Commentario del 1.12.2016

IN PRIMA PAGINA
In apertura su tutti il Sì di Prodi al referendum: "Ma riforma poco chiara" (Corriere, Messaggero). Battaglia finale sul voto all'estero (Repubblica). Renzi chiede "un voto contro la casta". Salvini: il premier vuole elezioni comunque (Sole). Boldrini: "Basta odio in politica". Toti: "E' un testo invotabile" (Corriere). Sul Foglio intervista a Berlusconi: "Se non si fosse rotto il Patto del Nazareno oggi avremmo sostenuto la riforma". Ampio spazio anche agli esteri. Negli Usa al Tesoro va Mnuchin che annuncia: "Tasse aziendali giù al 15%" (Sole). Il neo ministro vuole una svolta alla Reagan (Corriere). Sul Corriere parla il ministro russo Lavrov: "Russia e Usa, ora si riparte".Ma da Londra Boris Jonshon avverte: "Putin, un provocatore" (Stampa). Fukuyama al Corriere: "Così il mondo liberale può andare in frantumi". Ieri l'accordo Opec sui tagli alla produzione del petrolio, rally del barile a +9% (Sole): volano petrolio e Piazza Affari (MF). Ieri accordo anche sugli statali, con aumenti medi di 85 euro lordi al mese. Madia a Repubblica:"E' l'accordo di Robin Hood". Furlan alla Stampa: "Il clima è, le riforme si fanno con i sindacati".

ITALIA-ECONOMIA
Statali, c'è l'intesa sul contratto: aumenti medi di 85 euro al mese , stop ai lavoratori precari nella Pa, premi legati al merito (Messaggero in apertura e a p.2 e tutti). Cgil, Cisl e Uil spuntano l'impegno a stabilizzare i precari (Sole p.8). In primo piano su tutti la firma dell'intesa "politica" tra governo e Cgil, Cisl e Uil per il rinnovo del contratto degli statali. Intesa che dovrà essere tradotta in un contratto vero e proprio tra sindacati e Aran. Si va verso un aumento non inferiore ad 85 euro medi lordi mensili, una misura che vale circa 5 mld pe 2,8 milioni di dipendenti, la metà a carico dello Stato il resto di Regioni e enti locali (Sole p.10). "Così daremo più ai poveri e meno a chi già guadagna. E' l'accordo di Robin Hood" dice la ministro Madia a Repubblica (p.24). Le risorse in bilancio, "1,9 mld nel 2017, 2,6 nel 2018, parte delle quali andranno a forze dell'ordine e della scuola. Sarà compito della prossima legge di Bilancio stanziare ulteriori risorse". Furlan alla Stampa (p.7): "Il clima è finalmente cambiato, le riforme si fanno con i sindacati". Entro febbraio nuovo Testo unico sul pubblico impiego per superare la legge Brunetta, affrontare il tema dei precari, introdurre forme di welfare contrattale anche al pubblico impiego. "Su assenze e licenziamenti si apre la fase due", scrive il Messaggero (p.3) ma ora i sindacati hanno ottenuto di essere consultati prima dal governo prima di prendere decisioni. Renzi: "Dopo 7 anni è la volta buona". Camusso: "Aperta la strada ai rinnovi". Furlan "Si torna a contrattare a livello nazionale e nei luoghi di lavoro per avere buste paga più pesanti e servizi per i cittadini". Barbagallo: "Superando la Brunetta ci sono le condizioni per una vera riforma che ridia dignità ai lavoratori del pubblico impiego e fornire servizi più qualificati ai cittadini" (Repubblica p.24). Sulla firma dell'intesa è polemica politica: "85 euro giusto prima del voto", titola il Fatto (p.5). La Madia: "Il referendum non c'entra con la firma" (Repubblica). Furlan: "Conta il risultato" (Stampa). Intanto torna a far capolino l'inflazione: a novembre aumento dei prezzi al consumo dello 0,1% su base annua e un calo dello  0,1% su base mensile (Corriere p.33). Meglio il dato europeo (+0,6% annuo, +0,5% mensile). Ma l'attesa è tutta per il risultato del referendum. "Visco è neutrale ma teme l'incertezza",scrive il Giornale (p.6). Su Libero (p.3) le venti leggi nel limbo per via del referendum.

