Commentario del 28.02.2017

IN PRIMA PAGINA
In primo piano la discussione sul fine vita sul caso del suicidio di dj Fabo, che scuote l'Italia (Stampa). Ora la legge (Repubblica). Saviano: perdonaci per quello che non abbiamo fatto (Repubblica). Dal punto di vista economico, in primo piano l'allarme di Bruxelles, le nostre banche messe peggio del debito (Stampa). Privatizzazioni, concorrenza, Pa e produttività nel piano-riforme del governo (Sole). Boccia (Confindustria): è il momento di investire al Sud (Mattino). In politica, la rissa a sinistra (Repubblica). Zanda (Pd) al Messaggero: "Con la scissione, governo rischio". Nel centrodestra Berlusconi: "E' Zaia il candato premier". Ma Salvini dice no: "Sono io. Vuole spaccarci" (Repubblica).  Novità sul Fisco, il governo studia la rottamazione delle liti (Corriere). Una chiusura agevolata per le cause con il Fisco (Sole). Intanto sull'industria Ue, l'intervento di Katainen e Bienkowska: "Così proteggeremo l'industria Ue" (Sole). Spazio agli esteri e all'annuncio di Trump: più spese per 54 mld di dollari (Sole). Donald riarma l'esercito Usa (Giornale). Su Repubblica e Corriere Mr Starbucks sbarca a Milano: "Ecco la mia sfida ai maestri del caffè" (Repubblica). Sulla Stampa, Papa Francesco tra i bimbi poveri di Milano.

ITALIA-ECONOMIA
Privatizzazioni, concorrenza, Pa e produttività: sul Sole (in prima e p.2) l'agenda del governo in vista del Def di aprile che verrà approvato nel quadro della correzione dei conti chiesta da Bruxelles. Sulle privatizzazioni, l'obiettivo già quest'anno è fino a 8 mld con la seconda tranche di Poste e Ferrovie con l'obiettivo di abbattere il debito e aumentare l'efficienza manageriale. Per spingere sulla crescita si punta su incentivi fiscali e taglio del cuneo e sullo sblocco del testo in Parlamento sulla concorrenza. Intanto da Bruxelles avvertono: peggio le banche del debito pubblico, molti crediti deteriorati italiani sono irrecuperabili e nonostante le misure del governo il sistema resta vulnerabile agli shock (Stampa p.18). L'analisi di Pesole (Sole p.2): senza una spinta alla crescita la manovrina non basta. Colombo (Sole) chiede misure a sostegno delle fasce deboli, ma senza rincorse demagogiche. Intanto, in settimana dovrebbe arrivare il via libera definito del Senato alla delega anti-povertà, un aiuto per 400 mila famiglie. Il piano nazionale prevede una dote di 1,6 mld che salgono a 1,8 nel 2018 (Sole p.2). "La crescita va utilizzata per combattere la povertà e i divari sociali" dice al Mattino (in prima e p.13) il presidente di Confindustria, che concentrandosi sui bonus, dice: "E' il momento di investire al Sud". Sulla stessa linea il ministro De Vincenti al Messaggero (p.11): "Nel Mezzogiorno ci sono incentivi ad investire come mai negli ultimi anni. Da nuovo welfare e Sud la spinta al lavoro. Il 2017 può essere l'anno della svolta".
Una chiusura agevolata per la cause con il Fisco: in apertura (e p.3) sul Sole e su tutti i quotidiani, l'annuncio del viceministro Casero di una "rottamazione" delle liti fiscali pendenti come per le cartelle di Equitalia. Il governo valuta la possibilità di alzare la soglia per la mediazione fino a 50 mila euro. Nel 2016 in corso 468mila processi tributari, che si sommano ai 50mila in Cassazione, per un valore di 32 mld. La sanatoria potrebbe avere un effetto boomerang per gli incassi.

ITALIA-POLITICA
Centrodestra, Berlusconi "candida" Zaia: "se non sarò io, mi piacerebbe fosse Luca a correre"(Corriere p.11 e tutti). Il governatore: "No a manfrine, corre Salvini". E il segretario del Carroccio a Repubblica (in prima e p.9): "Orgoglioso che altri partiti indichino uomini della Lega per la guida del Paese. Ma Zaia farà il governatore, il candidato sono io. Se qualcuno pensa di mettere zizzania sbaglia" (Repubblica). Per Repubblica quella di Berlusconi è un'Opa per svuotare la Lega a puntare sul listone. Ma la proposta di una candidatura di Zaia spacca anche gli azzurri, c'è chi parla di scissione (su tutti). Intanto Berlusconi pensa a un programma incentrato sul welfare 2.0: integrazione ai redditi più bassi e sanità gratis solo ai poveri (Messaggero in prima e p.7). Per i 10 mld necessari, una tantum di solidarietà a carico dei più abbienti. Sul welfare anche il programma di Renzi in vista del congresso e delle politiche: "povertà e periferie" i temi chiave su cui punta per ripartire (Unità in prima e p.6). E Repubblica (p.6) analizza l'offerta politica per il welfare dei tre principali schieramenti: mentre il Pd punta su lavoro di cittadinanza, politiche attive e Irpef e reddito di dignità, il Centrodestra propone una programma sociale incentrato su meno tasse e più lavoro, sulla flat tax e sulla staffetta generazionale. Tra le fila del M5S, la proposta prevede il reddito di cittadinanza, con beneficio vincolato, salario minimo e bonus assicurazioni.
Sinistra, è già rissa (Repubblica in prima e p.6). Gli ex, D'Alema e Bersani, attaccano Renzi, addossandogli la colpa della scissione. Serracchiani: "Riusciranno a stare 24 ore senza parlare di lui?" (Corriere p.8). Intanto, in vista del congresso, i fuoriusciti dal Pd spingono per Orlando (Messaggero p.8). Il capogruppo al Senato, Zanda, al Messaggero (p.9): "Con la scissione Pd, il governo è più debole". Il presidente di Confindustria, Boccia al Mattino (in prima e p.13): "Noi imprenditori chiediamo alla politica di non perdere di vista i problemi del Paese: piuttosto che indugiare, dobbiamo occupare rinforzare le riforme e aumentare la capacità produttiva".

ESTERI/UE
Usa, Trump presenta le sue proposte di bilancio, il primo pensiero è per le spese militari: "Per il Pentagono 54 mld in più" (Corriere p.12 e tutti). Il budget sarà dedicato alla sicurezza interna anti-terrorismo (Messaggero p.13). Fondi che dovrebbero essere reperiti dalla riduzione delle spese per cooperazione e ambiente. Per il Giornale (in prima e p.16), Donald riarma l'esercito Usa.
Brexit, May: "Da marzo frontiere chiuse" (Messaggero p.13): la premier inglese si prepara ad annunciare la fine della libera circolazione dei lavoratori europei, anche se da Downing Street smentiscono. Sadiq Khan, sindaco di Londra: "Ma il nostro successo deriva dalla capacità di accogliere" (Repubblica p.12). Intanto la Scozia continua a pensare ad un voto sulla secessione dal Regno Unito. La May è tentata da dire no, ma rischia un baratro politico.
Terrorismo, i servizi segreti avvertono Palazzo Chigi: il rischio è concreto (Messaggero p.15 e Repubblica p.11). Durante la relazione presentata al Governo, gli 007 italiani hanno segnalato l'allarme per l'azione di lupi solitari tra gli jihadisti radicalizzati in Italia, "perchè il nostro ruolo internazionale ci espone al rischio. Non escluso l'uso di armi chimiche". La Capitale resta l'obiettivo simbolico dei terroristi, oggetto di "una campagna martellante". Allarme anche per possibili altri attentati in Ue.

©riproduzione riservata

Commentario del 28.02.2017

IN PRIMA PAGINA
"Vergogna, tradito dall'Italia" (Repubblica): la scelta di dj Fabo, in Svizzera per morire, riapre il fronte eutanasia (Messaggero). Aveva scritto a Mattarella. Monsignor Paglia: "Il rischio è creare la cultura dello scarto" (Corriere). Il Giornale: politica vigliacca. Politica che guarda a Pd e elezioni. Renzi: "Sul voto decide Gentiloni" (Corriere, Repubblica). E su Padoan:"Deve avere tutte le rassicurazioni" (Stampa). Boccia (Confindustria): "Italia a rischio stallo" (QN). Su Libero i sogni di Berlusconi: lui in campo e coalizione con Meloni e Salvini. Anche Tremonti sovranista: "Ecco la via per uscire dalla servitù all'Europa" (Libero).
Spazio anche al lavoro: sul Corriere il patto per ridurre i voucher. Sul Sole il paradosso degli over 50: assunzioni in crescita ma triplicano i disoccupati. "La Ue aiuti la sua industria", l'appello di cinque ministri all'Unione. Sulla Stampa parla Piacentini, mr Digitale: "Metterò ogni città in rete". Dall'estero. Tripoli, parla il premier Serraj: "Contro i trafficanti di uomini decisivo il patto con l'Italia". A Nantes tensioni al comizio della Le Pn. Testa a testa con Macron per l'Eliseo (Messaggero). Negli Usa Trump snobba gli Oscar e attacca i media: "Eletto per fare altro" (Messaggero). Feltri: fesso e comunista chi lo attacca. Più lo criticano, più piace.

ITALIA-ECONOMIA
Renzi rassicura Padoan – "Spero e credo che il governo non debba mai fare procedure d'infrazione" – e il ministro respira: "Vado avanti" (Stampa in apertura e a p.2). In ballo, oltre alla "manovrina" da 3,4 mld, la stesura del Def, ovvero la strategia di riforme e finanza pubblica da qui a tre anni, con il Pd che ha stoppato privatizzazioni e rialzo delle tasse. Boccia (Confindustria): "Non ci resta molto tempo se vogliamo essere il secondo Paese manifatturiero d'Europa. Dobbiamo insistere con le riforme, il Jobs Act va completato, non smontato". E sui conti pubblici: "Serve un'operazione verità: debito pubblico troppo alto e mancata crescita ci strangolano. Serve più competitività nelle imprese, maggiore attrazione di turisti, rilancio di costruzioni e infrastrutture". Sul Sole (in apertura e a p.5) l'appello di cinque ministri (tra cui Calenda) alla Commissione in difesa del Made in Ue: "La Ue aiuti la sua industria". Necessario un impegno più deciso per contrastare Brexit e le spinte neo-protezioniste. Investimenti esteri e digitale tra i punti cruciali. Sul fronte interno, si riaccende il dibattito sui voucher. C'è un patto tra Pd, FI, Lega e M5S per evitare il referendum della Cgil, scrive il Corriere (p.11) e ricalca la proposta Damiano: tornare alla legge Biagi del 2003, che prevedeva l'uso dei voucher solo per occupazioni occasionali. Sul Sole (in prima e a p.8) il paradosso dei lavoratori over 50: in 10 anni il numero di chi ha perso il lavoro è più che triplicato (500 mila nel 2016). Ma a quell'età e con competenze obsolete è più difficile ricollocarsi. La Stampa (p.16) torna sul tema della concorrenza: italiani divisi tra chi ritiene che la libera competizione sia il modo migliore per avviare lo sviluppo (49,1%) e chi teme che invece aumenti le disuguaglianze (50,9%). La sociologa Bertolini: "I giovani non riescono nemmeno a immaginarsi un futuro: la loro richiesta di aiuto allo Stato preoccupa ma non stupisce". Sempre sulla Stampa (p.10) parla il commissario per la Trasformazione digitale della pa Piacentini: "Metto tutti i Comuni in rete. Per i cittadini una vita più facile". Si comincia dai pagamenti digitali e dall'anagrafe nazionale: "Creeremo un sistema di notifiche, un'app, un luogo unico dove sarà possibile trovare i promemoria, dalle tasse al rinnovo del passaporto, dove potremo ricevere le raccomandate". Paese indietro sulla cultura digitale, anche nel privato: "Ma ora si comincia a vedere movimento".

