Commentario del 13.02.2017

IN PRIMA PAGINA
Italia a rischio se va al voto: sulla Stampa il richiamo della Ue, che punta i piedi anche sui conti: nessuna dilazione sulla manovra. Per il Messaggero pronti i tagli alle partecipate per non aumentare benzina e sigarette. Oggi la sfida di Renzi su partito e voto (Corriere e tutti): il leader vuole votare, altolà delle correnti (Messaggero). Corriere, Repubblica e Stampa mettono in guardia Renzi dalla tentazione di rivalsa. Sul Giornale la partita a scacchi tra Renzi e Berlusconi: voto più lontano, grandi intese più vicine. Salvini al Corriere: "Basta con le alleanze del passato".
Sempre in prima pagina Roma, con la Raggi che si prepara a congedare Berdini dalla Giunta (Messaggero). Sul Fatto parla l'assessore: "Abbiamo sempre difeso la legalità: continuiamo". Su Libero parla Armani: "Milano vola, Roma sprofonda". 
Lavoro pubblico in prima pagina su Messaggero e Sole, lavoro privato sul Corriere. Per gli statali premi di produttività decisi dal pubblico (Messaggero). Dal Jobs Act più posti e più tutele (Corriere). Anche la giustizia in prima pagina, nell'anniversario di Tangentopoli. Davigo al Corriere: "Troppi corrotti 25 anni dopo, l'Italia sta morendo". Sul Foglio i dannati della gogna, la vera eredità di Tangentopoli.Su Repubblica l'occasione cinese: 5 miliardi per l'Italia. Mattarella a Pechino da Xi Jinping per rilanciare business e diplomazia. Su Libero l'accusa al governo: ha fregato i terremotati, niente aiuti ma tasse.

ITALIA-ECONOMIA
"Italia a rischio se va al voto": sulla Stampa (in apertura e a p.2) anticipazioni del documento sulla crescita che la Ue presenterà oggi, con il pil dell'Italia che dovrebbe essere ritoccato all'insù (0,9-1%) scrive il Corriere (p.10). Timori per l'incertezza politica di Roma. Bruxelles teme che col voto anticipato il governo non vari più la manovra di correzione richiesta. Per questo preme su Padoan per avere misure tangibili subito, senza aspettare aprile: il ministro è su questa lunghezza d'onda, Renzi no, preferirebbe non fare la manovra e fare una campagna elettorale contro la Ue che fa le pulci all'Italia sui conti. Attesa per la direzione del Pd di oggi. Un aiuto ai conti italiani potrebbe arrivare dall'Istat e dalla stessa Commissione, con un ritocco al rialzo del pil, scrive la Stampa (p.2): solo decimali, ma sufficienti per far calare di 4-500 milioni il conto della "manovrina". Sul Messaggero (p.2) nuove previsioni sui contenuti: per evitare l'aumento di benzina e sigarette il governo potrebbe rispolverare il taglio delle partecipate degli enti locali. Gozi, sul Corriere (p.10) smentisce misure sulle accise: "Servono altre soluzioni, le tasse devono diminuire". Poi risponde a Monti, che ieri rimproverava a Renzi di aver usato male la flessibilità concessa dalla Ue: "La flessibilità non è stata un regalo e non è servita a elargire mance elettorali ma per fare riforme strutturali". Quanto alla minaccia di procedura di infrazione "niente drammatizzazioni: non mi sembra che la Francia abbia subito una diminuzione della sua sovranità dopo la procedura". Su Libero (in prima e a p.2) intervista all'ex ministro Martino: "Draghi fa male all'Europa, Padoan all'Italia". E rilancia sulla possibilità di uscire dall'euro: "Difficile ma realizzabile. Ma non credo a un'uscita pilotata. Temo che possa essere determinata da eventi convulsi e questo mi spaventa. Bisognerebbe studiare un'uscita morbida già adesso".

ITALIA-POLITICA
Pd, oggi la resa dei conti (Repubblica in prima e a p.6 e tutti). Renzi continua a puntare al voto anticipato: sabato le dimissioni da segretario dem e congresso lampo (Stampa p.3 e altri). Per la Stampa (p.3) ora l'idea di Renzi è di votare ad ottobre, per dar tempo al Parlamento di fare la legge elettorale e al governo di gestire al meglio il G7. Sul voto tra settembre e ottobre ci sarebbe anche il placet del Colle, nonostante la sovrapposizione con la legge di Bilancio. Per Renzi molto meglio che se ne faccia carico un governo legittimato dal voto popolare. Macaluso frena: "Le elezioni subito sono per il Paese o per la sua leadership? – dice al Messaggero p.6 – Gli italiani apprezzano un governo tranquillo ed efficiente come quello di Gentiloni". Nel partito il dibattito è apertissimo. QN (p.7) parla di minoranza pronta alla scissione, tentata dal Campo Progressista di Pisapia.
In fibrillazione per la leadership anche il centrodestra. A Berlusconi che ieri su Repubblica ribadiva la sua leadership e allontanava il voto anticipato, risponde Salvini con un'intervista al Corriere (p.12): "Lo scelgono gli italiani chi sfida Renzi e chi sfida Grillo. Non è più tempo di dinastie. Il brodo del moderatismo non va bene neanche agli elettori di Forza Italia. E non condivido l'ipotesi di Bossi che dobbiamo essere alleati di Berlusconi a vita". Salvini annuncia primarie con Meloni l'8 e il 9 aprile ma ne ha anche per Grillo: "I problemi di Roma li stanno confondendo, Grillo cambia idea ogni quarto d'ora. Deluso da lui su Europa e euro". Farina su Libero: la lite Salvini-Berlusconi giova soltanto al Pd.

EUROPA
"L'Europa marcia dietro Angela Merkel": su A&F (in apertura e a p.2 e 3) la nuova mappa del potere di Bruxelles. La Germania ha piazzato i suoi rappresentanti o quelli di nazioni ad essa vicine nei gangli fondamentali delle istituzioni comunitarie. Dalla trazione tedesca si è però sfilato Juncker, che ha reso flessibile il patto di stabilità, e la Merkel ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco. Idem con il quantitative easing di Draghi. "Ue con troppe voci: servono decisioni più nette su Brexit e Grecia" dicono ad A&F i ceo di Deutsche Bank, Adidas e Lufthansa. Nelle analisi sostanziale ottimismo per l'economia, preoccupazione per l'incertezza politica specie per il voto in Francia, Cryan (DB): "L'Europa e l'euro reggeranno ma sarà una grossa sfida. Presupposto importante è la crescita: se tutto andrà bene ci sarà tempo di porre mano ai problemi di altri settori".
Sul Corriere (p.15) l'inchiesta dello Spiegel e del Sunday Times su Schulz: avrebbe usato Jet e soldi europei per fare la campagna elettorale per essere eletto alla presidenza della Commissione Europea nel 201 e approfittato di vantaggi per sé e per suoi collaboratori.

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