Commentario del 30.11.2016

IN PRIMA PAGINA
Renzi al Messaggero: "Il Sì non è un voto dato a me". Il ministro Franceschini al QN: "Renzi resti fino al 2018". E Bersani a Repubblica dice: "Niente voto nel 2017". Sul referendum l'assist del tedesco Schaeuble al premier: "Spero che vinca" (Messaggero). Padoan: "Il No blocca le riforme" (su tutti). Intanto la Bce prepara uno scudo per il dopo referendum (Stampa e tutti). E la Borsa risale: Milano corre con le Banche e i Tassi BTp sotto il 2%, spread giù di 20 punti (Sole). Per il Giornale la risalita della Borsa è il segnale che non ci sarà nessuna crack se vince il No.  Dombrovskis (Ue) avverte: "Manovra a rischio con qualsiasi esito al referendum" (Stampa). Sul rigore è scontro tra Italia e falchi Ue (Messaggero).  Su tutti il disastro aereo in Colombia: 71 vittime tra cui la squadra di calcio brasiliana del Chapecoense. Spazio anche alle notizie da Cuba, dopo la morte di Castro. Ampio spazio al caso dell'italiano rapito in Siria da 7 mesi: "salvatemi". Tutte le prima pagine riprendono "l'ultima follia di Lapo Elkann": simula il sequestro, arrestato negli Usa.

ITALIA-ECONOMIA
Mercati e referendum, la Bce prepara uno scudo sul voto italiano: da indiscrezioni si apprende che l'istituto sarebbe pronto ad una manciata di acquisti extra di titoli di Stato italiani per attutire le eventuali reazioni ad una vittoria del No, ma si tratterebbe di un intervento temporaneo e limitato.  Sulla notizia la Borsa risale (con Milano che segna +2,23%) e lo spread a picco di 20 punti (su tutti). Draghi a El Pais: "Il nostro obiettivo è la stabilità dei prezzi, il nostro mandato è cercare di garantire la stabilità, ma non commento fatti politici, come il referendum italiano, che non sono ancora accaduti". Ma la Bce da sola - avverte Taino (Corriere p.9) – non potrebbe combattere una crisi. Per Giornale (in prima e p.3) la risalita della Borsa è il segnale che il mercato ha già votato No e che non ci saranno crac.
Manovra, il numero due della Commissione Ue Dombrovskis alla Stampa (in prima e p.17): "Indipendentemente dal referendum, la bozza di bilancio italiana è a rischio di non conformità con il Patto di Stabilità. Inoltre ci sono altre questioni: rispetto delle regole sul debito e questione bancaria che interessa crediti inesigibili e altri aspetti". Renzi al Messaggero: "Le nostre banche pagano l'errore nel 2012-2013 di non aver fatto l'intervento di sistema che ha fatto per esempio la Merkel. Dopo il 4 dicembre si entrerà, in ogni caso, in uno scenario nuovo". Bersani a Repubblica (p.4): "Basta con gli allarmismi sulle banche che rischiano". Intanto, lunedì atteso l'Eurogruppo, polemica sul rigore dopo le accuse di Dijsselbloem che ha difeso l'austerità: "Margini solo a chi ha i conti in ordine" contro la proposta di Juncker di concedere mezzo punto di Pil in più per gli investimenti (su tutti). Dijsselbloem non vuole le flessibilità per l'Italia (Corriere p.8). Renzi: "Non conosce come vanno le cose da noi". E Boccia (Confindustria) ad Handelsblatt: "Abbiamo bisogno di maggiore crescita". Intanto Repubblica (p.24) riporta i dati Istat, che sanciscono il calo del rapporto debito-Pil nel terzo trimestre dell'anno: il valore scenderà a quota 133,2% dal 134% del 2015. Era dal 2003 che l'ammontare del passivo pubblico non rallentava.
 
ITALIA-POLITICA
"Si vota la riforma di tutti, non su Renzi o lo spread": il premier al forum del Messaggero (in prima e p.2) lancia la volata in vista del voto. "La priorità è spiegare le ragioni della riforma non discutere del dopo, anche se è evidente che con il Sì il Paese è più forte e stabile, ma non è questo l'argomento del voto". Dal ministro Franceschini, intervistato dal QN (in prima e p.9) l'invito al premier "a restare fino al 2018 in ogni caso". Per Repubblica (p.3) il ministro dei Beni Culturali guida "la squadra di Mattarella": una pattuglia di un centinaio di deputati, che comprende anche Delrio e Pinotti, che punta sulla continuità come antidoto alla crisi dopo il 5 dicembre. Ma Bersani, intervistato da Repubblica (in prima e p.4) avverte: "Se vince, temo che Renzi voglia andare ad elezioni con l'Italicum in vigore". L'ex segretario Pd, si appella alla libertà del voto: "Basta con gli allarmismi, si voti in libertà. Lasciamo in pace i malati e si dicano parole chiare sulle banche: Renzi e Padoan dicano che c'è un piano statale sulle banche".
Cerasa sul Foglio (in prima e p.4) sostiene che il fronte del Sì ha bisogno di un miracolo per vincere: il calcolo dei voti degli schieramenti (con 3 poli e mezzo su 4 schierati per il No) non lascia scampo, ma Renzi può recuperare il voto degli indecisi se: conquista la maggioranza silenziosa attraverso la costituzione di un partito che faccia leva sulle contraddizioni degli altri e sia percepito come l'unico antidoto alla paura del vuoto dell'instabilità e alla proliferazione dei partiti anti-sistema. Intanto tornano le polemiche per le posizioni dall'estero, ieri il ministro tedesco Schaeuble ha detto che "voterebbe per Renzi perchè trasmette fiducia".

EUROPA
Corsa italiana per il dopo Schulz: su Repubblica (p.2) l'analisi sulla successione al presidente uscente dell'Europarlamento, che torna in Germania per sfidare la Merkel. Sulle nomine potrà influire anche il referendum italiano. Renzi al Messaggero: "Con una vittoria del Sì avremmo un ruolo importante al Consiglio Europeo di metà dicembre e potremmo giocare un ruolo importante sulle nomine del nuovo presidente del Parlamento Ue e del Consiglio Ue". In lizza per il Ppe Tajani, mentre Pittella valuta una candidatura per il Pse.
I rapporti con la Russia potrebbero essere il prossimo grande punto di crisi nella Ue (Repubblica p.15). Il ministro Gentiloni, ieri si è detto "non preoccupato" dall'apertura di Trump a Putin, seguendo la linea del titolare degli Esteri tedesco. Ma crescono i timori per il possibile ritorno della logica delle sfere di influenza, secondo le quali Mosca ha diritti di interferenza sugli Stati confinanti, una linea che potrebbe distruggere Ue e Nato.

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Commentario del 29.11.2016

IN PRIMA PAGINA
Effetto referendum su spread e mercati. Tremano le banche (Stampa e tutti). Salvataggio Mps, partenza già in salita (Notizia Giornale). Draghi: Italia esposta a shock, ma passi avanti. Il debito è sostenibile (Sole). Il Fatto: Renzi straparla di tutto fuorché delle otto banche che crollano. Per Giornale e Corriere Renzi si dimetterà anche se vince il Sì. L'altolà di Mattarella: sarò io l'arbitro dopo il referendum (Repubblica). Tensioni anche nel centrodestra. Berlusconi: forse lascio la politica (QN). Su Libero e Tempo le primarie tra Salvini e la Meloni. Meloni: "Blocco navale dalla Libia e fisco a misura di famiglia". Salvini: "Aboliamo la legge Fornero e subito Irpef unica al 15%". (Libero). Usa, Trump minaccia Cuba: l'accordo può saltare (Messaggero). Ue, Blair contro i i populisti: Torno in politica ma non da leader (Corriere). In cronaca. A Genova, 5 anni all'ex sindaco Vincenzi: non chiuse le scuole per l'allarme meteo (su tutti). Un precedente delicato (Corriere). A Milano altri sei mesi di indagine sul maxi-appalto Expo (Fatto). Giubileo, il Papa non invita Raggi (Corriere). Gelo Vaticano-Campidoglio (Messaggero). Sulla Stampa la grande fuga dagli ospedali: via 40mila medici (Stampa).

ITALIA-ECONOMIA
Effetto referendum in Borsa (Corriere in apertura e a p.2), Mps affonda trascinando i principali istituti (Stampa p.2), spread sui massimi da febbraio 2014 (Sole p.2). A pesare sui listini l'analisi del FT sulle 8 banche italiane a rischio fallimento. "Terrorismo finanziario" per il Giornale (p.3). Padoan: "Casi di crisi ben noti e con piani di risanamento già avviati" (Sole p.2). Boccia (Pd) al Fatto (p.3): "Giocano col fuoco: Renzi deve dire che interverrà lo Stato". Quanto alle banche: "Renzi e Padoan sono due anni che dicono che tutto è a posto. sarebbe il caso di cambiare versione".
"Debito italiano sostenibile" rassicura Draghi, ieri in audizione al Parlamento europeo dove la questione italiana tiene banco (Sole p.5). "L'Italia ha uno dei più elevati surplus primari, alcune misure sono incoraggianti ma non deve cadere nell'autocompiacimento". Quanto agli shock politici, ormai ricorrenti, "i mercati si sono dimostrati più forti di quanto non prevedessimo in passato". In soccorso dell'Italia anche l'Ocse, che si schiera per il Sì e appoggia la richiesta italiana di sforare la soglia del deficit per fare investimenti (Sole p.4). Ieri il Sì della Camera alla manovra, che ora passa al Senato a saldi invariati (Sole in prima e a p.7). Renzi: "Nessun rischio di esercizio provvisorio". E promette 30—50 euro in più alle pensioni minime. "L'ultima mancetta di Matteo" per il Giornale (p.10). Il Fatto (p.4) parla di bugie su sima e tasse. Sul Messaggero (p.21) e tutti il bilancio Inps del 2015, chiuso con un rosso da 16,3 miliardi, con un peggioramento di 3,8 mld rispetto al 2014. Il consuntivo approvato dal consiglio di vigilanza ma col voto contrario di Cgil, Cisl e Uil.

ITALIA-POLITICA
Oltre alle tensioni sui mercati finanziari e i timori sulle banche, a tenere banco sono gli scenari post-referendum. L'altolà di Mattarella: sarò io l'arbitro (su tutti). Corriere (p.6) e Giornale (p.4) vedono possibili dimissioni di Renzi anche in caso di vittoria, perchè riterrebbe terminato il lavoro per cui è nato il governo: la riforma istituzionale. Sarebbe un modo non per lasciare ma per rafforzare il governo, modificare la compagine governativa e allargare la maggioranza. Se vincesse il No, il piano B dipende dalla misura della sconfitta: se perdesse di poco, Renzi accetterebbe un reincarico. Ma – scrivono entrambi i quotidiani - in ogni caso si varerà una nuova legge elettorale con sistema misto proporzionale/maggioritario, sulla quale ci sarebbe il via libera di Berlusconi. Intanto il Colle al lavoro per evitare le tentazioni di una corsa alle elezioni: "Il premier deve restare anche se perde" ragionano al Quirinale (Repubblica p.3). Per Franco (Corriere p.9) si porrà, in ogni caso, il problema del ricucire: c'è da capire chi potrà farlo in caso di sconfitta del premier. E in caso di vittoria del Sì, se Renzi saprà rinunciare da una logica da resa dei conti. Per Pombeni (Sole p.15) la divisione non è tra le due opzioni sulla riforma ma fra chi vuole rimettere in discussione l'organizzazione del campo politico e chi preferisce mantenerla. Intanto sulle preoccupazioni dei mercati sul voto, la strategia del premier è lasciar crescere la paura senza cavalcarla (Stampa p.2-3). "Siamo in balia di apprendisti stregoni che ignorano quanto la materia sia incandescente": alla Stampa (in prima e p.5) parla Gustavo Zagrebelsky, che attacca: "A me pare che sia stato violato l'articolo 1 perchè la riforma è stata approvata da un Parlamento eletto con una legge incostituzionale". Sul Corriere (in prima e p.9) Fubini intervista Tony Blair, che ha indetto il referendum sulla Brexit: "Non ho consigli per Renzi, nel voto italiano non è in gioco la democrazia ma la burocrazia". L'ex premier Lamberto Dini a Repubblica (p.2) attacca Renzi: "Basta insulti ai tecnici, il premier chi lo ha eletto?".

EUROPA
Difesa comune, l'Europa accelera: "Sconti sul deficit per le spese militari". Sulla Stampa (p.7) anticipazioni della Global Strategy messa a punto dalla commissaria Mogherini che domani la Commissione Ue svelerà nel dettaglio. Si va verso investimenti comuni per lo sviluppo delle tecnologie, standardizzazione delle caratteristiche degli armamenti, maggiore cooperazione nell'acquisto di forniture militari. Una manovra "collaborativa" che potrebbe far risparmiare tra  i 25 e i 100 miliardi. Obiettivo: mettere in comune le risorse per massimizzare la produzione e l'efficienza della spesa per la Difesa. Si va verso un fondo per spingere gli investimenti con la possibilità per i governi di scontare dal Patto di Stabilità le spese per la Difesa comune.

