Commentario del 2.10.2016

IN PRIMA PAGINA
"Se vince il no il governo resta": così Alfano al Messaggero, mentre Renzi prepara un nuovo Italicum entro ottobre (Corriere, Repubblica). E per il referendum schiera tutto il governo in campo (Stampa). "Sì" in rimonta con i consensi dei moderati (QN). Sul Corriere Delrio rilancia sul Ponte di Messina: "Pronti a mettere soldi pubblici". Sul Messaggero le trattative Roma-Bruxelles sulla manovra: intesa vicina, ma serve un "sacrificio" di 3 miliardi. "I vincoli Ue regalo ai populisti" dice Boccia al Mattino. Sul Giornale i trucchi delle banche italiane, le più care d'Europa. Su tutti l'Ungheria alle urne contro la Ue: è la sfida di Orban sui migranti (Messaggero). Su tutti anche l'affondo del Papa contro la teoria del gender: "Contro il matrimonio c'è una guerra mondiale". Su Repubblica l'atlante del tifo: italiani in fuga dal calcio, una passione minata da scandali e corruzione.  A Roma caso Muraro ancora in prima pagina: consiglieri 5 Stelle in pressing sulla Raggi (Repubblica). Il Messaggero: Casaleggio fa le nomine Ama. Il Tempo parla invece di gaffe rosa: non rispettate le quote, Giunta da rifare.

ITALIA-POLITICA
Napolitano, alla scuola politica del Pd, boccia Renzi sul referendum: "Commessi errori che hanno facilitato il no". E sull'Italicum: "Il ballottaggio non è un obbligo" (QN p.4). Ma la difesa della riforma Boschi è piena e totale. Renzi: "Ho sbagliato, ma in buona fede" (Repubblica p.2, Sole p. 5 e tutti). Tra gli errori addebitati al premier anche l'Italicum, su cui la partita è apertissima, con l'incognita Berlusconi. I sondaggi di Palazzo Chigi danno un terzo al sì, un terzo al no e un terzo di indecisi. A questi punta Renzi facendo leva sul rischio-5S e sul voto anti-casta. Il 29 ottobre iniziativa del Pd a Piazza del Popolo e ministri sguinzagliati in tv e sui territori: "Non avete ancora visto niente" (Stampa p.3). Renzi tentato anche da un duello tv con Berlusconi (Libero p.8 e altri). Mentana alla Stampa (p.3): "Renzi come il Berlusconi del 2006: fa duelli in tv per rimontare". Sul Messaggero (in apertura e a p.5) parla Alfano: "Se vince il no il governo resta. Sbaglia chi pensa di mandare a casa Renzi dopo il referendum perché questo governo resterà". Sul Mattino (p.3) il sostegno di Boccia (Confindustria): "Il referendum spartiacque tra una democrazia decidente o lasciare tutto com'è. Oggi possiamo fare una scelta decisiva per il futuro del Paese: in un Paese fermo o ingessato difficile fare impresa". Su QN (p.6) il sondaggio Ipr: il Sì recupera voti (tra 47 e 51%), praticamente alla pari col No (dato tra 49 e 53%). Un testa a testa dagli esiti imprevedibili. Ma c'è un 40% che non vuole votare. Elettorato di FI spaccato tra favorevoli e contrari. Sul Messaggero (p.11) il sondaggio SWG: il 40% di chi vota NO lo fa per rabbia, a prescindere dai contenuti. Per il SI le persone più serene e costruttive. Altro sondaggio sul Giornale (p.6): con il No il premier cade per il 55% degli italiani. Ma 4 elettori su 10 si dicono indecisi su cosa votare. Sul Giornale (p.8) le mosse di Berlusconi: resterà negli Usa una settimana e al rientro si batterà in prima persona sul "no".

ITALIA-ECONOMIA
Corriere (in prima e p.5) intervista il ministro Delrio: "Il ponte sullo Stretto non è una cattedrale nel deserto, dopo gli investimenti programmati su altre priorità ha molto senso. E' inserito nel necessario corridoio europeo Napoli-Palermo". Boccia (Confindustria) al Mattino (in prima e p.2): "Potrebbe offrire opportunità di lavoro e sviluppo, ma deve essere inserito in un piano strategico". Si ragiona sulle coperture. Delrio: "Invece di finti 'project financing', lo Stato potrebbe fare la sua parte in modo diretto". Il ministro esclude misure nella prossima legge di Bilancio "che – dice - si concentrerà sulla casa, con il rafforzamento del bonus fiscale per la messa in sicurezza contro il rischio sismico: servono 5 mld, ma 4,7 torneranno come Iva aggiuntiva". Renzi vuole 4 mld di flessibilità per ricostruzione ed emergenza migranti. Si tratta con Bruxelles: la Commissione chiede di riportare l'obiettivo del deficit nominale all'1,8% e di aggiustare il saldo netto strutturale di 0,2% del Pil (circa 3 mld) (Messaggero in prima e p.2): risorse da spending review e lotta all'evasione. Ma per il Sole (p.4) l'extra-deficit è una "coperta corta" tra sisma, migranti e spinta al Pil. Boccia (Confindustria) al Mattino: "Bisogna sciogliere i nodi che frenano la crescita, le risorse sono scarse, ma vanno utilizzate bene: serve una politica dell'offerta per rendere competitive le imprese e attrarre investimenti, i lavoratori avranno più soldi e si rilancia la domanda interna". Il sottosegretario Baretta al QN (p.3): "Interventi mirati per non sprecare neppure un euro". Bonus energetico, super-ammortamento affiancato da iper-ammortamento, ampliamento della detassazione dei premi e del welfare aziendale, operazione triennale su Ires e Irpef e misure per le pensioni gli interventi confermati da Baretta nella manovra, che varrà intorno ai 7-8 mld. Per Boccia "puntare su investimenti e premialità è un approccio condivisibile, rientra negli interventi selettivi e non dispersivi". 1,5 mld per le misure sociali, gran parte alle pensioni: in arrivo nuove quattordicesime per oltre 1 mln di persone: assegno più alto a 655 euro, il più basso a 437 (Corriere p.6).

EUROPA
L'Ungheria sfida la Ue sui migranti (Sole p.6 e tutti). Oggi il referendum con cui Orban cerca un plebiscito per legittimare la chiusura dei confini: "Lanceremo un messaggio forte e chiaro a Bruxelles, non si può fare politica contro la volontà della gente". I sondaggi danno il "no" alle quote europee all'80%. Unica speranza dell'opposizione il mancato raggiungimento del quorum. La sfida di Orban all'insegna dell'Europa delle patrie rischia di aprire un'altra crepa nella Ue. "Macché razzisti, salveremo la Ue" il reportage della Stampa (in prima e a p.6). "L'immigrazione può far finire l'Europa o rilanciarla" dice Alfano al Messaggero (in apertura e a p.5). "Ma l'Europa è debole, sia sull'umanità che sul rigore. Quanto all'Ungheria, bisogna rispettare la sovranità di un popolo ma non consentire che un'opinione pubblica nazionale condizioni una Unione di centiaia di milioni di abitanti". Intanto in Spagna svolta nel Psoe: si dimette Sanchez. Spagna verso il governo? Si chiede il Corriere (p.12). L'allontanamento di Sanchez rilancia la "vecchia guardia" favorevole all'astensione sulla fiducia al governo Rajoy.

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