Commentario del 12.11.2016

IN PRIMA PAGINA
Elezioni Usa ancora in primo piano. Trump modera la linea sulle riforme (Corriere), ma licenza Obama (Fatto). Europa-Trump, alta tensione (Repubblica). L'Europa apre il fronte (Messaggero). La ricetta del nuovo presidente Usa spaventa l'Ue (Stampa). Juncker contro Trump: "Non sa nulla del mondo, perderemo due anni". Per la Baviera la vittoria di Trump è una vera svolta (ItaliaOggi). Il presidente di Borsa Italiana, Jurasalemi alla Stampa: "Al primo posto fisco e salari". E MF spiega cosa farà Trump in economia e finanza. Il primo colloquio di Trump sarà con Abe (Sole). Politica italiana, Berlusconi intervistato dal Corriere: "Io, il presidente americano e il mio No al referendum". Su tutti la polemica per la lettera di Renzi per spingere al Sì il voto degli italiani all'estero. Renzi si compra gli italiani all'estero per 160 mln (Fatto). In economia spazio ai tassi BTp che arrivano oltre il 2% e alla risalita dello sprad (Sole e tutti). Intanto discussione sulla manovra in Parlamento, quasi 5000 emendamenti e arrivano le prime modifiche (Repubblica).
Commercio internazionale: Obama rinuncia alla firma definitiva del Tpp: salta maxi area di libero scambio del Pacifico. Dazi alla Cina, Italia critica con l'Europa. Calenda: "Inadeguate le misure di difesa" (Sole). Su tutti spazio al ricordo della strage del Bataclan di un anno fa.

ITALIA-ECONOMIA
Telefonata distensiva Renzi-Juncker, si cerca una soluzione per evitare l'apertura di una procedura contro l'Italia. Ma sulla manovra la Commissione resta spaccata: il vicepresidente Ue della crescita, Katainen, all'attacco definisce una "macchina guasta" l'Italia, dove il debito pubblico è cresciuto ma non ha stimolato l'economia (Messaggero p.10). Intanto Ddl Bilancio all'esame del Parlamento, cinquemila emendamenti (Messaggero p.11 e tutti): Isee per i bonus bebè, Ape social più estesa e multa di 180 mila euro contro il bagarinaggio online (Sole p.7 e altri). Il presidente della Commissione Bilancio, Boccia (Pd) al Messaggero (p.11): "Non servono bonus ma diritti certi. Condivido la linea di Renzi di abbassare le tasse, il limite è che non è disposto a toccare alcune entrate fiscali, e siccome non si cresce, e la spending non decolla, si finisce su tantum e bonus".
Intanto ieri S&P ha confermato rating e outlook italiani: "BBB-"a lungo termine dell'Italia e "A-3" a breve termine, con outlook stabile (Su tutti), anche se l'agenzia ha rivisto al ribasso le stime di crescita del Pil, tagliando dello 0,2% le previsioni per il 2016 (allo 0,9%) e dello 0,5% per il 2017 (a 0,8%). Secondo gli analisi "la spinta riformista di Renzi compensa una ripresa più lenta, aiutando il Paese a restare in carreggiata". Sul referendum S&P non vede rischi, anche in caso di vittoria del No, mentre per Fitch si aprirebbero scenari drammatici. Torna però il "rischio Italia": il rendimento sui Btp decennali ha toccato ieri il 2,02% (su tutti). A pesare sono il possibile ritorno dell'inflazione, l'incertezza sulle mosse Bce e la politica italiana (Sole p.3). Fubini (Corriere p.15) sottolinea gli smobilizzi degli investitori esteri, che hanno venduto per 10 mld all'inizio dell'autunno, questo dimostra la paura instabilità in vista del referendum e la dipendenza "in grado estremo" dell'Italia dalla Bce per la tenuta finanziaria. Sale lo spread, oltre quota 170.