ITALIA-POLITICA
In primo piano le parole di Matteo Renzi a "Che tempo che fa": "Le elezioni sono previste nel 2018, se Gentiloni vorrà votare prima lo deciderà lui" (Corriere in prima e p.5 e tutti). L'appello di  Boccia (Confindustria) al QN (In prima e p.2-3): "La discussione sul voto non distragga la politica dai problemi economici: il punto centrale non è quando votare ma cosa vogliamo fare". Renzi torna all'attacco di D'Alema sulla scissione: "Era un disegno già scritto, D'Alema e i suoi non avevano mai mandato giù il rospo di aver perso". Il governatore toscano Rossi a Repubblica (p.9): "Noi fermeremo Grillo. Il nostro movimento allarga il centrosinistra ed è aperto al dialogo con il Pd. Se vincesse Orlando il dialogo sarebbe più semplice". Intanto Renzi è pronto alla mediazione sulla legge elettorale: punta sul Mattarellum ma apre a collegi e premio di coalizione per uscire dallo stallo (Repubblica p.7). Dopo il viaggio negli Usa, l'ex premier studia la proposta del "lavoro di cittadinanza" da inserire nel programma, per contrastare il reddito minimo proposto dai grillini: orari corti e investimenti nel nuovo welfare, allo studio anche l'ipotesi di una tassa negativa sul reddito (Messaggero p.7). Proposte che per il Giornale (p.5) costerebbero 20-25 mld.
Anche Berlusconi punta sul sociale: si pensa a un sistema di protezione per i "15 mln di italiani in difficoltà" attraverso una integrazione di reddito per chi lo percepisce basso e insicuro. (Corriere p.9 e tutti). Su Libero (in prima e a p.4) l'idea sovranista di Tremonti: "Ci siamo sottomessi da soli all'Europa, vi dico come riprenderci la sovranità". Allo studio del senatore un ddl di proposta di riforma costituzionale. Tremonti contrario alle elezioni anticipate: "Rischiamo il tracollo: chi vuole votare prima del bilancio porta instabilità e fa un favore ai populisti". Per Libero (p.3) non si sa quando nascerà la prossima legislatura ma su di essa si allunga già l'ombra di Draghi: è a lui che Veltroni e Scalfari pensano per uscire dalla crisi.

EUROPA
"Il patto con l'Italia punto di svolta nella lotta contro i trafficanti di uomini": sulla Stampa (in prima e a p.2) parla il premier libico Sarraj. "Fondamentale il controllo dei confini meridionali: per noi questo è un accordo cruciale, altro che fallimento". Serraj mette in guardia anche dalla minaccia islamica: "La guerra con l'Isis non è ancora finita, minaccia il mondo intero". E sulla situazione in Libia: "Tutti devono essere coinvolti nel processo di stabilizzazione, militari e politici. Sorpreso e mortificato dal rifiuto di Haftar a combattere i terroristi assieme". Con l'Italia "vogliamo proseguire un cammino che ci può dare tanto, dalla sanità all'istruzione, per il benessere futuro del popolo libico".
In Francia tensione al comizio della Le Pen a Nantes e lei attacca la stampa e la magistratura (Messaggero p.13). Nella corsa all'Eliseo, Fillon paga nei consensi lo scandalo degli stipendi alla moglie, la Le Pen no: più le inchieste si moltiplicano, più i consensi salgono. L'avversario più temibile resta Macron e lei accusa la stampa di favorirlo in ogni modo. Nei sondaggi il candidato di En Marche è favorito: in caso di ballottaggio finirebbe 58 a 42. Ma non c'è da fidarsi (Fatto p.4). Su Repubblica (p.15) l'Osservatorio Demos sulla fiducia degli europei verso Usa e Russia: il favore per l'America è ancora molto forte ma sono cambiati i pesi. Filorussi in aumento tra gli euroscettici. In Italia il rapporto tra (fiducia verso) Usa e Russia è 53 a 48; in Francia 58 a 34, ma raddoppia fra gli euroscettici; in Germania 36 a 25; nel Regno Unito 51 a 20.

©riproduzione riservata


Commentario del 26.02.2017

IN PRIMA PAGINA
"Riforme incisive o me ne vado": sulla Stampa lo sfogo di Padoan. "Servono privatizzazioni e sgravi". Sul Messaggero intervista a Renzi: "Riscrivo il welfare: si al lavoro di cittadinanza e alla web tax". Ma nel Pd il divorzio è compiuto: ieri il battesimo di Dp, 50 in Parlamento (Corriere). Nel programma lavoro, Imu, patrimoniale (Mattino).Veltroni a Repubblica: "La sinistra che si spacca consegna il Paese alla destra populista". Tra i dem corsa alle primarie. Orlando sfida Renzi: "Lui negli Usa, io a Scampia" (QN). Emiliano supertestimone su papà Renzi (Giornale). Nel sondaggio di QN l'ex premier favoritissimo.
Spazio ai temi del lavoro. Sul Sole il punto su crescita, lavoro e fisco: Italia a metà del guado. Su QN il lavoro che c'è, nella salute e nel digitale: 2 milioni e mezzo di posti da qui al 2020. Sul Fatto la Repubblica basata sui voucher. Sul Corriere il Paese dei concorsi: tanti sogni, pochissimi posti.  Su Repubblica la crisi Alitalia: allarme di Stato. Sul Sole l'ad Papa su Unicredit: "Il rilancio partirà dall'Italia". Botta e risposta sui compensi ai vip Rai. Minoli "Rai ko se non taglia i soldi ai vip" (Libero). Dall'Orto: "Con il tetto una Rai perdente" (Repubblica).
In Germania un'auto sulla folla, torna l'incubo (Corriere): un morto, preso l'assalitore: "Non è terrorismo" (Messaggero). Negli Usa tensioni alla vigilia degli Oscar: Trump nel mirino delle celebrità (Messaggero).

ECONOMIA
"Basta destabilizzarci, resto se acceleriamo su riforme decisive": sulla Stampa (in apertura e a p.3) lo sfogo di Padoan, da giorni nel mirino del Pd, che ha frenato su privatizzazioni e tasse. "Resto se siamo nelle condizioni di mettere in campo un Def coraggioso, capace di accelerare le riforme". Gentiloni è con lui, consapevole che un forfait del ministro sarebbe interpretato a Bruxelles e Berlino come un "rompete le righe". Ma su Poste e Fs la privatizzazione si fa più lontana (Messaggero p.17) e la "manovrina", nonostante gli sforzi dei Mef, non decolla, scrive il Corriere (p.18): nessun incremento possibile sulle accise né sulla benzina né sui tabacchi, per la contrarietà di Renzi; problemi anche per lo split payment. Restano i tagli di spesa su ministeri e partecipate, la sforbiciata alle agevolazioni fiscali, la stretta all'evasione. Su Repubblica (p.23) Gozi risponde a Tajani, ieri molto critico sui conti italiani e sull'assenza di Roma da Bruxelles. "Abbiamo fatto diverse riforme, abbiamo scelto di abolire l'Imu per dare un segnale. Quanto al debito lo abbiamo stabilizzato, ora vogliamo agire su crescita e potere d'acquisto. E sul Fiscal Compact faremo una battaglia per cambiarlo". Sul Sole (in apertura e a p.2) il check up sulle riforme: su crescita, fisco e lavoro Italia a metà del guado. Restano troppi freni alle imprese e il nodo produttività.
Sul Corriere (p.18) intervista a Rughetti sul nuovo contratto del pubblico impiego all'insegna del welfare, ovvero sconti per bus e mense scolastiche. "Rafforzerebbe quel senso di appartenenza alla pa che aiuta il lavoro di squadra e migliora la qualità del servizio". Così la Pa più competitiva sul mercato del lavoro. Resta fermo l'aumento di 85 euro al mese promesso, che si sommerà agli 80 euro di Renzi.

POLITICA
Rottura a sinistra, nascono i Democratici e progressisti, il lavoro dell'articolo 1 della Costituzione nel dna e 50 parlamentari tra Camera e Senato (Corriere in apertura e a p.2 e su tutti). Nei programmi ritorno all'Imu sulle prime case, patrimoniale sulle grandi ricchezze, ius soli. E al governo "sostegno condizionato" (Messaggero p.4). Anche Errani in lacrime lascia il Pd: "Dem alla deriva, non ci ascoltiamo, ma ci ritroveremo" (Corriere p.2). Veltroni a colloquio con Scalfari su Repubblica (in prima e a p. 6): "La sinistra che si spacca consegna il Paese alla destra populista". Il "barometro" di Piepoli sulla Stampa (p.2) parla di un Pd che perde ma tiene (al 29%): solo il 3% ai transfughi. Complessivamente la sinistra radicale resta sotto il 10%. Chi migliora sono M5S (28%) e Lega (12,5%). Meli sul Corriere (p.5) rilancia l'ipotesi di voto il 24 settembre.  "Il buon senso consiglierebbe di non farlo: fare le elezioni prima del Bilancio è un grosso rischio" scrive D'Alimonte sul Sole (in prima e a p.8).
Orfini al Corriere (p.3): "La sinistra non finirà bene. Spero che Errani e altri cambino idea e rientrino. Ma non ha senso tornare solo se vince Orlando". Per il Pd ora lo scontro è su congresso e primarie. Renzi torna dagli Usa col suo programma: "Riscrivo il welfare" dice al Messaggero (in apertura e a p.2): "Fermare l'innovazione è assurdo ma è ora di affrontare il tema della perdita di posti. Non penso al reddito ma al lavoro di cittadinanza". E sulla tassazione dei colossi del web: "Dobbiamo intervenire ma non possiamo farlo da soli, serve una mossa di Ue e Ocse". Su Messaggero (p.3) e Corriere (p.5) il piano economico allo studio dello staff di Renzi, all'insegna di una sterzata a sinistra. A Nannicini il mandato di alleggerire il cuneo fiscale e preparare tagli all'Irpef. Le coperture nella lotta all'evasione. Orlando sfida Renzi: "Lui va in California, io a Scampia" (QN p.5). In campo anche Emiliano, nel mirino degli avversari perché chiamato a testimoniare nell'inchiesta sul Consip che coinvolge papà Renzi e Lotti: "Collaboro a un'indagine su un sistema di potere, nessun conflitto di interesse" (Corriere p.6). Ma Renzi resta il superfavorito alle primarie e senza neanche passare dal ballottaggio: Ipr dà l'ex premier al 64%, Emiliano e Orlando al 18%. (QN p,6).

EUROPA/USA
Un'auto sulla folla a Heidelberg: in Germania torna l'incubo terrorismo (Corriere in prima e a p.13). Un auto travolge e ferisce tre pedoni, uno dei quali è morto poco dopo. Dopo l'incidente il conducente è sceso dall'auto correndo con un coltello: l'uomo è stato bloccato dalla Polizia, che però non si sbilancia. "Non ci sono al momento indicazioni di un atto di natura terroristica".
Marine Le Pen scala anche i buoni salotti. Sul Fatto i nuovi rapporti della leader del Fronte Nazionale francese con l'associazione delle imprese nell'intento di conquistare il voto dei moderati, grazie al sostegno del suo braccio destro Florian Philippot, la vera mente della svolta "istituzionale" del Fn.
Oscar, tensioni alla vigilia della lunga notte di Los Angeles: Trump nel mirino delle celebrità (Messaggero e tutti). Il "Partito di Hollywood" ha più volte espresso il proprio dissenso nei confronti del presidente con dichiarazioni, appelli, marce e proclami. Sulla Stampa la sfida di Rosi con i miei rifugiati soffierò l'Oscar ai big americani.

©riproduzione riservata


Commentario del 25.02.2017

IN PRIMA PAGINA
Primarie Pd il 30 aprile, tramonta il voto a giugno (Sole e tutti). Sulla Stampa la sfida del M5S a Renzi: aboliamo i vitalizi dei parlamentari. Mattarella guarda al 2018: la stabilità è necessaria (Messaggero). Pd stretto tra congresso e primarie. De Benedetti al Foglio: "La politica ha perso coscienza della situazione economica del Paese". Renzi al Foglio: "Puntare solo all'innovazione è stato un errore". Romiti al Fatto: "L'avevo detto che Renzi sarebbe andato a sbattere". Su Repubblica l'attacco di Tajani: "Con la flessibilità Ue ha fatto regali elettorali". In prima pagina anche Roma e Napoli. A Roma Raggi dice sì allo stadio dimezzato (Corriere e tutti). A Napoli l'ospedale degli assenteisti: "Al tennis o a fare lo chef" (Repubblica). In prima pagina anche il terremoto, 6 mesi dopo. Curcio a QN: "Basta tiro a segno sulla Protezione Civile, enti locali responsabili". Gentiloni a Norcia: "Siamo in ritardo, ma fatto un gran lavoro" (Avvenire). Solo 18 le casette consegnate. Italia Oggi: aridatece Bertolaso.
Negli Usa tra Trump e Putin è corsa al riarmo nucleare (Messaggero). Guerra totale anche alla stampa: alla Casa Bianca porte chiuse a New York Times e Cnn (Corriere, Repubblica). Spazio anche alla finanza: Intesa rinuncia alla sua scalata a Generali (Fatto e tutti). Per la scalata a Mediaset indagato anche l'ad di Vivendi (Corriere). Calenda: pronta la norma anti scorrerie (Messaggero).

