Commentario del 29.06.2016

IN PRIMA PAGINA
La strage all'aeroporto di Istanbul – 50 morti per Sole e Stampa – in extremis nelle prime pagine e nelle cronache dei quotidiani, dominati ancora dalla Brexit. Ieri l'aut aut del Parlamento europeo alla Gran Bretagna: "Fuori subito" (Repubblica). Ma Londra è nel caos, con Corbyn sfiduciato dai Labour e la Scozia che oggi chiederà alla Ue di rimanere  (Corriere). Merkel: "Niente privilegi, Londra non potrà fare quello che vuole (Sole). Da Draghi allarme su banche e pil. Governo in campo per puntellare le banche italiane: diverse le ipotesi riferite dai quotidiani. Visco: useremo tutti gli strumenti a disposizione per sostenere le banche (Sole). Messina (Intesa): no a capitale pubblico in banca (MF). Brexit cambia verso anche alla politica economica del governo: per la Stampa ora la priorità non è più il taglio delle tasse ma l'attrazione degli investimenti. Brexit potrebbe però essere fatale a Renzi, che sul referendum costituzionale rischia di fare la fine di Cameron (Giornale). Sul Foglio i giochi di potere di Franceschini sul dopo-Renzi.

ITALIA-ECONOMIA
Doppio allarme di Draghi sulla Brexit su pil e banche. Intervenendo a porte chiuse al Consiglio europeo il presidente della Bce ha presentato stime di un impatto negativo sul pil dell'eurozona dello 0,5% da qui al 2020. E sulle banche ha ribadito la necessità di intervenire presto (Sole p.2 e tutti). Renzi ribadisce: "Nessun rischio per i risparmi". Ma la si tratta sulla richiesta di deroghe su aiuti di Stato e bail in, con Merkel e Hollande che avrebbero stoppato Renzi e rinviato il problema (Sole p.2). Dombrovskis: "Stiamo monitorando da vicino la situazione del settore bancario in Italia. Ci sono diverse possibili azioni, ancora in discussione" (Sole p.7). Baretta al Corriere (p.4): "Trattiamo con l'Europa, scelte straordinarie ma nelle regole". Ieri intanto, rimbalzo delle Borse, con Milano, spinta dalle banche, al 3,3% (Sole p.5). Visco: "Per salvare le banche useremo tutti gli strumenti in nostro possesso" (Sole p.6). Governo al lavoro sulla rete di sicurezza: per il Sole (p.6) si ragiona su "Padoan bond", veicoli o fondi per i crediti deteriorati, garanzie europee sui depositi bancari. Per Repubblica (p.6) il governo punta su Cdp per aumenti di capitali o sulla bad bank. La Stampa (p.2) parla di una bad bank pubblica da 5 miliardi per assorbire i crediti deteriorati. Sul Corriere (p.5) gli scogli del negoziato. Ma dalle banche arriva il "no" allo "scudo pubblico" (Sole p.6). Messina (Intesa): "Niente Stato nelle banche" (MF p.3), "il sistema è solido, c'è esagerazione nella percezione del problema delle sofferenze".
Il dopo Brexit avrebbe imposto cambi di linea economica al governo: per la Stampa (p.2) ora il premier non punterebbe più al taglio delle imposte ma ad attrarre nuove investimenti.  E il governo starebbe valutando la possibilità di creare due no-tax area, all'ex Expo e a Bagnoli per attrarre investimenti e trasferimenti di multinazionali in fuga da Londra. Recchi (Telecom Italia) al Messaggero (p.5): "Brexit è l'occasione per ridisegnare il fisco e rendere più competitive le nostre aziende". Intanto l'Istat registra un nuovo calo di fiducia tra famiglie e imprese. E a luglio arrivano nuovi rincari su luce (+4,3%) e gas (+1,9%). Associazioni dei consumatori indignati. L'Autorità per l'energia elettrica apre un indagine (Repubblica p.22).

ITALIA-POLITICA
Più che il dopo Brexit, a Roma si guarda al "dopo referendum": con il "no" dato in vantaggio, si moltiplicano le voci di un piano "b" di Renzi, che non prevederebbe più l'uscita di scena del premier in caso di sconfitta. In questa direzione premerebbero sia Mattarella (che vuole stabilità) che Franceschini (sospettato di tramare contro il premier). Ma  per il Corriere (p.14) Renzi non ha cambiato opinione, pronto ad andarsene in caso di sconfitta. Perciò si prepara alla campagna elettorale: "A ottobre ce la possiamo fare. Dobbiamo recuperare gli esclusi, quelli che alle Amministrative hanno votato M5S, anche con provvedimenti ad hoc". E accelera sulla raccolta firme (Repubblica p.15). Cassese nell'editoriale del Corriere (in prima e a p.25) e Folli su Repubblica (p.15) agitano il rischio Brexit, ovvero che Renzi col referendum costituzionale possa fare la fine di Cameron. E sia Folli che Signore sul Giornale (in prima e a p.8) leggono l'intervista di Mattarella ieri alla Stampa come un segnale implicito a Renzi perché eviti di personalizzare oltre la consultazione, con il Quirinale che in nome della stabilità farebbe quanto in suo potere per evitare elezioni anticipate anche in caso di caduta del governo. Sul Foglio (in prima e a p.8) e sulla Stampa (p.4) la rete dell'acrobatico Franceschini: "dove c'è lui, c'è maggioranza", diceva Renzi. Fu il primo a mollare Letta per Renzi. Ora riunisce sottogoverno e parlamentari dem paventando rischi per tutti. E i renziani temono imboscate. Sul Giornale (p.2) le previsioni di Usa Citigroup: "Renzi cadrà per la crisi delle banche, la paura dell'immigrazione e un referendum incomprensibile: farà la fine di Mario Segni".

EUROPA
Europa "gelida" con gli inglesi: il Parlamento fischia Farage e approva a larghissima maggioranza una mozione che chiede l'uscita immediata di Londra dall'Unione. Votano "no" all'uscita lampo Farage, Le Pen, Salvini e M5S, destra e sinistra estreme (Repubblica p.4, QN p.7). Farage: "Resto qui fino a quando il Regno Unito non uscirà effettivamente" (Corriere p.2). E alla Stampa (p.7) dice: "La crisi dell'euro tornerà, l'Italia rischia: non c'è crescita da 15 anni". Juncker: "Siamo noi che decidiamo l'agenda" (Sole p.3). Al Consiglio Europeo gelo dei partner verso Cameron (Sole p.2 e tutti): il timore di molti è che la Gran Bretagna cerchi di allungare i tempi per ottenere trattamenti di favore prima dell'avvio delle trattative. La Merkel al Bundestag: "Con Londra negoziato senza sconti né privilegi. Chi esce non può attendersi che tutti i doveri decadano mentre restino i privilegi" (Sole in prima e a p.3). Un messaggio anche ad altri Paesi che dovessero essere tentati dall'uscita. "L'Unione chiuda ora le sue crepe", scrive sul Sole (in prima e a p.3) la Cerretelli. "La Gran Bretagna decida subito quello che deve fare", scrive Maisano sempre sul Sole (in prima e a p.2). Ma dopo i Conservatori, anche i Laburisti vanno in tilt: i parlamentari sfiduciano Corbyn ma lui non vuole dimettersi (Sole p.2 e tutti). E la Scozia vuole restare in Europa a costo di separarsi dall'Inghilterra (Corriere in prima e a p.6). Oggi la premier Nicola Sturgeon a Bruxelles per trattare con i vertici della Ue. Ma Juncker e Tusk preferiscono non incontrarla (Repubblica p.4). E si moltiplicano gli scenari "exit-Brexit", ovvero strade per evitare l'uscita (Repubblica p.5, MF p. 4).

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Commentario del 28.06.2016

IN PRIMA PAGINA
Incubo Brexit, banche europee sotto attacco, Milano cede il 3,9%. MF: "Ora uno scudo vero". Su Repubblica il piano salvabanche del governo. Londra bocciata perde la tripla A. Cameron esclude nuovi referendum ma frena sui tempi della Brexit. Mattarella alla Stampa: "Nuova Europa, fare in fretta. L'Italia può giocare un ruolo chiave". Ma Merkel non mette fretta ai britannici. Il Giornale: viene giù tutto tranne Conte. "Ci consoliamo solo con il trionfo della Nazionale". Libero insiste sul voto contro l'Europa: l'euro ci ha impoveriti. L'Unità: l'asse Renzi-Merkle-Hollande può rianimare la Ue. Dall'Istat buone notizie sull'economia: il Pil del Sud torna a crescere dopo 7 anni. E cresce più del Nord est, spinto dall'agricoltura (Repubblica, Corriere). Sul Corriere le rivelazioni di un terrorista in cella: "Io kamikaze per uccidere un generale italiano in Libia". 

POLITICA
Renzi avanti su Italicum e referendum (Sole p.24) ma il Pd fatica a trovare le 500 mila firme richieste (Stampa p.15). Il tema caldo resta però l'Italicum, nel mirino di larghi settori della maggioranza (Corriere p.17). Rinviata a lunedì la direzione-resa dei conti nel partito, il premier indica il caso spagnolo, dove si è tornati a votare dopo sei mesi ma non c'è ancora un governo. Idem Guerini: "Quanto è accaduto in Spagna dovrebbe indurre a qualche riflessione. Non si cambia una legge elettorale per un turno di amministrative". Per Repubblica (p.14) però Guerini non chiude la porta a modifiche: "Se ci chiedono di discutere, discuteremo". Gotor insiste: "Italicum legge sbagliata quando era tagliata su misura del Pd e adesso che rischia di favorire i 5 stelle: bisogna trovare un equilibrio tra governabilità e rappresentanza. Più garanzie dal doppio turno di collegio" (Sole p.24). Nel M5S è la linea sulla Ue che divide: su Repubblica (p.15) le contraddizioni di Grillo sulla Brexit e le giravolte del movimento sull'euro. Per il Ft "il referendum sull'euro di Grillo innescherebbe un completo collasso dell'eurozona". Per la Stampa (p.15) il piano di Di Maio sarebbe quello dell'Italia alla guida del cosiddetto "euro del Sud". Su Repubblica (p.14) gli sviluppi in Forza Italia: senza cerchio magico Berlusconi lancia il congresso e punta su Toti leader. La prospettiva sarebbe quella di una ripresa di dialogo con Alfano e Ncd, una ricucitura con Ala e con gli ex dc Fitto e Casini. Il Foglio (in prima) insiste: non c'è alternativa alla grande coalizione Renzi-Berlusconi.

ECONOMIA
Borse in rosso, sterlina ai minimi. La Brexit brucia altri 280 miliardi (Stampa p.6). Milano la piazza peggiore (-3,94%). A pagare il conto le banche europee (-7% in media) e ancora di più quelle italiane (-9%). "Le banche sono il nuovo spread", scrive il Sole (p.5): sul sistema già in difficoltà per i crediti in sofferenza, la speculazione colpisce qui e non sui Btp, protetti dalla Bce. Stessa analisi sul Corriere (p.4). "Ora uno scudo vero" chiede MF in apertura. Incertezza sul piano salva-banche del governo ventilato ieri da Repubblica e Fatto. Renzi: "Se necessario agiremo ma nel rispetto delle regole" (su tutti). "E' pronto uno scudo per le banche italiane" dice a MF (p.3) il presidente della commissione Finanze della Camera Bernardo. Sul Fatto (p.4) intervista al presidente della commissione Bilancio Boccia: "Sospendiamo il bail in: basta perdere tempo". Il sottosegretario Baretta smentisce: "Non siamo in una situazione di emergenza: l'Italia è a favore di una soluzione europea, nessun intervento pubblico". Per la Stampa (p.7) il governo penserebbe a un "fondo Atlante bis", per sottoscrivere parte del capitale di Mps. Per Repubblica (p.7) si pensa a deroghe al bail in e a ricapitalizzazioni da parte dello Stato mediante bond. L'Italia potrebbe chiedere ai partner Ue la deroga al divieto degli aiuti di Stato. Per il Sole (p.5) si cerca comunque un'intesa nel quadro delle regole già previste. Da capire come reagirà il resto dell'Unione,scrive Fubini sul Corriere (p.4): Renzi ne avrebbe parlato con la Merkel ma la cancelliera non avrebbe espresso una posizione chiara in proposito. L'impressione è che Merkel ritenga l'iniziativa italiana un errore ma non si metterà di traverso. Intanto sui conti pubblici Roma e Parigi incassano da Berlino la promessa di più flessibilità (Repubblica p.3). Calenda sul (Corriere p.2): "Ora investimenti pubblici fuori dal Patto di Stabilità per tre anni". Per le nostre imprese si apronoSu Repubblica (p.13) e tutti i dati Istat su lavoro e pil: a sorpresa il Sud (+1%) batte il resto d'Italia (+0,8%). A riportare il Mezzogiorno in crescita dopo sette anni di discesa l'agricoltura e i fondi europei. Laterza (Confindustria): "Dati positivi, ma l'industria ha bisogno di sostegno".

