Commentario del 22.06.2016

PRIMA PAGINA
Politica in primo piano, con il voto nelle grandi città che "cambia verso" alle strategie dei leader nazionali. Su Repubblica e Messaggero il "piano B" di Renzi: niente addio in caso di sconfitta al referendum. Sul Corriere il "processo" di Bossi a Salvini e il ritorno di Berlusconi. Su tutti le prime mosse delle sindache grilline. Ma nel mirino c'è Renzi. D'Alema al Corriere: "Ha rottamato il Pd, a ottobre voterò no". Prodi a Repubblica: "Governo logorato, cambiare politiche". In primo piano su tutti l'attesa su Brexit, con i sondaggi in parità (Messaggero). Draghi rassicura: "Pronti a ogni emergenza" (Corriere). "Brexit o no, l'instabilità è il prezzo da pagare e l'Italia rischia di più" l'allarme che arriva dal forum del Sole con i big dell'economia. Spazio anche alla cronaca con il nuovo caso di tangenti in Campidoglio sui campi nomadi. Raggi: grazie pm (Corriere). Ma nel processo su Mafia Capitale il pentito ritratta: "Se parlo sono morto" (Messaggero).

ECONOMIA
Brexit fonte di shock per l'economia globale, ma l'Italia rischia di più: è quanto emerge dal forum del Sole (in apertura e a p.2 e 3) con Padoan, Visco, Prodi, Monti e il ceo di Intesa Messina. Padoan: "Il rischio Brexit viene considerato come uno shock capace di rafforzare i rischi al ribasso della crescita mondiale. Mi preoccupa il rischio di emulazione e una Ue senza Gran Bretagna". Messina: "A fronte di uno shock che dovesse nuovamente ripuntare il debito pubblico del nostro Paese, i crediti in sofferenza torneranno al centro dell'attenzione. Vedo una situazione che può portare un impatto visibile sull'Italia, su banche, Borsa e spread". Draghi rassicura: Bce pronta a ogni emergenza (Corriere in prima e a p.6). Ma sulla scena italiana in questo momento l'attenzione è al voto delle grandi città e all'impatto sul governo nazionale, con gli analisti che "studiano" l'economia M5S su Ue, debito e fisco (Sole p.10) e Renzi che studia contromisure. Sulla Stampa (in apertura e a p.2) il piano del premier per le periferie: il governo lavora a un bonus casa per ristrutturare condomini e i soldi restituiti a rate in bolletta. Sulla Stampa (p.3) "l'inedito" confronto in seno al consiglio dei Ministri aperto dal premier per raccogliere suggerimenti sulla politica economica. Per Padoan "meglio gli investimenti che la riduzione delle tasse". Di segno opposto le dichiarazioni riprese dal Sole (p.8): "Alleggerimento del carico fiscale per imprese e famiglie, rafforzamento degli incentivi per l'innovazione, controllo della spesa", fermo restando la compatibilità con il quadro di finanza pubblica complessiva. Ieri il confronto tra Renzi e Alec Ross, già consigliere per l'innovazione della Clinton: "Troppo difficile diventare imprenditori in Italia – dice al Fatto p.10 – E' come andare in guerra e serve un esercito di avvocati, consiglieri. La regolamentazione è troppo stringente, i servizi lente e le donne sono discriminate". Ross promuove Renzi e le sue riforme: "Penso sia sulla strada giusta, non so' perché lo attacchino".

POLITICA
Renzi "cambia verso". Su Repubblica (in apertura e a p.2) e Messaggero (p.6) il "piano B" in caso di vittoria del "no" a ottobre: non più dimissioni, nell'ottica di una "spersonalizzazione" del referendum, ma apertura al dialogo e a compromessi. Venerdì in direzione Pd si vedrà, ma gli ultimi sondaggi danno il no in crescita al 54% (Giornale p.2). Continua però il fuoco di fila contro il premier-segretario per il tracollo del Pd. Dopo Bersani il Corriere (p.14) intervista D'Alema: "Renzi ha perso la sintonia con la base e con il Paese. Una parte grande dell'elettorato di sinistra non si riconosce nel Pd, Renzi non ha rottamato solo un gruppo dirigente ma milioni di elettori". Per D'Alema "Renzi dovrebbe cambiare: questo risultato mette in discussione sia il rapporto tra Pd ed elettorato sia la politica del governo, e il modo in cui Renzi esercita tutti e due i ruoli". E sul referendum: "A ottobre voterò no. E penso che l'Italicum sia incostituzionale". Anche da Prodi messaggio al governo: "Due anni bastano per logorarsi – dice a Repubblica (p.3) – bisogna cambiare politiche, non solo politici". Per Prodi "alle forze politiche nazionali manca un'interpretazione della storia e del presente": dietro a ciò che si definisce populismo c'è la paura della classe media di non farcela. Una paura a cui la sinistra non ha dato risposte.

EUROPA
"Più investimenti per la Gran Bretagna se decide di restare in Europa": così Cameron al Ft (in prima e a p.4), alla vigilia del referendum sulla permanenza nella Ue, col "Remain" ora dato in vantaggio 53 a 47. Sul Guardian (p. 29) l'intervento di Renzi: "Non restate in Europa per noi ma per voi stessi". Sul Sole (in apertura e all'interno) forum con Padoan, Visco, Prodi, Monti e Messina: "Brexit o no, l'instabilità è il prezzo da pagare e l'Italia rischia di più". Visco rassicura: "Bce e Bank of England pronte a scendere in campo". Padoan:"Quello che temo di più è l'emulazione politica". Prodi: "L'Europa a due velocità è già una realtà, con la Gran Bretagna sempre fuori. Il timore è che anche la Germania rallenti il processo di un'Europa federale". Monti: "Senza la Gran Bretagna si perde la spinta a creare un mercato più libero e concorrenziale". Timori anche dalla Yellen (Fed) per il voto britannico. Draghi: "Pronti a ogni evenienza" (Corriere p.6). Ma l'ex governatore di Bankitalia Fazio critica euro e Ue: "Troppo tedeschi" (Giornale in prima e a p.11). Critico anche Tremonti: "L'Europa fa schifo" (Libero in prima e a p.3). Su Repubblica (p.12) intervista al governatore della Banca di Finlandia Likanov: "Anche se Londra uscirà l'Europa non cambia strada. I populismi sono superabili". Sul Corriere (p.3) reportage da Oxford, tra studenti e professori: "In gioco i fondi europei e la nostra reputazione".  Sulla Stampa (p.11) voce al popolo delle start up: "L'Ue aiuta a crescere". Sul Messaggero (p.8) l'ansia dei 500 mila italiani d'Inghilterra per lavoro, investimenti e studio.

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