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Commentario del 28.11.2016

IN PRIMA PAGINA
"Se perdo, il governo rischia: tornano i tecnici": in apertura su Repubblica, Corriere e tutti l'affondo di Renzi per conquistare gli indecisi. Sul Messaggero il piano per il dopo voto: dimissioni e reincarico. Ma anche Berlusconi ha un piano dopo il No: nuova legge elettorale e voto anticipato (Giornale). Lupi al Corriere: questa campagna spacca il Paese. Bossi spacca invece la Lega: giusto che torni Berlusconi, lui ha i voti (Corriere). Spazio anche ai conti. In manovra bene mamme e manager, e ai pensionati arriva un bonus da 500 euro (Repubblica). Ancora in sospeso il contratto Statali (Sole). Su tutti la classifica di Italia Oggi sulla qualità della vita: nelle grandi città vita da cani.  Prima Mantova, crollano Roma e Milano. Sul Messaggero il declino della capitale. Su Repubblica l'allarme nelle scuole: dilaga il cyber bullismo. Faraone: "Ora basta chiamarle bravate". Sul Corriere il pianeta Universitari:  obiettivi soldi e carriera. Under 25 disillusi e concreti. In Francia Fillon a valanga, è lui l'alfiere della destra (Messaggero). Il candidato del centrodestra ora sogna l'Eliseo (Corriere). Su tutti ancora Cuba, in lutto per Fidel. Su Repubblica la paura del regime: "L'opposizione prepara qualcosa".

ITALIA-ECONOMIA
Mercati col fiato sospeso, col Financial Times (in prima) che evoca il rischio fallimento per 8 banche italiane in caso di vittoria del No al referendum. Per il Messaggero (p.4) l'allarme del FT è tutto fuorché un fulmine a ciel sereno. Su Repubblica (in prima e a p.11) i conti della manovra: bene per manager e mamme, un po' meno per pensionati e partite Iva. In ogni caso la manovra, lievitata a ben oltre i 27 miliardi iniziali – oggi all'approvazione della Camera per poi passare al Senato – ha un occhio di riguardo per tutti. Ma resta ancora in sospeso il contratto degli statali (Sole in prima e a p.5): mercoledì nuovo round governo-sindacati; da sciogliere il nodo delle risorse realmente disponibili in bilancio, col governo che vuole concentrare gli aumenti sui redditi più bassi. Nel ddl Bilancio anche l'Africa Act (Sole p.13), il piano per promuovere investimenti italiani in Africa. Sul Sole (in apertura e a p.2) il rating alle misure fiscali: semplificazioni promosse a metà su Iva e Fatture. Il Giornale (p.14) con un'intervista a Palombella (Uilm) torna sull'accordo raggiunto sul contratto dei metalmeccanici: "E' la vera svolta, il welfare per tutti". "Abbiamo tagliato il cuneo fiscale con un accordo, senza rinunciare al recupero dell'inflazione. Welfare, formazione e buoni spesa al posto degli aumenti: sono esentasse, si sentiranno più degli 80 euro di Renzi". Il Sole (p.13) torna invece sulle prospettive del commercio globale dopo l'avvento di Trump negli Usa: tra Cina, Ttip, Iran e Russia, l'export italiano rischia fino a 30 mld di euro. Su Italia Oggi (in apertura e a p. 21) la classifica sulla Qualità della vita, dominata quest'anno dalle piccole città del Nord Est (Mantova, Trento, Belluno). Crollano Roma e Milano; male anche Napoli e Palermo.

ITALIA-POLITICA
"In gioco la credibilità dell'Italia come Paese capace di fare le riforme": il ministro Pinotti al Messaggero (p.4) ribadisce le ragioni del Sì, puntando su stabilità di governo e iter legislativo più snello. "Se vince il Sì – dice -n non ci saranno elezioni anticipate, perchè in primavera è atteso il G7 in Italia e saremo membri del Consiglio di sicurezza Onu, e Renzi non si perderà queste opportunità per un calcolo elettorale. Se vincesse il No sarebbe Mattarella a decidere, ma l'Italia non ha bisogno di un governo tecnico". Il premier, ieri in tv: "Il Sì ci salva dai tecnici" (su tutti). Ma Folli (Repubblica in prima e p.27) nega il rischio "tecnici" in caso di vittoria del No, perchè non ci sono i presupposti per un "governo del Presidente": l'ipotesi potrebbe essere Padoan a Palazzo Chigi, un governo che avrebbe la sua ragion d'essere nelle politiche economiche e non sarebbe percepito come "tecnico: se il Pd non deciderà di affossarlo, sfidando il Colle, potrebbe arrivare a fine legislatura. Per Messaggero (p.5) con il No, il piano B di Renzi è accettare un nuovo mandato per andare ad elezioni e sfidare Grillo in primavera, mentre per Repubblica (p.3) Renzi tenterà di tornare alle urne se perdesse, anche se potrebbe decidere di appoggiare un governo politico guidato da Delrio e Padon e fare il segretario dem a tempo pieno, preparando congresso ed elezioni. Intanto fronte del No in polemica dopo l'uscita di Juncker per il Sì: "E' un endorsement – dicono – che dimostra che la battaglia di Renzi In Ue è solo una sceneggiata a uso dei media" (Stampa p.5). "Euroburocrati con il premier fanno vincere il No" dice Calderoli (Lega) alla Stampa (p.5), mentre Fassino replica: "Ovvia che Bruxelles sostenga la riforma, il voto non riguarda solo l'Italia ma anche l'Europa". Libero (p.4) analizza invece le uscite di Wall Street Journal, Ft ed Economist a sostegno del No: hanno già deciso il nostro futuro, vogliono un governo tecnico per perseguire i loro interessi. Il ministro Orlando a Repubblica (p.4) critica la posizione dell'Economist: "Sbaglia a dire che nella mia materia, la Giustizia, non si è mosso nulla. Inoltre, se vincesse il No, non sarebbe un aiuto per fare quello che manca".

EUROPA
Eliseo, il centrodestra sceglie Fillon (Repubblica p.9 e tutti). "La Francia vuole voltare pagina dopo questi cinque anni patetici, avrò bisogno di tutti per farlo" (Messaggero p.2). L'ex premier doppia Juppé al ballottaggio e  si prepara a sfidare la Le Pen dal centrodestra. Secondo un sondaggio batterebbe la Le Pen con il 67%, anche se in economia la sua linea è l'antitesi di quella sociale e protezionista della leader del Fn. "Fillon è come Trump ma più sobrio e la sinistra non sa reagire" l'analisi di Raphael Glucksmann. "Se ci sarà un ballottaggio tra Fillon e Le Pen si realizzerà il sogno di Putin". Scontro fratricida a sinistra. Valls  annuncia un passo avanti verso l'Eliseo: "Sono pronto" (Repubblica p.9). Hollande furioso, medita un rimpasto di governo.

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Commentario del 27.11.2016

IN PRIMA PAGINA
"Cuba libre" (Messaggero, Giornale): in primo piano su tutti l'addio del mondo a Fidel Castro, l'uomo che sfidò gli Usa (Sole). Trump esulta: liberà per Cuba (Corriere). Ora è a rischio il disgelo con gli Stati Uniti (Sole). La transizione nel nome del fratello Raul (Stampa). Il Fatto: ciao Fidel, la rivoluzione è finita. Libero: meglio tardi che mai. Sulla Stampa intervento di Putin: "E' tempo di fidarsi della Russia, fronte comune verso il terrore". Sul fronte interno politica e lavoro. Berlusconi al Messaggero: "Sono pronto a ricandidarmi, non sosterremo altri governi". Uragano politico in vista (Libero). Junker: al referendum spero non vinca il No (Stampa). Grillo:"Un No di pancia e poi da Mattarella". Renzi: "Il Sì o l'Italia fa un salto nel vuoto" (QN). Su Sole, Unità e tutti il sì al contratto dei metalmeccanici: più spazio alle intese aziendali. Sul Corriere intervista alla Madia: "Statali, senza riforma aumenti più difficili". Sull'Espresso il piano segreto per salvare la Rai.

ITALIA-ECONOMIA
Lavoro in primo piano su tutti, con l'intesa tra Federmeccanica e Fim, Fiom e Uilm sul contratto dei metalmeccanici e con le incognite sul pubblico impiego dopo lo stop della consulta alla riforma Madia. La ministra al Corriere (p.15): "Nuovi contratti a rischio dopo la sentenza sulla riforma". "Rispettiamo le sentenze, ma la Corte ha cambiato orientamento, prevedendo il coinvolgimento delle Regioni non a valle ma a monte. Così vince il potere di veto. Ora dobbiamo capire quanto la sentenza incide sull'eventuale intesa sul contratto degli statali. L'aumento di 85 euro va verificato con le regioni". Almeno tre i decreti da rifare: quello su partecipate, licenziamento dei fannulloni e dirigenti sanitari, mentre saltano subito i decreti sulla dirigenza pubblica e i servizi pubblici locali (Sole p.5). La Stampa (p.25) parla di una convocazione a breve dei governatori per salvare almeno una parte della riforma. "Vediamo se qualcuno avrà il coraggio di salvare i furbetti del cartellino" lo sfogo della ministra. Rughetti a Repubblica (p.22): "Non fermeranno il cambiamento, ci vorrà solo qualche mese in più". Su Sole (p.3) e Corriere (p.31) e tutti la svolta delle tute blu, tra welfare e formazione. La firma di ieri chiude la stagione dei contratti senza la Fiom e introduce novità, come il riconoscimento dell'inflazione ex post e l'assistenza sanitaria integrativa gratuita a dipendenti e familiari. A regime sono previsti 51 euro di aumento e misure per i lavoratori  (buoni carburante, buoni libro) che porterebbero a un beneficio di 92 euro al mese. La Fiom ha accettato l'idea che con accordi aziendali rsu e sindacati territoriali possano modificare il contratto nazionale. Renzi: "Bravi tutti,associazioni di categoria e sindacati".Poletti: "Un bel segnale per l'industria". Storchi (Federmeccanica): "E' un investimento sulle persone" (Sole p.3), "un primo passo verso un rinnovamento culturale e l'abbiamo fatto insieme al sindacato". Bentivogli (Fiom): "Riaperta la partita delle relazioni industriali. Quanto ai soldi, bisogna fare i conti con la realtà". Intervista di Bentivogli anche alla Stampa (p.24). "Accordo storico, con la Fiom abbiamo ritrovato l'unità sindacale. La nostra intesa un esempio per il Paese". Landini: "Un segnale importante in un momento di crisi: tutela del potere d'acquisto e welfare saranno per tutti" (Sole p.3). Ora il referendum tra i lavoratori, tra il 19 e il 21 dicembre (Repubblica p.23).

ITALIA-POLITICA
"Sono pronto a ricandidarmi.Non sosterremo altri governi": in un'intervista al Messaggero (p.11) Berlusconi conferma il ritorno in campo subito dopo la sentenza di Strasburgo. "Grazie a Dio e ai medici sono di nuovo in grado di impegnarmi e dico No al referendum: sono a rischio le regole democratiche". Forza Italia "non appoggerà nessun governo. Siamo però disposti a sederci intorno a un tavolo per riscrivere la legge elettorale. Ci vorrà un governo nel frattempo ma sarà il presidente della Repubblica a garantire questa delicata fase. Poco importa chi sarà alla guida dell'esecutivo: l'importante è che sia un processo breve e che gli italiani possano tornare alle urne per scegliere da chi essere governati". Salvini al Corriere (p.11): "Se torna sono felice ma per stare al vertice dovrà fare le primarie. Indietro non si guarda". Di diverso avviso Tajani: "Carisma e consensi, il capo rimane Berlusconi" (Corriere p.11). Su Libero (p.3) il gelo di Salvini e Meloni, sempre più lontani da Berlusconi. Sul Giornale (p.10) l'intervento di Salvini: non vedo l'ora di godermi il Tg1 che annuncia la vittoria del No. Da quel momento in poi dimissioni di Renzi,scioglimento delle Camere e finalmente italiani alle urne. Grillo in piazza sfida Renzi: "Votate con la pancia". Ma ai mercati dice di non spaventarsi: "I grandi poteri, la finanza, non si spaventino: se andiamo al governo noi del M5S non succederà nulla" (Stampa p.14, Fatto p.6). E dopo il referendum, "se vince il No il 5 dicembre saliamo al Colle e chiediamo le elezioni". E Casaleggio jr già sta lavorando al programma (Stampa p.14). Anche Renzi, in caso di sconfitta, pronto  a salire al Colle. Ma in caso di vittoria del No "temo il salto nel vuoto" (Messaggero p.10). Per la Stampa (p.15) vada come vada il 4 dicembre, Renzi convocherà il congresso del Pd in primavera per provare a riconquistare la leadership con primarie a febbraio. "L'Italia vada avanti con le riforme: per questo spero non vinca il no al referendum" dice il presidente della Commissione Ue Junker alla Stampa (p.12). Su Repubblica (p.12) intervista a Romiti: "C'è un clima becero. Non importa chi vince, il problema sarà ricostruire il Paese" "Abbiamo difficoltà gravi e una classe dirigente modesta". Poi ammette: "A Roma ho votato M5S: era il cambiamento". Del legame Marchionne-Renzi tace: "avrei una risposta cattiva". Di Berlusconi dice: "Si tiri indietro, non si può rimanere in prima linea a qualunque età". "Cosa succederà il 5 dicembre? Niente, il sole sorgerà come gli altri giorni".