EUROPA
Su tutti, il vertice a tre Merkel-Renzi-Holland per discutere di Brexit. "Nessun negoziato informale con Londra, dovrà essere il governo inglese ad attivarne la procedura". Nel documento congiunto i 5 punti chiave: mercato unico, unione bancaria, crescita e occupazione, migration compact. Oggi il consiglio europeo: i partner pronti a concedere un po' di tempo a Londra (Sole p. 3, Corriere p. 2 e su tutti). Intanto anche Cameron prende tempo: conferma la Brexit, smentisce ogni ipotesi di nuovo referendum ma frena sull'uscita (Messaggero in apertura e a p.2). E i partner europei – scrive il Corriere p.3 – piegandosi alla linea della Merkel, accettando la linea attendista. La Cancelliera punta a diluire i tempi di uscita e soprattutto vuole evitare che la gestione della crisi passi per la Commissione europea. Si spiegano così gli attacchi crescenti a Juncker sulla stampa tedesca, che lo accusa di non aver capito nulla della crisi in atto. La Merkel ha detto esplicitamente che le linee guida su come procedere saranno date dal consiglio europeo, quasi a ribadire che l'Europa è degli Stati, non di Bruxelles. . Italia e Francia erano invece su altre posizioni, chiedendo una rapida uscita della Gran Bretagna, per dare un segnale di ripartenza all'Unione.  Sulla Stampa (prima e p. 2-3) intervista a Mattarella: "Europa, è l'ora della concretezza. Così l'Italia può fare la differenza. L'Ue sappia legittimarsi di fronte alle attese della gente: risposte comuni su economia, migranti e sicurezza. E non tergiversare su Brexit". Sul Corriere (p. 6) intervista all'ex presidente della Repubblica francesce Giscard d'Estaing che sulla Gran Bretagna dice: "Erano già fuori, ripartiamo dai 6 fondatori". Sul Corriere (p.9) parla anche il premio Nobel Shiller: "i nazionalismi sono nemici della crescita. Il voto britannico dice che anche Trump potrebbe vincere le elezioni americane".

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Commentario del 27.06.2016

IN PRIMA PAGINA
Europa in primo piano col voto spagnolo che premia Rajoy ma non risolve l'impasse governabilità (Repubblica), la Scozia che chiede di bloccare Brexit e Cameron che prende tempo sull'addio all'Unione (Messaggero). Bill Gates al Corriere: non fermeranno il progresso (Corriere). Il Papa: "L'Europa rischia la balcanizzazione". Attesa per il vertice a tre Merkel-Renzi-Hollande. Renzi: "Serve una svolta". Ma Berlino frena (Messaggero). Attesa anche per la riapertura dei mercati, con le Borse col fiato sospeso dall'Asia all'America. Piano del governo per entrare nelle banche (Fatto, Repubblica): scatterebbe in caso di nuovi tracolli a Piazza Affari. Patuelli al Mattino: "Esposti agli speculatori, vietare le vendite allo scoperto".Su Affari&Finanza chi paga il conti di Brexit. Su CorrierEconomia casa, azioni e bond per resistere. Sul Messaggero (e tutti) la festa per il raddoppio del Canale di Panama e la sfida vinta delle tre imprese tricolore. Spazio anche alla politica, con Di Maio che avverte Renzi: "Se perde il referendum voto anticipato al 2017". Di Battista a Libero: "Europa, Italia, governo: nel 2017 cambiamo tutto". Europa in campo anche…di calcio: stasera Italia-Spagna. Conte: niente è impossibile. La Francia soffre, la Germania fa paura (Repubblica)

ITALIA-ECONOMIA
Borse col fiato sospeso: si teme un altro scossone (Messaggero p.11). Governo pronto a un blitz nelle banche se ci saranno nuovi crolli (Repubblica p.7, Fatto p.2). Il Fatto parla di un intervento da 40 mld finanziato con emissione di nuovo debito pubblico che Palazzo Chigi starebbe negoziando con la Commissione Ue per stabilizzare il sistema bancario diventando azionista delle banche in difficoltà. Il meccanismo sarebbe quello dei "Monti bond" sperimentato su Mps. Repubblica (p.7) non dà cifre ma parla di risorse finanziarie nazionali concentrate sugli istituti più in difficoltà, Mps in prims. Risorse che potrebbero essere usate per sgravare i bilanci ai crediti deteriorati o per rafforzarne il capitale. Molto dipenderà dall'andamento dei mercati. Renzi ne discuterà a Berlino oggi con Merkel e Hollande. Quanto ai titoli di Stato, si continua a confidare sul qe della Bce. E c'è attesa per quanto dirà oggi Draghi da Sintra, al forum annuale della Bce (Repubblica p.6, Corriere p. 6): per Fubini stavolta la crisi finanziaria è frutto di una crisi politica e istituzionale ma è probabile che anche stavolta le banche centrali si coalizzino per cercare di mitigarne gli effetti. Già venerdì la Bce è entrata in forze sul mercato acquistando titoli italiani, spagnoli e portoghesi. Ma gli occhi sono puntati anche sulle banche. Possibili ripercussioni anche sul piano privatizzazioni del governo: il Tesoro potrebbe infatti rinviare la quotazione di Enav, ormai in dirittura di ipo (Messaggero p.11). Ma c'è anche un risvolto positivo. Maroni candida Milano a sede dell'Agenzia europea per i medicinali: "Così attireremo le aziende che lasciano Londra" (Corriere p.14).

ITALIA-POLITICA
Di Maio sfida Renzi: "Il giorno dopo il referendum, quando mi auguro che vinca il No, spero che Renzi rispetti la parola e si dimetta. Poi voto anticipato nel 2017" (Repubblica p.18). Di Maio rilancia anche la consultazione sull'euro ma altra cosa è la Ue: "Mai messo in discussione la permanenza dell'Italia nell'Unione" (Fatto p.3). Di Maio non spiega però come si possa rimanere nell'Unione senza l'euro. Su Libero (p.6) parla Di Battista: "Ammirato dalla democrazia inglese. Noi sull'Europa vogliamo che decidano gli elettori". Ma l'Unione resta "un'opportunità rovinata dai burocrati e dalle banche: va cambiata e lo faremo da dentro le istituzioni". Libero (in apertura e a p.3): "Se si vota in Italia vincono gli anti-euro". Il 50% degli italiani, per un sondaggio di Bruxelles, non si sente cittadino britannico. "Dateci il referendum", il tagliando distribuito col giornale. Rodotà alla Stampa (p.19): "L'errore di Cameron è stato brandire un referendum per ragioni interne al suo partito distorcendone i fini. Attento a non ripetere l'errore in Italia". Il Giornale(p. 10) parla di "no" al referendum costituzionale al 54% e Renzi preoccupato. Cerasa, sul Foglio (in prima) rilancia sul pericolo Renxit: è il partito del Cambia Italicum, e dentro c'è anche il presidente Mattarella che vuole una modifica del sistema elettorale in chiave anti-grillina per stabilizzare il sistema. Dentro c'è la minoranza del Pd ma anche tutti i sostenitori della prima ora di Renzi, che per la prima volta realmente sono pronti a ripetere con lui la stessa operazione fatta con Letta: cambiare sistema, cambiare governo. Unica via di fuga, per il Foglio, il ritorno a un patto Renzi-Berlusconi.

EUROPA
Gli occhi di tutti su Berlino, per il vertice a tre Merkel-Hollande-Renzi. L'Italia preme per una svolta sulle politiche economiche ma da Berlino difficilmente arriveranno concessioni (Messaggero p.7). Anche per Repubblica (p.4) c'è il timore che la risposta di Merkel, Renzi e Hollande sia di forma e non di sostanza, rischiando di precipitare l'Unione in una nuova crisi. Troppe le distanze tra i tre su tutti i dossier sul tavolo, dall'economia, all'integrazione, agli immigrati fino al rapporto con la Gran Bretagna, con governo italiano e francese che pressano Cameron perché attivi subito la procedura di recesso, mentre Merkel è più cauta. E per il Messaggero (p.6) questa  è l'impostazione che prevarrà: Cameron è pronto a congelare l'uscita dalla Ue. Difficilmente al consiglio europeo di domani chiederà l'attivazione a procedura di recesso. I tempi del divorzio sono destinati ad allungarsi, come volevano i tedeschi. E ora anche Juncker vacilla. La Stampa (p.11) fa il nome di Timmermans come reggente. Mogherini pnta invece su difesa e sicurezza: "Serve un'Europa forte come mai prima" (Stampa p.11). Il Papa: "Se la Ue non cambia rotta rischia la balcanizzazione" (Messaggero p.13 e altri). Ma ora è la Spagna senza maggioranza che torna in primo piano (Corriere in apertura e a p.2). Al voto di ieri i Popolari di Rayoj crescono e restano primi, Podemos non sfonda e fallisce il sorpasso dei socialisti. Il rebus "governo" di Madrid rimane irrisolto (Corriere p.5). Stampa e Repubblica parlano di "effetto Brexit", col voto utile che avrebbe avuto la meglio sul voto di protesta: "Una boccata d'ossigeno per Bruxelles", l'analisi di Stefanini sulla Stampa (in prima e a p.3). Per il Messaggero, al contrario, è fuorviante parlare di "effetto Brexit", non essendoci partiti dichiaratamente anti-sistema. Ora il tema è la governabilità. Si riparla di una grande alleanza Popolari-Socialisti ma con un passo indietro di Rajoy (Messaggero p.3). Chiedono la grande coalizione la Confindustria spagnola, la Chiesa, l'Europa e la Germania (Corriere p.5). Intanto la Scozia si dice pronta a bloccare la Brexit. La premier Stugeon: "Il nostro Parlamento non la ratificherà" (Corriere p.10). Ma è polemica sui 3 milioni di voti della petizione contro Brexit: una "grande truffa", per il Giornale (in apertura e a p.3).

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Commentario del 26.06.2016

IN PRIMA PAGINA
Ancora dopo-Brexit in primo piano. L'Ue si divide su Londra: c'è chi vuole un divorzio dolce (Merkel) e chi chiede di far presto (Hollande). Intanto i due leader, insieme a Renzi, preparano un piano in 3 mosse "per salvarci in 6 mesi" (Repubblica). "Berlino, Parigi e Roma insieme per ricostruire" dice Amato al Sole. Intanto Renzi – che secondo la Faz è "entrato nel direttorio" (Corriere) - in una lettera al Sole: "Più crescita e innovazione, sicurezza e migration compact: così può svegliarsi l'Europa". "L'uscita della Gran Bretagna può essere una grande occasione di crescita per l'Italia" dice Messina (Intesa San Paolo) al Sole. Il governo italiano lavora ad un piano per le banche (Sole). Rossi (Bankitalia) al Messaggero: "i mercati attendono risposte rapide". Ma intanto in Inghilterra già raccolte 2 mln di firme per un nuovo referendum sull'Ue, mentre l'Europa si prepara a vivere l'appuntamento con le elezioni spagnole. E' uno dei molti fronti caldi, che comprendono anche la Danimarca, l'Olanda e l'Irlanda (Stampa). Trump alla Stampa: "Ora tocca a Italia e Francia". "Fate votare anche noi" è la battaglia per il voto sull'Ue in Italia di Libero, appoggiata dal Salvini e Meloni. Nelle vicende politiche italiane si torna a parlare di riforma costituzionale e Italicum e del possibile Renxit (Fatto).

ITALIA-ECONOMIA
Dopo Brexit, l'Italia resta sotto pressione: slitta la "svolta" sul rating (Sole p.8) e per McCormick, dell'Agenzia DBRS, "l'Italia è tra i Paesi con alto debito, quindi da tenere sotto controllo" (Sole p.8). Pesole (Sole p.6) guarda alla prossima manovra di bilancio per tamponare l'emergenza e guardare al futuro: l'obiettivo principale è conseguire l'1,2% di crescita del Pil previsto attraverso investimenti e sostegno ai consumi. Uno degli strumenti deve essere la leva fiscale – scrive Pesole -, anche se si cammina su un terreno minato a causa dei vincoli di bilancio. E nella nuova legge di bilancio sono in arrivo "fisco su misura" e patent, formule di sconti fiscali per attrarre investimenti (Sole p.6). Ma per Repubblica (p.8) le ricadute del voto britannico sulla ripresa economica pesano e rischiano di ridurre i margini di azione su tasse e rilancio dell'economia. "L'Italia è forse la meno esposta alle turbolenze provocate da Brexit – dice Delrio alla Stampa – ma qualche rischio c'è". "Tenere i conti in ordine è un valore. Un dovere, ma senza crescita non c'è lavoro. Senza investimenti non c'è domani. Senza flessibilità non c'è comunità": questa l'analisi di Renzi nella lettera al Sole. "Renzi può determinare l'agenda del Paese e quella europea, se non lo fa perde un'occasione unica – dice Carlo Messina (Intesa Sanpaolo), intervistato da Napoletano sul Sole (in prima e p.3) -. Se non torni ad investire e non tagli gli elementi di debolezza europea incomprensibili, ti avvi verso il lato perdente. Noi all'Ue non dobbiamo solo chiedere regole nuove, ma dobbiamo dimostrare di ridurre il debito pubblico italiano. In Ue vanno rivisti bail-in e "regole stupide" ma diamo un segnale magari cominciando a vendere i beni immobiliari dello Stato". Intanto Borse alle prese con i timori del contagio, mentre i banchieri centrali lavorano al paracadute. "Fmi pronta a qualsiasi intervento di emergenza" assicura Carlo Cottarelli (Fmi) a Repubblica (p.8). Per Salvatore Rossi (Bankitalia), intervistato dal Messaggero (in prima e p.5), "ai mercati servono subito le risposte sul futuro, la liquidità fornita dalle banche centrali è una prima misura per evitare il collasso". "Due anni di volatilità per i listini, le banche pagano il prezzo più alto" dice il Nobel Fama alla Stampa (p.10). Il governo lavora ad un piano di emergenza, in 5 punti, per le banche: unione bancaria, flessibilità sugli investimenti, piano finanza per la crescita, rafforzamento piano Juncker e assicurazione contro la disoccupazione (su tutti). Giavazzi sul Corriere (in prima e p.27): il nostro più grande rischio è che gli investitori perdano fiducia nelle nostre banche. La soluzione non è Atlante, ma uno scudo statale o europeo.

