Commentario del 31.10.2016

IN PRIMA PAGINA
La terra si è aperta (Repubblica). Crolli, feriti, 40 mila sfollati (Corriere). Voglia di fuggire (Libero). Ma molti sfollati si rifiutano di lasciare i paesi: "Non deportateci negli hotel" (Corriere). In primo piano su tutti la nuova scossa che ieri ha colpito il centro Italia. Danni e disagi, la paura arriva nella Capitale (Messaggero). Alfano: "Edifici prefabbricati subito per tutti" (Messaggero). Repubblica: otto miliardi per ricostruire e intervenire sul terremoto. Spazio anche alla manovra: sul Giornale la stangata nascosta sulle seconde case. Sul Sole il punto sul fisco. Su A&F il duello tra Entrate e Equitalia. Politica, sul Corriere il "no" al referendum di Monti. Su Libero parla Dini: "Renzi lo tiene in piedi Draghi. Padoan vada via". Dagli Usa la rimonta di Trump per le mail. Testa a testa con Hillary (Repubblica). Luttwak a QN: "La Clinton sarà travolta anche in caso di vittoria".

ITALIA-ECONOMIA
Renzi pronto ad aumentare il deficit (Stampa p.13): con il cratere del terremoto che si allarga il governo pronto a far leva sulla risoluzione della maggioranza che autorizza l'innalzamento del deficit al 2,4%. Improbabile che in questa situazione Bruxelles rigetti la manovra italiana. Ieri dal numero due della Commissione Tiemmermans la solidarietà a Renzi e all'Italia. Sul Sole (in apertura e a p.2) l'agenda della manovra, che tra Camera e Senato dovrà essere approvata entro il 23 dicembre. Focus anche sul fisco, tra misure approvate (voluntary bis), annunciate (studi di settore e semplificazioni) e da confermare (l'addio a Equitalia). Sul Giornale (in apertura e a p.6) la mazzata sulle seconde case "nascosta" in manovra, ovvero il via libera ai Comuni di mantenere la maggiorazione di Imu e Tasi. Sole (p.3) critico sulla "rottamazione" di Equitalia: "il pericolo è la delegittimazione di un'attività che è parte integrante del sistema di tassazione. Se lo Stato dopo aver accertato non riesce a incassare sta perdendo due volte: i soldi e la faccia nei confronti degli onesti". Su A&F (in apertura) lo scontro finale tra Entrate e Equitalia: con la riforma della riscossione in Stabilità è iniziata la partita per il contro delle fisco, decisiva anche per la politica perché le tasse sono al centro del potere. Renzi vuole approfittare della ristrutturazione per mettere Ruffini (Equitalia) al posto della Orlandi (Entrate). Ma anche il vice ministro Zanetti vuole dire la sua, ricreando il Ministero delle Finanze e riportando lì tutta la politica tributaria. Ma a via XX Settembre non lo prendono molto sul serio. 

ITALIA-POLITICA
"Ricostruiremo tutto" promette Renzi ai terremotati e chiede aiuto all'Europa. Da Mattarella l'invito all'unità nazionale, che sembra raccolto da Grillo che in un post scrive: "A situazioni eccezionali risposta eccezionale: il decreto sisma e le misure in Bilancio non bastano più. Il Movimento disponibile a collaborare per aiutare le popolazioni colpite in tempi rapidi". Imbarazzo per il post di una senatrice del Movimento che mette in dubbio la magnitudo della scossa: "Ancora menzogne per interessi economici del governo". Brunetta: "Pronti a collaborare, le chiediamo un po' di autocritica e di cambiare comportamento" (Corriere p.12).
Ma aspettando il referendum è guerra di sondaggi tra sì e no. I renziani, scrive la Stampa (p.17)  avrebbero sondaggi che danno il vantaggio del no a solo un paio di punti e di un trend decisamente positivo: sarebbe in corso quell'inversione di tendenza che però la maggior parte dei sondaggi non ha ancora registrato. E ora si marcia verso la Leopolda 4, dove verranno "celebrate" tutte le leggi del governo. Il Giornale (p.8) prevede piazze vuote e urne anche peggio, col "No" avanti di 4 punti nei sondaggi. Sul Corriere (in prima e a p.34) l'intervento dell'ex premier Monti: "Mi farebbe piacere votare sì ma a mio giudizio le modifiche peggiorative prevalgono su quelle migliorative". E voterà no. Su Libero (p.8) parla un altro ex premier, Dini: "E' Draghi a tenere in piedi Renzi. Padoan è troppo debole con lui al suo posto mi sarei già dimesso".

EUROPA
"Sì al patto commerciale col Canada. Per l'Ue 12 miliardi di affari in più": sulla Stampa (p.23) e altri la svolta sul Ceta. Superata l'opposizione della Vallonia, alla fine ha prevalso la maggioranza dei Paesi favorevoli. Per la Ue vuol dire abolizione del 99% delle barriere commerciali, un aumento nei volumi d'affari fino a 12 mld l'anno e l'abbattimento dei costi delle esportazioni fino a 500 milioni l'anno. 143 i cibi europei a indicazione d'origine tutelati; gli alimenti canadesi dovranno rispettare le norme Ue su ogm e ormoni della crescita per essere venduti. Le imprese europee potranno partecipare senza ostacoli alle gare d'appalto canadesi. Lavoratori Ue potranno essere trasferiti in nord America. Per la Ue "è un buon giorno per l'Europa". Ma non mancano le critiche per i timori dello spalancare le porte al "made in Canada".
Sul Sole (in prima e a p.8) il punto sul piano Juncker: Italia in testa tra i paesi beneficiari. Su 361 operazioni approvate, per un valore di 24,9 mld che grazie all'"effetto moltiplicatore" consentiranno di attivare investimenti per oltre 138 mld, l'Italia ha avuto 56 progetti approvati per oltre 2,5 mld e 21 mld di investimenti attivati.

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Commentario del 29.10.2016

IN PRIMA PAGINA
Cronaca in primo piano su tutti, per il cavalcavia crollato sulla Statale 36 di Lecco: tir sulle auto, un morto. Il ponte doveva essere chiuso (Repubblica). L'Anas: colpa della burocrazia (Messaggero). Su tutti anche le cronache da Marche e Umbria devastate dal terremoto. Errani alla Stampa: "Con due terremoti la ricostruzione ora riparte da zero". Sul Sole la lezione del sisma: molti danni, nessun morto. "Ecco la ragione per un piano di prevenzione sismica". Spazio anche alla manovra, oggi al Quirinale. Padoan alla Ue: "regole sbagliate" (Repubblica). Intanto nel testo spunta la tassa con lo sconto per i super ricchi che scelgono l'Italia (Corriere). E per la voluntary bis c'è la salvaguardia: tagli alle spese se non entrano 1,6 mld (Sole). Novità anche sul fronte fiscale: sms delle Entrate a chi non paga le tasse e dal 2018 la lotteria degli scontrini (Stampa, Italia oggi). Politica, oggi il Pd in piazza per il sì (Sole). La Boschi al Messaggero: "Le riforme semplificano la vita e ci faranno cambiare questa Europa". Sul Corriere la conversione di Berlusconi al proporzionale. Dalla Ue, lo scontro Italia Ungheria sui migranti (Stampa e tutti). Dagli Usa la nuova inchiesta Fbi sulle mail di Hillary: shock a pochi giorni dal voto (Repubblica e tutti).

ITALIA-ECONOMIA
La manovra da 27 miliardi oggi alla firma del presidente Mattarella; domani o lunedì l'approdo in Parlamento. Il braccio di ferro con la Ue continua. Padoan attacca: "Manovra scritta nel rispetto delle regole europee ma sono le regole ad essere scritte male, vanno migliorate" (Repubblica p.6). Moscovici: "Serve un uso intelligente delle regole, spazi di manovra sui migranti ce ne sono". Da Berlino la stoccata di Schaeuble: "Servono istituzioni neutrali, la Commissione è diventata politica e questo rende più difficile il rispetto delle regole". Per il ministro delle Finanze tedesco la sorveglianza sui conti dovrebbe passare al Fondo salva Stati, organo totalmente tecnico. Su tutti i giornali le misure in manovra. Tra le novità la "voluntary bis con salvaguardia" (Sole in prima e a p.7): in caso di minori entrati scatteranno i tagli di spesa (Repubblica p.7 e tutti). Sul Corriere (p.12) la norma "acchiapparicchi": una tassa da 100 mila euro l'anni per gli stranieri che spostano la residenza in Italia per almeno 9 anni. In manovra l'anticipo pensionistico, investimenti pubblici, fondi per Industria 4.0, fondi per il contratto degli statali (riportati a 1,9 mld per il 2017), bonus per le mamme e per gli asili, 175 milioni di euro per gli esuberi bancari, il SuperEnalotto assegnato in asta. Molte anche le micronorme, nulla sul capitolo povertà. E nel 2018 partirà la lotteria degli scontrini (Corriere p.12, Repubblica p.7, Stampa p. 8). Sul fronte del fisco la novità annunciata ieri dall'Agenzia delle Entrate: un sms ai contribuenti per ricordare pagamenti e scadenze (Stampa p.8). La Orlandi: "Vogliamo evitare contenziosi e contrasti con i contribuenti. Per ricevere gli sms bisogna registrarsi su Fisconline. Sul Corriere (p.13) parla il comandante della Finanza Toschi: "Nel nuovo piano di controlli contro gli evasori totali anche i siti internazionali di prenotazione on line delle case".

ITALIA-POLITICA
Referendum, in primo piano l'intervista al ministro Boschi al Messaggero (in prima e p.7): "La riforma consente di avere un Parlamento che decide in tempi certi e più rapidi. Inoltre chiarisce le competenze di Stato e Regioni per evitare il groviglio a cui cittadini e imprese sono sottoposti". Ragionando sugli scenari,  in caso di vittoria del Sì "avremo – dice - un Paese più moderno e più semplice" mentre se prevalesse il No "il problema non sarebbe il futuro di Renzi ma dell'Italia". La ministra torna anche sulle accuse di "deriva autoritaria" mosse dalle opposizioni. "E' una polemica tutta politica – spiega Boschi -, non cambiano i poteri del governo, non cambia l'indipendenza della magistratura, né il ruolo centrale del Parlamento, né i contrappesi della Costituzione". Guardando al lavoro del governo dal suo insediamento dice: "Con le riforme fatte l'Italia è più forte, ora possiamo chiedere anche all'Ue di cambiare". Mannheimer sul Giornale (p.8) riporta un sondaggio sul gradimento del governo: solo il 23,2% giudica positivamente l'azione, 3 su 4 lo bocciano. Critici under 25 e over 65. Parisi al Giornale (in prima e p.11) ribadisce il No "a una riforma priva di ambizioni, che genera confusione e che non risolve i problemi" e punta, in caso di vittoria dei contrari, a fare  "una legge elettorale condivisa da tutti" e poi "si torna a votare". Ma il centrodestra è spaccato sul dopo referendum (Sole p.9 e altri). Per Verderami (Corriere p.15) Berlusconi sarebbe pronto allo sganciamento dagli alleati perchè pronto ad un governo di larghe intese.
M5S, manca il quorum sul "Non statuto": con 87 mila voti passano le regole che facilitano le espulsioni (su tutti). "Nulla da temere, nessuno può fermare la nostra rivoluzione pacifica - dice Roberta Lombardi a Stampa (p.10) e Fatto (p.8) -. Per noi approvato il nuovo statuto". Al Corriere (p.15) Nicola Morra: "Quasi 90 mila persone è esercizio di democrazia diretta".