ITALIA-ECONOMIA
"Il governo ha sbagliato. Con la flessibilità Ue ha fatto regali elettorali": il presidente dell'Europarlamento Tajani, in un'intervista a Repubblica (p.11), accarezza la Germania e bastona l'Italia. "Merkel è tra i pochi leader ad avere una dimensione europea. Lei è influente perché c'è. Siamo noi che dobbiamo fare di più". E sui conti: "L'Italia non ha sempre ragione, non ci facciamo mai l'esame di coscienza. Dire che i conti pubblici devono essere messi a posto non significa essere agli ordini di Bruxelles o Berlino ma fare l'interesse dell'Italia". Sulla flessibilità: "Convinsi io l'allora commissario Rehn a concederci più flessibilità per restituire i debiti che lo Stato aveva con le imprese. L'Italia non l'ha utilizzata. Quei debiti non li ha restituiti. Ma la flessibilità deve essere fatta utilizzata per rimettere in moto l'economia, non per fare le politiche clientelari". Ora "Gentiloni usa i toni giusti ma dobbiamo continuare a fare le riforme. Se solo riformassimo la giustizia civile, che vale il 2% del pil, saremo a posto con Bruxelles. Ma servono governi stabili. E un comportamento diverso se vogliamo contare di più". Calenda al Pd: "E' conveniente che in uno scenario internazionale così incerto il governo arrivi a fine legislatura. Il Pd si sieda al tavolo con il governo per elaborare l'agenda e ci dica come dobbiamo strutturare il prossimo def. Non può dire no alle privatizzazioni, no a nuove tasse, no a tagli".
Sul Corriere (p.51) intervista alla Camusso: "Le liberalizzazioni all'italiana? Di destra, non portano concorrenza". "Noi siamo contrari all'ingresso di una piattaforma come Uber perché creerebbe concorrenza sleale. E contestiamo la direttiva Bolkestein, perché consente il dumping tra i lavoratori. Le liberalizzazioni come si fanno da noi non producono concorrenza alla pari ma sono straordinariamente di destra. Uber e Foodora vanno regolamentate, come all'estero". La Cgil dice no anche alle privatizzazioni di Poste e Fs: "Sono profondamente sbagliate. Non garantirebbero il servizio pubblico e, nel caso delle Ferrovie, c'è il rischio di uno spezzettamento con la privatizzazione solo della parte ricca, l'Alta Velocità, e solo per fare cassa".

ITALIA-POLITICA
Primarie Pd il 30 aprile, Renzi cede, tramonta il voto a giugno (Stampa p.6 e tutti). Sulla Stampa (in apertura e a p.7) la sfida del M5S per mettere in difficoltà Renzi: "Aboliamo i vitalizi dei parlamentari". L'idea è quella di equiparare il lavoro parlamentare a qualsiasi altro lavoro, costringendo deputati e senatori a versare i contributi alle proprie casse previdenziali, quelle in cui versavano prima di essere eletti. In questo modo lo scontro si sposta sul terreno più congegnale ai grillini: la lotta alla casta. Ieri l'antipasto, con Di Maio che attacca: "Le primarie del 30 sono le primarie per la pensione, per impedire il voto a giugno". Mattarella guarda al 2018 e si appella stabilità: "L'Italia ne ha bisogno di fronte alle grandi sfide globali" (Stampa p.7). De Benedetti al Foglio (in prima e a p.3: "La politica ha perso coscienza della situazione economica del Paese. La bilancia commerciale dimostra che c'è un'Italia che lavora ed esporta. Ma poi col debito pubblico, pil, disoccupazione giovanile cominciano le note dolenti. E la politica non rassicura". De Benedetti si augura che il governo Gentiloni duri ma dopo le elezioni è probabile che lo stallo in Parlamento permanga "e i mercati hanno già suonato il campanello di allarme sullo spread. L'Italia ha bisogno di misure forti per evitare il bivio della morte, uscita dall'euro o Troika ma per questo servirebbe una solida coalizione di governo. E non mi pare ci siano le condizioni". Sul Foglio colloquio con Renzi, al suo ultimo giorno negli Usa: "Puntare solo all'innovazione è stato un errore. C'è il rischio di una jobless society, dobbiamo trovare formule e risposte a questo rischio". Ma per Renzi "il tema non è il reddito di cittadinanza, bensì porre la condizione per avere un lavoro. Il ruolo dello Stato è quello di offrire occasione di lavoro: un lavoro di cittadinanza, non un reddito".
 "Renzi si fermi o trascinerà giù il Paese con sé", dice Cesare Romiti al Fatto (p.4): "L'avevo detto che Renzi sarebbe andato a sbattere. Ora è un guaio voler anticipare a tutti i costi le elezioni in una situazione economica e sociale disastrosa".

USA/EUROPA
Negli Usa, Trump promette un massiccio riarmo nucleare, Mosca minaccia un ritorno alla Guerra Fredda. Ma si moltiplicano le rivelazioni sui contatti tra i collaboratori di Trump e emissari russi durante la campagna elettorale. Pressioni della Casa Bianca sull'Fbi per smentire le rivelazioni sulla Russian Connection. I federali non lo fanno e Trump taglia fuori dal briefing con la stampa tv e giornali "nemici": tra questi New York Times e Cnn (Corriere, Repubblica).
Brexit, Roma e Berlino gelano Londra: no a trattative commerciali senza l'impegno britannico a salare i 60 mld di pendenze con il bilancio Ue. E' la linea del negoziatore europeo Barnier, sposata da Italia e Germania. Gozi: "I negoziati paralleli non sono una buona idea: l'Italia vuole vedere una Ue compatta trattare con Londra". Una linea dura, scrive il Sole, che ora preoccupa la Gran Bretagna. Intanto l'immigrazione verso Londra sta rallentando: dimezzate le partenze di polacchi, lituani e estoni. Una dinamica stigmatizzata dalle imprese che registrano partenze di dipendenti europei nell'industria del turismo, intrattenimento e agricoltura. Anche la City subirà effetti dall'esodo prodotto dalla Brexit. Dombret (Bundesbank): "Non accetteremo banchieri volanti che arrivano a Francoforte per avviare operazioni in realtà eseguite a Londra".

©riproduzione riservata


Commentario del 24.02.2017

IN PRIMA PAGINA
Aperture diverse oggi per i giornali. Il Corriere su Mediaset: indagato Bollorè per la scalata. In tema finanziario anche il Sole, che apre con il riassetto Unicredit: "centrato l'aumento". Stampa e Repubblica sul caso della donna morta per fatica: l'operazione ha portato all'arresto di 6 sfruttarori: ecco il nuovo caporalato. Messaggero mette in evidenza il sondaggio dopo la scissione Pd, che costa il 3% ai dem. Per il Giornale il governo è in bilico, Renzi vuole farlo cadere ma Gentiloni resiste. Padoan pronto a lasciare. Gentiloni dice "noi avanti con le riforme" (Corriere). Ma Bersani avverte: "Renzi vuole forzare" (Corriere). Spazio alle notizie economiche: i consumi non ripartono, crescita zero nel 2016 (Sole). E i numeri Istat sul lavoro evidenziano il calo dei contratti stabili. Dagli esteri, sul Sole focus suItalia-Cina: fiducia e affari nella missione italiana a Pechino (Sole). In vista della tornata di presidenziali in Europa, è Le Pen a spaventare l'Ue (Stampa). Su tutti i quotidiani il tetto ai compensi in Rai anche per gli artisti, big pronti alla fuga. Per Repubblica "il tetto fa la felicità di Canale 5". Ampio spazio alla discussione a Roma sullo stadio, che spacca i grillini (Stampa). Per il Fatto un parere segreto salva la Raggi e inguaia la Roma.

ITALIA-ECONOMIA
"Accelerare le riforme": Gentiloni invita a non dissipare i segnali di ripresa, e il ministro Padoan rilancia: "I cittadini meritano risposte" (su tutti). Il Tesoro conferma la decisione di varare misure correttive entro aprile, ma si lavora su misure alternative all'aumento delle accise visto che il decreto dovrà essere approvato dal Parlamento, e dovrà avere la benedizione di Renzi. Revisione di alcune agevolazioni fiscali, tassa sui giochi e tagli di spesa sono le misure al vaglio (Messaggero e altri). Su Repubblica (p.4) parlano due esperti. Fuest, consigliere della Merkel: "Il reddito pro capite è sette punti sotto il livello del 2000: se non ci sarà produttività e competitività con le riforme, arriverà una governo anti-euro". Anche per l'economista Daniel Gros "l'Italia è considerata il ventre molle dell'Ue, perciò è difficile che le verrà concessa altra flessibilità. C'è una sensazione di incapacità e inconcludenza sulle misure strutturali". Intanto, i consumi non ripartono: crescita vicina allo zero nel 2016 (+0,1%) e a dicembre l'Istat ha rilevato un calo delle vendite al dettaglio dello 0,5% sul mese e dello 0,2% sull'anno (Sole in prima e p.11). Confcommercio parla di numeri "deludenti e inattesi: pensavamo – spiegano – che il mancato pagamento della Tasi si riversasse sui consumi". Ma gli italiani preferiscono risparmiare, a riprova delle paure sul futuro, alimentate dall'incertezza politica, come segnala il CsC, che evidenzia come la crescita italiana sia inadeguata per uscire dalla crisi: il Pil del primo trimestre 2017 è atteso in crescita, ma a ritmo lento (Sole p.11). L'analisi del Sole (in prima e p.11): andare "in folle" non è sostenibile per l'Italia, che avrebbe bisogno del rilancio della domanda interna per sostenere le imprese. Nel frattempo arrivano i numeri sul lavoro: finiti i soldi del Jobs Act, le assunzioni si azzerano (Giornale p.8). Crollano i contratti a tempo indeterminato e crescono i posti di lavoro a termine. Anche il Sole (p.11) segnala il rallentamento dell'occupazione stabile, ma a dicembre sono scesi anche disoccupazione e mobilità: -9,8% sul 2015, e si riduce l'uso effettivo della Cassa integrazione. I numeri del biennio – per il Corriere – restano positivi: la differenza tra assunzioni e cessazioni è positiva di quasi un milione. E Poletti parla di "miglioramento complessivo".

ITALIA-POLITICA
Pd, il calo si ferma al 3% dopo la scissione: sul Messaggero (in prima e p.3) il sondaggio Swg sull'impatto elettorale della fuoriuscita dai dem. I numeri dicono che la "Cosa Rossa" non sfonda e si attesta intorno al 3,2% mentre il Pd è al 28% (-3%). Leggero calo anche per il M5S al 25,3. Invariati i numeri del centrodestra (unito sarebbe al 30,9%). Per Risso (Swg) questi numeri dimostrano "l'ingestibilità politica". Per il Messaggero l'unico governo possibile sarebbe un esecutivo di minoranza. Sulla stessa linea D'Alimonte (Sole in prima e p.8): l'unica certezza è l'ingovernabilità. Intanto nel Pd, restano i veti incrociati. E resta lo stallo sulla legge elettorale (Sole in prima e p.8): si va verso il voto con le leggi riviste dalla Consulta, una fase di stallo che favorisce il pressing renziano per le elezioni a giugno. Bersani teme l'ennesima forzatura di Renzi (Corriere in prima e p.8). Anche Giornale (in prima e p.7) parla di accelerazione di Renzi per far cadere Gentiloni, che però resiste e dice "le riforme vanno avanti". Sulle primarie Pd prosegue la pressione degli sfidanti per posticipare la data. E Boccia sfida Renzi: "Ha paura, ma fa il fighetto in California. Deve posticipare la data". "O Matteo capisce o gli piantiamo un casino che ricorderà" minaccia Emiliano (Repubblica p.11). Ieri è sceso ufficialmente in campo Orlando "contro la politica della prepotenza" (su tutti). Ma potrebbe esserci un quarto pretendente: Carlotta Salerno (su tutti). Oggi la riunione definirà i tempi, ma la discesa in campo della Salerno potrebbe allungarli (Corriere). Nel centrodestra, Alfano (Ncd) in una lettera al Corriere (p.11): c'è uno spazio tra il Pd e la Lega, i popolari e i liberi, i moderati: c'è l'occasione per noi, ma anche per Forza Italia, di riavvolgere il nastro e non annegare la vocazione riformista nel mare del populismo anti-europeo.
A sei mesi dal sisma del Centro Italia, è polemica dopo lo sfogo del commissario Errani: "ricostruzione troppo lenta" (Messaggero). Corriere analizzai ritardi: casette, strade e stalle. "Così paesi a rischio" è il grido d'allarme. I sindaci in rivolta contro l'eccesso di burocrazia. Errani al Corriere: "Il mio sfogo era per dare un impulso ad accelerare".

