Commentario del 22.02.2017

IN PRIMA PAGINA
In primo piano su tutti la guerra dei taxi (QN). Con bombe carta e tirapugni i tassisti assediano Montecitorio. Roma in ostaggio (Messaggero). Raggi in strada: "Sono con voi". Grillo cavalca la tigre populista (Repubblica). Italia senza governo (Fatto, Libero). Dopo gli scontri l'accordo con Delrio: nuove norme in un mese (Corriere). Il Sole: sulla concorrenza Italia ferma.
Spazio anche alla politica, con la scissione "dimezzata" del Pd: Emiliano resta e si candida, Bersani all'addio, Renzi parte per gli Usa: "Vado ad imparare" (Repubblica, Messaggero). Silenzio sospetto di Gentiloni (Libero). Sulla Stampa le tre condizioni del Pd per il governo. Boccia (Confindustria): "Resta l'emergenza, la politica non parli solo di elezioni" (Sole).
Sul fronte europeo fiducia ai massimi dal 2011: in aumento ordini e assunzioni (Sole). Ma sulla ripresa pesa il rischio politico: i fantasmi di Parigi e Atene sull'Europa (Repubblica).
Negli Usa nuova stretta sugli immigrati (Corriere). Sul Giornale il vero volto di Trump: belle donne, golf e milioni.
Su tutti la crisi dell'Alitalia: pressing di banche e governo per il nuovo piano industriale (Sole).  Sul Fatto i due indiani che si giocano l'Ilva a dadi. Sul Corriere la beffa per i terremotati: non ci sono ancora le casette e tra un po' gli hotel riaprono ai turisti.

ITALIA-ECONOMIA
Juncker salva l'Italia dai "falchi": debito bocciato ma multa rinviata (Repubblica p.13). Manovra ad aprile o bocciatura (Messaggero p.11) Senza manovra da 3,4 mld arriva oggi la bocciatura dei conti pubblici italiani da parte della Commissione Europea, preoccupata per il rallentamento delle riforme dovuto all'incertezza politica. Ma per Repubblica grazie a Juncker non verrà subito aperta una procedura sui conti: viste le difficoltà del governo Gentiloni, Bruxelles darà tempo a Roma fino ad aprile per aggiustare i conti. Padoan: "La correzione dei conti si farà e toglierà ogni dubbio sulla nostra coerenza". E sullo spread: "Non ci sono dubbi nei mercati sulla sostenibilità del debito italiano". Ribadito anche l'impegno sulle privatizzazioni. Ma non tutti hanno condiviso la linea morbida di Juncker verso l'Italia. Il Messaggero (p.11) anticipa: sul debito e l'effetto delle riforme in arrivo un giudizio molto severo. Il Sole (p.8) mette in guardia dal mancato rispetto della "regola del debito": una perdita di reputazione sui mercati finanziari che non possiamo permetterci, se si vuole evitare lo scenario del 2009.
L'Italia rischia la procedura di infrazione anche sui tempi di pagamento della pubblica amministrazione. Ora pagamenti scesi a 50 giorni, titola il Corriere (p.41) ma l'obiettivo, fissato dalla Ue, resta quello dei 30 giorni ad eccezione delle aziende sanitarie che ne hanno 60 per saldare i debiti. Sul Sole (in apertura e a p.3) l'Italia e la concorrenza dimenticata: l'apertura ai mercati può valere fino a 2,6 punti di pil in 5 anni ma non si contano le liberalizzazioni promesse e non mantenute, incompiute o lasciate a metà. Restano al palo le concessioni dei servizi di trasporto, i servizi locali, il taglio delle partecipate, la liberalizzazione dei farmaci, le aperture su notai e avvocati. Sul Fatto il Jobs Act-flop: con la flessibilità meno assunzioni. Nel 2016 le assunzioni a tempo indeterminato sono state inferiori al 2014, quando ancora c'era l'articolo 18.

