Commentario del 21.02.2017

IN PRIMA PAGINA
Pd, i dubbi di Emiliano incrinano il fronte degli avversari di Renzi (Corriere, Stampa). Quirinale, Europa e banche  contro la scissione (Fatto). Prodi a Repubblica: "Questo è un suicidio". Letta: "La responsabilità è di Renzi" (Corriere). Bindi alla Stampa: "Matteo lavori per ricucire". Martina al Messaggero: "Gli strappi non fanno alleanze, governo più debole". Tra Gentiloni e Renzi patto contro i ribelli: "Niente concessioni" (Messaggero). Per il Giornale Renzi precipita al 22% e Gentiloni resta appeso a Bersani e D'Alema. Orlando pronto a candidarsi per la segreteria (QN).
Bruxelles in allerta per la fase politica. Padoan: "Manterremo gli impegni" (Messaggero). Dalla Ue critiche sul debito ma più tempo per le misure (Sole).
Nelle città è guerra dei taxi, oggi la marcia su Roma (Messaggero e tutti). Il Messaggero: un servizio sospeso per 6 giorni e nessuno interviene.
A Roma è guerra per lo stadio. Grillo alla Raggi: vai avanti, chi dice no è fuori (Messaggero). Sul Fatto Caltagirone, Parnasi e tutti gli altri: la guerra del cemento intorno alla Raggi.
In Europa Juncker in bilico: "Deve continuare" (Repubblica). Da Marine Le Pen blitz a Beirut: "Difendo la fede dei cristiani".
Su Libero il caso dei 20 mila italiani in Albania: ora l'Eldorado è lì. Su QN l'allarme di Boschi sulle scorie nucleari: "Siti di stoccaggio pericolosi, mai realizzato il deposito unico".
Su tutti le dimissioni del direttore dell'Unar per i soldi pubblici ai sexy club gay. Il Giornale: Palazzo Chigi finanzia la rete dei bordelli gay.

ITALIA-ECONOMIA
Padoan rassicura la Ue: la manovra non cambia (Messaggero p.10). "Faremo un intervento strutturale da 3,4 mld", dice il ministro alla vigilia del rapporto sul debito. Da Bruxelles arriva la rassicurazione che anche se risulterà eccessivo per ora la procedura di infrazione non sarà avviata (Sole p.4). Ma la Ue cerca rassicurazioni anche sugli scenari politici innescati dalla scissione del Pd. Padoan: "Bisogna chiederlo ai parlamentari dem". Sul Sole (p.5) l'agenda economica che divide i dem, dalle tasse, al Jobs Act alle privatizzazioni. Intanto ricominciano le ipotesi sulla manovrina: per il Messaggero (p.10) la benzina sarà fuori dalla correzione dei conti. Eventuali incrementi di accise ci saranno solo su tabacco e alcol. Il governo punta su contrasto all'evasione fiscale e risparmi di spesa. Il Sole (p.4) parla di tagli alla spesa (sfruttando la Consip) e interventi sui giochi, con un aumento della base d'asta per il rinnovo della concessione del Superenalotto e un "ritocco" al Preu su videolotterie e slot senza, in quest'ultimo caso, tasse mirate sulle sale. Prevista anche un taglio ai crediti di imposta considerati non più efficaci e una nuova tranche di misure anti evasione Iva. Possibile la potatura soft di un gruppo di tax espenditures e l'aumento delle sole accise su tabacchi e alcolici, senza toccare la benzina. Oggi riparte il "cantiere-pensioni": governo e sindacati faccia a faccia per scioglier gli ultimi nodi dei provvedimenti attuativi dell'Ape e sul pacchetto per il 2018 (Sole p.4). Sul Corriere (p.10) il lavoro che invecchia e rischia di mandare in letargo l'economia italiana: ora l'età media dei lavoratori è 44 anni, gli under 35 sono crollati dal 41% al 22% degli occupati, mentre il tasso di occupazione dei giovani fino a 24 anni è appena del 17%. Il numero dei lavoratori attivi tra i 55 e i 64 anni è raddoppiato da due a 4 milioni, col Fmi che stima che nel 2020 un quinto degli occupati sarà anziano. Italia e Grecia più esposte alla perdita di produttività proprio perché gli occupati invecchiano.