EUROPA
Su Repubblica (p.17) parla il leader del partito laburista inglese, Corbyn, che annuncia una battaglia per cambiare la Brexit: "Lotteremo per i diritti dei residenti europei di restare qui, per buone relazioni commerciali con la Ue, per mantenere le leggi per l'ambiente e per impedire quello che minaccia la May in caso di mancato accordo con Bruxelles, la trasformazione del Regno Unito in un paradiso fiscale". Intanto Padoan avverte: "La Ue cambi o ci saranno altre uscite" (Messaggero e altri). Il ministro italiano chiede una strategia diversa per evitare il fallimento dell'Ue. I timori arrivano dalla Francia, dove la Le Pen annuncia: "Saremo grandi da soli, andiamo via dall'Ue" (Stampa in prima e p.2-3). La numero uno del Front National minaccia l'uscita della Francia e lancia la sfida alla Merkel: "L'Unione è un progetto fallito, il futuro è degli Stati nazione".  Nonostante i moderati e la sinistra francesi si uniscano per fermare la corsa populista, puntando su moneta unica e valori comunitari (Stampa), per il Fatto Le Pen è sempre più popolare. In caso di ballottaggio, il 44% degli operai voterebbe per lei. Le inchieste non la scalfiscono. 
Germania, Merkel-Schulz: per Bastasin (Sole in prima e p.5) è un duello per battere il populismo. Le elezioni americane hanno cambiato la percezione dei tedeschi, che hanno recuperato fiducia nei due principali partiti, Csu e Spd: il ritrovato antagonismo tra formazioni, che pure hanno governato insieme per sette degli ultimi undici anni, sta creando una vivace dialettica politica che spinge ai margini le forze anti-sistema.

©riproduzione riservata

Commentario del 23.02.2017

IN PRIMA PAGINA
La Ue all'Italia: manovra entro aprile (Sole). Allarme sui conti e sulle riforme (Messaggero). Gentiloni promette: no a tagli depressivi (Repubblica). Ma ci sono tensioni nel governo su manovra e ius soli (Messaggero), Dombrovskis al Sole e ad Avvenire: riforme frenate dalla politica, l'Italia presenti piano ambizioso. Boccia: l'Europa rilanci una robusta politica industriale (Sole). Intanto l'inflazione sale all'1%: segnali positivi e rischi (Sole).
Renzi negli Usa: cerco idee anti-populisti (Stampa). Nei suoi piani primarie lampo (Fatto) ed election day l'11 giugno (Repubblica). Per Gentiloni è paralisi, tra austerità e scissione (Fatto).
Mattarella a Pechino incontra Xi: relazioni più forti e investimenti sulla nuova Via della Seta (Sole). E le aziende italiane chiudono accordi per 5 mld (MF). Xi: "Voi un partner strategico" (Corriere). Mattarella: "Investite nel nostro Paese" (Stampa).
Su Panorama il fallimento del governo sul terremoto. Errani: "La ricostruzione non esiste proprio" (Fatto). Sul Giornale il referendum del Veneto che rischia di spaccare l'Italia.
Sul Corriere Delrio spiega le nuove regole per i taxi: non abbiamo ceduto alla piazza.
A Roma Grillo ferma lo stadio: "Si fa ma non lì" (Corriere). Pallotta: catastrofe (Messaggero)
Su Repubblica parlano Bono e Bill Gates: "Africa e Trump, noi vogliamo un mondo migliore".
Su tutti i "magnifici sette" pianeti dove c'è vita

ITALIA-ECONOMIA
La Ue all'Italia: manovra entro aprile (Sole in apertura e a p.3 e su tutti). Squilibri macro-economici eccessivi, senza la correzione da 3,4 mld si rischia la procedura di infrazione sul debito. Correzione che sarebbe volata a 10 mld se la Ue non avesse considerato le spese per migranti e sisma. Padoan: "Ridurre il debito è interesse nazionale". Gentiloni: "Faremo la correzione ma senza manovrine depressive". Ma sull'aumento delle tasse e sulle privatizzazioni c'è lo stop del Pd. Dopo Orfini anche Rosato frena sulla quotazione di Fs e la nuova collocazione di Poste. Il Giornale (p.6): dietro l'aut aut a Padoan potrebbe esserci una strategia per andare al voto a giugno. Dombrovskis al Sole (p.3): "C'è stato un cambio di governo ma il nostro messaggio è chiaro: le riforme devono continuare. L'Italia deve presentare in primavera un ambizioso piano di riforme. Preoccupa anche il settore bancario, l'elevato ammontare delle sofferenze. Nuovi sforzi sono necessari". Per Fubini (Corriere p.11) Bruxelles per la prima volta chiede a Roma non austerità ma coraggio. Non sarà la manovrina da 3,4 mld a mettere al riparo l'Italia da un ritorno alle tensioni sul debito viste nel 2011 ma lo sblocco del sistema bancario e altre riforme come la negoziazione salariale da portare in azienda e la nuova legge fallimentare. Ma il governo deve fare presto: la finestra di tempo e risorse aperta dalla Bce sta per chiudersi.
Intanto l'inflazione riparte: a gennaio prezzi su dell'1%, spinti dal caro verdura e dal petrolio (Corriere p.10 e tutti). "Regalo a tempo per il governo" scrive il Giornale (p.6) visto che l'inflazione bassa aiuta il rapporto deficit-pil. De Felice (Intesa Sanpaolo) al Corriere (p.10): "Presto per parlare di un segnale positivo. La ripresa della domanda resta debole: senza prodotti energetici e alimentare l'inflazione core rallenta. Ma in Europa la situazione si sta stabilizzando. Ora bisogna vedere cosa accadrà nei prossimi mesi". Segnali di risveglio anche per i consumi (Sole p.7): in gennaio un balzo del 2,8% del carrello della spesa.

ITALIA-POLITICA
Primarie Pd, Renzi negli Usa alla ricerca di idee "per battere i populismi e rilanciare la sinistra" (Stampa) mentre oggi arriva la candidatura di Orlando (su tutti). I renziani spingono per le primarie ad aprile - per Corriere (p.5) e Repubblica (in prima e p.11) dimostra che Renzi non ha abbandonato l'idea delle elezioni a giugno -, ma la minoranza frena e punta su luglio per la scelta del leader dem. L'ex premier dagli Usa a colloquio con la Stampa (in prima e p.3): "Bene la discussione nel Pd, però non solo sulle regole ma anche sulle idee". E' l'innovazione il punto centrale del viaggio in California: "La scommessa è investire sul futuro, non evitarlo – dice Renzi -. Qui per studiare rapporto università-innovazione che ha permesso lo sviluppo della Silicon Valley". L'innovazione può essere – per Renzi - la risposta ai populismi, basti pensare alla ricaduta che la rivoluzione digitale avrebbe sulle pmi. "Ma va accompagnata dalla protezione per chi si sente escluso – precisa -: rivoluzionare il welfare con un sistema che spinga a mettersi in gioco e un paracadute per chi non ce la fa. No al reddito di cittadinanza del M5S". Intanto, dopo lo strappo della minoranza Pd, si consumano le tensioni sul governo. Il peso della scissione è di 19 deputati e 13 senatori (su tutti). Ma è sull'immobilismo del governo che si torna a parlare di elezioni a settembre, in vista della stabilità (Messaggero p.13). Per Franco (Corriere p.8) il governo è più debole ma difficile da affondare. Verderami sul Corriere guarda ai nodi del centrodestra: chi comanda e per fare cosa.  Toti, al Foglio (in prima e p.8), prova a rispondere: "Serve un grande partito con delle regole dentro, in cui Fi, Lega, FdI e cattolici conservatori si sentano a casa e in cui prevalga di volta in volta, a seconda delle esigenze del Paese, un'anima".

EUROPA
"Africa e Trump: noi vogliamo un mondo migliore": su Repubblica intervista a Bono e Bill Gates su uguaglianza e diritti, fake news e populismo, Africa e Siria. "Prosperità, sviluppo, sicurezza e salute sono connessi tra loro". Bono: dalla Germania grande entusiasmo per il Compact del G20 con l'Africa. Cresce la consapevolezza della Germania e dell'Europa di realizzare una strategia per il successo degli Stati. I Paesi fragili diventano un problema per tutti. Bisogna guardare all'Africa in modo diverso: esiste un pericolo ma anche un'enorme opportunità".
Bruxelles: la Germania riduca il surplus (Sole p.2). Un avanzo quasi al 9% del pil non viene ritenuto sano perché sintomo di un eccesso di risparmio. La Commissione chiede anche a Berlino un piano di riforme per far rientrare l'attivo corrente.
Sul Foglio (in prima e a p.4) la visita della leader di AfD Petry a Mosca per discutere "modalità di collaborazione" tra le assemblee regionali della Germania e della Russia. Incontri ad alto livello con l'entourage di Putin (lo stesso che tifava Trump). Allarme tra gli osservatori, che temono ingerenze russe nella campagna elettorale tedesca, francese e olandese.
Sul Fatto (in prima e a p.13) il caso che investe la Le Pen, per lo stipendio fittizio della segretaria di fiducia, incriminata dall'Anticorruzione. Marine: "I giudici non sono imparziali, i francesi sapranno distinguere tra scandali reali e complotti".

©riproduzione riservata

Commentario del 22.02.2017

IN PRIMA PAGINA
In primo piano su tutti la guerra dei taxi (QN). Con bombe carta e tirapugni i tassisti assediano Montecitorio. Roma in ostaggio (Messaggero). Raggi in strada: "Sono con voi". Grillo cavalca la tigre populista (Repubblica). Italia senza governo (Fatto, Libero). Dopo gli scontri l'accordo con Delrio: nuove norme in un mese (Corriere). Il Sole: sulla concorrenza Italia ferma.
Spazio anche alla politica, con la scissione "dimezzata" del Pd: Emiliano resta e si candida, Bersani all'addio, Renzi parte per gli Usa: "Vado ad imparare" (Repubblica, Messaggero). Silenzio sospetto di Gentiloni (Libero). Sulla Stampa le tre condizioni del Pd per il governo. Boccia (Confindustria): "Resta l'emergenza, la politica non parli solo di elezioni" (Sole).
Sul fronte europeo fiducia ai massimi dal 2011: in aumento ordini e assunzioni (Sole). Ma sulla ripresa pesa il rischio politico: i fantasmi di Parigi e Atene sull'Europa (Repubblica).
Negli Usa nuova stretta sugli immigrati (Corriere). Sul Giornale il vero volto di Trump: belle donne, golf e milioni.
Su tutti la crisi dell'Alitalia: pressing di banche e governo per il nuovo piano industriale (Sole).  Sul Fatto i due indiani che si giocano l'Ilva a dadi. Sul Corriere la beffa per i terremotati: non ci sono ancora le casette e tra un po' gli hotel riaprono ai turisti.

