Commentario del 7.02.2017

IN PRIMA PAGINA
Spread a quota 200 (Sole), torna l'incubo (MF). Draghi avverte Le Pen: "L'euro è irrevocabile" (Repubblica). Libero: dai che l'Europa salta davvero. Il Foglio: Forza Draghi. QN: vola lo spread, addio voto. Lorenzin: "Il voto anticipato è un salto nel buio. Oggi sono altre le priorità del Paese" (Messaggero). Sulla Stampa l'idea di Renzi per andare al voto: dare a Verdini la commissione banche. Molte le interviste. Sul Sole parla il governatore della Banca di Francia: "Trump non agisca sui cambi. Bene l'Italia sulle crisi bancarie". Minenna: "Fiscal compact da cambiare o sarà tracollo" (Avvenire). Sapelli: "Siamo prigionieri nella gabbia dell'euro voluta dalla sinistra" (Giornale). Emiliano: l'Unione non è la causa dei nostri mali. Salvini: rivolta contro le élite, la moneta unica può sparire. Carfagna: l'Europa si salva soltanto con veri leader (Stampa). Intanto il governo prepara la manovra bis (Sole). Libero: canta che ti passa la voglia di sparare. L'Italia va a picco ma stasera comincia il Festival di San Remo. Negli Usa i big del web contro il bando migranti (Messaggero). In Germania sorpresa nei sondaggi: Schulz sorpassa Merkel (Corriere). In Borsa l'aumento di capitale di Unicredit parte in rosso (MF).

ITALIA-ECONOMIA
Torna l'incubo dello spread (MF in apertura e su tutti): differenziale sopra quota 200 per la prima volta da tre anni. Allarme su titoli di Stato e Banche (Stampa p.5). Su Piazza Affari (-2,2%) pesa il calo dei titoli bancari, che hanno in pancia oltre 400 mld di titoli di Stato. Governo cauto: la parola d'ordine è evitare allarmismi, il problema c'è ma è comune ad altri Paesi (Messaggero p.2). Il Tesoro ha "fortificato" le difese ma ora il rischio è di dover spendere già da quest'anno uno o due miliardi in più di interessi sul debito rispetto alle previsioni. "Un incubo uscire dall'Unione. E' comico chi sostiene l'Italexit", dice Calenda a Repubblica (p.2), ricordando i vantaggi su esercito, commercio e migrazioni. "Nell'Europa a due velocità l'Italia è naturalmente nel gruppo di testa", dice il ministro. "Uscire dall'euro vorrebbe dire un gigantesco e istantaneo impoverimento dell'Italia in misura ben superiore a quella di questi sette anni di crisi. Il debito pubblico rischierebbe di diventare insostenibile, con effetti immaginabili su famiglie, banche e imprese. Uno scenario da incubo". "Il 2017 sarà un anno decisivo. Se si riuscirà a cambiare il Fiscal compact allora si potrà avere un rilancio dell'unione altrimenti all'Italia converrà prendere seriamente in considerazione l'uscita dall'euro" dice Marcello Minenna ad Avvenire (p.6). Giulio Sapelli al Giornale: "Siamo prigionieri nella gabbia dell'euro voluta dalla sinistra". "L'euro a due velocità è una stupidaggine. Ma come è stata una follia entrare così è facile fare follie uscendo. L'unica per lasciare l'euro è che ci sia la cooperazione di tutte le Banche centrali e di tutti i governi. Al momento irrealistico". Intanto il governo lavora alla manovra-bis: prima mossa, il decreto di fine febbraio con i ritocchi alle accise su tabacchi e carburanti e su una parte dei tagli di spesa. Possibile la "potatura" su alcuni crediti di imposta. Lotta all'evasione dell'Iva, reverse charge, split payment sono invece rimandate a un secondo tempo (Sole p.5).

