Commentario del 06.02.2017

IN PRIMA PAGINA
Esteri in primo piano. Elezioni francesi, la sfida della Le Pen: "Io come Trump" (Repubblica). "via da Ue e Nato" (Corriere, Messaggero e altri). Per la Stampa, quello di LePen "è il programma più coerente del nuovo populismo". Fatto: "Le Pen e Trump oggi sposi". Prodi a Repubblica: "Sì a Merkel contro i populismi". Intanto negli Usa, per Trump nuova sconfitta sui migranti. E difende Putin: "Non è un assassino" (Messaggero). Dopo la bocciatura del ricorso sullo stop ai migranti il presidente dice: "Il giudice ci mette in pericolo" (Stampa). Sulla Stampa apertura sulla Libia: parte il dialogo Italia-Russia. Alfano: "Positivo il dialogo con Lavrov". Sondaggio di Repubblica sui migranti: 4 italiani su 10 hanno paura. Nella politica italiana è il caso Roma a tenere banco. Il caso Roma agita la base 5S, ma Di Maio dice "arriveremo al 40%" (Corriere). La sindaca di Roma, Virginia Raggi al Corriere: "Avvio sbagliato, ma ho l'appoggio di Beppe e Davide". Mentre il Messaggero presenta un documento secondo cui, sulla nomina di Marra, la Raggi sapeva. Su tutti i quotidiani il messaggio di Papa Francesco che benedice la finale del Super Bowl: "Pace e solidarietà".

ITALIA-ECONOMIA
Attenti al Pil: con lo 0,1% in più la manovra potrebbe essere scontata di 500 mln. Secondo la Stampa (p.16) l'impegno di 3,4mld chiesto da Bruxelles all'Italia si basa su una crescita stimata dello 0,8%, ma se si raggiungesse lo 0,9% si potrebbe beneficiare di una riduzione di 500 mln. Un aiuto al governo potrebbe arrivare dalla ripresa dell'inflazione, che a gennaio ha toccato l'1%. Intanto si lavora sulla correzione alla manovra chiesta da Bruxelles: si studia una "doppia mossa" contro l'evasione Iva. Allo studio l'estensione del reverse charge e split payment. Secondo le stime del Mef, l'imposta sul valore aggiunto non versata vale 8 mld, ma con le nuove comunicazioni Iva il gettito atteso nel 2017 le stime sul recupero parlano di 2,11 mld (Sole p.3). Ma sulle misure restano i dubbi di Bruxelles, che chiede di mettere in campo alcune azioni per ridurre il divario tra stime e incasso: rafforzamento della cooperazione amministrativa, miglioramento della tax compliance e miglioramento della riscossione.
Sul Sole (in prima e p.2) i conti dell'Eurozona: ripresa a singhiozzo, l'avvio di anno è positivo per l'economia dell'area anche se pesano le incognite sulle scelte di Trump. L'analisi sui risultati dei singoli Stati mostra il passo positivo della Germania (+1,9%), l'avanzata della Spagna (+3,2%) mentre l'Italia resta l'anello debole (+1%), insieme alla Francia. Sul fronte della disoccupazione (12%) e disoccupazione giovanile (40,1%) l'Italia resta tra i peggiori, davanti solo alla Spagna. A pesare sull'economia comunitaria è comunque la domanda interna che resta al palo.

ITALIA-POLITICA
Voto anticipato, arriva l'altolà della Consulta: "le leggi elettorali vanno uniformate" (Repubblica p.10). La sentenza della Corte sull'Italicum si concentrerà sulla necessità di un passaggio parlamentare per uniformare le regole elettorali. "E' impossibile governare con questo sistema elettorale" ribadisce il politologo D'Alimonte a Libero (in prima e p.4). Libero (in prima  e p.5) vede ormai sfumare l'ipotesi del voto anticipato, anche Renzi si è rassegnato: a vincere sono 600 parlamentari (100% dei grillini e 268 del Pd) che raggiungeranno i requisiti per il vitalizio. Per Paolo Mieli, nell'editoriale del Corriere (in prima e p.26) per far durare la legislatura fino al 2018 bisogna, però, darle traguardi credibili e ambiziosi. Tiene banco il caso Roma. "Partenza sbagliata, ma la polizza non è corruzione". In esclusiva sul Corriere (prima e p. 9) l'intervista a Virginia Raggi. La prima cittadina passa al contrattacco e dice: "Non tutto è andato come volevamo, ma ora è iniziata una nuova fase. Lasciare? Un primo cittadino lascia per un avviso di garanzia se intasca una mazzetta o ruba soldi ai cittadini".

EUROPA
Le Pen Shock: "Francia fuori da Ue e Nato" (su tutti). L'economista del Fn, Messiha alla Stampa (p.2): "Puntiamo sul protezionismo intelligente: barriere doganali e dazi in settori strategici e su imprese che vanno all'estero per fare ottimizzazione economica". Secondo i sondaggi si andrà al ballottaggio. Il ministro Alfano alla Stampa (in prima e p.3): "Spero che i francesi scelgano l'Ue". Il politologo Moisi al Corriere (p.3): "Macron è il favorito: può essere la risposta europea all'ascesa dei populismi. Ma Le Pen può sognare il trionfo". Per Valli (Repubblica in prima e p.21) la Le Pen ha visto cadere come birilii i suoi avversari senza muovere un dito. Clima da elezioni anche in Germania. Sfida Merkel-Schulz: non è solo il classico duello Cdu-Spd, ma una partita d'altri tempi tra borghesia e sinistra (Corriere p.3). Intanto Schaeuble all'attacco di Draghi: "Per l'economia tedesca l'euro è troppo debole". Per Repubblica (p.4) l'attacco alla Bce, impopolare in Germania, è una mossa elettorale contro la crescita nei sondaggi di Schulz. Nel frattempo, Merkel punta a un'Ue a doppia velocità. Prodi a Repubblica (in prima e p.3) "Le Pen e Trump sono una minaccia, una dall'interno e l'altra dall'estero, solo l'Europa a doppia velocità può dare finalmente la risposta, ma non deve essere una divisione tra prima e seconda classe". Per l'economista Gros a Repubblica (p.4) "puntare sulla doppia velocità è un modo per smetterla di essere vittime di ritardi, ripicche e impuntature". Ma il ministro Alfano alla Stampa (p.3) spiega: "La nostra Europa è già a più velocità". Gervasoni (Messaggero in prima e p.16) vede nella proposta delle "diverse velocità" l'abbandono delle utopie federaliste degli "Stati Uniti d'Europa". E' l'ultima chance per l'Europa contro la disgregazione. Ma Giannini su Repubblica (in prima e p.21) mette in guardia l'Italia: per stare nel gruppo di testa serve un cambio di passo politico, istituzionale ed economico, che l'Italia non sembra in grado di garantire con una crescita dello 0,8%, un debito al 134% del Pil e una produttività cresciuta del 4% dal 2000. Con questa condizioni l'Italia sta nel gruppo di quelli che arrancano. Servirebbe – scrive Giannini – qualcuno che spiegasse che invece di fare l'Ue a due velocità, bisognerebbe riscrivere i trattati e prevedere che il tetto del deficit va portato a quota zero, per la parte corrente, e lasciato al 3% per finanziare la sola spesa per investimenti.

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