EUROPA
Migranti, guerra di veti Renzi-Orban (Sole in prima e a p.6 e su tutti). Roma minaccia lo stop sui bilanci Ue, Budapest sulle quote obbligatorie di rifugiati. "Non tolleriamo che l'Ungheria sia considerato un Paese non solidale", si è difeso Orban. Poi l'attacco all'Italia: "Ha problemi di bilancio e deve far fronte ad arrivi di massa di migranti: Renzi ha buoni motivi per essere nervoso. Siamo solidali e amici ma ciò non toglie che l'Italia non rispetta i requisiti di Schengen". Renzi: "Non è vero che l'Italia è in difficoltà o c'è nervosismo. O l'Europa e l'Ungheria si fa carico dei migranti o l'Italia metterà il veto su qualsiasi bilancio  dell'Unione che non contempli oneri e onori. L'Italia non è più il salvadanaio dove prendere i soldi". Pelosi sul Sole (p.6) parla però di veti impossibile e vuote minacce, oltre che di uno scontro tra visioni diverse se non opposte di Europa tra Italia e Paesi dell'Est. E alla fine, tra veti e minacce a vuoto, Roma rischia di venire nuovamente marginalizzata. Altro fronte di scontro nella Ue, quello energetico. La Commissione Ue ha approvato il maggior utilizzo del gasotto Opal, che immette gas russo in Germania attraverso il baltico. Praticamente un'apertura a Mosca e a Gazprom e una concessione alla Germania e uno schiaffo a Italia e Paesi dell'Est, contrari al potenziamento del Nord stream (Stampa p.13).

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Commentario del 28.10.2016

IN PRIMA PAGINA
In primo piano su tutti i quotidiani il sisma. Altre scosse e migliaia si sfollati. Dal governo 40 mln (Sole e tutti). Delrio al Messaggero: "Non lasceremo sole le famiglie. Piano per la sicurezza nel Paese". Il ministro annuncia nuovi fondi in manovra. Intanto sulla legge di Bilancio l'Italia replica alla Ue: sisma e migranti eventi eccezionali da finanziare (Messaggero). Padoan: "i target raggiunti senza le spese per migranti e sisma" (Sole). Le emergenze costano 9 mld (Corriere). Roma chiede all'Europa un bonus da 7 mld (Stampa).  Boeri (Inps) al Corriere sulle nuove pensioni: "Così corre il debito". Politica, due le notizie in evidenza: prove di intesa nel Pd sull'Italiacum e il primo incontro Mattarella-Berlusconi dall'elezione del Capo dello Stato. Negli esteri tiene banco lo scontro Ungheria-Italia sui migranti (Stampa). La Nato dice che l'Italia rischia grosso (Foglio). Intanto trage senza fine: 97 morti nel barcone (Avvenire). Ampio spazio anche al trattato Ceta: Europa-Canada, cade il veto belga (Corriere). Ora dovrà essere approvato dai 28.

ITALIA-ECONOMIA
Manovra, la replica di Roma alla lettere Ue: "Bruxelles non contesti le spese straordinarie per sisma e migranti" (Repubblica in prima e p.8 e tutti). Padoan segnala come "i target Ue siano raggiunti senza migranti e sisma" (Sole in prima e p.5), che per la Stampa (in prima e p.9) pesano 7 mld. Corriere (in prima e p.10) riporta nello specifico le cifre delle emergenze previste in manovra: 9 mld, di cui 4,8 mld per il sisma, tra assistenza alla popolazione (2,8 mld) e incentivi al miglioramento sismico degli edifici privati (2 mld), e 3,8 mld di fondi per l'emergenza migratoria (Corriere p.10). Il ministro Delrio al Messaggero (in prima e p.6): "Non bastano, stanzieremo altri soldi per il post-sisma". E in merito alle possibile obiezioni Ue, dice: "Discutere di decimali in questa situazione mi pare fuori dal mondo, Bruxelles capirà che allargandosi il cratere non si possono non aumentare le risorse". Renzi: "Ci venga riconosciuto il nostro". L'Unità (in prima e p.2), riprendendo le parole di Renzi, chiede all'Ue di "non voltarsi dall'altra parte" perchè sisma e accoglienza valgono più del rapporto deficit-pil. Gozi ad Avvenire (p.10): "L'effetto congiunto tra manovra e riforma costituzionale darà lo choc positivo all'Italia e all'Europa". Per Giannino (Messaggero in prima e p.26) i lavori di prevenzione sul territorio devono essere essere considerati dall'Ue spese straordinarie, non solo le spese per l'emergenza: è per esserci concentrati sempre solo sull'emergenza che il conto delle vittime in Italia è elevato.  Pesole (Sole in prima e p.5): per mettere fine al braccio di ferro potrà bastare un segnale minimo sul fronte del deficit, ma non si potrà percorrere all'infinito la strada del maggior deficit, seppur motivato da situazioni eccezionali. L'unica soluzione è tornare a crescere. Intanto, ieri congiuntura flash del CsC: crescita stentata fino a fine 2016, ma per il 2017 la legge di Bilancio fornisce "un buon impulso ricorrendo a maggior deficit e facendo leva sugli investimenti privati" (Sole p.5).
Pensioni, Boeri al Corriere (in prima e p.11): "Eliminazione delle ricongiunzioni onerose fra casse previdenziali diverse e flessibilità in uscita sono operazioni importanti della legge di Bilancio. Ma secondo le nostre stime, gli interventi su 14esima e Ape aumentano di 20 mld il debito pensionistico, poi ci sono altre questioni che possono generare ulteriori spese. La nostra proposta, invece, favoriva la flessibilità pensionistica ma riduceva il debito di circa il 4% del Pil".

ITALIA-POLITICA
Ieri primo incontro di Berlusconi con Mattarella dopo l'elezione del Capo dello Stato: "pronto a collaborare dopo il voto" ha detto il leader di Fi (Messaggero p.13 e tutti). Per Libero (in prima e p.6) Berlusconi chiede "la grazia" a Mattarella: "Se grazia me, io grazio Renzi". Per Repubblica (p.13) Berlusconi ha spiegato le ragioni del No di Forza Italia al voto del 4 dicembre, ma ha spiegato: "Siamo una forza responsabile, se vincesse il No non chiederemmo automaticamente le dimissioni del governo".
Italicum, bozza di intesa nel Pd: via il doppio turno, resta la soglia del 3% per avere seggi e il premio del 15% al primo partito. Questa la proposta di Renzi(Messaggero in prima e p.13 e tutti). Cuperlo dice Sì, e potrebbe verificarsi la spaccatura con i bersaniani sul voto referendario (Sole p.22). Anche Alfano ci sta. Domani attesa la risposta della piazza: a Roma la manifestazione del Sì con Renzi sul palco (su tutti). Referendum. Il sottosegretario Gozi ad Avvenire (p.10): "Il No vuol dire che non sappiamo cambiare. Con la nostra riforma non ci saranno più governi ricattati dalle ali estreme".

EUROPA
Migranti, tensione tra Roma e Budapest. "È l'Italia che non rispetta le regole" attacca l'Ungheria, la replica dura di Gentiloni: "Non  ci diano lezioni" (Stampa p.10). Lo scontro nasce dalla richiesta di Renzi all'Unione di tagliare i fondi ai paesi che non partecipano alla ripartizione dei migranti. Intanto nuova strage nel Mediterraneo: 97 morti al largo della Libia, solo 29 i superstiti (Avvenire in prima e p.8). Nel frattempo restano le tensioni a Calais. Su Repubblica (p.10) il reportage dalla "giungla", dove molti profughi sono scappati dopo la distruzione e i residenti stanno istituendo delle ronde di controllo. Intanto a Ventimiglia continua la processione dei migranti che cercano di passare il confine con la Francia con mezzi di fortuna o affidandosi ai "passeur" (Repubblica p.11).
Sul Corriere (p.42) e sul Sole (p.11) "Il Belgio sblocca l'accordo Ue-Canada": ottenuto il via libera anche dalla Vallonia, unica regione che si era opposta alla firma. Il Ceta entrerà in vigore solo parzialmente e temporaneamente, senza la clausola contestata; per l'applicazione definitiva si dovranno attendere le ratifiche internazionali. Sul Sole (p.11) Paolo Bricco parla di un'Unione appesa al filo, senza adeguata progettualità politica e economica, resa instabile dagli interessi particolari dei singoli stati e sottolinea che chiedere la ratifica anche ai parlamenti nazionali è stato un errore. Sempre sul Sole (p.26) Adriana Cerretelli parla di "Europa in ostaggio", che ha mostrato  le sue contraddizioni e la cui credibilità come partner commerciale è  ridimensionata.

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Commentario del 27.10.2016

IN PRIMA PAGINA
In primo piano su tutti il terremoto infinito (Repubblica). Altre due forti scosse tra Marche e Umbria (Sole e tutti). Sull'Appennino si è aperta una nuova faglia. A rischio verifiche e prime ricostruzioni dei danni di agosto (Sole). Il Corriere: Quei borghi sono Europa. In primo piano su tutti anche l'inchiesta sulle Grandi Opere: maxi retata su Tav e Av, 35 arresti (Sole, Corriere). Cantone: pronti a commissariare i cantieri (Avvenire). Sono gli appalti dei "figli di papà", Monorchio e Lunardi (Repubblica). Sempre in primo piano anche il tema migranti. Sala alla Stampa: "L'Italia imiti la Germania". Ma da un capo all'altro del Paese si moltiplicano le Goro (Giornale). Il Viminale convoca i prefetti (Messaggero). Sulla Stampa l'esercito dei 50 mila profughi fantasma. Sul Mattino la visita di Renzi a Napoli: "Non temo il voto". Sul Corriere la nuova maturità: addio ai prof esterni. Il Giornale torna sui figli bamboccioni: colpa dei genitori maggiordomi.

ITALIA-ECONOMIA
Il governo risponde a Bruxelles sulla manovra (Repubblica p.16): "Spese legittime" (Corriere p.10). Su sisma e migranti la risposta sarà politica: Padoan risponderà che non si tratta di scelte discrezionali ma inevitabili, dettate dalle contingenze. Sul deficit strutturale il Tesoro sosterrà che al netto delle spese per migranti e terremoto il livello resta fermo all'1,2%, lo stesso del 2016. Moscovici intanto abbassa i toni in vista dell'incontro di domani con Padoan: "Non drammatizzare la lettera". Renzi: la manovra è "legittima e regolare". Calenda: ci sono tutte le premesse per chiudere il negoziato "d'amore e d'accordo". L'eurodeputato dem Gualtieri al Corriere (p.10): "Il richiamo sulla manovra? Non abbiamo chiesto sconti, solo margini più ampi".  Mattarella difende l'Europa: troppe critiche alle regole (Corriere p.12), serve rispetto per la Ue (Repubblica p.16). Varoufakis al Corriere (p.10): "L'Italia è l'esempio lampante di quanto disfunzionale sia questa Ue. Considerando la solidità dell'economia oggi il vostro Paese dovrebbe volare, invece resta bloccato da vincoli impossibili da rispettare. Renzi fa bene a protestare ma lo fa in modo inefficace. Infantile la disputa sui decimali: Renzi deve chiedere un consiglio dei capi di Stato e di governo per ridiscutere le regole Ue a tutto campo". Intanto nell'ultima bozza della Finanziaria rispuntano le clausole di salvaguardia (Repubblicap.17,Messaggero p.14): aumenti automatici delle accise e tagli alla spesa per 1,6 mld a garanzia degli eventuali mancati incassi del rientro di capitali dall'estero. E lo stesso aumento delle aliquote Iva non viene "sradicato" ma solo rinviato al 2018. Sallusti sul Giornale (in prima) parla di "baratto orribile" tra Roma e Bruxelles: immigrati in cambio del sì a conti falsi. E se il governo fallisce pagano gli italiani con l'aumento dell'Iva. Ma il Corriere (p.10) citando fonti del Mef, scrive che nella manovra – ancora in fase di scrittura – queste clausole non ci saranno. Intanto l'Istat certifica consumi in calo anche ad agosto (Sole p.16).

