Commentario del 29.09.2016

IN PRIMA PAGINA
"Questo referendum si vince a destra": in evidenza l'intervista di Matteo Renzi al Foglio. Intanto, su tutti, gli ottanta anni di Berlusconi, che rifiuta gli inciuci con Alfano e Verdini e fa asse con Salvini e Meloni per il No (Giornale). In primo piano sui quotidiani l'accordo sulle nuove pensioni (Corriere e tutti): riforma da 6 mld (Sole e altri), minime più alte (Repubblica). Nanninci sull'Unità assicura "equità, sostenibilità e dialogo sociale", mentre la Furlan intervistata dall'Unità: "Un'intesa che risponde ai bisogni di tre generazioni". Ma l'Europa frena sulla manovra (Stampa), e il premier assicura: "Prenderemo quello che ci occorre, la Ue non spaventa". Sul Mattino parla il sottosegretario Baretta: "La riduzione dell'Irpef spalmata su tre anni dal 2018".  Esteri, Draghi al Bundestag sferza Berlino: "Per la crescita serve più impegno" (Messaggero). Ad Aleppo l'ultimatum Usa ai russi: "Stop alle bombe" (Stampa e altri). Sul Sole l'accordo Opec per il taglio alla produzione di petrolio. Su tutti l'addio a Shimon Peres, uomo di pace nel Medio Oriente tormentato.

ITALIA-ECONOMIA
Aggiornamento del Def, per il Tesoro nel 2017 una manovra da 8 mld: mezzo punto di Pil da recuperare con lotta all'evasione e tagli alla spesa (Corriere p.5). Confermata la revisione della crescita (1% nel 2017 e 1,3% nel 2018, pareggio nel 2019). Intanto previsti 13-14 mld di extradeficit (Sole p.7), con il rapporto deficit/Pil che arriverà al 2,4% (2% più 0,4 aggiuntivo) dopo l'ok delle Camere, ma sul tema si tratterà con Bruxelles. I 6,5 mld fuori dal Patto serviranno per immigrazione e dopo terremoto. Renzi al Foglio: "Ho scelto di non superare il 3% perchè abbiamo deciso di seguire la strada della reputation". Ma per il Messaggero (p.4) il premier tira dritto: "Ci prenderemo 6,5 mld in più" (Messaggero p.4). Decisiva la trattativa con Bruxelles, per Repubblica (p.4) la Commissione invia segnali concilianti, ma – per il Messaggero (p.3) – la trattativa è in salita perchè "lo 0,4% del Pil fuori da deficit è troppo". Baretta al Mattino (in prima e p.7): "Noi la flessibilità l'abbiamo usata quest'anno e la useremo anche l'anno prossimo". Per il Corriere (p.5) Bruxelles si divide, Juncker media con Merkel e Hollande perchè rischierebbe di saltare in caso saltasse in Europarlamento l'accordo tra europopolari di Merkel ed eurosocialisti di Renzi. Il Nobel Stiglitz alla Stampa (p.3): "Il premier fa bene a opporsi a Berlino e all'Unione. Servono più spesa pubblica e investimenti". Intanto il debito al 132,8%, limatura rinviata al prossimo anno. Per Bocciarelli (Sole p.7) il rinvio ci rende più vulnerabili e per Cingolani (ItaliaOggi p.5) anche Keynes direbbe che con un debito così vanno tagliate le spese pubbliche: non si cresce se il debito cresce. Giugliano su Repubblica (p.4) evidenzia anche la crescita, oltre al debito, tra le fragilità del piano. Per il Fatto (p.5) la crescita è stata gonfiata col trucchetto e Fubini (Corriere in prima e p.3) definisce "fragili" le ipotesi del progetto di bilancio, sollevando dubbi sull'obiettivo della crescita 2016. Per il Giornale (p.12) l'aggiornamento del Def è l'ammissione della sconfitta del governo, mentre per Giannino (Mattino in prima e p.58) le nuove previsioni sul Pil sono più ottimistiche del consenso medio degli osservatori, un ottimismo che al governo non dispiace, ma che dà ragione alla Ue che diffida. In manovra anche le misure sulle pensioni, mentre Baretta al Mattino (in prima e p.7) conferma: "Riduzione Irpef dal 2018, spalmata su tre anni". Sangalli (Confcommercio) al Sole (p.14): "Per far ripartire i consumi serve un taglio dell'Irpef".
Accordo governo-sindacati sulle pensioni (su tutti): uscita volontaria 3 anni e 7 mesi prima attraverso "Ape", "costo zero" per i lavoratori svantaggiati, allargamento no tax area, estensione delle 14esima a 1,2 mln di pensionati, misure per i lavori usuranti. Nannincini sull'Unità (in prima e p.2): conti in ordine non devono escludere misure di equità sociale. Furlan (Cisl) all'Unità (in prima e p.3): "Dopo anni di manovre negative, pensionati vedono un po' di giustizia". Pedretti (Spi Cgil): "Un passo oltre la Fornero, anche se servono più fondi". Ora produttività e crisi aziendali (Sole p.3).

