Commentario del 19.10.2016

IN PRIMA PAGINA
"Serve il Sì al referendum, lui deve restare": su Repubblica e tutti l'endorsement sulle riforme italiane di Obama durante la visita di Renzi negli Usa. Il presidente americano chiede all'Italia anche più impegno in Libia (Stampa). "Tu Vuò fa l'americano" titola Libero. Ampio spazio sulle prime pagine anche alla legge di bilancio. La Ue prepara il richiamo (Repubblica), braccio di ferro sul deficit strutturale all'1,6% (Sole). Intanto è polemica sulla rottamazione di Iva e multe di Equitalia e sulla sanatoria sul contante con aliquota al 35% (Messaggero e altri). Padoan "non è un condono". Lavoro, dati Inps: calano le assunzioni, salgono i licenziamenti. Più licenziati, più poveri, più evasori: c'è da ridere? (Fatto). La replica di Taddei e Nannincini all'Unità: "Il jobs act funziona".  Nei fatti esteri, in primo piano la guerra in Iraq: a Mosul avanzata irachena frenata dalle mine. Elicotteri italiani per evacuare i feriti (Messaggero).

ITALIA-ECONOMIA
Legge di bilancio, braccio di ferro sul deficit strutturale all'1,6% (Sole in prima e p.6). "Non credo l'Ue dichiari guerra all'Italia per uno scostamento dell'1%" dice Pittella all'Unità (p.4). Pisauro, presidente dell'Upb a Repubblica (p.7) spiega: "La nostra procedura di validazione si basa su previsioni la cui forchetta è tra lo 0,8% e l'1%, il governo (1%) è dentro, ma ci sono rischi che i dati siano rivisti al ribasso visto che la stima del governo è al margine alto". Per quanto riguarda la coperture, 14,5 mld sono coperture "autonome" che derivano da lotta all'evasione, spending review, mentre 12 mld è il deficit nominale per completare la manovra, che sarà complessivamente tra i 26 e 26,5 mld (Sole p.6). Voluntary disclosure e rottamazione delle cartelle esattoriali due misure fondamentali quanto a coperture: prelievo al 35% per mettere in regola i risparmi nascosti (su tutti). Polemiche da opposizione e Cgil sulle misure, ma Padona assicura: "Nessun condono" (su tutti). Livini su Repubblica (in prima e p.9) guarda alla lotta al sommerso, che produce 200 mld l'anno nascosti all'erario: il governo vuole convincere questi contribuenti infedeli a firmare l'armistizio.
Lavoro, rapporto Inps sui contratti nei primi 8 mesi dell'anno: meno contratti stabili e licenziamenti su del 28% sul 2015. Boom dei voucher. "Si sta verificando quello che temevamo" dice Camusso (Cgil). Landini (Fiom) intervistato dal Manifesto (in prima e p.3) "è colpa del jobs act, e i dati confermano la necessità di cambiare quella legge". Per Di Vico (Corriere in prima e p.13) i numeri mostrano tutta la debolezza della "politica economica per bonus" di Renzi. Taddei e Nannincini difendono la riforma sull'Unità (in prima e p.4-5): bisogna scegliere tra due possibilità: o il jobs act ha avuto un effetto precarizzante, ma allora non si spiega perchè il lavoro a termine cali più di quello stabile, oppure agosto è solo un mese in cui la dinamica occupazione rallenta senza invertire il complessivo effetto positivo del jobs act, che ha rafforzato il lavoro stabile e ha dato più tutela a una fetta di lavoratori italiani esclusi dalla crisi. Anche Pietro Ichino, intervistato da Repubblica (p.22), difende il Jobs Act: "continua a funzionare, le assunzioni sono superiori alle cessazioni".

ITALIA-POLITICA
"Tifo per Renzi, resti comunque vada il referendum": sul Corriere e tutti l'endorsement di Obama per le riforme italiane. "Gli Usa sostengono con forza le riforme di Renzi e sperano che questo processo non si interrompa con il voto del 4 dicembre" dice il presidente americano, al quale replica soddisfatto il premier: "Relazioni Italia-Usa non sono mai state così forti". Per Pombeni (Sole in prima e p.5) l'endorsement di Obama non è solo un aiuto a Renzi, ma il sintomo del giudizio severo che i gruppi dirigenti americani hanno del tessuto politico e civile italiano. Per Zucconi (Repubblica p.2) non un solo voto sarà spostato da questo incontro. Per Folli (repubblica p.31) il pacchetto delle riforme è accettato a scatola chiusa perchè quel che conta è la solidità di Renzi. Prudenza nel Pd – dopo le proteste delle opposizioni - per l'appoggio americano: "può diventare un boomerang". Verderami (Corriere p.8) evidenzia il rischio corto circuito: un conto è l'incidenza di certe mosse sull'establishment, altra cosa è l'impatto sui cittadini, che – come spiegano i sondaggi – sono meno orientati dalle linee dei leader di partito.
Berlusconi torna in tv e dice "nessun dubbio, si vota No" (Giornale e tutti): l'effetto combinato con l'Italicum nasconde il rischio "di una deriva autoritaria" e spiega: "Penso si debba ragionare a una riforma condivisa". Il No del leader di Fi è in vista di un'altra riforma che punti sul presidenzialismo. Sul Corriere (p.8) parla Maurizio Lupi (Ap) che attacca Monti per la posizione sul referendum espressa ieri: "Una visione demagogica. Dice No dopo aver espresso argomenti a favore. Dà un giudizio che prescinde dal contenuto, da lui mi sarei aspettato una posizione sulla base del merito della riforma". Parlando della sua posizione sul voto si dice "convinto al quadrato" del Sì.

EUROPA
Su Repubblica (p.3-4) si parla dell'asse strategico USA-Italia: dopo Brexit, le tensioni con Parigi sulla Libia e il contrasto dell'austerity voluta dalla Germania, l'Italia resta l'interlocutore preferito di Washington in Europa. Inoltre è il paese maggiormente coinvolto nella questione migranti (che ha forti risvolti negli equilibri nordafricani), l'italiano Draghi alla presidenza della BCE gode della fiducia di Obama e Roma non ha più il filo diretto con Mosca come con Berlusconi. Seguono le interviste a Daniel Gros e James Galbraiht: il primo, economista tedesco, difende l'austerity ("Ha evitato guai peggiori") mentre il secondo, professore americano, contesta la linea tedesca e parla di Renzi come "unico leader stabile in Europa". Messaggero (p.3) spiega come Renzi abbia guadagnato negli anni la fiducia di Obama, confermando l'impegno in Afghanistan, Kosovo e Libano. Obama e Clinton avrebbero chiesto al premier di non dimettersi in caso di esito sfavorevole del referendum. Per  Sole (in prima e pag.5) il premier è visto come un alleato per le politiche di crescita nell'UE per superare la fase dell'austerità. Secondo il Corriere (p.6) Obama inquadra Renzi come leader europeo in grado di garantire la stabilità, unico vero argine contro i populismi. SU L'Unità(P.3) intervista a Mario Giro: il viceministro dice che "Obama riconosce la leadership italiana in Europa e il ruolo personale di Renzi".

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