Commentario del 5.10.2016

IN PRIMA PAGINA
Battaglia sul Def: "Stime da rivedere". Renzi: i soldi ci sono (Repubblica). Padoan difende la crescita all'1%: "E' realizzabile" (Corriere, Sole). Renzi deride Bankitalia su pil e manovra. Ma la Spagna cresce di più (Giornale, Notizia Giornale). Referendum a cavallo tra economia e politica. Renzi: "In gioco burocrazia, non democrazia" (Sole). Il FT smonta la riforma costituzionale (Fatto). Ferguson al Corriere: "Il voto? Una roulette russa". E aspettando il voto in Parlamento si è fermato tutto (Italia Oggi). Da Parigi il sì europeo all'accordo sul clima (Sole). Niente accordo invece sui migranti, che tornano a marciare sull'Ungheria. Ban Ki-Moon alla Stampa: "La Ue trovi una via comune sull'immigrazione". A Roma linea dura di Grillo: "Su Roma decidiamo solo io e Casaleggio" (Messaggero). Mazzillo alla Stampa: "La Raggi mi ha messo al Bilancio perché nessuno voleva quel posto". Su tutti la visita del Papa nei luoghi del terremoto: "Ce la farete, io sono con voi" (Repubblica e tutti).

ITALIA-ECONOMIA
Padoan in Parlamento difende il Def: "Gli obiettivi del 2017? Realizzabili" (Corriere in prima e a p.5 e su tutti). Renzi: "Parliamo di decimali, vedremo tra un anno chi ha ragione". Ma Bersani attacca: "Situazione imbarazzante, spero si chiarisca" (Repubblica p.2). Ma sulla crescita anche il Fmi taglia le stime sull'Italia (Corriere p.6 e tutti): l'aumento del pil rivisto allo 0,8%, nella Ue dell'1,5%. Per il Messaggero (p.3) anche la Ue condivide i dubbi di Bankitalia e Upb sul pil e chiede a Roma uno sforzo in più: possibile una richiesta superiore a 3 mld. Sul punto la Commissione è divisa: Junker non vuole danneggiare Renzi. Cottarelli al Corriere (p.6): "Non sono così pessimista come il Fmi. L'Italia può centrare l'obiettivo dell'1% ma c'è molto da fare e vorrei che fosse fatto tutto più in fretta. Alla Ue serve un piano di investimenti pubblici finanziati a livello continentale ma il potenziale di crescita si aumenta con riforme strutturali che creino le condizioni per far aumentare gli investimenti privati. L'Italia è il Paese che più ne beneficerebbe". Intervista a Cottarelli anche sulla Stampa (p.3): "Un +0,9% di Pil è a portata di mano ma che accade se la Bce cambia politica?". Vaciago difende Padoan: "Un ministro dell'Economia deve puntare in alto, non adeguarsi passivamente alla congiuntura – dice a QN p.2 - Fare previsioni non è il mestiere del governo ma degli istituti di ricerca, come quello di Confindustria o il nostro. La situazione reale dipende da molti fattori tra cui l'esito del referendum. Se vince il sì il 5 dicembre la Borsa farà un botto: consiglio a tutti di comprare a mani basse, perché vuol dire che c'è una maggioranza silenziosa che ha davvero voglia di cambiare e questo darà una spinta all'economia". Intanto, in vista del voto, il Parlamento è bloccato (Corriere p.10 e ItaliaOggi): legge sulla concorrenza, riforme del processo civile e penale, statuto del lavoro autonomo e responsabilità professionale impantanate.

ITALIA-POLITICA
"Le riforme costituzionali sono un ponte verso il nulla" (FT p.15): "Il Financial Times rompe il fronte finanziario del Sì": il Fatto (in prima e a p.2) riprende il corsivo di Tony Barber secondo il quale se Renzi perde il referendum non è un dramma. Barber smonta gli argomenti usati dal premier a sostegno della riforma, boccia anche l'Italicum, e pur riconoscendo i timori dell'establishment europeo per una la stabilità italiana scrive che una sconfitta di Renzi non destabilizzerebbe l'Italia. Al contrario, il Fmi teme la crisi del governo Renzi, scrive la Stampa (p.3). Nell'ultimo outlook non ne fa cenno ma voci interne parlano di preoccupazione alta e non tanto per le turbolenze sui mercati – "se ci saranno si esauriranno in pochi giorni", dando per certo un intervento della Bce – quanto per la fase di instabilità politica italiana che seguirebbe. Solo che, dopo l'esperienza del Fmi con Cameron e la Brexit, Palazzo Chigi non avrebbe sollecitato prese di posizione e Washington avrebbe optato per il "non intervento" in fatti politici interni. Il commentatore britannico, Ferguson, intervistato da Fubini (Corriere p.10): "Voto italiano è una roulette russa. Il Paese è fragile e il No è un rischio, rischia di affondare la fiducia straniera". Per Franco (Corriere p.11) preoccupa l'intreccio tra campagna referendaria e andamento dell'economia, è su questo punto che si è spostato l'attacco dei sostenitori del No alla riforma. E il governo, che insiste sulle incognite di una sconfitta, rischia di apparire messaggero di sventure. Renzi intanto sfida tutti e promette dibattiti (Repubblica p.9). Il capogruppo dem Zanda al Corriere (p.11): "Il Sì farà bene all'Italia, credo in una netta affermazione e in una legislatura fino al 2018". E sul Mezzogiorno, dove i sondaggi vedono una prevalenza di No, propone: "Spieghiamo che con la crisi europea abbiamo il dovere di costruire le regole per un Paese moderno". "In gioco la burocrazia, non la democrazia" dice Renzi (Sole p.22), negando una "deriva fascistoide" con la riforma. Ma Brunetta (Fi) attacca: "Il 4 dicembre un nuovo 25 aprile" (Repubblica p.9).

EUROPA
Migranti, Ban Ki-Moon (Onu) intervistato dalla Stampa (in prima e p.13) elogia  il lavoro l'Italia - "pietra angolare della pace"  - e chiede una "forza comune europea per fermare il traffico di uomini". Il direttore dell'Agenzia europea militare, Domecq a Repubblica (p.12) dice: "L'Ue si sta impegnando a creare una Difesa Comune, ma su un aspetto chiave della futura capacità difensiva, cioè attività di ricerca e sviluppo, stiamo perdendo terreno e non investiamo abbastanza". Intanto,  dopo la bocciatura referendaria, i migranti tornano a marciare sull'Ungheria chiedendo di riaprire i confini dell'Europa (Stampa in prima e p.12). Centinaia di persone si sono rimesse in moto per raggiungere l'Europa. Il premier Orbàn, dopo la sconfitta sulla chiusura all'accoglienza, rilancia: "Inserirò in Costituzione il divieto dei collocamenti". Taino sul Corriere (in prima e p.15) evidenzia le chiusure ai migranti nella Germania dell'Est: sono simili a quelle che si registrano nell'Europa dell'Est. Taino si chiede se questa parte di Germania possa considerarsi Europa.
Clima, il Parlamento europeo ha dato il benestare all'intesa firmata a Parigi da oltre 190 Paesi per ridurre il riscaldamento globale (Sole in prima e p.20 e altri). Il testo entrerà in vigore prima della fine dell'anno. Definiti gli obiettivi – commenta il Sole - bisognerà trovare modi efficaci per ridurre le emissioni di Co2.

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