Commentario del 20.02.2017

IN PRIMA PAGINA
E' il giorno degli addii (Stampa): Bersani con D'Alema, via dal Pd (Repubblica). Renzi: "Nessuno andrà con loro" (Stampa). Emiliano: "La porta è ancora aperta, ma Matteo risponda" (Messaggero). Il Giornale: Game Over. A Gentiloni tremano le budella (Libero).
Addii in vista anche a Bruxelles: Juncker pensa di lasciare la guida della Commissione Ue. "Governi troppo timidi sull'Europa". Scontro finale con Berlino. Grecia di nuovo al collasso: salvataggi falliti (Stampa). Malloch, l'uomo di Trump per la Ue, a Libero: "Fate votare la gente su Europa ed euro".
Spazio anche all'economia: sul debito pubblico, più tempo all'Italia per la manovrina (Messaggero). Su CorrierEconomia i big del pharma: il made in Italy è leader e non lo sa. Su A&F viaggio nella trincea dell'Anac tra appalti, nomine e corruzione. Cantone: ora vigilo sul terremoto. Sul Corriere ascesa e declino del notaio: tracollo di iscritti (e di guadagni). Sul Messaggero addio al libretto di circolazione: arriva il documento unico. A Milano bruciano le palme della discordia (Corriere e altri). A Roma "brucia" il vincolo della Soprintendenza alle "macerie" di Tor di Valle (Corriere e Tempo).
Negli Usa fronda repubblicana contro Trump (Messaggero). Su Repubblica il primo mese di Trump, tra muri finti, tweet e petrolio.

ITALIA-ECONOMIA
Debito, la Ue darà più tempo all'Italia (Messaggero p.9): mercoledì uscirà il rapporto tecnico sul debito pubblico della Commissione Ue ma per sapere se Bruxelles aprirà o meno la procedura di infrazione occorrerà aspettare ancora qualche settimana. E' intenzione dei vertici comunitari dare all'Italia tutto il tempo che serve al governo per decidere elementi e temi della manovrina da 3,4 mld. Manovrina che per il Corriere (p.19) potrebbe ridursi a 2,5 mld grazie alla revisione al rialzo del pil. Ipotesi, questa, esclusa dal Giornale (p.6). Sul Corriere (p.19) la carta di Padoan per convincere i falchi del Nord Europa: un compromesso, richiesta della Commisione di procedura per deficit eccessivo e poi azzeramento delle sanzioni da parte dell'Eurogruppo. E' successo così anche a Spagna e Portogallo. Su Libero (in prima e a p.6) intervista a Ted Malloch, possibile ambasciatore di Trump alla Ue: "Tra Usa e Ue non è questione di odio o amore, l'euro non è un male né un bene per gli States. Alla Bbc ho solo detto che ci saranno altre Brexit e che se fossi una banca di investimento punterei contro l'euro. Non sono certo l'unico. C'è instabilità politica nell'eurozona, elezioni dagli esiti imprevedibili". Per Malloch "il collasso dell'euro sarebbe comunque negativo: è sempre preferibile un processo orinato. Se comunque qualche Paese dovrebbe lasciare l'euro è una domanda che tutti i Paesi dovrebbero porsi". E dell'Italia dice: "L'Italia è un'economia competitiva, se lo diventasse di più con gli Usa ci sarebbero buone opportunità. In certe nicchie gli esportatori fanno molto bene e poi c'è Fiat Chrysler che in Usa ha enormi potenzialità". Finiremo nel mirino di Trump per un export da 30 mld? "I rapporti commerciali tra Usa e Italia sono corretti e liberi? – risponde Malloch – Questo è il punto. Magari è arrivato il tempo di un accordo bilaterale".

ITALIA-POLITICA
Crisi Pd, Renzi non apre, Emiliano, Speranza e Rossi chiudono. In serata lo strappo finale, con i tre esponenti della sinistra che accusano Renzi di aver scelto la scissione. Tra oggi e domani il divorzio (Corriere, Stampa e tutti). Renzi canta vittoria, parla di bluff scoperto – "Non li seguirà nessuno" - si dimette da segretario e fissa la road map: congresso e primarie il 7 maggio e voto a settembre (Repubblica e Corriere). Per la Stampa le primarie potrebbero esserci già ad aprile (il 9). Orlando si prepara alla sfida (Repubblica). Da Bersani a D'Alema e gli ex Sel subito i gruppi in Parlamento, sotto il nome di Nuova sinistra (Repubblica). Vengono dati in uscita oltre 60 parlamentari (Corriere). Resta il dilemma Emiliano: "Un segnale e resto. La mia non sarà mai la scissione di D'Alema" (Repubblica). Ma il patto a tre regge, nonostante le voci messe in giro dai renziani su un piano per far fuori Rossi e Speranza e sfidare Renzi da solo (Corriere e tutti). "Matteo ha provato a dividerci ma non sono uno che traffica in tessere – dice alla Stampa – Se do la mia parola è quella". Fassino alla Stampa: "Non è ancora finita. Pensiamo al nostro governo". Ora a tremare è Gentiloni: l'assemblea dei dem lo applaude, lui tiene il profilo basso  – "Meno parlo e meglio è" (Corriere) – ma con Renzi che vuole votare prima della manovra d'autunno trovare un pretesto per staccare la spina non sarà difficile (Libero). Berlusconi: "Sinistra in frantumi, ora abbiamo la vittoria a portata di mano" (Repubblica). Ma deve neutralizzare Salvini: l'ipotesi è candidare Zaia, un nome su cui confluirebbe anche Maroni. Insieme FI, Lega e Fdi sarebbero la prima formazione con il 33%.
"Il Pd si sfascia, era ora" titola Libero in apertura. Per Feltri gli ideali non c'entrano niente: i nemici del premier traslocano in un partitino per avere salve le poltrone. Un'operazione comunque suicida, con il M5S che diventerà la prima forza italiana.

EUROPA
Rivoluzione a Bruxelles, il presidente Ue Juncker pronto a dimettersi: lo scrive Repubblica (in prima e a p.10) rivelando indiscrezioni che danno l'ex premier del Lussemburgo intenzionato a lasciare la presidenza della Commissione europea. Con la Ue ormai in declino, Juncker sarebbe a un bivio: riuscire a imprimere la svolta della ripartenza per guardare al futuro con ambizione oppure rifiutarsi di gestire il declino lasciando la seconda metà del suo mandato al popolare finlandese Katainen. Già due settimane fa, lasciando tutti di stucco, aveva dichiarato alla radio pubblica tedesca che non avrebbe corso per un secondo mandato. Poi la frase sibillina sul timore che Londra, nel negoziato sulla Brexit, spaccasse i governi dell'Unione. L'8 marzo era prevista la pubblicazione da parte della Commissione del suo Libro bianco con il progetto di rilancio dell'Unione, ma già Berlino ha fatto capire che è meglio soprassedere.
In Germania ora la Merkel rischia davvero: nei sondaggi storico sorpasso della Spd (schizzata dal 20 al 33%) sulla Cdu-Csu (ferma al 32%). Non succedeva da 10 anni. E' l'effetto Schulz, scrive il Messaggero. Schaeuble: "Durerà poco" . Sull'ex presidente dell'europarlamento pesa un dossier sulle spese pazze con i soldi Ue (Tempo).
Intanto la Grecia resta ostaggio della crisi: sulla Stampa (p.9) reportage da Atene, fra ospedali al collasso e miseria. Malgrado i due salvataggi Ue il Paese ristagna tra stipendi da fame, carenza di liquidità e disoccupazione. Tsipras: "Paese esausto, basta sacrifici".

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