Commentario del 20.10.2016

IN PRIMA PAGINA
Patto con Tripoli: il governo chiede aiuti italiani. Sul Corriere l'appoggio di Roma a Serraj: inviate motovedette, auto e squadre speciali per migranti e terrorismo. La Pinotti, in un'intervista al Mattino, guarda invece all'Iraq: "Usa contenti di noi. Altri soldati? No". Sul fronte interno sempre la manovra in primo piano, col braccio di ferro tra Ue e Italia (Repubblica, Stampa). Juncker: "Fate uno sforzo in più" (Corriere). Sul Sole il focus sul decreto fiscale, sul Giornale il destino di Equitalia. Il Fatto: il decreto condono ancora non c'è ma già fa danni. Su QN il caso dei money transfer: "soldi all'Isis". Sul fronte politico domina lo scontro nel centrodestra. Salvini a Berlusconi: "Il leader sono io" (Sole). Su Repubblica il Paese senza bambini: in 6 mesi crollo record di nascite. Su tutti il silenzio da Marte della sonda Schiaparelli. Sul Sole l'apertura della Ue alla Cina economia di mercato:  "strada sbagliata".
Sul Sole l'assemblea di Confindustria Balcani a Bucarest: "Riforme nei Balcani per accelerare la crescita".

ITALIA-ECONOMIA
Braccio di ferro tra Ue e Italia sulla manovra (Repubblica in apertura e a p.6): la Commissione  contesta il deficit al 2,3% e le eccessive una tantum. Entro una settimana la lettera per imporre a Roma cambiamenti entro il 31 ottobre. Per il Sole (p.2) tra Roma e Bruxelles c'è una "distanza" da 5 miliardi; per la Stampa (p.3) non ci sarà scontro fino al referendum. Renzi da Washington attacca: "La Ue vuole negarci lo 0,3% per Amatrice e per i migranti? Lo dica, e poi vediamo" (Repubblica p.4). Ma in realtà si prepara a correggere la manovra: "Se la Ue vuole darci suggerimenti siamo pronti ad ascoltare". Al Tesoro tecnici al lavoro per valutare le misure una tantum e le sanatorie previste: il testo, praticamente non è ancora definitivo. Malumori in Parlamento per lo slittamento della presentazione. Boccia (Pd): "Sul contante c'è un condono: o lo cambia il governo o lo cambiamo noi". Su Repubblica (p.7) parla il vice ministro delle Finanze tedesco Spahn: "Sull'austerità Obama sbaglia, servono conti in ordine per spingere gli investimenti". Spahn sospende il giudizio sulla manovra. E sul referendum dice: "L'Ue ha bisogno di un Italia forte che vada avanti con il processo delle riforme". Sul Sole (in apertura e a p.3) focus sul decreto fiscale, tra Iva, studi di settore e voluntary. Ma numeri e testi ballano ancora, scrive Pesole (Sole p.2) e non è escluso che l'operazione Equitalia "migri" in un ddl. Il Messaggero (p.4), riguardo alla sanatoria dei contanti, parla di un'aliquota bis al 43% rispetto al forfettario unico del 35%. Per il Fatto (in apertura e a p.2) il decreto-fiscale praticamente non esiste ancora ma già fa danni, con gli impiegati che agli sportelli dicono: "Aspettate a pagare". Su Panorama (p.38) la manovra "bluff": la Sileoni (Istituto Leoni) stronca la Stabilità, per i molti regali a diverse categorie, i dubbi sulle coperture, misure dal chiaro sapore elettorale che sembrano guardare oltre il referendum, alle prossime Politiche. Per Piga (Panorama p.41) anche la spending review è col trucco: negli ultimi due anni la spesa è addirittura cresciuta e ora il governo annuncia tagli per 3,3 mld rivendendo i risultati della Consip.

