Commentario del 8.02.2017

IN PRIMA PAGINA
Padoan: "Allarme spread" (Avvenire), il debito fa paura (QN). Debito e spread agitano la maggioranza (Corriere), e Padoan lavora alla manovra. Contro lo spread in campo anche la Bce: Draghi pronto a prolungare e incrementare l'acquisto di titoli per garantire la liquidità (Messaggero). Intanto Merkel frena sulle due Ue: "No a club esclusivi" (Avvenire). Domani vertice con Draghi. Sul fronte politico nuovo stop di Franceschini e Orlando a Renzi: "Voto a giugno? Il candidato non sarà Renzi" (Messaggero, Corriere). M5S sempre in cronaca per la Raggi, di nuovo indagata. E Di Maio stila una lista di cronisti nemici (Corriere, Messaggero). Si sgonfia Mafia Capitale:  archiviazione per Alemanno e Zingaretti (Messaggero). A Roma la mafia è una fiction (Foglio) In Francia Polizia violenta: Parigi brucia, Hollande si scusa (Avvenire e altri). Le Pen: sto con i poliziotti (Stampa). Ieri il debutto a Sanremo: piace l'omaggio a Tenco di Tiziano Ferro. La serata nel segno di Conti e della De Filippi, con continui richiami alla pubblicità: i cantanti ridotti a comparse (Repubblica). Crozza: io gratis non lavoro (Corriere). Libero parla di anestesia totale.

ITALIA-ECONOMIA
Padoan: il debito fa paura, tagliare subito (QN in apertura e su tutti). Così Padoan in Commissione Finanze, preoccupato per l'aumento degli interessi. Ma sul punto Wiedmann attacca: "Italia, Francia e Spagna hanno usato i soldi risparmiati per gli interessi per la spesa pubblica e non per tagliare il debito" (Avvenire p.7). Padoan replica indirettamente assicurando una discesa del debito dal 132,5 di oggi al 123,5 nel 2020. Confermata anche la ripartenza delle privatizzazioni. E per correggere i conti, chiede alla Ue l'autorizzazione ad estendere lo split payment e quantifica in un miliardo e mezzo gli introiti dall'aumento delle accise su benzina e tabacchi, un miliardo dalla lotta all'evasione e 900 milioni dal taglio della spesa pubblica e dei crediti d'imposta settoriali. Ma Renzi avverte: "Solo scelte espansive per avere la fiducia" (Corriere p.9). "Sarà il Pd a decidere la manovra perché è il partito di maggioranza. E l'Italia che noi immaginiamo non può che continuare ad abbassare le tasse".
Dall'Istat segnali positivi per l'economia: nei prossimi mesi migliora l'attività economia, ripresa stabile; si rafforza il manifatturiero, migliora il potere d'acquisto delle famiglie e si incrementano gli investimenti. Segnali contrastanti sulla fiducia: diminuisce quella dei consumatori, migliora quella delle imprese. Ora l'attesa è per il dato sul pil (14 febbraio): se le previsioni positive fossero confermate per la manovra bis potrebbero servire meno dei 3,4 mld previsti finora (Sole). Galimberti sul Sole sottolinea "l'ottimismo" dell'Istat e spera in una scossa e in una riscossa dell'europeismo contro il populismo, a cominciare dal vertice di Roma di marzo. 

ITALIA-POLITICA
Franceschini e Orlando mettono Renzi all'angolo a pochi giorni dalla direzione Pd: se anche si andasse al voto a giugno, non è detto che il candidato dem sarebbe Renzi (Corriere).  Anche Martina e Cuperlo pronti a fare fronte comune con Franceschini e Orlando per imporre al segretario di condividere la linea del partito, altrimenti sarebbe pronto il nome di Orlando come alternativa alla guida del Pd e Franceschini per la corsa a Palazzo Chigi (Messaggero). Renzi ha proposto ai big un patto: sì al premio di coalizione  in cambio di elezioni a giugno (su tutti). Il segretario ritiene che "non abbia senso andare avanti con questa legislatura" e chiede aiuto ad Alfano per tornare alle elezioni (Repubblica). "Ma – avverte – se mi costringeranno al 2018, faremo i conti al congresso quanto prima". In primo piano sui quotidiani la nuova indagine sulla Raggi per la nomina di Romeo. Nuova accusa per abuso d'ufficio per la promozione del funzionario - che le aveva intestato le polizze - a capo della Segreteria (Messaggero in prima e p.7 e tutti). Sulla Stampa lo sfogo dell'assessore Berdini: "Su certe scelte la sindaca sembra inadeguata. Se si fidasse delle persone giuste. Invece si è messa in mezzo a una corte dei miracoli, s'è messa vicino una banda invece che il meglio del meglio". Intanto è un caso la lettera inviata da Di Maio all'Ordine dei giornalisti, che i quotidiani definiscono la "lista dei cronisti sgraditi". Il vicepresidente della Camera accusa molti giornalisti, di cui fa nome e cognome, di aver "usato la vicenda di una polizza a vita intestata a Romeo per infangare e colpire brutalmente la Raggi e il M5S". Dal Pd attaccano parlando di "inquisizione" e "lista di proscrizione". Si sgonfia Mafia Capitale: archiviazione per Alemanno e Zingaretti (Messaggero). Feltri sulla Stampa parla di Mafietta capitale: Alemanno non era un buon sindaco ma non era neanche mafioso. Purtroppo per la Bindi, per Di Battista e altri la "Piovra" che stritolava Roma è un moscardino. Per il Foglio le archiviazioni di ieri sono la spia di un'inchiesta che crolla. E dopo i flop romani urge un processo non solo alla giustizia ma anche all'informazione.

EUROPA
Bce pronta ad aumentare il programma di acquisto titoli sia nella durata che nelle dimensioni (Messaggero in apertura e a p.4): è la risposta all'onda d'urto anti euro che arriva dalla Francia lepenista. E se non dovesse bastare la Bce potrebbe attivare lo scudo anti-spread, attraverso il ricorso all'Esm. Possibile anche l'intervento sul mercato secondario per ridurre la pressione sui rendimenti. Domani faccia a faccia straordinario Draghi-Merkel: al centro del vertice l'ipotesi di un'uscita della Francia dall'Unione.
Merkel, in Polonia, rallenta sull'Unione a due velocità: "No a club esclusivi" (Avvenire p.6). "E' importante che a ogni stato membro sia lasciata aperta la possibilità di collaborare in un nuovo campo". La Cancelliera promette cautela sulle modifiche ai Trattati. Il governatore della Banca di Francia Villeroy agli studenti: "L'euro non è roba da tecnocrati. E' una moneta solida che ha portato benefici anche se da sola non basta. I ritardi di Francia e Italia nella crescita sono dovuti all'insufficienza di riforme". Pittella attacca: "Unione a due velocità? Non ci sto, temo i tedeschi – dice a QN p.5 – I virtuosi Paesi del Nord vogliono imporsi sui peccatori del Sud. Sarebbe una minaccia di una gravità pari a quella dei movimenti populisti e sovranisti".
Ad Atene torna lo spettro Grexit (QN p2 e altri) bufera sui titoli di Stato, con il rendimento del titolo a due anni che schizza a quasi il 10%. Stallo nelle trattative tra governo e Troika, che vede anche i creditori divisi.

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