EUROPA
Juncker alla Stampa (in prima e a p.12): "Al referendum spero che non vinca il No". "L'Italia è una grande nazione e Renzi ha contribuito a questo. Vorrei che il Paese ritrovasse il suo posto fra i grandi attori dell'Unione. Se la perdessimo come architetto e artigiano dell'Europa non sarebbe la stessa cosa". Juncker ricorda che Roma "non viola il Patto di Stabilità perché risponde alle esigenze di come le interpretiamo. In Germania mi criticano perché sono troppo flessibile, in Italia non mi si applaude per questo. Vorrei che lo sguardo dei politici su di noi fosse più sereno". Quanto ai migranti "scandaloso voltare le spalle all'Italia: i risultati del piano di redistribizione sono ridicolmente insufficienti". Sulla Stampa (p.29) anche un lungo intervento di Putin: "E' tempo di fidarsi della Russia, non aspiriamo né al dominio globale né allo scontro con nessuno. Nella nostra visione la vera leadership non consiste nell'inventare minacce fittizie da sfruttare per sottomettere gli altri ma nell'individuare i veri problemi e collaborare per risolverli". E per Putin il problema numero uno è terrorismo e estremismo.

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Commentario del 26.11.2016

IN PRIMA PAGINA
"Più forti in Europa se vince il Sì": Renzi parla al forum de La Stampa, ribadendo che "all'Italia non serve un governo tecnico: l'ultimi ha alzato le tasse". In vista del referendum mercati in fibrillazione: tassi in rialzo, spread fino a 190 (Sole). Spread in altalena verso il referendum. I tre volti della speculazione sui mercati (Messaggero). Palazzo Chigi si sente sotto assedio: "Attenti al debito e alle banche" (Repubblica). In primo piano la bocciatura della Consulta alla riforma Madia (Corriere e tutti). Renzi: "Vittoria dei burocrati" (Repubblica). Cassese al Mattino: "Quel testo si può salvare attraverso i decreti di correzione". Fatto polemico: Governo scrive le riforma con i piedi e se la prende con la Costituzione. Ieri intanto l'ok della Camera alla fiducia sulla manovra. Sole riporta tutte le novità su Fisco, pensioni e imprese. In arrivo multe ai bagarini fino a 180 mila euro (Messaggero), ma scoppia la polemica Ilva (Stampa). Negli esteri, in evidenza l'intervista di Marion Le Pen al Corriere: "Pronti a chiudere l'uscita della Francia dall'Ue". Nelle primarie di centrodestra, Fillon vicino all'investitura (Messaggero).

ITALIA-ECONOMIA
In primo piano su tutti la crescita dello spread sui timori del referendum e la bocciatura alla riforma Madia. Renzi: "Tutti contro il cambiamento", e sul dopo voto crescono i timori per debito e banche (Repubblica in prima e p.3): il governo si sente accerchiato mentre gli investitori puntano sul No. E in caso di stallo politico la speculazione muoverà su Btp, Mps e Unicredit. Per Messaggero (p.4) il rischio sistemico non c'è, il picco di incertezza è un mix di scommesse fatte dal mercato, che ha gioco facile in un sistema italiano molto debilitato. Intanto passa la fiducia alla Camera sulla manovra: novità su pensioni - con maggiori benefici per esodati e donne – e fisco – con un piano per ridurre i debiti tributari e contributivi per le imprese in crisi (Sole in prima e p.2-3 e tutti). Ma scoppia il caso Ilva: mancano 50 mln per risolvere le emergenze sanitarie che colpiscono soprattutto bambini (Stampa p.5 e tutti). Santilli, nell'editoriale del Sole (in prima e p.3): modifiche marginali, gli aspetti centrali sono rimasti immutati. Dopo il referendum toccherà al Senato votare: qualsiasi sia l'esito, la legge di bilancio va messa in sicurezza rapidamente per mandare un segnale di responsabilità ai mercati, che potrebbero vivere momenti di incertezza. Industria in frenata a ottobre. Sul Sole (prima e p. 13 e altri) il calo del fatturato (-4,6%) e degli ordinativi (-6,8%) rispetto al boom registrato nel mese di agosto. E secondo le stime del Centro Studi Confindustria (Sole p. 13), il 4° trimestre registra un Pil del +0,1% ma a ottobre il Pil acquisito cresce dello 0.8%.

ITALIA-POLITICA
Renzi ieri al Forum de La Stampa (in prima e p.2-3): "Se vince il Sì andremo in Europa con più forza, se vince il No torneranno i tecnocrati che vessano i cittadini". Libero e Fatto attaccano il premier che lancia "l'ultimo falso spauracchio" contro il No. Ma Renzi alla Stampa commenta le frasi di Berlusconi sul dopo voto: "Se vince il No non si siederà con me a discutere, ma con Grillo e D'Alema. Ma il problema non è quello che farò io, l'occasione del referendum è per cambiare l'Italia e anche l'Europa". Per Franco (Corriere p.10) più che il Sì o il No, l'Europa è preoccupata dal crescendo di una campagna in chiave anti-Ue: anche se l'Unione punta sulla continuità teme un governo euroscettico. Geremicca sulla Stampa (in prima e p.23) evoca l'arrivo di un Renzi 3.0 per invertire il pronostico sul referendum: servirebbe – scrive – una terza fase del premier, che accompagni a classici provvedimenti "di sinistra" iniziative (leggi) che parlino all'elettorato più moderato, di centrodestra. Intanto, la Consulta boccia la riforma Madia e congela le nuove regole su dirigenti, società partecipate, servizi pubblici e dipendenti statali perchè manca il via libera della Conferenza delle Regioni. Renzi: "Vittoria dei burocrati, il Paese è bloccato: per questo cambiamo la Carta". Sole (in prima e p.5): il problema è il titolo V, riformato nel 2001, che dà potere di veto ad ogni Regione: va cambiato. E Messaggero (p.5) sottolinea come con la nuova Carta si supererebbe il federalismo dei veti locali. Fatto (in prima e p.3) polemico: "Scrivono le riforme con i piedi e se la prendono con la Costituzione".

EUROPA
Marion Le Pen, intervistata dal Corriere (p.15), si dice, in caso di successo del Front National alle prossime elezioni, "pronta a chiedere l'uscita della Francia dall'Unione Europea". La Le Pen punta alla creazione di una rete transnazionale dei partiti della destra anti-europea, accoglie con favore la vittoria di Trump negli USA E sulla questione immigrazione taglia corto:" È colpa dell'Europa". Intanto, l'ex delfino di Sarkozy, Fillon si appresta a vincere le primarie del centrodestra (Messaggero, p.15), superando l'ex primo ministro Alain Juppé del 16%: con le primarie di domani dovrebbe arrivare l'investitura ufficiale. Su tutti i giornali (Stampa p.13 e altri ) si parla del voto di Bruxelles che stoppa i negoziati per l'adesione della Turchia all'UE: immediata arriva l'accusa di Erdogan: "La Turchia aprirà i cancelli ai profughi se l'Europa si spinge troppo oltre, Ue è stata disumana con i migranti"; pronta la replica di Juncker che indica il casus belli nel rifiuto di Ankara a modificare la legge antiterrorismo; perplessità dell'Unione su l'annunciato ripristino della pena di morte e sulla dura repressione dopo il tentato golpe, definita 'sproporzionata'. Cerca di ricucire lo strappo Angela Merkel, secondo cui l'accordo tra Ue e Turchia è nell'interesse di entrambi.

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Commentario del 25.11.2016

IN PRIMA PAGINA
Prime pagine divise tra politica e clima impazzito. L'Economist sta col No, Renzi non ci sta (Repubblica e tutti): "Mai governo tecnico" (Sole). Adesso la finanza punta sul No: "E' un'occasione" (Giornale). Marchionne sta con Renzi: "Basta insulti" (QN). Renzi in trincea: "La lobby della Brexit in campo per il No" (Messaggero). Paese spaccato in due anche dal clima (Repubblica): maltempo e piena del Po terrorizzano Piemonte e Liguria (Giornale). Ferrero e Magneti Marelli si fermano (Sole). Libero: licenziamo i forestali e puliamo i fiumi. Spazio anche alla manovra: per il contratto agli statali scoglio 85 euro (Messaggero). Aumenti elettorali, per QN. Il decreto fiscale è legge (Corriere). Ok alle regole sull'addio a Equitalia e per la rottamazione delle cartelle (Sole). Approvate anche le nuove regole per la pubblica amministrazione (Sole). Sul fronte europeo, l'altolà Ue alla Turchia (Corriere e tutti) e la prossima sfida Merkel-Schulz in Germania (Sole e tutti). In cronaca la rivolta dei migranti a Torino (Stampa). Libero: bianchi e neri si menano.

ITALIA-ECONOMIA
Statali, contratto in arrivo: si tratta su 85 euro in più (Repubblica p.37 e tutti). Ieri l'incontro tra la ministro Madia e Cgil, Cisl e Uil, ma con l'Usb che protestava sotto le finestre per la sua esclusione la trattativa si è fermata. Divisi anche i sindacati al tavolo, per l'entità dell'aumento contrattuale e in generale per le risorse stanziate per la Pa e l'estensione dell'abrogazione della legge Brunetta anche alla scuola. Cisl pronta a firmare, Cgil e Uil trincerate sulla soglia degli 85 euro di aumento per tutti. La trattativa è sospesa ma potrebbe riaprirsi da un momento all'altro. Parallelamente continua la maratona degli emendamenti alla manovra: sul Sole (p.5) e tutti gli ultimi correttivi approvati, su congedi parentali (4 giorni per i papà), la lotteria degli scontrini, bonus cultura esteso alla musica, farmaci, made in Italy, call center. Per le pensioni si va verso il cumulo gratuito per i professionisti e verso l'ottava salvaguardia per gli esodati, oltre all'okay a "opzione donna" (Sole p.6).
Per il Giornale (p.10) è l'assalto alla diligenza: "riecco la manovra elettorale". Idem il Fatto (p.2) che parla di "manovra vendo tutto": "Renzi dà via il negozio pur di comprarsi i Sì". Il riferimento è alle concessioni a Coldiretti, Confindustria, imprese, scuole paritarie e naturalmente gli statali e i pensionati. Ieri intanto è diventato legge il decreto fiscale con lo scioglimento di Equitalia, la rottamazione delle cartelle, la voluntary bis, lo stop al tax-day e l'obbligo semestrale di comunicare le fatture all'Agenzia delle Entrate (Corriere p.6 e tutti). Novità anche per la Pubblica amministrazione, col varo da parte del governo di altri 5 decreti di attuazione della riforma Madia (Sole in apertura e a p.2 e 3 e su tutti). Si va dall'addio graduale al posto fisso per i dirigenti al taglio da 105 a 60 Camere di Commercio, alle semplificazioni in edilizia fino agli incentivi alle Regioni per il trasporto locale.

ITALIA-POLITICA
"Perché l'Italia dovrebbe votare No al referendum": con due articoli (p.12 e p.21) l'Economist boccia Renzi – "ha sprecato quasi due anni ad armeggiare con la Costituzione" – stronca la riforma costituzionale – "introduce l'uomo forte nel Paese che ha prodotto Mussolini e Berlusconi" – e si schiera per il No: nessun dramma. "Le dimissioni di Renzi potrebbero non essere la catastrofe che tanti in Europa temono. L'Italia potrebbe formare un esecutivo tecnico, come ha fatto tante volte in passato". La notizia è in apertura su tutti i quotidiani, con la reazione di Renzi: "Governo tecnico? Non ci starò mai" (Sole p.31 e tutti). "La vittoria del Sì ci rafforzerebbe nelle battaglie in Europa ma a Bruxelles ci vogliono deboli, alla Monti. E' evidente che qualcuno preferisca un esecutivo tecnocratico" (Repubblica p.2). "La City vota no, Marchionne Sì" (Libero p.7). Marchionne, ieri alla Fca di Cassino col premier, sta con Renzi: "Basta insulti" (QN in prima e a p.6). Ma a Cassino gli operai deludono il premier: "Ti voteremo contro" (Repubblica p.3). Voterà invece la riforma Renzo Rosso, l'inventore del Gruppo Diesel: "L'unica cosa che bisogna scongiurare è che si vada a nuove elezioni – dice al Corriere p.9 – Renzi ha fatto molte cose e gode della stima dei partner internazionali". Sul FT (p.11) l'intervento di Mario Monti: "Renzi ha ancora del lavoro da fare anche se perde il referendum". Su QN (p.6) il Sì di Aldo Bonomi: "Niente salti nel buio, all'Italia serve stabilità". E il no dell'imprenditore veneto Renzo Tessari: "Tante parole, pochi fatti. Il premier mi ha deluso". Sulla Stampa (p.6) gli ultimi boatos sul nuovo governo, affidato a Grasso o Padoan con Bini Smaghi all'Economia e Monti agli Esteri. Sempre sulla Stampa (p.7) le voci della "war room del Sì": "Non è vero che siamo sotto. La vittoria si ottiene conquistando gli indecisi, è su loro che ci concentriamo". Per QN (p.7) in realtà la carta segreta su cui Palazzo Chigi punta per vincere sono gli italiani all'estero. Domenica su Canale 5 la sfida finale Renzi-Berlusconi (Libero p.7). I due leader si scontreranno negli studi della D'Urso, ma dopo il referendum sarà inevitabile un accordo per una nuova legge elettorale con Matterella regista.