ITALIA-POLITICA
A due giorni dal voto britannico, Renzi in una lettera al Sole (in prima e p.7). "L'Italia c'è, è tornata. Le riforme di questi anni ci hanno consegnato la stabilità che non è un valore, ma pre-condizione per essere competitivi. E il passaggio referendario è lo spartiacque tra un sistema solido che favorisce la governabilità e l'incertezza permanente. Come ha ricordato Boccia, con il "No" l'Italia torna in recessione". Per Signore (Giornale p.3) come Cameron, Renzi ha deciso di legare il suo futuro ad un referendum: il voto inglese dimostra che l'onda populista è più forte di quanto si pensava e Renzi teme di finirci sotto. Ora a Palazzo Chigi l'idea è far slittare il voto. "Il referendum si farà – assicura Delrio alla Stampa (in prima e p.13) -. Ma non deve essere un test sul governo".  "Condivido l'analisi di Napolitano: sarebbe un pessimo segnale se l'Italia bocciasse il referendum su riforme che aspettiamo da 30 anni - dice Casini al Sole (p.7) -. Bisogna evitare di legare il referendum al destino di Renzi, chi lo vuole affossare è un irresponsabile". Stessa opinione anche per Veltroni, che a Repubblica (in prima e p.17) consiglia a Renzi di "evitare di trasformare un voto sul rafforzamento della democrazia in una elezione politica". Per il Fatto (in prima e p.6) Renzi è appoggiato dai vertici europei, ma per evitare il tracollo ad ottobre deve sperare che la Ue gli conceda la possibilità di sostenere il settore bancario con soldi pubblici. Il premier, bloccato in una situazione ingestibile, con un Paese in recessione, si presenterebbe ad ottobre sfibrato, e la Renxit sarebbe ad un passo. Per Bisignani (Tempo p.1) in caso di vittoria del "No" al referendum, l'ipotesi più gettonata è che Mattarella affidi un governo di scopo (per la legge elettorale) a Pietro Grasso. E proprio sulla legge elettorale si gioca un'altra partita decisiva. In molti – dalla minoranza dem alle opposizioni – vorrebbero rivedere l'Italicum, per scongiurare una eventuale vittoria del M5S. D'Alimonte (Sole p.16): modificarla si può, ma sarebbe un segnale di debolezza di Renzi. Per il Pd – scrive D'Alimonte – la strada maestra è battere il M5S sul campo. Intanto le opposizioni, che si preparano al "No" di ottobre, lavorano anche sulla consultazione popolare per chiedere agli italiani se vogliono restare in Ue. "Fate votare anche noi" titola Feltri su Libero (in prima e p.3): a sostenere l'iniziativa sono Lega e FdI.

EUROPA
Brexit, l'Europa divisa su Londra (Corriere prima e p. e tutti): c'è chi vuole un divorzio dolce (Merkel) e chi chiede di far presto (Hollande). Mentre nel Regno Unito sono state raccolte due milioni di firme per rivotare (su tutti), la vice di Juncker, Georgieva, a Repubblica (p. 3) dice: "sui passi futuri Ue Londra non avrà voce". Intanto cresce l'attesa per il direttorio a tre, con Renzi che dice a Hollande: "Abbiamo sei mesi per cambiare rotta". E nella lettera inviata al Sole (prima e p. 7), il premier scrive: "Dovremo portare il senso di responsabilità e il coraggio che hanno contraddistinto per anni gli italiani: crescita, innovazione, migranti e sicurezza: così può svegliarsi l'Europa, perchè l'Europa è casa nostra, la casa da lasciare ai nostri figli, che ci ha regalato settant'anni di pace, una comunità di 400mln di persone tra le più innovative al mondo".  Ma per Giornale (p.2) l'asse tra Francia e Germania può tagliare fuori Palazzo Chigi: su immigrati e crescita, Renzi prova ad avere voce in capitolo. Intervista a Trump sulla Stampa (in prima e p. 5): "L'Europa ha fatto troppi errori. Ora via anche Italia e Francia". Il repubblicano in visita in Scozia: "Il mondo è in tumulto, l'Ue sbaglia su economia e migranti, i tedeschi vogliono lasciare la Germania". Mogherini al Corriere (p. 5): "Dopo questo choc bisogna ridare fiducia. Non tutto va bene e molto dovrà cambiare". L'alto rappresentante per gli Affari esteri sottolinea che "in questo momento bisogna trasmettere il messaggio che l'Ue resta interlocutore fondamentale e forte".  Sulla faccenda Brexit, la lettera del settosegretario Baretta ad Avvenire (p. 6): "L'Ue paga anni di politiche ottuse, è tempo di osare: il voto britannico è solo la punta di un iceberg. Ma c'è una terza via tra fuga e "lacrime e sangue" rappresentata da riformismo e idealismo". La Scozia guida il fronte dei delusi: "Non perderemo il posto in Europa" (QN. p. 8). Altri fronti caldi in Danimarca, Olanda e  Irlanda (Stampa). Intanto oggi alle urne in Spagna con le bandiere Ue fuori dalle finestre: effetto Brexit sul voto (Repubblica p14 e su tutti). Dopo 6 mesi di ingovernabilità Podemos spiazza tutti con l'alleanza con Izquierda. Per Rossi di Bankitalia (Messaggero prima e p. 5) "in un certo senso l'esito del voto in Spagna è più pericoloso di Brexit perchè la Spagna appartiene all'area Euro".

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Commentario del 25.06.2016

IN PRIMA PAGINA
Brexit, tempesta nel cuore dell'Unione (Stampa). Crollano le Borse, si cerca un piano per salvare la Ue (Repubblica). Letta alla Stampa: "Roma e Madrid sono nel mirino". Europa, svegliati il titolo del Sole. Il Foglio: uno spettro si aggira per l'Europa: l'Europa. Esulta Libero: Dio strabenedica gli inglesi. Esultano anche Salvini e Meloni: "Dai che ce ne andiamo anche noi". Avvenire parla di autogol britannico. Padoan al Corriere: l'Unione rischia, va cambiata e rilanciata. Calenda al Sole: investire di più per superare le paure. Boccia al Corriere: "Maggiore crescita, ecco la risposta". Blair a Repubblica: "Giorno triste. Il populismo ha vinto forzando i toni sull'immigrazione". Gentiloni al Messaggero: "Rinnovare contro effetto domino". Schulz alla Stampa: "Ora un'Europa a più velocità. Prodi: "Un summit per rinascere". Varoufakis al Fatto: "Rivolta dei deboli, anche l'Italia rischia il collasso". Per Stampa e Fatto Renzi a ottobre rischia la fine di Cameron. Casini all'Unità: "Ascoltiamo il disagio dei cittadini". 

ITALIA-ECONOMIA
Shock brexit, crolla Piazza Affari (-12,5%), la sterlina torna ai livelli del 1985 (Sole p.2 e su tutti). Milano mai così male nella storia, nemmeno dopo le Torri gemelle (Sole p.9). Rete della Bce sui BTp, rimasti al riparo dal crollo con l'Italia che resta sorvegliata speciale per il suo debito pubblico (Sole p.8). Renzi: "Garantiti stabilità finanziaria e risparmio" (Sole p.12). E cerca un asse con Merkel e Hollande per accelerare le riforme economiche (Messaggero p.17). Ma ora il premier pensa a far slittare il referendum sulle riforme per mettere prima in sicurezza la legge di Stabilità (Corriere p.17). "Italia e Spagna pagheranno il conto dell'instabilità", dice l'ex premier Letta alla Stampa (p.16). "Roma a rischio per il suo enorme debito pubblico. Bisogna evitare il rischio di essere messi sotto esame, rilanciando l'eurozona". Padoan al Corriere (p.18): "E' il momento di pensare l'impensabile. C'è il pericolo disintegrazione, l'Ue non può occuparsi solo di banche. L'impatto su mercati, Borse, titoli di Stato non riguarda in particolare l'Italia. Ma non è da escludere che il quadro economico peggiori e ci sia una minore crescita. E questo avrebbe ripercussioni sulla finanza pubblica".  E rilancia la necessità del sì alle riforme: "Ma bisogna spiegare alla popolazione perché vanno fatte". Sul Sole (p.15) parla il ministro Calenda: "Servono più investimenti per superare le paure dell'Europa. Dobbiamo vincere la tentazione di fermarsi e andare all'attacco, completando gli accordi con Canada e Usa". Quanto all'impatto sull'Italia "abbiamo un export forte verso la Gran Bretagna ma la Sace ha stimato un impatto contenuto che fa da 600 milioni a 1,7 mld su 414 mld di export di beni". E annuncia novità sul credito alle imprese. "L'Italia regge se è competitiva" dice il presidente di Confindustria Boccia al Corriere (p.11). "La crescita dell'economia è la risposta urgente al voto. Su questo si gioca il futuro dell'Europa. Per difendere le nostre imprese dobbiamo puntare su produttività e competitività. Serve un intervento organico di politica economica che proporremo al governo entro settembre".
Sul Sole (p.17) cosa può cambiare su fisco e lavoro per chi ha interessi nel Regno Unito. Su Corriere (p.19), Sole (p.18), Messaggero (p.9) come gestire i risparmi mettendoli al riparo "dall'effetto Londra". Sul Messaggero (p.2) cosa cambia per economia e turismo.

ITALIA-POLITICA
"Campanello d'allarme che ci deve far riflettere, perchè il populismo e l'antieuropeismo in questa fase hanno una grandissima presa": il premier Renzi, dopo Brexit, non fa drammi, ma spinge l'Ue verso le questioni fondamentali (Corriere p.17). Oggi incontrerà Hollande, lunedì la Merkel. "E' da ristrutturare, ma l'Europa resta la nostra casa" ha detto. Ma è effetto domino anche in Italia. Salvini festeggia e chiede di cambiare l'Ue: "Oppure ce ne andiamo" (su tutti). Un sondaggio Swg per il Messaggero (p.16) vede l'Italia divisa sull'uscita: il 53% sarebbe contrario. In molti vedono un nesso tra la vittoria del "leave" in Uk e il "No" al referendum costituzionale italiano. Gentiloni al Messaggero (in prima e p.13): "Non mi pare. Semmai certi aspetti anti-Ue mostrano insofferenza contro la burocrazia, referendum va nella direzione della semplificazione". Analogie tra voto inglese e referendum costituzionale: per Padellaro (Fatto p.11) ora bisogna capire come Renzi voglia evitare di giocarsi Palazzo Chigi, dopo aver puntato tutto sul referendum, con lo stesso gusto per l'azzardo che ha avuto Cameron.  Sorgi (Stampa p.3 e 29): con il complesso quadro politico italiano in rapida mutazione, la personalizzazione potrebbe minare le ambizioni di Renzi di "rottamatore" scelto per "davvero dagli elettori" per cambiare un sistema politico che non funziona. Per Palmerini sul Sole (in prima e p.12) da un lato Renzi è obbligato a vincere il referendum, dall'altro è costretto a riformulare l'ipotesi di dimissioni. Su di lui il peso di un destino non solo nazionale. Anche per Cerasa (Foglio p.1) il voto deve assumere un altro significato: non più sul premier ma sulla stabilità italiana, visto che in caso di sconfitta Renzi lascerebbe e - a lungo termine - il Paese verrebbe consegnato nelle mani di un partito anti-sistema (M5S). Per questo – scrive Cerasa – Renzi dovrebbe ragionare su un allargamento della maggioranza al centrodestra. Napolitano al Corriere (in prima e p.16): "Serve restituire neutralità al confronto sulla riforma costituzionale e ridurre la polarizzazione delle posizioni politiche per evitare rischi di destabilizzazione che si aggiungano ai rischi economici di Brexit". Uno studio del CsC evidenzia come una vittoria del "No" comporterebbe un crollo del 4% del Pil e 600 mila posti di lavoro in meno (Sole p.14). Verderami (Corriere p.17) si concentra sul possibile slittamento del referendum visto che il premier avrà bisogno di tempo per mettere in sicurezza la Legge di Stabilità. Si parla – scrive Verderami - di dicembre, dato che la consultazione popolare "avrà la tempistica prevista dalla Cassazione", come lo stesso premier ha dichiarato ieri alla Stampa.

