Commentario del 26.11.2016

IN PRIMA PAGINA
"Più forti in Europa se vince il Sì": Renzi parla al forum de La Stampa, ribadendo che "all'Italia non serve un governo tecnico: l'ultimi ha alzato le tasse". In vista del referendum mercati in fibrillazione: tassi in rialzo, spread fino a 190 (Sole). Spread in altalena verso il referendum. I tre volti della speculazione sui mercati (Messaggero). Palazzo Chigi si sente sotto assedio: "Attenti al debito e alle banche" (Repubblica). In primo piano la bocciatura della Consulta alla riforma Madia (Corriere e tutti). Renzi: "Vittoria dei burocrati" (Repubblica). Cassese al Mattino: "Quel testo si può salvare attraverso i decreti di correzione". Fatto polemico: Governo scrive le riforma con i piedi e se la prende con la Costituzione. Ieri intanto l'ok della Camera alla fiducia sulla manovra. Sole riporta tutte le novità su Fisco, pensioni e imprese. In arrivo multe ai bagarini fino a 180 mila euro (Messaggero), ma scoppia la polemica Ilva (Stampa). Negli esteri, in evidenza l'intervista di Marion Le Pen al Corriere: "Pronti a chiudere l'uscita della Francia dall'Ue". Nelle primarie di centrodestra, Fillon vicino all'investitura (Messaggero).

ITALIA-ECONOMIA
In primo piano su tutti la crescita dello spread sui timori del referendum e la bocciatura alla riforma Madia. Renzi: "Tutti contro il cambiamento", e sul dopo voto crescono i timori per debito e banche (Repubblica in prima e p.3): il governo si sente accerchiato mentre gli investitori puntano sul No. E in caso di stallo politico la speculazione muoverà su Btp, Mps e Unicredit. Per Messaggero (p.4) il rischio sistemico non c'è, il picco di incertezza è un mix di scommesse fatte dal mercato, che ha gioco facile in un sistema italiano molto debilitato. Intanto passa la fiducia alla Camera sulla manovra: novità su pensioni - con maggiori benefici per esodati e donne – e fisco – con un piano per ridurre i debiti tributari e contributivi per le imprese in crisi (Sole in prima e p.2-3 e tutti). Ma scoppia il caso Ilva: mancano 50 mln per risolvere le emergenze sanitarie che colpiscono soprattutto bambini (Stampa p.5 e tutti). Santilli, nell'editoriale del Sole (in prima e p.3): modifiche marginali, gli aspetti centrali sono rimasti immutati. Dopo il referendum toccherà al Senato votare: qualsiasi sia l'esito, la legge di bilancio va messa in sicurezza rapidamente per mandare un segnale di responsabilità ai mercati, che potrebbero vivere momenti di incertezza. Industria in frenata a ottobre. Sul Sole (prima e p. 13 e altri) il calo del fatturato (-4,6%) e degli ordinativi (-6,8%) rispetto al boom registrato nel mese di agosto. E secondo le stime del Centro Studi Confindustria (Sole p. 13), il 4° trimestre registra un Pil del +0,1% ma a ottobre il Pil acquisito cresce dello 0.8%.

ITALIA-POLITICA
Renzi ieri al Forum de La Stampa (in prima e p.2-3): "Se vince il Sì andremo in Europa con più forza, se vince il No torneranno i tecnocrati che vessano i cittadini". Libero e Fatto attaccano il premier che lancia "l'ultimo falso spauracchio" contro il No. Ma Renzi alla Stampa commenta le frasi di Berlusconi sul dopo voto: "Se vince il No non si siederà con me a discutere, ma con Grillo e D'Alema. Ma il problema non è quello che farò io, l'occasione del referendum è per cambiare l'Italia e anche l'Europa". Per Franco (Corriere p.10) più che il Sì o il No, l'Europa è preoccupata dal crescendo di una campagna in chiave anti-Ue: anche se l'Unione punta sulla continuità teme un governo euroscettico. Geremicca sulla Stampa (in prima e p.23) evoca l'arrivo di un Renzi 3.0 per invertire il pronostico sul referendum: servirebbe – scrive – una terza fase del premier, che accompagni a classici provvedimenti "di sinistra" iniziative (leggi) che parlino all'elettorato più moderato, di centrodestra. Intanto, la Consulta boccia la riforma Madia e congela le nuove regole su dirigenti, società partecipate, servizi pubblici e dipendenti statali perchè manca il via libera della Conferenza delle Regioni. Renzi: "Vittoria dei burocrati, il Paese è bloccato: per questo cambiamo la Carta". Sole (in prima e p.5): il problema è il titolo V, riformato nel 2001, che dà potere di veto ad ogni Regione: va cambiato. E Messaggero (p.5) sottolinea come con la nuova Carta si supererebbe il federalismo dei veti locali. Fatto (in prima e p.3) polemico: "Scrivono le riforme con i piedi e se la prendono con la Costituzione".

EUROPA
Marion Le Pen, intervistata dal Corriere (p.15), si dice, in caso di successo del Front National alle prossime elezioni, "pronta a chiedere l'uscita della Francia dall'Unione Europea". La Le Pen punta alla creazione di una rete transnazionale dei partiti della destra anti-europea, accoglie con favore la vittoria di Trump negli USA E sulla questione immigrazione taglia corto:" È colpa dell'Europa". Intanto, l'ex delfino di Sarkozy, Fillon si appresta a vincere le primarie del centrodestra (Messaggero, p.15), superando l'ex primo ministro Alain Juppé del 16%: con le primarie di domani dovrebbe arrivare l'investitura ufficiale. Su tutti i giornali (Stampa p.13 e altri ) si parla del voto di Bruxelles che stoppa i negoziati per l'adesione della Turchia all'UE: immediata arriva l'accusa di Erdogan: "La Turchia aprirà i cancelli ai profughi se l'Europa si spinge troppo oltre, Ue è stata disumana con i migranti"; pronta la replica di Juncker che indica il casus belli nel rifiuto di Ankara a modificare la legge antiterrorismo; perplessità dell'Unione su l'annunciato ripristino della pena di morte e sulla dura repressione dopo il tentato golpe, definita 'sproporzionata'. Cerca di ricucire lo strappo Angela Merkel, secondo cui l'accordo tra Ue e Turchia è nell'interesse di entrambi.

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