ITALIA-ECONOMIA
Juncker salva l'Italia dai "falchi": debito bocciato ma multa rinviata (Repubblica p.13). Manovra ad aprile o bocciatura (Messaggero p.11) Senza manovra da 3,4 mld arriva oggi la bocciatura dei conti pubblici italiani da parte della Commissione Europea, preoccupata per il rallentamento delle riforme dovuto all'incertezza politica. Ma per Repubblica grazie a Juncker non verrà subito aperta una procedura sui conti: viste le difficoltà del governo Gentiloni, Bruxelles darà tempo a Roma fino ad aprile per aggiustare i conti. Padoan: "La correzione dei conti si farà e toglierà ogni dubbio sulla nostra coerenza". E sullo spread: "Non ci sono dubbi nei mercati sulla sostenibilità del debito italiano". Ribadito anche l'impegno sulle privatizzazioni. Ma non tutti hanno condiviso la linea morbida di Juncker verso l'Italia. Il Messaggero (p.11) anticipa: sul debito e l'effetto delle riforme in arrivo un giudizio molto severo. Il Sole (p.8) mette in guardia dal mancato rispetto della "regola del debito": una perdita di reputazione sui mercati finanziari che non possiamo permetterci, se si vuole evitare lo scenario del 2009.
L'Italia rischia la procedura di infrazione anche sui tempi di pagamento della pubblica amministrazione. Ora pagamenti scesi a 50 giorni, titola il Corriere (p.41) ma l'obiettivo, fissato dalla Ue, resta quello dei 30 giorni ad eccezione delle aziende sanitarie che ne hanno 60 per saldare i debiti. Sul Sole (in apertura e a p.3) l'Italia e la concorrenza dimenticata: l'apertura ai mercati può valere fino a 2,6 punti di pil in 5 anni ma non si contano le liberalizzazioni promesse e non mantenute, incompiute o lasciate a metà. Restano al palo le concessioni dei servizi di trasporto, i servizi locali, il taglio delle partecipate, la liberalizzazione dei farmaci, le aperture su notai e avvocati. Sul Fatto il Jobs Act-flop: con la flessibilità meno assunzioni. Nel 2016 le assunzioni a tempo indeterminato sono state inferiori al 2014, quando ancora c'era l'articolo 18.

ITALIA-POLITICA
Guerriglia e bombe carta a Roma: i tassisti assediano Montecitorio, attaccano il Pd e incassano il sostegno di M5S, Forza Italia e Fratelli d'Italia. Poi l'incontro con Delrio e la schiarita: c'è l'impegno del governo ad avviare subito il confronto su lotta all'abusivismo e riordino del settore (Sole e tutti). La politica sale sul taxi e cavalca la protesta, titola la Stampa. Su Repubblica l'onda nera di Forza Nuova che dalle curve marcia su piazza. Su tutti la Raggi in strada che solidarizza con i tassisti: "Sono con voi". Poi aggiusta il tiro. Repubblica: così Grillo cavalca la tigre populista. Per Sorgi (Stampa) è solo l'antipasto della campagna elettorale che verrà. Il Fatto parla di Italia senza governo: le città assediate dai tassisti, il G7 al palo, il governo paralizzato dalle risse del Pd. Che fa Gentiloni?" Intanto nel Pd va in scena la scissione "dimezzata": Emiliano resta e si candida, Bersani verso l'addio. Emiliano al Corriere: "Resto perchè ho visto che Renzi era felice che me ne andassi". E alla Stampa ribadisce: "Non ci stavo a fare una piccola Cosa rossa con dietro D'Alema". Renzi si dice "addolorato" per la scelta di qualcuno di lasciare ma tira dritto: primarie ad aprile. E parte per gli Usa "per imparare dai più bravi a creare lavoro".  Per Battista (Corriere) è una scissione alla chetichella senza pathos, sia tra chi resta, sia tra chi va. Eppure sembrava ci tenessero al Pd. E Folli (Repubblica) scrive: la crisi del Pd è un rito partitico che allarga il solco con gli elettori. Intanto il reggente Orfini sulla Stampa detta le condizioni a Gentiloni: "Appoggiamo il governo, che deve portare avanti delle priorità: stop alle privatizzazioni, correzione dei voucher e approvazione dello ius soli. Poi l'istituzione di una commissione di inchiesta sulle banche". Libero (in prima e p.3) analizzando la scissione Pd e le divisioni del centrodestra è convito che a godere sia solo il M5S, che prenota Palazzo Chigi, nonostante la rovinosa gestione di Roma.

EUROPA
Eurozona, fiducia ai massimi dal 2011 (Sole p.5 e altri): l'indice Pmi per manifattura e servizi balza a 56 punti, aumentano gli ordini e le imprese assumono come nel 2007. Nel primo trimestre il Pil dei 19 Paesi dell'eurozona potrebbe aumentare dello 0,6% rispetto alla fine del 2016. Possibile un generale aumento dei prezzi, che dovrebbe aiutare la Bce ad avvicinare l'obiettivo di inflazione prossimo ma sotto il 2%. Draghi già sotto pressione in Germania per frenare il Qe. Sul Giornale (p.6) l'allarme di Forte per l'Italia: la ricreazione è finita e senza Draghi i conti non tornano. L'accelerazione dell'eurozona va comunque oltre le previsioni e la crescente incertezza politica causata dalle elezioni in Olanda, Francia e Germania. Ma in Francia nei sondaggi Le Pen si rafforza al primo turno e riduce il distacco al ballottaggio. In Olanda vittoria alla portata di Wilders, il leader anti Islam e euroscettico: ma poi sarà difficile formare il governo. Repubblica (p.12) a riguardo parla dei fantasmi dell'Europa. Oggi il vertice Merkel-Lagarde sull'eterna crisi della Grecia. Ma ora è la Francia della Le Pen che preoccupa. Anche con gli Stati Uniti i rapporti restano tesi: dal presidente dell'Europarlamento Tajani altolà a Malloch: "Disponibili ai consigli e alle critiche ma non siamo sottomessi a nessuno" (Messaggero p.12)

©riproduzione riservata







Commentario del 21.02.2017

IN PRIMA PAGINA
Pd, i dubbi di Emiliano incrinano il fronte degli avversari di Renzi (Corriere, Stampa). Quirinale, Europa e banche  contro la scissione (Fatto). Prodi a Repubblica: "Questo è un suicidio". Letta: "La responsabilità è di Renzi" (Corriere). Bindi alla Stampa: "Matteo lavori per ricucire". Martina al Messaggero: "Gli strappi non fanno alleanze, governo più debole". Tra Gentiloni e Renzi patto contro i ribelli: "Niente concessioni" (Messaggero). Per il Giornale Renzi precipita al 22% e Gentiloni resta appeso a Bersani e D'Alema. Orlando pronto a candidarsi per la segreteria (QN).
Bruxelles in allerta per la fase politica. Padoan: "Manterremo gli impegni" (Messaggero). Dalla Ue critiche sul debito ma più tempo per le misure (Sole).
Nelle città è guerra dei taxi, oggi la marcia su Roma (Messaggero e tutti). Il Messaggero: un servizio sospeso per 6 giorni e nessuno interviene.
A Roma è guerra per lo stadio. Grillo alla Raggi: vai avanti, chi dice no è fuori (Messaggero). Sul Fatto Caltagirone, Parnasi e tutti gli altri: la guerra del cemento intorno alla Raggi.
In Europa Juncker in bilico: "Deve continuare" (Repubblica). Da Marine Le Pen blitz a Beirut: "Difendo la fede dei cristiani".
Su Libero il caso dei 20 mila italiani in Albania: ora l'Eldorado è lì. Su QN l'allarme di Boschi sulle scorie nucleari: "Siti di stoccaggio pericolosi, mai realizzato il deposito unico".
Su tutti le dimissioni del direttore dell'Unar per i soldi pubblici ai sexy club gay. Il Giornale: Palazzo Chigi finanzia la rete dei bordelli gay.

ITALIA-ECONOMIA
Padoan rassicura la Ue: la manovra non cambia (Messaggero p.10). "Faremo un intervento strutturale da 3,4 mld", dice il ministro alla vigilia del rapporto sul debito. Da Bruxelles arriva la rassicurazione che anche se risulterà eccessivo per ora la procedura di infrazione non sarà avviata (Sole p.4). Ma la Ue cerca rassicurazioni anche sugli scenari politici innescati dalla scissione del Pd. Padoan: "Bisogna chiederlo ai parlamentari dem". Sul Sole (p.5) l'agenda economica che divide i dem, dalle tasse, al Jobs Act alle privatizzazioni. Intanto ricominciano le ipotesi sulla manovrina: per il Messaggero (p.10) la benzina sarà fuori dalla correzione dei conti. Eventuali incrementi di accise ci saranno solo su tabacco e alcol. Il governo punta su contrasto all'evasione fiscale e risparmi di spesa. Il Sole (p.4) parla di tagli alla spesa (sfruttando la Consip) e interventi sui giochi, con un aumento della base d'asta per il rinnovo della concessione del Superenalotto e un "ritocco" al Preu su videolotterie e slot senza, in quest'ultimo caso, tasse mirate sulle sale. Prevista anche un taglio ai crediti di imposta considerati non più efficaci e una nuova tranche di misure anti evasione Iva. Possibile la potatura soft di un gruppo di tax espenditures e l'aumento delle sole accise su tabacchi e alcolici, senza toccare la benzina. Oggi riparte il "cantiere-pensioni": governo e sindacati faccia a faccia per scioglier gli ultimi nodi dei provvedimenti attuativi dell'Ape e sul pacchetto per il 2018 (Sole p.4). Sul Corriere (p.10) il lavoro che invecchia e rischia di mandare in letargo l'economia italiana: ora l'età media dei lavoratori è 44 anni, gli under 35 sono crollati dal 41% al 22% degli occupati, mentre il tasso di occupazione dei giovani fino a 24 anni è appena del 17%. Il numero dei lavoratori attivi tra i 55 e i 64 anni è raddoppiato da due a 4 milioni, col Fmi che stima che nel 2020 un quinto degli occupati sarà anziano. Italia e Grecia più esposte alla perdita di produttività proprio perché gli occupati invecchiano.

ITALIA-POLITICA
La scissione del Pd in primo piano su tutti i giornali, con i dubbi di Emiliano che incrinano il fronte degli avversari di Renzi (Corriere, Stampa). La direzione Pd di oggi pura formalità, bersaniani già pronti a formare gruppi autonomi in Parlamento. Resta l'enigma Emiliano, che tratta ancora (Repubblica p.2), mentre Orlando già raduna la sinistra che resta per sfidare Renzi e Emiliano (Repubblica p.6). Nel "nuovo" Pd la minoranza sarà quella di Orlando, Cuperlo e Damiano, col sondaggio di Porta a Porta che dà il Pd al 22% e la sinistra dem tra l'8 e il 10%. Ma i sondaggisti sono divisi sull'effetto scissione: Piepoli dà gli scissionisti tra il 5 e il 7%, Noto tra l'8 e il12%, nella gente prevale il senso di smarrimento (Stampa p.2). Quirinale, Europa e banche  contro la scissione (Fatto p.2): l'establishment politico ed economico teme lo choc sistemico innescato dal Pd. "Crolla tutto e vincono Grillo e Salvini". Prodi a Repubblica (p.3): "Questo è un suicidio, non posso rassegnarmi. Ho fatto decine di telefonate.La crisi di sistema si combatte, non si accetta". Letta su facebook attacca Renzi: "Ha le colpe maggiori, ricostruire da queste macerie è quasi impossibile. Ma così apriamo un'autostrada per 5 Stelle e destra" (Corriere p.5). Bindi alla Stampa (p.5): "Matteo lavori per ricucire". Martina al Messaggero: "Gli strappi non fanno alleanze, governo più debole". D'Alema pronto a puntellare Gentiloni senza chiedere nulla in cambio: più dura il governo, più si logora Renzi (Stampa p.3). Per il Corriere (p.2) invece, Gentiloni vede la scissione come un atto ostile al governo, anche se continua a tacere e a considerare un errore la fretta di Renzi per il voto. Mattarella preoccupato: sa che il governo potrebbe cadere in qualsiasi momento e teme per la stabilità (Messaggero p.3). Tra Gentiloni e Renzi patto contro i ribelli: "Nessun cedimento ai ribelli sulle misure, a partire dai voucher" (Messaggero p.3). Le divisioni dem favoriscono il M5S, unica forza non lacerata, scrive Franco sul Corriere (p.6). Il centrodestra, invece, è una gabbia di matti scrive Feltri su Libero (in prima e a p.5): invece di approfittare della crisi del Pd e rilanciare una coalizione tra FI, Lega e Fdi si litiga su euro e Europa e sulle ambizioni personali. Salvini: "Se si votasse domani FI non sarebbe la nostra alleata" (Libero p.5).

