Commentario del 13.12.2016

IN PRIMA PAGINA
Governo Gentiloni, ministri di Renzi (Stampa). 19.419.507 italiani presi a schiaffi dall'Accozzaglia (Fatto). Il governo nasce morto (Giornale). Paga soltanto la Giannini (Fatto). Il mistero della Boschi, promossa dopo il flop (Giornale).  Verdini a bocca asciutta si sfila. Ora al Senato il governo balla (Fatto). Bersani: adesso diciamo Sì, poi dovranno convincerci (Messaggero). E per la fiducia, "Aventino" di M5S e Lega (Sole). Grillo: "Non saremo più in Aula" (Corriere). Forza Italia: "Una vergogna senza fine" (Giornale). Renzi in movimento nel Pd, ipotesi primarie a febbraio (Messaggero). Il Fatto parla di congresso ad personam per tenersi il partito. Zingaretti possibile alternativa a Renzi (Foglio). In primo piano su tutti anche il salvataggio Mps – con Consob che frena sulla conversione dei bond retail (MF) – e la scalata ostile di Vivendi su Mediaset: "Ma ci difenderemo" (Corriere). Su Stampa e tutti la maxi intesa mediterranea, Eni e Russia soci nel gas. Trump contro i super caccia F-35: "Sono troppo cari" (Fatto). Con un tweet abbatte Lockheed e spaventa Leonardo (MF).

ITALIA-ECONOMIA
Economia, confermate squadra e priorità (Sole p.4): Padoan riparte da dove aveva lasciato, crisi delle banche e verifica Ue sulla manovra "solo più libero da Renzi", scrive il Giornale (p.10) che prevede un cambio di rotta al Mef, più in sintonia con Bruxelles. Questo significa cercare i quasi 2 mld di euro chiesti dalla Ue come correzione alla manovra.  "La Ue non chiede misure aggiuntive ma il nuovo governo continui le riforme" dice a Repubblica (p.13) il vice presidente della Commissione europea Katainen. "Il nuovo governo è benvenuto, abbiamo piena fiducia che continui le politiche del precedente perché la situazione economica non è cambiata. Questo non perché lo dica la Commissione ma per il bene degli italiani". Katainen si dice fiducioso nella capacità delle autorità italiane di gestire la situazione del sistema bancario – "sanno cosa devono fare" – e dell'euro dice: "La stabilità di cui l'Italia ha goduto negli ultimi anni mostrano che l'eurozona vi ha difeso. Ma ci sono problemi strutturali per cui anche se non foste nell'euro dovreste comunque fare riforme. L'euro ha aiutato la crescita italiana, ha difeso la stabilità ma una valuta non può fare tutto. Tocca ai governi riformare i Paesi". Tra le novità del governo Gentiloni De Vincenti al ministero per il Mezzogiorno; le conferme di Calenda allo Sviluppo, Delrio alle Infrastrutture e Poletti al Lavoro implicano continuità su Industria 4.0, investimenti pubblici e sull'implementazione delle nuove regole della previdenza. L'ultima incognita da sciogliere è sul team di Nannicini, non solo padre del Jobs Act ma anche delle misure di attrazione di investitori e capitali esteri (Sole p.4). Boccia (Confindustria): "Non soltanto legge elettorale, si tenga al centro la questione industriale" (Sole p.4). Sul Corriere (p.32) gli ultimi dati dal Ministero del Lavoro sul terzo trimestre: aumentano i licenziamenti (+10,8%) e diminuiscono le partite Iva (-10%).

ITALIA-POLITICA
Governo Gentiloni, ministri di Renzi (Stampa in apertura e a p.2 e su tutti): è il "sentiment" di tutti i giornali sul governo che ha giurato ieri davanti a Mattarella e che oggi e domani cercherà la fiducia di Camera e Senato. Solo due nomi nuovi su 19, Minniti all'Interno e la Fedeli all'Istruzione, Alfano conquista gli Esteri, De Vincenti alla Coesione per riconquistare il Sud. "Mistero Boschi, si salva dal benservito e rimane come zarina" (Giornale p.8). Alla fine paga solo la Giannini, unica esclusa: "la scuola paga per tutti" (Repubblica p.4). Di Maio: "Si stanno scavando la fossa con le proprie mani" (Repubblica p.6). "Se è così alle elezioni sarà un'ondata" la profezia di D'Alema (Fatto p.3). "Troppo poco", l'editoriale di Calabresi su Repubblica: avevamo bisogno di un governo leggero e dotato di senso pratico, poi è arrivata la promozione della Boschi, i ministeri per Lotti e De Vincenti, Alfano agli Esteri. Alla fine ha pagato solo la Giannini: troppo facile e troppo poco. Per Franco (Corriere in prima e a p. 31) è un governo di sopravvivenza: compito di Gentiloni sarà suturare le ferite del referendum e accompagnare l'Italia al voto. E' un governo nato morto, scrive Sallusti sul Giornale, massimo tre mesi. Anche la Stampa (p.3) parla di ipoteca Renzi sul governo e partenza in salita di Gentiloni. "Matteo sa che non farò nulla per impedirgli di votare a giugno – il Gentiloni-pensiero riferito da Repubblica p.6 – e io so che lui non potrà mostrarsi tenero col governo. Spero solo che non esageri". 
"Non entreremo più in aula", "il Parlamento lo faremo in mezzo alla strada", la minaccia di Grillo (Corriere p.11). La strategia, molto simile a quella di Lega e Fdi, è di scendere in piazza con una serie di flash mob per poi fare una grande manifestazione nazionale prima del 24 gennaio (Repubblica p.7). Meloni e Salvini in trincea: "Così sputano sugli italiani" (Giornale p.12). Meloni: "Legge elettorale entro fine anno, elezioni a maggio". Salvini diserta le consultazioni e evoca la piazza ma si riaccende lo scontro con Bossi. Da Fi "opposizione morbida" prevede Libero (p.8) con Berlusconi che blocca i falchi: "Non sparate sul governo". Cavaliere pronto all'accordo su legge elettorale.

EUROPA
La Cina si appella alla Wto contro l'Unione Europea: sul Sole (p.11) e tutti la gelata nelle relazioni tra Bruxelles e Pechino, dopo che il governo cinese ha annunciato di voler aprire consultazioni con la Ue per non aver modificato il metododi conteggio dei dazi, rifiutando di fatto ri riconoscere lo status di economia di mercato. "Purtroppo Usa e Ue non hanno rispettato i loro obblighi" la linea del ministero cinese del Commercio. "Ci dispiace che la Cina apra questo contenzioso ora, nonostante la Commissione abbia fatto proposte per emendare la legislazione in questione", la replica di Bruxelles. Per il Sole (p.11) la mossa di Pechino si può considerare un primo "inaccettabile atto di guerra commerciale", con la Cina, che sul dumping ambientale e occupazionale ha basato le sue fortune, che cita Usa e Ue davanti alla Wto. Fin qui Usa e Ue hanno frenato rispetto alla richiesta della Cina e hanno fatto bene. Ma Pechino può considerarsi o meno economia di mercato? Per il Sole no, non lo è,"è un'altra cosa: desta meraviglia, è un interlocutore imprescindibile ma con la Cina servono prudenza e circospezione". E poi ci sono da considerare gli interessi strategici che verrebbero danneggiati se questo status venisse riconosciuto appieno.  La caduta di ogni forma di tutela dalla distorsione della concorrenza praticata dalla Cina provocherebbe una disarticolazione del paesaggio industriale europeo".

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