Commentario del 9.10.2016

IN PRIMA PAGINA
Referendum, Renzi raduna 900 sindaci. Strappo di Bersani: il nostro voto è no (Corriere). Anche Emiliano dice no (Fatto). Romiti: governo un po' deludente dai 5 Stelle scossa positiva (Corriere). Ma il sì è in ripresa, rubando i voti all'opposizione (QN). Spazio anche all'economia con la manovra da 23-24 miliardi al rush finale (Sole). Moscovici gela Padoan: "Non vi darò il deficit al 2,4%" (QN). Caccia a 5 miliardi (Repubblica). Poletti al Corriere: "Pensioni, quattordicesime con il 30% in più" (Corriere). Contratti statali, pronti 900 milioni (Stampa). Il Fatto: gabbati con pochi spiccioli. Negli Usa Trump in bilico dopo gaffe sessista. Il vice lo attacca: "Indifendibile" (Sole). "Non lascio" (Corriere). In fibrillazione anche la Ue. Su Repubblica il grido dei polacchi e del blocco dell'Est: "Sconfiggeremo Bruxelles e questa Europa". Su QN il requiem di Stiglitz per la Ue. Intanto la guerra Usa all'Is continua: dalla Libia è fuga verso l'Italia (Repubblica). Roma in prima pagina sul Messaggero per i conti: dal governo nessun aiuto straordinario per il bilancio.

ITALIA-ECONOMIA
Moscovici frena sul deficit esteso al 2,4% - "Non è il numero che abbiamo in mente" – col governo si tratta per un obiettivo finale del 2,2-2,3% (Sole p.4). "Non voglio entrare nel merito dei decimali – dice Moscovici al Corriere p.8 - è una questione di sostanza perché dobbiamo aspettare che il governo ci presenti la manovra. Ma non stiamo qui a fare i notai: siamo in grado di fare un negoziato politico e lo faremo. Si possono studiare soluzioni in modo sottile. Più la crescita è debole più trovano spazio le forze populiste e protezionistiche". Padoan, stretto tra Commissione Ue e Parlamento, rassicura: "L'innalzamento del deficit oltre il 2% è eventuale" (Sole p.4). Molto dipende anche dal Pil, su cui è aperto lo scontro con l'Upb. Il Sole (p.5) parla di manovra complessiva da 23-24 mld: pilastri certi sono pensioni. Industria 4.0 e produttività. Resta da sciogliere il nodo del contratto statali: si tratta per 900 milioni di euro (Corriere p.9 e tutti). Repubblica (p.9) ipotizza una manovra da 22-23 mld ma sulla scia delle dichiarazioni di Boccia (Pd) parla di 5 miliardi di "coperture ballerine", quelle attese da volutary e lotta all'evasione: rischio decreto a metà 2017. Camusso attacca il governo: "Spesi 18 miliardi per creare qualche migliaio di posti di lavoro" (Corriere p.30 e altri). Sul Corriere (p.9) intervista a Poletti: "La quattordicesima dei pensionati sarà aumentata del 30%". E sul lavoro: "Credo che lo sgravio 2017 verrà concesso secondo criteri selettivi, per favorire l'occupazione giovanile e al sud". La decontribuzione solo per le assunzioni under 35 (ieri sul Messaggero, ndr) "è una delle possibilità". Con la Camusso scontro a distanza sul Jobs Act: "Se 585 mila occupati in più non sono importanti". E sulla fuga degli italiani all'estero: "Il tema dei salari c'è. Bisogna aumentare il reddito dei lavoratori. Il governo vuole un taglio strutturale del cuneo fiscale a partire dal 2018".

ITALIA-POLITICA
Corriere (in prima e p.15) intervista Cesare Romiti, che premia il M5S - "una forza di cambiamento" che "ha dato una scossa ad un Paese fermo" - e dice: "Fanno errori ma non perdono voti perchè dietro hanno la rabbia della gente". L'ex manager di Fiat si dice "deluso" da Renzi - "avrebbe potuto fare meglio, ha scelto una squadra non all'altezza" - per aver diviso il Paese e drammatizzato il referendum, sul quale non si sbilancia - "non ho ancora deciso" - ma avverte: "E' stato presentato come un giudizio universale, prescindendo dai contenuti". Sul QN (in prima e p.8) sondaggio IPR Marketing evidenzia un leggero vantaggio del No (51-53%) al referendum, ma il dato è in controtendenza con la somma del consenso alle liste che appoggiano il No, che dovrebbe indicare i contrari al 65%. La discrepanza mostra come gli elettori, non solo nel Pd, non seguano le indicazioni dei leader, per questo il Sì è in recupero. Per l'economista Stiglitz al QN (in prima e p.6) "vincerà il No, Renzi potrebbe dimettersi e i partiti che vinceranno diventeranno più forti, accelerando la frattura con l'Ue e l'avversione all'euro". Mannheimer (Giornale p.8) evidenzia come solo l'1% dei cittadini pensi al referendum, il cui dibattito appare un "affare da politici": i problemi veri sono disoccupazione, sanità e immigrazione. Renzi, che punta sugli indecisi, prepara un'iniziativa a Roma con 900 sindaci per mostrare che esiste un'ossatura istituzionale che lavora per riformare la Carta (Corriere in prima e p.10) e prova a ricucire con la minoranza: domani in direzione cerca l'intesa per una modifica dell'Italicum (su tutti), l'ipotesi è l'abbandono del doppio turno (Stampa p.9). "Solo chiacchiere" dice Bersani al Corriere (in prima e p.11), che avverte: "il combinato disposto di riforma costituzionale e legge elettorale porta al governo di un capo". Speranza a Repubblica (p.4): "Tempo scaduto, svolta o rottura. Se l'Italicum resta, io voto No".  D'Alimonte all'Unità (p.6): "Se vince il No buonanotte Italicum". Intanto, nell'ex circolo Pd al Testaccio nasce "Democratici per il No", a guidarlo è l'ex portavoce di Bersani (su tutti).

EUROPA
"Rivoluzione contro l'Europa". Su Repubblica (in apertura e a p.2) il grido del leader della destra polacca Kaczynsky: "Bruxelles ascolti pure noi o si dissolverà". "La priorità è rafforzare il capitale nazionale, aumentare il costo del lavoro per rafforzare potere d'acquisto e domanda e limitare la paura della povertà. Siamo felici degli investimenti stranieri ma vogliamo un trasferimento di economia e finanza in mani polacche, E vogliamo rafforzare patriottismo e identità nazionale". In Europa "dobbiamo tornare allo Stato nazionale. Un'unificazione sarebbe pericolosa. Serve cambiare i Trattati per rafforzare gli Stati nazionali". Draghi perde la pazienza: "Il Qe finirà, avanti con le riforme" (Sole in apertura e a p.3). "Questa politica monetaria accomodante non sarà per sempre, è tempo per agire concesso ai governi". L'obiettivo inflazione vicina al 2% raggiunto tra 2018 e 2019, Brexit permettendo: "Avrà conseguenze nel medio termine, al punto di oscurare le prospettive di crescita dell'Europa. Su Repubblica (p.21) lo shock degli inglesi per la sterlina sotto a un euro. Le grandi aziende per ora approfittano e aumentano le esportazioni; a perdere sono piccole aziende e consumatori che si ritrovano con meno potere d'acquisto. Durissima contro la May per il crollo della sterlina la Cbi, che non vuole uscire dal mercato comune.

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