ITALIA-POLITICA
"Voto in bilico fino all'ultimo" dice Renzi (Sole p.12). "Non ho paura della democrazia, vincerà chi vince. Il 4 dicembre dipende da voi: la riforma non è la fine di tutto è l'inizio di una storia nuova". Ma i sondaggi danno il "No" ancora avanti ma la trattativa sulle modifiche all'Italicum, dentro il Pd e con gli alleati, si è arenata. Oggi torna a riunirsi la commissione dem. La strategia di Renzi non cambia, scrive il Corriere (p.15): dialogare con Cuperlo nel tentativo di spaccare la minoranza, Ieri giornata napoletana per il premier, che al Mattino dice: "Non temo il voto" (in apertura e a p 8). "E comunque un leader cambia i sondaggi. Io guardo al futuro mentre quelli che rimpiangono il passato votano no. C'è una grande squadra in campo per il no: Monti, De Mita, D'Alema, Berlusconi". E sui tagli dei costi della politica bolla come una "mossa" quella dei 5Stelle e ribadisce la sa proposta: "I tagli vanno fatti ma in funzione delle presenze. Col referendum ci saranno tagli per 500 milioni ai costi della politica: 150 per Stato e Regioni, 350 per le Province". Con De Magistris è solo tregua – "Sembriamo Rabin e Arafat" (Stampa p.11) – con Emiliano è scontro aperto, col governatore pugliese che accusa il Pd di intimidire i dem che voglio votare no (Fatto p.8). Intanto chiude per morosità la storica sede del Pci di via dei Giubbonari: dem sfrattati dopo 70 anni per 170 mila euro di debiti (Fatto p.8, Repubblica p.15, Stampa p. 11). L'arma di Renzi continua ad essere la Leopolda: dal 4 novembre via all'edizione "referendaria", curata da Lotti. Ospiti d'onore gli "angeli del fango" che 50 anni fa soccorsero Firenze sotto l'alluvione (Fatto p.9).

EUROPA
Brexit, un taglio alla lingua: "Con il Regno Unito fuori, l'Ue non parlerà pià inglese". (Republica p. 19) L'avvertimento provene dalla polacca Danuta Hubner, presidente della commissione Affari costituzionali del Parlamento europeo che sottolinea come "nei corridoi di Bruxelles per comprendersi probabilmente contineuranno a comunicare in "broken english", ma l'Ue ha 24 idiomi ed uscendo la Gb dalla Ue è inevitabile che esca almeno ufficialmente anche l'inglese: c'è una norma che consente ad ogni membro della Ue di scegliere una lingua ufficiale – continua la Hubner – Solo la Gb ha scelto l'inglese perciò se nella Ue non ci sarà pià la Gb non ci sarà più neanche l'inglese". La Hubner riconosce che l'inglese "è la lingua dominante" tra i funzionari, aggiungendo che per cambiare la regola "una lingua a Paese" serve un voto unanime di tutti i Paesi membri. Una norma interpretabile che in futuro potrebbe comunque consentire all'inglese, uscito dalla porta, di rientrare dalla finestra, anche se in Commissione europea hanno cominciato ad usare di più francese e tedesco nelle comunicazioni con l'esterno.

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Commentario del 26.10.2016

IN PRIMA PAGINA
Manovra, ultimatum Ue (Repubblica): impegni non rispettati (Stampa), due giorni per chiarire (Avvenire). Renzi pronto al veto sul bilancio Ue (Corriere). De Vincenti al Corriere: "Rispettiamo le regole, non si cambia una virgola". Nannicini a Repubblica: "Puntiamo su crescita e equità per i giovani". Su Sole e altri le novità su fisco e pensioni. Su Italia Oggi la rabbia dei professionisti. Spazio anche alla politica: sul taglio degli stipendi passa il rinvio. Rabbia 5 Stelle: "Gentaglia in Parlamento" (Corriere), Ma la protesta di piazza è un flop. In primo piano su tutti le bar ricate anti-profughi di Goro. "Manteniamo Goro pulita" (Corriere). "Quelli ci fanno paura" (Stampa). Avvenire: rivoltante è la rivolta. Il Sole: l'isteria populista non è la risposta giusta. Sul Corriere e tutti l'eredità Caprotti: Germana, la segretaria da 75 milioni di euro. Stessa cifra divisa tra i cinque nipoti. Su Repubblica racconta: "i miei 48 anni con Caprotti". Sul Sole l'intervento dei ministri Gentiloni e Martina sul made in Italy: una settimana per valorizzare la nostra cucina nel mondo. Italia Oggi: l'Italia è leader mondiale nella produzione del vino.

POLITICA
Referendum, in crescita il partito del "Nì" (Corriere p.8): nel Pd sempre di più gli esponenti che non prendono posizione sulla votazione, in linea con l'atteggiamento di oltre il 40% degli italiani. Giuliano Da Empoli, consigliere di Renzi, al Corriere (p.8) guarda al voto dei giovani: "C'è un voto antisistema, frutto anche di un'insoddisfazione. Ma c'è anche il fatto che i giovani, non avendo vissuto l'ultimo anno di secolo di rimpalli e inciuci, non si rendono conto del rischio di ricadere in un sistema che ha paralizzato l'Italia". Intanto tutti i quotidiani riportano il fuorionda, andato in scena all'assemblea di Roma della Confederazione armatori, dove Boccia (Confindustria), ha sussurrato al ministro Delrio: "Avete tutti i governatori contro, da Emiliano a Crocetta". Il sottosegretario De Vincenti, intervistato dal Corriere (p.7): "Posso dire che, su 8 governatori del Sud, sette fanno campagna per il Sì". Ma per Libero (p.4) Renzi è preoccupato, per questo ha deciso di creare un Comitato nazionale dei Sindaci per il Sì.
Costi della politica, rinviato in commissione il progetto del M5S di dimezzamento dell'indennità dei parlamentari (su tutti). "Farsa Pd e Grillo gode" (Giornale in prima e p.1). E il Fatto (in prima e p.2.-3) attacca: "Sfasciano la Costituzione e si tengono il malloppo". Sole (p.19) sottolinea il "rischio" di inseguire i populisti sul loro terreno. Per la Stampa (p.8) i renziani temono il boomerang sul referendum, "ma  - dice una fonte Pd – Renzi è stato costretto a far votare in questo modo per salvare il partito, che si regge grazie ai finanziamenti mensili dei parlamentati che permettono di pagare di dipendenti Pd". Il capogruppo Pd Rosato al Messaggero (p.7): "Loro vogliono tagliare la paga ai senatori, noi li cancelliamo". "Non si può fare politica con le urla. C'è una voglia di rivalsa e di ridurre i costi della politica che noi facciamo nostra. Questo governo ha fatto più di tutti, ma è la riforma costituzionale il vero strumento per ridurre i costi". Palmerini (Sole in prima e p.19) vede nella lotta sui tagli alla casta lo strumento della battaglia referendaria, ma è una discussione che elude il tema dell'utilità della politica: la percezione dei cittadini dell'utilità dei parlamentari è ai minimi, e difficilmente la considerazione salirà riducendo i costi.

ECONOMIA
"Più chiarezza sui migranti e il deficit va corretto": sulla Stampa (in apertura e a p.2) e altri la lettera di Bruxelles al governo perché corregga la manovra. I commissari Ue Moscovici e Dombrovskis rimarcano la distanza sostanziale rispetto agli impegni presi e aspettano risposte entro domani. Per la Stampa il vero nodo non è tanto lo scostamento del deficit nominale (da 2,2% a 2,3%) ma il fatto che i conti italiani prevedano un peggioramento del deficit strutturale (0,4%) e non un miglioramento di 0,6% come raccomandato. Per la Ue questa è la dimostrazione che l'Italia  non rispetta le condizioni base per cui nel 2016 aveva ottenuto flessibilità. Altri retroscena su Repubblica (in prima e a p. 7): Roma è "nel vagone di coda" e rischia seriamente l'infrazione ma la lettera di Juncker è un capolavoro di equilibrio e comunque il giudizio finale è rimandato a dopo il voto. Padoan: la manovra non cambia. Renzi: "L'Europa ci aiuti sui migranti o il governo è pronto a porre il veto sul bilancio Ue del 2017" (su tutti). De Vincenti al Corriere (p.7): "Rispettiamo le regole, della manovra non si cambia una virgola". "Il nostro deficit è pienamente compatibile con le regole europee. Lo 0,3% di flessibilità che chiediamo riguarda la ricostruzione delle zone terremotate e la gestione dei migranti". De Vincenti difende la manovra dalle accuse di avere un taglio elettorale e ricorda le misure per i giovani e per il lavoro. Nannicini a Repubblica (p.6): "I richiami non ci preoccupano. Con la Ue normale confronto". Per il sottosegretario "la manovra non cambia: coniuga bene equità e crescita. Il consolidamento dei conti continua, p solo più lento del  previsto per la fragilità della ripresa". Nannicini torna anche sulle misure per il lavoro: "L'esonero contributivo era una misura congiunturale, il 100% non poteva durare in eterno". Bini Smaghi, sul Corriere (p.22): "I decimali sembrano piccoli ma alla fine pesano. Finora l'Italia ha sfruttato gli interventi della Bce solo per fare nuova spesa: adesso serve un vero risanamento". Su tutti i giornali le misure della manovra, in continuo aggiornamento. L'Ape scatterà solo per chi ha un reddito lordo superiore ai 730 euro lordi al mese; per gli statali niente tfr prima del raggiungimento dell'età effettiva della pensione. Altra brutta notizia per gli statali: per il rinnovo del contratto previsti solo 500 mln di euro oltre ai 300 già stanziati. Buone notizie invece per le neo mamme: bonus beé di 800 euro per le spese della gravidanza e 1000 euro all'anno per le rette degli asili (Stampa p.5).

EUROPA
Profughi, l'Europa resta blindata: Schengen congelato altri tre mesi (Stampa p.6). I controlli alle frontiere proseguiranno oltre il previsto. Il commissario Avramopoulos: "Non ci sono le condizioni per tornare alla libera circolazione. Ma fra tre mesi contiamo di avere la Guardia costiera europea pienamente operativa". Sul Fatto (p.16) "la vera storia di come i governi europei hanno ucciso il Ceta". La colpa non è della Vallonia ma di Merkel e Hollande, che a maggio, in seno al Consiglio degli Affari esteri, imposero al capo della Commissione il voto di tutti i Parlamenti nazionali sul Ceta. Un'opzione la cui pericolosità non era sfuggita al ministro Calenda, che chiese invano alla Commissaria Malmstrom di considerare l'accordo Ceta non come accordo misto ma come "Eu Only", cioè di competenza comunitaria. Una linea che non è passata. Sulla Stampa (p.19) la difesa dei valloni: "E' una lotta per la democrazia" , dice l'ex premier belga Di Rupo. "La colpa non è nostra ma della Commissione. Governo e parlamento della Vallonia hanno fatto un gran lavoro di approfondimento sul Ceta e hanno informato per tempo la Commissione dei dubbi ma non ci hanno mai ascoltato".

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Commentario del 25.10.2016

IN PRIMA PAGINA
Migranti, è record di sbarchi. Il Viminale: siamo al collasso (Repubblica). In Italia 153 mila sbarchi nel 2016 (Sole). Gabrielli alla Stampa: chi arriva da noi rispetti la legge. Sul Corriere e tutti la storia di Goro, paese in rivolta contro l'arrivo di venti profughi. Il Mattino: in Campania non c'è più posto. Regione Lombardia contro il prefetto: l'accoglienza premia soltanto coop e albergatori falliti (Italia Oggi). Messaggero e Libero tornano sul caso dei marinai italiani indagati per omissione di soccorso. Libero: chi non salva un profugo è un omicida. Su tutti anche il braccio di ferro tra Roma e Bruxelles sulla manovra. Juncker prende tempo (Sole): l'Europa deciderà dopo il voto (Corriere). Ma l'Italia aumenta i tagli per evitare il richiamo (Stampa): contromanovra da 6,7 mld per aggirare le obiezioni Ue (Repubblica). Delrio al Sole: "Conti in ordine, ora investimenti". Renzi: i tecnocrati non cambieranno la manovra (Unità). Intanto a settembre Usa e Cina spingono il made in Italy (Sole). Dagli esteri: stop di Germania e Ue all'avanzata cinese nell'economia occidentale e all'accordo con il Canada (Sole e tutti). Preoccupa anche il clima: mai così alti i livelli di CO2. Il clima è stato stravolto (Corriere, Stampa). Sul Corriere lo scandalo dei forestali di Calabria con paletta e secchiello. Sul Fatto i voucher di Stato: pure i Comuni affittano i lavoratori a 7 euro l'ora.