EUROPA
"Stop ai negoziati tra Ue e Turchia" (Repubblica p.17): il Parlamento Europeo a larghissima maggioranza vota il congelamento della procedura di ingresso. "Reazione spropositata dopo il golpe, violati i valori democratici fondamentali dell'Ue". A votare contro solo gli euroscettici. La Mogherini cauta: "Sarebbe un errore perdere Ankara, isolare la Turchia danneggia anche noi".  I governi temono una nuova ondata di migranti. Durissima la reazione di Erdogan: "La risoluzione è nulla. L'Europa torna a discutere in maniera cieca, priva di qualsiasi visione" (Repubblica p.17). In difficoltà anche patiti laici e opposizioni, che si trovano abbandonati e in una posizione di reale isolamento, sia interno che esterno. E il sud est del Paese continua ad essere sconvolto dalla guerra tra esercito e Pkk. 
"Lascio Bruxelles, correrò in Germania": su Repubblica (p.16) e tutti la scelta del "kapò" Martin Schulz, che lascia la presidenza del Parlamento Europeo e sfida Gabriel per conquistare la candidatura a cancelliere per l'Spd. Sarebbe una figura anti-Trump e anti-populismi. Petry (AfD): "Il tandem Merkel-Schulz sarebbe l'ideale per la campagna elettorale del partito. Schulz è il tedesco che rappresenta maggiormente il fallimento dell'Europa". Sul Corriere (p.13) i risvolti dell'addio di Schulz a Strasburgo: si apre il totonomine, ma è sempre più difficile arginare lo strapotere dei tedeschi. In ascesa le quotazioni del capogruppo Ppe Manfred Weber (Csu). Per il Sole (in prima e a p.11) l'Italia rischia i colpi del ritorno dell'austerity: la partenza di Schulz indebolisce Junker e potrebbe favorire di nuovo la dottrina rigorista.

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Commentario del 24.11.2016

IN PRIMA PAGINA
Le inchieste agitano il voto (Corriere e tutti): M5S indagati per le firme anche a Bologna, Bindi chiede le carte su De Luca (Sole). Renzi al Colle sul dopovoto (Messaggero). Calenda: "Io in campo? Basta tecnici" (Corriere). Dalla Ue schiaffo all'Italia sui migranti (Stampa) e richiamo alla Russia: niente più fondi agli euroscettici (Corriere). Da Bruxelles arrivano anche nuove regole sulle banche. Il Sole: i finanziamenti alle Pmi diventano più convenienti. L'Abi: ulteriore carico per gli istituti (MF). Su Avvenire il rapporto europeo sulla "morte sottile": 467 mila vittime di smog. In Francia centrali elettriche ferme per controlli: corre la bolletta elettrica (Sole). A Londra il conto della Brexit: 70 miliardi, crescita ridotta, debito in salita (Sole). In cronaca: niente più migranti a Capalbio (Messaggero). I radical chic cantano vittoria (Giornale).

ITALIA-ECONOMIA
Manovra, rush finale sulle modifiche in vista del voto di fiducia di domani alla Camera. Bocciata la cedolare secca su Airbnb (Corriere p.33). Renzi: "Già troppi tributi" (Stampa p.19). Critico il presidente della Commissione Bilancio Boccia: "Fino a quando Airbnb continuerà a non pagare le imposte in Italia non farà gli interessi del nostro Paese. Questo argomento fa il paio con la web tax". Passa invece la "norma De Luca" che consente ai governatori regionali di essere anche commissari della sanità (Sole p.9). Nel pacchetto pensioni, proroga dell'opzione donna che consentirà alle lavoratrici di uscire prima dal lavoro (Messaggero p.8). Su Repubblica (p.11) lo scontro tra governo e regioni sui farmaci biotech: norme restrittive sui generici del biotech potrebbero far lievitare i costi di mezzo miliardo. Ballano anche le cifre in manovra destinate al rinnovo dei contratti pubblici. Oggi l'incontro tra il ministro Madia e i sindacati: si punta a un pre-accordo su aumenti e premi sulla base di quello raggiunto per le pensioni ma per il Sole (p.9) quello di oggi sarà solo un incontro interlocutorio. In dirittura d'arrivo in consiglio dei Ministri invece i decreti attuativi sulla Pa con le nuove norme su dirigenti, taglio delle Camere di Commercio, servizi locali e urbanistica. Ieri intanto, visita di Renzi e Padoan alla Guardia di Finanza. Padoan: "Il sommerso fa il 12% del pil". Il comandante Toschi: "La repressione non basta, serve semplificare le procedure e la compliance dei contribuenti". Renzi: "L'Italia ha una pressione fiscale insostenibile, la riduzione è un caposaldo della nostra azione" (Sole p.9). Ma per Panorama – che bolla Renzi come "evasivo fiscale" - non è così: il governo ha aumentato le tasse e anche sul fronte della lotta al sommerso i risultati sono fallimentari.

ITALIA-POLITICA
"Anche se perde, Renzi deve restare: è finita l'era dei tecnici": il ministro Calenda al Corriere (p.2) parla del dopo-referendum, smentendo l'ipotesi di un suo incarico da premier. "Renzi – dice – è la miglior soluzione per completare il percorso di riforme che aspettavamo da 30 anni: ha dimostrato il coraggio per cambiare il Paese, dopo il 5 dicembre dovrà dimostrare di saperlo tenere unito nel cambiamento". Intanto il premier ha incontrato Mattarella, dopo l'ipotesi voto anticipato in caso di vittoria del No, Renzi ha precisato che "spetta al presidente della Repubblica decidere" (su tutti). Per Magri (Stampa in prima e p.23) il Capo dello Stato ha dubbi sul voto anticipato e proverà, in caso di vittoria del No e di dimissioni di Renzi, a sondare la maggioranza per capire se c'è la possibilità di proseguire la legislatura. Folli (Repubblica p.4) sottolinea il ruolo del Quirinale come antidoto al veleno dell'instabilità. Per Giornale (in prima e p.4) il piano B vedrebbe Padoan o Grasso a Palazzo Chigi, anche se nel Pd non sono convinti. Per Libero (p.2) l'ipotesi Grasso sarebbe spinta da Renzi in caso di sconfitta perchè vorrebbe un "premier materasso" che non lo oscuri e da bastonare per farsi pubblicità in attesa di nuove elezioni. Intanto restano alti i toni: voto estero e caso-De Luca i fronti su cui attacca l'opposizione. Per Franco (Corriere p.5) sono dovuti alla preoccupazione di una rimonta dei Sì per effetto dell'appello del premier alla "maggioranza silenziosa". La replica del Pd è l'attacco nei confronti del M5S per il caso della firme-false, che ora si allarga anche a Bologna (su tutti).

EUROPA
L'Europarlamento contro Putin: "Basta con le interferenze nella Ue" (Corriere p.13). Putin reagisce: "Democrazia occidentale in degrado" (Stampa p.9). Su tutti i giornali lo socntro a distanza tra Strasburgo e Mosca. Dall'Europarlamento risoluzione molto critica verso Putin, considerato responsabile di "una campagna di disinformazione" e di "propaganda ostile" alla Ue. Mosca è anche accusata di finanziare partiti e altre organizzazioni di estrema destra e populiste. Una risoluzione che ha spaccato il Parlamento europeo, apprvata da 304 eurodeputati, con 179 contrari e 208 astenuti. Tra i no quelli di Lega, M5S e Lista Tsipras. Dura anche la reazione di Putin che ha parlato di "degrado politico della democrazia nei Paesi occidentali". Il ministero degli Esteri ha parlato di "crimine", con "l'attenzione della comunità internazionale distolta dalle minacce reali del terrorismo, fondamentalismo, nazionalismo e xenofobia". Sul Corriere (p.13) intervista al ministro degli Esteri francesi Ayrault: "Parlare con la Russia ma non allinearsi sulle sue posizioni".
70 miliardi il costo di Brexit: sul Sole (p.11) le previsioni dell'Autumn Statement (la Finanziaria d'autunno) del cancelliere Hammond. Le previsioni parlano di crescita in calo e indebitamento in aumento . Nel 2017 il pil si fermerà a 1,4% (-0,8% del previsto) e sarà così fino al 2020. Il governo risponde frenando sull'austerità e rilanciando la spesa. Quanto alla corporate tax, scenderà ma non al 15% come annunciato dalla May bensì al 17% (dal 20%). Possibili pacchetti mirati di agevolazioni per scongiurare neutralizzare i danni potenziali della Brexit. Ieri la Nissan, dopo un incontro top secret a Downing Street, ha deciso di mantenere gli impegni di investimento nel Regno Unito.

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Commentario del 23.11.2016

IN PRIMA PAGINA
Insulti e veleni sul referendum (Messaggero). Grillo insulta Renzi, Berlusconi spara: "Mediaset vota Sì perché ricattata" (Fatto). Il Pd minaccia: col No voto anticipato (QN). Lite anche sui voti all'estero (Stampa): il fronte del No pronto al ricorso (Corriere, Repubblica). E' scontro anche su scala europea. Schauble chiede più controlli sui bilanci (Corriere). Renzi: Renzi: "E' il surplus tedesco a creare problemi" (Sole, Messaggero). Negli Usa Trump, il no-global cancella i trattati e chiude il mercato del libero scambio (Repubblica). "Ma sul clima potrei ripensarci" (Corriere). Con lui alla Casa Bianca altro che disastro: Wall Street vola ai massimi (Giornale). Intanto l'Istat rivela: italiani più contenti. Sul Messaggero le aperture del governo sul contratto degli statali. Sul Mattino la proposta di Nannicini: "Pensioni di solidarietà ai giovani". Su Sole e Corriere lo scontro al vertice dell'Inps: in contrasto con Boeri lascia il dg Cioffi. Su Libero e Giornale l'allarme profughi. "Più immigrati=più crimini".

ITALIA-ECONOMIA
"Cala il rapporto debito/Pil: non accadeva da otto anni": Fortis sul Messaggero (p.9) anticipa la "clamorosa sorpresa" dei dati Istat di dicembre, la diminuzione di almeno lo 0,8% del rapporto debito/Pil. Un miglioramento seppur leggero ma tale da innescare l'inversione del trend e da consentire al governo di reclamare il successo di una politica che concili crescita e rigore. Intanto il governo accelera sul contratto agli Statali: domani i sindacati dalla Madia, aperture su risorse e premi (Messaggero p.7). Si va verso un superamento dei paletti della legge Brunetta sugli incentivi e un aumento in busta di 85 euro. Ma per garantire questa cifra servono 1,9 mld da qui al 2018.  Sul Mattino (p.7) il sottosegretario Nannicini promette "pensioni di solidarietà ai giovani" penalizzati da carriere discontinue e redditi bassi e chiarisce: "Sul lavoro sgravi al capolinea. Il 2017 sarà l'ultimo anno della decontribuzione". Su tutti i giornali le dimissioni del dg Inps Cioffi, da mesi in rotta di collisione col presidente Boeri. "All'Inps ha vinto Boeri", il titolo del Fatto (p.8): tra le ragioni dello scontro i ritardi sull'avvio delle ispezioni nei riguardi dei grandi gruppi editoriali, il potenziale conflitto di interessi di Cioffi con l'Enel e di Boeri con l'Espresso e la riforma dell'Istituto. Sul Fatto (p.15) la stretta di Renzi sull'Agenzia delle Entrate: a giugno non verrà rinnovato il mandato della Orlandi. Al suo posto andrà Ruffini (Equitalia) per garantire "il controllo totale di Palazzo Chigi".
Su tutti i  giornali anche la rilevazione Istat sulle famiglie: italiani più soddisfatti della propria situazione economica (Sole p.27 e tutti), erano cinque anni che non succedeva. Qualità della vita promossa con un 7, anche se resta forte l'allarme per la criminalità , l'inquinamento e il traffico. De Masi al Corriere (p.19): "Forse gli italiani si sono assuefatti al peggio altrimenti non si spiega".

