Commentario del 4.02.2017

IN PRIMA PAGINA
"Resto, Grillo si fida" (Corriere). Raggi vacilla, Grillo la blinda (Messaggero). "Ma ora fai qualcosa" (Repubblica). In primo piano su tutti ancora il caso Roma: per i pm nessun reato sulle polizze. Ma la base insorge: "Ma dove l'avete presa?". Intanto Pd e M5S scendono ai minimi, salgono le destre, il 70% è contro il voto (Repubblica). Calo record di fiducia per Renzi, Gentiloni lo batte, seguito dalla Meloni. Il Corriere sonda la sinistra: la "cosa" di D'Alema può superare l'8%, ma il Pd è con Renzi. Boldrini: "Elezioni? Prima approvare molti atti in attesa" (Corriere). Guerini: "Sì all'intesa, no a perdere tempo" (Unità). Da La Valletta Merkel evoca un'Europa a più velocità (Corriere, Repubblica): così uccide l'euro (Giornale). Formalizzato il patto con la Libia per fermare i migranti. Gauck alla Stampa: "Dobbiamo regolare i flussi migratori". Il Giornale: servirebbe un Gheddafi. Intanto su migranti e deficit l'Italia incassa l'appoggio della Ue (Messaggero). Dombrovskis: "Bene gli impegni di Padoan, ora i dettagli delle misure" (Sole). Negli Usa Trump annuncia sanzioni per l'Iran, revisioni su Cuba e premia la finanza (Sole, Avvenire): meno regole a Wall Street (Corriere).  In Finlandia prove di reddito di cittadinanza: 560 euro per cercare lavoro (Stampa). In cronaca ancora il caso di Vasto: in rete il tifo dopo il delitto: "Sei un eroe" (Corriere).

ITALIA-ECONOMIA
Bruxelles più soft sulla manovra: niente procedura di infrazione (Messaggero p.8). Dombrovskis: bene gli impegni di Padoan (Sole p.5). Ma serve "un chiaro impegno dell'Italia che dimostri la sua serietà nel ridurre il debito pubblico: sarebbe un segnale forte ai mercati e darebbe nuova fiducia nell'economia italiana". Ora è caccia ai 3,4 mld di "correzione" dei conti che Padoan ha promesso a Bruxelles. Per Repubblica (p.8) 1,5 miliardi arriveranno dall'aumento delle tasse: occhi puntati su benzina, sigarette, alcolici, birra, imposte ipotecarie e catastali. Nella lista ci sarebbero anche i giochi ma il sottosegretario Baretta esclude un ritocco delle imposte su lotto e similari. Dai tagli alla spesa ai ministeri sono attesi 8/900 milioni. Tra tabacchi e carburanti, stima la Stampa, la manovrino costerà 50-60 euro agli italiani. Dalla lotta all'evasione arriverà 1 miliardo. Ma sul contrasto all'evasione all'Iva, e in particolare sull'estensione del riverse charge alla grande distribuzione, il settore insorge: "Difficile trovare il nesso con la lotta all'evasione – dice Cobolli Gigli (Federdistribuzione) al Giornale (p.8) – per il settore sarebbe un salasso". Contro il rincaro delle accise protesta Spinaci (Unione Petrolifera): "Non è una novità e insiste nel penalizzare il settore e i consumatori" (Stampa p.5).
Su tutti i giornali la ripresa dell'inflazione: le gelate di gennaio spingono i prezzi (Sole p.9). Inflazione in crescita per il secondo mese consecutivo (+0,2% su dicembre, +0,9% sull'anno), spinta dal balzo di frutta e ortaggi freschi e dei carburanti. "Deflazione scongiurata, ora serve più slancio" l'analisi del Sole. Intanto cambiano le abitudini degli italiani e nel paniere Istat finiscono anche i cibi vegani centrifughe di frutta, birre artigianali e smartwatch. Critici i consumatori: "Vengono inseriti prodotti tecnologici molto costosi e poco diffusi contribuendo a far scendere l'indice di inflazione".

