Commentario del 12.10.2016

IN PRIMA PAGINA
Economia in evidenza. Pronta la manovra, sale a 24,5 mld (Stampa e tutti). Deficit fino a 13,3 mld, nuove entrate fissate a 8,5 (Sole). Crescita all'1%, ma restano i dubbi dell'Ufficio di Bilancio (Corriere). Terremoto, arriva il decreto: 4,5 mld per la ricostruzione (Unità). Su Libero focus sui dati di Confindustria sullo sviluppo di Milano: "Un boom della Madonnina". Politica, referendum: il ministro Boschi sull'Unità: "Su cosa decideremo il 4 dicembre". Pd diviso, Renzi ai ribelli: "se non vi fidate votate No" (Repubblica). Per Giornale "Renzi benedice la scissione" ma Fassino al Messaggero: "Con il No il partito implode". Bersani all'Unità: "Non farò scissioni", e alla Stampa dice "Renzi sia più umile, non è il nuovo Prodi". Esteri, gelo Francia-Russia, Putin annulla il viaggio a Parigi. Un clima di guerra in Russia (Corriere). Spazio anche all'uscita della Gran Bretagna dall'Ue: "Hard Brexit" costa alla City 40 mld e 70mila posti (Sole).

ITALIA-ECONOMIA
Sabato atteso il varo della legge di Bilancio: una manovra da 24,5 mld che punta su blocco dell'Iva, investimenti e competitività, misure sociali (su tutti). Per le copertura si conta su 8,5 mld di nuove entrate fiscali tra lotta all'evasione e stretta sull'aiuto alla crescita economica, 2,6 mld dalla voluntary disclosure e 13,3 mld di extradeficit (Sole in prima e p.3 e tutti). Ieri sera Padoan ha ribadito i numeri davanti alle Commissioni Bilancio, confermando il Pil all'1% nonostante i dubbi dell'Upb. Fatto (p.7) polemico: il governo tira dritto sulle stime, il Def resterà truccato. Un aspetto importante della manovra è il pacchetto pensioni. "Se non riorganizziamo l'Inps la riforma delle pensioni è a rischio" dice, intervistato dalla Stampa (p.3), il presidente Boeri, che commenta anche il sistema di anticipo della pensione: "Tutto ciò che permette maggiore libertà di scelta a persone e imprese senza far aumentare il debito va bene, ma bisogna verificare che il conto non lo paghino le giovani generazioni". Intanto, si va verso un tetto più basso per l'Ape "social": l'ipotesi è che si passi ai 1000 euro netti contro i 1650 lordi chiesto dai sindacati (Corriere p.29 e altri). Un'altra voce centrale della legge di bilancio è il pacchetto per il dopo-sisma: ieri via libera del Cdm ai primi 300 mln del piano da 4,5 mld per la ricostruzione, di cui 3,5 per i danni al patrimonio di famiglie e imprese (con rimborso del 100% per le prime case e le seconde case solo nei centri storici nei 60 comuni del cratere), e 1 mld alle opere pubbliche (Sole p.6 e tutti). Per il Fatto (p.8) è il decreto delle buone intenzioni, anche se non è chiaro se si punterà a ricostruire i borghi o altre new town.
Sul Messaggero (p.2) focus sul ritardo italiano sui fondi europei: a rischio rimborsi fino a 31 mld. Bloccati 30 progetti perchè non è stata completata la designazione delle autorità di gestione e controllo. Per il Tesoro entro fine anno sarà tutto ok. Giornale (p.8) sottolinea l'imminente arrivo di un'altra eurotassa: la tobin tax sulle transazioni, rischio stangata sui Btp. La tobin tax in Italia c'è già, ora resta da capire se quella europea si sommerà a quella italiana o la sostituirà.

ITALIA-POLITICA
Referendum e possibile scissione nel Pd i temi caldi. Renzi attacca la minoranza: "Se non si fidano, votino No" (su tutti). Per Repubblica (p.2) è il lodo Chiti con ballottaggio a tre l'ultima carta per tenere insieme i dem. "Nessuna scissione" assicura Bersani intervistato dall'Unità (in prima e p.2), ma per il Messaggero (p.2) non è una tregua ma un "cessate il fuoco". L'ex segretario Pd è pronto a dire No al referendum "perchè il premier vuole le urne nel prossimo anno", una strategia che "rischia di tirare la volata alla destra". Alla Stampa (in prima e p.5) Bersani attacca Renzi: "sia più umile e smetta di paragonarsi a Prodi". Cuperlo al Corriere (p.3) si dice "preoccupato" di una rottura tra i dem e spiega: "Renzi ha riaperto il sentiero, noi abbiamo il dovere di percorrerlo. Ma per cambiare idea chiediamo che il Pd avanzi una proposta incardinata sui principi della rappresentanza". Piero Fassino al Messaggero (in prima e p.5) propone un patto con la minoranza: "Cambiamo legge elettorale e loro votino Sì al referendum" perchè la scissione "è un'ipotesi velletaria" e se vince il NO "il partito implode". Palmerini (Sole in prima e p.21) guarda allo scenario di una vittoria del No al referendum, che aprirebbe una nuova resa dei conti nel Pd, e metterebbe in crisi l'ipotesi che Mattarella propenda per un Renzi bis. In uno scenario del genere, Giornale (in prima e p.3) fornisce un'indiscrezione che vorrebbe Cantone (Anac) come premier di un esecutivo tecnico a tempo determinato. Intanto, il presidente emerito della Consulta, Valerio Onida, ha presentato due ricorsi per impugnare il quesito referendario: "Il referendum va sospeso. Non si rispetta la libertà degli elettori" (Corriere p.2 e Fatto p.3).

EUROPA
Clima di guerra in Russia, il Cremlino invita i cittadini a prepararsi ad uno scontro (anche atomico) con l'Occidente (Corriere in prima e p.8 e tutti). Intanto è gelo Francia-Russia sulla Siria (Stampa in prima e p.8): Putin cancella la visita a Parigi dopo le accuse di crimini di guerra di Hollande. Per  Parsi (Sole in prima e p.9) bene ha fatto il presidente francese a definire "inaccettabili" le modalità con cui Mosca si muove in Siria: ora l'Ue non deve sollevare opportunistici distinguo. Per Venturini (Corriere p.9) la guerra atomica est-ovest non è dietro l'angolo, ma Putin sfrutta le tensioni per rafforzare la sua figura di condottiero e scaricare all'esterno i problemi interni della Russia. Per Repubblica (p.14) l'atteggiamento aggressivo del leader del Cremlino è un messaggio al futuro presidente Usa e alla  fragilità dell'Ue: il suo obiettivo è riaffermare la Russia come potenza mondiale guadagnando posizioni in Siria e congelando la situazione in Ucraina. Per Foglio (in prima e p.3) l'unico modo per non lasciare campo libero a Putin su Aleppo è utilizzare le sanzioni, ma appare impossibile. Oggi i rapporti con la Russia, insieme a difesa europea ed emergenza migrazioni saranno affrontati a Roma tra Italia, Germania e Francia (Corriere p.9).
"Hard Brexit", un'inchiesta rivela che una dura uscita dall'Ue comporterebbe un pesante colpo ai servizi finanziari britannici (Sole in prima e p.11). Il costo per la City è 40 mld e 70 mila posti, e la debolezza della sterlina (scivolata a 1,209 sul dollaro) rischia di diventare cronica. Il compromesso per l'uscita è la negoziazione di un'intesa bilaterale per restare nell'unione doganale.

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