Commentario del 5.12.2016

IN PRIMA PAGINA
Vola il No, spallata a Renzi (Messaggero). "Mi dimetto" (Sole). Renzi va a casa (Giornale). L'idea di dimettersi anche da segretario (Corriere). Delusione a Bruxelles: "Stop al rinnovamento" (Messaggero). La parola al Colle, maggioranza in bilico (Corriere). Reincarico o nuovo uomo Pd (Stampa). Padoan, Grasso e Delrio i nomi per il dopo Matteo (Giornale). Grillo euforico: "Ora al voto" (Stampa). Berlusconi: "Ora legge elettorale insieme" (Giornale). Il Pd è sotto choc: ora la resa dei conti (Corriere). Anche le Borse in subbuglio, timori per lo spread. In campo c'è la Bce (Messaggero). Tensione sui mercati,scivolata dell'euro (Corriere). All'Eurogruppo Italia sotto la lente (Sole). Conti pubblici da mettere in sicurezza (Sole). In bilico l'aumento di Mps: il Tesoro valuta il piano B (Sole). Intanto in Austria sconfitta l'estrema destra (Corriere). Van der Bellen vince su Hofer. Il voto in Austria fa respirare la Ue (QN).

ITALIA-ECONOMIA
Oggi il voto delle Borse, già tensione sull'euro (Sole p.11): moneta unica ai minimi, timori per lo spread  e per le banche (Corriere p.14, Repubblica p.12). Per i mercati (e per Bruxelles) la vittoria massiccia del No è il peggiore degli scenari (Stampa p.13, Giornale p.10). Previsto uno scivolone dell'indice (Messaggero p.15). Draghi rinforza l'argine dell'acquisto di titoli di Stato (Stampa p.13). Lucrezia Reichlin a Repubblica (p.12): "Se il sistema politico sarà in grado di garantire stabilità i mercati reagiranno positivamente". La stabilità è essenziale anche per "trovare una soluzione alla crisi bancaria". Se "la reazione al risultato non sarà responsabile c'è da aspettarsi il diluvio". Anche per il Sole (in prima e a p.7) i mercati si tranquillizzeranno se alle dimissioni di Renzi seguirà la formazione in tempi rapidi di un governo che faccia quello che serve: nuova legge elettorale, soluzione dei problemi di alcune banche, consolidamento dei conti pubblici. Ma l'Italia dovrà comunque dimostrare ogni giorno di essere un Paese affidabile.
Oggi il "caso Italia" all'esame dell'Eurogruppo (Sole p.13). Delusione e preoccupazione in Europa (Messaggero p.15). L'Italia farà quello che sa fare meglio, barcamenarsi", e "l'Europa sopravviverà anche a questo, idem l'euro" le voci raccolte dalla Stampa (p.13).  Da capire come l'esito del referendum influenzerà la discussione sulla necessità di ridurre il deficit pubblico e le ripercussioni sulla stabilità del sistema bancario, a cominciare dalla ricapitalizzazione di Mps. Per il Giornale (p.10) passato il referendum arriva il conto della Commissione, che non ha mai digerito i target in manovra su deficit e debito. "I conti pubblici sono da mettere in sicurezza comunque" scrive Pesole sul Sole (p.13): così com'è scritta la manovra non è conforme alle regole europee. Intanto in Parlamento è corsa contro il tempo per blindare la legge di Stabilità (Sole p.13): domani la commissione Bilancio del Senato calendarizzerà i lavori. Si punta a chiudere entro il 19 prima del ritorno alla Camera per il rush finale. Rischia l'accordo fra governo e sindacati sul contratto degli statali, appeso al destino della riforma Madia.

ITALIA-POLITICA
L'Italia ha scelto il No (Sole in apertura e a p.3): finisce 59,7% a 40,3%, con un'affluenza record del 68,5%. Renzi va a casa (Giornale in apertura e a p.3): "Sconfitta netta, il mio governo finisce qui" (Sole p.2). "Ora chi ha vinto faccia proposte" (Repubblica p.2). Sul Corriere (p.3) lo sfogo dietro le quinte: "Non credevo mi odiassero così". Possibile l'addio anche al Pd. Grillo: "Votare subito, anche con Italicum e Consultellum. Pronti a tutti i passi necessari" (Sole p.2). Anche Salvini e Meloni chiedono il voto: "Siamo l'alternativa di governo" (Giornale p.2). "Piegati i poteri forti" (Corriere p.11). Ma Berlusconi frena: "Ora legge elettorale insieme proporzionale e poi la parola torni agli italiani" (Giornale p.2). Una crisi al buio: per Verderami (Corriere in prima e a p.4) non è una crisi di governo, è una crisi di sistema che tocca a Mattarella gestire. Primo obiettivo: ricucire il Paese (Messaggero p.6). La sconfitta di Renzi in apertura anche sulle edizioni on line della stampa estera: "Gli elettori hanno voluto dare un colpo a Renzi" (FT); "vittoria del populismo nel cuore dell'Europa: le dimissioni di Renzi gettano l'Unione nell'incertezza" (WSJ); "Italia nell'incertezza, squassata dalla rabbia anti-establishment" (NYT).
Oggi Renzi al Colle per dimettersi. Il Giornale (p.5) parla di strategia soft di Mattarella per frenare l'ira di Renzi ed evitare crisi al buio: dunque rinvio alle Camere di Renzi per un governo di scopo (Stabilità, ricapitalizzazioni bancarie, legge elettorale). Anche per il Sole (p.4) Mattarella, con un occhio ai conti pubblici e uno a quelli delle banche, cercherà di evitare il voto anticipato. Ma con Renzi tentato dallo scontro finale (al voto politico, col 40% batterebbe Grillo e le destre), Mattarella dovrebbe aprire le consultazioni e cercare un successore.
A riguardo, diverse le ipotesi ventilate dei quotidiani. Il Sole (p.5) parla di crisi lampo e governo Padoan come traghettatore verso il voto. Delrio e Franceschini potrebbero essere utili per la legge elettorale. Corriere (p.3) Repubblica (p.4) e Giornale (p.3) parlano di Grasso e Padoan in pole, ma in campo anche Prodi, Delrio e Calenda. Sarebbe il "piano B" del Colle, che comunque non potrà prescindere dal Pd. Ma molto dipende dalle decisioni Renzi.
Sul fronte della legge elettorale, ora salta anche l'Italicum. Più vicino il ritorno al proporzionale (Sole p.4, Repubblica p.11).

EUROPA
L'Austria frena l'estrema destra: Van der Bellen sarà presidente, non con 30 mila ma con 300 mila voti di scarto (Stampa in prima e a p.16 e su tutti). "Vienna invia oggi un segnale di speranza e di cambiamento positivo verso le altri capitali europee". Hofer ammette la sconfitta e pensa alle prossime presidenziali. Bruxelles tira un sospiro di sollievo: "L'Unione Europea è più forte di quanto i populisti pensino", dice il liberale Guy Verhofstadt (Stampa p.16). Weber (Ppe): "La campagna di paure e di bugie ha fallito". Tusk: "Da Vienna contributo essenziale per mantenere la nostra unità europea". Schieder (Spd): "Le Pen e Farage, potete cancellare il volo per Vienna" (Corriere p,17). "Arginati i populismi, ma la vera sfida sarà a Parigi" l'analisi di Geroni sul Sole (in prima e a p.15): la speranza si chiama Fillon, e la sua capacità di coagulare forze contro il Front National. De Villepin a Repubblica (p.17): "Il populismo si batte solo quando i governi sono lontani dalle élite". "Il vero pericolo per l'Europa viene dalle disuguaglianze"-

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