EUROPA
Juncker in bilico, la Commissione smentisce la notizia ieri su Repubblica di dimissioni imminenti, ma per Repubblica (p.10) il presidente non ha ancora preso una decisione definitiva. Ieri Juncker ha incassato il sostegno di diversi governi ma gli unici a esporsi pubblicamente in suo favore sono stati Tajani e Pittella. Fa discutere il libro bianco in preparazione dalla Commissione: il vice presidente Katainen pronto a rilanciare sul rigore e sull'Europa a due velocità.
Ieri prima visita del vice presidente Usa Pence a Bruxelles, dove ha incontrato il presidente del Consiglio europeo Tusk. Obiettivo, rassicurare le opinioni pubbliche europee: "La Ue partner irrinunciabile" (Sole p.7)
Sulla Stampa (p.10 e 11) le sfide (elettorali) che attendono l'Europa: Marine Le Pen va in Libano e si propone come la paladina dei cristiani d'Oriente. Schulz sposta la Spd a sinistra: con sussidi e occupazione vuole correggere le riforme di Schroeder. Intanto Oxford cerca spazi a Parigi per aprire un Campus universitario, per continuare a ricevere fondi europei anche dopo la Brexit.

Commentario del 20.02.2017

IN PRIMA PAGINA
E' il giorno degli addii (Stampa): Bersani con D'Alema, via dal Pd (Repubblica). Renzi: "Nessuno andrà con loro" (Stampa). Emiliano: "La porta è ancora aperta, ma Matteo risponda" (Messaggero). Il Giornale: Game Over. A Gentiloni tremano le budella (Libero).
Addii in vista anche a Bruxelles: Juncker pensa di lasciare la guida della Commissione Ue. "Governi troppo timidi sull'Europa". Scontro finale con Berlino. Grecia di nuovo al collasso: salvataggi falliti (Stampa). Malloch, l'uomo di Trump per la Ue, a Libero: "Fate votare la gente su Europa ed euro".
Spazio anche all'economia: sul debito pubblico, più tempo all'Italia per la manovrina (Messaggero). Su CorrierEconomia i big del pharma: il made in Italy è leader e non lo sa. Su A&F viaggio nella trincea dell'Anac tra appalti, nomine e corruzione. Cantone: ora vigilo sul terremoto. Sul Corriere ascesa e declino del notaio: tracollo di iscritti (e di guadagni). Sul Messaggero addio al libretto di circolazione: arriva il documento unico. A Milano bruciano le palme della discordia (Corriere e altri). A Roma "brucia" il vincolo della Soprintendenza alle "macerie" di Tor di Valle (Corriere e Tempo).
Negli Usa fronda repubblicana contro Trump (Messaggero). Su Repubblica il primo mese di Trump, tra muri finti, tweet e petrolio.

ITALIA-ECONOMIA
Debito, la Ue darà più tempo all'Italia (Messaggero p.9): mercoledì uscirà il rapporto tecnico sul debito pubblico della Commissione Ue ma per sapere se Bruxelles aprirà o meno la procedura di infrazione occorrerà aspettare ancora qualche settimana. E' intenzione dei vertici comunitari dare all'Italia tutto il tempo che serve al governo per decidere elementi e temi della manovrina da 3,4 mld. Manovrina che per il Corriere (p.19) potrebbe ridursi a 2,5 mld grazie alla revisione al rialzo del pil. Ipotesi, questa, esclusa dal Giornale (p.6). Sul Corriere (p.19) la carta di Padoan per convincere i falchi del Nord Europa: un compromesso, richiesta della Commisione di procedura per deficit eccessivo e poi azzeramento delle sanzioni da parte dell'Eurogruppo. E' successo così anche a Spagna e Portogallo. Su Libero (in prima e a p.6) intervista a Ted Malloch, possibile ambasciatore di Trump alla Ue: "Tra Usa e Ue non è questione di odio o amore, l'euro non è un male né un bene per gli States. Alla Bbc ho solo detto che ci saranno altre Brexit e che se fossi una banca di investimento punterei contro l'euro. Non sono certo l'unico. C'è instabilità politica nell'eurozona, elezioni dagli esiti imprevedibili". Per Malloch "il collasso dell'euro sarebbe comunque negativo: è sempre preferibile un processo orinato. Se comunque qualche Paese dovrebbe lasciare l'euro è una domanda che tutti i Paesi dovrebbero porsi". E dell'Italia dice: "L'Italia è un'economia competitiva, se lo diventasse di più con gli Usa ci sarebbero buone opportunità. In certe nicchie gli esportatori fanno molto bene e poi c'è Fiat Chrysler che in Usa ha enormi potenzialità". Finiremo nel mirino di Trump per un export da 30 mld? "I rapporti commerciali tra Usa e Italia sono corretti e liberi? – risponde Malloch – Questo è il punto. Magari è arrivato il tempo di un accordo bilaterale".

ITALIA-POLITICA
Crisi Pd, Renzi non apre, Emiliano, Speranza e Rossi chiudono. In serata lo strappo finale, con i tre esponenti della sinistra che accusano Renzi di aver scelto la scissione. Tra oggi e domani il divorzio (Corriere, Stampa e tutti). Renzi canta vittoria, parla di bluff scoperto – "Non li seguirà nessuno" - si dimette da segretario e fissa la road map: congresso e primarie il 7 maggio e voto a settembre (Repubblica e Corriere). Per la Stampa le primarie potrebbero esserci già ad aprile (il 9). Orlando si prepara alla sfida (Repubblica). Da Bersani a D'Alema e gli ex Sel subito i gruppi in Parlamento, sotto il nome di Nuova sinistra (Repubblica). Vengono dati in uscita oltre 60 parlamentari (Corriere). Resta il dilemma Emiliano: "Un segnale e resto. La mia non sarà mai la scissione di D'Alema" (Repubblica). Ma il patto a tre regge, nonostante le voci messe in giro dai renziani su un piano per far fuori Rossi e Speranza e sfidare Renzi da solo (Corriere e tutti). "Matteo ha provato a dividerci ma non sono uno che traffica in tessere – dice alla Stampa – Se do la mia parola è quella". Fassino alla Stampa: "Non è ancora finita. Pensiamo al nostro governo". Ora a tremare è Gentiloni: l'assemblea dei dem lo applaude, lui tiene il profilo basso  – "Meno parlo e meglio è" (Corriere) – ma con Renzi che vuole votare prima della manovra d'autunno trovare un pretesto per staccare la spina non sarà difficile (Libero). Berlusconi: "Sinistra in frantumi, ora abbiamo la vittoria a portata di mano" (Repubblica). Ma deve neutralizzare Salvini: l'ipotesi è candidare Zaia, un nome su cui confluirebbe anche Maroni. Insieme FI, Lega e Fdi sarebbero la prima formazione con il 33%.
"Il Pd si sfascia, era ora" titola Libero in apertura. Per Feltri gli ideali non c'entrano niente: i nemici del premier traslocano in un partitino per avere salve le poltrone. Un'operazione comunque suicida, con il M5S che diventerà la prima forza italiana.

EUROPA
Rivoluzione a Bruxelles, il presidente Ue Juncker pronto a dimettersi: lo scrive Repubblica (in prima e a p.10) rivelando indiscrezioni che danno l'ex premier del Lussemburgo intenzionato a lasciare la presidenza della Commissione europea. Con la Ue ormai in declino, Juncker sarebbe a un bivio: riuscire a imprimere la svolta della ripartenza per guardare al futuro con ambizione oppure rifiutarsi di gestire il declino lasciando la seconda metà del suo mandato al popolare finlandese Katainen. Già due settimane fa, lasciando tutti di stucco, aveva dichiarato alla radio pubblica tedesca che non avrebbe corso per un secondo mandato. Poi la frase sibillina sul timore che Londra, nel negoziato sulla Brexit, spaccasse i governi dell'Unione. L'8 marzo era prevista la pubblicazione da parte della Commissione del suo Libro bianco con il progetto di rilancio dell'Unione, ma già Berlino ha fatto capire che è meglio soprassedere.
In Germania ora la Merkel rischia davvero: nei sondaggi storico sorpasso della Spd (schizzata dal 20 al 33%) sulla Cdu-Csu (ferma al 32%). Non succedeva da 10 anni. E' l'effetto Schulz, scrive il Messaggero. Schaeuble: "Durerà poco" . Sull'ex presidente dell'europarlamento pesa un dossier sulle spese pazze con i soldi Ue (Tempo).
Intanto la Grecia resta ostaggio della crisi: sulla Stampa (p.9) reportage da Atene, fra ospedali al collasso e miseria. Malgrado i due salvataggi Ue il Paese ristagna tra stipendi da fame, carenza di liquidità e disoccupazione. Tsipras: "Paese esausto, basta sacrifici".

©riproduzione riservata




Commentario del 18.02.2017

IN PRIMA PAGINA
Politica in primo piano. Primarie Pd, l'offerta di Renzi (Corriere). Secondo il sondaggio di Pagnoncelli sul Corriere, con la scissione Pd la sinistra da sola sarebbe al 6,5%. L'ultima offerta per evitare la spaccatura: congresso a dicembre. Ma la sinistra dice no (Messaggero). D'Alema accelera: "Subito scissione" (Stampa). Per il Fatto la scissione l'hanno già fatta gli elettori: a Napoli 9 su 10 in fuga. Economia, l'Eurogruppo all'Italia: un mese per correggere i conti (Stampa). Il vero freno alla crescita del Pil è la spesa pubblica (Stampa). De Bortili sul Corriere: "Serve un sengale (subito) sui conti". Intanto sulla pa, novità sulla riforma per il licenziamento dei furbetti. Il ministro Madia al Messaggero annuncia "50 mila assunzioni"e la "stabilizzazione dei precari". Salta il taglio dei cda delle partecipate (Sole), mentre parte il valzer delle nomine (Corriere).
Roma, soldi a un politico su due per fare lo stadio a Roma (Libero). "Fermate lo stadio": sul Messaggero l'altolà dei Beni Culturali: vincoli a Tor di Valle, Vietato costruire edifici più alti delle tribune. Liberalizzazioni: Taxi in rivolta, authority in campo (Sole). Liberalizzazioni a metà: una storia infinita (Sole).

ITALIA-ECONOMIA
Bruxelles verso il no sul debito italiano (Stampa in prima e p.7): salvo novità, il rappoto sarà negativo, cioè non terrà conto delle promesse contenute nella lettera di Padoan. Non è scontato che sarà avviata una procedura d'infrazione – scrive la Stampa -, perchè Bruxelles è sempre disposta a concedere più tempo.  De Bortoli, nell'editoriale del Corriere: Ma se è così difficile operare una correzione dello 0,2% chiesta da Bruxelles, come sarà affrontata la montagna di finanza pubblica in arrivo? Piuttosto che di elezioni, sarebbe il caso di parlare della legge di Bilancio 2018, anche perchè realisticamente non si potrà più contare sull'ombrello del Qe della Bce. Il deficit dovrà scendere all'1,2%, non ci saranno margini di flessibilità e non si potranno più disinnescare, in disavanzo, clausole di salvaguardia per quasi 20 mld. De Bortoli punta sul risparmio di spesa, e scrive: potrebbe essere inserito già nel Def di aprile: l'obiettivo dei 10 mld di riduzione non è impossibile. Sulla Stampa Mingardi sostiene che è la spesa pubblica la zavorra delle crescita italiana. Se – commenta – metà del Pil è impermeabile a innovazione e concorrenza perchè riguarda la spesa pubblica, è difficile avere tassi di crescita superiori all'1%. Marco Fortis a ItaliaOggi: "Se prendiamo i dati del Pil tedesco, vediamo che i consumi finali delle Pa hanno dato un contributo dello 0,8%. Questo vuol dire che - non avendo l'Italia avuto un incremento della spesa pubblica, anzi deve contenerla - a parità di condizioni, abbiamo fatto meglio. Inoltre le stime di Banca d'Italia sul debito pubblico potrebbero avvicinarci al pareggio del debito, e non avremmo bisogno di manovre correttive".
Statali, via alla riforma: i furbetti licenziabili in 30 giorni (su tutti). Il ministro Madia al Messaggero (in prima e p.3) annuncia una campagna che "porterà alla stabilizzazione di circa 50 mila persone".

