Commentario del 2.02.2017

IN PRIMA PAGINA
Nel Pd è battaglia sul voto (Corriere, Messaggero). Napolitano abbandona Renzi, Bersani pensa alla scissione (Giornale). Il Fatto: arrenditi Matteo, sei circondato. Sulla Stampa il "barometro" di Piepoli: gli italiani vogliono andare al voto ma con una nuova legge elettorale. Libero: ci manca un ducetto, dopo il voto ci aspetta il caos.
In primo piano anche la manovra. L'Italia alla Ue: correggeremo i conti con tagli e accise (Corriere, Sole). l'Italia non convince la Ue: rischio commissariamento (Repubblica, Stampa). Tajani, sul Corriere, promuove Gentiloni: "Usa i toni giusti per parlare alla Ue".
Spazio anche a economia e fisco. Su Stampa e Italia Oggi le nuove regole sui fallimenti. Su QN e Italia Oggi il decreto terremoto: arrivano sconti fiscali e soldi. Sul Giornale nasce l'Islam di Stato:  patto tra Minniti e le associazioni del tavolo islamico per aprire la strada a un islam "italiano":
In cronaca la storia di Vasto: la moglie morì investita e Fabio diventa giustiziere: sette mesi dopo uccide il giovane che guidava l'auto. Su tutti anche il caso dello sfollato di Arquata arrestato per intralcio al soccorso: "Non lascio la casa crollata" (Messaggero). Su Repubblica Riina jr padrino (di battesimo) in chiesa. Il vescovo: una follia.

ITALIA-ECONOMIA
Tagli alle spese dei ministeri e a tax benefit, più tasse sulla benzina, incremento alla lotta all'evasione. E sul terremoto nessuna marcia indietro: costa un miliardo di spesa addizionale. Così il governo risponde al diktat di Bruxelles (Repubblica p.2 e tutti), evocando "fattori rilevanti" quali sisma e migranti e promettendo una serie di impegni da qui al "Def" di aprile ma senza indicare cifre. Ma la Commissione vuole misure subito: per Repubblica (p.3) siamo a rischio commissariamento. Sulla Stampa (p.3) la delusione di Bruxelles: "Non è quello che ci aspettavamo. Avevamo chiesto dettagli precisi". La "sofferta" lettera italiana percepita come un tentativo di allungare i tempi. Weber (Ppe) alla Stampa (p.3): "Roma deve mantenere la parola data. Poi si può discutere di flessibilità". Torna il refrain dei "compiti a casa". Altro "altolà" dalla Germania su Repubblica (p.3) che intervista Lars Feld, consigliere economico della Merkel: "Nei calcoli della Commissione già compresi i fabbisogni dei terremoti: l'Italia non ha diritto ad altra flessibilità. Bruxelles deve insistere su questo". E nella "dialettica" tra Padoan e Gentiloni promuove Padoan: "è solido e bravo, dobbiamo sperare che si imponga. Le regole europee non vanno erose altrimenti la Germania non cederà più su nulla". Richiamo al rispetto delle regole anche dal neo presidente dell'europarlamento Tajani: "I toni di Gentiloni con la Ue sono migliori ma l'Italia rispetti le regole. I conti vanno risanati: flessibilità e crescita non possono essere una scusa per non farlo". Sul Corriere (p.5) parla anche il ministro Calenda: "Votare a giugno è un rischio: dobbiamo mettere in sicurezza il Paese e le riforme di Renzi. Bisogna stabilizzare il sistema bancario, implementare il piano Minniti sull'immigrazione, impostare la ricostruzione post terremoto, fronteggiare gravi crisi industriali. Un azzardo farlo con un esecutivo dimissionario e con una campagna elettorale in corso".