ITALIA-POLITICA
Referendum, Renzi al Foglio (in prima e p.5) intervistato da Cerasa: "La sinistra è in larga parte con noi, la questione vera è la destra: se gli elettori votano sul merito votano Sì, in fondo non c'è scritto se si vuole cancellare il governo Renzi. E una vittoria del No non favorirebbe la destra ma Grillo". Sinistra dem ancora battagliera, Bersani su Repubblica (in prima e p.9): "Renzi va verso il burrone. Io sto cercando di salvarlo, ma deve proporre subito la modifica dell'Italicum, diversamente c'è solo il No: Italicum e riforma sono intimamente collegati. Comunque – prosegue – anche il caso di vittoria del No il governo deve stare al suo posto". Il premier al Foglio non replica alla minoranza, ma entra nel merito: "La legislatura è nata per fare le riforme, e questa è la madre di tutte: eliminerà il bicameralismo paritario, e grazie alla semplificazione saremo più competitivi". E sulle ragioni del Sì, spiega: "Tiriamo su l'Italia, chi vota No vuole buttare giù il governo, ma potrebbe farlo alle elezioni politiche non oggi che si vota una riforma che può cambiare l'Italia". In occasione degli 80 anni di Berlusconi, Renzi lancia una stilettata: "Sarà ricordato per ciò che ha fatto nel calcio, nell'edilizia, in televisione. Ma in politica sarà ricordato per ciò che non ha fatto". L'ex premier, intanto, respinge l'ipotesi di un soccorso di Fi al governo e si schiera con Salvini e Meloni per il No al referendum (Giornale in prima e p.3 e altri), perchè – commenta il Sole (p.31) – qualsiasi sia il risultato del voto, a giugno si voterà e il centrodestra deve farsi trovare pronto. Per Folli (Repubblica in prima e p.32) Berlusconi spera in una vittoria risicata dei Sì che costringerebbe il premier a scendere a patti in Parlamento. Ma – scrive Folli – si sbaglia: anche con una vittoria risicata, Renzi avrebbe buone possibilità di assorbire pian piano l'elettorato un tempo fedele al Cav.

EUROPA
In primo piano la visita di Draghi al Bundestag: il presidente della Bce si è lanciato in una robusta difesa della politica monetaria, ricordando che essa porta benefici anche alla Germania (Sole p.11). Per Brambilla (Foglio in prima e p.4) Draghi respinge le critiche di politici tedeschi e Schauble, ma per Taino (Corriere p.6) lascia il Bunestag con un pacchetto di certezze, visto che un endorsement è arrivato anche da Schauble, che ha fatto sapere di condividere la necessità di dare dinamicità all'economia dell'Eurozona attraverso riforma strutturali. Il governatore sferza Berlino chiedendo "più impegno per la crescita" (Messaggero in prima e p.5) e per Merli sul Sole (in prima e p.11) vede però un dialogo più difficile tra Merkel e Draghi, perchè la Cancelliera è alle prese con la reazione negativa di una parte della sua base elettorale alle misure della Bce. Nessun cenno, durante i 90 minuti al Bundestag al caso Deutsche Bank, sul quale si accende il faro di Bruxelles (Sole in prima e p.36 e altri): la Commissione apre un'indagine a tutela della libera concorrenza su Deutsche Bank Borse – Lse. Sotto la lente derivati, azioni tedesche, prodotti negoziati in Borsa e società di compensazione.

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