ITALIA-ECONOMIA
"Braccio di ferro con la Ue: l'Italia aumenta i tagli per evitare il richiamo" (Stampa in apertura e a p.5). Renzi continua a ripetere che la manovra non si cambia, e d'altronde un testo ufficiale e definitivo ancora non c'è, ma il testo sta cambiando eccome, scrive la Stampa. La prima "una tantum" a saltare è stata la sanatoria sui contanti e non sarà l'unica considerato che ci sarà tempo per le correzioni fino all'ultimo giorno dell'iter parlamentare. I tagli e le modifiche più nel dettaglio su Repubblica (p.10), con Renzi e Padoan che avrebbero rafforzato i tagli e anticipato parte delle coperture una tantum già da quest'anno per aggirare la bocciatura di Bruxelles. Si parla di tagli vivi ai ministeri e al fondo esodati per 2,5 mld: serviranno per le spese urgenti per migranti, trasporti e missioni militari. Anticipate i 4,2 mld di coperture una tantum sfilandole dalla legge di bilancio e cifra a zero il gettito della voluntary. Complessivamente una "manovra" da 6,7 mld: ma la "guerriglia contabile" tra Roma e Bruxellles è appena iniziata, con sanatorie e lotta all'evasione stralciata dalla legge di Bilancio per salvarle dalla censura della omissione. Oggi Padoan dovrebbe ricevere la lettera con i rilievi alla manovra firmata da Dombrovskis e Moscovici (Repubblica p.10 e tutti). "i nostri conti sono in ordine, la manovra è solida, connotata dal rilancio degli investimenti pubblici e privati – dice il ministro Delrio al Sole (in prima e a p.2) – La Ue non si faccia prendere dall'ossessione dei decimali". Delrio conferma anche la fusione Fs e Anas e la quotazione di Fs. "Ci sarà la quotazione in Borsa di Alta velocità e intercity nella seconda metà del 2017 e si tradurra in un sostegno al piano industriale delle Fs. La risorse che arriveranno dalla quotazione –dice Delrio – andranno a migliorare la qualità del segmento che viene quotato. Le risorse andranno anche al potenziamento delle reti regionali e agli investimenti su merci e logistica". Il Giornale (in apertura) evoca l'arrivo della troika. De Bortoli sul Corriere (n prima e a p.24) esorta il governo a un piano nazionale contro l'indigenza. Intanto per dare un ulteriore colpo all'evasione arriva il "Tassa&Vinci",  con lo scontrino abbinato a un numero premiato da estrazioni periodiche con premi per i contribuenti. Servirà a fare emergere il nero nascosto. Nei Paesi dov'è stato sperimentato (Malta, Portogallo, Slovacchia) ha funzionato (Repubblica p.11).

ITALIA-POLITICA
Si accende la sfida sulla proposta grillina di dimezzamento dell'indennità lorda mensile dei parlamentari (su tutti). Ieri alla Camera scranni deserti, presenti una cinquantina di deputati grillini e una ventina dem (Repubblica p.8). Oggi assisterà anche Grillo, fuori da Montecitorio sit-in M5S. Il Pd prova a rinviare la discussione in commissione (Fatto parla di "melina")  e attacca i rendiconti dei 5S: "non è vero che sono trasparenti, mostrate gli scontrini". La replica di Di Maio: "Vogliono tenersi il malloppo". Libero (p.10): lo show dei parlamentari per non tagliarsi lo stipendio, mentre Unità (p.6) critica il M5S: cerca solo lo show dentro e fuori dall'Aula. Nicolò Ghedini (Fi) al Corriere (p.7): "La proposta dei grillini è demagogica, ma neppure la risposta polemica (che propone il pagamento in base alle presenze) di Renzi tiene: se uno sta al partito a studiare una legge? O in piazza a fare comizi?". Ghedini, tra i più assenteisti (solo 0,85% di presenze) dice: "Sento sempre Romani e Berlusconi, loro mi hanno esentato. Poi tra i banchi si fa solo fiction, quando era importante sono sempre stato presente". Il nodo dei costi della politica è reale e va affrontato seriamente – scrive Pombeni (Sole p.16) – ma non bisogna cadere nella facile demagogia.
Destra, Lega pronta a cambiare nome, possibile congresso dopo il referendum per togliere la parola Nord (Corriere p.9 e Libero p.11). Salvini si prepara a cambiare volto al movimento, a completare la trasformazione da partito sindacalista del territorio in movimento autenticamente nazionale.

EUROPA
"Un governo debole per la Spagna" (Sole p.6): oggi a Rajoy l'incarico di formare un nuovo governo conservatore, una compagine di minoranza col premer costretto a negoziare, provvedimento per provvedimento, ogni passaggio in Parlamento. Per il Sole è un governo che nasce senza un'agenda precisa e che difficilmente durerà quattro anni. Bruxelles avverte: "Il percorso delle riforme deve essere ripreso, l'economia spagnola ha bisogno di maggiore equilibrio". De Guindos: "Servono subito misure per 5,5 mld".

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Commentario del 24.10.2016

IN PRIMA PAGINA
"La manovra non va": su Repubblica anticipazioni della lettera di Bruxelles a Roma. "Stop alle una tantum e deficit solo al 2,2%". Richiamo al governo anche dalla Boldrini: "Subito il testo della manovra in Parlamento". Renzi tiene il punto e sfida la Ue: "La manovra non cambierà". Libero contro la Commissione: siamo in mano ai gangster. Spazio anche alle novità sul piano fiscale (Messaggero, Sole). Su QN l'avvento dell'Agenzia per il lavoro. Del Conte: "Ecco il bonus di ricollocazione". Sul Corriere il ritorno in gioco dei sindacati: disintermediare ora fa paura. Spazio anche alla politica.  Oggi alla Camera la legge M5S che dimezza la paga dei parlamentari (Fatto). Renzi: "Onorevoli pagati secondo le presenze" (Messaggero). Il Giornale: se vince il sì più soldi ai politici.  Il Fatto contro Mattarella: "vota Sì", scrive Scalfari. E lui zitto. Sul Foglio le acrobazie referendarie del Cav e il vangelo secondo De Luca. Su Libero parlano Parisi e Mastella. Sul Tempo intervista a Pera: "Il sì salverà il nostro Paese e il cavaliere". Sul Messaggero la lobby in campo per salvare il vitalizio dei politici. Dalla Ue: la fuga delle banche da Londra (Corriere, Messaggero), la svolta in Spagna col nuovo governo Rajoy (Messaggero), lo sgombero della "giungla" di Calais (Stampa).

ITALIA-ECONOMIA
"Stop alle una tantum e deficit solo al 2,2%": Repubblica (in apertura e a p.6) anticipa la lettera di richiamo a Roma sulla manovra firmata dalla Commissione Ue. Bruxelles sarebbe pronta a riconoscere l'aumento delle spese sui migranti mentre sul sisma accetta di scorporare dal deficit la ricostruzione delle zone colpite ma non il piano per mettere in sicurezza tutte le zone a rischio del Paese. Di qui la richiesta di ridurre dal 2,3% al 2,2% il deficit 2017: uno sforzo di 1,6 mld, che arriva dopo la concessione all'Italia di flessibilità per 19 mld lo scorso anno e altri 15 per quest'anno. Renzi sminuisce - "Il problema non è lo 0,1%" – e torna a contestare il Fiscal compact. Per Repubblica la Commissione cercherà di offrire tempo al governo italiano, rimandando a dopo Natale l'eventuale bocciatura definitiva dei conti e l'apertura della proceura di infrazione. Roma non è l'unica in questa situazione ma a Bruxelles non è piaciuta l'intervista di Padoan ieri su Repubblica per parole "ingiustamente dure" contro la Commissione. Anche la Stampa (p.3) riferisce l'irritazione di Bruxelles: "L'Europa rischia la fine non rispettando le regole". La tensione resta alta con Renzi che ha scatenato i suoi contro Bruxelles: la speranza è che lo scontro duri fino al referendum, poi rientri. Diversamente, l'Italia con un deficit oltre il 2,3% sarebbe un problema per tutta l'eurozona. Clemens Fuest (Ifo): "L'Italia pensi al debito alto e non aumenti il disavanzo" (Repubblica p.6). Per la Stampa (p.2) margini per un compromesso su migranti e spese del terremoto c'è, col premier deciso a non fare nessun passo indietro. In un'intervista a Repubblica (p.7) la Boldrini richiama invece il governo alla stesura della manovra: "Il Parlamento va tutelato, il governo si sbrighi e dia subito la manovra". Altro fronte di incertezza, Equitalia: sul Corriere (p.6) il rebus delle regole del nuovo ente.

ITALIA-POLITICA
Ampio spazio sui quotidiani alla discussione, oggi e domani, alla Camera sulla proposta del M5S per ridurre le indennità dei parlamentari: previsti risparmi per 87 mln l'anno (Corriere p.8 e tutti). "Facciamo risparmiare quasi il doppio della riforma" dice Di Maio, al quale replica Renzi con una proposta che prevede il pagamento in base alle presenze: "Di Maio prenderebbe il 37%" attacca il premier. Per Libero (p.) quello di Renzi "è l'uovo di Colombo". Intanto, la proposta grillina non passerà visti i numeri a Montecitorio – scrive il Messaggero (in prima e p.6) -, ma al M5S interessa l'incasso politico: dimostrare che il Pd difende i privilegi parlamentari. Ma grazie all'escamotage sugli emendamenti, la proposta passerà in Commissione, e se ne riparlerà dopo il referendum.
Referendum, sul Corriere (p.24) l'attacco dell'ex ministro Tremonti: ddl Boschi e Italicum sono due pezzi disegnati per essere fusi in un unico monoblocco di potere. Per Tremonti la riforma è "scritta per approssimazione e appropriazione": affronta il "falso problema" della velocità legislativa, non riduce i costi e non limita i poteri del Senato agli aspetti territoriali ma, pretendendo di regolare l'Europa, gli dà una competenza quasi universale. All'attacco anche Stefano Parisi, che a Libero (in prima e p.7) ribadisce che "la riforma non cambia nulla, e dove cambia, cambia in peggio: si fanno sempre le cose a metà. Oggi – dice – bisognerebbe realizzare una vera sussidiarietà: lo Stato deve lasciar fare alla società perchè il servizio pubblico non è il servizio fatto dal pubblico, ma per il pubblico". Marcello Pera, tra i fondatori di Fi, al Tempo (in prima e p.5) invita a votare Sì "perchè  il voto a favore salverà il Paese". Laura Boldrini smorza i toni, sottolineando le preoccupazioni della Camera per il "ritardo" della legge di Bilancio, a Repubblica (p.7) dice: "Tensione eccessiva sul voto: appuntamento importante, ma c'è bisogno di fare anche altro e c'è un dopo-referendum nel quale l'Italia ha di fronte sfide rilevanti". Fatto (in prima e p.2) attacca Mattarella: secondo Scalfari vota Sì, lui non nega. "Arbitro giocatore" è l'accusa del Fatto. Padellaro invita il Quirinale a chiarire, perchè stavolta – scrive – il silenzio di Mattarella confermerebbe le ipotesi peggiori.