ITALIA-POLITICA
Battaglia nel Pd sul voto (Corriere). Renzi sotto assedio: tutti i padri nobili del centrosinistra gelano la corsa alle elezioni (Repubblica p.5 e altri). Bersani si dice pronto a creare un nuovo Ulivo, ma Renzi sarebbe pronto a dire sì alle primarie per non perdere l'ex segretario (Corriere p.3 e altri). Anche le correnti chiedono il congresso. Emiliano al Corriere (p.2): "Renzi non è più il nostro leader, così il partito è morto, ma io non sono il candidato di D'Alema". Rosato all'Unità (p.2): "Basta ricatti, occorre rafforzare il Pd e il centrosinistra". Ma per Nichi Vendola a Repubblica (p.6) "ormai il Pd è imploso, nascerà un movimento per la riscossa di sinistra e SI è pronta ad unirsi". Gli italiani vogliono andare al voto ma con un'altra legge elettorale: lo dice un sondaggio Piepoli sulla Stampa (p.7), ma la maggioranza crede che si voterà nel 2018. "Paese a rischio con le urne a giugno, bisogna mettere in sicurezza il Paese e le riforme del governo Renzi: la mia prospettiva è economica, non politica" così al Corriere (in prima e p.5) il ministro Calenda, che spiega: "Voto anticipato è un rischio perchè c'è da stabilizzare il sistema bancario, da implementare il piano sull'immigrazione, ricostruire le aree terremotate: gestire tutto ciò con un governo dimissionario  e in clima di campagna elettorale è azzardato. E poi c'è il G7". Inoltre, prosegue nell'analisi Calenda, le prospettive propongono uno stallo alla spagnola "che consegnerebbe l'Italia all'ingovernabilità, rischiando un'accelerazione dello spread. Io propongo – dice – un percorso che tenga insieme governo e Pd, Renzi ne verrebbe rafforzato e avrebbe dato al Paese una prova di responsabilità". Rischio ingovernabilità citato anche da Berlusconi, che frena sul voto (Giornale p.6). Contro le urne anche Giorgio Napolitano: "Votare ora non è da Paese civile (su tutti). Napolitano attaccato da Salvini e Travaglio, che sul Fatto (in prima e p.20) cita Rino Gaetano: "Nuntereggaepiù". Mattarella stigmatizza gli attacchi al predecessore e chiede un percorso ordinato, ma sulla data del voto lascia fare ai partiti (Stampa p.5).

USA/EUROPA
Schiaffo Ue agli Usa: Bruxelles dice no all'ambasciatore scelto da Trump (Repubblica in prima e a p.12). Si tratta di Ted Malloch, che pochi giorni fa in un'intervista alla Bbc (ripresa da MF) parlò di fine dell'euro prossima. Weber (Ppe): "Un ambasciatore americano che mette in dubbio l'euro e si augura la fine dell'Europa non deve essere accreditato". Idem Pittella (Pse) che parla di Malloch come "persona non gradita". Washington non ha ancora formalizzato la nomina di allochi: il tentativo europeo è di spingerlo a cambiare cavallo. Diversamente la Ue potrebbe davvero rifiutare le credenziali a Malloch.
Su Stampa, Messaggero e altri la mossa della Germania sui migranti: soldi a chi vuole tornare a casa. Il piano di rimpatri prevede un contributo fino a 1200 euro a persona a chi lascia volontariamente il Paese. Destinazione, 45 Stati, tra cui la Libia. Sulle spalle di Berlino oltre la metà delle spese europee per i rifugiati, 37 mld di euro. Seguono, ma molto indietro, Svezia e Italia. E per il 2017 la Merkel prevede di stanziare 21,3 mld. Oggi la cancelliera torna in Turchia ad incontrare Erdogan. 
Intanto Londra accelera sulla Brexit: primo sì alla Camera a favore del progetto di legge per avviare l'uscita del Regno Unito dalla Ue, 498 sì, 114 contrari. Ora il voto dei Lords, passaggio appena più insidioso. L'obiettivo del governo May è iniziare i due anni di trattative con l'Europa il 7 marzo (Messaggero e altri). 

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