Commentario dell'8.12.2016

IN PRIMA PAGINA
Approvata la manovra, Renzi si dimette (Sole). Mattarella, tre ipotesi per la crisi (Corriere, Messaggero). Grande intesa, il bis o i tecnici (Mattino). Padoan o Gentiloni per il dopo-Renzi (Stampa, Messaggero). Repubblica avanza l'ipotesi di un Renzi bis. Il Foglio di un governo di unità nazionale con Berlusconi: "dirlo è vietato ma è così". Zanda al Corriere: "Matteo-bis fino al 2018" (Corriere). Ma lui teme di perdere la faccia. Anche il partito lo molla (Fatto, Libero). Ieri Berlusconi ricoverato: troppo stress (Libero). Anche Grillo è stanco ed è tentato da una pausa: "Torno al teatro" (Stampa). Spazio anche alla manovra, che ora è legge: ma mancano sessanta decreti (Corriere). Dalle pensioni alla casa: tutte le novità in arrivo (Sole, Messaggero). Nel terzo trimestre occupazione in frenata. In calo il lavoro autonomo (Sole). Al via il "Patto per la fabbrica", al centro la questione industriale (Sole). Sulle banche si allarga il paracadute del governo (MF). Ieri altro rally in Borsa in attesa di Draghi (MF)

POLITICA
Renzi si è dimesso – "Mi chiamo fuori" – oggi il via alle consultazioni (Sole p.7). Davanti a Mattarella tre ipotesi: reincarico a Renzi, governo di responsabilità, governo istituzionale (Corriere e Messaggero in apertura e tutti). Ora il voto si allontana (Corriere p.2). Repubblica (in apertura) lancia l'ipotesi di un Renzi-bis, ma il premier non si sposta dalle sue posizioni: "O un governo di tutti o al voto dopo la sentenza della Consulta sull'Italicum" (Repubblica p.2). "Non voglio fare il bis" (Repubblica p.3). Per il Corriere (p.3) e Giornale (p.7) in realtà Renzi sarebbe tentato da un reincarico: "Con me urne a marzo. Ma perderei la faccia". Le altre ipotesi sul campo sono per il Corriere (p.2) e il Messaggero (p.3) governo di responsabilità nazionale (cioè con tutti i partiti, ipotesi di scarso successo) o  un governo istituzionale (guidato da figure come Padoan, Gentiloni o Grasso). Il Giornale (p.3) parla di un governo ponte o un governo politico sempre a guida Grasso, Padoan o Gentiloni. Il Sole (p.8) fa anche il nome di Casini per un governo di scopo. Dalla rosa dei papabili sarebbe uscito Franceschini, su cui c'è il veto preciso di Renzi, che accusa l'ex ministro di aver già fatto accordi sottobanco con Berlusconi per un governo di unità nazionale (Repubblica p.3, Stampa p.3). Voce, questa, rilanciata in prima pagina dal Foglio: "dirlo è vietato, ma Berlusconi è pronto al governo di unità nazionale". Unico dubbio, se trattare con Renzi o con Franceschini. Ma se fosse Renzi "deve venire con il cappello in mano". Sul Giornale (p.6) i timori di Franceschini, che ha paura del fuoco amico che già bruciò Letta. Consulta irritata per le critiche e il pressing dei partiti per accelerare il giudizio sull'Italicum: "Tempi dovuti" (Messaggero p.7). Ancora più esplicito l'ex presidente Mirabelli: "Non si vota prima di giugno: per garantire governabilità serve una legge omogenea tra Camera e Senato".

ECONOMIA
Moody's taglia l'outlook dell'Italia: "Con la sconfitta di Renzi al referendum ora riforme più difficili" (Sole p.8 e tutti). L'outlook passa da stabile a negativo; invariato il giudizio sul Paese (Baa3). Il voto ridimensiona le probabilità che il governo faccia progressi significativi sulle riforme necessarie per stabilizzare il profilo di credito del governo e la sua capacità di assorbire shock. Anche da Berlino avvertimento a Roma: "Draghi non può continuare a sostenere i conti dell'Italia", dice il consigliere della Merkel Lars Feld a Repubblica (p.29). "E' evidente che la Bce nella sue decisioni di politica monetaria guarda troppo a Roma. All'Italia serve un governo cn un consenso ampio nel Paese per fare riforme difficili. Un governo provvisorio farebbe solo il bilancio e qualche aggiustamento in più". Intanto da ieri la manovra da 27 miliardi è legge (Sole in apertura e a p.2 e su tutti). Via libera a Industria 4.0 e Ape, stop all'aumento Iva nel 2017. Salta la riduzione delle slot machine nei pubblici esercizi e il sostgno fiscale alle banche per l'acquisto delle "Good bank". Solo 6 i miliardi per le zone terremotate. E mancano sessanta decreti attuativi (Corriere p.13), che riguardano tra l'altro l'Ape volontaria e l'assorbimento di Equitalia nell'Agenzia delle Entrate. Ma molti dossier potrebbero essere inseriti nel Milleproroghe (Messaggero p.13). Su Sole (p.2 e 3), Messaggero (p.12) e altri le misure nel dettaglio.  Intanto, dal fronte del lavoro, frenata dell'occupazione nel terzo trimestre (-0,1%), stabile la disoccupazione all'11,6% (Messaggero p.22), ma disoccupazione giovanile al 37,5%, mentre crescono i lavoratori over 50. Marro sul Corriere (p.37): se il mix di Jobs Act e decontribuzione doveva produrre il capovolgimento strutturale nella distribuzione dei flussi di assunzione tra contratti a termine e a tempo indeterminato, esso non c'è stato. Ieri Confindustria e sindacati a confronto sul "patto per la Fabbrica", alleanza che mira a riscrivere le regole della politica industriale e a disegnare un nuovo modello contrattuale (Messaggero, Corriere e tutti). "Servono misure per rimettere in moto la crescita, gli investimenti e l'occupazione" gli obiettivi. Il confronto è aperto.

EUROPA
La Borsa corre e scommette su Draghi (Messaggero p.21): ieri nuovo scatto delle banche (Sole p.10). Milano (+2,1%) supera quota 18mila, Ftse Mib ai massimi da maggio. Draghi verso un prolungamento del Qe (Sole p.11, MF p.6, Corriere p.34 e tutti). Probabile un'estensione degli acquisti di almeno sei mesi oltre la scadenza del marzo 2017. Tra le ipotesi, l'aumento della percentuale acquistabile di ogni singola emissione dal 33 al 50% oppure riduzione a 60 mld del ritmo mensile di acquisti prolungando però il periodo di 9 mesi. "Draghi non può continuare a sostenere i conti dell'Italia" dice il consigliere della Merkel Lars Feld a Repubblica (p.29). Scontato l'allungamento oltre marzo del Qe, "quello che mi auguro è che per quella data l Bce avvii il tapering, che ne cominci a comprare meno ogni mese. E la decisione dovrebbe essere dettata da motivazioni di politica monetaria, a prescindere dalla situazione dell'Italia". Italia che deve aiutarsi da sola facendo "riforme difficili". Analisi uguale e contraria di De Mattia su MF (p.6): "perché la Bce aiuti l'Italia occorre fare presto e bene i compiti, a partire dalle nomine nelle quotate pubbliche".

©riproduzione riservata

Nessun commento:

Posta un commento