EUROPA
"2017, fuga da Londra, le banche traslocano nelle capitali Ue": Repubblica (p.9) e tutti riprendono l'intervento del presidente della British Banker's Associaition Browne sull'Observer, secondo il quale le banche della City londinese sarebbero pronte a trasferire sul continente parte delle loro operazioni. "I piani sono già stati fatti, le date decise, le modalità anche". Le più grandi si muoveranno entro il primo trimestre 2017, le più piccole entro Natale. E' la reazione alla Brexit e ai segnali poco chiari e contraddittori dati dal governo May. Sul Messaggero (p.5) un possibile scenario "collaterale": la nascita di un nuovo hub finanziario europeo a tre teste, con sede fiscale a Dublino, sede operativa a Francoforte e una base per i prodotti finanziari sempre a Londra. Francoforte che avrebbe la meglio su Borsa Italiana, nonostante Milano sia gamba importante del Lse. Un asse di questo tipo presuppone un "accordo diabolico May-Merkel" che potrebbe creare imbarazzo sia a Berlino che a Londra, scrive il Messaggero. A meno che Milano non ingrani la marcia e cerchi il suo spazio: i numeri li avrebbe, ma tra burocrazie e fisco mancano i segnali giusti dall'Italia. Guido Rosa (Aibe) al Corriere (p.2): "Milano qualche carta da giocarsi ce l'ha. Soffre però dei problemi di funzionamento generale che non sono un invito a venire nel nostro Paese: la burocrazia, la tassazione, la giustizia".

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Commentario del 23.10.2016

IN PRIMA PAGINA
"Se boccia la manovra, l'Europa rischia la fine": su Repubblica parla il ministro Padoan. Domani attesa la decisione di Bruxelles sulla lettera a Roma con le indicazioni sulla manovra (Sole). Poletti al QN parla di pensioni: "Piano giovani". Sondaggio di Piepoli sulla Stampa: la manovra piace a 2 italiani su 3. Su tutti spazio al decreto fiscale: Multe, sanatoria solo sugli interessi. Addio Equitalia (Corriere). La nuova Agenzia delle entrate, sconti su cartelle, tasse e multe (Stampa). Salta il forfait sul contante. Per Messaggero le correzioni suggerite dal Quirinale per evitare il condono sui contanti. Polemici Giornale - "Renzi si rimangia il condono sulle multe" - e Fatto - "La rivoluzione di Equitalia: farà le stesse cose con un altro nome" -. Su tutti i quotidiani i dati Eurostat sui giovani: il 70% degli italiani tra i 18 e 34 anni restano a casa con i genitori. Politica, Alfano al Secolo XIX: "Ultima occasione per le riforme". Renzi chiede per il referendum "un Sì anche per l'Europa" (Unità). Libero attacca: "Esagerato". M5S spaccato, fronda anti-Di Maio: di fa largo l'idea di Appendino candidata premier (Repubblica). Movimento alle prese col caso firme false a Palermo: 2 mila firme ricopiate per correggerne una vera. Negli esteri, in primo piano gli scontri a Mosul: i bambini nella strage dell'Isis (Corriere). Roma, sul Messaggero l'inchiesta su bari illegali e bazar: Roma perde l'identità.

ITALIA-ECONOMIA
Manovra, attesa la decisione di Bruxelles sulla legge di Bilancio: domani si saprà se l'Ue invierà la lettera all'Italia per chiedere di modificarla o se passerà all'esame approfondito (Sole in prima e p.4). La partita si gioca sullo 0,1% (pari a 1,5 mld) di deficit strutturale e una tantum. "L'Europa scelga tra noi e l'Ungheria, bocciare la manovra sarebbe la sua fine" dice Padoan a Repubblica (in prima e p.2), sottolineando lo sforzo economico italiano – "non riconosciuto" - sulla questione migranti. Per Pesole (Sole p.4) non sarà lo scorto dello 0,1% a mandare all'aria la trattativa, a pesare sono  debito e valutazione delle spese per sisma e migranti. Per Moavero Milanesi ad Avvenie (p.9) "le circostanza italiane sono eccezionali: il nodo per l'Italia è la crescita". Per Fubini (Corriere p.5) il vero nodo è che Bruxelles si sente sfidata da un Paese considerato fragile, che continua a rimettere in discussione gli accordi. Roma è invece frustrata dall'approccio di Bruxelles. Nessuno vuole cedere, e quello 0,1% sembra una nuova linea di faglia nella zona euro. Pensioni uno dei temi forti della manovra. Poletti al QN (in prima e p.2) guarda già al futuro e ai giovani: "Leghiamo le generazioni: assegno minimo garantito a chi ha lavori intermittenti". Guardando all'Ape, dice: "Con l'uscita anticipata si liberano opportunità di lavoro che prima non c'erano: circa 100 mila persone dovrebbero uscire tra Ape agevolata e volontaria, una quota di questi posti sarà a disposizione di altri lavoratori".  Ieri, intanto è arrivata la firma di Mattarella sul decreto fiscale collegato alla legge di bilancio, che garantisce alla manovra 4,26 mld di nuove entrate (Sole in prima e p.5 e tutti). Rottamazione delle cartelle esattoriali, con una sanatoria parziale per le multe da violazione del codice della strada, chiusura di Equitalia, sostituita dall'Agenzia delle Entrate-Riscossione le cui regole saranno scritte da Palazzo Chigi, e riapertura fino al luglio 2017 della voluntary disclosure, sono le misure previste. Salta l'imposta forfettaria sul contante. Padoan a Repubblica: "E' una riforma strutturale che migliora la capacità di riscossione e ci permette di implementare rapidamente il nuovo rapporto fisco-contribuente basato sulla collaborazione. Sull'imposta forfettaria sul contante accuse ridicole, l'abbiamo eliminata per non dare adito neppure al minimo sospetto". Polemici il Fatto (in prima e p.8) - "Equitalia cambia solo nome e finisce nella mani di Renzi" - e Giornale (in prima e p.5) - "Renzi si rimangia il condono delle multe" - . Il viceministro Caseri al Corriere (p.2) annuncia l'ultima idea del governo contro l'evasione: "Lotteria degli scontri, premi per tutti, anche per i negozianti. Il fine dell'operazione è la lotta all'evasione fiscale in modo da abbassare le tasse per chi oggi le paga già. Premi in detrazioni anche su fatture per spese oggi non detraibili". Fatto (p.9) presenta un dossier che definisce "disastroso" il 2015 nella lotta all'evasione: incassi come il 2010 al netto della voluntary, a picco i controlli.

ITALIA-POLITICA
"Se non vince il Sì, nessun altro realizzerà le riforme": il ministro Alfano al Sexolo XIX (in prima e p.5) definisce la Costituzione "un motore che va rinnovato" e invita il premier e governo a "non dimettersi in caso di vittoria dei contrari". Renzi, invece, ribadisce che le modifiche alla Costituzione "non sono il traguardo" ma il "punto di partenza per dire che l'Italia è più semplice" (Repubblica p.14).  Il premier, secondo il sondaggio di Piepoli sulla Stampa (p.5), recupera consenso (+3%) tra gli elettori grazie alla manovra. Ma la sua sfida per rimontare al Sud non scalda (Stampa p.6). "Dire Sì al referendum – dice ancora Renzi - significa dire che pure in Ue servono riformE strutturali". Per Libero (in prima e p.2) esagera per provare a convincere gli euroscettici, mentre per Fabbrini (Sole in prima e p.8) il premier insiste sull'Ue perchè a livello europeo conta la stabilità. Padoan a Repubblica (in prima e p.2-3): "La riforma avrà effetto traino su tutte le altre riforme". L'Alto rappresentante per gli Affari Esteri Ue, Federica Mogherini,  in un intervento sul Corriere (in prima e p.29): la riforma modifica gli articoli della seconda parte della Costituzione che hanno mostrato limiti, rallentato e qualche volta ingessato i processi politici. Da italiana sono convinta che questa riforma serva all'Italia e agli italiani: oggi possiamo scegliere di far nascere il nuovo.  Dal fronte opposto, Berlusconi attacca: "Renzi alimenta la paura di mercati e cancellerie" (Repubblica p.15). Parisi all'Espresso (p.61-62): "Sono un rigeneratore non un federatore, prima di federarsi con la parte radicale bisogna mettere in luce i connotati della parte moderata del centrodestra". Tra le sue proposte, Parisi sottolinea un liberalismo incentrato su "un welfare sempre meno basato su spesa pubblica e sempre più su iniziative della comunità".
Leadership M5S, il fronte anti-Di Maio punta su Appendino candidata premier (Repubblica in prima e p.19). Sondaggio di Piepoli sulla Stampa (p.5) vede una caduta del gradimento nei confronti di Di Maio (ora al 33%), con il M5S che si attesta al 26%, in calo dopo il No alle Olimpiadi. Intanto tensione e spaccatura a Genova, Grillo perde pezzi in casa (Messaggero p.7), mentre sul caso firme a Palermo:  2mila  ricopiate per correggerne una (Fatto in prima e p.10).

EUROPA
"Italiani & tedeschi: il lungo addio": sul Corriere (p.6) lo studio commissionato dalla Friederich-Ebert-Stiftung, fondazione legata al Partito socialdemocreatico tedesco, tra i cittadini dei due Paesi che evidenzia l'allontanamento tra le due nazioni che rappresentano l'asse portante dell'Ue. Per il 43% degli italiani l'appartenenza all'Ue è uno svantaggio (per il 21% è un vantaggio), per il 53% far parte dell'euro è negativo (solo il 19% ne da un giudizio positivo). Ribaltati i dati tedeschi: il 43% ritiene che la Ue faccia bene (contrario il 18%), il 41% considera l'euro un vantaggio (contrario il 25%). Quanto all'euro, il 74% degli italiani pensa che abbia avvantaggiato la Germania e il 31% dei tedeschi condivide, mentre per il 27% è l'Italia ad averne beneficiato. L'idea di un Italia che soccombe rispetto alla Germania è radicata nel 72% degli italiani, mentre l'opinione dei tedeschi è più variegata, per il 33% è una relazione win-win. Entrambe le popolazioni (67% degli italiani e 64% dei tedeschi) condividono l'idea che la Bce non faccia gli interessi del proprio Paese. Interessante l'opinione sull'Italia: i tedeschi danno voto 5,5 (in un scala da 1 a 10) al potere economico del Belpaese, gli italiani 4. 6,8 è il giudizio tedesco sulla qualità della vita in Italia, mentre gli italiani danno un 4,6.
Rapporti Ue-Russia, Enzo Moavero Milanesi ad Avvenire (p.9): "Prevalsa l'idea di chi, come l'Italia, credeva fosse meglio non esacerbare i rapporti. Ma anche la Germania non è dispiaciuta dalla conclusione". Stampa (p.8) parla di offensiva dello Zar: Putin è riuscito a prendersi la Crimea e si è dimostrato decisivo in Siria, l'Occidente non ha saputo reagire né in Europa né in Medio Oriente.

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Commentario del 22.10.2016

IN PRIMA PAGINA
Manovra, salta la sanatoria (Repubblica). Dietrofront del governo (Stampa, Messaggero). Pressing del Quirinale ma il premier: ho deciso io (Repubblica). Continua intanto lo scontro con la Ue. Renzi: "La manovra non cambierà" (Sole). Fitch conferma il rating ma con outlook negativo (Sole). "Italia instabile" (QN). Spazio anche alla politica, con gli ultimi sondaggi sul referendum. Il No a quota 54% e il sì prevale solo tra gli over 65 (Corriere). E la Fim Cisl schiera i suoi metalmeccanici per il sì (Italia Oggi). Dalla Ue. Navi russe nella Manica. Sfida di Putin alla Nato (Stampa). Ma Renzi "salva" Putin dalle sanzioni (QN), battendo la Merkel. Prodi a QN: "Un errore spingere Mosca verso la Cina". Ue in crisi anche con il Canada: per l'opposizione della Vallonia non passa il Ceta. Calenda alla Stampa: "Sul commercio l'Europa rischia di implodere". Usa sotto cyber attacco cinese: Twitter, giornali e la costa Est Usa tre ore al buio per l'assalto hacker (Corriere, FT). Sul Messaggero il caso degli ufficiali di marina indagati per mancato soccorso dei migranti. Sul Sole la convention dei Giovani Imprenditori a Capri. Gay: no a Italia rattrappita, servono orgoglio e coraggio.

