Commentario del 21.10.2016

IN PRIMA PAGINA
Manovra da riscrivere per evitare lo stop di Bruxelles (Giornale). E' gelo tra Renzi e Ue. Il testo in ritardo alle Camere (Repubblica). Il premier: l'Europa preoccupa il mondo (Sole, Messaggero). Un caso la frase di Renzi: "Per Obama Ue peggio della Siria". Su tutti spazio ancora alla manovra e al decreto fiscale. Sul Sole la sanatoria anche per le multe. Sul Messaggero l'addio ad Equitalia.
Critico il Corriere: regole incerte, danno al fisco. Sul Fatto lo scorno dei contribuenti: siamo i fessi che abbiamo pagato tutto a Equitalia, ci condonate?". Sul Corriere la crisi dei call center: precari e poca paga, ma nn reggono. Spazio anche alla politica. Referendum, quesito salvo, il Tar respinge il ricorso (Corriere, Sole). Ma è rissa sui soldi ai politici (QN). Il Giornale: il Pd fa saltare il taglia-stipendi ai parlamentari. Dagli Usa: lo strappo di Trump scuote l'America. Da Bruxelles: la Ue valuta sanzioni contro Mosca per i raid su Aleppo. Governi divisi (Sole e tutti). Intanto fa un passo avanti Juppé: "Voglio una Francia forte come Berlino (Repubblica).

ECONOMIA
Gelo tra Renzi e Ue sulla manovra. Il testo in ritardo anche alle Camere (Repubblica in apertura e a p.7). Il gelo di Juncker è sul deficit, scrivono D'Argenio su Repubblica e Fubini sul Corriere (p.3): il patto, tacito, col premier, era di alzarlo al 2,2% del pil, Renzi lo ha portato al 2,3%. Non piace nemmeno la qualità della manovra: troppe una tantum e una richiesta di compensare le spese per i migranti troppo alte. Così la manovra non passerebbe al vaglio dell'Eurogruppo anche se Juncker teme rotture con l'Italia per i risvolti politici. Bruxelles invierà a Roma una richiesta di chiarimenti; dal Tesoro ribadiscono che la finanziaria non sarà modificata prima del suo arrivo in Parlamento. Dopo la lettera arriveranno i giudizi negativi e una prima bocciatura formale della Commissione. Ma la procedura di infrazione non arriverà prima del referendum, lasciando aperta la porta a un accordo in extremis. Intanto diventa un caso la frase di Renzi agli europarlamentari italiani: "E' l'Europa che preoccupa il mondo non i nostri conti" (Corriere p.2 e tutti). "Me lo ha detto anche Obama". Da Renzi assalto anche al fiscal compact: "Deve saltare" (Repubblica p.7), magari con una campagna che mobiliti economisti e intellettuali contro l'austerity. L'economista Gros alla Stampa (p.5): "Non sono i decimali il problema della manovra dell'Italia, ma la filosofia che c'è dietro e che non paga, quella dei bonus. L'economia non ha avuto un'accelerazione e i consensi non sono aumentati". A fare le verifiche sulla manovra per la Ue sarà un italiano, Marco Buti, al vertice della Ecfin, considerato un rigorista (Corriere p.2).
Tutti i giornali tornano sulla manovra. Il Corriere (p.5) ricorda l'addio agli studi di settore e i tagli per 2,7 mld alle Regioni. Corriere critico sul pacchetto fiscale: l'unica cosa certa al momento è il danno all'erario e la beffa per i contribuenti. Sul Sole (p.6) il caso delle multe: la sanatoria dovrebbe riguardare anche quelle stradali ma serve il via libera di Comuni e Regioni. Quanto alla voluntary sul contante si va verso l'abbandono del forfait al 35%. Sulla Stampa (p.7) il giudizio della Furlan: "Bene gli aumenti delle pensioni e gli incentivi alla contrattazione di secondo livello e alle assunzioni dei giovani. Ma ora si apra subito al taglio delle aliquote Irpef".

POLITICA
Referendum, il Tar respinge il ricorso di M5S e Si, il quesito per ora è salvo. Il Tar: non possiamo giudicarlo noi (Corriere p.10 e tutti). Prossimo giudizio il 27 al Tribunale di Milano sull'istanza di Onida. Ieri a schierarsi per il Sì gli ad di Eni, De Scalzi, e Moretti, Leonardo-Finmeccanica. Intanto la commissione del Pd è al lavoro sull'Italicum. Entro dieci giorni la proposta dei dem ma per il Corriere (p.11) e Repubblica (p.10) la commissione è già in crisi, con Cuperlo, isolato dalla stessa minoranza, unico a partecipare ai lavori. Renzi convinto che sia tutto inutile: "Troppo il risentimento personale contro di me, il referendum e la politica non c'entrano" (Corriere p.11). Ieri il pressing sugli europarlamentari del Pd perché si mobilitino per il "sì": a confortarlo un sondaggio Swg che dà la sua fiducia in risalita (dal 31 al 33%), il Pd al 33% e il M5S al 26,5%.
In movimento anche il centrodestra, con Parisi che vede Berlusconi e sfida i big di FI: "Una scissione? Come quella dell'atomo" (Corriere p.13). Ribadita la necessità del rinnovamento del partito e la guida moderata della coalizione. Da Parisi mossa sulla riforma elettorale: "Abbiamo bisogno di stabilità, il sistema alla tedesca non sarebbe uno scandalo". Il vero jolly che Berlusconi potrebbe calare sul tavolo delle riforme sarebbe dunque il proporzionale.

EUROPA
Ue verso sanzioni alla Russia (Repubblica p.6 e tutti): la durissima condanna dei bombardamenti su Aleppo vede Londra, Parigi e Berlino uniti contro Mosca ma l'unanimità in senso al vertice dei capi di governo europei ancora non c'è. Contrarie Italia, Grecia e Spagna. E nel testo finale c'è solo la minaccia di "misure restrittive" a chi sostiene il regime siriano. Sulla Stampa (p.5) l'attacco di Renzi a Hollande: "Troppo duro con Mosca". Una linea, ha rivelato il premier agli europarlamentari italiani, che spaventerebbe anche Obama. Diventa poi un caso la frase di Renzi sulla Ue che spaventa Obama più della crisi siriana. L'economista Gros alla Stampa (p.5): "L'Europa non è poi così in crisi, Meglio guardare al medio oriente". Altro fronte caldo, quello con la Gran Bretagna. La May, che ha cercato di usare la leva della politica estera per trovare spazio al tavolo del vertice, si è scontrata con una posizione unanime degli altri partner europei. Hollande: "Se la Gran Bretagna vuole una Brexit dura avrà un negoziato duro". Restano le divisioni sul dossier migranti (Sole p.10). E il veto della Vallonia contro il Ceta mette in discussione l'accordo Canada-Ue (Sole p.10). Su Repubblica (p.4) intervista all'ex premier Juppé, favorito alle primarie del centrodestra: "Riformo pensioni e lavoro e corro per l'Eliseo. La Francia deve ritrovare il suo peso e la sua credibilità per la leadership Ue. Parigi sarà forte come Berlino".

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