ITALIA-POLITICA
Il Pd: "Col No voto anticipato" (QN in prima e p.5 e altri): a dirlo ieri è stato Guerini, che poi ha frenato. Il premier, che continua a ripetere di non essere della partita in caso di sconfitta, potrebbe accettare un reincarico non per fare "inciuci" - scrive Meli sul Corriere (p.5) – ma per fare un governo con un programma preciso e con l'orizzonte del voto anticipato, conscio del fatto "che non c'è uno altro vero leader – ha detto ai suoi – e che possono fare solo un governicchio". Ma l'annuncio di possibili elezioni anticipate irrita il Quirinale (Giornale p.4). Berlusconi a Porta a Porta: "Anche col No Renzi deve restare e non ci saranno elezioni anticipate". Ma il laeder di Fi spiazza tutti commentando il Sì di Mediaset: "Ha paura delle ritorsioni del governo" (su tutti). Ma dal Biscione disinnescano la "bomba": aziende sempre pro governo (Corriere p.6). Per Repubblica (p.2) la paura di Mediaset è perdere una sponda se arriverà la scissione. Intanto il No in forte vantaggio al Sud, per Politi sul FT (p.3) a spingerlo è lo scetticismo degli elettori sul piano di Renzi per il Mezzogiorno. Nuove polemiche sul voto estero, il fronte del No pronto al ricorso qualora risultasse decisivo (su tutti). Pace, presidente del Comitato del No, al Fatto (p.4): "Con queste procedure, segretezza e libertà del voto non sono garantite". Sono circa 4 mln gli aventi diritto, ma all'ultimo referendum ha votato meno del 20%. Il M5S alza ancora i toni, il blog di Grillo dà della "scrofa ferita" a Renzi. La replica del premier: "Il voto non è sulla scrofa ferita" (su tutti). Ma per Repubblica (p.3) lo scontro mostra che ormai è sfida tra loro due, come se fosse già un ballottaggio. Per Franco (Corriere p.5) la campagna è incattivita da sospetti incrociati.

EUROPA
ieri sui conti nuovo scontro a distanza tra Berlino e Roma. Il ministro tedesco Schaueble richiama la Commissione Ue a maggiore severità nell'analisi e nel giudizio sui bilanci dei Paesi membri. "L'Europa cominci a controllare il bilancio tedesco che ha un surplus commerciale" la replica di Renzi. Ma le regole della governance economica dell'eurozona prevedono procedure diverse per i surplus commerciali e i disavanzi di bilancio, scrive il Messaggero (p.11). Il giorno della verità sarà il 5 dicembre e sarà anticipato da un mini-summit chiesto da Schaueble per bloccare la linea Juncker sulla Fiscal Stance, con cui la Commissione raccomanda una politica espansiva.
 
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Commentario del 22.11.2016

IN PRIMA PAGINA
"Sì o No, avanti con le riforme": sulla Stampa parla il governatore di Bankitalia Visco. "L'agenda italiana non può cambiare". Su QN intervista a Renzi: "Un Sì antisistema": "col referendum abolisco sprechi e poltrone". Tremonti: "Ma il mondo del premier è già finito" (QN). Scontro tra Renzi e Grillo: chi vota Sì è un serial killer (Unità). Sui mercati cresce l'allarme Italia (Repubblica e tutti). Il Giornale: se l'Italia rischia è colpa dei conti. Sul Sole le ultime stime dell'Istat: pil "limato" allo 0,9% nel 2017. Spazio anche alla manovra: sul Messaggero gli sgravi per assumere giovani nel centro-sud. Sul Sole i 100 milioni dell'Inail per le scuole. Sul Fatto la "mancia" per Trento e Bolzano: 1,4 mld da spendere. Ieri Equitalia sotto attacco hacker: fisco e privacy da tutelare (Sole). Usa: sul Corriere i conflitti di interesse di Trump. Germania Merkel volta pagina su migranti e Islam (Stampa). In Francia batosta Sarkozy (Messaggero). In primo piano su tutti la svolta del Papa: "Assoluzione per l'aborto" (Sole). Il Foglio: l'aborto va nello scaffale più basso.

ITALIA-ECONOMIA
"La politica economica non sia prigioniera dell'emergenza": con un'intervista alla Stampa (in apertura e a p.2) il governatore di Bankitalia Visco torna sul tema referendum e mercati. "Qualunque sia l'esito lo sforzo di rendere il nostro ambiente economico più favorevole all'attività di impresa dovrà continuare. Solo così si potrà dissipare l'incertezza che condiziona gli investimenti e frena la crescita". Nell'intervista ampi riferimenti alle banche: "Non si parli di sistema, ma di singole banche. C'è stata una recessione fortissima che non poteva non pesare. Alcune hanno reagito bene, altre non ce l'hanno fatta". Complessivamente "sinora non è stato necessario un intervento pubblico, che comunque non avviene nel nulla: ci sono regole precise. Il principio del bail in è sano: è come si attua che può lasciare a desiderare. Bisogna avere presenti i rischi per la stabilità finanziaria". Intanto l'Istat abbassa la stima del pil, a 0,8% nel 2016 e a 0,9% nel 2017 (Sole in prima e a p.7 e su tutti). Pesano la "minore vivacità" di consumi e investimenti, il rallentamento della domanda estera e le incertezze legate al riaccendersi delle tensioni sui mercati. In calo anche la disoccupazione (all'11,5%) ma resta negativa la produttività del lavoro. Dall'Inps altri dati sul lavoro (Sole p.6): nel 2015 i dipendenti del settore privato sono cresciuti del 2,8%. Merito di decontribuzione e Jobs Act. Sul Messaggero (in prima e a p.9) le misure in arrivo per il lavoro: sgravi contributivi per chi assume giovani e disoccupati al Sud per tutto il 2017, utilizzando 530 milioni di euro di fondi europei. Ma l'Inps dovrà autorizzare le imprese. In manovra 150 milioni in più per i poveri ma fa discutere l'emendamento che ha introdotto l'Iva al 5% per gondole e motoscafi (Messaggero p.9). Sul Sole (p.6) i 100 milioni di fondi Inail destinati alla costruzione di nuove scuole. Sul Fatto (p. 2) il regalo per Trento e Bolzano: 1,4 mld da spendere da oggi al 2030.

ITALIA-POLITICA
"Non è in discussione l'euro". Il premier Renzi al QN (in prima e p.2-3) tranquillizza dopo la previsione del FT, smentendo l'ipotesi di uscita dell'Italia anche in caso di vittoria del No. "Piuttosto – dice – è in gioco la lotta agli sprechi: chi è contro il sistema vota Sì". "Agitazione dei mercati è dovuta alla poca chiarezza sulla risposta successiva all'esito": il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, alla Stampa (in prima e p.2-3) ribadisce che, "qualsiasi sia l'esito del voto, bisogna proseguire lo sforzo di riforma". Intanto tutta l'Unione alle prese con il brivido referendum: "c'è un rischio-Italia per l'Eurozona" (Stampa p.5). Per Repubblica (p.6) "l'allarme Italia" può aiutare più il fronte del No che quello del Sì. Fubini sul Corriere (p.5) sostiene invece che, a prescindere da chi vinca, gli investitori non vogliono un governo concentrato solo sulla legge elettorale, ma chiedono un impegno per rendere l'Italia in grado di sostenere i suoi debiti e risolvere la crisi bancaria. Intanto Renzi al QN, tra i vantaggi della riforma, cita "la maggiore credibilità internazionale del governo, utile per cambiare l'Europa, la maggiore semplicità che aiuterà nel processo di riduzione delle tasse, e la presenza di regole uguali in tutte le Regioni per chi perde lavoro". Ma l'ex ministro Tremonti al QN (p.4) attacca: "Renzi corre dietro a un mondo finito e la riforma va nella logica del mondo che sta finendo, che considera la velocità fine a se stessa un valore". Ieri nuove scintille Grillo-Renzi. Il fondatore del M5S lo ha definito un "serial killer" delle future generazione. La replica del premier: "Pensi al caso firme a Palermo". E Napolitano polemizza: "Ormai toni aberranti" (su tutti). Per Folli (Repubblica p.9) questi toni sono un pessimo presagio per il dopo, quando bisognerà ricucire il Paese. Per Sorgi (Stampa p.9) la polarizzazione Pd-M5S è una strategia del premier per motivare la parte pigra dell'elettorato di centrosinistra e mettere in guardia quello di centrodestra. Renzi, al QN: "La rottura del Nazareno ha complicato la partita, ma molti elettori di centrodestra voteranno Sì contro gli estremisti di destra e Grillo". Intanto Berlusconi pensa ad un nuovo "predellino" (Corriere p.4) e ribadisce che non bisogna aver paura della vittoria del No.

EUROPA
"May come Trump: alle imprese tasse al 15%" (Stampa p.13 e altri): la promessa ai vertici dell'industria britannica, preoccupati per il salto nel vuoto della Brexit. "Vogliamo raggiungere l'accordo che funzioni meglio per il Regno Unito" ha detto la May alla Cbi. "Con la corporate tax al 15% non voglio soltanto fare del Regno Unito il Paese con il più basso corporate tax del G20 ma anche favorire l'innovazione". La premier ha anche promesso 2 mld di sterline di fondi pubblici per ricerca e sviluppo e archiviato la proposta di un coinvolgimento dei lavoratori nei cda delle aziende, facendo infuriare i sindacati. Ma la fiducia dell'establishment è sospesa: si temono buchi miliardari di bilancio per la Brexit, almeno 100 mld di sterline per il FT. E da Berlino Schauble avverte Londra: "La Gran Bretagna è ancora un paese della Ue". Proccupa il dumping fiscale che si potrebbe innescare in caso di ribasso della tassazione sulle imprese. Intanto Facebook annuncia 500 nuovi posti di lavoro a Londra entro l'anno prossimo (Corriere p.33). Mandelsohn: "Il Regno Unito resta uno dei posti migliori dove stare per un'azienda tecnologica". L'annuncio segue quelli di Amazon, Apple e Google.

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Commentario del 21.11.2016

IN PRIMA PAGINA
In primo piano gli esteri, con la Merkel che annuncia la ricandidatura: "Resto contro i populisti" (Repubblica e tutti). Giornale: "Non ce ne libereremo mai". Libero: "Quarto Reich, povera Europa". Si lavora in vista del voto anche in Francia. Alle primarie del centrodestra cancellato Sarkozy (Repubblica). Exploit Fillon, ballottaggio con Juppè (Messaggero). Dagli Usa, missione di Obama alla guida della resistenza (Repubblica), intanto Trump dice stop agli immigrati da Paesi terroristi (Messaggero). Spazio anche alla politica italiana. Scontro Renzi-Landini. Il premier ai sindacati: "Difensori della Casta" (Stampa). Per Messaggero va a caccia di voti moderati. Boccia (Confindustria) a Repubblica: "Se vince il No il Paese si ferma". L'ex sindaco di Roma, Marino, alla Stampa: "Votare Sì è un favore a Grillo". Monti sul Corriere: "Io, Renzi e l'accozzaglia".
Economia: cartelle esattoriali, verso l'azzeramento dei costi di riscossione (Messaggero). Congelata in manovra la tassa Airbnb (Corriere) ma rispunta la tassa sui colossi del web (Messaggero). Su tutti i quotidiani la chiusura della Porta Santa. Finisce il Giulieo "low cost" (Messaggero).

ITALIA-ECONOMIA
Mercati e referendum. Munchau sul FT (p.11) definisce il voto italiano "la chiave per il futuro dell'euro: una sconfitta di Renzi potrebbe aprire una discussione sulla permanenza nella moneta unica, che dalla sua adozione nel 1999 non ha avuto per l'economia italiana le stesse performance di altri Paesi Ue". Il presidente e ad di Nuberger Berman, George Walker, al Corriere (p.9): "Se vince il No mi aspetto incertezza e volatilità, perchè gli investitori si fermeranno per capire cosa succede. Ma la volatilità sarà temporanea, siamo ottimisti sul futuro e vogliamo continuare a investire". Boccia (Confindustria) a colloquio con Repubblica (in prima e p.7) ribadisce le preoccupazione: "Addio investimenti se fermiamo la riforma". E l'editoriale del Corriere (in prima e p.26) cita la bassa produttività tra i problemi italiani: un dato che, se dopo il voto non si accelererà sul processo di riforme (come il Jobs Act) avviato da questo governo, porterà ad uno straordinario declino. Secondo Giovanni Zanni di Credit Suisse "è eccessivo parlare di choc dei mercati in caso di vittoria del No: non siamo di fronte ad un rischio sistemico. Ma è prevedibile un allargamento dello spread sul bund, e anche le banche ne potrebbero risentire".
Decreto fiscale, la Commissione finanze della Camera ha gettato le basi per superare l'aggio di Equitalia, il balzello del 6% che si applica ad ogni cartella esattoriale emessa. Per portare il costo di riscossione a carico dello Stato servono 600 mln, i fondi potrebbero essere recuperati dai maggiori introiti della rottamazione delle cartelle (Messaggero in prima e p.10 e altri). Intanto durante la discussione alla Camera sull'approvazione della legge di bilancio, si torna a parlare di web tax (Messaggero p.10), mentre viene accantonata la tassa Airbnb (Corriere p.9). Il country manager italiano della piattaforma, Matteo Stefanelli, alla Stampa (p.18): "Era più una web tax che altro, troppo semplicistica: si trovi una soluzione semplice. Con noi è impossibile evadere".