ITALIA-ECONOMIA
"Manovra, salta la sanatoria" (Repubblica, Stampa, Corriere in apertura e tutti): clamorosa marcia indietro del governo sul contante. Travolto dalle critiche sul possibile condono, Palazzo Chigi riscrive la norma del decreto fiscale destinato a riaprire i termini della voluntary disclousure: scompare l'aliquota forfait al 35% e vengono reintrodotte le normali aliquote progressive sui redditi. Per Repubblica (p.7) la "norma salva Corona"non piaceva né al Colle e nemmeno a Padoan: a muoversi sarebbe stato anche il procuratore generale Greco di Milano. Qn (P.6) rivela lo scontro tra la Orlandi e il governo per stoppare il provvedimento. "Ho deciso io, nessuno me l'ha imposto", la linea di Renzi, ma il pressing c'è stato e ora vacilla anche la rottamazione delle cartelle di Equitalia. La retromarcia, scrive Repubblica (p.6) arriva in un momento caldissimo, con il testo della legge di Bilancio che praticamente ancora non c'è e con il braccio di ferro in corso con la Ue. Renzi attacca la Germania per il suo surplus commerciale e difende la manovra: "La sostanza non la cambio" (su tutti). "Uno show per spendere di più" per Bechis (Libero in prima e a p.5). Ma per Repubblica (p.6) un compromesso si è trovato: Bruxelles farà la voce grossa, chiederà una nuova bozza ma dando tempo fino a novembre. Il 16 la Commissione stroncherà il bilancio italiano ma rimandando eventuali sanzioni a dopo il 4 dicembre, nella speranza che la polemica di Renzi abbia solo fini elettorali. Se poi, dopo il 4 dicembre, Renzi modificherà il testo in Parlamento come auspicato anche dal Tesoro, dalla Ue arriverà il disco verde con semplice riesame a maggio. Ma se Renzi dovesse insistere nella linea di scontro, Bruxelles boccerà la manovra e da gennaio ogni momento sarà buono per aprire la procedura per deficit e debito, indebolendo l'Italia sullo scacchiere Ue e sui mercati. Calenda alla Stampa (p.2): "Surreale la discussione sui decimali: ma non vedete che l'Europa sta andando in pezzi?". Ieri intanto Fitch ha confermato il rating all'Italia ma ha rivisto al ribasso l'outlook, da stabile a negativo (su tutti). Nel giudizio la stima di un calo del pil 2016 (fermo allo 0,8) e le ricadute sul debito pubblico, e l'incertezza politica legata al referendum: "una vittoria del no rappresenterebbe uno choc politico e fermerebbe le riforme tese a creare un ambiente più stimolante per le riforme economiche".

ITALIA-POLITICA
Referendum, No (54%) avanti sul Sì (46%). Sul Corriere (in prima e p.11) il sondaggio Ipsos segna l'avanzata dei contrari, trainati dai giovani, anche se pesano indecisi (8%) e astenuti (42%). Intanto l'agenzia di rating Fitch ha rivisto al ribasso l'outlook italiano da "stabile" a "negativo": pesa sui conti l'incertezza politica sul referendum (su tutti). Renzi torna a fare campagna per la riforma e chiede l'impegno dei big Pd: "Se pensate che non ci sia bisogno di cambiare votate No, ma se il referendum passa è finita la stagione degli inciuci" (Corriere p.10). Repubblica (p.8) riporta le rilevazioni di diversi sondaggisti che vedono il Sì in rimonta, anche se il No resta avanti. Per il Fatto (p.5) il recupero del Sì è effetto dell'invasione in tv dei favorevoli alla riforma. Su Italia Oggi (p.7) parla Marco Bentivogli, che annuncia il Sì dei metalmeccanici Cisl "in difesa degli interessi di chi lavora". Nel merito, Bentivogli definisce "troppo timide" le novità sul Senato, mentre apprezza le modifiche al Titolo V sui poteri di Stato e Regioni. Intanto il Pd resta spaccato. Cuperlo al Corriere (p.10): "Qualunque sia l'esito, non risolverà i problemi economici del Paese: serve garantire la scelta degli elettori, per questo serve intesa sull'Italicum". "Tempo scaduto" dice il bersaniano Fornero alla Stampa (p.9), "anche se Cuperlo firma ormai votiamo No". Bersani, a Repubblica (p.9) conferma il No e non crede alle aperture di Renzi sull'Italicum: "Con me stai sereno non funziona". Per Verderami (Corriere in prima e p.12) sia Renzi che D'Alema-Bersani corteggiano Berlusconi sulla legge elettorale: è il doppio binario del Nazareno. Intanto Berlusconi, in un videomessaggio facebook, spiega il suo No: rischio di deriva autoritaria (Giornale p.10 e tutti). Marcello Pera, tra i fondatori di Fi, al Mattino (p.9): "Berlusconi sta sbagliando, l'unico a perdere sarà lui".
Sul QN (p.12) e altri focus sui rimborsi d'oro dei parlamentari. Giornale (p.11) riporta la proposta di Fi per pagare i politici "in base ai redditi da lavoro dichiarati prima dell'elezione". Intanto, lunedì si vota la proposta M5S per tagliare i rimborsi (Tempo in prima e p.3).

EUROPA
Navi russe nella Manica: Putin sfida la Nato (Stampa in prima e a p.6). Mosca sposta le navi da guerra nel Mediterraneo orientale:per andare in Siria sfilano davanti alle coste occidentali, dalla Norvegia al Regno Unito, in segno di sfida. Il Cremlino: "Non è un viaggio turistico, resteremo mesi nel Mediterraneo". Intanto a Bruxelles l'asse Renzi-Mogherini dà scacco alla Merkel e a Hollande: dal documento della Ue sparisce l'ipotesi di nuove sanzioni contro la Russia per i raid aerei su Aleppo. La cancelliera ammette: avrei preferito una soluzione diversa (Stampa p.7). Il successo di Renzi in grande evidenza sulla stampa italiana. "Renzi salva Putin" il titolo di apertura di QN, che a p.3 intervista Romano Prodi: "Stiamo sbagliando molto e non solo noi: la Russia ha bisogno dell'Europa e l'Europa ha bisogno della Russia. Un errore spingerla verso la Cina. Gli Usa credono di avere di nuovo di fronte l'Urss, Putin è ossessionato dalla Nato. Servirebbe un equilibrato passo indietro. Invece c'è una sorta di via libera ai militari: non si intravede un disegno politico ma una serie di decisioni sparse che possono provocare incidenti". Quanto allo scenario europeo Prodi nota "strane cose": "La Germania che voleva nuove sanzioni ha concluso con la Russia il patto sul North Stream, mentre noi non possiamo esportare neanche mele e formaggio. C'è una frammentazione europea impressionante della quale la Russia non può non approfittare". Fin qui, scrive QN (p.2) le sanzioni contro Mosca scattate nel 2014 per la crisi ucraina ci sono costate oltre 7 mld, un conto pagato soprattutto dal settore agroalimentare.

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Commentario del 21.10.2016

IN PRIMA PAGINA
Manovra da riscrivere per evitare lo stop di Bruxelles (Giornale). E' gelo tra Renzi e Ue. Il testo in ritardo alle Camere (Repubblica). Il premier: l'Europa preoccupa il mondo (Sole, Messaggero). Un caso la frase di Renzi: "Per Obama Ue peggio della Siria". Su tutti spazio ancora alla manovra e al decreto fiscale. Sul Sole la sanatoria anche per le multe. Sul Messaggero l'addio ad Equitalia.
Critico il Corriere: regole incerte, danno al fisco. Sul Fatto lo scorno dei contribuenti: siamo i fessi che abbiamo pagato tutto a Equitalia, ci condonate?". Sul Corriere la crisi dei call center: precari e poca paga, ma nn reggono. Spazio anche alla politica. Referendum, quesito salvo, il Tar respinge il ricorso (Corriere, Sole). Ma è rissa sui soldi ai politici (QN). Il Giornale: il Pd fa saltare il taglia-stipendi ai parlamentari. Dagli Usa: lo strappo di Trump scuote l'America. Da Bruxelles: la Ue valuta sanzioni contro Mosca per i raid su Aleppo. Governi divisi (Sole e tutti). Intanto fa un passo avanti Juppé: "Voglio una Francia forte come Berlino (Repubblica).

ECONOMIA
Gelo tra Renzi e Ue sulla manovra. Il testo in ritardo anche alle Camere (Repubblica in apertura e a p.7). Il gelo di Juncker è sul deficit, scrivono D'Argenio su Repubblica e Fubini sul Corriere (p.3): il patto, tacito, col premier, era di alzarlo al 2,2% del pil, Renzi lo ha portato al 2,3%. Non piace nemmeno la qualità della manovra: troppe una tantum e una richiesta di compensare le spese per i migranti troppo alte. Così la manovra non passerebbe al vaglio dell'Eurogruppo anche se Juncker teme rotture con l'Italia per i risvolti politici. Bruxelles invierà a Roma una richiesta di chiarimenti; dal Tesoro ribadiscono che la finanziaria non sarà modificata prima del suo arrivo in Parlamento. Dopo la lettera arriveranno i giudizi negativi e una prima bocciatura formale della Commissione. Ma la procedura di infrazione non arriverà prima del referendum, lasciando aperta la porta a un accordo in extremis. Intanto diventa un caso la frase di Renzi agli europarlamentari italiani: "E' l'Europa che preoccupa il mondo non i nostri conti" (Corriere p.2 e tutti). "Me lo ha detto anche Obama". Da Renzi assalto anche al fiscal compact: "Deve saltare" (Repubblica p.7), magari con una campagna che mobiliti economisti e intellettuali contro l'austerity. L'economista Gros alla Stampa (p.5): "Non sono i decimali il problema della manovra dell'Italia, ma la filosofia che c'è dietro e che non paga, quella dei bonus. L'economia non ha avuto un'accelerazione e i consensi non sono aumentati". A fare le verifiche sulla manovra per la Ue sarà un italiano, Marco Buti, al vertice della Ecfin, considerato un rigorista (Corriere p.2).
Tutti i giornali tornano sulla manovra. Il Corriere (p.5) ricorda l'addio agli studi di settore e i tagli per 2,7 mld alle Regioni. Corriere critico sul pacchetto fiscale: l'unica cosa certa al momento è il danno all'erario e la beffa per i contribuenti. Sul Sole (p.6) il caso delle multe: la sanatoria dovrebbe riguardare anche quelle stradali ma serve il via libera di Comuni e Regioni. Quanto alla voluntary sul contante si va verso l'abbandono del forfait al 35%. Sulla Stampa (p.7) il giudizio della Furlan: "Bene gli aumenti delle pensioni e gli incentivi alla contrattazione di secondo livello e alle assunzioni dei giovani. Ma ora si apra subito al taglio delle aliquote Irpef".

POLITICA
Referendum, il Tar respinge il ricorso di M5S e Si, il quesito per ora è salvo. Il Tar: non possiamo giudicarlo noi (Corriere p.10 e tutti). Prossimo giudizio il 27 al Tribunale di Milano sull'istanza di Onida. Ieri a schierarsi per il Sì gli ad di Eni, De Scalzi, e Moretti, Leonardo-Finmeccanica. Intanto la commissione del Pd è al lavoro sull'Italicum. Entro dieci giorni la proposta dei dem ma per il Corriere (p.11) e Repubblica (p.10) la commissione è già in crisi, con Cuperlo, isolato dalla stessa minoranza, unico a partecipare ai lavori. Renzi convinto che sia tutto inutile: "Troppo il risentimento personale contro di me, il referendum e la politica non c'entrano" (Corriere p.11). Ieri il pressing sugli europarlamentari del Pd perché si mobilitino per il "sì": a confortarlo un sondaggio Swg che dà la sua fiducia in risalita (dal 31 al 33%), il Pd al 33% e il M5S al 26,5%.
In movimento anche il centrodestra, con Parisi che vede Berlusconi e sfida i big di FI: "Una scissione? Come quella dell'atomo" (Corriere p.13). Ribadita la necessità del rinnovamento del partito e la guida moderata della coalizione. Da Parisi mossa sulla riforma elettorale: "Abbiamo bisogno di stabilità, il sistema alla tedesca non sarebbe uno scandalo". Il vero jolly che Berlusconi potrebbe calare sul tavolo delle riforme sarebbe dunque il proporzionale.

