Commentario del 6.11.2016

IN PRIMA PAGINA
Hillary-Trump, è duello all'ultimo voto (Stampa e tutti). Dagli Usa mossa anti-Putin (Corriere): guerra degli hacker per evitare manipolazioni del voto (Messaggero). In primo piano anche la politica interna, con gli scontri tra manifestanti e polizia al corteo anti-Leopolda (Repubblica e tutti). Intanto nel Pd si trova un accordo per cambiare l'Italicum: Cuperlo firma, Bersani no (Sole e tutti). In manovra, sanatoria sulle multe estesa ad altri 4500 comuni (Sole e tutti). Su tutti anche la proposta di Boeri di rendere obbligatorio il congedo di paternità. Il Giornale: "Folle imporre i mammi per legge". Emergenza migranti, l'ira del Papa (Stampa): "Si salvano le banche e non le persone" (Sole, Repubblica). Il Giornale: "Il Papa fa il comunista". Il cardinale Scola alla Stampa: "Sui profughi l'Europa deve aiutarci di più". Su tutti la liberazione dei due italiani rapiti in Libia: "Non volevano rapire noi" (Corriere). Voci di un riscatto (Stampa, Messaggero).

ITALIA-ECONOMIA
Multe, sanatoria estesa anche a Comuni (almeno 4.500) che le riscuotono senza Equitalia (Sole in prima e a p.4): è una delle modifiche attese per il dl fiscale che accompagna la manovra. Con questa estensione entrerebbero nel novero delle cartelle rottamate anche i tributi locali non pagati. Sul Messaggero (p.17) la fase-2 del cambio dei rapporti tra fisco e contribuente: tra le novità allo studio la cancellazione dell'aggio del 6% che pesa su ogni cartella. E accanto all'aggio si discute anche della revisione dell'intero sistema sanzionatorio, con le multe che non lievitino in maniera incontrollata rispetto all'import della sanzione. Sul Sole (p.4) un altro emendamento che punta a far rientrare nella definizione agevolata anche tasse e servizi maturati a tutto il 2015 delle Regioni. Un altro emendamento, a firma di Lupi (Ap) punta a includere nella sanatoria anche i ruoli relativi a sanzioni amministrative pecuniarie irrogate da Banca d'Italia, Consob, Ivass e tutte le Authority. Più difficile che si possa aumentare il numero delle rate. Altro fronte caldo, le risorse per gli statali: il fondo in bilancio per la pubblica amministrazione vale 1,9 mld ma tra bonus e nuove assunzioni la dotazione effettiva per il rinnovo dei contratti sarà inferiore ai 700 milioni (Sole p.4).
Intanto il confronto con la Ue sulla manovra continua. Padoan, dal palco della Leopolda, ricorda che l'Italia ha potuto usare la flessibilità perché aveva le carte in regola. Quanto al rigore sui conti, "la spending review è viva e vegeta" ma frena la crescita (Sole p.4). E sul trapasso di Equitalia: "Non cambia nome, cambia natura. Si chiamerà Agenzia delle entrate-Riscossione". Da Padoan riferimento anche al referendum: "I mercati aspettano l'esito di alcune consultazioni, non solo quella italiana. Con il sì ci sarebbe un beneficio". Ma per il Giornale (p.4) l'Italia rischia grosso in Europa: tra toni arroganti e deficit, Roma ha disatteso le richieste di Bruxelles. 

ITALIA-POLITICA
I 5 Stelle un punto sopra il Pd, nel  centro destra arretra la Lega: sul Corriere (p.15) gli scenari di Pagnoncelli danno il M5S al 30,8%, il Pd al 29,7%, FI al 12,1%, Lega all'11,3%, Fdi al 5,2%, Centristi al 4%, Sinistra al 3,5%. Stabile al 38% il gradimento di Renzi. Si conferma il tripolarismo uscito dalle elezioni del 2013. Su QN il sondaggio Ipr Marketing sul voto di dicembre: gli elettori del Pd stanno con Renzi (72%) ma solo la metà è convinta del sì. Il 10% è per la scissione. E Renzi, rivela il Corriere (p.11) ora ammette: "Potremmo perdere". E in caso di sconfitta l'unica strada sarebbero le dimissioni. Ma Mattarella gli ridarebbe l'incarico e lo rinvierebbe alle Camere e Berlusconi ha già fatto sapere di essere pronto a un appoggio esterno per riscrivere la legge elettorale. A quel punto a Renzi converebbe guidare un governo non di breve ma di lungo periodo, anche se le incognite non mancano. Anche per la Stampa (p.15) Renzi sente odore di sconfitta e oggi alla Leopolda proverà a dare una svolta alla campagna elettorale, suonando la carica contro i vecchi rottamati che tornano per bloccare il Paese. Obiettivo (non facile) almeno 15 milioni di sì, da cercare anche tra i moderati di centrodestra. Ma Berlusconi spinge i suoi ad andare alle urne e a votare No: "Dobbiamo convincere gli incerti che stando a casa si fa un regalo a Renzi e al Pd. Ed è un regalo che non merita". Quanto allo scenario post voto "col sì l'Italia va a Grillo" (Giornale p.2). "Se perdiamo il referendum c'è il voto anticipato. E dopo l'esecutivo di larghe intese" dice il ministro Poletti al Messaggero (p.6) e a Repubblica (p.4): "E' questa la risposta migliore per l'Italia?".

USA/ELEZIONI
Meno 48 ore dal voto, gli ultimi sondaggi danno la Clinton in testa, in leggero vantaggio su Trump. La sfida si decide in 6 Stati: Florida, Ohio, Virginia, Colorado, North Carolina, Iowa, Nevada, Arizona (Messaggero p.3). Milioni di elettori già andati alle urne: record di affluenza per i neri e i latinos. Il neuroscienziato Wang, che azzeccò il risultato del 2012: "Hillary diventerà presidente, seppur con un vantaggio ridotto", dice al Corriere (p.3). Da tenere d'occhio la Carolina del Nord e la Florida: "Se vince in uno dei due Stati ha la vittoria assicurata". Il problema semmai sarà il Senato dove il suo vantaggio è a rischio. Ma è dal Senato che arriverà la conferma per le cariche al Gabinetto e alla Corte Suprema. Intanto nella guerra informatica da mesi in corso con Mosca scatta l'offensiva Usa: "Abbiamo superato le difese russe" (Corriere p.2). Washington teme che gli hacker, su mandato di Putin, possano sabotare i meccanismi del voto dell'8 novembre e prepara contromisure. Secondo il WSJ Mosca vuole anche influenzare le prossime elezioni in Europa, dalla Francia alla Germania. Ma i servizi segreti Usa sarebbero pronti a una reazione clamorosa.

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