ITALIA-POLITICA
Scontro pacato a "In mezz'ora" tra Renzi e Landini (Fiom) sul referendum. "La riforma è malfatta – attacca il sindacalista -: sui titoli siamo tutti d'accordo (superamento del bicameralismo paritario e taglio dei costi della politica) ma è sullo svolgimento che non ci siamo". "Difendete la Casta" è la replica del premier, che si scusa per aver usato il termine "accozzaglia" per parlare del fronte del No. Mario Monti, in un intervento sul Corriere (in prima e p.27): "Non è una debolezza del fronte del No se a sostenerlo sono persone e movimenti che mai governerebbero insieme, è nella natura stessa di un referendum l'aggregare le due posizioni secondo l'opinione che si ha sulla questione sottoposta al voto". Casini a Repubblica (p.8): "Al netto del folklore, accozzaglia è il termine giusto perchè non può avere futuro un fronte che va da Grillo a Salvini. Il Sì è inevitabile, Renzi deve puntare sui moderati". Boccia (Confindustria) a colloquio con Repubblica (in prima e p.3): "Siamo in campo per il Sì, vogliamo contribuire al cambiamento, soprattutto in termini di competitività per le imprese, che hanno bisogno di stabilità. Semplificazione dell'assetto istituzionale e normativo e revisione del titolo V della Costituzione fanno parte della tradizione riformista di Confindustria". La Stampa (in prima e p.7) intervista l'ex sindaco di Roma, Ignazio Marino: "Dopo la Capitale, Renzi rischia di consegnare l'Italia a Grillo e alla Casaleggio. La vittoria del Sì sarebbe un favore al populismo, il No lo può fermare perchè è il momento di coltivare limiti e contrappesi, non la democrazia d'investitura". Per Conti (Messaggero in prima e p.6) è alla "maggioranza silenziosa", che in passato ha consentito molte rimonte a Berlusconi, a cui si rivolge Renzi, che punta anche sugli "scontenti" del M5S. Diamanti su Repubblica (in prima e p.23) analizza il quadro politico, sottolineando come sia evidente la personalizzazione di partiti e governo.

EUROPA
Manovre in vista delle elezioni in Francia e Germania in primo piano. La Merkel annuncia la sua ricandidatura contro le spinte nazionaliste "per scongiurare l'odio" (su tutti). La Cancelliera correrà per la quarta volta, ma ammette le difficoltà: "L'impresa più difficile dopo la riunificazione". Per Taino (Corriere p.2) una scelta rischiosa ma inevitabile. Secondo Repubblica (p.4) è un azzardo sorto dall'intenzione di fermare i pericoli che minacciano l'ordine mondiale e dalla necessità di fare della Germania, e attorno ad essa dell'Ue, un muro in grado di respingere la demagogia populista. Per il politologo tedesco, Neugebauer, al Corriere (p.3) la Cancellierà è nella scia di Adenauer e Kohl "ma rischia di stancare. Anche lei lo sa, ma è indispensabile per il suo partito (la Cdu), che non ha un'altra persona credibile da presentare all'Europa. Ma – dice Neugebauer – dobbiamo domandarci se saprà dimenticare un po' degli interessi tedeschi e prendere in considerazione quelli Ue". Giornale (in prima e p.11) all'attacco: "Non ce ne libereremo mai". Libero (in prima e p.11) parla di "quarto Reich" e commenta: povera Europa, con lei nell'Ue resterà la politica del rigore.
In Francia, intanto, Fillon stravince il primo turno delle primarie del centrodestra. Domenica ballottaggio con Juppè. Sconfitto Sarkozy (su tutti), che annuncia: "Cambio vita" (Repubblica p.2). Per Nava (Corriere p.5) Fillon è il provinciale tranquillo che tiene a bada i populisti. Boom di affluenza per il primo turno di primarie, per Valli (Repubblica p.4) la destra francese si ricompatta, la sfida adesso è con Le Pen. Valensise nell'editoriale del Messaggero (in prima e p.18) parla di vento Usa (dopo l'elezione di Trump) che scuote l'asse Berlino-Parigi e spinge sull'esperienza di governo contro la spinta populista. Intanto la Stampa (p.5) riporta un sondaggio Last sull'opinione degli italiani sull'Ue: per il 57,5% la Ue per l'Italia è una necessità, anche se va ripensata. Il 28% considera ancora una possibilità l'Unione per l'Italia, mentre solo il 13% è convinto che sia un ostacolo. E solo il 28% degli italiani vorrebbe un referendum per decidere la permanenza, per il 56,3% è meglio che sia la politica a scegliere.

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Commentario del 20.11.2016

IN PRIMA PAGINA
Referendum e manovra in primo piano. Il ministro Padoan al Corriere: "Nessun complotto dei mercati" dice sull'avvertimento di Bankitalia sul referendum. Intanto Renzi attacca: "Il No un'accozzaglia contro di me" (su tutti). La replica dal fronte del No: "E' disperato" (Repubblica). Il ministro Franceschini al Messaggero: "Renzi governi anche con il No". Berlusconi al QN: "Renzi è la casta: io un imprenditore liberale, lui un politico professionista senza voti". Libero: finisce a insulti.  Mentre Giornale sente aria di brogli: ecco i tre buchi neri del voto all'estero. Intanto la manovra all'esame della Camera: corsa contro il tempo per l'approvazione prima delle urne. Dossier del Sole sulle riforme per lo sviluppo: l'attuazione sale al 78% (Sole). Su tutti i quotidiani spazio agli scenari Usa - vertice Trump-Romey: un ex nemico per la poltrona di Segretario di Stato – e alla questione immigrazione in Italia: polemiche sul sistema di distribuzione, mentre Alfano annuncia 150 soldati a Milano.

ITALIA-ECONOMIA
Manovra, sarà decisivo l'esame dell'Ecofin del 5-6 dicembre sulla proposta della Commissione Ue, che chiede all'Italia una correzione strutturale di 0,3 punti di Pil, pari a 5 mld (Repubblica p.12). "La manovra non cambia, gli obiettivi di finanza pubblica saranno raggiunti con la maggior crescita" dice al Corriere (in prima e p.2-3) il ministro Padoan, che spiega: "Sono convinto che la maggior crescita del Pil avrà riflessi positivi su deficit e debito, colmando le differenze rispetto all'analisi della Commissione". Per Padoan l'impianto della manovra – che si basa su aumento del deficit, voluntary disclosure, asta frequenze e altre misure una tantum - "è coerente con le precedenti Stabilità, è orientato allo allo sviluppo. Si sta andando avanti su una linea di politica bilancio che sostiene la crescita. E' una fase di transizione verso una crescita più forte dell'economia, che richiede passaggi graduali". Intanto, è corsa contro il tempo alla Camera per il via libera alla manovra prima del 4 dicembre: si lavora agli emendanti alla legge di bilancio. Tra le modifiche in diritto d'arrivo maggiori margini per le assunzioni negli enti locali (Sole p.2). Sole (p.2) segnala come Metropolitane e Tav siano tra le priorità nel 2017: infrastrutture e trasporti per spostare passeggeri e merci sul ferro in ambito nazionale e urbano. Delrio lancia il piano con 22 interventi sulle linee urbane, finanziamenti da 1,3 mld dal Fondo sviluppo e coesione.  Di Vico (Corriere p.2) punta sull'"l'imposta occulta" sulle partite Iva prevista in Bilancio: si tratta della trimestralizzazione dello spesometro e la comunicazione ogni tre mesi dei dati delle liquidazioni periodiche dell'Iva. 8 nuovi adempimenti che comportano costi stimati in 480 euro annui nel 2017 e 720 nel 2018 per ciascun soggetto con cui il governo pensa di recuperare 2 mld nel 2017. Nel frattempo il Senato ha approvato la riforma del lavoro autonomo, prevista nel Jobs Act. Introdotti equo compenso, sgravi fiscali e più tutele per i malati (Repubblica p.13). Renzi stoppa l'ipotesi di una maggiore tassazione per gli affittuari di Airbnb. Banrnabò Bocca (Federalberghi) al Corriere (p.21): "Sì alla cedolare per affitti Airbnb, noi ci battiamo contro gli abusivi". Intanto il Sole (in prima e p.3) stila il rating sull'attuazione delle riforme per lo sviluppo: con l'accelerazione degli ultimi 3 mesi la percentuali è salita al 78%, mancano all'appello 241 decreti sui 1092 previsti da fine 2011 per portare l'Italia fuori dalla crisi. E Santilli (Sole p.3) chiede di completare il lavoro per non frenare l'economia.

ITALIA-POLITICA
"Mercati più nervosi per incertezza sul processo di riforma, è normale che la banca centrale lo segnali. Non sono né allarmi né complotti": così il ministro Padoan al Corriere (in prima e p.2) sull'avvertimento di Bankitalia sul referendum. Poi definisce "fantasiosa" ogni ipotesi di governo di scopo in caso di vittoria del No. Anche per il ministro Franceschini al  Messaggero (in prima e p.3) sono "fantasie da retroscenisti" le ipotesi di un governo guidato da Padoan o dallo stesso Franceschini in caso di vittoria del No. "Renzi – spiega - dovrebbe proseguire fino a fine legislatura in ogni caso, perchè non si vota sul governo". Intanto Renzi ha definito "un'accozzaglia" il fronte del No (su tutti). Berlusconi al QN (in prima e p.3): "Io da sempre per il No perchè questa riforma è sbagliata e pericolosa. Comunque, anche con la vittoria del No, il Pd e i suoi alleati avrebbero la maggioranza alle Camere, starebbe a loro fare il governo: il nostro sostegno non è necessario". Mentre su legge elettorale e costituente, il leader di Fi dice: "Esigiamo di essere coinvolti, come si fa in democrazia". E a proposito di legge elettorale, dice: "Il Proporzionale è l'unico sistema che può garantire l'omogeneità in un sistema con tre forze che sostanzialmente si equivalgono e in cui nessuno ha la maggioranza". A spingere le ragioni del Sì è il ministro Franceschini, che a Messaggero ribadisce: "Ci sarebbe uno scenario che tutti abbiamo desiderato: una sola Camera che fa le leggi e un vincitore delle elezioni che avrà la maggioranza di quella Camera. Ma non sarebbe Renzi ad avvantaggiarsene, bensì il Paese". Sul QN (p.4) la contrapposizione tra i sindacati sul referendum. "Riforma sbagliata, scritta dalla finanza" la definisce Re David (Fiom), mentre Bentivogli (Fim-Cisl) dice: "La vera catastrofe sarebbe se restasse tutto così". Intanto Renzi pronto ad inviare un depliant agli italiani contro "l'accozzaglia" del No con le immagini di Grillo, D'Alema, Brunetta, De Mita, Monti e altri. Per Libero (in prima e p.3) Renzi punta gli insulti per vincere, perchè la riforma non basta. Nell'"accozzaglia" non ci sono Berlusconi e Salvini, perchè il premier punta sui voti della destra. Per la Stampa (p.4) è partita la caccia ai voti dei moderati di centrodestra. Intanto Damilano sull'Espresso (p.14-15) parla di battaglia esagerata che non riguarda più il Paese, ma i destini di chi conduce i partiti. Dopo sarà tutto da ricostruire.

EUROPA
"L'economia di Trump favorirà l'Ue, ma deve evitare la guerra dei dazi": l'economista Allen Sinai alla Stampa (p.13) è convinto che le politiche espansive del nuovo presidente Usa aiuteranno l'Europa. Il ministro Padoan al Corriere (in prima e p.2-3) parla di "conseguenze ancora difficili da decifrare", anche se c'è un elemento che i mercati danno per scontato: la ripresa dell'inflazione, "un fenomeno – dice – che iniziamo a riscontrare sui tassi dei titoli di Stato. Ma – prosegue Padoan – quello che preoccupa è una eventuale chiusura delle frontiere e la chiusura dei mercati, che aumenterà l'incertezza". Copertina (e servizi a p.20 a 36) sull'Espresso dedicato allo "scontro" Trump vs Europa: il nuovo presidente Usa si abbatte sui leader Ue, nel momento di massima crisi: a contrapporli due visioni opposte del mondo, della Nato, della globalizzazione.
Elezioni in Francia, oggi primo turno delle primarie per scegliere il candidato delle presidenziali dei "Republicains". Sfida a tre tra Juppè - in testa, ma con segnali di cedimento -, Sarkozy  - in ripresa - e Fillon – in forte recupero. (Messaggero p.14, Sole p.8 e altri).