EUROPA
Ue verso sanzioni alla Russia (Repubblica p.6 e tutti): la durissima condanna dei bombardamenti su Aleppo vede Londra, Parigi e Berlino uniti contro Mosca ma l'unanimità in senso al vertice dei capi di governo europei ancora non c'è. Contrarie Italia, Grecia e Spagna. E nel testo finale c'è solo la minaccia di "misure restrittive" a chi sostiene il regime siriano. Sulla Stampa (p.5) l'attacco di Renzi a Hollande: "Troppo duro con Mosca". Una linea, ha rivelato il premier agli europarlamentari italiani, che spaventerebbe anche Obama. Diventa poi un caso la frase di Renzi sulla Ue che spaventa Obama più della crisi siriana. L'economista Gros alla Stampa (p.5): "L'Europa non è poi così in crisi, Meglio guardare al medio oriente". Altro fronte caldo, quello con la Gran Bretagna. La May, che ha cercato di usare la leva della politica estera per trovare spazio al tavolo del vertice, si è scontrata con una posizione unanime degli altri partner europei. Hollande: "Se la Gran Bretagna vuole una Brexit dura avrà un negoziato duro". Restano le divisioni sul dossier migranti (Sole p.10). E il veto della Vallonia contro il Ceta mette in discussione l'accordo Canada-Ue (Sole p.10). Su Repubblica (p.4) intervista all'ex premier Juppé, favorito alle primarie del centrodestra: "Riformo pensioni e lavoro e corro per l'Eliseo. La Francia deve ritrovare il suo peso e la sua credibilità per la leadership Ue. Parigi sarà forte come Berlino".

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Commentario del 20.10.2016

IN PRIMA PAGINA
Patto con Tripoli: il governo chiede aiuti italiani. Sul Corriere l'appoggio di Roma a Serraj: inviate motovedette, auto e squadre speciali per migranti e terrorismo. La Pinotti, in un'intervista al Mattino, guarda invece all'Iraq: "Usa contenti di noi. Altri soldati? No". Sul fronte interno sempre la manovra in primo piano, col braccio di ferro tra Ue e Italia (Repubblica, Stampa). Juncker: "Fate uno sforzo in più" (Corriere). Sul Sole il focus sul decreto fiscale, sul Giornale il destino di Equitalia. Il Fatto: il decreto condono ancora non c'è ma già fa danni. Su QN il caso dei money transfer: "soldi all'Isis". Sul fronte politico domina lo scontro nel centrodestra. Salvini a Berlusconi: "Il leader sono io" (Sole). Su Repubblica il Paese senza bambini: in 6 mesi crollo record di nascite. Su tutti il silenzio da Marte della sonda Schiaparelli. Sul Sole l'apertura della Ue alla Cina economia di mercato:  "strada sbagliata".
Sul Sole l'assemblea di Confindustria Balcani a Bucarest: "Riforme nei Balcani per accelerare la crescita".

ITALIA-ECONOMIA
Braccio di ferro tra Ue e Italia sulla manovra (Repubblica in apertura e a p.6): la Commissione  contesta il deficit al 2,3% e le eccessive una tantum. Entro una settimana la lettera per imporre a Roma cambiamenti entro il 31 ottobre. Per il Sole (p.2) tra Roma e Bruxelles c'è una "distanza" da 5 miliardi; per la Stampa (p.3) non ci sarà scontro fino al referendum. Renzi da Washington attacca: "La Ue vuole negarci lo 0,3% per Amatrice e per i migranti? Lo dica, e poi vediamo" (Repubblica p.4). Ma in realtà si prepara a correggere la manovra: "Se la Ue vuole darci suggerimenti siamo pronti ad ascoltare". Al Tesoro tecnici al lavoro per valutare le misure una tantum e le sanatorie previste: il testo, praticamente non è ancora definitivo. Malumori in Parlamento per lo slittamento della presentazione. Boccia (Pd): "Sul contante c'è un condono: o lo cambia il governo o lo cambiamo noi". Su Repubblica (p.7) parla il vice ministro delle Finanze tedesco Spahn: "Sull'austerità Obama sbaglia, servono conti in ordine per spingere gli investimenti". Spahn sospende il giudizio sulla manovra. E sul referendum dice: "L'Ue ha bisogno di un Italia forte che vada avanti con il processo delle riforme". Sul Sole (in apertura e a p.3) focus sul decreto fiscale, tra Iva, studi di settore e voluntary. Ma numeri e testi ballano ancora, scrive Pesole (Sole p.2) e non è escluso che l'operazione Equitalia "migri" in un ddl. Il Messaggero (p.4), riguardo alla sanatoria dei contanti, parla di un'aliquota bis al 43% rispetto al forfettario unico del 35%. Per il Fatto (in apertura e a p.2) il decreto-fiscale praticamente non esiste ancora ma già fa danni, con gli impiegati che agli sportelli dicono: "Aspettate a pagare". Su Panorama (p.38) la manovra "bluff": la Sileoni (Istituto Leoni) stronca la Stabilità, per i molti regali a diverse categorie, i dubbi sulle coperture, misure dal chiaro sapore elettorale che sembrano guardare oltre il referendum, alle prossime Politiche. Per Piga (Panorama p.41) anche la spending review è col trucco: negli ultimi due anni la spesa è addirittura cresciuta e ora il governo annuncia tagli per 3,3 mld rivendendo i risultati della Consip.

ITALIA-POLITICA
Referendum, dopo l'appoggio di Obama, Renzi definisce "ridicole" le accuse di ingerenza da parte di opposizioni e minoranza Pd. Per Franco (Corriere p.10) è difficile che l'abbraccio di Obama possa cambiare gli orientamenti dell'opinione pubblica, ma dimostra che Renzi è riuscito a convincere che a lui non c'è un'alternativa, in modo da spingere gli alleati internazionali – che sperano nella stabilità italiana – a spendersi in suo favore. Di diverso avviso Padellaro (Fatto p.5), secondo cui l'endorsement del presidente Usa – che spinge Renzi a restare anche in caso di sconfitta – evidenzia come siano privi di senso i catastrofismi annunciati dai promotori della riforma in caso di insuccesso. Messaggero (p.9) riporta le ultime rilevazioni dei sondaggisti, tutti concordi nel vedere una tendenziale crescita dei favorevoli, anche se restano leggermente dietro ai contrari, mentre cala il numero degli indecisi. Per Noto (IPR Marketing) dipende dal fatto che il messaggio del No appare troppo "politichese", mentre quello del Sì è più facile. "Più si entra nel merito più gli elettori si spostano verso il Sì" dice Guerini (Pd) all'Unità (p.5). Il ministro Pinotti al Mattino (in prima e p.3) non vede divisioni – almeno nella base – nel Pd sulla riforma: "Credoci sia un ampio consenso per il Sì. Le tensioni sono più tra esponenti autorevoli del partito che nella base". Intanto è caccia a 500 mila voti degli italiani tra Nord e Sudamerica che possono valere il 2% decisivo (Repubblica p.10). Ieri vertice Berlusconi, Salvini e Meloni per ribadire il No di tutto il centrodestra "a una riforma che non risolve nessuno dei problemi del Paese" (Sole p.11 e tutti). Uniti sul No al referendum ma l'alleanza è lontana (Stampa p.6) e Verderami (Corriere p.10) parla di vertice dei sospetti. Salvini rilancia: "Fi si convinca che il primato nella coalizione oggi è della Lega". Per Palmerini (Sole p.11) è il tentativo del segretario della Lega di intestarsi i voti del No. "Il referendum sarà lo spartiacque della politica italiana – dice Casini al Messaggero (p.8) -: da un lato c'è chi tenta di riformare le istituzioni, dall'altro una variegata convergenza di chi cerca solo di bocciare il governo. I moderati sono senza alternative: schierati per il Sì".

EUROPA
Rapporti Ue-Russia, la Merkel contraria ad escludere Putin (Sole p.21). La Cancelliera, al vertice con Hollande e Poroshenko, in vista del Consiglio europeo ha espresso l'intenzione di discutere nuove sanzioni alla Russia "ma – spiega la Merkel – non è il momento di vararle ora che Putin si è seduto nuovamente al tavolo del gruppo di Normandia e che sul fronte siriano ha sospeso i bombardamenti". Panorama dedica la copertina (e un servizio da p.45-48) a Putin, accusato di manipolare le elezioni Usa, per la guerra in Ucraina e i bombardamenti in Siria, ma c'è chi non crede che sia il nemico dell'Occidente. E i russi sono convinti che non abbia alternative. Sulle recenti tensioni con la Russia, il ministro Pinotti al Mattino (in prima e p.3) parla di "necessario riavvicinamento per saldare il fronte comune contro il nemico che è il terrorismo". E in merito alla presenza italiana nelle manovre Nato, che restano spinose dei rapporti con Putin, dice: "Nostra presenza è poco più che simbolica". Per Giornale (p.11) l'Italia si inginocchia agli Usa e Putin prepara la vendetta: dopo la cena tra Renzi e Obama, il nostro Paese rischia le contro-sanzioni.
Libia, l'Italia valuta la richiesta di aiuto di Tripoli (Corriere in prima), spinta anche dalla richiesta di maggiore impegno degli Usa (Messaggero in prima e p.2): motovedette, auto e squadre speciali per combattere immigrazione e terrorismo. Ma il governo Serraj appare sempre più in bilico, anche a causa dell'assenza di un vero consenso popolare (Corriere in prima e p.2). Corriere (p.3) torna sul sequestro dei due tecnici italiani uccisi in Libia: sotto accusa il manager della ditta Bonatti in Libia.
"La Ue stringe sui dazi ma apre alla Cina" (Sole in prima e p.7 e altri): discussione nella Commissione Europea sulla modernizzazione delle difese commerciali dell'Unione: l'ipotesi è imporre dazi più stringenti ma concedere alla Cina lo status di economia di mercato.

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Commentario del 19.10.2016

IN PRIMA PAGINA
"Serve il Sì al referendum, lui deve restare": su Repubblica e tutti l'endorsement sulle riforme italiane di Obama durante la visita di Renzi negli Usa. Il presidente americano chiede all'Italia anche più impegno in Libia (Stampa). "Tu Vuò fa l'americano" titola Libero. Ampio spazio sulle prime pagine anche alla legge di bilancio. La Ue prepara il richiamo (Repubblica), braccio di ferro sul deficit strutturale all'1,6% (Sole). Intanto è polemica sulla rottamazione di Iva e multe di Equitalia e sulla sanatoria sul contante con aliquota al 35% (Messaggero e altri). Padoan "non è un condono". Lavoro, dati Inps: calano le assunzioni, salgono i licenziamenti. Più licenziati, più poveri, più evasori: c'è da ridere? (Fatto). La replica di Taddei e Nannincini all'Unità: "Il jobs act funziona".  Nei fatti esteri, in primo piano la guerra in Iraq: a Mosul avanzata irachena frenata dalle mine. Elicotteri italiani per evacuare i feriti (Messaggero).