ITALIA-POLITICA
Vola lo spread, addio voto (QN in apertura): l'epicentro della nuova crisi è stato in Francia, ma l'Italia resta anello tra i più deboli della catena europea. Calenda a Repubblica (p.2): "Con lo spread che conferma la sensibilità dei mercati alle variabili politiche, prima di ogni altra considerazione viene la sicurezza del Paese. Poi si possono definire proposte e calendario politico". Lorenzin al Messaggero (p.11): "Il voto anticipato è un salto nel buio, altre sono le priorità dei cittadini: terremoto, povertà. L'Italia sia baluardo contro i populismi". "Una volta i governi cadevano per lo spread, ora si consolidano – scrive Verderami sul Corriere – Così Gentiloni è diventato lo scudo dietro cui proteggersi dopo la tempesta che si è abbattuta sull'Europa". Ma Renzi continua a puntare sul voto a giugno. Per Repubblica l'offerta che mette sul tavolo è il premio alla coalizione. Per il Corriere (p.12) Renzi comincia invece a prendere atto di un voto a fine legislatura, nel 2018: in quel caso niente premio di coalizione e congresso anticipato. Sul voto fibrillazioni anche nel centrodestra. Maroni al Corriere (p.13): "Salvini vuole il voto? Parli con Berlusconi, è lui che dà le carte". Su Repubblica (p.7) il fronte italiano contro i populisti che va prendendo forma tra Francheschini e Alfano. Franceschini: "La divisione tra destra e sinistra è superata, ora lo scontro è tra populisti e responsabili, un bipolarismo mondiale ed europeo che durerà anni". Sulla Stampa (p.8 e 9) l'Italia e l'onda populista. Emiliano (Pd): "La Ue non è la causa di tutti i mali ma con banche e finanza ci siamo dimenticati di chi è rimasto indietro".  Salvini: "Chi ha votato Trump o Le Pen non si è fatto condizionare dalla paura, ha fatto una scelta di speranza, di chi vuole che cambino le cose su famiglia, lavoro, tranquillità economica. La stessa cosa sta accadendo in Italia con noi". E a Draghi dice: "Non è vero che l'euro è irreversibile: spiace che sia proprio un italiano complice della Ue che sta massacrando gli italiani e la nostra economia. Al centro devono esserci i cittadini".

EUROPA
"L'euro è irrevocabile" (Repubblica, Stampa e tutti). Muro di Draghi contro l'onda anti-euro (Messaggero, Corriere). In primo piano su tutti il discorso di Draghi all'Europarlamento: "La ragion d'essere del progetto europeo è tenerci uniti nei temi difficili, quando si è tentati di contrapporci ai vicini e cercare soluzioni nazionali". Nessun commento sul progetto di Europa a più velocità, ma una replica a Trump - "Non manipoliamo la moneta" – e una dura critica all'ipotesi di smantellare il Dodd Franck Act. Draghi ha ribadito che la moneta unica è irrevocabile, e ha escluso una uscita di Paesi dall'eurozona. Sulla Stampa (p.2) intervista a Sinai: "Draghi ha ragione sul piano economico ma su quello politico il vento tira verso il populismo. L'unica opzione per tenere unita l'Europa è l'Unione a due velocità". La Mastrobuoni su Stampa (p.3) e Repubblica (p.3) parlano del ritorno del patto tra Draghi e Merkel, una "euroffensiva" per contrastare la deregulation Usa e l'avanzare dei populismi locali. "Draghi è rimasto l'unico in tutta Europa a difendere pubblicamente l'euro" scrive Feltri sul Fatto. Whatever it takes to save Europe. Forza Draghi, l'editoriale di Cerasa sul Foglio. "Dai che l'Europa salta davvero" l'analisi di Senaldi su Libero. Ma bisogna che l'uscita dell'Italia dall'euro sia concordata da tutti. Sul Corriere (p.2) Fubini fa il confronto con la crisi del 2011: stavolta la radice delle tensioni di mercato è politica, non finanziaria. E politica deve essere la risposta. I timori sono sulla Francia, nonostante Le Pen nei sondaggi sia nettamente sconfitta: si teme un'interferenza della Russia a suo favore, Macron è già sotto tiro. E mentre la Russia si immischia negli equilibri europei l'America si sottrae.  "Lo spread a 200 è solo il sintomo del nuovo mondo che ora noi europei dovremo navigare da soli". 

©riproduzione riservata



Nessun commento:

Posta un commento