Commentario del 25.11.2016

IN PRIMA PAGINA
Prime pagine divise tra politica e clima impazzito. L'Economist sta col No, Renzi non ci sta (Repubblica e tutti): "Mai governo tecnico" (Sole). Adesso la finanza punta sul No: "E' un'occasione" (Giornale). Marchionne sta con Renzi: "Basta insulti" (QN). Renzi in trincea: "La lobby della Brexit in campo per il No" (Messaggero). Paese spaccato in due anche dal clima (Repubblica): maltempo e piena del Po terrorizzano Piemonte e Liguria (Giornale). Ferrero e Magneti Marelli si fermano (Sole). Libero: licenziamo i forestali e puliamo i fiumi. Spazio anche alla manovra: per il contratto agli statali scoglio 85 euro (Messaggero). Aumenti elettorali, per QN. Il decreto fiscale è legge (Corriere). Ok alle regole sull'addio a Equitalia e per la rottamazione delle cartelle (Sole). Approvate anche le nuove regole per la pubblica amministrazione (Sole). Sul fronte europeo, l'altolà Ue alla Turchia (Corriere e tutti) e la prossima sfida Merkel-Schulz in Germania (Sole e tutti). In cronaca la rivolta dei migranti a Torino (Stampa). Libero: bianchi e neri si menano.

ITALIA-ECONOMIA
Statali, contratto in arrivo: si tratta su 85 euro in più (Repubblica p.37 e tutti). Ieri l'incontro tra la ministro Madia e Cgil, Cisl e Uil, ma con l'Usb che protestava sotto le finestre per la sua esclusione la trattativa si è fermata. Divisi anche i sindacati al tavolo, per l'entità dell'aumento contrattuale e in generale per le risorse stanziate per la Pa e l'estensione dell'abrogazione della legge Brunetta anche alla scuola. Cisl pronta a firmare, Cgil e Uil trincerate sulla soglia degli 85 euro di aumento per tutti. La trattativa è sospesa ma potrebbe riaprirsi da un momento all'altro. Parallelamente continua la maratona degli emendamenti alla manovra: sul Sole (p.5) e tutti gli ultimi correttivi approvati, su congedi parentali (4 giorni per i papà), la lotteria degli scontrini, bonus cultura esteso alla musica, farmaci, made in Italy, call center. Per le pensioni si va verso il cumulo gratuito per i professionisti e verso l'ottava salvaguardia per gli esodati, oltre all'okay a "opzione donna" (Sole p.6).
Per il Giornale (p.10) è l'assalto alla diligenza: "riecco la manovra elettorale". Idem il Fatto (p.2) che parla di "manovra vendo tutto": "Renzi dà via il negozio pur di comprarsi i Sì". Il riferimento è alle concessioni a Coldiretti, Confindustria, imprese, scuole paritarie e naturalmente gli statali e i pensionati. Ieri intanto è diventato legge il decreto fiscale con lo scioglimento di Equitalia, la rottamazione delle cartelle, la voluntary bis, lo stop al tax-day e l'obbligo semestrale di comunicare le fatture all'Agenzia delle Entrate (Corriere p.6 e tutti). Novità anche per la Pubblica amministrazione, col varo da parte del governo di altri 5 decreti di attuazione della riforma Madia (Sole in apertura e a p.2 e 3 e su tutti). Si va dall'addio graduale al posto fisso per i dirigenti al taglio da 105 a 60 Camere di Commercio, alle semplificazioni in edilizia fino agli incentivi alle Regioni per il trasporto locale.