EUROPA
Brexit, il giorno che ha diviso l'Europa (Stampa prima e tutti). 52%  per il "leave", Cameron fa un passo indietro. Tony Blair a Repubblica (in prima e p.9): "E' un giorno molto triste per la Gb e per l'Europa: la democrazia non può essere plebiscitaria, indire questo referendum è stato gravissimo. Ma per fermare i populisti serve una risposta al problema migranti". Ora Bruxelles deve arginare il contagio.  Gentiloni al Messaggero (in prima e p.13): "Unione da rinnovare contro l'effetto domino. Il nostro ruolo destinato a crescere visto il passaggio da 4 a 3 player principali". Mercoledì inedito vertice Ue a 27: "Subito il negoziato per l'uscita" per scongiurare la paralisi (Stampa p. 8). Schulz alla Stampa (p. 9): "Sia un'Europa a più velocità, ma i leader adesso smettano di darle la colpa di tutti i mali. Il voto britannico è irrazionale, se c'è stato un Paese che ha bloccato le decisioni, è stato il Regno Unito". Su Repubblica (prima e p. 31) Scalfari: "Merkel, Hollande e Renzi hanno adesso un obiettivo comune: quello di rilanciare l'Eurozona". Napoletano sul Sole (prima): "O lunedì, o niente. L'errore politico più grave che l'Europa potrebbe compiere è quello di fare finta di niente, di continuare a girarsi dall'altra parte". Sulla Stampa (p. 17) parla Prodi: "Decisivo vertice di Berlino, Ue può rinascere o fallire". Merkel dice no a decisioni affrettate. "Terza strada" è la proposta di  Schauble: fare del Regno Unito un "associato alla Ue" (Corriere p. 14 e su tutti). Il presidente del Bundestag, Rottgen, a Repubblica (p. 8): "Uscita Uk segna un indebolimento Ue, ma Berlino è pronta a fare da guida". Effetto domino. Hollande chiede "un sussulto", ma Le Pen cavalca lo strappo e dice: "Trionfo della libertà, uscire dall'Ue è possibile" (su tutti), altri pronti a indire referendum per l'exit. Varoufakis al Fatto (in prima e p.6): "Rivolta dei deboli, anche Italia al collasso. In Ue tutti hanno capito che pur vincendo in Paesi democratici, i loro governi non decidono nulla". Brexit in prima pagina anche sull'Osservatore Romano per il quale "con l'Europa che rischia di franare sotto se stessa, solo la maggiore integrazione può rappresentare una risposta".

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Commentario del24.06.2016

IN PRIMA PAGINA
Edizione straordinaria del Corriere: la Gran Bretagna lascia l'Europa. Borse di Tokyo e Sidney a picco, attesa per l'apertura delle piazze europee. Banche centrali pronte a fare scudo (Sole). Il voto inglese sull'Europa in primo piano su tutti, ma nessuno centra la vittoria di Brexit, che si delinea all'alba. Sul fronte interno "è partito l'assedio a Renzi" (Sole, QN, Foglio), dalla minoranza dem e da Alfano e Verdini. Sulla Stampa intervista al premier: "Non torno al Pd delle correnti, se vogliono cacciarmi ci provino". Intanto da Confindustria arriva il "sì" unanime sulle riforme. Boccia: "Segnale importante a nome dell'industria italiana" (Sole). In primo piano anche le banche. Bankitalia in pressing su Unicredit per accelerare sulla scelta dell'ad (MF). Fa flop l'aumento di capitale di Veneto Banca, che finisce nelle mani di Atlante (MF). Riuscito quello del Banco Popolare. Saviotti al Sole: "Banco Popolare più forte, pronti alla fusione con Bpm". Ieri Renzi sentito come teste nell'inchiesta per insider trading sulle banche popolari (su tutti). E da Visco mea culpa sul bail in: "E' stata una sconfitta per l'Italia" (Sole). Su tutti la pensione "flessibile" estesa a statali e autonomi. Su tutti anche il decreto rinnovabili. Renzi:l'Italia è leader green (Unità).

ITALIA-ECONOMIA
Brexit, i mercati "votano" no, gli exit poll danno il "remain" al 52% ma nella notte il "leave" avanza nei dati reali (Sole in apertura e a p.3) e alle 5,30 la notizia della vittoria di Brexit battuta dalla Bbc. Borse di Tokyo e Sidney a picco, paura per le piazze europee. Per i trader di Milano la notte più lunga: "Pronti a spostare milioni in caso di disastro" (Stampa p.9). In Italia l'attenzione è sulle banche, ieri in ascesa a piazza Affari: ma resta il tema della sofferenze e delle governance. Bankitalia in pressing su Unicredit perché scelga rapidamente un nuovo ad (MF in prima e a p.4, Corriere p.40 e altri). Visco: "Un gruppo di queste dimensioni deve essere guidato con tutti i poteri". Fallisce l'aumento di capitale di Veneto Banca: i piccoli azionisti, beffati dalla gestione Consoli e azzerati dalla ricapitalizzazione imposta dalla Bce, hanno deciso di disertare l'operazione. Anche per l'istituto di Montebelluna tramonta la quotazione e si aprono le porte ad Atlante (MF p.9 e tutti): sarà il fondo a caricarsi l'istituto sulle spalle. Su Avvenire (p.13) la rabbia dei soci truffati: "Ci hanno rubato la fiducia". Seduta di rialzi invece per il Banco popolare dopo il successo dell'aumento di capitale da 1 mld. Saviotti al Sole (p.33): "Banco Popolare più forte, ora pronti alla fusione con Bpm". Il governatore Visco, ieri in audizione in Parlamento, è tornato sul tema delle quattro banche salvate dal crack: "Operazione necessaria per salvare la stabilità finanziaria ma chi ha venduto bond illeciti deve pagare". Ma il Fatto (p.2) lo accusa: "Su Etruria e Pop Vicenza Visco mente". Da Visco mea culpa sul bail in: "La trattativa europea è stata una sconfitta per l'Italia". Ha pesato la mancanza di governi stabili tra 2013 e 2014. Ieri intanto, dall'incontro governo-sindacati, apertura del governo alla pensione anticipata anche per i dipendenti pubblici e gli autonomi (Sole in prima p.10 e tutti). Governo disponibile a trovare una soluzione sulla questione dei lavoratori precoci e del lavori usuranti. Sul Sole (p.10) le simulazioni dell'anticipo pensionistico per diverse categorie di lavoratori e disoccupati: penalizzazione media dall'1,4% al 5% l'anno.

ITALIA-POLITICA
E' partito l'attacco a Renzi (QN e Foglio in prima e su tutti): minoranza dem e centristi a tenaglia contro il premier. "Mai più fiducia a scatola chiusa", il messaggio di Speranza. E al Senato il governo va sotto per un emendamento di FI (sul terrorismo nucleare) passato grazie ai voti di Verdini e Alfano: "pizzini" a Renzi, per il Fatto, "avviso di sfratto" per il Giornale. Renzi alla Stampa (in apertura e a p.2): "Non torno al Pd delle correnti. Se vogliono cacciarmi ci provino". "Mi chiedono di fare autocritica ma io rilancio. Al partito farò un discorso chiaro: se hanno proposte le avanzino. Ma se pensano a un ritorno di caminetti, alle correnti devono trovarsi un altro segretario. Il Congresso non è lontano". Renzi difende le riforme fatte - "Il Jobs Act è la cosa più di sinistra fatta negli ultimi anni" – e il referendum - "il sì è il vero atto anti-sistema" – ma nella minoranza "c'è sempre il sentimento di usurpazione, come se mi fossi autoproclamato segretario o capo del governo". In conclusione "possiamo anche cambiare, ma non siamo al tracollo del Pd. E io, finita la nostra discussione interna, riprendo a far campagna sul referendum. Quella riforma è la madre di tutte le battaglie". Ieri il "sì" unanime di Confindustria (Sole p.12 e altri). Boccia: "Scelta che riguarda una visione complessiva del Paese, non il  governo". Attesa per la direzione Pd di oggi, al centro dei commenti e delle analisi. Per la prima volta il Pd mette a tema la possibile caduta del governo", scrive il Foglio in prima, dando conto di trame, sospetti e tradimenti. L'attenzione di molti osservatori è sulle mosse di Franceschini. Idem il Fatto (p.4), per il quale in caso di crisi "darà le carte". Martina a Repubblica (p.10): "No al fuoco amico, ma ora più attenti al sociale".

EUROPA
Quotidiani fermi sugli exit pool, che davano il remain in vantaggio, 52% a 48%. Solo il Sole e il Corriere parlano di "leave" avanti nei dati reali. Sarà la Bbc, alle 5,41, a dare la notizia della vittoria di Brexit, con la sterlina ai minimi da 31 anni, l'oro in volo, le Borse già aperte in picchiata. Sul Corriere (p.4) gli occhi dei mercati sull'Italia, per il grado elevato di sofferenze bancarie, il debito pubblico. Per i broker la parola d'ordine è: "evitare il disastro" (Sole p.4). Gran parte delle analisi e dei commenti superati dai fatti. "L'Europa cerca una risposta forte" (Sole p.2): i presidenti delle principali istituzioni comunitarie oggi a Bruxelles per una dichiarazione congiunta. Tusk: "Quale che sia l'esito del voto dobbiamo ripensare il futuro dell'Unione. Vi sono segnali di disaffezione da molti angoli dell'Unione". Con il "leave" inglese non si possono escludere referendum analoghi in altri Paesi. In allerta anche le banche centrali. Francoforte mette in moto la war room per impedire rotture sul fronte dei cambi (Messaggero p.4). Non è da escludere una dichiarazione congiunta per rassicurare i mercati (Sole p.7). Sabato a Berlino vertice tra Paesi fondatori, domenica il bilaterale Merkel-Hollande: ancora incerta la partecipazione di Renzi. Sul piano politico, scrive il Sole (p.2) la linea del governo in caso di Brexit è evitare l'effetto emulazione. Quanto all'impatto sull'Italia, si teme soprattutto per i conti pubblici e le fibrillazioni dei mercati. Prodi: "Stiamo assistendo a una rinazionalizzazione dell'Europa. Ora Asse Roma-Parigi. Madrid per bilanciare la giornata" (Sole p.2).  Per l'economia globale "il momento sbagliato per uno shock"; per la Ue riduzione del 10% dei fondi in bilancio (Sole p.7). Su Libero (in prima e a p.3) come investire dopo il voto di Londra: col trionfo degli indipendentisti occasioni sull'oro e per acquisti immobiliari in Inghilterra.

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Commentario del 23.06.2016

IN PRIMA PAGINA
Il voto in Gran Bretagna sulla Brexit in apertura sui quotidiani. Il giorno più lungo d'Europa (Sole). L'Ue avverte: "Se Londra esce non si tratta" (Corriere). Miliband alla Stampa: "Rischio di implodere". Borse col fiato sospeso. Padoan in una lettera al Foglio: "Ci sono già tre gravi conseguenze generate dal referendum". Tra le vicende italiane domina il "si" della Cassazione a due  mamme: i giudici dicono si alle adozioni gay (Repubblica e tutti). Spazio anche ai malumori nel Pd. In vista del referendum Renzi nel panico: se lo chiede il Pd non si ritirerà in caso di sconfitta (Fatto). Intanto proseguono le polemiche con la minoranza. Il premier: "Parliamo agli italiani, non di poltrone" (Sole). A Roma primo giorno da sindaca per la Raggi: tornano le polemiche sull'incarico all'Asl (Corriere). Intanto il risultato elettorale a Roma pesa sul Pd, la ministra Madia a Repubblica: "Orfini lasci la guida del partito romano".

