Commentario del 21.11.2016

IN PRIMA PAGINA
In primo piano gli esteri, con la Merkel che annuncia la ricandidatura: "Resto contro i populisti" (Repubblica e tutti). Giornale: "Non ce ne libereremo mai". Libero: "Quarto Reich, povera Europa". Si lavora in vista del voto anche in Francia. Alle primarie del centrodestra cancellato Sarkozy (Repubblica). Exploit Fillon, ballottaggio con Juppè (Messaggero). Dagli Usa, missione di Obama alla guida della resistenza (Repubblica), intanto Trump dice stop agli immigrati da Paesi terroristi (Messaggero). Spazio anche alla politica italiana. Scontro Renzi-Landini. Il premier ai sindacati: "Difensori della Casta" (Stampa). Per Messaggero va a caccia di voti moderati. Boccia (Confindustria) a Repubblica: "Se vince il No il Paese si ferma". L'ex sindaco di Roma, Marino, alla Stampa: "Votare Sì è un favore a Grillo". Monti sul Corriere: "Io, Renzi e l'accozzaglia".
Economia: cartelle esattoriali, verso l'azzeramento dei costi di riscossione (Messaggero). Congelata in manovra la tassa Airbnb (Corriere) ma rispunta la tassa sui colossi del web (Messaggero). Su tutti i quotidiani la chiusura della Porta Santa. Finisce il Giulieo "low cost" (Messaggero).

ITALIA-ECONOMIA
Mercati e referendum. Munchau sul FT (p.11) definisce il voto italiano "la chiave per il futuro dell'euro: una sconfitta di Renzi potrebbe aprire una discussione sulla permanenza nella moneta unica, che dalla sua adozione nel 1999 non ha avuto per l'economia italiana le stesse performance di altri Paesi Ue". Il presidente e ad di Nuberger Berman, George Walker, al Corriere (p.9): "Se vince il No mi aspetto incertezza e volatilità, perchè gli investitori si fermeranno per capire cosa succede. Ma la volatilità sarà temporanea, siamo ottimisti sul futuro e vogliamo continuare a investire". Boccia (Confindustria) a colloquio con Repubblica (in prima e p.7) ribadisce le preoccupazione: "Addio investimenti se fermiamo la riforma". E l'editoriale del Corriere (in prima e p.26) cita la bassa produttività tra i problemi italiani: un dato che, se dopo il voto non si accelererà sul processo di riforme (come il Jobs Act) avviato da questo governo, porterà ad uno straordinario declino. Secondo Giovanni Zanni di Credit Suisse "è eccessivo parlare di choc dei mercati in caso di vittoria del No: non siamo di fronte ad un rischio sistemico. Ma è prevedibile un allargamento dello spread sul bund, e anche le banche ne potrebbero risentire".
Decreto fiscale, la Commissione finanze della Camera ha gettato le basi per superare l'aggio di Equitalia, il balzello del 6% che si applica ad ogni cartella esattoriale emessa. Per portare il costo di riscossione a carico dello Stato servono 600 mln, i fondi potrebbero essere recuperati dai maggiori introiti della rottamazione delle cartelle (Messaggero in prima e p.10 e altri). Intanto durante la discussione alla Camera sull'approvazione della legge di bilancio, si torna a parlare di web tax (Messaggero p.10), mentre viene accantonata la tassa Airbnb (Corriere p.9). Il country manager italiano della piattaforma, Matteo Stefanelli, alla Stampa (p.18): "Era più una web tax che altro, troppo semplicistica: si trovi una soluzione semplice. Con noi è impossibile evadere".

