Commentario del 31.10.2016

IN PRIMA PAGINA
La terra si è aperta (Repubblica). Crolli, feriti, 40 mila sfollati (Corriere). Voglia di fuggire (Libero). Ma molti sfollati si rifiutano di lasciare i paesi: "Non deportateci negli hotel" (Corriere). In primo piano su tutti la nuova scossa che ieri ha colpito il centro Italia. Danni e disagi, la paura arriva nella Capitale (Messaggero). Alfano: "Edifici prefabbricati subito per tutti" (Messaggero). Repubblica: otto miliardi per ricostruire e intervenire sul terremoto. Spazio anche alla manovra: sul Giornale la stangata nascosta sulle seconde case. Sul Sole il punto sul fisco. Su A&F il duello tra Entrate e Equitalia. Politica, sul Corriere il "no" al referendum di Monti. Su Libero parla Dini: "Renzi lo tiene in piedi Draghi. Padoan vada via". Dagli Usa la rimonta di Trump per le mail. Testa a testa con Hillary (Repubblica). Luttwak a QN: "La Clinton sarà travolta anche in caso di vittoria".

ITALIA-ECONOMIA
Renzi pronto ad aumentare il deficit (Stampa p.13): con il cratere del terremoto che si allarga il governo pronto a far leva sulla risoluzione della maggioranza che autorizza l'innalzamento del deficit al 2,4%. Improbabile che in questa situazione Bruxelles rigetti la manovra italiana. Ieri dal numero due della Commissione Tiemmermans la solidarietà a Renzi e all'Italia. Sul Sole (in apertura e a p.2) l'agenda della manovra, che tra Camera e Senato dovrà essere approvata entro il 23 dicembre. Focus anche sul fisco, tra misure approvate (voluntary bis), annunciate (studi di settore e semplificazioni) e da confermare (l'addio a Equitalia). Sul Giornale (in apertura e a p.6) la mazzata sulle seconde case "nascosta" in manovra, ovvero il via libera ai Comuni di mantenere la maggiorazione di Imu e Tasi. Sole (p.3) critico sulla "rottamazione" di Equitalia: "il pericolo è la delegittimazione di un'attività che è parte integrante del sistema di tassazione. Se lo Stato dopo aver accertato non riesce a incassare sta perdendo due volte: i soldi e la faccia nei confronti degli onesti". Su A&F (in apertura) lo scontro finale tra Entrate e Equitalia: con la riforma della riscossione in Stabilità è iniziata la partita per il contro delle fisco, decisiva anche per la politica perché le tasse sono al centro del potere. Renzi vuole approfittare della ristrutturazione per mettere Ruffini (Equitalia) al posto della Orlandi (Entrate). Ma anche il vice ministro Zanetti vuole dire la sua, ricreando il Ministero delle Finanze e riportando lì tutta la politica tributaria. Ma a via XX Settembre non lo prendono molto sul serio. 

ITALIA-POLITICA
"Ricostruiremo tutto" promette Renzi ai terremotati e chiede aiuto all'Europa. Da Mattarella l'invito all'unità nazionale, che sembra raccolto da Grillo che in un post scrive: "A situazioni eccezionali risposta eccezionale: il decreto sisma e le misure in Bilancio non bastano più. Il Movimento disponibile a collaborare per aiutare le popolazioni colpite in tempi rapidi". Imbarazzo per il post di una senatrice del Movimento che mette in dubbio la magnitudo della scossa: "Ancora menzogne per interessi economici del governo". Brunetta: "Pronti a collaborare, le chiediamo un po' di autocritica e di cambiare comportamento" (Corriere p.12).
Ma aspettando il referendum è guerra di sondaggi tra sì e no. I renziani, scrive la Stampa (p.17)  avrebbero sondaggi che danno il vantaggio del no a solo un paio di punti e di un trend decisamente positivo: sarebbe in corso quell'inversione di tendenza che però la maggior parte dei sondaggi non ha ancora registrato. E ora si marcia verso la Leopolda 4, dove verranno "celebrate" tutte le leggi del governo. Il Giornale (p.8) prevede piazze vuote e urne anche peggio, col "No" avanti di 4 punti nei sondaggi. Sul Corriere (in prima e a p.34) l'intervento dell'ex premier Monti: "Mi farebbe piacere votare sì ma a mio giudizio le modifiche peggiorative prevalgono su quelle migliorative". E voterà no. Su Libero (p.8) parla un altro ex premier, Dini: "E' Draghi a tenere in piedi Renzi. Padoan è troppo debole con lui al suo posto mi sarei già dimesso".

EUROPA
"Sì al patto commerciale col Canada. Per l'Ue 12 miliardi di affari in più": sulla Stampa (p.23) e altri la svolta sul Ceta. Superata l'opposizione della Vallonia, alla fine ha prevalso la maggioranza dei Paesi favorevoli. Per la Ue vuol dire abolizione del 99% delle barriere commerciali, un aumento nei volumi d'affari fino a 12 mld l'anno e l'abbattimento dei costi delle esportazioni fino a 500 milioni l'anno. 143 i cibi europei a indicazione d'origine tutelati; gli alimenti canadesi dovranno rispettare le norme Ue su ogm e ormoni della crescita per essere venduti. Le imprese europee potranno partecipare senza ostacoli alle gare d'appalto canadesi. Lavoratori Ue potranno essere trasferiti in nord America. Per la Ue "è un buon giorno per l'Europa". Ma non mancano le critiche per i timori dello spalancare le porte al "made in Canada".
Sul Sole (in prima e a p.8) il punto sul piano Juncker: Italia in testa tra i paesi beneficiari. Su 361 operazioni approvate, per un valore di 24,9 mld che grazie all'"effetto moltiplicatore" consentiranno di attivare investimenti per oltre 138 mld, l'Italia ha avuto 56 progetti approvati per oltre 2,5 mld e 21 mld di investimenti attivati.

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