POLITICA
Le polemiche interne al Pd e il si della Cassazione alla Step Child adoption le notizie politiche in primo piano. "Ora serve più sinistra" attacca la minoranza dem, ma Renzi, in vista della resa dei conti di domani, replica: "Stop alle correnti. Parliamo agli italiani non di poltrone" (Repubblica p.10). Per Folli (Repubblica p.15) Renzi dovrà dar vita ad un rimescolamento della segreteria aprendo alle correnti più favorevoli al dialogo. Gozi a QN chiede di "sbaraccare le correnti". "La vendetta dei rottami" titola Feltri su Libero (p.1) evidenziando i nomi di D'Alema, Bersani e Prodi. Casini al Corriere (p.11): "Renzi cambi, non può solo dividere". Intanto è sul referendum di ottobre che si concentra il governo. Mentre sembra crescere il fronte del "No", il partito chiede al premier di non lasciare in caso di sconfitta. E Renzi è nel panico (Fatto in prima e p.2). E il ministro Madia, a Repubblica (in prima e p.11) "E' una questione di serietà. Se hai un programma che prevede la riforma della Costituzione e poi i cittadini te la bocciano non puoi fare finta di niente". E alla esplicita domanda di addio del governo in caso di vittoria del No, dice: "No, perchè vince il Si". Per la Stampa (p.11) Renzi starebbe pensando di far slittare il voto e avere più tempo per rilanciare il "si". Casini: "Non vedo la necessità di farlo ad ottobre. Non mi piace la campagna impostata da Renzi, ma gli argomenti di D'Alema per il No non mi convincono". Per Franco sul Corriere (p.11) Renzi è un leader accerchiato, che deve iniziare a preoccuparsi se dal partito lo invitano a rimanere in caso di vittoria del No. Tensioni anche nel centrodestra. Parisi al Corriere (p.15): "Chi mi accusa guardi i dati a Milano. Io ho rigenerato il centrodestra". Intanto Salvini tenta la svolta moderata (Stampa in prima e p.), ma in Fi ci sono dubbi sul "cantiere" del leader del carroccio (Sole p.11). E Berlusconi pronto a tornare presto in campo: nessun cambio ai vertici del partito (Giornale p.9).
L'altra notizia del giorno è la decisione della della Corte d'Appello: i giudici riconoscono il diritto ad adottare il figlio dell'altro genitore "se è nell'interesse del minore" (Repubblica in prima e p.8 e tutti). Ma la pronuncia spacca la maggioranza: centristi all'attacco "non rispettata la legge Cirinnà". Il ministro Costa alla Stampa (p.7): "La legge era chiara, non consentiva casi simili, ma la sentenza va rispettata" (Corriere p.25). Esulta la Cirinna: "Giusto così", ma il Pd non ci sta.

ECONOMIA
Gli effetto del voto in Gran Bretagna in primo piano. Padoan in una lettera al Foglio (p.1) dice "no" al rischio effetti specifici per l'Italia: la nostra economia – scrive il ministro – subirebbe conseguenze analoghe a quelle diffuse in tutta la Ue. Non dobbiamo nasconderci: l'incertezza tende a penalizzare i Paesi che presentano fragilità strutturali, nel nostro caso abbiamo già sofferto gli effetti della volatilità dei mercati finanziari sul comparto della finanza e del credito. Il governo italiano è convinto della necessità di una maggiore integrazione Ue, puntando su crescita economica e occupazione. Intanto il Sole (p.4) vede possibili effetti su crescita, debito e deficit in caso di Brexit: potenziale rallentamento del ciclo economico ed eventuale ridimensionamento della stima di crescita dell'1,2% per quest'anno. Potrebbe diventare più arduo rispettare l'impegno a ridurre il debito già a partire da quest'anno e andrebbe rivisto anche il target del deficit. Secondo uno studio Nomisma i settori più penalizzati da Brexit sarebbero vino, turismo e manifatturiero (QN p.2 e Giornale p.2): la Gb pesa per il 4,5% sull'export delle nostre aziende, soprattutto manifatturiere. La Regione che teme di più è la Basilicata, dove si producono alcuni modelli di automobili Fca. Padoan sul Foglio, oltre a segnalare i rischi per l'Italia dal referendum, evidenzia le 3 conseguenze già generate dal referendum: rischio emulazione, indebolimento delle aspettative sul futuro  Ue e incertezza sui mercati finanziari. Intanto Borse attendiste alla vigilia del voto (Sole p.5). Bufacchi sul Sole (p.4) analizza l'andamento dello spread tra Btp e Bund, "un organetto" che si allarga e che si stringe a seconda della tendenza verso il "remain" o il "leave".
Per quanto riguarda l'economia strettamente italiana, è arrivato il primo "Sì" della Camera alla nuova legge di Bilancio (Sole p.4): addio alla Stabilità. Sulle tematiche legate a lavoro e immigrazione arriva l'accordo Confindustria-Viminale per inserire i rifugiati nel lavoro: nel 2015 gli stranieri hanno contribuito all'8,7% del Pil. Alfano: "Ora più integrazione" (Corriere p.34 e altri). Boccia, presidente Confindustria: "Lavorare per una società che include" (Sole in prima e p.7).

EUROPA
"Brexit, dentro o fuori". In primo piano su tutti "il giorno più lungo d'Europa" col mondo e le borse col fiato sospeso. Junker: "Nessun altro compromesso possibile, se Londra sta fuori è finita" (Sole p.2 e su altri). Farage: "Sarà il nostro Independence Day". L'ultimo appello di Cameron: "Restando in Europa rilanceremo il Paese" (Sole p. 3). Per Beddoes, direttrice dell'Economist, "la GB fuori dall'Ue rischia di diventare più povera e meno cosmopolita: l'incertezza iniziale non piacerà ai mercati" (Repubblica p. 4). Chiaro lo schieramento "Remain" del sindaco di Londra Khan su Repubblica (p.7): "Il futuro della mia Londra non può che essere europeo". Per l'ex commissario europeo Etienne Davignon, intervistato dal Sole (p. 2) "il contagio ha già attaccato l'Ue. Finora l'Unione ha evitato il peggio, ma questo non è un progetto per il futuro". Prodi intervistato dal QN (p. 3) scommette sul no alla Brexit: "Ma l'Europa rischia: divisa è nulla. Penso che la dissoluzione non avverrà: ci porterebbe al terzo mondo. Quello che preoccupa maggiormente è l'affievolirsi dello spirito europeo anche nei paesi pro euro".  Caso Windsor: anche la regina Elisabetta euroscettica? Il biografo della regina Robert Lacey ha rivelato che durante una cena gli avrebbe chiesto "tre buoni motivi per restare in Ue". Da Bunkingamp Palace nessuna smentita (Stampa p. 4 e Corriere p. 3).  Renzi al Guardian: "Uscita sarebbe scelta sbagliata" (Sole p. 4). Per Koenders (primo ministro dei Paesi Bassi) "non sarà la fine dell'Europa ma servono nuove strategie", mentre l'ex laburista Miliband spiega che "per noi uscire è un disastro e l'Ue rischia di implodere". Tra i commenti, quello di Guerrera (Stampa prima e p. 23) "Comunque vada, nulla sarà come prima". Maisano (Sole prima e p. 3) si sofferma sugli errori di Londra e su "una scelta storica ridotta a sceneggiata". Sul Corriere (prima e p. 31) Cazzullo - "Il valore di un voto" - mette in risalto l'omicidio della giovane deputata Jo Cox che potrebbe risultare decisivo qualora la Gb dovesse restare in Europa.

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Commentario del 22.06.2016

PRIMA PAGINA
Politica in primo piano, con il voto nelle grandi città che "cambia verso" alle strategie dei leader nazionali. Su Repubblica e Messaggero il "piano B" di Renzi: niente addio in caso di sconfitta al referendum. Sul Corriere il "processo" di Bossi a Salvini e il ritorno di Berlusconi. Su tutti le prime mosse delle sindache grilline. Ma nel mirino c'è Renzi. D'Alema al Corriere: "Ha rottamato il Pd, a ottobre voterò no". Prodi a Repubblica: "Governo logorato, cambiare politiche". In primo piano su tutti l'attesa su Brexit, con i sondaggi in parità (Messaggero). Draghi rassicura: "Pronti a ogni emergenza" (Corriere). "Brexit o no, l'instabilità è il prezzo da pagare e l'Italia rischia di più" l'allarme che arriva dal forum del Sole con i big dell'economia. Spazio anche alla cronaca con il nuovo caso di tangenti in Campidoglio sui campi nomadi. Raggi: grazie pm (Corriere). Ma nel processo su Mafia Capitale il pentito ritratta: "Se parlo sono morto" (Messaggero).

ECONOMIA
Brexit fonte di shock per l'economia globale, ma l'Italia rischia di più: è quanto emerge dal forum del Sole (in apertura e a p.2 e 3) con Padoan, Visco, Prodi, Monti e il ceo di Intesa Messina. Padoan: "Il rischio Brexit viene considerato come uno shock capace di rafforzare i rischi al ribasso della crescita mondiale. Mi preoccupa il rischio di emulazione e una Ue senza Gran Bretagna". Messina: "A fronte di uno shock che dovesse nuovamente ripuntare il debito pubblico del nostro Paese, i crediti in sofferenza torneranno al centro dell'attenzione. Vedo una situazione che può portare un impatto visibile sull'Italia, su banche, Borsa e spread". Draghi rassicura: Bce pronta a ogni emergenza (Corriere in prima e a p.6). Ma sulla scena italiana in questo momento l'attenzione è al voto delle grandi città e all'impatto sul governo nazionale, con gli analisti che "studiano" l'economia M5S su Ue, debito e fisco (Sole p.10) e Renzi che studia contromisure. Sulla Stampa (in apertura e a p.2) il piano del premier per le periferie: il governo lavora a un bonus casa per ristrutturare condomini e i soldi restituiti a rate in bolletta. Sulla Stampa (p.3) "l'inedito" confronto in seno al consiglio dei Ministri aperto dal premier per raccogliere suggerimenti sulla politica economica. Per Padoan "meglio gli investimenti che la riduzione delle tasse". Di segno opposto le dichiarazioni riprese dal Sole (p.8): "Alleggerimento del carico fiscale per imprese e famiglie, rafforzamento degli incentivi per l'innovazione, controllo della spesa", fermo restando la compatibilità con il quadro di finanza pubblica complessiva. Ieri il confronto tra Renzi e Alec Ross, già consigliere per l'innovazione della Clinton: "Troppo difficile diventare imprenditori in Italia – dice al Fatto p.10 – E' come andare in guerra e serve un esercito di avvocati, consiglieri. La regolamentazione è troppo stringente, i servizi lente e le donne sono discriminate". Ross promuove Renzi e le sue riforme: "Penso sia sulla strada giusta, non so' perché lo attacchino".

POLITICA
Renzi "cambia verso". Su Repubblica (in apertura e a p.2) e Messaggero (p.6) il "piano B" in caso di vittoria del "no" a ottobre: non più dimissioni, nell'ottica di una "spersonalizzazione" del referendum, ma apertura al dialogo e a compromessi. Venerdì in direzione Pd si vedrà, ma gli ultimi sondaggi danno il no in crescita al 54% (Giornale p.2). Continua però il fuoco di fila contro il premier-segretario per il tracollo del Pd. Dopo Bersani il Corriere (p.14) intervista D'Alema: "Renzi ha perso la sintonia con la base e con il Paese. Una parte grande dell'elettorato di sinistra non si riconosce nel Pd, Renzi non ha rottamato solo un gruppo dirigente ma milioni di elettori". Per D'Alema "Renzi dovrebbe cambiare: questo risultato mette in discussione sia il rapporto tra Pd ed elettorato sia la politica del governo, e il modo in cui Renzi esercita tutti e due i ruoli". E sul referendum: "A ottobre voterò no. E penso che l'Italicum sia incostituzionale". Anche da Prodi messaggio al governo: "Due anni bastano per logorarsi – dice a Repubblica (p.3) – bisogna cambiare politiche, non solo politici". Per Prodi "alle forze politiche nazionali manca un'interpretazione della storia e del presente": dietro a ciò che si definisce populismo c'è la paura della classe media di non farcela. Una paura a cui la sinistra non ha dato risposte.

EUROPA
"Più investimenti per la Gran Bretagna se decide di restare in Europa": così Cameron al Ft (in prima e a p.4), alla vigilia del referendum sulla permanenza nella Ue, col "Remain" ora dato in vantaggio 53 a 47. Sul Guardian (p. 29) l'intervento di Renzi: "Non restate in Europa per noi ma per voi stessi". Sul Sole (in apertura e all'interno) forum con Padoan, Visco, Prodi, Monti e Messina: "Brexit o no, l'instabilità è il prezzo da pagare e l'Italia rischia di più". Visco rassicura: "Bce e Bank of England pronte a scendere in campo". Padoan:"Quello che temo di più è l'emulazione politica". Prodi: "L'Europa a due velocità è già una realtà, con la Gran Bretagna sempre fuori. Il timore è che anche la Germania rallenti il processo di un'Europa federale". Monti: "Senza la Gran Bretagna si perde la spinta a creare un mercato più libero e concorrenziale". Timori anche dalla Yellen (Fed) per il voto britannico. Draghi: "Pronti a ogni evenienza" (Corriere p.6). Ma l'ex governatore di Bankitalia Fazio critica euro e Ue: "Troppo tedeschi" (Giornale in prima e a p.11). Critico anche Tremonti: "L'Europa fa schifo" (Libero in prima e a p.3). Su Repubblica (p.12) intervista al governatore della Banca di Finlandia Likanov: "Anche se Londra uscirà l'Europa non cambia strada. I populismi sono superabili". Sul Corriere (p.3) reportage da Oxford, tra studenti e professori: "In gioco i fondi europei e la nostra reputazione".  Sulla Stampa (p.11) voce al popolo delle start up: "L'Ue aiuta a crescere". Sul Messaggero (p.8) l'ansia dei 500 mila italiani d'Inghilterra per lavoro, investimenti e studio.