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Commentario del 19.11.2016

IN PRIMA PAGINA
Bankitalia: effetto voto sui mercati (Repubblica e tutti). "Con il referendum forte volatilità" (Sole). Ma i top manager non temono l'onda: "Se vince il No nessuna catastrofe" (Repubblica). Renzi punta su affluenza e indecisi per risalire nei sondaggi (Corriere, QN). E avverte: niente inciuci se vince il no (Repubblica). Veltroni e Mieli al capezzale della sinistra: "Torni a farsi popolo" (Repubblica). "Superi l'ossessione del nemico" (Unità). Problemi anche a destra. Parisi balla da solo: "Addio Forza Italia" (Giornale, QN). Libero: Parisi è impazzito. In difficoltà anche i 5Stelle: grillini indagati a Palermo (Foglio). Spazio anche agli Usa: Trump sceglie tre "falchi" per Giustizia, Sicurezza e Cia (Sole e tutti). Dalle banche centrali avvertimento a Trump:no a un mercato con meno regole (Stampa). Ma Apple ritorna e Ford resta: produrremo Made in Usa (Messaggero). Parla alla Ue il ministro Gentiloni: "Crescita e difesa, dobbiamo reagire con scelte forti. E' l'ultima chance" (Corriere). Intanto tra Italia e Ue si apre un altro fronte: i dazi antidumping a Pechino (Sole).

ITALIA-ECONOMIA
"Rischio voto sui mercati" (Repubblica in apertura e a p.2 e su tutti), "anche Bankitalia si schiera" (Giornale p.2). In primo piano su tutti l'allarme di Bankitalia in vista del referendum e leggendo il voto italiano nel quadro americano ed europeo. "Un'osservazione di buon senso", scrive Sorgi sulla Stampa (p.4), "ma avrà effetto sugli svogliati?". Nel Rapporto sulla stabilità finanziaria si prefigura "un forte aumento della volatilità per il mercato italiano nella prima settimana di dicembre". Bankitalia preoccupata anche per la risalita dello spread sui titoli pubblici italiani e per il sistema bancario, esposto a "shock di origine interna e internazionale", e il Mps più di tutti. Un altro assist a Renzi, quello di Bankitalia ma il premier minimizza. "E' fisiologica la preoccupazione dei mercati ma non è la carta della paura che vogliamo giocare. Bankitalia fa un mestiere diverso dal nostro" (Messaggero p.2). Duro Brunetta: "Ci mancava Bankitalia a creare il panico sui mercati. In un momento come questo, piuttosto che rassicurare il governatore Visco alimenta le tensioni". Guerini al Corriere (p.9): "Fibrillazioni possibili. Dopo Brexit ed elezioni Usa l'attenzione è molto forte". Tremonti al Corriere (p.9): "Il rischio diventerà stabile se resterà il premier. Oggi è peggio che nel 2011". Per l'ex ministro sarà piuttosto la vittoria del sì ad agitare i mercati: "Con il dissesto finanziario che ha creato il rischio vero è proprio che resti". Anche il mondo degli affari è schierato per le riforme: il 98% dei manager interpellati da Bloomberg è a favore del sì, scrive Repubblica (p.3). "Ma se vince il no nessuna catastrofe".Morgan Stanley: "la sconfitta di Renzi è un risultato cattivo ma gestibile". Credit Suisse: "Ci sarà volatilità ma non problemi sistemici". Ma per Deaglio col no lo spread tornerebbe a livelli elevati (300-500) "anche perché già in questi giorni si sono create speculazioni contro il debito pubblico italiano. E la rapida risalita dei tassi metterebbe fine alla ripresa italiana". Intanto "Padoan lasciato solo in Europa. Ora vuole mollare il premier": nel retroscena del Giornale (p.2) la "stanchezza" del ministro per la gestazione della manovra – in cui è stato sistematicamente scavalcato da Renzi – e per le difficili trattative con Bruxelles. Padoan mediterebbe le dimissioni ma aspetta l'occasione giusta, per evitare di danneggiare il governo.

ITALIA-POLITICA
Referendum, Bankitalia avverte: "Rischio turbolenze sui mercati" (su tutti). Per la Stampa (p.4) anche se non dice esplicitamente che sarebbe meglio che vincesse il Sì, il messaggio è molto chiaro. Renzi: "No alla paura per spingere il Sì", poi dice: "Con le riforme il Pil va su, senza sale lo spread" (su tutti). L'ex ministro Tremonti al Corriere (p.9): "Il rischio non è la vittoria del No, ma quella del Sì. E' la permanenza di Renzi a stabilizzare il rischio con il dissesto finanziario che ha creato". Guerini (Pd) al Corriere (p.9) smorza: "Fibrillazioni normali alla vigilia di un voto importante, ma per spingere il Sì bisogna portare gli indecisi a votare". Un sondaggio di Bloomberg tra i manager evidenzia come il 98% sia a favore del Sì, anche se in pochi temono effetti negativi dal No (Repubblica p.3). Per Corriere (p.8) l'instabilità è generata dalla sfiducia reciproca tra fronte del Sì e del No, che fa fuggire chi investe. Intanto i sondaggi vedono il No avanti. "Non ne hanno azzeccata una" ironizza il premier, che punta sul 60% di affluenza, prevedendo che la soglia per vincere siano 15 mln di voti (su tutti). Campi sul Messaggero (in prima e p.22) suggerisce a Renzi di trovare "un'idea alta e seria" di politica per ribaltare "nell'ultimo miglio" il risultato referendario. Ieri i 1000 giorni del governo. Verderami (Corriere p.11): una cerimonia di addio, l'anticipazione di ciò che farà se vincerà il No. E' evidente che una crisi di governo aprirebbe una fase di instabilità – scrive Verderami - e costringerebbe alla costituzione di un esecutivo per Bilancio e legge elettorale, ma nei partiti non si vedono risorse capaci di unire una maggioranza e guidare Palazzo Chigi.
Centrodestra. Parisi, scaricato da Berlusconi, intenzionato ad andare avanti trasformando in partito il movimento "Energie per l'Italia" (su tutti). Libero (p.3): poteva rianimare Fi, ma si è seppellito in una nuova molecola arrabbiata. Schifani al Mattino (p.9): "Marciare in alleanza con  Lega e FdI, perchè un'ipotesi puramente centrista sarebbe impraticabile". Raffaele Fitto a Libero (p.3): "Centrodestra deve liberarsi di Berlusconi, ma serve uno strumento di partecipazione per legittimare programma e leader". Giorgia Meloni ha proposto le primarie per il 5 marzo. E a Libero (p.4) dice: "Io Salvini e Toti ci siamo". Schifani al Mattino: "Prematuro, serve progettualità condivisa".

EUROPA
"Dalla difesa alla crescita serve una risposta forte: è l'ultima chance per l'Ue": sul Corriere (p.6) parla il ministro Gentiloni."L'Ue ha avuto due campanelli d'allarme, Brexit ed elezione di Trump. La reazione è stata parziale e timida. Ma se questa crisi non produce una reazione forte rischia di essere un'ultima spiaggia per l'Europa, Come governo italiano abbiamo proposto una Schengen della difesa europea. Anziché arrovellarci su Trump lavoriamo alle soluzioni". Ieri l'addio di Obama al leader della Ue: "Continuate a lavorare con gli Usa, mantenete le sanzioni su Mosca" (Corriere p.5). Tra i presenti, Renzi i meno "caldi" sulla proposta.  Sul punto siderali le distanze con la Germania, con Repubblica (p.11) che rivela l'irritazione della Merkel verso Renzi per l'atteggiamento tenuto all'ultimo Consigli europeo mettendosi di traverso e impedendo riferimenti a sanzioni. Ma fino al referendum tra i due sarà tregua. E persino Schaueble ha espresso un irrituale, forte appoggio al governo, pur guidato da un leader nel mirino di mezza Europa per la sua affidabilità. Intanto tra Roma e Bruxelles si apre un altro fronte di scontro, quello dei dazi alla Cina e della concessione di status di "economia di mercato" (Sole in prima e a p.9): l'Italia dice no e chiede maglie più strette, l'Europa cerca di mediare tra Paesi importatori e Paesi produttori. La commissario Malmstrom, ieri a Milano, chiude a modifiche: "La riforma antidumping che abbiamo pubblicato è un buon compromesso. Per la Commissione Ue non ci sono margini di modifiche", "la Cina non è un'economia di mercato, e non lo sarà. Le misure antidumping ci tutelano". Calenda: "La proposta della Commissione è inaccettabile, debole e complessa. I presupposti giuridici sono contestabili, i cinesi possono portarci davanti al Wto. Faremo battaglia in Consiglio e al Parlamento". Dura anche l'analisi del Sole (in prima e a p.9): "La Ue non può agire con ambiguità e per il vantaggio di alcuni a discapito dell'interesse di tutti". Riferimento neanche troppo implicito alla Germania.

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Commentario del 18.11.2016

IN PRIMA PAGINA
Il No avanza (Repubblica) e arriva al 55% ma più di un votante su dieci è indeciso (Corriere). Il Fatto: Renzi vince solo se raccoglie tutti gli indecisi. In primo piano su tutti gli ultimi sondaggi sul referendum, diversi ma concordi sull'avanzata del No. Renzi: "Se perdo al referendum no a un governo tecnico o di scopo" (Sole e tutti). Ipotesi Grasso per il governo (Stampa e altri). Intanto i tassi Usa mettono l'Italia a rischio (QN): Yellen pronta al rialzo, i tassi BTp salgono al 2,1%, lo spread oltre quota 180 (Sole). Troppe le incertezze sulle banche (Sole). Ieri il via libera del bilancio Ue, con l'astensione dell'Italia. Delrio al Sole: "Parametri Ue da rivedere". Sul fronte interno, Renzi pronto a firmare il contratto con gli statali (Italia Oggi). Sul Fatto il rapporto sul lavoro: in Italia è cresciuto solo quello scadente. Su tutti il nuovo caso De Luca: "La Bindi, un'infame da uccidere" (Sole). Il Pd lo censura (Repubblica), il Giornale lo assolve: solo una frase da bar. Su tutti anche la condanna a 9 anni di Cosentino: era il referente dei casalesi (Fatto). Su Avvenire intervista al Papa: "Misericordia e unità". Sul Mattino l'annuncio del ministro Lorenzin: nuova speranza per l'Alzheimer da un farmaco sperimentale.

POLITICA
Ultimo giorno di sondaggi, e ogni quotidiano pubblica i suoi. No avanti per tutti, ma per il Messaggero la partita è ancora aperta. No al 55% per Pagnoncelli (Corriere in prima e a p.2), sì al 45% ma il 13% è ancora incerto e un elettore su due non andrà a votare. Diamanti (Repubblica in apertura e a p.2) dà il No in testa di sette punti al 41%, il Sì fermo al 34%; ancora indeciso un italiano su 4: per gli elettori la consultazione sarà soprattutto un referendum pro o contro Renzi. E l'attivismo del premier non inverte la tendenza: Renzi resta il leader più quotato (41%) ma l'effetto Trump spinge al sorpasso della Lega di Salvini su Forza Italia (Repubblica p.3). Piepoli (Stampa p.3) vede il No avanti di otto punti, al 54% contro il 46% del Sì. Indecisi al 24%.  La vittoria di Trump non aiuta il Sì; ininfluenti Verdini e Cuperlo. Sul Messaggero (in apertura e a p.2) il sondaggio di Tecnè: No tra il 52 e il 54%, Sì tra il 46-48%. Noto (Ipr): "La partita è aperta, saranno decisivi gli ultimi 3-4 giorni. Saranno determinanti gli indecisi più favorevoli al sì". "Renzi vince solo se raccoglie tutti gli indecisi", l'esito del sondaggio GPF del Fatto (in prima e a p.6): per ora il No è avanti di sei punti al 32%, Sì al 26%, indecisi al 14% di cui solo il 4,3% orientati al Sì; non voteranno il 28%. Per il 54,4% in caso di sconfitta Renzi dovrebbe dimettersi. Nel sondaggio Ipr di QN (p.9) il No in testa al 52%, Sì al 47% ma c'è un 20% che non ha ancora deciso se e cosa votare. Noto: "Lo slancio positivo della manovra è durato poco, decisivi i prossimi 15 giorni". No nettamente in vantaggio nel Sud e tra i giovani fino a 34 anni. E se Renzi perde per il 55% dovrebbe dimettersi. Unica a dare Sì e No quasi alla pari è la Lorien Consulting, nel sondaggio per Italia Oggi (in prima e a p.8): 47,5% il No, 44,5% il Sì. Gli indecisi porterebbero al testa a testa.
Renzi, nonostante l'intonazione dei sondaggi, continua la campagna elettorale e dice no al governo di scopo: "Non resto solo per galleggiare" (Stampa p.2 e tutti). Ma i retroscena e le analisi sul dopo voto in caso di vittoria del No raccontano scenari diversi, tra Renzi-bis e ritorno al partito del premier. E più quotidiani parlano di un governo "istituzionale" a Grasso.  Berlusconi all'ambasciata britannica: "Tranquilli, il 5 dicembre nessun rischio" (Corriere p.6). Salvini dà a Renzi solo 15 giorni: "Poi nessuno gli faccia da stampella. Se qualcuno del centrodestra lo farà noi tireremo diritto" (QN p.12).