ITALIA-POLITICA
Grillo arretra, Pd sotto quota 30%, e 7 su 10 contrari al voto lampo: su Repubblica (in apertura e a p.2) l'Atlante politico di Diamanti, che registra un calo record di fiducia per Renzi (36), con Gentiloni in testa (al 47%) seguito dalla Meloni (38%). Sul voto ai partiti, Pd in calo al 29,5%, M5S in calo al 26,6%, Lega al 13,4, FI al 13,2%, Fratelli d'Italia in salita al 5,2%, Sinistra al 5,4%, Centro al 3,5%. Col governo Gentiloni il 43% degli italiani; ma per il 53% terminerà prima della legislatura. Pessimismo anche sul Pd: per 6 su 10 scissione sicura. Sul ritorno al voto il 70% convinto che prima di votare serva una legge elettorale omogenea tra Camera e Senato. A sorpresa, nella base M5S quasi la metà farebbe patti coi democratici; il 37% dei grillini attratto dalla destra.
Sul Corriere gli scenari di Pagnoncelli danno la "cosa" di D'Alema all'8%. Ma Renzi dentro il Pd non si batte: alle primarie avrebbe il 59%, Emiliano fermo al 10%.
"Non faremo salti nel buio ma serve un governo eletto" dice il ministro Delrio a Repubblica (p.7), in netto dissenso con Napolitano e in chiara polemica con Calenda. "Le opposizioni chiedono il voto e noi che siamo un grande partito popolare non possiamo avere paura del voto. Abbiamo sfide decisive davanti, è vero, ma serve la legittimazione dei cittadini per affrontarle. Può un governo in scadenza varare la Finanziaria che ci attende in autunno?". Delrio auspica che la scissione nel Pd sia evitata e apre a primarie di coalizione. E nella coalizione vede dentro anche Pisapia e Alfano. Quanto alla premiership "da statuto il segretario è il candidato premier. Si faranno le primarie. Per me ha le capacità e il diritto di proporsi".
Di diverso parere la presidente della Camera Boldrini, che al Corriere dice: "Bisogna dare precedenza alla responsabilità e alla generosità, capire ciò che è utile al Paese e anteporre questo alle ambizioni personali. Il governo dura finché ha una maggioranza in Parlamento. E oltre al sistema elettorale ci sono anche altre priorità non meno urgenti".
Sull'Unità parla Guerini: "La legislatura si è esaurita il 4 dicembre. Le coalizioni non saranno come nel passato delle ammucchiate. Niente rinvii sulla legge elettorale e si vada al voto".
Ma l'ipotesi del voto a giugno perde slancio. Cresce il fronte anti-voto. Forza Italia e sinistra aprono alla nuova legge elettorale, con premio alla coalizione anziché alla lista (Repubblica). Berlusconi loda Calenda e Franceschini: sono bravi ministri, sarebbero validi premier (Corriere). Intanto però le Camere sono paralizzate e le riforme restano al palo (Repubblica).

EUROPA
Unione Europea, la Merkel rompe il tabù: "Subito un'Europa a due velocità" (Corriere, Repubblica e tutti). Sulla scia di un documento dei premier di Belgio, Olanda e Lussemburgo che parlavano di "diverse forme di integrazione" tra Paesi diversi, la Merkel va oltre: "La storia recente ci ha dimostrato che ci sarà un'Unione europea a diverse velocità, che tutti i Paesi non parteciperanno ogni volta a tutte le tappe dell'integrazione". Il Sole: torna l'idea di un'Europa a cerchi concentrici. La proposta è stata discussa al vertice della Valletta ma non sono state prese decisioni: tutto rimandato al vertice di Roma, dove si pensa a un piano per i prossimi 10 anni "La Merkel uccide l'euro", il titolo d'apertura del Giornale (p.11), che riporta anche l'avvertimento di Unicredit tra le righe del prospetto sull'aumento di capitale in corso: "C'è il rischio di uscire dall'euro". "Italia salva se resta in A", l'analisi di Giuseppe Turani su QN. "Il disegno della Merkel teoricamente è intelligente e elegante, e forse anche l'unico percorribile. Ma c'è pericolo che suoni come un "liberi tutti". Sul Giornale (p.10) l'osservatorio di Mannheimer: per il 64% degli italiani per l'Italia è stato un errore entrare nell'euro, ma il 53% opta per restare nella moneta unica, perché garantisce stabilità. Altro tema in primo piano, l'intesa Ue con la Libia per fermare gli arrivi di migranti: nella "Dichiarazione di Malta" libera al piano Italia-Libia e sostegno al governo Serraj (Repubblica p.10). Duecento milioni di fondi per l'Africa. Ma non mancano dubbi e contrari. "Fatto l'accordo con Tripoli,  ma manca un Gheddafi" scrive il Giornale: il premier-travicello Serraj non sembra in grado di garantire l'attuazione dell'intesa. Analisi analoga la firma Caracciolo su Repubblica (in prima e a p.23): che senso ha firmare un accordo internazionale con un Paese che non esiste?

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