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Commentario del 21.06.2016

IN PRIMA PAGINA
Il voto nelle grandi città e i riflessi sugli scenari politici nazionali in primo piano su tutti i giornali, con Renzi che ammette la sconfitta (Corriere) e Grillo che lo sfida: arriviamo (Stampa). Sul Corriere parla Casaleggio jr: "Non mi candiderò mai". Nel Pd e nel centrodestra è la resa dei conti. Fassino a Repubblica: "Il premier ascolti di più e affidi il partito a un suo vice". Salvini alla Stampa: "La moderazione non paga". Per le nuove sindache è subito sfida su banche e cemento (Repubblica). La Appendino apre il caso San Paolo:"Via Profumo" (Corriere). Gabetti: "Ma il cuore di Torino resta l'industria". Dalla Raggi attacco a Olimpiadi e poteri forti (Fatto). La Raggi in prima pagina anche sul WSJ, che parla di nuovi sindaci "parvenu" e di battuta d'arresto per Renzi. In primo piano anche la rimonta dei "no" a Brexit, e le Borse respirano (Corriere). Corbyn a Repubblica: "Dico no a Brexit ma la Ue così non va". Lamy al Sole: "L'Europa rischia la sua identità". Sul Sole parla anche il segretario generale della Nato Stoltenberg: "Nato più forte a Est ma senza corsa al riarmo". Sul Sole la convention delle imprese vicentine con Boccia: "Vicenza punta sull'industria 4.0".

ECONOMIA
Le Borse "votano" per Regno Unito in Europa. E volano (MF in prima e a p.2 e su tutti). Con i sondaggi e i bookmakers che danno avanti i contrari a "Brexit" tutte positive le Borse europee. Milano (+2,5%) guadagna meno della media per via dei dividendi ma non sente l'effetto Grillo. Ma i mercati misureranno il Movimento su riforme, debito, Europa e sistema paese avverte il Sole (p.10). Ieri unici titoli penalizzati in Borsa sono stati Acea e Irem, le ex municipalizzate di Roma e Torino (Sole p.4). A Torino Appendino subito all'attacco della Compagnia San Paolo: "Profumo si deve dimettere" (Repubblica p.10). Nel mirino della neo sindacata anche il presidente di Iren Peveraro. Compagnia al contrattacco: "Siamo partner leali di tutte le istituzioni perché ente autonomo". Sul Corriere (p.21) intervista a Gianluigi Gabetti: "Se penso a Grillo mi vengono i brividi. Ma la Appendino è diversa. La sua storia è legata a quella dell'Unione industriali: il padre presidente di Prima Industrie. E la cultura industriale per Torino è l'essenza della città". A Roma pronti a lasciare i manager di Ama, Atac e di Acea: per Repubblica (p.8) una slavina che rischia di cogliere impreparata la neo sindaca Raggi. A Roma in crisi anche i "poteri forti": e infatti ieri da A&F – ricorda il Fatto p.8 – Caltagirone ha comunicato il congedo dagli affari romani.  Ieri intanto dal governo ossigeno per i conti delle città metropolitane e delle Province: col decreto enti locali stop a 400 milioni di sanzioni per 76 enti (Sole p.8). Ora nuovo round con i sindaci. E dopo il voto il governo riapre i dossier economici: fisco, produttività, Pa e investimenti pubblici (Sole p.8). Sostenere la ripresa resta l'obiettivo strategico. Ieri intanto bilaterale tra i ministri Calenda e Macron: "Tra Roma e Parigi piano comune sull'acciaio contro il dumping cinese" (Corriere p.41).

POLITICA
Renzi ammette la sconfitta: vittoria dei 5 Stelle (Corriere in apertura), non voto di protesta ma di cambiamento. Grillo lo sfida: "arriviamo" (Stampa in apertura e a p.7). Ma lo stile è cambiato: "Con i toni moderati voliamo al governo". Molte le interviste e le analisi del voto, segnato dal risultato choc di Roma e Torino e dalla pesante sconfitta del Pd. "Un bagno di realtà", per Gian Antonio Stella (Corriere in prima e a p. 38). "Con tutto il vento che ha seminato il Pd ha raccolto tempesta", l'analisi di Ezio Mauro su Repubblica (in prima e a p. 41). Analisti concordi sui flussi di voto: ad Appendino e Raggi i voti della destra, a Sala quelli della sinistra (Sole p.6). Noto (Ipr) a QN (p.10): "Due elettori su tre contro Renzi". Così ora è a rischio anche il referendum (Stampa p.13). L'osservato speciale è il M5S, con Grillo che punta al governo – "l'aereo della missione impossibile è decollato" – e Di Maio che si appella a ambasciatori, investitori e giornali esteri: "Veniteci a conoscere" (Corriere p.10 e tutti). Ma il Financial Times (p.8) parla di M5S come partito anti establishment, con una linea politica ed economica altamente destabilizzante per l'Italia. Ora bisogna capire come Renzi risponderà: una sua sconfitta a ottobre sarebbe un danno per l'Italia. Il successo del M5S a Roma e Torino in prima pagina anche sul WSJ, che chiama i neo sindaci "parvenu" e parla di battuta d'arresto per Renzi.  Sul Corriere (p.9) parla per la prima volta Davide Casaleggio: "Io non mi candiderò, continuo a lavorare per la democrazia diretta nel nome di mio padre". Conferma una "cabina di regia" per i Comuni e il potenziamento della piattaforma Rousseau. Renzi sembra fare voto di "umiltà" per recuperare i voti perduti: "Collaboriamo con tutti" (Stampa p.4). Ma per il Messaggero (p.5) Renzi non pensa affatto a lasciare la segreteria e contrattacca: "Innovare, innovare, innovare". Probabile l'insediamento di una segreteria politica con Martina, Zingaretti e Rossi. Fuori Serracchiani e Carbone (Corriere p.5). E sul referendum la linea è attacco alla Casta e nessun ritocco all'Italicum.

EUROPA
I contrari alla Brexit volano nei sondaggi e le Borse si rafforzano (Repubblica p. 20 e su tutti). Le agenzie di scommesse danno il "Remain" al 72% e anche dal calcio arriva l'appello a non uscire dall'Ue: "Vitale il mercato aperto" afferma Richard Scudamore presidente della Premier League. Su Repubblica (p.21) intervista al leader laburista Jeremy Corbin: "Unione Europea non democratica, ma dobbiamo restarci e cercare di cambiarla. Milioni di posti di lavoro dipendono dai nostri legami con Bruxelles. Se portiamo più benessere altrove, l'immigrazione diminuirà".
Sul Corriere (p. 22-23), opinioni a confronto. L'anglista Iamartino scommette sul "Remain" e spiega: "Splendidi, isolati e superiori? Si, ma non si staccheranno grazie a Londra e a Shakesperare". Pro-Leave, il magnate degli hotel di lusso Rocco Forte: "Giusto andarsene, senza lacci il business crescerà. Il castello istituzionale europeo non mi piace perchè c'è un forte deficit di democrazia qui i costi sociali sono al 10%, in Europa sono al 40%-50%, il continente non è competitivo, il Regno Unito sì". Per l'economista Pascal Lamy, ex dg del Wto "se Londra esce, l'Europa perde la sua identità: Napoleone diceva che la GB è una nazione di commercianti. Se è vero, alla fine resteranno" (Sole p. 2). Vista dagli Stati Uniti, la questione-Brexit mette a rischio mille miliardi di investimenti. Da Caterpillar a Ford, le aziende pronte a lasciare il Paese. Senza sbocchi sul mercato Ue, decine di imprese verso il fallimento. Il Fmi ha calcolato che la Brexit, nello scenario peggiore, potrebbe costare un 5,6% di crescita in meno nei prossimi tre anni e la stessa Fed ha frenato il rialzo dei tassi per paura di un cataclisma paragonabile al fallimento della Lehman Brothers da cui nacque la crisi del 2008 (Stampa p. 16).

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Commentario del 20.06.2016

IN PRIMA PAGINA
Trionfo 5 Stelle a Roma e Torino. Milano a Sala (Corriere, Sole e tutti): il voto amministrativo mette in crisi il Pd (Repubblica). Grillo: "Li abbiamo puniti" (Repubblica). Renzi: non mi dimetterò. Ora via la vecchia guardia (Corriere). Ma nel partito scatta la resa dei conti (Messaggero). Anche l'Europa brinda ai guai di Renzi (Stampa). Attesa per il test del voto sui mercati: rischiano utility e bond (Sole). Sui mercati anche l'ombra lunga di Brexit. Ma grazie all'effetto Cox i "Remain" tornano in testa (Unità). Su CorrierEconomia la guida agli investimenti sicuri in caso di uscita di Londra dalla Ue. Ma gli italiani non si sbilanciano sul possibile addio. Sul Sole l'addio di Boccia a Merloni: "Simbolo del capitalismo moderno". Su A&F la quarta vita di Caltagirone: "Pronti a nuove acquisizioni". A&F torna sul tema "piccolo è bello", rovesciato da Boccia: "piccolo non è bello ma resta piccolo".

ITALIA-ECONOMIA
Mercati, oggi test Italia all'ombra di Brexit (Sole in prima e a p.9): la vittoria del M5S a Roma e Torino e l'indebolimento di Renzi non sono un segnale incoraggiante per la stabilità e anticipano "l'attenzione" dei mercati sul referendum di ottobre. Oggi la risposta di Piazza Affari su utility e bancari (Sole p.9). Acea e A2A i titoli più esposto al risultato delle comunali, bancari più esposti alla Brexit. Milano "listino indifeso, dove la speculazione trova le porte spalancate" l'analisi di Russo (Assiteca Sim). La Bufacchi sul Sole (p.9): tra Brexit, Politiche in Spagna e referendum in Italia torna il "rischio politico" europeo, con i mercati che temono l'ascesa del voto di protesta. Su CorrierEconomia (p.6) il "superindice" che misura la distanza tra Italia e altri Paesi Ue: sembra esaurita la forza propulsiva delle riforme e le distanze con gli altri Paesi si riallargano. Coesione sempre più a rischio in Europa. Intanto il governo riparte da fisco, famiglia e pensioni (Sole p.8): dopo il voto cresce il peso della manovra nella strategia di Palazzo Chigi. Il 23 l'incontro con i sindacati sulle pensioni, il 30 il tavolo sul lavoro. Priorità a crescita e tasse più leggere. Il Sole (p.8): il contesto elettorale non aiuta ma la politica economica non può essere il teatro di scontro tra "sì" e "no". Il governo scelga un taglio consistente al fisco che grava sul lavoro capace di segnare una svolta e non solo un aggiustamento. Su CorrierEconomia (p.2) l'anno horribilis delle banche: punite in Borsa con perdite di 65 miliardi. Libero (p.17) torna sulla crisi delle banche e l'ira dei risparmiatori: l'uomo che pagherà per tutti è Vegas, il presidente della Consob scelto da Berlusconi nel 2010.

ITALIA-POLITICA
Il M5S trionfa a Roma e Torino, Sala vince a Milano. A Napoli e Bologna la conferma di De Magistris e Merola. Al M5S 19 città su 20 (Stampa p.4). Il Fatto (p.2): avviso di sfratto a Renzi in vista del referendum. Casaleggio festeggia con Grillo: "Noi pronti a guidare il Paese" (Corriere p.18, Giornale p.2). Grillo: "Comandiamo noi, li abbiamo puniti" (Repubblica p.2). Di Maio: "I cittadini ci riconoscono capacità di governo" (Sole p.2). La doppietta Roma-Torino rilancia la sua corsa per Palazzo Chigi (Repubblica p.4). Battista sul Corriere (p.19): per la prima volta il M5S può misurarsi con la conquista del governo nazionale. Travaglio sul Fatto: il difficile viene ora. Folli su Repubblica (in prima e a p.37): quello che accadrà è un enigma avvolto in un rebus. Napoletano, sul Sole (in prima): il Paese non può permettersi una nuova stagione di instabilità politica ma nemmeno un governo che non si sporchi le mani con le cose difficili. Sulla Stampa (p.13) una lettura su scala europea: con Renzi più debole si rinforza l'asse franco-tedesco. "Sconfitta, non disfatta, dove ho innovato ho vinto" dice Renzi al Messaggero (p.8). "Nello scontro col centrodestra vinciamo, con i grillini perdiamo perché sommano con facilità i voti della destra e sono percepiti come innovatori". "Ho rottamato troppo poco" lo sfogo riferito dal Corriere (p.3). Idem la Stampa (p.5) che parla di un "reset" imminente. Ma di dimettersi non ci pensa. E sul governo di Roma attende i grillini al varco: "Ora vedremo cosa sanno fare, la loro vittoria potrebbe rivelarsi un boomerang".

EUROPA
Il Remain passa in testa negli ultimi sondaggi, si spacca il fronte Brexit (Repubblica p.20). Cameron: "Rischio recessione, scegliete Gb liberale". Su Repubblica (p.20) le paure degli "Italians": "Impensabile trovarci fuori dall'Europa". Su CorrierEconomia (p.8) la mappa degli italiani che contano nella city. Per CorrierEconomia (p.9) sul fronte export l'Italia rischia un conto salato in caso di Brexit. Resiste l'alimentare, in linea la moda, crollano meccanica e mezzi di trasporto. Su CorrierEconomia (in copertina e all'interno) analisi, rischi e consigli per gli investimenti sicuri. Molte le analisi e gli interventi. Krugman, su Repubblica (p.21): "Gli errori della Ue non si risolvono fuggendo. Restare è il male minore". Ian McEwan: "Da separati rivedremo fantasmi di guerra". Sul Corriere (p.28) la Brexit vista dall'estero. Ian Bremmer, Washington: "Fuori dall'Unione Londra perde peso per gli Usa". Henri Lévy, Parigi: "Un'uscita non sarebbe ne fatale ne pregiudizievole". Werner Sinn, Berlino: "Senza Londra la Ue a rischio statalismo". Akunin, Mosca: "Sarà un errore e una grave perdita per tutti: l'Europa focolaio di civiltà mondiale".