ITALIA-ECONOMIA
Legge di bilancio, braccio di ferro sul deficit strutturale all'1,6% (Sole in prima e p.6). "Non credo l'Ue dichiari guerra all'Italia per uno scostamento dell'1%" dice Pittella all'Unità (p.4). Pisauro, presidente dell'Upb a Repubblica (p.7) spiega: "La nostra procedura di validazione si basa su previsioni la cui forchetta è tra lo 0,8% e l'1%, il governo (1%) è dentro, ma ci sono rischi che i dati siano rivisti al ribasso visto che la stima del governo è al margine alto". Per quanto riguarda la coperture, 14,5 mld sono coperture "autonome" che derivano da lotta all'evasione, spending review, mentre 12 mld è il deficit nominale per completare la manovra, che sarà complessivamente tra i 26 e 26,5 mld (Sole p.6). Voluntary disclosure e rottamazione delle cartelle esattoriali due misure fondamentali quanto a coperture: prelievo al 35% per mettere in regola i risparmi nascosti (su tutti). Polemiche da opposizione e Cgil sulle misure, ma Padona assicura: "Nessun condono" (su tutti). Livini su Repubblica (in prima e p.9) guarda alla lotta al sommerso, che produce 200 mld l'anno nascosti all'erario: il governo vuole convincere questi contribuenti infedeli a firmare l'armistizio.
Lavoro, rapporto Inps sui contratti nei primi 8 mesi dell'anno: meno contratti stabili e licenziamenti su del 28% sul 2015. Boom dei voucher. "Si sta verificando quello che temevamo" dice Camusso (Cgil). Landini (Fiom) intervistato dal Manifesto (in prima e p.3) "è colpa del jobs act, e i dati confermano la necessità di cambiare quella legge". Per Di Vico (Corriere in prima e p.13) i numeri mostrano tutta la debolezza della "politica economica per bonus" di Renzi. Taddei e Nannincini difendono la riforma sull'Unità (in prima e p.4-5): bisogna scegliere tra due possibilità: o il jobs act ha avuto un effetto precarizzante, ma allora non si spiega perchè il lavoro a termine cali più di quello stabile, oppure agosto è solo un mese in cui la dinamica occupazione rallenta senza invertire il complessivo effetto positivo del jobs act, che ha rafforzato il lavoro stabile e ha dato più tutela a una fetta di lavoratori italiani esclusi dalla crisi. Anche Pietro Ichino, intervistato da Repubblica (p.22), difende il Jobs Act: "continua a funzionare, le assunzioni sono superiori alle cessazioni".

ITALIA-POLITICA
"Tifo per Renzi, resti comunque vada il referendum": sul Corriere e tutti l'endorsement di Obama per le riforme italiane. "Gli Usa sostengono con forza le riforme di Renzi e sperano che questo processo non si interrompa con il voto del 4 dicembre" dice il presidente americano, al quale replica soddisfatto il premier: "Relazioni Italia-Usa non sono mai state così forti". Per Pombeni (Sole in prima e p.5) l'endorsement di Obama non è solo un aiuto a Renzi, ma il sintomo del giudizio severo che i gruppi dirigenti americani hanno del tessuto politico e civile italiano. Per Zucconi (Repubblica p.2) non un solo voto sarà spostato da questo incontro. Per Folli (repubblica p.31) il pacchetto delle riforme è accettato a scatola chiusa perchè quel che conta è la solidità di Renzi. Prudenza nel Pd – dopo le proteste delle opposizioni - per l'appoggio americano: "può diventare un boomerang". Verderami (Corriere p.8) evidenzia il rischio corto circuito: un conto è l'incidenza di certe mosse sull'establishment, altra cosa è l'impatto sui cittadini, che – come spiegano i sondaggi – sono meno orientati dalle linee dei leader di partito.
Berlusconi torna in tv e dice "nessun dubbio, si vota No" (Giornale e tutti): l'effetto combinato con l'Italicum nasconde il rischio "di una deriva autoritaria" e spiega: "Penso si debba ragionare a una riforma condivisa". Il No del leader di Fi è in vista di un'altra riforma che punti sul presidenzialismo. Sul Corriere (p.8) parla Maurizio Lupi (Ap) che attacca Monti per la posizione sul referendum espressa ieri: "Una visione demagogica. Dice No dopo aver espresso argomenti a favore. Dà un giudizio che prescinde dal contenuto, da lui mi sarei aspettato una posizione sulla base del merito della riforma". Parlando della sua posizione sul voto si dice "convinto al quadrato" del Sì.

EUROPA
Su Repubblica (p.3-4) si parla dell'asse strategico USA-Italia: dopo Brexit, le tensioni con Parigi sulla Libia e il contrasto dell'austerity voluta dalla Germania, l'Italia resta l'interlocutore preferito di Washington in Europa. Inoltre è il paese maggiormente coinvolto nella questione migranti (che ha forti risvolti negli equilibri nordafricani), l'italiano Draghi alla presidenza della BCE gode della fiducia di Obama e Roma non ha più il filo diretto con Mosca come con Berlusconi. Seguono le interviste a Daniel Gros e James Galbraiht: il primo, economista tedesco, difende l'austerity ("Ha evitato guai peggiori") mentre il secondo, professore americano, contesta la linea tedesca e parla di Renzi come "unico leader stabile in Europa". Messaggero (p.3) spiega come Renzi abbia guadagnato negli anni la fiducia di Obama, confermando l'impegno in Afghanistan, Kosovo e Libano. Obama e Clinton avrebbero chiesto al premier di non dimettersi in caso di esito sfavorevole del referendum. Per  Sole (in prima e pag.5) il premier è visto come un alleato per le politiche di crescita nell'UE per superare la fase dell'austerità. Secondo il Corriere (p.6) Obama inquadra Renzi come leader europeo in grado di garantire la stabilità, unico vero argine contro i populismi. SU L'Unità(P.3) intervista a Mario Giro: il viceministro dice che "Obama riconosce la leadership italiana in Europa e il ruolo personale di Renzi".

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Commentario del 18.10.2016

IN PRIMA PAGINA
Su Repubblica intervista a Obama: "L'austerità blocca la crescita europea". Sulla Stampa l'assist a Renzi: "Non dimetterti se vince il No". Monti al Corriere: "Perché voterò contro la riforma". In primo piano su tutti ancora la manovra, a partire da sanatorie e fisco (Corriere, Stampa). Gelo di Bruxelles: "Il condono non va, cambiate la manovra" (Repubblica). Su Repubblica lo sfogo degli esattori traditi: "Sconti a Maradona e aiuti al riciclaggio". Sul Sole intervista a Calenda: "Investimenti, tagliamo il gap della crisi". Su l'Unità parla la Giannini: "Un miliardo in più alla scuola". Sulla Stampa e tutti l'indagine choc della Caritas: i giovani nuovi poveri italiani. Dall'Iraq: a Mosul attacco finale all'Isis (Repubblica e tutti). In Germania la Basf in fiamme. La polizia: "Non è terrorismo" (Sole). Spazio anche alla politica, con Di Maio nel mirino del M5S per la nota spese: 100 mila euro in soli viaggi (Giornale, Messaggero). In cronaca la condanna a trent'anni della madre: "Uccise Loris" (Corriere). Lei in lacrime: "Sono innocente" (Messaggero).

ITALIA-ECONOMIA
La Commissione Ue ancora aspetta la manovra, ma già accende un faro sulle troppe entrate "una tantum", sul condono per i contanti non dichiarati (per i quali si parla di aliquote al 15 e al 35%) e per il deficit alzato al 2,3% (Repubblica in prima e a p.10). Le misure annunciate dal governo venerdì non erano coperte: ieri al Tesoro si è riscritta la manovra fino a notte, con il risultato che un testo certo ancora non c'è. Il Sole (p.2) parla di deficit a 11,5 miliardi e coperture da entrate e tagli per 15,5 mld, con Bruxelles che chiede chiarimenti sui 10 mld di entrate previste dal recupero dell'evasione, giochi e frequenze tlc e sull'andamento del deficit strutturale (Sole p.3). Moscovici a Repubblica (p.10): "Non siamo punitivi ma sui conti dell'Italia l'esame sarà esigente. Abbiamo già concesso abbastanza". Calenda al Sole (p.5): "Siamo tranquilli, potremmo discutere su qualche frazione di numero ma alla fine la manovra passerà". Il Financial Times (p.27): "L''Italia svende i fari per contribuire a pareggiare i bilanci". Le misure più controverse sono quelle su fisco e contanti. Su Repubblica (p.11) il "malessere" dell'Agenzia delle Entrate per quello che viene considerato l'ennesimo condono fiscale, "che avrà effetti devastanti sul gettito atteso e che aprirà la porta a decine di contenziosi". Filtra la minaccia di segnalare la possibilità di segnalare alla Banca d'Italia come operazione sospetta tutti i conti correnti alimentati dai contanti "riemersi". Sconcerto anche per la norma che fa rientrare con agevolazione i ricchi, una norma che sembra pensata per lucrare qualcosa dalle conseguenze della Brexit. Sulla Stampa (p.5) i dati della Corte dei Conti sulle tasse non pagate: nel bilancio dello Stato buco da 795 miliardi tra imprese fallite, morti e nullatenenti. Ma da quella mole di ruoli emessi dalle Entrate non è lecito aspettarsi più di 27 mld di presunto realizzo. Sul Sole (p.5) intervista a Calenda: "Gli incentivi taglieranno il gap della crisi. In arrivo riduzioni da 1,5 mld per gli energivori". Su Sole (p.15) la ripresa dell'export: +11,4% le venditi ad agosto, miglior dato dal 2012. Il traino principale è dall'Europa, Germania in primis.

ITALIA-POLITICA
"Credo che la visione e le riforme ambiziose che Renzi sta portando avanti siano molto importanti" così Obama in una intervista esclusiva a Repubblica (in prima e p.2-3) premia il cammino del premier italiano. Tutti gli altri quotidiani riportano il consiglio che arriva dalla Casa Bianca sul referendum: "Se vincerà il No, Renzi non deve dimettersi". Schierato sul fronte del No, invece, Mario Monti che, intervistato da Fubini (Corriere in prima e p.9), dice: "Votare Sì significherebbe legittimare un modo di generare consenso basato su elargizioni". L'ex premier, analizza gli scenari del voto - "Se vincesse il No non sparirebbero gli investitori stranieri e se vincesse il Sì non sparirebbe ogni democrazia" -, poi entra nel merito: "Del ddl mi piacciono modifica dei rapporti Stato-Regioni, abolizione del Cnel e fine del bicameralismo. Quello che non mi convince è un Senato così ambiguamente snaturato, sarebbe stato meglio abolirlo".
Altro fronte di scontro la manovra. Nel mirino della minoranza dem l'ulteriore riduzione dell'Ires alle imprese, una misura che "fa esultare Confindustria, che si mette a disposizione di Renzi per il Sì al referendum" (Stampa p.5). Giornale (p.6) mette nel mirino i 50 mln nella Stabilità messi in campo dal governo per comprare il Sì degli italiani all'estero. Nel frattempo è caccia a 4 mln di voti all'estero: M5S e Pd al lavoro per due tour paralleli in Europa (Stampa p.9): il M5S farà visita anche all'amico Putin (Fatto p.7). Intanto, nuova bufera su Di Maio: caso note spese da centomila euro scuote il Movimento (Messaggero in prima e p.10).

EUROPA
"L'austerity ha contribuito a rallentare la crescita europea" dice Obama a Repubblica (in apertura e a p.2 e 3). "Credo che l'esperienza degli Stati Uniti nel corso degli ultimi 8 anni mostri la saggezza del nostro approccio" dice citando il Recovery Act, il salvataggio di banche e industria dell'auto, gli investimenti in infrastrutture, l'aumento dei prestiti alle pmi. "Altri paesi hanno adottato un approccio diverso. Credo che le misure di austerità abbiano contribuito al rallentamento della crescita in Europa. In certi Paesi abbiamo visto anni di stagnazione che ha alimentato le frustrazioni, specie dei giovani. Ecco perché penso che la visione e le riforme ambiziose che Renzi sta perseguendo siano così importanti". Obama difende anche il Ttip: "Il Ttip non abbasserà gli standard, al contrario, li alzerà in materia di protezione dei lavoratori e dei consumatori, tutela dell'ambiente e garantirà una rete internet aperta e gratuita".

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