Commentario del 17.12.2016

IN PRIMA PAGINA
Capitali sotto scacco (Avvenire). Raggi in bilico dopo l'arresto di Marra, Grillo la scarica (Messaggero, Corriere). "E' solo colpa tua" (Repubblica). Libero: "Oca del Campidoglio". Travaglio sul Fatto la difende, Saviano su Repubblica chiede il passo indietro. Il Giornale: Capitale corrotta, grillini infetti. A Milano Sala rimette le deleghe: "Voglio capire le accuse" (Messaggero). Il Fatto: "Falsificò un atto per favorire un'impresa". Libero: fango a Milano ma l'inchiesta non sta in piedi. Cantone: "Basta comitati d'affari, serve prevenzione" (Avvenire). Gli amministratori: "Noi in trincea, una virgola e ti indagano" (QN). Il Foglio: torna un mostro, la Repubblica dei pm. Il Fatto: una retata li seppellirà. Avvenire: condanne no, giudizi sì. E nel governo affiorano le distanze tra Gentiloni e Renzi (Corriere, Stampa). Sul Corriere lettera a Berlino: perché l'Italia resterà nell'euro. Sulla Stampa la crisi che azzera il Sud. Su tutti gli sviluppi del caso Mediaset-Vivendi e sul salvataggio di Mps. De Puyfontaine al Corriere: "Compriamo per poter trattare con Mediaset". Per Mps 29 giorni di autonomia. Pronto un decreto salva-banche da 117 miliardi (Fatto).

ITALIA-ECONOMIA
Banche e finanza in primo piano, per il salvataggio di Mps e per la scalata di Vivendi a Mediaset. Per Mps la Bce stima 29 giorni di autonomia (Fatto in prima e a p.14) mentre scatta l'aumento di capitale teso ad evitare gli aiuti di Stato.Per la Stampa (p.17) il Tesoro è pronto a partecipare all'aumento prendendo una quota ma evitando l'aiuto di Stato. Per il Fatto (p.14) il governo ha già pronto da tempo un  decreto salva-banche da 117 miliardi, decreto che Renzi avrebbe tenuto nel cassetto per non compromettere il referendum. Sul fronte Vivendi-Mediaset, dopo l'assalto in Borsa è il momento delle trattative (Stampa p.16). De Puyfontaine (Vivendi) al Corriere (p.13): "Non siamo ostili, ora trattiamo". L'ex ministro francese Montebourg al Corriere (p.17): "Sconsiglio gli italiani di lasciare Mediaset sotto il controllo di Vivendi. La Francia ricorre all'eccezione culturale per proteggere il suo cinema. Per gli stessi motivi il governo italiano fa bene a difendere Mediaset". Nella partita francese rientra anche il colosso delle assicurazioni Generali: sul Corriere (p.12) e altri si torna a parlare di una possibile unione con la francese Axa e della cessione della filiale francese ad Allianz. Ma il Leone di Trieste smentisce. Il Corriere (in prima e a p.26) torna sull'ipotesi di Italexit avanzata ieri dall'economista tedesco Michael Fuest. Per Ferrera uno scenario non plausibile: uscire dall'euro non converrebbe, ci ritroveremmo con gli stessi problemi e alla mercé della speculazione internazionale. Semmai l'Italia deve dimostrare di essere pronta a riformarsi senza bisogno di rimproveri. Per il Foglio (in prima e a p.4) a soffiare sul fuoco dell'insofferenza tedesca è l'aria di "restaurazione" che si respira dopo la caduta di Renzi e la crisi non risolta del sistema bancario, e questo rinfocola i rischi della "Troika".
Sul Corriere (p.41) i dubbi della Consulta sul referendum sull'articolo 18: per il verdetto bisognerà aspettare l'11 gennaio ma ci sono segnali che la Corte potrebbe dichiarare non ammissibile il più importante dei quesiti posti dalla Cgil, quello sui licenziamenti, perché non si limita a chiedere la cancellazione di una norma ma di fatto ne costruisce una nuova, proponendo l'estensione del vecchio articolo 18 anche alle piccole imprese. Quanto agli altri due quesiti (quello sull'abolizione dei voucher e sulla responsabilità negli appalti) potrebbero essere disinnescati per via politica con una modifica alla legge. Sulla Stampa (p.9) continua il viaggio nell'Italia delle disuguaglianze: sempre peggio al Sud, dove la crisi ha cancellato il lavoro.