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Commentario del 19.06.2016

IN PRIMA PAGINA
Città al voto ed Europa al bivio Brexit i due temi del giorno. Renzi, Grillo, il centrodestra: oggi si capirà chi vince nell'Italia tripolare (Corriere). A Roma ancora scintille tra Pd e M5S per le consulenze della Raggi (Sole). Sul fronte Brexit Padoan rassicura: per l'Italia non ci sono rischi specifici (Sole). Galli della Loggia sul Corriere: no Brexit per salvare l'Europa. Su tutti il blitz antiterrorismo in Belgio: c'era un piano per sabotare gli Europei (Sole). Sul Corriere spazio alle elezioni Usa, con Friedman che intervista Trump: "Pronto a invitare Putin alla Casa Bianca". Su Repubblica intervista all'ad di Ferrovie Mazzoncini: "L'Italia si muoverà così". Su tutti l'addio a Merloni, il re degli elettrodomestici. Abete: "Pioniere della Confindustria moderna". Prodi: "L'ottimismo contagioso dell'innovatore" (Sole). 

ECONOMIA
"Italia esposta al rischio Brexit nella stessa maniera degli altri membri della Ue", dice Padoan a pochi giorni dal referendum inglese (Sole p.3 e altri). Il ministro nega che ci siano piani di emergenza ad hoc perché "lo shock sarà breve" ma confida "che il popolo inglese capisca i benefici di restare in Europa". Ieri conversazione telefonica tra Renzi e Hollande: probabile che anche il premier italiano partecipi al vertice ristretto tra Hollande e Merkel del 25 giugno per valutare i risultati del voto e gli effetti sui mercati prima del Consiglio europeo del 28 e 29 giugno.
Il Corriere (p.32) torna sul tema pensioni anticipate: c'è il rischio che "la montagna partorisca il topolino". Sul Messaggero (p.10) il decreto che ridisegna la macchina per misurare le performance dei dipendenti pubblici: il controllo sulle "pagelle" degli statali passa sotto le dirette dipendenze di Palazzo Chigi, con una commissione di cinque super esperti che affiancherà il dipartimento della funzione pubblica per rivedere i criteri di valutazione dei dipendenti. Su Repubblica (p.15) intervista all'ad di Ferrovie Renato Mazzoncini: "Nuovi treni, strade e stazioni-smart: così cambierà la mobilità in Italia". "Guido le Ferrovie con una missione: modernizzare il Paese – dice Mazzoncini - Siamo al top per la tecnologia, con l'Anas lo faremo". Su tutti il ricordo di Vittorio Merloni, il re degli elettrodomestici che invento il "modello Adriatico" (Stampa p.18). Da presidente della Confindustria disdettò la scala mobile.


POLITICA
Città al voto, rebus affluenza (Corriere in prima e a p.5): atteso un calo di votanti, il che rende ancora più incerte le previsioni dei sondaggisti. Milano sfida chiave, sia per Renzi che per il centrodestra; a Roma ancora scintille tra Pd e M5S per il caso della consulenza della Raggi (Sole p.7). Il M5S punta a vincere a Roma e Torino per dimostrare di essere i soli competitor. Salvini rischia di non conquistare neanche un sindaco in più ma continua la sua corsa alla leadership del centrodestra (Libero p.4). A Palazzo Chigi regna l'incertezza, "ma se tiene Torino e vince Milano il premier dirà che ha vinto", scrive il Fatto (p.2). Per il Messaggero (p.3) se Renzi perdesse a Milano e a Torino potrebbe rinunciare alla segreteria Pd, lasciando il posto a Lotti o alla Boschi. "Comunque vada, stasera per Renzi sarà finita l'età dell'innocenza", scrive Polito sul Corriere (p.2) e la conferma del tripolarismo all'italiana, che Renzi non è riuscito a riassorbire e che vende i 5S sempre più rampanti. Se Sala vince a Milano, il premier la sfanga. Se vince Parisi l'intero suo progetto politico verrà messo sotto accusa. Su Repubblica (p.4) parla Pisapia: "Serve superare l'astio che vortica intorno al presidente del Consiglio. Farò il volontario per riaprire un ponte tra Pd e sinistra". Per Ilvo Diamanti (Repubblica p.9) con la vittoria dei 5S a Roma si riproporrebbe più forte del passato il dualismo tra Città e Stato. In generale si coglie un ritorno al territorio e alle città che cercano sindaci antagonisti e votano forze "ante politiche"al di là del buon governo messo in campo dai sindaci uscenti.

EUROPA
Allarme Fmi: con la Brexit Londra in recessione dal 2017 (Stampa p.4 e tutti). Anche Cameron, nel tentativo di convincere il Paese a restare nella Ue, ha puntato tutta la campagna sui danni all'economia, ma finora i moniti non sembrano aver convinto la popolazione. Incerto anche il peso reale che l'assassinio della deputata laburista Jo Cox abbia sul voto (Libero p.9). Ieri il killer davanti ai giudici al grido di: "Morte ai traditori, Gran Bretagna libera" (Repubblica p.12). Domani riprende la campagna per il referendum. Duro il monito del ministro francese Macron: "O stanno dentro o fuori. E l'Ue dovrà evitare l'effetto domino" (Stampa p.5). Gordon Brown sul Sole (p.2): "Serve maggiore cooperazione e coordinamento a livello internazionale e questo è esattamente ciò che offre la Ue". Joschka Fischer sul Sole (p.2): "Bisogna andare avanti verso una vera federazione europea: integrazione non è solo mercato unico". In ogni caso, se ci sarà divorzio sarà lungo e complicato (Sole p.2).Gli editoriali di tutti i giornali sono dedicati alla Brexit. Scalfari su Repubblica (in prima e a p.27) parla di destino europeo segnato dalla scelta inglese: "l'uscita sarebbe una sconfitta per tutta l'Unione e una vittoria dei movimento populisti che vogliono sfasciare l'esistente". Per Galli della Loggia (Corriere in prima e a p. 30), lo scontro è tra economia e storia, emerso in maniera violenta con il dramma dei migranti: "ogni europeo deve augurarsi il no degli inglesi alla Brexit". Per Prodi (Messaggero in prima e a p. 20) il referendum cambierà il futuro della Ue, costringendola a politiche sempre più armonizzate, ma in caso di Brexit si possono trovare compromessi che permettano la permanenza dei rapporti economici e delle alleanze politiche e militari.

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Commentario del 18.06.2016

IN PRIMA PAGINA
In primo piano ancora il delitto della deputa pro Ue in Inghilterra Jo Cox: pista neonazionista (Corriere). Londra di unisce (Stampa) ma crescono le polemiche per la mancanza di scorta alla deputata, vittima da tempo di minacce (Messaggero e altri). Monti alla Stampa attacca Camoron: "Distrugge la Ue". Intanto le Borse in rally grazie alle banche, sembra ridursi il panico legato a Brexit (Sole). Visco (Bankitalia) a Repubblica annuncia un piano in caso di uscita della Gran Bretagna: "Pronto a intervenire, ma l'Italia non rischia di più". L'altra notizia del giorno è il forum economico di San Pietroburgo, nel quale Renzi ha firmato contratti per 1 mld con Putin. Il premier italiano invita l'Ue a riconsiderare la propria posizione sulle sanzioni a Mosca, attenzione anche alle vicende di geopolitica e ai rapporti con gli Usa. Il presidente russo parla al Corriere: "Ho apprezzato le parole di Trump. E Hilary Clinton cambierà, se sarà eletta". Stampa intanto parla di "doppio schiaffo a Putin" che arriva da doping di Stato sulle Olimpiadi e proroga delle sanzioni. Nello scenario italiano a dominare è il secondo turno delle amministrative. Voto nelle città ad alta tensione, a Roma polemiche sulla Raggi (Repubblica).

CONFINDUSTRIA
Sul Sole (p.9) il presidente Boccia torna, per la seconda volta in poche settimane, a Cuneo. Questa volta in occasione dell'assemblea generale. Tema principale le infrastrutture come leva di crescita, Boccia: " Le dotazioni infrastrutturali sono parte degli interventi organici di politica economica. Sono parte di un progetto-Paese che deve attrarre e deve svilupparsi modernizzando i trasporti per rendere competitive le imprese". Boccia cita, la Tav "un'opera che non è questione del Piemonte, ma dell'Italia". A margine dell'assemblea Boccia torna sulle riforme per ribadire che un passaggio chiave, quello del 23 giugno in cui il Consiglio generale di Confindustria in cui si deciderà se e come sostenere il referendum di ottobre. Infine l'Europa e Brexit e i fatti tragici di Londra. Boccia cita le parole del presidente Mattarella e del premier Renzi. "È necessario evitare dogmi ed eccessi. Dobbiamo auspicare che Brexit non accada: danneggerebbe l'Inghilterra ma avrebbe effetti negati, anche se minori, sull'Europa".
Sul Foglio (p.3) il commento sul nuovo corso politico dato da Boccia alla Confindustria. Già nel suo primo discorso pubblico il neo presidente si era schierato a favore del referendum, affiancando il governo Renzi. Del resto - secondo Il Foglio - Boccia sarebbe stato eletto con i voti delle aziende a partecipazione statale. Il 23 giugno si riunirà per la prima volta il Consiglio generale per esprimersi sul referendum e sulle priorità dell'associazione. Schierarsi e non fingere di vivere in un vuoto politico è sacrosanto, ma Boccia, dovrebbe tenere d'occhio il dossier delle defezioni. Sulla lista linea anche Italia Oggi (prima e p.7): dopo Fca, Finmeccanica, Morellato e Nero Giardini, l'imminente uscita di Keracoll  (Italia Oggi prima e p.7). Molto duro Gianluca Sghedoni, patron di Keracoll ed ex vicepresidente di Confindustria Modena, grande elettore di Vacchi che dice: "Negli ultimi anni Confindustria è diventato più un ente politico che una rappresentanza delle imprese". E prosegue "Boccia non rappresenta le imprese". Keracoll esce da Confindustria, e a quanto non sarà il solo,  pare la lista sia destinata ad allungarsi.
Su Sole (prima e p.11) al via le sfilate a Milano: clima di ottimismo dopo il successo di Pitti, con record di visitatori internazionali. L'Italia, come ha ricordato la vicepresidente di Confindustria con delega per l'internazionalizzazione Licia Mattioli, è di fatto "la fabbrica di lusso del mondo": è nel nostro Paese che tutti i marchi di alta gamma vengono a produrre. Su questo e su una rinnovata energia e capacità di fare squadra di Milano, bisogna puntare per restare il punto di riferimento, come città e come Paese, per la moda, maschile e non solo.
Su MF (p.74) si torna sulla firma del rinnovo dell'accordo tra Confindustria e Ance. Punti salienti dell'accordo:  tutela della specificità del settore, snellimento della governance e rafforzamento delle forme di collaborazione.

POLITICA
Alla vigilia del ballottaggio per le Amministrative, tutti i commentatori politici evidenziano l'importanza sul piano nazionale di questo voto locale. Dal premier a Grillo, i leader spariti dai radar: prevale la paura di nuocere ai candidati (Repubblica p.15). Per Franco (Corriere p.11) anche la visita in Russia di Renzi è un segno di distacco dalle Amministrative, ma i risultati di domani rischiano di ripercuotersi sulla sua leadership. Per Pombeni (Sole in prima e p.19) nessuno crede più che l'esito delle urne di domani non avrà impatti sulla politica nazionale. Assisteremo dovunque – scrive – a rese dei conti con conseguenze sugli equilibri politici, il tutto mentre continua la preparazione al referendum costituzionale. Verderami sul Corriere (in prima e p.12) parla di prova generale delle forze anti-Renzi in vista del referendum: ogni città persa dal Pd sarà un gol che il leader dem dovrà rimontare nella partita referendaria. Ma Zanda (Pd) al Messaggero (p.9) prova a smorzare: "Il voto delle amministrative è altra cosa,  non è mai successo che il dato locale sia stato in linea con il referendum". Libero (p.2) parla del rischio di perdere la segreteria Pd in caso di risultato negativo domani: di conseguenza anche la sua permanenza a Palazzo Chigi potrebbe essere segnata. Si gioca molto anche il centrodestra, soprattutto a Milano. Salvini a QN (p.9) stronca l'ipotesi di un "modello Milano" per il centrodestra anche in caso di vittoria di Parisi. E dice: "Leadership ultimo pensiero".