ITALIA-POLITICA
Scontro pacato a "In mezz'ora" tra Renzi e Landini (Fiom) sul referendum. "La riforma è malfatta – attacca il sindacalista -: sui titoli siamo tutti d'accordo (superamento del bicameralismo paritario e taglio dei costi della politica) ma è sullo svolgimento che non ci siamo". "Difendete la Casta" è la replica del premier, che si scusa per aver usato il termine "accozzaglia" per parlare del fronte del No. Mario Monti, in un intervento sul Corriere (in prima e p.27): "Non è una debolezza del fronte del No se a sostenerlo sono persone e movimenti che mai governerebbero insieme, è nella natura stessa di un referendum l'aggregare le due posizioni secondo l'opinione che si ha sulla questione sottoposta al voto". Casini a Repubblica (p.8): "Al netto del folklore, accozzaglia è il termine giusto perchè non può avere futuro un fronte che va da Grillo a Salvini. Il Sì è inevitabile, Renzi deve puntare sui moderati". Boccia (Confindustria) a colloquio con Repubblica (in prima e p.3): "Siamo in campo per il Sì, vogliamo contribuire al cambiamento, soprattutto in termini di competitività per le imprese, che hanno bisogno di stabilità. Semplificazione dell'assetto istituzionale e normativo e revisione del titolo V della Costituzione fanno parte della tradizione riformista di Confindustria". La Stampa (in prima e p.7) intervista l'ex sindaco di Roma, Ignazio Marino: "Dopo la Capitale, Renzi rischia di consegnare l'Italia a Grillo e alla Casaleggio. La vittoria del Sì sarebbe un favore al populismo, il No lo può fermare perchè è il momento di coltivare limiti e contrappesi, non la democrazia d'investitura". Per Conti (Messaggero in prima e p.6) è alla "maggioranza silenziosa", che in passato ha consentito molte rimonte a Berlusconi, a cui si rivolge Renzi, che punta anche sugli "scontenti" del M5S. Diamanti su Repubblica (in prima e p.23) analizza il quadro politico, sottolineando come sia evidente la personalizzazione di partiti e governo.

EUROPA
Manovre in vista delle elezioni in Francia e Germania in primo piano. La Merkel annuncia la sua ricandidatura contro le spinte nazionaliste "per scongiurare l'odio" (su tutti). La Cancelliera correrà per la quarta volta, ma ammette le difficoltà: "L'impresa più difficile dopo la riunificazione". Per Taino (Corriere p.2) una scelta rischiosa ma inevitabile. Secondo Repubblica (p.4) è un azzardo sorto dall'intenzione di fermare i pericoli che minacciano l'ordine mondiale e dalla necessità di fare della Germania, e attorno ad essa dell'Ue, un muro in grado di respingere la demagogia populista. Per il politologo tedesco, Neugebauer, al Corriere (p.3) la Cancellierà è nella scia di Adenauer e Kohl "ma rischia di stancare. Anche lei lo sa, ma è indispensabile per il suo partito (la Cdu), che non ha un'altra persona credibile da presentare all'Europa. Ma – dice Neugebauer – dobbiamo domandarci se saprà dimenticare un po' degli interessi tedeschi e prendere in considerazione quelli Ue". Giornale (in prima e p.11) all'attacco: "Non ce ne libereremo mai". Libero (in prima e p.11) parla di "quarto Reich" e commenta: povera Europa, con lei nell'Ue resterà la politica del rigore.
In Francia, intanto, Fillon stravince il primo turno delle primarie del centrodestra. Domenica ballottaggio con Juppè. Sconfitto Sarkozy (su tutti), che annuncia: "Cambio vita" (Repubblica p.2). Per Nava (Corriere p.5) Fillon è il provinciale tranquillo che tiene a bada i populisti. Boom di affluenza per il primo turno di primarie, per Valli (Repubblica p.4) la destra francese si ricompatta, la sfida adesso è con Le Pen. Valensise nell'editoriale del Messaggero (in prima e p.18) parla di vento Usa (dopo l'elezione di Trump) che scuote l'asse Berlino-Parigi e spinge sull'esperienza di governo contro la spinta populista. Intanto la Stampa (p.5) riporta un sondaggio Last sull'opinione degli italiani sull'Ue: per il 57,5% la Ue per l'Italia è una necessità, anche se va ripensata. Il 28% considera ancora una possibilità l'Unione per l'Italia, mentre solo il 13% è convinto che sia un ostacolo. E solo il 28% degli italiani vorrebbe un referendum per decidere la permanenza, per il 56,3% è meglio che sia la politica a scegliere.

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