ITALIA-POLITICA
Capitali sotto scacco (Avvenire in apertura e su tutti): a Roma l'arresto di Marra per corruzione è un colpo alla Raggi. Grillo pronto a togliergli il simbolo: "E' solo colpa tua" (Repubblica in apertura e a p.2). A Milano Sala, indagato per l'Expo, si sospende: la città rischia la paralisi. Cantone al Corriere (p.10): "Eccessivo il passo indietro. C'è soltanto un'ipotesi di reato". Discorso diverso su Roma: "La politica non sa scegliere i burocrati". M5S dilaniati, pronti ad abbandonare la sindaca (Corriere p.5) ma sotto processo ci finisce anche Di Maio (Repubblica p.4). Travaglio, sul Fatto, la difende: "Non è accusata di nulla: si è fidata di un dirigente". Saviano su Repubblica chiede un passo indietro: "Scegliendo Marra Raggi non ha agito diversamente dai suoi predecessori. I pochi mesi di amministrazione a Roma sono bastati a farci capire quanto il M5S sia fragile". A Milano dubbi sulla sospensione di Sala: entro Natale dovrà decidere cosa fare (Corriere p.9). "Beppe è onesto, si preoccupino di Roma" la linea di Renzi (Messaggero p.9). "Con l'inchiesta colpiscono anche lui", il nervosismo dei fedelissimi sul Corriere (p.8). L'ex premier pensava di partire da Milano per la sua rivincita ma adesso nessun renziano si azzarda a solidarizzare con Sala. Mucchetti: "E' il tramonto di un regimetto" (Fatto p.10). Marcucci: "Indagini, inciuci, palude: il Paese dopo il referendum è tornato indietro di 20 anni". Analisi analoga la firma Tito su Repubblica (in prima e a p.38). "Il Sistema Italia non funziona più": sono bastate meno di due settimane per capire quanto il Paese sia debole: politica, economia, classe dirigente. Col Pd "frastornato" dal referendum e il M5S passato dallo streaming alle camarille segrete, pagherà solo il Paese che si trova davanti a una pericolosa palude. Il Fatto attacca: "Una retata li seppellirà". Passato il referendum, salta il tappo delle inchieste sulla politica. "Torna un mostro, la repubblica dei pm" la linea del Foglio. "In politica il vuoto non esiste, e quando la politica si indebolisce succede che i magistrati possono cantare "andiamo a comandare" l'editoriale di Cerasa. Idem Ferrara: "Ostaggi dei giudici? No grazie. Non ascoltate le bufale, si può votare subito" (Foglio in prima). Grasso contrario al voto: "Irresponsabile votare per le singole velleità di leader o per la paura di altri referendum. Il referendum sul Jobs Act non può essere aggirato, la sovranità appartiene al popolo" (Corriere p.11). Intanto tra Renzi e Gentiloni affiorano le prime crepe. Sulla Stampa (in prima e a p.8) lo scontro sul ruolo di Boschi e Lotti, che Gentiloni voleva fuori dal governo. In sospeso la delega al Cipe, che Gentiloni vuole dare a De Vincenti per riempire di contenuti il ministero per il Mezzogiorno, al momento una scatola vuota. Sul Corriere (p.11) Verderami racconta la sottile resistenza di Gentiloni a Renzi e al Pd, col premier che sovraccarico di dossier pesantissimi partito dal basso può solo migliorare mentre Renzi non fa che studiare il calendario per cercare la domenica migliore per votare. Per Mannheimer (Giornale p.12) l'esecutivo piace solo a un italiano su 5. Tra i più contrari i giovani al Sud.

EUROPA
Dalla Brexit alle elezioni, i rischi per l'Ue: sulla Stampa (p.17) gli scenari tracciati da Draghi ai 28 capi di Stato europei riuniti a Bruxelles. Stavolta non sono i numeri a impensierire – con previsioni di crescita superiori alle attesi, occupazione in aumento, tenuta dei consumi e risalita degli investimenti – ma i rischi politici. Alcuni si sono già palesati – la Brexit, la vittoria di Trump, la caduta di Renzi – altri incombono: le elezioni in Francia, Olanda, Germania e forse anche Italia. E quando le elezioni si avvicinano le riforme si allontanano. E' in questo scenario che la Bce si prepara a ridurre il ritmo di acquisto di titoli ma questo potrebbe far riemergere fattori non risolti della crisi finanziaria del 2011. "Allungate lo sguardo" il monito di Draghi ai big europei. Sul Corriere (p.17) intervista all'ex ministro socialista Montebourg, paladino della sinistra francese: "La sinistra deve fare la sinistra, un errore fare i liberali. Seguire le regole del Patto di stabilità consegnerà il Paese alla destra. Dobbiamo formare un blocco riformatore contro il blocco conservatore diretto dalla Germania".

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