Commentario del 16.12.2016

IN PRIMA PAGINA
Doppia inchiesta a Milano e Roma. Bufera sui sindaci (Stampa, Messaggero). Sala indagato sul maxi appalto per Expo. "Mi sospendo da sindaco" (Sole, Repubblica e tutti). Inchiesta anche sulle nomine della Raggi. Perquisizioni in Campidoglio (Sole). Intanto si discute sulla durata del governo. Alfano al Messaggero: "Questo governo non ha scadenza, l'Italicum corretto prima della Consulta". Landini al Fatto: "Per evitare il voto sul Jobs Act sono pronti all'harakiri". Sul Fatto la lista di Renzi a Gentiloni per tenersi Eni, Enel e Poste. Per l'Unità il caso Mediaset-Vivendi avvicina le elezioni. E' l'altro tema del giorno, l'altolà dell'AgCom alla scalata francese su Mediaset (Sole e tutti). Mediaset scricchiola (Libero), Bolloré cerca la tregua (Stampa). Bini Smaghi al Foglio: "La francofobia è un'ossessione, l'italianità ci ha già sbancati". In primo piano anche Mps: col via libera Consob sui bond scatta l'aumento di capitale da 5 mld (Sole). Tentativo in extremis di evitare l'intervento dello Stato. Profumo a QN: "Sono pochi 15 miliardi per le banche". Dalla Ue. Gentiloni: "Sui migranti Ue in ritardo fortissimo" (Sole). Negli Usa. Rubati a Yahoo milioni di profili. Fbi, Cia e Casa Bianca nel mirino (Messaggero). In Siria. De Mistura: "I massacri di Aleppo, fallimento Onu" (Fatto).

ITALIA-ECONOMIA
"Se l'Italia non cresce valuti l'uscita dall'euro. Berlino è preoccupata": sul Corriere (p.6) parla l'economista Clemens Fuest (Ifo), allarmato per la fuga di capitali in atto dall'Italia: 292 mld a luglio, 355 in ottobre. "E' un fatto che la liquidità sta lasciando l'Italia. I venditori esteri di titoli italiani potrebbero comprare altro ma non lo fanno". Per Fuens è l'effetto del referendum. Quanto all'eurozona "c'è un forte interesse a tenere l'Italia nell'euro ma questo è accettabile per la popolazione solo se il Paese riesce a tornare a soddisfacenti livelli di crescita. L'Italia deve riuscirci attraverso miglioramenti della competitività e riforme. Se poi risulta che l'euro è un ostacolo alla crescita, sembra preferibile che il Paese lasci l'euro. Ma è una decisione che deve prendere il governo". D'altronde in Germania "c'è la preoccupazione che se l'Italia avesse bisogno di finanziamenti altri Paesi dovrebbero sopportare il costo del suo debito. Come per la Grecia". Per Fuens "Renzi era considerato una speranza per le riforme. La sua bocciatura viene letta come un segnale di resistenza". Quanto al governo Gentiloni "che resti in funzione o meno non dovrebbe dipendere dalla Bce. Se la stabilità dell'economia italiana dipendesse da questo vorrebbe dire che c'è qualcosa di profondamente sbagliato".
Sul Fatto (in apertura e a p.2) il patto tra Renzi e Gentiloni per "blindare" i vertici delle quotate pubbliche al rinnovo nei prossimi mesi. Gentiloni sarebbe il garante di uno status quo che prevede le riconferme dei vertici di Eni, Enel e Poste. L'unica eccezione al piano potrebbe essere Leonardo: su Moretti incombe la possibile condanna per la strage di Viareggio. E poi la sua ruvidezza non sarebbe stata apprezzata dai clienti del gruppo.

ITALIA-POLITICA
Doppia inchiesta su Milano e Roma. Bufera sui sindaci (Stampa e tutti). Sala, indagato per concorso "in falso materiale" dalla Procura generale in un appalto di Expo, annuncia l'autosospensione (su tutti). "Dopo quello che ho passato, non mi faccio stritolare - si è sfogato con i suoi (Repubblica p.7) -. Sulla mia onestà non si scherza" (Corriere p.9). A Roma, Polizia in Campidoglio per acquisire documenti sulle nomine dopo l'esposto dell'ex capo di gabinetto Raineri (Messaggero e tutti). L'accusa, non ancora formalizzata, sarebbe abuso d'ufficio (Corriere p.11). Raggi: "Nulla da nascondere". Giornale (p.11) polemico con i 5S, definiti "moralisti sommersi da inchieste". I casi Roma e Milano – scrive Bei (Stampa in prima e p.29) - sembrano far cadere la presunta diversità dei sindaci rispetto al resto della classe politica, ma è presto per i giudizi. E Repubblica (in prima e p.26-27) riporta uno studio della Fondazione Res che evidenzia come oggi sia "local" l'identikit del politico corrotto, che preferisce Comuni e Regioni.
Governo, Alfano al Messaggero (in prima e p.7) ribadisce che "non c'è alcuna scadenza prestabilita" e rilancia sulla legge elettorale: "Facciamola prima della sentenza della Corte Costituzionale". Resta centrale il nodo referendum sul Jobs Act in vista delle elezioni politiche. Landini (Fiom) al Fatto (in prima e p.4): "Il voto popolare sulla riforma del lavoro fa troppa paura, se lo vogliono evitare lavorino alla modifica del testo". Corriere (p.13) parla di corsa per fermare il voto sui voucher. Alfano al Messaggero: "Jobs Act è un grande passo avanti, occorre continuare per portare a compimento le ulteriori innovazioni contenute nella riforma". Treves (Cgil) a Libero (p.21) commenta le parole di Poletti sul voto anticipato contro il referendum: "E' sintomo – dice – della paura del governo dopo il 4 dicembre". Per Damiano (Pd) a Libero (p.9): "Governo vada ad elezioni quando pensa di aver esaurito il suo compito, indipendentemente dal referendum sul Jobs Act, al quale io voterei a favore dei quesiti proposti dalla Cgil".

EUROPA
Immigrazione, l'Ue sceglie di non decidere (Corriere in prima e a p.5 e tutti). Dal Consiglio dei 28 capi di Stato e di governo solo aiuti al Niger per frenare i flussi di migranti diretti in Libia. Sulle regole di Dublino e il resto tutto rinviato di sei mesi. Gentiloni torna a casa deluso: "Continua ad esserci un fortissimo ritardo". Sulla Russia passa la linea della proroga alle sanzioni di altri sei mesi: l'Italia stoppa però nuove ritorsioni per gli interventi di Mosca in Siria. Quello di Gentiloni, scrive il Corriere a p.5, potrebbe essere il passaggio di una meteora se si votasse a giugno e se davvero ha chiesto ai suoi ministri un agenda per i prossimi 4 mesi (la notizia anche su Stampa p.7 e Messaggero). Su Repubblica (p.18) il colloquio riservato di Gentiloni con Draghi.  "L'Europa non conta più nulla", dice Prodi in un'intervista a San Marino Tv ripresa da l'Unità (p.9). "La Commissione, che rappresenta l'aspetto collegiale, non esiste più perché gli Stati hanno ripreso il potere non capendo che la Storia avrebbe fatto il suo cammino". "La Cina invece ci rimette in gioco, con la possibilità di rilanciare il Mediterraneo come centro dei commerci. Stanno spostandosi dall'esportazione ai consumi, si deve fare in fretta con la Cina. Ma l'Italia ha la necessità di recuperare la sua identità e una coesione con l'Europa. Nel mondo globalizzato, l'idea di un'Italia sola è terribile".

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