Commentario del 12.12.16

IN PRIMA PAGINA
Incarico a Gentiloni, sfida sui ministri (Corriere). Gentiloni cambia la squadra (Messaggero). "Avanti finché ho la fiducia" (Repubblica). Libero: aiuto, è proprio lui. E durerà almeno un anno (Libero). Su Sole e Messaggero le "consegne" di Renzi al successore: "Ecco i dossier". Il Fatto parla di governo Genticloni. Su QN lo sfogo di Renzi: "E' tornata la prima repubblica". Libero: un anno così e nel 2018 Grillo governa. Rutelli al Corriere: "Paolo non crea conflitti". De Bortoli al Fatto: "Matteo teneva l'Italia in ostaggio. Ora liberi Paolo". In tensione anche il Pd: le primarie il 26 febbraio (Sole). Sul Mattino l'ultima tentazione di Renzi: lasciare anche la segreteria. In primo piano anche la crisi del Mps: Siena ci riprova con i bond per evitare il salvataggio di Stato (Giornale e tutti). Su Repubblica la strategia del Tesoro: ancora una settimana per l'aumento, se fallisce via al salvataggio pubblico. Per le banche pronto un decreto da 15 mld (QN). Dall'estero. Al Cairo bomba contro i cristiani nella chiesa copta. Almeno 25 morti (Sole e tutti). L'Isis riconquista Palmira: inutili i bombardamenti russi (Repubblica). De Mistura: "Trump si allei con Mosca per battere l'Isis" (Stampa). Sul Sole la Qualità della vita in Italia: sul podio Aosta, Milano e Trento. Su A&F parla Starace (Enel):  "L'energia sarà solo rinnovabile". Su CorrierEconomia intervista a Mazzoncini (FS): "L'Alta Velocità? Una lezione".

ITALIA-POLITICA
Gentiloni premier incaricato al lavoro sul governo: "Priorità a sociale e Sud. Niente scadenze, vado avanti finché c'è la fiducia" (Repubblica in apertura e a p.2). Oggi la lista dei ministri (Sole p.2), mercoledì la fiducia (Giornale p.2). Alfano verso gli Esteri, un Pd agli Interni (Sole p.2 e tutti) – si fanno i nomi di Minniti e Fassino – inamovibili Padoan al Mef, Orlando alla Giustizia, Delrio alle Infrastrutture, Calenda allo Sviluppo, Franceschini ai Beni Culturali. In uscita Poletti (per la Bellanova) e la Giannini (con Doria all'Istruzione). Resta invece la Boschi, ma non alle riforme. Un caso la partecipazione diretta dei verdiniani di Ala al governo (Corriere p.6). E' il "governo Genticloni", per il Fatto, il Gentilrenzi per il Giornale. E durerà almeno un anno, per Libero, se Gentiloni riuscirà a smarcarsi da Renzi. "Un anno così e a Palazzo Chigi ci va Beppe Grillo", scrive Becchi su Libero (in prima e a p.4). Su QN (in prima e a p.6) lo sfogo di Renzi: "E' tornata la prima repubblica". "Con la vittoria del No si è chiuso un ciclo. Non avremo più uno che governa ma tutti che inciuciano". E sul voto: "Probabilmente in giugno, con il proporzionale e con il Consultellum", anche se "tempo che i parlamentari facciano melina sperando di maturare il vitalizio".
 "Gentiloni deve dimostrare di essere autonomo da Renzi, che ha tenuto tutta l'Italia in ostaggio" dice De Bortoli al Fatto (p.4). "Ai renziani preme gestire la prossima tornata di nomine delle imprese pubbliche. Due piani paralleli di governo, con quello ombra gestito dal segretario del Pd, sarebbero dannosi per il Paese". Rutelli: "Il paese è lacerato, Paolo è in grado di riunificarlo" (Stampa p.3). Fico al Corriere (p.10): "Questo governo nasce morto. I cittadini non ce la fanno più. Dobbiamo andare al voto e occuparci di povertà, lavoro e produttività". Anche Lega e Fdi pronti a scendere in piazza (Libero p. 5). Berlusconi all'opposizione: ma sulle crisi estere ci sarò (Giornale p.10). Romani a Libero (p.6): "Gentiloni è persona perbene e intelligente ma la nostra sarà un'opposizione senza sconti. Ma scendere in piazza oggi non so cosa cambierebbe. Dobbiamo aspettare la sentenza della Consulta sull'Italicum".

ITALIA-ECONOMIA
In primo piano su tutti la crisi del Mps, alle prese con l'aumento di capitale: il cda gioca l'ultima carta per evitare aiuti di Stato (Giornale p.15 e tutti), ovvero la conversione dei bond in mano ai piccoli risparmiatori, Consob permettendo. Per Repubblica (p.11) il Ministero dell'Economia è pronto a concedere un'altra settimana a Mps per trovare capitale sul mercato. In caso di fallimento il Tesoro ricapitalizzerà direttamente la banca, con una conversione dei bond subordinati in azioni. Il piano prevede anche l'ipotesi di uno scudo per proteggere la banca da eventuali crisi di liquidità.
Banche, terremoto e verifica Ue sui conti sono d'altronde le prime emergenze con cui dovrà misurarsi il nuovo governo, ricorda il Sole (p.5), con tutti i giornali che danno Padoan riconfermato al Mef. Il decreto del terremoto va convertito entro il 17 dicembre. Poi il lavoro sul "milleproroghe", decreto che dovrà raccogliere anche le misure lasciate fuori dalla manovra votata a tempo di record dopo la crisi. Ma entro gennaio ci sono da approvare i decreti attuativi sulle pensioni, entro febbraio i decreti su lavori usuranti e pubblico impiego. Entro marzo arriverà la richiesta della Ue rimettere mano ai conti, con una richiesta di correzione che dovrebbe valere tra 1,5 e 2 miliardi. La Stampa (p.10) parla di un conto può salire fino a 20 miliardi, tanto sono incerte le coperture delle misure in bilancio. A pesare sarà l'intervento dello Stato sulle banche: "Se il governo interviene ci saranno conseguenze sul bilancio", da 1 a 15 mld. In ogni caso per Bruxelles è arrivato il momento che l'Italia corregga la rotta, anche perché per la manovra 2018 già si profilano scadenze per una trentina di miliardi.

EUROPA
Immigrati, Cina e sanzioni a Mosca: sulla Stampa (p.10) il difficile esordio di Gentiloni nella Ue. Premier e governo dovranno essere in carica entro giovedì, in tempo per il vertice del Consiglio Europeo. L'ambasciatore Massari: "Il dossier immigrazione è la priorità in questo momento per l'Italia a Bruxelles". C'è sempre in piedi la minaccia del veto sulla revisione del bilancio pluriennale. E il no allo status di economia di mercato alla Cina. Il prossimo vertice sarà comunque decisivo: la riforma del regolamento di Dublino sull'immigrazione "è un passaggio cruciale per l'Europa intera, perché è in gioco l'essenza stessa della casa comune". Al Consiglio si discuterà anche del rinnovo delle sanzioni alla Russia: con tutta probabilità verranno prorogate. L'Italia, pure contraria, ormai si è rassegnata.

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