ITALIA-POLITICA
Pd, l'ultima trattativa non basta (Corriere in prima e p.2 e tutti): Renzi propone la rinuncia al voto a giugno e l'apertura del congresso. Ma la sinistra dem non ci sta. Emiliano a Stampa e Corriere: "E' lui a volere la rottura. Ma non mi rassegno, se accetta la proposta di rimandare il congresso a dopo le amministrative non ci sarà spaccatura". Franceschini e Minniti provano a mediare: elezioni politiche a settembre e congresso a dicembre. Ma la minoranza sembra già fuori e D'Alema parla di "nuovo inizio". Pagnoncelli sul Corriere (in prima e p.3) assegna un 6,5% alla nuova eventuale formazione di sinistra. Intanto è polemica sul fuori onda di Delrio che dice: "Renzi non ha fatto neanche una telefonata per evitare la scissione" (su tutti). Il ministro al Corriere (p.4) e Repubblica (p.2): "Non ho detto questo. Renzi ha fatto ogni sforzo. Bisogna che la minoranza continui a sentire il Pd casa sua. Ma ci sono paletti temporali, è importante che la fase congressuale si concluda prima delle amministrative". Poi Delrio ripete: "Non lasceremo nulla di intentato". Il ministro Martina a Repubblica (p.3) sottolinea "i pericoli per il governo". E Fassino alla Stampa (p.2): "Così si indebolisce Gentiloni". Il sondaggio di Pagnoncelli vede il M5S prima forza (30,9%), poi il Pd, se resta unito, al 30,1%. Anche la destra, complessivamente, sopra il 30%. Per Libero (p.5) nessuno avrà la maggioranza. Mattarella tenterà di allestire un governo-ammucchiata. Ma con lo spread in salita, sarà inevitabile chiamare Draghi alla guida del Paese.

EUROPA
Brexit, Tony Blair torna in campo e spinge una sollevazione contro la Brexit di May (Messaggero p.11 e altri). L'ex premier al lavoro per radunare i movimenti europeisti e convincere i britannici a "insorgere" e cambiare idea sulla Brexit. Blair è convinto che il voto per l'exit sia stato dettato da un'assenza nella conoscenza dei termini reali dell'uscita dall'Ue. La replica di Boris Johnson, che ha invitato i britannici a "spegnere la tv quando parla Blair".
Sul Sole (in prima e p.14) Bricco torna ad occuparsi delle possibilità per Milano dopo la Brexit. Milano corre. Oggi è l'unica città davvero europea. L'anno scorso si è svolto l'Expo che, nonostante i non pochi inciampi, ha portato il capoluogo lombardo nei circuiti internazionali del turismo. Adesso, ecco la competizione con le altre capitali continentali per riuscire a attrarre chi e che cosa lasceranno Londra nei prossimi mesi e nei prossimi anni. L'agenzia europea del farmaco – l'Ema – è il primo banco di prova. La scelta della città europea dove collocare l'Ema è una gara di mezzo fondo.  Ma, la vera maratona, che durerà non meno di cinque anni e che contribuirà a determinare il profilo di Milano e dell'Italia del futuro, riguarda le banche e i fondi di investimento. Dal Tamigi ai Navigli. Un'ipotesi di lavoro che può modificare in misura radicale il volto di Milano.
Germania, Merkel in caduta nei sondaggi. Schulz avanza di 11 punti: il 49% degli elettori lo preferirebbe all'attuale Cancelliera, che ottiene solo il 38%(Messaggero p.13).

©riproduzione riservata

Commentario del 17.02.2017

IN PRIMA PAGINA
"Non andatevene, evitiamo scissioni": sul Corriere intervista a Renzi. "Salvare il Pd è ancora possibile". Sul Messaggero il sospetto del segretario: scissione decisa da tempo. Si tenta l'ultima mediazione (Sole). Franceschini: primarie a fine maggio (Repubblica). Intanto Pisapia scarica Renzi e si allea con gli scissionisti (Fatto). In prima pagina anche il papà di Renzi, indagato per gli appalti Consip. Romeo: "30 mila euro a T." (Fatto). "Io trasparente" (Sole e tutti).
Su tutti la battaglia dei tassisti per fermare Uber. La Stampa: uno scontro da 2 miliardi. Ieri paralizzate le grandi città. Il Garante: è illegale (Messaggero). Spazio anche all'economia: corre il made in Italy, attivo record nel 2016 (Sole). Il salva-risparmio è legge (Sole): ok allo scudo da 20 mld per le banche. Così lo Stato entrerà nel capitale del Monte dei Paschi (MF). Sul Sole intervista a Jindal: "Così raddoppieremo la produzione Ilva". Sul Corriere l'intesa Italia-Tunisi sui migranti. Su tutti l'attacco di Trump a intelligence e giornali: "Ho ereditato il caos e lo sto aggiustando". Ma con Mosca è gelo: altre navi Nato nel Mar Nero e la Russia schiera i missili (Messaggero)
Su Repubblica ritorno a Rigopiano: un mese dopo la verità sulla tragedia. Sul Messaggero il racconto di Francesca: "Parte di me è morta al Rigopiano".
In cronaca, il governatore dell'Abruzzo inquisito per gli appalti del terremoto del 2009 (Messaggero e altri). Tutti i giornali tornano sul suicidio di Lavagna. Saviano su Repubblica: è il Paese dell'incomprensione.

ITALIA-ECONOMIA
Corre il made in Italy, attivo record nel 2016: sul Sole (in apertura e a p. 7) e su tutti l'anno d'oro dell'export italiano. Massimo storico per le vendite all'estero (417 mld), record assoluto per l'avanzo commerciale (51,6 mld). I risultati migliori in Europa (+7,4%) e nella Germania in particolare (+10,3%) ma anche l'area extra Ue ha il segno positivo (4,1%). A trainare le vendite la filiera meccanica, l'auto, la chimica. Rimbalzo anche con Mosca (+9%). Debito in rallentamento, esportazioni con il turbo: per Fortis (Messaggero p.19) la nostra economia non è mai stata in condizioni migliori, ma è percepita dal sentire comune come se fosse sull'orlo del precipizio. Intanto dalla Commissione Ue si raffreddano gli entusiasmi sui dati del pil: non ci sarà nessuno sconto sulla manovra di aggiustamento da 3,4 mld, che vanno trovati entro aprile (Sole p.5).
Il Salva risparmio è legge. Lo Stato ora può entrare in Mps e Venete, titola il Corriere, grazie a un fondo pubblico da 20 mld che potrebbe essere impegnato fino al 70% per gli aumenti di capitale di Mps, Veneto Banca e Pop Vicenza (Corriere p.42 e tutti). Misure anche a favore degli obbligazionisti subordinati delle quattro banche in risoluzione. Paletti agli stipendi dei vertici, svelato solo il profilo di rischio dei debitori. Spazio anche alla prevenzione, con un comitato ad hoc incaricato di tracciare una strategia nazionale di educazione finanziaria. Gentiloni: "Un passo avanti per garantire più sicurezza economica a imprese e famiglie".
In apertura sulla Stampa e in primo piano su tutti la rivolta dei tassisti contro il governo, che ieri ha paralizzato Roma e altri grandi città. Nel mirino il rinvio della stretta su noleggio con conducenti e abusivi stralciato dal Milleproroghe. "Questa è una norma disegnata per Uber", la voce della piazza. Nel mirino l'emendamento Lanzillotta che a Repubblica dice: "Attacco violento e personale, ma non mi fermo".

ITALIA-POLITICA
Renzi, intervistato dal Corriere (in prima e p.2-3), alla minoranza dem: "Basta pretesti. Non andatevene". Poi la stoccata sul congresso: "Lo stiamo facendo perchè lo hanno chiesto loro. Chiedono di rinviarlo? Il dubbio è che si voglia comunque rompere". In polemica con D'Alema ed Emiliano, il segretario dice "basta parlare di problemi di gruppo dirigente, rimettiamo l'Italia al centro. Facciamo una conferenza programmatica". Appello a restare uniti anche da Franceschini a Repubblica (p.5): "Una rottura è incomprensibile. Si lavori su un confronto di idee, ma prima delle Amministrative. Dobbiamo ricucire il rapporto con il Paese e sostenere il governo Gentiloni". Anche Renzi conferma la fiducia a Gentiloni e smentisce l'intenzione di mandarlo a casa perchè "l'esecutivo ha una grande responsabilità, su tutte gestire gli eventi internazionali. Il voto? Spetta a Mattarella decidere". Ma la minoranza non ci sta, resta convinta dell'intenzione di Renzi di correre alle elezioni, e Bersani dice: "fermatelo" (su tutti). Tutti danno la scissione per fatta. La stessa sinistra Pd si sente fuori "al 95%" (Corriere p.4) e per la Stampa (p.5) Renzi avrebbe rinunciato a mediare. Già domani potrebbe nascere il nuovo movimento di Rossi, Emiliano e Speranza. "Chi se ne va consegna il Paese ai grillini" avverte Rosato al Messaggero (p.2). In caso di strappo nel Pd – commenta Palmerini sul Sole (in prima e p.18) – lo shock in Parlamento potrebbe rafforzare le ragioni di chi punta al voto anticipato. Calabresi nell'editoriale di Repubblica: dividere un partito che guida l'Italia significa consegnare il Paese alla sfida tra una destra che non nasconde pulsioni xenofobe e un Movimento che cavalca qualunque malumore. In prima pagina anche il papà di Renzi, indagato per gli appalti Consip: si ipotizza il traffico di influenze illecite. Romeo: "30 mila euro a T." (Fatto). "Io trasparente" (Sole e tutti). Con Tiziano Renzi indagati anche il ministro Lotti e il comandante dei Carabinieri Sette. Renzi jr: "Ho fiducia nella magistratura, spero che finisca come tre anni fa".

EUROPA
Milano si candida a diventare "la capitale del post Brexit" dice Alfano. Padoan: "Abbiamo avviato una task force tra governo, Milano, Consob, Bankitalia e Agenzia delle Entrate per cogliere al meglio tutte le opportunità". Primo obiettivo l'Ema, l'Agenzia del Farmaco. E dall'Ema allargare il campo a tutte le istituzioni finanziarie, aziende e banche che nei prossimi mesi dovranno lasciare la City e cercare una nuova sede nella Ue. Allo studio un pacchetto di facilitazioni fiscali e misure ad hoc per chi deciderà di sbarcare a Milano (Corriere).
Sul Corriere l'intesa Italia-Tunisi sui migranti. In cambio i aiuti finanziari e contro i terroristi dell'Isis la Tunisia accoglierebbe duecento profughi al mese. L'accordo è vicino: Roma ha l'appoggio della Commissione europea. E il "modello tunisino" potrebbe estendersi ad altri Paesi del Nord Africa, a cominciare dall'Egitto.

©riproduzione riservata


Commentario del 16.02.2017

IN PRIMA PAGINA
Politica in primo piano: nel Pd patto a tre – Emiliano, Rossi e Speranza - per la scissione (Stampa). Altro che scissione, Emiliano e Bersani pronti alla fuga di massa scrive il Fatto. Renzi si blinda col simbolo del Pd (Giornale) e va avanti tutta verso il congresso (Sole). Escluso il voto a giugno (Repubblica). Tensioni anche nel governo su manovra e privatizzazioni (Messaggero). Padoan: niente stop alle privatizzazioni (Sole). Morando (QN): "In manovra taglieremo le tasse". Paradosso Italia: ci tartassano ma sale il debito (Giornale). Intanto Bruxelles apre una procedura per i ritardi dei pagamenti della Pa (Sole). Sul Corriere i conti vulnerabili dell'Inps. Patrimonio in rosso per 1,7 mld. Boeri: per le pensioni nessun allarme (Sole). Dalla Protezione Civile il conto del terremoto infinito: oltre 23 miliardi (Corriere). Rapporto Alla Ue per avere i fondi (Sole). Dal Parlamento europeo via libera all'accordo Ceta (Sole).Dal mondo: Trump cambia la linea su Israele (Corriere). Per la pace non servono 2 Stati (Messaggero, Stampa). Safran Foer: "I palestinesi con Bibi e Donald rischiano una catastrofe" (Repubblica). A Milano sono un caso le palme a piazza Duomo. Il Giornale: Milano, Africa. A Roma è un caso lo stadio. Raggi dice sì ma a cubature dimezzate (Fatto). Per il Messaggero monta il fronte del no M5S. Possibile non dare l'ok

ITALIA-ECONOMIA
Privatizzazioni, sfida nel governo (Messaggero in apertura e a p.2 e tutti). Padoan tiene il punto: "Avanti con le dismissioni non solo per ridurre il debito pubblico ma anche per aumentare l'efficienza delle società in cui è presente lo Stato". Da Delrio nei giorni scorsi era arrivato l'altolà su Fs, da Giacomelli su Poste, preoccupati per l'impatto sociale dell'apertura ai privati. "Timori infondati" per Padoan: "le privatizzazioni non tolgono lo Stato dal posto di guida", e quindi non pregiudicano occupazione e servizi ai cittadini.  Per il Messaggero (p.2) dietro il braccio di ferro su Poste e Fs c'è in realtà la partita del rinnovo dei cda delle grandi società di Stato.
Intanto l'Ocse rialza le stime di crescita sull'Italia all'1% ma raccomanda: "Non fermate le riforme" (Messaggero p.3, Sole p.2 e tutti). Tallone d'Achille del Paese la produttività e il sistema delle banche. Tra i suggerimenti la riduzione del cuneo fiscale sul lavoro aumentando il gettito Iva o il prelievo fiscale sugli immobili. Promossa la riforma della pubblica amministrazione, della scuola e il Jobs Act; bocciata la cancellazione dell'Imu sulla prima casa. Aspettando le correzioni dei conti promesse da Roma a Bruxelles il debito pubblico sale ancora: nel 2016 45 miliardi in più del 2015, a quota 2.217, pari al 132,3% del pil (Sole p.2). Il Giornale: ci tartassano ma sale il debito.
Su tutti i giornali le rilevazioni della Corte dei Conti sul patrimonio Inps che si stima passi nel 2016 per la prima volta in negativo di 1,7 mld. "Quello che conta non è il bilancio dell'Inps, ma quello dello Stato – ha detto Boeri – perchè le prestazioni sono garantite dallo Stato". Sulla stessa linea il ministro Poletti, che ha poi sottolineato come il sistema previdenziale sia "assolutamente sostenibile" e che "il governo non pensa a nuovi interventi". Brambilla al Mattino: "Il vero nodo è il welfare: per prestazioni assistenziali e spesa sanitaria spendiamo 225 mld, ma dalle tasse entrano 160 mln. E' questa la madre di tutti i problemi".

