p.5). Per Pesole (Sole in prima e p.3) gli spazi per ottenere flessibilità Ue sono stretti, ma ci sono.
Per il Messaggero (p.5) la Merkel sarebbe pronta alla svolta: si va verso l'addio, nel 2017, al Fiscal Compact. Si studia una nuova governance e una bilancio comune per investire: il piano servirà per superare le tensioni sulla flessibilità. "Le scelte europee in materia economica degli ultimi 10 anni non sono state sufficienti – dice al Messaggero Gozi -. Serve un impegno preciso per una nuova governance, che a Bratislava non è stato preso. Ci impegneremo perchè le nuove strategie economiche per la crescita siano indicate a Roma a marzo". Per la Stampa (p.4) anche Disselbloem (Eurogruppo) è possibilista sul Fiscal Compact, ma bisogna superare la resistenza tedesca.

ITALIA-POLITICA
In primo piano l'intervista a Renzi  sul Corriere (in prima e p.2-3). Il premier parla di Europa, ma anche di politica interna. "Mai stato ottimista come ora sull'esito del referendum" dice, convinto che "quando di diraderà la nebbia delle ideologie parleremo di merito e gli indecisi voteranno Sì per cambiare questo Paese". Sulle possibili dimissioni in caso di sconfitta torna a ribadire che "non è un referendum sul mio futuro", poi parla di Italicum: "E' un'ottima legge elettorale ma siamo pronti a cambiarla, qualunque sia la decisione della Consulta. La maggioranza c'è, ora le opposizioni propongano". La sinistra dem resta sul No. Pisapia a Repubblica (in prima e p.9): "Guerra fratricida, regalo alla destra. Non mi schiero, ma non posso iscrivermi al No perchè la democrazia non è in pericolo". Nencini all'Unità (p.9) spiega le posizioni del Psi  sul referendum - "Non vedo pericoli per la democrazia perchè non c'è modifica al Titolo I della Costituzione" - e Italicum: "Va cambiato, garantisce lstabilità ma non rappresentanza". Casini ad Avvenire (p.9) ribadisce la linea centrista a sostegno della maggioranza e del referendum: "E' un Sì convinto – dice - soprattutto per il superamento del bicameralismo perfetto, l'abolizione del Cnel e la stabilità del Paese". Nel centrodestra Parisi inasprisce i toni: da Milano definisce Renzi "un pericolo per l'economia", sostenendo che la riforma costituzionale "va cambiata perchè se ne può fare una migliore. Il centrodestra – dice - costtruisca un'alternativa a Renzi" (su tutti).
Spazio all'addio a Carlo Azeglio Ciampi. Ieri camera ardente in Senato per l'ultimo saluto. Mattarella al Corriere (in prima e p.9): "E' stato protagonista di momenti di svolta nella vita del Paese. La cifra della sua vita va rinvenuta nel valore della rettitudine e del rigore morale". Anche l'ex ministro Vincenzo Visco lo ricorda: "Politico abilissimo, altro che tecnico" (Repubblica p.11). Furlan (Cisl) sul Sole (p.9) sottolinea l'attualità della lezione di Ciampi: sarebbe necessario "un patto sociale" per la crescita, con una coresponsabilizzazione sugli investimenti pubblici e privati, le infrastrutture, la ricerca, l'innovazione. Governo Renzi sembra aver compreso l'importanza del dialogo con corpi sociali: è l'eredità di Ciampi. La "concertazione" era ed è "Politica" di Governo.

EUROPA
Dopo vertice di Bratislava, Renzi al Corriere non smorza la polemiche. "E' stata un'occasione persa" dice, assicurando però che non ci sono problemi con Merkel e Hollande. "Più che di spirito di Bratislava, se si continua così parleremo del fantasma dell'Europa" avverte però, paventando una possibile "esplosione per incapacità" sul tema migranti (Messaggero in prima e p.4), sul quale cerca l'asse con l'Onu. Repubblica (in prima e p.4) vede una Ue che si divide sul tema migranti, a preoccupare non sono le posizioni dell'Italia ma quelle dei Paesi orientali. Weber (Ppe) al Corriere (p.5): "Vertice importante su sicurezza delle frontiere Ue e sull'impegno dei tre Paesi a lavorare insieme". Gozi al Messaggero (p.5) definisce "positiva" la conferma del Migration Compact, "ma – avverte – non c'è stata alcuna assunzione di responsabilità. Restano troppe ambiguità". Intanto l'Italia è tentata di andare sola in Africa (Stampa p.3). "Ma per l'Europa sarebbe un fallimento" dice Gozi. Filippo Grandi, numero uno dell'Unhcr alla Stampa (p.2): "Italia e Grecia non vanno abbandonate, sarebbe grave se l'Ue rinunciasse all'accoglienza". Intanto è polemica per la conferenza stampa del dopo vertice senza Renzi. Si ricompone "l'asse speciale"  Berlino-Parigi. "Il segnale di Bratislava è che Hollande non va da nessuna parte senza la Germania" commenta Taino (Corriere p.3). E la leader dei socialisti europei, Berès al Corriere (p.5) conferma: "L'asse resta centrale". Ma Bruxelles smorza i toni e assicura: "I rapporti con l'Italia non cambiano" (Messaggero p.7). E' stato il primo vertice a 27: doveva dare segnali su immigranti e questioni economiche, "invece – scrive Prodi sul Messaggero (in prima e p.18) – è stato il vertice del rinvio". Rincara la dose Gianni Pittella al QN (p.4): "L'esito è imbarazzante: così si va allo scontro istituzionale". Intanto la Gran Bretagna accelera e punta al divorzio già a gennaio (Corriere p.6).

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