Commentario del 4.10.2016

IN PRIMA PAGINA
Bankitalia gela Renzi: "Troppo ottimismo nei numeri del Def" (Repubblica, Sole, Corriere, Messaggero). Critico anche l'Ufficio di Bilancio: "Def da correggere". Ma Renzi va avanti (Avvenire). Il Fatto: la manovra è un falso in bilancio. Governo in fibrillazione anche per Mps e per le banche da salvare: tra Italia e Bce è braccio di ferro (Stampa). Con la Ue conto aperto sui migranti. Gentiloni alla Stampa: "Così l'Europa va a sbattere". Spazio anche alla politica, con l'addio di Pizzarotti al M5S – "Arrivisti e ignoranti" – e il ricovero di Berlusconi negli Usa. I medici: niente politica (Stampa). Roma sempre in prima pagina: la Muraro indagata con un manager di Mafia Capitale (Corriere). Grillo ora prepara il dopo Muraro (Messaggero). Minenna a Repubblica: liti tra correnti e dossier ignorati. Sul Foglio Grillo, Casaleggio e il dilemma Raggi: mollarla o farsi mollare? Sul Messaggero e altri lo stupro in centro di una turista australiana. Su Italia Oggi e QN le agevolazioni e i risarcimenti per i terremotati. Su Corriere e Messaggero le mani della 'ndrangheta sulle ferrovie milanesi: 14 arrestati.

ITALIA-ECONOMIA
Bankitalia gela Renzi: "Troppo ottimismo nei numeri del Def" (Repubblica in apertura e a p.2 e su tutti). Prudenti anche Corte dei Conti e Ufficio parlamentare di Bilancio. L'Upb: "Niente via libera senza correzioni". Il Fatto: "La manovra è un falso in bilancio". Renzi respinge tutte le accuse: "Non cambia nulla, cifre corrette" (Repubblica p.3). "Il deficit continua a scendere, il Pil a salire". Per Palazzo Chigi i tecnici non conoscono i dati inseriti per calcolare la crescita del pil. Attesa per l'audizione di Padoan oggi in Parlamento. Baretta al Corriere (p.2): "Sorpreso da queste valutazioni. Le stime del Def non sono spavalderia ma cifre ragionate. Quella che facciamo è una scommessa necessaria che riusciremo a centrare". Intanto anche l'Istat vede al ribasso il dato del Pil (Sole in prima e a p.7). Sale il reddito e il potere d'acquisto delle famiglie ma i consumi continuano a ridursi. Sulla Stampa (p.9) intervista a Gentiloni: "La Ue non può essere arcigna sui decimali di bilancio e comprensiva verso i Paesi che alzano i muri contro i migranti".
Good banks, sofferenze e "rischi sistemici" sul tavolo del vertice "blindatissimo" di ieri tra governo, Bankitalia, Cdp e i vertici di Intesa, Unicredit e Ubi, Abi e Acri (Sole in apertura e a p.3 e su tutti). Il Mef derubrica il vertice a "incontro di routine" ma per il Sole il "rischio sistemico" torna al centro dell'agenda politica. Padoan al Foglio: "Nulla di nuovo. Serve un dialogo su questa situazione di transizione per irrobustire il sistema". Ma il fallimento dell'operazione "good banks" (si veda capitolo) sarebbe per Repubblica (p.4) "un viatico tragico" per le altre operazioni in rampa, Mps, Unicredit e Atlante. Gallo (Algebris Investments) alla Stampa (p.3): "Siamo l'anello debole della Ue. Più sportelli che pizzerie: è l'ora di ristrutturare".

