Commentario del 11.11.2016

IN PRIMA PAGINA
Trump da Obama: "Ora collaboriamo" (Sole, Corriere). Ma il nuovo presidente smonta l'era Obama (Repubblica). Primo atto: giù le tasse (Messaggero). Salta la riforma della sanità. Gelo alla Casa Bianca, proteste nelle piazze: "Non è il nostro presidente" (Fatto). La Stampa: è il giorno delle due Americhe. Sul Messaggero la preoccupazione dell'ambasciatore Phillips: "Vincitore a sorpresa, un campanello d'allarme". Sul Giornale l'ottimismo del banchiere Doris: "Trump ci sorprenderà". Sui mercati continua la striscia positiva: tassi in rialzo, Wall Street ai massimi storici (Sole). Sul Sole i timori per il made in Italy. Dagli Usa a Roma. Il Papa parla con Scalfari: ""Abbattere i muri che dividono, bisogna costruire ponti". Ma l'onda lunga del trumpismo si abbatte anche sulla politica italiana. Renzi toglie le bandiere Ue (Giornale, Messaggero), Toti (Repubblica) e Santanché (Foglio)  scuotono il centro destra: "Ora cambia tutto". Ma per Libero Forza Italia è pronta a sostenere un Renzi-bis in caso di sconfitta. Anche Juncker sostiene Renzi: "la Commissione apre all'Italia sulle spese per terremoto e migranti" (Sole).

ITALIA-ECONOMIA
Manovra, dalla Ue "sostegno" all'Italia (Sole p.10): Juncker cambia linea, e dalla durezza passa all'apertura. "Su rifugiati e terremoto dobbiamo essere a fianco dell'Italia e sostenerla". Come e quanto è da capire. Moscovici avrebbe suggerito una applicazione meno restrittiva delle regole comunitarie sia per quel che riguarda il capitolo terremoto che l'emergenza immigrati. Ieri intanto via libera in Commissione al dl fiscale: praticamente cancellato il "tax day" del 16 giugno (Sole p.43, Corriere p.37). Il 16 giugno resta per Imu e Tasi mentre per Irpef, Ires e Irap la data è quella del 30 giugno. Addio anche agli studi di settore, sostituiti dagli indici di fedeltà fiscale. Ampliata la sanatoria sulle cartelle fino al 31 dicembre (praticamente una sanatoria preventiva, scrive il Sole), e il gettito atteso sale di 1,4 mld . Il Fatto (in prima e a p.18): è un nuovo condono preventivo per fare cassa. La sanatoria è estesa anche a tributi e sanzioni di Comuni non servizi ta Equitalia. Il decreto prevede anche l'allungamento dei termini per chiedere la rateizzazione. Il Corriere sottolinea invece le novità sulla voluntary: finora era vietata a coloro che l'avevano già utilizzata, ora un emendamento di Scelta Civica consente di usarla una seconda volta se si tratta di mettere in regola capitali detenuti in Italia. Sul Sole (p.12) e altri il rapporto Svimez per il Sud: pil positivo, per la prima volta dopo 7 anni, meglio anche del resto del Paese ma il rischio desertificazione rimane. Negli ultimi 20 anni sono state 1milione e 100 mila le persone che hanno lasciato il Mezzogiorno per andare a vivere altrove; flusso in uscita molto forte tra i giovani con un buon livello di istruzione. Da Giannola (Svimez) la proposta di un "Modello Polonia" per il Sud, introducendo zone economiche speciali. Sempre sul Sole (p.13) i dati Istat sulla produzione industriale: a settembre calo dello 0,8% su agosto ma progresso dell'1,8% sul 2015.

ITALIA-POLITICA
Effetto Trump sul centro destra. Fi si spacca: "trumpisti" con Salvini e Meloni. Berlusconi e Parisi: noi non ci stiamo (Messaggero p.12). Toti, in un'intervista a Repubblica (p.23) archivia Forza Italia: "Al centrodestra serve subito il partito unico". Toti boccia anche l'ipotesi di un sostegno di FI a un governo per la riforma elettorale: "Con la vittoria del No cambierà tutto lo scenario e Renzi ne dovrà prendere atto". Anche la Santanché, in un'intervista al Foglio (in prima e a p.4) sposa la linea dura: "Con la vittoria di Trump è cambiato il mondo. Anche per la destra è la fine di un mondo, di un vecchio sistema. Adesso ci vuole una grande aggregazione che metta al centro una battaglia di identità, di orgoglio, di appartenenza e di valori nazionali". E se il cavaliere non è d'accordo "amen". Libero (in prima e a p.11) parla invece di Forza Italia pronta a sostenere il Renzi-bis: una sorta di riedizione del Nazareno per cambiare l'Italicum. Con la mediazione di Letta, FI e Pd starebbero già dialogando in vista della ripresa di una collaborazione. Intanto anche Renzi prova a "trumpizzarsi per vincere" (Giornale p.18): nella sua ultima apparizione su facebook solo bandiere italiane e non più quella europea (Messaggero p.12). Bocciato il ricorso di Onida – "il quesito non lede la libertà di voto" - nessun rinvio per il referendum (Giornale p.17, Messaggero p.12 e tutti). Renzi fiuta il vento del no e "implora" gli italiani all'estero (Giornale p.18): pronta una lettera per convincere a votare sì . Ma il Fatto (in apertura e a p.2) pubblica un documento della Farnesina che bolla quello del voto all'estero come un "sistema illegale, dai brogli facili".

EUROPA-USA
Su tutti l'incontro tra Trump e Obama: "Ora collaboriamo" (Corriere). Ma Trump smonta l'era Obama (Repubblica) annunciano la controriforma della sanità e il taglio delle tasse. Democratici in piazza: "Non ti vogliamo". Cento arresti (Stampa in prima e a p.3). Nella squadra di governo banchieri (tra cui Jamie Dimon, di Jp Morgan, probabile segretario del Tesoro), petrolieri  e forse Rudolph Giuliani alla Giustizia (Stampa p.2).  Ieri a favore di Trump è arrivato il giudizio di S&P's, che ha confermato il rating sul debito Usa. Scettico Cottarelli (Fmi): "Vuole riproporre la ricetta di Reagan ma così il debito rischia di esplodere" (Stampa p.7). Contraddittoria anche la politica economica: "Tagliare le tasse e aumentare la spesa pubblica è una contraddizione". Sul Messaggero (p.5) parla l'ambasciatore americano a Roma Phillips: "Donald? E' come sentire un campanello d'allarme. Ora entriamo in territori inesplorati". "Siamo noi europei i cattivi maestri del populismo" dice Prodi in un'intervista alla Stampa (p.11) commentando la vittoria di Trump. "Quando ho letto il suo programma ho pensato che l'avesse copiato dai populisti nostrani. Nazionalismo, muri, anti-globalizzazione: tutto già scritto qui". E ora il voto in Italia e in Austria: "Il grande evento ormai si è consumato, queste sono realtà piccole. Poi arriverà il 2017 e il voto in Olanda, Germania, Francia". In Italia "il populismo è arrivato prima che altrove ma non ne è uscito prima". Sulla Stampa (p.10) reportage dalla Vienna operaia affascinata dalla destra: sulla scia del voto Usa, alle presidenziali di dicembre molti socialdemocratici tentati da Hofer.

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