ECONOMIA
Questioni economiche inevitabilmente legate al rischio Brexit. Visco (Bankitalia) a Repubblica (in prima e p.6) sminuisce: "Italia non rischia più di altri Paesi". Poi, il governatore parla anche del sistema bancario tornando a sottolineare la posizione italiana in tema di bail-in. "Credo che il nostro sistema bancario non sia più vulnerabile agli shock di quelli di altri Paesi. Il fatto è che è difficile parlare di "sistema", ci sono molte banche diverse tra loro, e alcune sono problematiche".Intanto la Ue rinvia la stretta su banche e bond (Sole in prima e p.2): l'Ecofin decide per  il no ai tetti ai titoli sovrani nel 2018, si è deciso di aspettare le regole internazionali su eventuali limiti all'esposizione. Soddisfatto Padoan, che ha parlato di "buon compromesso, frutto di un negoziato non semplice" (su tutti). Bocciarelli (Sole in prima e p.2): un sussulto di razionalità per tutelare le banche. Nel frattempo continua a tenere banco il rinnovo dei vertici in Unicredit. Padoan in pressione: "Scegliete in fretta il nuovo ad" (Stampa p.23 e altri). Ma i veti incrociati bloccano la nomina del successore di Ghizzoni. Per Porro (Giornale in prima e p.19) sono 10 i pretendenti, nessun favorito. Altro tema che resta in primo piano sono le polemiche su Vegas per il caso delle 4 bad bank. Il viceministro Zanetti al QN (p.13): "Credo che Vegas dovrebbe valutare un passo indietro. Non farebbe chiarezza ma la Consob sarebbe salvaguardata".
Lavoro, analisi di Marro sugli effetti del jobs act riprendendo uno studio Cgil: "Calano i nuovi contratti stabili" (Corriere p.37). Il taglio agli sgravi contributivi del 2015 ha frenato le assunzioni. Restano stabili invece le assunzioni a termine che rappresentano il 69% dei nuovi rapporti di lavoro. A crescere in maniera esponenziale è l'uso di voucher, che ha avuto effetto anche sui dati dell'Istat, dato che basta aver lavorato un'ora nella settimana delle rilevazioni per essere considerati occupati. Secondo un'indagine Eurosat invece (Messaggero p.17 e Corriere p.38), l'Italia è uno dei pochi paesi dell'Ue dove il costo del lavoro è sceso, per la precisione -1,5 %, ma allo stesso tempo si abbassa dello 0,5 % la retribuzione oraria. A ritrovarsi le buste paga più leggere sono soprattutto i lavoratori del settore privato e in particolare quelli dell'industria. Intanto Poletti rassicura, dopo le frasi Ue sulla flessibilità previdenziale in uscita: "La critica di Bruxelles non riguarda l'Italia, e non mette in discussione l'Ape" (QN p.27).

EUROPA
Londra, Jo Cox era minacciata da mesi: il suo killer un neonazista, ma la polizia non la proteggeva (Repubblica, Corriere prima e p. 2 e su tutti). L'intervento di Campbell, stratega di Tony Blair: "Basta politica dell'odio, la democrazia dev'essere una forza di speranza". L'abbraccio di Corbyn e Cameron: e la GB torna unita (Stampa p. 4 e su tutti). Il sangue sulla Brexit eccita gli squali di Borsa (Giornale p. 7): indici europei in netto rialzo dopo l'omicidio, operatori certi: Londra rimarrà nella Ue. Rally in Borsa con le banche (Sole in prima e p. 3): Piazza Affari chiude con un +3,5%. Ignazio Visco a Repubblica (p. 6): "Banche centrali pronte a intervenire in caso di Brexit, ma l'Italia non rischia più di altri. Gli aumenti degli spread di questi giorni – prosegue Visco – è dovuto alla riduzione dei tassi d'interesse della Germania, mentre il prezzo del debito italiano è rimasto più o meno invariato". Draghi: "Ridare fiducia agli europei" (Sole p. 5). Monti alla Stampa (p. 7): "Cameron ha distrutto il lavoro di una generazione di europei: la partita è stata giocata per levarsi d'impiccio il blocco euroscettico fra i Tory e rafforzare la sua leadership. Ecco l'abuso di democrazia: il suo referendum apre la strada all'uscita di altri Paesi dall'Ue". Per De Mattia su MF (p. 14) chiunque vinca il referendum inglese produrrà effetti a catena. Il sondaggista Ben Page (Corriere p. 5): "La tragedia dell'omicidio potrebbe spostare i voti verso l'Unione. E' l'effetto status quo, quando gli elettori sono spaventati lasciano le cose come sono: condivido le previsioni degli allibratori, penso a una percentuale del 53% dei voti pro Ue". Marchionne (Stampa in prima e p. 6 e Repubblica): "Temo enormi conseguenze, sull'Europa ma non sull'industria".

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Commentario del 17.06.2016

IN PRIMA PAGINA
L'assassinio della deputata labur pro-Europa in apertura su tutti i giornali, mentre crescono i timori per la Brexit. Sul Messaggero sondaggio Swg: un italiano su 2 teme l'addio di Londra ma un terzo vorrebbe lasciare l'Unione. Sul Corriere il piano della Bce per mettere in sicurezza l'Italia. Libero: se passa Brexit l'Italia non ci perde. Spazio anche al vertice Ue-Russia di San Pietroburgo (Corriere): Italia e Russia firmano accordi per 1,4 miliardi (MF). Le imprese italiane spalleggiano Renzi (Foglio). Sul Fatto intervista alla Malmstrom sul Ttip: "Nessun voto sul trattato ma è democrazia" In primo piano anche la politica, con la caccia all'ultimo voto nelle grandi città (Stampa). Renzi: con noi le tasse giù (Sole) ma l'Imu day è un flop (QN). Intanto la crisi delle banche fa un altro morto, in Veneto (Fatto). Faro della Bce su Popolare Vicenza: vertici colpevoli (Repubblica). E per Veneto Banca, dietrofront dei soci sull'aumento. Si allontana la quotazione (Sole). Segnali buoni invece per le imprese: in un anno 121 aziende sono ritornate a produrre in Italia dall'estero (Italia Oggi). Venezia punta al ritorno delle attività delocalizzate (Sole). 


POLITICA
No tax day, un flop i banchetti del Pd per "celebrare" l'addio alla Tasi (Giornale p.11, QN p.6): da Renzi solo un tweet, Orfini duramente contestato a Roma. Renzi: "Grazie al mio governo 20 milioni di italiani non pagano più l'Imu sulla prima casa". Il Mef: sgravi a 20 miliardi (Repubblica p.28). Forza Italia parla di "imbroglio day", Salvini e M5S di premier "baro e buffone". QN (p.7): il taglio c'è stato ma non si sente, gli italiani restano super tassati. Intanto si fa spasmodica la corsa al voto nelle grandi città. Milano test decisivo per il governo e per il centrodestra. D'Alimonte a QN (p.10): "Se Parisi vincesse le elezioni avrebbe le carte in regola per diventare il nuovo leader del centrodestra unito". Ma a Milano Parisi si smarca da Salvini e il disimpegno della Lega al ballottaggio è evidente. D'Alimonte: "I 5Stelle fanno la differenza. Sala rischia di più". Quanto al caso di Roma, "dalla vittoria della Raggi Renzi ha solo da guadagnare: la Capitale è ingovernabile e i grillini andranno a sbattere". Su Repubblica (p.14) la posta in gioco ai ballottaggi, città per città. Battista, sul Corriere (p.25): ai ballottaggi trionferà l'Italia delle fazioni. Intanto in Fi è ritorno alle origini: per la gestione del partito in campo Letta, Confalonieri e Ghedini (QN p.13). Da Letta messaggio ai big azzurri: "State zitti qualche giorno, poi Silvio dirà cosa fare" (Corriere p.13). Romani alla Stampa (p.9): "Salvini deve stare tranquillo, il Patto del Nazareno è rotto e non si torna indietro. FI ripartirà dall'esperimento di Milano".

ECONOMIA
In pensione in anticipo, l'Eurogruppo frena (Sole in prima e a p.6, Corriere p.39, Messaggero p.13): da Bruxelles richiamo sulla necessità di garantire la sostenibilità dei sistemi previdenziali e l'equilibrio delle finanze pubbliche, riducendo il ricorso a ritiro anticipato dal lavoro. Padoan: "Giusto stare attenti a non disfare riforme fatte bene". Sul Sole (p.6) le 6 possibili strade che consentono di lasciare il lavoro prima del tempo. Dall'Inps i dati sul lavoro del primo quadrimestre: rallenta la crescita dei contratti stabili (+ 73 mila), continuano a salire i voucher (+ 43%) (Sole p.6 e tutti). "Dopo il boom di dicembre siamo ancora in una fase di adattamento – dice il consigliere economico di Palazzo Chigi Marco Leonardi – serve una ripresa più robusta". Damiano (Pd): "Gli incentivi per il lavoro a tempo indeterminato vanno resi strutturali". Boccia (Confindustria): "E' il momento di aprire una piattaforma con i sindacati sul costo del lavoro. Al governo chiederemo di farlo quanto prima e di detassare i premi di produzione" (Sole p.13). Altro caso del giorno, le banche. Per l'aumento di capitale di Veneto Banca dietrofront dei grandi soci: si allontana la Borsa (Sole p.29). Praticamente certo l'intervento del Fondo Atlante: "la pre-garanzia vale anche in caso di Brexit". Focus anche su Popolare di Vicenza, dopo il suicidio di un risparmiatore. La Bce: Popolare Vicenza ha rifilato titoli rischiosi a 58 mila clienti ignari  (Repubblica p.6). Sul Corriere (p.19) le storie di chi ha perso tutto. Gli psicologi: "In Veneto c'è una categoria di nuovi poveri". Il Fatto (p.6) torna sul Ttip, con un'intervista alla commissario Ue al Commercio Cecilia Malmstrom: "Il Ttip è il trattato commerciale più trasparente della storia. E sarà perfettamente democratico anche se i Parlamenti nazionali non saranno chiamati a votare per approvarlo". Da Calenda la scelta di rendere consultabili i documenti del negoziato ai parlamentari, ma finora sono andati a leggerli solo in 18 (Corriere p.38). 

EUROPA
Brexit, uccisa deputata pro Europa: in apertura su tutti l'uccisione di Jo Cox da parte di uno squilibrato al grido di "Britain first". "Per le Borse Brexit più lontana" titola MF, visto il recupero dei listini subito dopo la notizia dell'omicidio. "L'emozione per la morte della Cox può indurre gli indecisi a votare no". Il Giornale: tre colpi di pistola contro una donna salvano l'Europa. Sallusti parla della Cox come "prima vittima della guerra di secessione dall'Europa" e paragona l'assassino a Gavrilo Princip, che nel 1914 a Sarajevo sparò all'arciduca Francesco innescando la prima guerra mondiale. Il Fmi: eurozona a un bivio cruciale (Sole p.5). Senza azioni più decise per aiutare crescita e integrazione instabilità e crisi di fiducia. Idem la Bce: Brexit uno dei maggiori rischi per il Pil della zona euro (Sole p.5). "Un italiano su due teme lo strappo" rivela il sondaggio Swg per il Messaggero (p.5): il 54% pensa che sarebbe meglio per l'Italia che Londra resti, molto preoccupato il 18%. Ma il 32% vorrebbe fare come gli inglesi. Sul Corriere (p.6) gli strumenti in campo per difendere i Paesi a rischio tra cui l'Italia. Sulla Stampa (p.5) il piano del Tesoro per intercettare la grande fuga dei capitali dalla City. Cerretelli sul Sole (in prima e a p.5): bene gli esorcismi finanziari, ma manca lo scudo della politica. Boldrini alla Stampa (p.5): "Infranto tabù dell'Europa a due velocità. Niente sarà più come prima". Sul Mattino (p.5) l'economista Allen Sinai: "L'Unione monetaria è un flop. fossi britannico voterei sì. Ma se Londra esce nessun dramma. Choc salutare per L'Ue". Libero (p.1 e p.5): "Se Londra va via l'Italia non ci perde": dopo l'Austria, siamo Paese che risentirebbe meno . Impatti minimi per esportazioni e scambi finanziari ma aumenterà la quota di contributi da dare a Bruxelles. Padoan: Italia esposta in quanto Europa (Sole p.5).
Russia e Ue tornano a parlarsi (Sole p.25): al centro del vertice (riservato) tra Putin e Juncker, con Renzi e l'Italia invitati speciali, i legami politici ed energetici tra Mosca e Bruxelles messi a durissima prova dalle sanzioni seguite alla crisi ucraina. Renzi fa da apripista: "Ci guardavano male, ora tanti sulla nostra linea" (Corriere p.14). Linea che dice: "La Russia deve rispettare la sovranità dell'Ucraina ma è sbagliata la filosofia da guerra fredda". 500 le compagnie straniere arrivate da 60 Paesi. C'è la speranza che il vento cambi ma anche cautela. Ma su Nord Stream 2 è ancora duello (Sole p.25). L'ambasciatore Ragaglini: "Quand'anche finirà il capitolo delle sanzioni è bene capire che nulla tornerà come prima". Sul Foglio (in prima) perché le imprese europee spalleggiano il viaggio russo di Renzi.

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