IN PRIMA PAGINA
"Resto, Grillo si fida" (Corriere). Raggi vacilla, Grillo la blinda (Messaggero). "Ma ora fai qualcosa" (Repubblica). In primo piano su tutti ancora il caso Roma: per i pm nessun reato sulle polizze. Ma la base insorge: "Ma dove l'avete presa?". Intanto Pd e M5S scendono ai minimi, salgono le destre, il 70% è contro il voto (Repubblica). Calo record di fiducia per Renzi, Gentiloni lo batte, seguito dalla Meloni. Il Corriere sonda la sinistra: la "cosa" di D'Alema può superare l'8%, ma il Pd è con Renzi. Boldrini: "Elezioni? Prima approvare molti atti in attesa" (Corriere). Guerini: "Sì all'intesa, no a perdere tempo" (Unità). Da La Valletta Merkel evoca un'Europa a più velocità (Corriere, Repubblica): così uccide l'euro (Giornale). Formalizzato il patto con la Libia per fermare i migranti. Gauck alla Stampa: "Dobbiamo regolare i flussi migratori". Il Giornale: servirebbe un Gheddafi. Intanto su migranti e deficit l'Italia incassa l'appoggio della Ue (Messaggero). Dombrovskis: "Bene gli impegni di Padoan, ora i dettagli delle misure" (Sole). Negli Usa Trump annuncia sanzioni per l'Iran, revisioni su Cuba e premia la finanza (Sole, Avvenire): meno regole a Wall Street (Corriere). In Finlandia prove di reddito di cittadinanza: 560 euro per cercare lavoro (Stampa). In cronaca ancora il caso di Vasto: in rete il tifo dopo il delitto: "Sei un eroe" (Corriere).
ITALIA-ECONOMIA
Bruxelles più soft sulla manovra: niente procedura di infrazione (Messaggero p.8). Dombrovskis: bene gli impegni di Padoan (Sole p.5). Ma serve "un chiaro impegno dell'Italia che dimostri la sua serietà nel ridurre il debito pubblico: sarebbe un segnale forte ai mercati e darebbe nuova fiducia nell'economia italiana". Ora è caccia ai 3,4 mld di "correzione" dei conti che Padoan ha promesso a Bruxelles. Per Repubblica (p.8) 1,5 miliardi arriveranno dall'aumento delle tasse: occhi puntati su benzina, sigarette, alcolici, birra, imposte ipotecarie e catastali. Nella lista ci sarebbero anche i giochi ma il sottosegretario Baretta esclude un ritocco delle imposte su lotto e similari. Dai tagli alla spesa ai ministeri sono attesi 8/900 milioni. Tra tabacchi e carburanti, stima la Stampa, la manovrino costerà 50-60 euro agli italiani. Dalla lotta all'evasione arriverà 1 miliardo. Ma sul contrasto all'evasione all'Iva, e in particolare sull'estensione del riverse charge alla grande distribuzione, il settore insorge: "Difficile trovare il nesso con la lotta all'evasione – dice Cobolli Gigli (Federdistribuzione) al Giornale (p.8) – per il settore sarebbe un salasso". Contro il rincaro delle accise protesta Spinaci (Unione Petrolifera): "Non è una novità e insiste nel penalizzare il settore e i consumatori" (Stampa p.5).
Su tutti i giornali la ripresa dell'inflazione: le gelate di gennaio spingono i prezzi (Sole p.9). Inflazione in crescita per il secondo mese consecutivo (+0,2% su dicembre, +0,9% sull'anno), spinta dal balzo di frutta e ortaggi freschi e dei carburanti. "Deflazione scongiurata, ora serve più slancio" l'analisi del Sole. Intanto cambiano le abitudini degli italiani e nel paniere Istat finiscono anche i cibi vegani centrifughe di frutta, birre artigianali e smartwatch. Critici i consumatori: "Vengono inseriti prodotti tecnologici molto costosi e poco diffusi contribuendo a far scendere l'indice di inflazione".
ITALIA-POLITICA
Grillo arretra, Pd sotto quota 30%, e 7 su 10 contrari al voto lampo: su Repubblica (in apertura e a p.2) l'Atlante politico di Diamanti, che registra un calo record di fiducia per Renzi (36), con Gentiloni in testa (al 47%) seguito dalla Meloni (38%). Sul voto ai partiti, Pd in calo al 29,5%, M5S in calo al 26,6%, Lega al 13,4, FI al 13,2%, Fratelli d'Italia in salita al 5,2%, Sinistra al 5,4%, Centro al 3,5%. Col governo Gentiloni il 43% degli italiani; ma per il 53% terminerà prima della legislatura. Pessimismo anche sul Pd: per 6 su 10 scissione sicura. Sul ritorno al voto il 70% convinto che prima di votare serva una legge elettorale omogenea tra Camera e Senato. A sorpresa, nella base M5S quasi la metà farebbe patti coi democratici; il 37% dei grillini attratto dalla destra.