ITALIA-POLITICA
"Dico Sì anche se la riforma non è chiara": sul Corriere (p.8) e tutti la dichiarazione di voto di Prodi, che pur rimproverando alla riforma "scarsa profondità" e "poca chiarezza" annuncia il Sì, anche per scongiurare "possibili conseguenze sull'esterno". Prodi rilancia anche sulla necessità di modificare l'Italicum (Repubblica p.2). Renzi ringrazia, spiazzato il fronte Bersani-D'Alema (Messaggero p.4). Sul Foglio (in prima) la verità di Berlusconi sul No a Renzi: "Se non si fosse rotto il Patto del nazareno oggi il centrodestra sarebbe a sostegno delle riforme – dice il Cavaliere al Foglio – Se vince il No? Legge elettorale e poi il voto". E in Europa "tifo per la doppia moneta". Su tutti l'intervento di Berlusconi da Vespa: "Con la vittoria del Sì addio democrazia, meglio andare in un altro Paese". Salvini: "Nessun cataclisma con Sì, ma così gli italiani firmano un assegno in bianco a Renzi" (Corriere p.8). Ma le strade tra i due leader del centrodestra si dividono nel dopo voto: Berlusconi evoca un nuovo Nazareno, Salvini grida all'inciucio (Repubblica p.4, Libero p.5). Boldrini al Corriere (p.11): "Basta con i toni eccessivi in politica. Chiunque vinca domenica l'Italia reggerà, è un grande Paese. Ma poi bisognerà ricucire il campo progressista". Toti al Corriere (p.8): "Il testo è invotabile, peggiora la Carta. Cosa farà Renzi dopo il voto lo deciderà lui. Ma una maggioranza parlamentare, seppur variopinta e instabile, esiste e esisterà anche se vince il No. Poi sarà il Capo dello Stato a indicare il percorso". Sul Giornale (p.5) i sondaggi cifrati, col Novara che allunga a più 8 sul Siena. Sul Giornale (p.2) anche il braccio di ferro silenzioso in corso tra Renzi e Mattarella, che predica moderazione (in caso di vittoria del Sì) e ragionevolezza (in caso di vittoria del No). Tutto l'opposto di quanto dice e fa Renzi, che di farsi dettare l'agenda dal Capo dello Stato non ha intenzione. Altro fronte di scontro, il voto degli italiani all'estero: oggi scade il termine per la consegna ai consolati delle schede. Alta l'affluenza: forse battuto il record del 2013 di 1,3 milioni di schede. Conta decisiva per la vittoria (Messaggero p.5). Renzi: "Con il voto estero si può vincere: quel 3% cambia tutto" (Repubblica p.3). Ma il comitato del No prepara la battaglia e invita il governo a vigilare.

EUROPA
"La Russia è pronta a fare la sua parte per un nuovo disgelo con gli Stati Uniti": sul Corriere (p.5) parla il ministro degli Esteri Lavrov, oggi in Italia per Med2016 e per colloqui bilaterali con Gentiloni. "Noi siamo pronti a percorrere la nostra parte di cammino per riportare i rapporti tra Ussia e Usa in una direzione stabile. Partiamo dal presupposto che nel mondo contemporaneo la tutela della stabilità strategica e della sicurezza e la soluzione efficace dei problemi chiave della modernità dipendano molto dai nostri due Paesi". E sui rapporti con l'Italia e le sanzioni: "Un indicatore evidente è la forte riduzione dello scambio commerciale con l'Europa, sceso del 36,2% a 30,6 mld di dollari nel 2015, e che nei primi mesi dell'anno è calato del 41,2% a 14,2 mld. Secondo i dati della Sace le perdite dirette per l'economia italiana ammontano a 2,5-3 mld di dollari; l'Italia oggi è il sesto partner commerciale della Russia, dopo essere stata il quarto, mentre al quinto ci sono gli Stati Uniti. Registriamo l'insoddisfazione degli ambienti politici e economici italiani per le sanzioni e il sostegno a un ritorno alla crescita delle relazioni bilaterali. Noi speriamo che Roma voglia costruire i suoi rapporti con Mosca a partire in primo luogo dai propri interessi". Sulla Stampa (p.11) parla il ministro inglese Johnson: "Avanti con le sanzioni. Putin smetta di provocare la Nato". E sulla difesa europea: "Spero che l'Italia si impegni a raggiungere il 2% del pil per la spesa militare".

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