ITALIA-POLITICA
"Perché l'Italia dovrebbe votare No al referendum": con due articoli (p.12 e p.21) l'Economist boccia Renzi – "ha sprecato quasi due anni ad armeggiare con la Costituzione" – stronca la riforma costituzionale – "introduce l'uomo forte nel Paese che ha prodotto Mussolini e Berlusconi" – e si schiera per il No: nessun dramma. "Le dimissioni di Renzi potrebbero non essere la catastrofe che tanti in Europa temono. L'Italia potrebbe formare un esecutivo tecnico, come ha fatto tante volte in passato". La notizia è in apertura su tutti i quotidiani, con la reazione di Renzi: "Governo tecnico? Non ci starò mai" (Sole p.31 e tutti). "La vittoria del Sì ci rafforzerebbe nelle battaglie in Europa ma a Bruxelles ci vogliono deboli, alla Monti. E' evidente che qualcuno preferisca un esecutivo tecnocratico" (Repubblica p.2). "La City vota no, Marchionne Sì" (Libero p.7). Marchionne, ieri alla Fca di Cassino col premier, sta con Renzi: "Basta insulti" (QN in prima e a p.6). Ma a Cassino gli operai deludono il premier: "Ti voteremo contro" (Repubblica p.3). Voterà invece la riforma Renzo Rosso, l'inventore del Gruppo Diesel: "L'unica cosa che bisogna scongiurare è che si vada a nuove elezioni – dice al Corriere p.9 – Renzi ha fatto molte cose e gode della stima dei partner internazionali". Sul FT (p.11) l'intervento di Mario Monti: "Renzi ha ancora del lavoro da fare anche se perde il referendum". Su QN (p.6) il Sì di Aldo Bonomi: "Niente salti nel buio, all'Italia serve stabilità". E il no dell'imprenditore veneto Renzo Tessari: "Tante parole, pochi fatti. Il premier mi ha deluso". Sulla Stampa (p.6) gli ultimi boatos sul nuovo governo, affidato a Grasso o Padoan con Bini Smaghi all'Economia e Monti agli Esteri. Sempre sulla Stampa (p.7) le voci della "war room del Sì": "Non è vero che siamo sotto. La vittoria si ottiene conquistando gli indecisi, è su loro che ci concentriamo". Per QN (p.7) in realtà la carta segreta su cui Palazzo Chigi punta per vincere sono gli italiani all'estero. Domenica su Canale 5 la sfida finale Renzi-Berlusconi (Libero p.7). I due leader si scontreranno negli studi della D'Urso, ma dopo il referendum sarà inevitabile un accordo per una nuova legge elettorale con Matterella regista.

EUROPA
"Stop ai negoziati tra Ue e Turchia" (Repubblica p.17): il Parlamento Europeo a larghissima maggioranza vota il congelamento della procedura di ingresso. "Reazione spropositata dopo il golpe, violati i valori democratici fondamentali dell'Ue". A votare contro solo gli euroscettici. La Mogherini cauta: "Sarebbe un errore perdere Ankara, isolare la Turchia danneggia anche noi".  I governi temono una nuova ondata di migranti. Durissima la reazione di Erdogan: "La risoluzione è nulla. L'Europa torna a discutere in maniera cieca, priva di qualsiasi visione" (Repubblica p.17). In difficoltà anche patiti laici e opposizioni, che si trovano abbandonati e in una posizione di reale isolamento, sia interno che esterno. E il sud est del Paese continua ad essere sconvolto dalla guerra tra esercito e Pkk. 
"Lascio Bruxelles, correrò in Germania": su Repubblica (p.16) e tutti la scelta del "kapò" Martin Schulz, che lascia la presidenza del Parlamento Europeo e sfida Gabriel per conquistare la candidatura a cancelliere per l'Spd. Sarebbe una figura anti-Trump e anti-populismi. Petry (AfD): "Il tandem Merkel-Schulz sarebbe l'ideale per la campagna elettorale del partito. Schulz è il tedesco che rappresenta maggiormente il fallimento dell'Europa". Sul Corriere (p.13) i risvolti dell'addio di Schulz a Strasburgo: si apre il totonomine, ma è sempre più difficile arginare lo strapotere dei tedeschi. In ascesa le quotazioni del capogruppo Ppe Manfred Weber (Csu). Per il Sole (in prima e a p.11) l'Italia rischia i colpi del ritorno dell'austerity: la partenza di Schulz indebolisce Junker e potrebbe favorire di nuovo la dottrina rigorista.

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