Commentario del 26.10.2016

IN PRIMA PAGINA
Manovra, ultimatum Ue (Repubblica): impegni non rispettati (Stampa), due giorni per chiarire (Avvenire). Renzi pronto al veto sul bilancio Ue (Corriere). De Vincenti al Corriere: "Rispettiamo le regole, non si cambia una virgola". Nannicini a Repubblica: "Puntiamo su crescita e equità per i giovani". Su Sole e altri le novità su fisco e pensioni. Su Italia Oggi la rabbia dei professionisti. Spazio anche alla politica: sul taglio degli stipendi passa il rinvio. Rabbia 5 Stelle: "Gentaglia in Parlamento" (Corriere), Ma la protesta di piazza è un flop. In primo piano su tutti le bar ricate anti-profughi di Goro. "Manteniamo Goro pulita" (Corriere). "Quelli ci fanno paura" (Stampa). Avvenire: rivoltante è la rivolta. Il Sole: l'isteria populista non è la risposta giusta. Sul Corriere e tutti l'eredità Caprotti: Germana, la segretaria da 75 milioni di euro. Stessa cifra divisa tra i cinque nipoti. Su Repubblica racconta: "i miei 48 anni con Caprotti". Sul Sole l'intervento dei ministri Gentiloni e Martina sul made in Italy: una settimana per valorizzare la nostra cucina nel mondo. Italia Oggi: l'Italia è leader mondiale nella produzione del vino.

POLITICA
Referendum, in crescita il partito del "Nì" (Corriere p.8): nel Pd sempre di più gli esponenti che non prendono posizione sulla votazione, in linea con l'atteggiamento di oltre il 40% degli italiani. Giuliano Da Empoli, consigliere di Renzi, al Corriere (p.8) guarda al voto dei giovani: "C'è un voto antisistema, frutto anche di un'insoddisfazione. Ma c'è anche il fatto che i giovani, non avendo vissuto l'ultimo anno di secolo di rimpalli e inciuci, non si rendono conto del rischio di ricadere in un sistema che ha paralizzato l'Italia". Intanto tutti i quotidiani riportano il fuorionda, andato in scena all'assemblea di Roma della Confederazione armatori, dove Boccia (Confindustria), ha sussurrato al ministro Delrio: "Avete tutti i governatori contro, da Emiliano a Crocetta". Il sottosegretario De Vincenti, intervistato dal Corriere (p.7): "Posso dire che, su 8 governatori del Sud, sette fanno campagna per il Sì". Ma per Libero (p.4) Renzi è preoccupato, per questo ha deciso di creare un Comitato nazionale dei Sindaci per il Sì.
Costi della politica, rinviato in commissione il progetto del M5S di dimezzamento dell'indennità dei parlamentari (su tutti). "Farsa Pd e Grillo gode" (Giornale in prima e p.1). E il Fatto (in prima e p.2.-3) attacca: "Sfasciano la Costituzione e si tengono il malloppo". Sole (p.19) sottolinea il "rischio" di inseguire i populisti sul loro terreno. Per la Stampa (p.8) i renziani temono il boomerang sul referendum, "ma  - dice una fonte Pd – Renzi è stato costretto a far votare in questo modo per salvare il partito, che si regge grazie ai finanziamenti mensili dei parlamentati che permettono di pagare di dipendenti Pd". Il capogruppo Pd Rosato al Messaggero (p.7): "Loro vogliono tagliare la paga ai senatori, noi li cancelliamo". "Non si può fare politica con le urla. C'è una voglia di rivalsa e di ridurre i costi della politica che noi facciamo nostra. Questo governo ha fatto più di tutti, ma è la riforma costituzionale il vero strumento per ridurre i costi". Palmerini (Sole in prima e p.19) vede nella lotta sui tagli alla casta lo strumento della battaglia referendaria, ma è una discussione che elude il tema dell'utilità della politica: la percezione dei cittadini dell'utilità dei parlamentari è ai minimi, e difficilmente la considerazione salirà riducendo i costi.