Sul Corriere gli scenari di Pagnoncelli danno la "cosa" di D'Alema all'8%. Ma Renzi dentro il Pd non si batte: alle primarie avrebbe il 59%, Emiliano fermo al 10%.
"Non faremo salti nel buio ma serve un governo eletto" dice il ministro Delrio a Repubblica (p.7), in netto dissenso con Napolitano e in chiara polemica con Calenda. "Le opposizioni chiedono il voto e noi che siamo un grande partito popolare non possiamo avere paura del voto. Abbiamo sfide decisive davanti, è vero, ma serve la legittimazione dei cittadini per affrontarle. Può un governo in scadenza varare la Finanziaria che ci attende in autunno?". Delrio auspica che la scissione nel Pd sia evitata e apre a primarie di coalizione. E nella coalizione vede dentro anche Pisapia e Alfano. Quanto alla premiership "da statuto il segretario è il candidato premier. Si faranno le primarie. Per me ha le capacità e il diritto di proporsi".
Di diverso parere la presidente della Camera Boldrini, che al Corriere dice: "Bisogna dare precedenza alla responsabilità e alla generosità, capire ciò che è utile al Paese e anteporre questo alle ambizioni personali. Il governo dura finché ha una maggioranza in Parlamento. E oltre al sistema elettorale ci sono anche altre priorità non meno urgenti".
Sull'Unità parla Guerini: "La legislatura si è esaurita il 4 dicembre. Le coalizioni non saranno come nel passato delle ammucchiate. Niente rinvii sulla legge elettorale e si vada al voto".
Ma l'ipotesi del voto a giugno perde slancio. Cresce il fronte anti-voto. Forza Italia e sinistra aprono alla nuova legge elettorale, con premio alla coalizione anziché alla lista (Repubblica). Berlusconi loda Calenda e Franceschini: sono bravi ministri, sarebbero validi premier (Corriere). Intanto però le Camere sono paralizzate e le riforme restano al palo (Repubblica).
EUROPA
Unione Europea, la Merkel rompe il tabù: "Subito un'Europa a due velocità" (Corriere, Repubblica e tutti). Sulla scia di un documento dei premier di Belgio, Olanda e Lussemburgo che parlavano di "diverse forme di integrazione" tra Paesi diversi, la Merkel va oltre: "La storia recente ci ha dimostrato che ci sarà un'Unione europea a diverse velocità, che tutti i Paesi non parteciperanno ogni volta a tutte le tappe dell'integrazione". Il Sole: torna l'idea di un'Europa a cerchi concentrici. La proposta è stata discussa al vertice della Valletta ma non sono state prese decisioni: tutto rimandato al vertice di Roma, dove si pensa a un piano per i prossimi 10 anni "La Merkel uccide l'euro", il titolo d'apertura del Giornale (p.11), che riporta anche l'avvertimento di Unicredit tra le righe del prospetto sull'aumento di capitale in corso: "C'è il rischio di uscire dall'euro". "Italia salva se resta in A", l'analisi di Giuseppe Turani su QN. "Il disegno della Merkel teoricamente è intelligente e elegante, e forse anche l'unico percorribile. Ma c'è pericolo che suoni come un "liberi tutti". Sul Giornale (p.10) l'osservatorio di Mannheimer: per il 64% degli italiani per l'Italia è stato un errore entrare nell'euro, ma il 53% opta per restare nella moneta unica, perché garantisce stabilità. Altro tema in primo piano, l'intesa Ue con la Libia per fermare gli arrivi di migranti: nella "Dichiarazione di Malta" libera al piano Italia-Libia e sostegno al governo Serraj (Repubblica p.10). Duecento milioni di fondi per l'Africa. Ma non mancano dubbi e contrari. "Fatto l'accordo con Tripoli, ma manca un Gheddafi" scrive il Giornale: il premier-travicello Serraj non sembra in grado di garantire l'attuazione dell'intesa. Analisi analoga la firma Caracciolo su Repubblica (in prima e a p.23): che senso ha firmare un accordo internazionale con un Paese che non esiste?
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Commentario del 4.02.2017
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