ITALIA-POLITICA
La scissione del Pd in primo piano su tutti i giornali, con i dubbi di Emiliano che incrinano il fronte degli avversari di Renzi (Corriere, Stampa). La direzione Pd di oggi pura formalità, bersaniani già pronti a formare gruppi autonomi in Parlamento. Resta l'enigma Emiliano, che tratta ancora (Repubblica p.2), mentre Orlando già raduna la sinistra che resta per sfidare Renzi e Emiliano (Repubblica p.6). Nel "nuovo" Pd la minoranza sarà quella di Orlando, Cuperlo e Damiano, col sondaggio di Porta a Porta che dà il Pd al 22% e la sinistra dem tra l'8 e il 10%. Ma i sondaggisti sono divisi sull'effetto scissione: Piepoli dà gli scissionisti tra il 5 e il 7%, Noto tra l'8 e il12%, nella gente prevale il senso di smarrimento (Stampa p.2). Quirinale, Europa e banche  contro la scissione (Fatto p.2): l'establishment politico ed economico teme lo choc sistemico innescato dal Pd. "Crolla tutto e vincono Grillo e Salvini". Prodi a Repubblica (p.3): "Questo è un suicidio, non posso rassegnarmi. Ho fatto decine di telefonate.La crisi di sistema si combatte, non si accetta". Letta su facebook attacca Renzi: "Ha le colpe maggiori, ricostruire da queste macerie è quasi impossibile. Ma così apriamo un'autostrada per 5 Stelle e destra" (Corriere p.5). Bindi alla Stampa (p.5): "Matteo lavori per ricucire". Martina al Messaggero: "Gli strappi non fanno alleanze, governo più debole". D'Alema pronto a puntellare Gentiloni senza chiedere nulla in cambio: più dura il governo, più si logora Renzi (Stampa p.3). Per il Corriere (p.2) invece, Gentiloni vede la scissione come un atto ostile al governo, anche se continua a tacere e a considerare un errore la fretta di Renzi per il voto. Mattarella preoccupato: sa che il governo potrebbe cadere in qualsiasi momento e teme per la stabilità (Messaggero p.3). Tra Gentiloni e Renzi patto contro i ribelli: "Nessun cedimento ai ribelli sulle misure, a partire dai voucher" (Messaggero p.3). Le divisioni dem favoriscono il M5S, unica forza non lacerata, scrive Franco sul Corriere (p.6). Il centrodestra, invece, è una gabbia di matti scrive Feltri su Libero (in prima e a p.5): invece di approfittare della crisi del Pd e rilanciare una coalizione tra FI, Lega e Fdi si litiga su euro e Europa e sulle ambizioni personali. Salvini: "Se si votasse domani FI non sarebbe la nostra alleata" (Libero p.5).

EUROPA
Juncker in bilico, la Commissione smentisce la notizia ieri su Repubblica di dimissioni imminenti, ma per Repubblica (p.10) il presidente non ha ancora preso una decisione definitiva. Ieri Juncker ha incassato il sostegno di diversi governi ma gli unici a esporsi pubblicamente in suo favore sono stati Tajani e Pittella. Fa discutere il libro bianco in preparazione dalla Commissione: il vice presidente Katainen pronto a rilanciare sul rigore e sull'Europa a due velocità.
Ieri prima visita del vice presidente Usa Pence a Bruxelles, dove ha incontrato il presidente del Consiglio europeo Tusk. Obiettivo, rassicurare le opinioni pubbliche europee: "La Ue partner irrinunciabile" (Sole p.7)
Sulla Stampa (p.10 e 11) le sfide (elettorali) che attendono l'Europa: Marine Le Pen va in Libano e si propone come la paladina dei cristiani d'Oriente. Schulz sposta la Spd a sinistra: con sussidi e occupazione vuole correggere le riforme di Schroeder. Intanto Oxford cerca spazi a Parigi per aprire un Campus universitario, per continuare a ricevere fondi europei anche dopo la Brexit.

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