ECONOMIA
"Più chiarezza sui migranti e il deficit va corretto": sulla Stampa (in apertura e a p.2) e altri la lettera di Bruxelles al governo perché corregga la manovra. I commissari Ue Moscovici e Dombrovskis rimarcano la distanza sostanziale rispetto agli impegni presi e aspettano risposte entro domani. Per la Stampa il vero nodo non è tanto lo scostamento del deficit nominale (da 2,2% a 2,3%) ma il fatto che i conti italiani prevedano un peggioramento del deficit strutturale (0,4%) e non un miglioramento di 0,6% come raccomandato. Per la Ue questa è la dimostrazione che l'Italia  non rispetta le condizioni base per cui nel 2016 aveva ottenuto flessibilità. Altri retroscena su Repubblica (in prima e a p. 7): Roma è "nel vagone di coda" e rischia seriamente l'infrazione ma la lettera di Juncker è un capolavoro di equilibrio e comunque il giudizio finale è rimandato a dopo il voto. Padoan: la manovra non cambia. Renzi: "L'Europa ci aiuti sui migranti o il governo è pronto a porre il veto sul bilancio Ue del 2017" (su tutti). De Vincenti al Corriere (p.7): "Rispettiamo le regole, della manovra non si cambia una virgola". "Il nostro deficit è pienamente compatibile con le regole europee. Lo 0,3% di flessibilità che chiediamo riguarda la ricostruzione delle zone terremotate e la gestione dei migranti". De Vincenti difende la manovra dalle accuse di avere un taglio elettorale e ricorda le misure per i giovani e per il lavoro. Nannicini a Repubblica (p.6): "I richiami non ci preoccupano. Con la Ue normale confronto". Per il sottosegretario "la manovra non cambia: coniuga bene equità e crescita. Il consolidamento dei conti continua, p solo più lento del  previsto per la fragilità della ripresa". Nannicini torna anche sulle misure per il lavoro: "L'esonero contributivo era una misura congiunturale, il 100% non poteva durare in eterno". Bini Smaghi, sul Corriere (p.22): "I decimali sembrano piccoli ma alla fine pesano. Finora l'Italia ha sfruttato gli interventi della Bce solo per fare nuova spesa: adesso serve un vero risanamento". Su tutti i giornali le misure della manovra, in continuo aggiornamento. L'Ape scatterà solo per chi ha un reddito lordo superiore ai 730 euro lordi al mese; per gli statali niente tfr prima del raggiungimento dell'età effettiva della pensione. Altra brutta notizia per gli statali: per il rinnovo del contratto previsti solo 500 mln di euro oltre ai 300 già stanziati. Buone notizie invece per le neo mamme: bonus beé di 800 euro per le spese della gravidanza e 1000 euro all'anno per le rette degli asili (Stampa p.5).

EUROPA
Profughi, l'Europa resta blindata: Schengen congelato altri tre mesi (Stampa p.6). I controlli alle frontiere proseguiranno oltre il previsto. Il commissario Avramopoulos: "Non ci sono le condizioni per tornare alla libera circolazione. Ma fra tre mesi contiamo di avere la Guardia costiera europea pienamente operativa". Sul Fatto (p.16) "la vera storia di come i governi europei hanno ucciso il Ceta". La colpa non è della Vallonia ma di Merkel e Hollande, che a maggio, in seno al Consiglio degli Affari esteri, imposero al capo della Commissione il voto di tutti i Parlamenti nazionali sul Ceta. Un'opzione la cui pericolosità non era sfuggita al ministro Calenda, che chiese invano alla Commissaria Malmstrom di considerare l'accordo Ceta non come accordo misto ma come "Eu Only", cioè di competenza comunitaria. Una linea che non è passata. Sulla Stampa (p.19) la difesa dei valloni: "E' una lotta per la democrazia" , dice l'ex premier belga Di Rupo. "La colpa non è nostra ma della Commissione. Governo e parlamento della Vallonia hanno fatto un gran lavoro di approfondimento sul Ceta e hanno informato per tempo la Commissione dei dubbi ma non ci hanno mai ascoltato".

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