ITALIA-POLITICA
Da Trump all'Ue, dal referendum al centrodestra. Intervista a tutto campo di Berlusconi al Corriere (in prima e p.9): "Ci sono analogie tra me e Trump, anche se la mia storia da imprenditore è molto diversa – dice l'ex premier – e io non interpreto la destra ma il centro liberale". Guardando agli scenari italiani, nega ricadute sul referendum dal voto americano, e dice: "Lo stesso rifiuto contro una politica chiusa che ha spinto gli americani a votare Trump, poterà gli italiani a votare No a un referendum che limita la loro libertà di scelta". E sul dopo referendum: "Con la vittoria del No ci dovremo preoccupare di portare il Paese alle urne il più presto possibile con un sistema elettorale condiviso". Intanto Renzi torna a spingere per il Sì: per Verderami (Corriere p.16) per recuperare gli indecisi deve tornare a fare Renzi. "Fate voi gli statisti ha detto" preannunciando un ritorno ai toni accesi con la minoranza Pd, mentre con Berlusconi regge il tacito patto di non aggressione. Su tutti la polemica sul voto estero dopo la lettera inviata dal premier. "Una scorrettezza" è l'attacco delle opposizoni. Franco sul Corriere (p.9) parla di effetto Trump sul voto, con il fronte del No che solleva dubbi sulla regolarità del voto all'estero, un voto che per Pombeni (Sole p.8) può valere circa il 3%. Per il Fatto (in prima e p.2) il governo usa 160 mln per comprare il voto estero. Sul fronte del No, Giorgia Meloni (FdI) a Repubblica (p.15) dice: "Se perdessem Renzi dovrebbe restare in carica qualche settimana, il tempo di fare una nuova legge elettorale e andare ad elezioni. Se Mattarella – spiega – dovesse dare l'incarico al quarto governo non eletto noi inviteremo gli italiani a farsi sentire". Altero Matteoli (Fi) al QN (p.10) "Come si fa ad andare al voto senza una legge per il Senato?". Il governatore (Pd) del Lazio, Nicola Zingaretti, a Repubblica (p.14): "Non bisogna giocare sulla paura per far vincere il referendum, bisogna dire con chiarezza che all'Italia serve cambiare e il Sì è un'opportunità. Se dovesse andare male, il rischio è che le ansie di cambiamento deluse provochino una disillusione definitiva".

ESTERI
Scontro Ue-Trump (Repubblica), l'Europa apre il fronte (Messaggero). Juncker: "Non sa nulla, ci farà perdere tempo" (su tutti). Il presidente della Commissione Ue definito "eurocrate sbruffone" da Libero (p.4). Nato, Russia e libero scambio i dossier che preoccupano Bruxelles (Messaggero p.2 e tutti). Per Platero (Sole p.4) attaccare briga con Trump prima che si sia insidiato è un errore, anche perchè il tycoon sta "cambiando": mostra pragmatismo e va incoraggiato, non attaccato. Il suo consigliere per la sicurezza, Woolsey, alla Stampa (p.3): "La Nato sarà più forte ma va riequilibrata". E sugli europei, dice: "Non fanno abbastanza per finanziare la sicurezza comune". Per Libero (p.5) sarà Nigel Farage ad occuparsi delle relazioni Usa con l'Ue. E' una sfida all'Europa, sarà l'anti-Merkel, anche se il nazionalista inglese si propone come ponte col Regno Unito, ma la May frena. Intanto, Trump al lavoro sulla squadra di governo: la transizione sarà guidata dal vice Pence (su tutti). Chief of staff, Tesoro e Dipartimento di Stato le poltrone chiave, tra i possibili nomi ci sono Giuliani, Dimon e Palin (Sole p.5).Il Tycoon modera la linea sulle riforme (Corriere in prima e p.5): annuncia di volere conservare parte della riforma sanitaria di Obama e smorza le polemiche sulle indagini per le mail della Clinton. Sulle politiche economiche annuncia il taglio delle tasse e 1 triliardo di stimoli fiscali (FT in apertura). Poi stoppa Obama: "non prenda iniziative a fine mandato" (su tutti). Il primo incontro di Trump da presidente Usa designato sarà con Abe: giovedì parleranno delle tensioni con la Cina. Tokyo potrebbe avere un ruolo più attivo nel tentativo di arginare l'espansionismo di Pechino nel mare cinese meridionale (Sole in prima e p.4).

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