ITALIA-POLITICA
Referendum, dopo l'appoggio di Obama, Renzi definisce "ridicole" le accuse di ingerenza da parte di opposizioni e minoranza Pd. Per Franco (Corriere p.10) è difficile che l'abbraccio di Obama possa cambiare gli orientamenti dell'opinione pubblica, ma dimostra che Renzi è riuscito a convincere che a lui non c'è un'alternativa, in modo da spingere gli alleati internazionali – che sperano nella stabilità italiana – a spendersi in suo favore. Di diverso avviso Padellaro (Fatto p.5), secondo cui l'endorsement del presidente Usa – che spinge Renzi a restare anche in caso di sconfitta – evidenzia come siano privi di senso i catastrofismi annunciati dai promotori della riforma in caso di insuccesso. Messaggero (p.9) riporta le ultime rilevazioni dei sondaggisti, tutti concordi nel vedere una tendenziale crescita dei favorevoli, anche se restano leggermente dietro ai contrari, mentre cala il numero degli indecisi. Per Noto (IPR Marketing) dipende dal fatto che il messaggio del No appare troppo "politichese", mentre quello del Sì è più facile. "Più si entra nel merito più gli elettori si spostano verso il Sì" dice Guerini (Pd) all'Unità (p.5). Il ministro Pinotti al Mattino (in prima e p.3) non vede divisioni – almeno nella base – nel Pd sulla riforma: "Credoci sia un ampio consenso per il Sì. Le tensioni sono più tra esponenti autorevoli del partito che nella base". Intanto è caccia a 500 mila voti degli italiani tra Nord e Sudamerica che possono valere il 2% decisivo (Repubblica p.10). Ieri vertice Berlusconi, Salvini e Meloni per ribadire il No di tutto il centrodestra "a una riforma che non risolve nessuno dei problemi del Paese" (Sole p.11 e tutti). Uniti sul No al referendum ma l'alleanza è lontana (Stampa p.6) e Verderami (Corriere p.10) parla di vertice dei sospetti. Salvini rilancia: "Fi si convinca che il primato nella coalizione oggi è della Lega". Per Palmerini (Sole p.11) è il tentativo del segretario della Lega di intestarsi i voti del No. "Il referendum sarà lo spartiacque della politica italiana – dice Casini al Messaggero (p.8) -: da un lato c'è chi tenta di riformare le istituzioni, dall'altro una variegata convergenza di chi cerca solo di bocciare il governo. I moderati sono senza alternative: schierati per il Sì".

EUROPA
Rapporti Ue-Russia, la Merkel contraria ad escludere Putin (Sole p.21). La Cancelliera, al vertice con Hollande e Poroshenko, in vista del Consiglio europeo ha espresso l'intenzione di discutere nuove sanzioni alla Russia "ma – spiega la Merkel – non è il momento di vararle ora che Putin si è seduto nuovamente al tavolo del gruppo di Normandia e che sul fronte siriano ha sospeso i bombardamenti". Panorama dedica la copertina (e un servizio da p.45-48) a Putin, accusato di manipolare le elezioni Usa, per la guerra in Ucraina e i bombardamenti in Siria, ma c'è chi non crede che sia il nemico dell'Occidente. E i russi sono convinti che non abbia alternative. Sulle recenti tensioni con la Russia, il ministro Pinotti al Mattino (in prima e p.3) parla di "necessario riavvicinamento per saldare il fronte comune contro il nemico che è il terrorismo". E in merito alla presenza italiana nelle manovre Nato, che restano spinose dei rapporti con Putin, dice: "Nostra presenza è poco più che simbolica". Per Giornale (p.11) l'Italia si inginocchia agli Usa e Putin prepara la vendetta: dopo la cena tra Renzi e Obama, il nostro Paese rischia le contro-sanzioni.
Libia, l'Italia valuta la richiesta di aiuto di Tripoli (Corriere in prima), spinta anche dalla richiesta di maggiore impegno degli Usa (Messaggero in prima e p.2): motovedette, auto e squadre speciali per combattere immigrazione e terrorismo. Ma il governo Serraj appare sempre più in bilico, anche a causa dell'assenza di un vero consenso popolare (Corriere in prima e p.2). Corriere (p.3) torna sul sequestro dei due tecnici italiani uccisi in Libia: sotto accusa il manager della ditta Bonatti in Libia.
"La Ue stringe sui dazi ma apre alla Cina" (Sole in prima e p.7 e altri): discussione nella Commissione Europea sulla modernizzazione delle difese commerciali dell'Unione: l'ipotesi è imporre dazi più stringenti ma concedere alla Cina lo status di economia di mercato.

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