ECONOMIA
"Parametri Ue da rivedere": in un'intervista al Sole (in prima e a p.9) il ministro Delrio minimizza il giudizio europeo sui conti italiani. "Semmai la novità è l'annuncio di una politica di bilancio più espansiva. Ma se non si rivedono i parametri dell'output gap si penalizza l'Italia e si ingabbia questa evoluzione". Nell'intervista il rilancio di porti e infrastrutture – "Se avessimo la logistica tedesca l'Italia sarebbe la prima potenza industriale d'Europa" – concorrenza e liberalizzazioni per attrarre capitali esteri, la quotazione di Fs e la fusione con Anas. Intanto prosegue la maratona della Camera sulla manovra: più sconti Imu per chi affitta (Messaggero p.19). Per Italia Oggi (p.6) Renzi è pronto a una mossa sui contratti degli statali, praticamente "l'ultima carta pre-referendum a favore del Sì". Il premier sarebbe pronto a chiamare i sindacati a Palazzo Chigi per proporre un accordo sul rinnovo. Boccia (Confindustria) chiama invece i sindacati sul patto di fabbrica: "Parleremo non solo dell'idea di fabbrica ma di società" (Sole p.15). Sui giochi nuovo rinvio sul piano del governo per ridurre le slot machine entro il 2018. Ieri da Baretta nuova proposta di accordo con Comuni e Regioni, fissando il numero delle slot che resteranno attive dopo il taglio: alla fine solo 18 mila contro le attuali 29.600 (Messaggero p.19). Baretta al Mattino (in prima e a p.11): "Con il gioco abbiamo esagerato. Il governo pronto alla stretta". Sul Fatto (in prima e a p.10) i veri numeri del lavoro, dal rapporto Eurofound: "In Italia è cresciuto solo quello povero". I posti persi nella crisi recuperati tutti nelle fasce più basse dei salari.
Su Repubblica (in prima e a p.24) la crisi della pesca, in ginocchio per concorrenza e crollo dei prezzi: in trent'anni persi 18 mila posti. Pesano anche le regole Ue, il mancato ricambio generazionale e le divisioni tra pescatori.

EUROPA
Passa il bilancio Ue 2017, l'Italia si astiene (Sole p.6 e tutti). Rimane per ora bloccata la revisione del pluriennale 2014-2020 per il veto minacciato da Roma. "Bilancio Ue, il veto italiano era una balla" titola Notizia Giornale (in prima e a p,3). Padoan: "E' passata la nostra linea di un maggior deficit per la crescita". Ma ora l'immobilismo pre-elettorale rischia di paralizzare l'Unione (Sole p.8). E l'economista Fitoussi contesta la "manovra espansiva" della Ue: "Più spese? La Germania non accetterà mai. E lo stimolo dello 0,1% del pil europeo non inciderà per nulla. C'è una sola riforma possibile: creare un'unione fiscale con un vero governo europeo federale. Renzi, se vuole cambiare le cose, deve trovare un'alleanza forte con Hollande" (QN p.7). Ieri il congedo di Obama dalla Merkel: "Tieni testa a Putin" (Corriere p.12). Sanzioni a Mosca finché non rispetta gli accordi. Poi l'endorsement: "Se fossi tedesco voterei Merkel". E sul Ttip la speranza è di conservare gli accordi già raggiunti per poi riprenderli. Sul Sole (p.11) i timori della Merkel: "Il Ttip è a un punto morto". Sul Corriere (p.13) parla la Commissaria Ue Malmstrom: "Il protezionismo è un errore. Non è il commercio mondiale che ha tagliato posti di lavoro". Tra le tante resistenze ricordato l'impegno dell'Italia: "Calenda si è impegnato molto a favore, moltri ministri in altri Paesi no". Oggi minivertice di Obama con gli altri leader europei: Hollande, Renzi, May e Rajoy. Il Fatto (p.8) parla di gran consulto delle "anatre zoppe".

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Commentario del 17.11.2016

IN PRIMA PAGINA
In manovra "buco da 5 miliardi" (Stampa: conti italiani a rischio deviazione" per la Ue (Sole). Ma da Bruxelles richiamo soft (Messaggero). Tutto rinviato a dopo il voto (Fatto, Giornale). Moscovici: "L'Italia va aiutata, ma resta un divario da colmare" (Sole). Schulz: il vostro premier fa bene a battere i pugni (Corriere). Prodi: "Da parte nostra troppe polemiche. Non si discute l'appartenenza all'Europa" (Repubblica). Europa che sui conti svolta: ora meno rigore (QN). Sul fronte interno  nuovo annuncio di Renzi: al Sud supersconto a chi assume (Mattino, Unità). Via libera anche al decreto fiscale: sul Sole come cambiano le regole su cartelle, multe, Equitalia. Ma al referendum avanti il no (Sole). Renzi drammatizza: "Se vince il no vado a casa" (QN). Bersani al Corriere: "Se vince il no Matteo resti". Su tutti la nuova svolta di Berlusconi: "Non vedo miei successori, l'unico leader in politica è Renzi" (Sole). Feltri su Libero: si fa l'inciucio. Su Repubblica, Messaggero e tutti "l'ultima superbia di Dylan": "ritirare il Nobel? Ho altro da fare". Sul Corriere 007 Missione Bicocca: cercasi agenti nelle università.

ITALIA-ECONOMIA
"Manovra a rischio sfondamento" (Corriere p.2). Via libera con riserva di Bruxelles ai conti italiani: c'è l'okay alle spese eccezionali per terremoto e migranti ma "la manovra sfora di 5 miliardi" (Stampa e Messaggero p.2 e tutti). Se ne ridiscuterà all'inizio del 2017: senza correzioni scatta la procedura. Idem per il debito: "Italia e Belgio non rispettano la regola del debito – ha rimarcato Dombrovskis – la Commissione presenterà un rapporto al più presto". Il governo incassa e spera nella risalita del pil (Stampa p.3). "C'è il voto, tutto è perdonato" scrivono Fatto e Giornale. Sul Corriere (p.2) la linea di Renzi: "Il richiamo sui conti? Ce lo fanno tutti gli anni a novembre. Il mio non sarà mai un governo come quello di Monti che prendeva ordini da Bruxelles".  "Sostegno all'Italia, ma il deficit va ridotto" dice il commissario Moscovici al Sole (p.4). Schulz: "Il patto di Stabilità esiste ancora ma viene aggiornato con una flessibilità intelligente. Tra Renzi è Juncker ho favorito il dialogo per evitare un impasse che avrebbe danneggiato tutti". Prodi, in un'intervista a Repubblica (p.3) richiama Renzi: "Dal premier eccesso di polemiche. Sbagliato mettere in discussione la nostra appartenenza all'Europa". Ma se dovesse superare indenne il referendum, Renzi rilancerebbe sulla revisione del Fiscal Compact (Messaggero p.3). Sul fronte interno, la linea del governo è portare a casa il "sì" della Camera alla manovra prima del 4 dicembre e senza ritocchi (Repubblica p.2). Ieri primo sì (con fiducia) della Camera sul decreto fiscale che anticipa la manovra: salta Equitalia, scatta la sanatoria per le cartelle e si riapre la voluntary disclosure sui capitali (Messaggero p.5 e tutti). Sul Sole (p.2) come cambia il fisco.
Su tutti l'annuncio del premier, ieri in Sicilia: "Decontribuzione totale per le aziende che assumono al Sud" (Corriere p.5 e tutti). I fondi, pari a 730 mln, dovrebbero arrivare dalla Ue. Applaude Confindustria, opposizioni critiche: spot elettorale. Del Conte (Anpal) ad Avvenire(p.8): "Un aiuto necessario ad aree del Paese ancora a rischio". Dall'Inps gelata sul lavoro: da gennaio meno assunzioni stabili (-32%), più voucher (+34%) e più licenziati (+4%). Boom dei licenziamenti per giusta causa (28%) specie nelle imprese con più di 15 dipendenti (+32%). Il saldo tra nuove assunzioni e cessazioni resta positivo ma in calo (Avvenire p. 8 e tutti). Poletti: "Al via il bonus per ricollocare i disoccupati" (Messaggero p.7). Gelata anche sulla ripresa: S&P's stima una crescita limitata all'1%, frenata dalla bassa produttività (Sole p.7).

ITALIA-POLITICA
"No in vantaggio ma consensi sulla riforma": il sondaggio Cise-Sole vede il No al 34% e il Sì al 29, ma potrebbero essere gli indecisi (37%) a fare la differenza (Sole in prima e p.13). Sebbene il No sia avanti, nei singoli contenuti la riforma piace (unico con giudizio negativo è il trasferimento di competenze dalle Regioni allo Stato), ma a pesare è il giudizio sull'attività del governo (61% negativo). Negativo anche il giudizio di Panorama, che dedica copertina (e servizi p.42-56) ai 1000 giorni del governo Renzi: tra Pil, tasse, lavoro, spesa pubblica e debito è un "conto salato". Il premier da Cagliari in campagna per il Sì: "Con il No vince la casta e io non rimango, se non passa questa riforma non se ne farà un'altra" (su tutti). Il premier rimarca il rischio instabilità con la vittoria del No, ma Bersani al Corriere (p.13) ribalta il ragionamento: "Il Sì porta instabilità, serve il No per arginare populisti e destra xenofoba". In caso di vittoria dei contrari, il premier -ragiona Bersani – deve restarem, anche se un po' "acciaccatino". Intanto cresce il timore di attacchi hacker, non sul voto ma sulla propaganda (Messaggero in prima e p.9). Resta teso il clima nel centrodestra. "Non ho eredi, oggi l'unico leader è Renzi": Silvio Berlusconi spiazza tutti cancellando l'ipotesi di una successione nella guida della coalizione. Parisi alla Stampa (in prima e p.13): "Frasi che disorientano il nostro elettorato". In molti leggono nelle dichiarazioni di Berlusconi sul premier l'apertura ad un "Sì mascherato al referendum" (su tutti). Ma Gelmini ad Avvenire (p.10) smentisce: "Renzi è l'unico leader tranne Berlusconi, che è la guida di Fi e non c'è un'esigenza di successione a lui". Gelmini conferma il No di Fi "alle riforme pasticciate di Renzi". E sul dopo voto: "Siamo fermamente ancorati al centrodestra". Per Messaggero (p.11) Berlusconi ha premesso di non aver trovato "un erede" perchè guarda a se stesso per accreditarsi come interlocutore del governo per il post referendum. Di diverso avviso Cramer sul Giornale (in prima e p.9), secondo cui quello di Berlusconi è un affondo: "Renzi è leader perchè non ci sono io". Feltri su Libero (in prima e p.3) vede l'ipotesi "inciucio": Renzi, anche in caso di sconfitta, si sbarazzerà dei ribelli per governare con Berlusconi. Anche per Palmerini (Sole p.15) l'endorsement di Berlusconi a Renzi va nella direzione di un nuovo patto con il premier, che sarà protagonista anche in caso di sconfitta.

EUROPA
"Svolta Ue: meno rigore" (QN in apertura e a p.2 e su tutti). La Commissione prova a rottamare l'austerità e apre a politiche espansive: si potrebbe configurare una "manovrona" da 50 mld spinta dai bilanci dei Paesi della Ue. Mossa anche sulla Germania: "Aumenti la spesa per alimentare la domanda". Padoan: "L'Europa sta togliendo di mezzo l'austerità, una grande vittoria dell'Europa che l'Italia rivendica". "L'Europa svolta, ha vinto Renzi. Ma attenti alla reazione tedesca", dice Lazar a QN (p.3).
In Germania Merkel "costretta" a ricandidarsi in nome della stabilità (Stampa p.6). E' lei il vero baluardo della stabilità in Europa. E in vista di una campagna elettorale che si annuncia durissima possibili attacchi all'Italia, per la disinvolta politica di Roma su conti e migranti (Stampa p.2). Ieri l'incontro con Obama: "Sul libero scambio tra Europa e Usa e sul clima non si torna indietro".
In Francia Macron rompe con i socialisti e corre solo per l'Eliseo (Stampa p.7). Un altro colpo durissimo per Hollande, dato nei sondaggi al 14%, minimo storico per un presidente. Macron promette "una profonda rivoluzione democratica" ma i rivali lo accusano di tradimento. Anche la sinistra l'ha ripudiato. Il premier Valls parla di "una avventura personale". Le Pen: "E' solo il candidato delle banche" (Stampa p.7).

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