Commentario del 2.06.2016

IN PRIMA PAGINA
Politica in primo piano su tutti, tra festa della Repubblica e referendum costituzionale. Renzi al Foglio: "O cambio l'Italia o cambio mestiere". Mattarella al Corriere: "Il 2 giugno, un'Italia miglioreBenigni a Repubblica: "Serve amore per la bellezza della nostra Repubblica".  E annuncia il suo "sì" al referendum. Per il "sì" anche 250 tra scrittori e scienziati (Repubblica). Con le amministrative alle porte, Renzi all'attacco del M5S a Roma e a sostegno della Valente a Napoli. Panorama: #matteononstasereno. Sul voto pesa la crisi dei migranti (Sole). Ieri la replica di Alfano a monsignor Galantino: "non c'è posto per tutti". Avvenire: la Chiesa accoglie, la politica polemizza. Spazio anche all'economia. Padoan: "Irpef giù, ma stop a sconti fiscali" (Messaggero). L'Ocse: più produttività e nuovi investimenti per lanciare la ripresa (Sole). Sul Corriere focus su pensioni anticipate e privatizzazioni. Sul Giornale i debiti dello Stato con le imprese: Italia peggiore pagatore di tutta Europa. Sul Sole e altri il Gottardo, il tunnel dei record. I leader Ue: simbolo dell'unità europea. Ma nei sondaggi inglese il no-Ue per la prima volta in testa. Su Foglio e Fatto il piano anti-Ue: "Brexit, vietato entrare a chi non parla inglese".

ITALIA-ECONOMIA
L'Ocse: "L'Italia riprende slancio" (Repubblica p.11) ma "faccia di più per la produttività" (Sole p.6). Nell'outlook semestrale confermate le stime di crescita (1% nel2016, 1,4% nel 2017) trainate dai consumi interni ma richiami sulla risoluzione delle sofferenze bancarie, l'aumento degli investimenti in infrastrutture pubbliche e l'efficienza della pubblica amministrazione. Chiesti sforzi maggiori anche sul lavoro, con la creazione dell'Agenzia nazionale. Padoan: "Stime incoraggianti, l'economia italiana ha svoltato" e in un'intervista a Sky annuncia nuovi tagli alle tasse. Non esclusa ma neppure confermata l'ipotesi di anticipo di taglio dell'Irpef al 2017; risorse potrebbero essere recuperate dalla revisione delle agevolazioni fiscali. Quanto alle pensioni vale il principio dell'equilibrio del sistema, anche se bisogna valutare "gli effetti sul mercato del lavoro". E sul bonus egli 80 euro ai pensionati: "Gli spazi non sono infiniti, bisogna fare una scelta". Da Renzi l'annuncio che la prossima settimana arriveranno decreti di attuazione della Madia sulla scia e sulla pa: "Diventa legge un provvedimento che semplifica moltissimo la vita delle imprese". (Messaggero p.8 e tutti). Intanto per l'uscita anticipata dal mondo del lavoro spunta la formula delle pensioni "fai da te" (Corriere p.6): la riforma Fornero non verrà modificata ma ai lavoratori verrà offerto un ventaglio di strumenti per ottenere un assegno anticipato fino a 3 anni sotto forma di prestito da restituire in 20 anni.
Sul Giornale (p.8) le stime di Bankitalia sui debiti della Pa: a fine 2015 il pregresso da smaltire era di 61 mld, e i tempi di accredito 131 giorni, i più lunghi d'Europa. Per il Centro studi Impresa Lavoro nel 2015 il ritardo dei pagamenti è costato alle imprese 5,4 mld di euro.

ITALIA-POLITICA
"O cambio l'Italia o cambio mestiere" dice Renzi al Foglio (in prima e a p.2). Il riferimento è al referendum di ottobre, che il premier è sicuro di vincere: "Molti elettori leghisti e grillini voteranno per noi. La pensa così anche Maroni". "Siamo a un bivio: se passa la riforma finisce il tempo degli inciuci, se non passa torniamo nella palude. Finisce la stagione del diritto di veto e inizia quella del potere di voto". Per questo "5Stelle, Lega, Sinistra e Fi hanno stretto un patto di ferro contro la riforma, perché sanno che se passa l'Italia degli inciuci finisce sul serio. Diventiamo una democrazia dell'alternanza, scegliamo la stabilità, assumiamo il profilo di un Paese credibile". Quanto alle amministrative Renzi è netto: "Dal voto nei Comuni nessun segnale politico, si vota per i sindaci, punto". Sul Corriere (in apertura e a p.2 e 3) l'intervista a Mattarella sul 2 giugno: "E' la festa degli italiani e della libertà di scelta". "L'Italia è molto migliore di come la si dipinge, c'è corruzione ma ci sono anche gli anticorpi per combatterla  e vi sono grandi risorse umane. Questo non significa che tutto vada bene: ci sono segnali di scollamento e di stanchezza: va recuperato appieno il senso della convivenza. E del rispetto delle regole: neppure il presidente della Repubblica può attribuirsi compiti che la Costituzione affida ad altri". Su Repubblica (p.33) intervista a Ciampi: "Il 2 giugno, una data unificante, un giorno a sigillo della comunità nazionale". Ma in primo piano su Repubblica (in prima e a p.4) c'è l'intervista a Benigni: "La nostra Costituzione è la più bella del mondo ma si può cambiare per avere le riforme". E annuncia il suo "sì" al referendum: "Si ottengono obiettivi che aspettiamo da decenni come il superamento del bicameralismo perfetto". Come Benigni altri 250 tra scrittori e scienziati: "Un pacato sì", con rispetto per chi vota no (Repubblica in apertura e a p.2 e su tutti). Sulla Stampa (p.7) il sì del ministro Orlando: "La Costituzione va rinnovata.Non c'è un rischio autoritario". I comitati del No cercano un anti-Benigni e preparano una grande manifestazione a luglio (Repubblica p.3).

EUROPA
Nel Regno Unito è allarme Brexit: con il "sì" dato al 52% i capofila di Brexit Johnson e Gove lanciano un piano anti-immigrazione sulla scia di quello australiano. Si entra in Gran Bretagna in base al titolo di studio, alle capacità professionali e alla conoscenza dell'inglese (QN in apertura, Fatto e Foglio in prima e su tutti). Gli immigrati europei accusati anche di aver fatto lievitare i costi degli immobili di Londra e dintorni. Marcegalia (Business Europe): "Il posto del Regno Unito è nell'Unione Europea" (Sole p.21). Ma la Ue deve dotarsi di una strategia globale, anche per migliorare la competitività. Sul Corriere (p.5) la Francia lacerata dalla nuova pegge sul lavoro. Il premier Valls: "Riformerò la sinistra governando. Sul lavoro non torno indietro: alcuni aspetti di possono ritoccare ma non il suo spirito né l'articolo 2 che stabilisce il primato degli accordi di impresa su quelli di categoria". Intanto l'Italia fa il pieno di fondi del piano Juncker, primo Paese per progetti autorizzati (Messaggero p.17, Sole p. 4): grazie a governo e Cdp approvati 8 grandi progetti nei settori di energia, trasporti, digitale e ricerca; a 45mila pmi fondi per quasi 8 mld.

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