Commentario del 18.12.2016

IN PRIMA PAGINA
Raggi si salva ma perde pezzi (Messaggero). Via i fedelissimi, Grillo commissaria Roma (Stampa). "Una catastrofe perdere la città" (Corriere). Nelle faide tra correnti Di Maio finisce in minoranza (Stampa). Raggi "incollata alla poltrona" (Libero) ammette: Ho fatto molti errori" (QN). Pizzarotti: "Ha sbagliato ad obbedire" (Stampa). Marino: "E' stata troppo legata alla destra" (Fatto). De Magistris: "Virginia doveva scassare, ma resti" (Fatto). Il Fatto: la Raggi cotta e mangiata, Sala santificato. Colombo: "Sala torni a lavorare, non è nulla di grave" (QN). Appello a Sala anche dai sindaci: "Ripensaci, siamo con te" (Unità). Rientro in vista prima di Natale (Sole). Libero: su Sala i magistrati hanno smarrito la loro popolarità. Intanto nel Pd Speranza pronto a sfidare Renzi ma il congresso si allontana (Avvenire). QN: gli italiani credono solo alle urne. Spazio anche alla finanza. Su Corriere e tutti l'ira di Mediaset: "Con Vivendi non trattiamo". Il Giornale: lo straniero non deve passare. Sul Sole la corsa contro il tempo di Mps per l'aumento da 5 miliardi. Pronto il decreto salvabanche. Dagli esteri, l'agonia di Aleppo (Avvenire). Mogherini alla Stampa:  "Mosca brutale, solo la Ue ha un piano per la pace" (Stampa).

ITALIA-POLITICA
Roma, saltano i fedelissimi della sindaca e Grillo salva la Raggi: "Si va avanti con lei" (Corriere in apertura e a p.2 e su tutti). Grillo e Casaleggio: perdere Roma sarebbe una catastrofe politica (Corriere p.5). I due leader del Movimento sarebbero concordi nel salvare la Raggi ma in cambio di un pacchetto preciso di mosse prendere o lasciare. "Salviamo Virginia o affonderà Di Maio" la linea secondo Repubblica (p.3). Di Maio tace, e anche Di Battista; sale la "stella" di Fico: "Non scappo davanti ai problemi". Salvini: "Fate votare i romani per avere un sindaco normale". E rilancia la Meloni (Corriere p.6). Clima opposto a Milano, dove dal giudice Colombo ai sindaci la richiesta a Sala è una sola: "Ora torni al suo posto" (Repubblica p.10, Corriere p.9). Anche il governatore Maroni si spende per lui: "Beppe sta sbagliando, senza di lui a rischio tutti i patti per Milano" (Repubblica p.11). Sulla Stampa (p.7) i primi effetti della paralisi: salta il cda della Scala. Sole e Messaggero (p.11) parlano di rientro a Palazzo Marino entro Natale. Il Fatto attacca: "La Raggi cotta e mangiata, Sala indagato e santificato".
Al voto subito: è quello che chiede il 48% degli italiani (Corriere p.10). Quanto a Renzi, per il 45% è un leader bocciato dagli italiani che dovrebbe lasciare definitivamente la politica. Per il 23% dovrebbe restare defilato, per il 21% resta il miglior leader del Pd. Anche per il sondaggio Ipr di QN (p.6) gli italiani chiedono subito la legge elettorale e il voto (60%). Il 48% convinto che le condizioni economiche peggioreranno, il 54% teme l'arrivo di un'altra ondata giudiziaria.
Oggi l'assemblea dem, ieri la candidatura di Speranza alla convention della sinistra dem, con Repubblica (p.13) che ipotizza un ticket con Emiliano per la sfida a Renzi. Ma il congresso non c'è (Corriere p.10): Renzi ha rivisto la strategia, oggi non si presenterà dimissionario per accelerare la corsa alla riconferma. Ora la road map è primarie e poi al voto (Messaggero p.13, Stampa p.9). Per Corriere (p.11) e Messaggero (p.13) anche Berlusconi ha fretta di andare alle urne ed è pronto a collaborare a una "nuova stagione di riforme costituzionali vere". Preme per elezioni subito anche Salvini (Messaggero p.13). Ma per Scalfari (Repubblica in prima e a p.25) né Mattarella né Gentiloni seguiranno Renzi su questa strada e neanche nel Pd troverà molti disposti a seguirlo. I suoi voti non sono il 40% dei sì, ma al massimo il 25-30%. Sul Corriere (in prima e a p.29) la paura di Renzi secondo Galli della Loggia: sparire. 