ITALIA-POLITICA
Legge elettorale. Renzi: "il Pd non proporrà modifiche" (su tutti). Il vicesegretario Guerini al Messaggero (p.9) annuncia una delegazione Pd "per trattare con gli altri partiti" e spiega: "Con la minoranza troveremo l'accordo. In direzione ci sarà una manifestazione chiara a cambiare l'Italicum". Per Magri (Stampa p.7) il piano del premier è dividere la minoranza cambiando l'Italicum, ma secondo Folli (Repubblica p.11) una nuova legge elettorale può arrivare solo dopo il 4 dicembre. Intanto strappo dei vertici dem: presentato il testo antiballottaggio (Repubblica p.11). Guerini  replica - "Il ballottaggio assicura il diritto dei cittadini a decidere" - e fissa i paletti: "Premio di governabilità, di partito o di coalizione, è irrinunciabile". Si lavora a una mediazione (Corriere p.5) che potrebbe trovarsi sul premio di coalizione con apparentamento al secondo turno. Pisicchio (Gruppo Misto) al Mattino (p.6): "Secondo turno sia valido solo se vota il 50%". Legge elettorale terreno di mediazione sul referendum. I sondaggi vedono avanti il No. "Ci sarebbe una crisi di sfiducia in tutto il Paese – avverte Padoan al Foglio (in prima e p.4) -. Non solo si direbbe No ad una legge ben fatta, ma si darebbe anche un segnale contrario alla spinta riformatrice del governo. Il referendum è una spinta all'economia italiana". Di diverso avviso Parisi, che al Foglio (in prima e p.4) dice: "Questa riforma è un pasticcio perchè non produce effetti sull'efficienza del Parlamento e non rafforza il potere decisionale". Casini al Corriere (p.5) si rivolge ai moderati: "Se prevalessero i contrari alla riforma non vincerebbe Berlusconi, ma Grillo. L'ex premier – che ieri è stato ricoverato negli Usa per un malore - lo sa, ha rinnovato il patto con Salvini e Meloni che gli impone il No, ma lo ha fatto perchè pensa che questo gli garantirà una presenza significativa in Parlamento". Per Borghese (Youtrend) sul Fatto (p.6) a incidere sulla tendenza al No degli elettori di centrodestra è la valenza politica del voto, ed è li che sta cercando di lavorare Renzi, "spoliticizzando" gli argomenti. 

EUROPA
Gentiloni, intervistato dalla Stampa (in prima e p.9), mette in guardia l'Ue sui migranti: "Se non fa rispettare gli accordi presi va a sbattere". Il ministro chiede di usare lo stesso rigore che si usa in economia nell'emergenza migratoria: "Ho l'impressione - dice - che si consideri la questione iniziata nel luglio 2015 e risolta in marzo con l'accordo con la Turchia. In realtà è un tema che c'è da molto e durerà anni". A pesare sono le chiusure alle misura di accoglienza. Dopo il mancato successo del referendum in Ungheria, il premier Orbàn annuncia cambiamenti alla Costituzione per il no ai migranti (Sole p.4). Il leader dell'opposizione ungherese, Gyurcsàny a Repubblica (p.13) : "L'obiettivo non era il no ai migranti ma rafforzare la sua leadership antidemocratica e anti-europea, ma non è riuscito". Per Gentiloni "il voto ungherese non è stato un plebiscito come sperava chi l'ha proposto. Ma dire che è una svolta in chiave europea sarebbe un'illusione". Weber (Ppe) alla Stampa (p.9) "Non si può lasciare sole Italia e Grecia: tutti i capi di Stato e governo dei Paesi centro-orientali devono tornare a trattare con Bruxelles". Intanto Europa alle prese con Brexit. Per Gentiloni "è positivo che Londra abbia indicato i tempi. Ci vorrà un atteggiamento equilibrato, ma si tratterà non di una aggiustatina ma di rivedere le relazioni tariffarie e commerciali visto che vogliono un'uscita dal mercato unico". Cerretelli nell'editoriale del Sole (in prima e p.4): l'Europa è prigioniera tra Orbàn e May, ma per avere un futuro deve ricucire la coesione interna ed evitare le guerre di religione intraeuropee.

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