ITALIA-POLITICA
Politica in primo piano: nel Pd patto a tre – Emiliano, Rossi e Speranza - per la scissione (Stampa). Altro che scissione, Emiliano e Bersani pronti alla fuga di massa scrive il Fatto. Renzi si blinda col simbolo del Pd (Giornale) e va avanti tutta verso il congresso (Sole). Escluso il voto a giugno (Repubblica). Renzi prepara le contromosse, strappando un accordo sul voto a settembre, con Orfini nel ruolo di reggente. Secondo il sondaggio di Piepoli sulla Stampa solo un italiano su tre pensa che il Pd possa vincere le elezioni. E i dati sulla fiducia dei leader indicano Renzi in caduta (41%) mentre Emiliano è al 56%. Il governatore della Puglia a Repubblica: "O cambia linea o siamo fuori, domenica ultima chance per accettare una conferenza programmatica e dare il via a un congresso che non sia un rito abbreviato". "Fermiamoci e riflettiamo, con la scissione consegneremmo il Paese alle destre – dice al Messaggero Fassino -. Non posso credere che si voglia fare una scissione sulla data del congresso, le scissioni si fanno quando si hanno progetti alternativi incomponibili". Bei nell'editoriale della Stampa torna sulla crisi in casa dem: alzi la mano chi ha capito i motivi di una scissione. Serve la psicanalisi per comprendere perchè si stia andando verso un suicidio collettivo. Feltri (Libero) avverte: a sinistra chi fa le scissioni va sempre a finire male.

EUROPA
Dall'Europarlamento ok al Ceta (Sole p.23 e altri): via libera (sofferto) all'accordo di libero scambio e cooperazione economica tra Ue e Canada. Dal voto un segnale politico contro il protezionismo del presidente Trump. Pabriks (Ppe): "Con il Ceta scegliamo l'apertura, la crescita e standard elevati anziché protezionismo e stagnazione. Il Canada è un Paese col quale condividiamo valori comuni. E' un alleato sul quale possiamo contare". Oggi l'intervento del premier Trudeau al Parlamento di Strasburgo. Dal trattato prevista un'espansione dell'economia europea da 12 mld l'anno. Ma perché entri in vigore serve la ratifica di 38 tra parlamenti e assemblee. Scalfarotto: "Con questo accordo la Ue rivendica un ruolo politico dopo la Brexit". Il sottosegretario rimarca anche gli "evidenti" effetti positivi per l'export italiano e rassicura: "Una sciocchezza dire che questi accordi sono un aiuto alle multinazionali a danno delle piccole imprese. Con questo accordo aiutiamo tutte le imprese che guardano all'estero". Importante anche la tutela dei prodotti agroalimentari.  Ferrarini (Confindustria) al Sole: "Il Ceta apre grandi opportunità per l'industria italiana. L'abbattimento dei dazi è solo il primo e più immediato risultato perché il Ceta aprirà i mercati degli appalti pubblici, abbatterà ostacoli tecnici non tariffari, assicurerà maggiore apertura agli investimenti e garantirà più tutela della proprietà intellettuale e delle igp". Intervista della Ferrarini anche sul Corriere: "Le nostre esportazioni valgono già 3 miliardi e cresceranno. Questo accordo può far crescere in modo significativo l'export: vantaggi per meccanica e alimentare".

©riproduzione riservata

Commentario del 15.02.2017

IN PRIMA PAGINA
Politica in primo piano su tutti, con i venti di scissione che scuotono il Pd (Corriere, Repubblica). Bersani: "La scissione? E' nelle cose. Non si può restare in questo Pd" (Sole, Stampa). Ma Renzi tira dritto sul congresso (Sole). L'Unità: non facciamoci del male. Intanto Pisapia scende in Campo: "Sinistra, allargare il campo".
A Roma Berdini lascia e accusa: "Roma è a pezzi ma Raggi pensa solo allo stadio" (Repubblica e altri). Muraro alla Stampa: "Gruppi di potere controllano il sindaco di Roma". Si va verso il sì allo stadio (Sole). Su Di Maio e Marra Grillo contro i media (Corriere). Di Maio al Fatto: "Io lo dissi a Marra: non aveva la nostra fiducia". Cantone: "Raggi mi cercò, la Rai e altri mi ignorano" (Fatto).
A destra è la caduta di Fini a fare rumore, accusato di riciclaggio per i rapporti con il re delle slot (Corriere, Messaggero). Fini(to) (Giornale). Libero: rovinato dalla patata.
Spazio anche all'economia, col Pil che chiude il 2016 a +0,9% (Sole). Il Pil va meglio e riduce l'entità della manovrina (Avvenire). Su Messaggero e QN la maxi infornata di statali precari: verso 80 mila assunzioni.
In movimento le banche centrali. In Bce Draghi è pronto a chiudere l'ombrello (Foglio), alla Fed Yellen pronta alla stretta sui tassi (Sole, MF). Con Trump è scontro:  il bando dei migranti frena la crescita (Repubblica, Messaggero). Mogherini a Repubblica: rivedere rapporti con gli Usa. A Strasburgo il via libera dell'Europarlamento all'accordo di libero scambio con il Canada (Sole). Avvenire: un trattato che unisce (e divide).

ITALIA-POLITICA
Venti di scissione nel Pd (Corriere e tutti). Bersani: "La scissione c'è già, è nelle cose. Renzi invece di recuperare la nostra gente mette loro le dita negli occhi. Non ci sono più le condizioni". Per il Fatto lo strappo si consumerà alla vigilia dell'assemblea nazionale del partito: sabato a Testaccio, dove il governatore Rossi riunisce un'assemblea. Soldi, immobili e posti in lista i motivi veri della scissione secondo il Giornale. Per il Corriere Renzi non vuole strappi e accelerazioni, lascia la mediazione a Franceschini e spera che prenda quota la candidatura a segretario di Orlando. Ma Mattarella resta contrario alle elezioni anticipate: vale per l'estate e vale anche per ottobre. (Giornale). Molte le interviste: "Dalla minoranza abbiamo avuto solo no – dice Orfini a Repubblica – Ora non si torna indietro: assise in due mesi e poi voto". "Scissione è una scelta tragica: così il Pd perde la sua forza di proposta – dice Delrio a QN  – Il congresso sarà vero, non una conta. Quanto a Renzi pensa a una leadership plurale, in coalizione con sinistra e centro". "L'idea di dividersi è un incubo.Ma il Pd di Renzi deve aprirsi" dice Veltroni al Corriere. "Vorrei che Renzi non fosse considerato l'avversario principale e che Renzi dimostrasse maggiore capacità di inclusione e accoglienza delle diversità". Rossi ad Avvenire: "Il Paese non ha bisogno di andare al voto, ci sono la povertà, la disoccupazione giovanile, il terremoto. Non mi sembra che abbiamo dato grandi risposte". D'Alimonte a l'Unit: "Dem troppo lacerati per andare avanti così. Meglio ridare la parola a iscritti ed elettori nel congresso". Ieri il debutto del Campo Progressista di Pisapia: sul palco con lui la presidente Boldrini: "Affrontare le disuguaglianze recuperando i delusi da una sinistra che ha fatto la destra" (Unità).

ITALIA-ECONOMIA
Il Pil 2016 cresce più delle attese, lo 0,9%, un decimale in più rispetto alle stime del governo. Gentiloni e Padoan esultano (Stampa p. e tutti), l'Fmi avverte: "L'Italia ci preoccupa" (Stampa p.8). Jeffrey Franks: "L'anno scorso l'eurozona è cresciuta più degli Usa, la Germania ha recuperato i livelli precrisi, la Francia quasi, Italia e Spagna no. Per Roma ci vorranno almeno altri 6 anni e questo ci preoccupa". Repubblica (p.13) prefigura una manovra bis meno dura, al di sotto dei 3 miliardi. Al contrario, per il Sole (in prima e a p.2) il miglioramento non consentirà di ridurre la manovra chiesta dalla Ue. Dai calcoli del Mef solo una minima parte del miglioramento del deficit nominale va ad impattare sul saldo strutturale. Sulla manovra poi, pesa il diktat di Renzi sulle tasse: ieri voci di dimissioni di Padoan, poi smentite. Resta il problema di dove trovare i soldi chiesti da Bruxelles. Repubblica insiste sui giochi: accantonata l'idea di tassare le circa 100mila sale, bar e tabacchi compresi, perché di complessa realizzazione e di scarsa efficacia, ora il governo penserebbe ad aumentare la tassazione delle vincite sopra i 500 euro. La tassa (oggi al 6%) verrebbe raddoppiata al 12,5%, raddoppiando così il gettito per l'erario (da 350 a 700 mln). Allo studio anche l'aumento da 100 a 300 milioni della base d'asta del Superenalotto.
Sul fronte Statali, riforma del pubblico impiego al rush finale: nel testo anche un piano straordinario di stabilizzazioni che permetterà l'ingresso dei precari nella pubblica amministrazione (nei concorsi avranno riservato il 50% dei posti). QN parla di un'infornata di 80mila precari. Nel piano della Madia anche le nuove regole sui licenziamenti e il tema dei premi di produttività (Messaggero p.11).

EUROPA/USA
"Nei rapporti tra Europa e Usa si apre una fase nuova, più pragmatica – dice la Mogherini a Repubblica (p.15) – D'ora in poi il nostro rapporto sarà meno automatico. Verificheremo caso per caso quali siano i nostri interessi e se coincidano con quelli americani. E potranno esserci casi in cui Europa e Usa non avranno le stesse posizioni". Tra i temi di divergenza "il sistema di regole globali, incluso per il commercio libero ed equo. Ho ricordato ai nostri partner americani che l'Ue è il primo mercato al mondo anche per la loro economia e che l'80% degli investimenti esteri negli Usa vene dall'Europa e genera 8 milioni di posti di lavoro. Altro tema su cui siamo distanti, il cambiamento climatico: noi restiamo convinti che bisogna combatterlo e con una strategia coordinata". E sulla difesa europea: "Il rafforzamento è essenziale ma tutto quello di cui abbiamo bisogno è già nel pacchetto di proposte preparato l'estate scorsa. La Difesa europea è lo strumento ideale per ottimizzare la resa degli investimenti nel settore".
Oggi il Parlamento Ue vota il Ceta: accordo di libero scambio con il Canada verso il sì nonostante le divisioni (Sole p.6 e altri). L'accordo, votato adesso, assume anche una valenza anti-americana, come sfida al protezionismo (Avvenire p.4. Nell'intesa l'accesso agli appalti, tutele per i prodotti tipici, un nuovo sistema per regolare le dispute tra Stati e aziende. Una petizione presentata ieri a Strasburgo accusa il Ceta di essere una minaccia per la democrazia, l'ambiente, la salute, i servizi pubblici, i diritti dei consumatori e il diritto del lavoro.

©riproduzione riservata