ITALIA-POLITICA
Guerriglia e bombe carta a Roma: i tassisti assediano Montecitorio, attaccano il Pd e incassano il sostegno di M5S, Forza Italia e Fratelli d'Italia. Poi l'incontro con Delrio e la schiarita: c'è l'impegno del governo ad avviare subito il confronto su lotta all'abusivismo e riordino del settore (Sole e tutti). La politica sale sul taxi e cavalca la protesta, titola la Stampa. Su Repubblica l'onda nera di Forza Nuova che dalle curve marcia su piazza. Su tutti la Raggi in strada che solidarizza con i tassisti: "Sono con voi". Poi aggiusta il tiro. Repubblica: così Grillo cavalca la tigre populista. Per Sorgi (Stampa) è solo l'antipasto della campagna elettorale che verrà. Il Fatto parla di Italia senza governo: le città assediate dai tassisti, il G7 al palo, il governo paralizzato dalle risse del Pd. Che fa Gentiloni?" Intanto nel Pd va in scena la scissione "dimezzata": Emiliano resta e si candida, Bersani verso l'addio. Emiliano al Corriere: "Resto perchè ho visto che Renzi era felice che me ne andassi". E alla Stampa ribadisce: "Non ci stavo a fare una piccola Cosa rossa con dietro D'Alema". Renzi si dice "addolorato" per la scelta di qualcuno di lasciare ma tira dritto: primarie ad aprile. E parte per gli Usa "per imparare dai più bravi a creare lavoro".  Per Battista (Corriere) è una scissione alla chetichella senza pathos, sia tra chi resta, sia tra chi va. Eppure sembrava ci tenessero al Pd. E Folli (Repubblica) scrive: la crisi del Pd è un rito partitico che allarga il solco con gli elettori. Intanto il reggente Orfini sulla Stampa detta le condizioni a Gentiloni: "Appoggiamo il governo, che deve portare avanti delle priorità: stop alle privatizzazioni, correzione dei voucher e approvazione dello ius soli. Poi l'istituzione di una commissione di inchiesta sulle banche". Libero (in prima e p.3) analizzando la scissione Pd e le divisioni del centrodestra è convito che a godere sia solo il M5S, che prenota Palazzo Chigi, nonostante la rovinosa gestione di Roma.

EUROPA
Eurozona, fiducia ai massimi dal 2011 (Sole p.5 e altri): l'indice Pmi per manifattura e servizi balza a 56 punti, aumentano gli ordini e le imprese assumono come nel 2007. Nel primo trimestre il Pil dei 19 Paesi dell'eurozona potrebbe aumentare dello 0,6% rispetto alla fine del 2016. Possibile un generale aumento dei prezzi, che dovrebbe aiutare la Bce ad avvicinare l'obiettivo di inflazione prossimo ma sotto il 2%. Draghi già sotto pressione in Germania per frenare il Qe. Sul Giornale (p.6) l'allarme di Forte per l'Italia: la ricreazione è finita e senza Draghi i conti non tornano. L'accelerazione dell'eurozona va comunque oltre le previsioni e la crescente incertezza politica causata dalle elezioni in Olanda, Francia e Germania. Ma in Francia nei sondaggi Le Pen si rafforza al primo turno e riduce il distacco al ballottaggio. In Olanda vittoria alla portata di Wilders, il leader anti Islam e euroscettico: ma poi sarà difficile formare il governo. Repubblica (p.12) a riguardo parla dei fantasmi dell'Europa. Oggi il vertice Merkel-Lagarde sull'eterna crisi della Grecia. Ma ora è la Francia della Le Pen che preoccupa. Anche con gli Stati Uniti i rapporti restano tesi: dal presidente dell'Europarlamento Tajani altolà a Malloch: "Disponibili ai consigli e alle critiche ma non siamo sottomessi a nessuno" (Messaggero p.12)

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