ITALIA-ECONOMIA
Settimana decisiva per Montepaschi (Giornale p.15): tra domani e venerdì la banca tenta l'aumento di capitale da 5 mld, affidata alla "strana coppia" piccoli risparmiatori i italiani e grandi investitori internazionali. Governo pronto a chiedere 15 md per intervenire a favore delle banche in difficoltà (Corriere p.33). Intanto dal Fondo Salva Stati Klaus Reglin, dalle pagine di ElMundo, rassicura: "L'Italia non ha mai perso l'accesso ai mercati. Preoccupa la bassa crescita e la bassa produttività ma non significa che ci sia una crisi". Quanto alle banche italiane "esagerato parlare di crisi. Dagli stress test della Bce sappiamo che c'è una grande banca che ha bisogno di capitale e forse altre piccole. Ma in Italia ci sono 600 banche, quindi non vediamo una crisi sistemica". Sempre in primo piano anche l'altra operazione finanziaria del momento, lo scontro tra Mediaset e Vivendi. Confalonieri: "Questa è una scalata ostile. Non trattiamo con Vivendi" (Giornale p.8 e tutti). "Lo straniero non deve passare, siamo già stati troppo colonizzati" l'analisi di Mazzuca sul Giornale (p.8). Di parere opposto Zingales sul Sole (p.26): "Magari con una Mediaset straniera l'Italia diventa un Paese normale". Sul Corriere (p.31) altro fronte scoperto, quello della digitalizzazione del Paese. Piacentini: "Deluso dal No, dopo la caduta di Renzi ho pensato di andarmene ma poi ho deciso di restare a Palazzo Chigi: l'Italia ce la può fare nella digitalizzazione". Piacentini parla delle rsistenze incontrate: "Il problema è la scarsità delle competenze tecnologiche. Avremo una persona di Google nel nostro team". Primo obiettivo: "Creare un sistema operativo della Pa con una comunità di sviluppatori e una logica mobile first". Sulla Stampa (p.20) le novità sul fronte del lavoro: dal primo gennaio sparisce la mobilità per i lavoratori colpiti da licenziamento collettivo. Ora l'unico assegno per la disoccupazione resta la Naspi. Nel 2017 stop anche agli incentivi per le assunzioni di personale in mobilità.

EUROPA
Migliaia ancora intrappolati ad Aleppo mentre si cerca un nuovo accordo per l'evacuazione (Messaggero p.16). La guerra in Siria scuote anche l'Europa. Mogherini alla Stampa (p.11): "Putin brutale in Siria. Solo l'Ue ha un piano per la pace". "Siamo gli unici che parlano con tutti, lavoriamo per evitare che la Siria diventi un nuovo Iraq o la nuova Libia. Probabilmente Mosca e Washington finita la guerra considereranno il capitolo chiuso. Noi no". Quanto alla Russia "il comportamento soprattutto ad Aleppo è di una brutalità inaccettabile. Ma con la Russia, sulla Siria e non solo, serve un canale politico aperto". Poi il tema migranti: "Le proposte della Commissione si sono arenate, il Consiglio non trova punti di convergenza. Il nodo va risolto dai governi nazionali in seno al Consiglio. L'Italia fa bene a premere su tutti i fronti". E sul governo Gentiloni: "L'Italia è un Paese solido, il governo è stimato. Avrei preferito la vittoria del sì e Renzi ancora in carica ma la saggezza e la rapidità di Mattarella hanno dimostrato la solidità delle istituzioni del Paese. Non vedo un problema di debolezza del governo italiano".
Su Repubblica (p.16) il dietro le quinte dell'ultimo Consiglio Europeo: leader a tavola dalle 12,30 fino alle 6 del pomeriggio, e in corridoio ad aspettare Draghi e il segretario generale della Nato Stoltenberg. Crescono le contestazioni a Tusk per la sua gestione del consiglio.


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