Commentario del 30.11.2016

IN PRIMA PAGINA
Renzi al Messaggero: "Il Sì non è un voto dato a me". Il ministro Franceschini al QN: "Renzi resti fino al 2018". E Bersani a Repubblica dice: "Niente voto nel 2017". Sul referendum l'assist del tedesco Schaeuble al premier: "Spero che vinca" (Messaggero). Padoan: "Il No blocca le riforme" (su tutti). Intanto la Bce prepara uno scudo per il dopo referendum (Stampa e tutti). E la Borsa risale: Milano corre con le Banche e i Tassi BTp sotto il 2%, spread giù di 20 punti (Sole). Per il Giornale la risalita della Borsa è il segnale che non ci sarà nessuna crack se vince il No.  Dombrovskis (Ue) avverte: "Manovra a rischio con qualsiasi esito al referendum" (Stampa). Sul rigore è scontro tra Italia e falchi Ue (Messaggero).  Su tutti il disastro aereo in Colombia: 71 vittime tra cui la squadra di calcio brasiliana del Chapecoense. Spazio anche alle notizie da Cuba, dopo la morte di Castro. Ampio spazio al caso dell'italiano rapito in Siria da 7 mesi: "salvatemi". Tutte le prima pagine riprendono "l'ultima follia di Lapo Elkann": simula il sequestro, arrestato negli Usa.

ITALIA-ECONOMIA
Mercati e referendum, la Bce prepara uno scudo sul voto italiano: da indiscrezioni si apprende che l'istituto sarebbe pronto ad una manciata di acquisti extra di titoli di Stato italiani per attutire le eventuali reazioni ad una vittoria del No, ma si tratterebbe di un intervento temporaneo e limitato.  Sulla notizia la Borsa risale (con Milano che segna +2,23%) e lo spread a picco di 20 punti (su tutti). Draghi a El Pais: "Il nostro obiettivo è la stabilità dei prezzi, il nostro mandato è cercare di garantire la stabilità, ma non commento fatti politici, come il referendum italiano, che non sono ancora accaduti". Ma la Bce da sola - avverte Taino (Corriere p.9) – non potrebbe combattere una crisi. Per Giornale (in prima e p.3) la risalita della Borsa è il segnale che il mercato ha già votato No e che non ci saranno crac.
Manovra, il numero due della Commissione Ue Dombrovskis alla Stampa (in prima e p.17): "Indipendentemente dal referendum, la bozza di bilancio italiana è a rischio di non conformità con il Patto di Stabilità. Inoltre ci sono altre questioni: rispetto delle regole sul debito e questione bancaria che interessa crediti inesigibili e altri aspetti". Renzi al Messaggero: "Le nostre banche pagano l'errore nel 2012-2013 di non aver fatto l'intervento di sistema che ha fatto per esempio la Merkel. Dopo il 4 dicembre si entrerà, in ogni caso, in uno scenario nuovo". Bersani a Repubblica (p.4): "Basta con gli allarmismi sulle banche che rischiano". Intanto, lunedì atteso l'Eurogruppo, polemica sul rigore dopo le accuse di Dijsselbloem che ha difeso l'austerità: "Margini solo a chi ha i conti in ordine" contro la proposta di Juncker di concedere mezzo punto di Pil in più per gli investimenti (su tutti). Dijsselbloem non vuole le flessibilità per l'Italia (Corriere p.8). Renzi: "Non conosce come vanno le cose da noi". E Boccia (Confindustria) ad Handelsblatt: "Abbiamo bisogno di maggiore crescita". Intanto Repubblica (p.24) riporta i dati Istat, che sanciscono il calo del rapporto debito-Pil nel terzo trimestre dell'anno: il valore scenderà a quota 133,2% dal 134% del 2015. Era dal 2003 che l'ammontare del passivo pubblico non rallentava.
 
ITALIA-POLITICA
"Si vota la riforma di tutti, non su Renzi o lo spread": il premier al forum del Messaggero (in prima e p.2) lancia la volata in vista del voto. "La priorità è spiegare le ragioni della riforma non discutere del dopo, anche se è evidente che con il Sì il Paese è più forte e stabile, ma non è questo l'argomento del voto". Dal ministro Franceschini, intervistato dal QN (in prima e p.9) l'invito al premier "a restare fino al 2018 in ogni caso". Per Repubblica (p.3) il ministro dei Beni Culturali guida "la squadra di Mattarella": una pattuglia di un centinaio di deputati, che comprende anche Delrio e Pinotti, che punta sulla continuità come antidoto alla crisi dopo il 5 dicembre. Ma Bersani, intervistato da Repubblica (in prima e p.4) avverte: "Se vince, temo che Renzi voglia andare ad elezioni con l'Italicum in vigore". L'ex segretario Pd, si appella alla libertà del voto: "Basta con gli allarmismi, si voti in libertà. Lasciamo in pace i malati e si dicano parole chiare sulle banche: Renzi e Padoan dicano che c'è un piano statale sulle banche".
Cerasa sul Foglio (in prima e p.4) sostiene che il fronte del Sì ha bisogno di un miracolo per vincere: il calcolo dei voti degli schieramenti (con 3 poli e mezzo su 4 schierati per il No) non lascia scampo, ma Renzi può recuperare il voto degli indecisi se: conquista la maggioranza silenziosa attraverso la costituzione di un partito che faccia leva sulle contraddizioni degli altri e sia percepito come l'unico antidoto alla paura del vuoto dell'instabilità e alla proliferazione dei partiti anti-sistema. Intanto tornano le polemiche per le posizioni dall'estero, ieri il ministro tedesco Schaeuble ha detto che "voterebbe per Renzi perchè trasmette fiducia".

EUROPA
Corsa italiana per il dopo Schulz: su Repubblica (p.2) l'analisi sulla successione al presidente uscente dell'Europarlamento, che torna in Germania per sfidare la Merkel. Sulle nomine potrà influire anche il referendum italiano. Renzi al Messaggero: "Con una vittoria del Sì avremmo un ruolo importante al Consiglio Europeo di metà dicembre e potremmo giocare un ruolo importante sulle nomine del nuovo presidente del Parlamento Ue e del Consiglio Ue". In lizza per il Ppe Tajani, mentre Pittella valuta una candidatura per il Pse.
I rapporti con la Russia potrebbero essere il prossimo grande punto di crisi nella Ue (Repubblica p.15). Il ministro Gentiloni, ieri si è detto "non preoccupato" dall'apertura di Trump a Putin, seguendo la linea del titolare degli Esteri tedesco. Ma crescono i timori per il possibile ritorno della logica delle sfere di influenza, secondo le quali Mosca ha diritti di interferenza sugli Stati confinanti, una linea che potrebbe distruggere Ue e Nato.

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