Commentario del 12.06.2016

IN PRIMA PAGINA
Politica in primo piano su tutti, col confronto tra Renzi e Scalfari: "Siamo più forti dei grillini. Il populismo? Perché la Ue non va" il titolo della Stampa. Per il premier "non più di due mandati: governare logora" (Repubblica, Messaggero). Si guarda anche a Berlusconi, ricoverato a Milano: mi curo e torno in campo (Giornale, Libero). Altro tema del giorno, il rischio Brexit: Europa in campo contro il contagio (Messaggero). Moaveri Milanesi ad Avvenire: "Test decisivo per Cameron e Renzi". Test anche per le Borse: la metà dei tassi Ue dei titoli di Stato è sottozero (Sole). Ma per gli italiani pesa il fisco: dalla casa all'Irpef, giovedì il tax day (Sole). Sul Corriere il conto delle riforme: tra pensioni e sgravi servono 7 mld. Da Boccia (Confindustria) il circolo virtuoso che serve al Paese: più produttività, più salari, più occupazione, più domanda interna (Sole).

ITALIA-ECONOMIA
Giovedì il "Tax day": 25 milioni di italiani alla cassa per 24 tasse e contributi (Sole p.7, Messaggero p.15), tra cui Unico, Irap, Iva, Imu e Tasi. "Per molti una giornata dolorosa che potrebbe rovinare i festeggiamenti del No-Imu day", scrive il Sole (p.7). "Una balla l'abolizione dell'Imu – scrive Brunetta sul Giornale p.2 – sulla casa un salasso da 50 mld". Sul Corriere (in prima e a p.7) il costo delle prossime riforme promesse: tra flessibilità sulle pensioni, bonus da 80 euro per i pensionati al minimo, legge sulla povertà, anticipo al 2017 del taglio dell'Irpef sul ceto medio, taglio dei contributi per i lavoratori dipendenti servirebbero almeno 7, 5 mld. E questo senza contare l'adeguamento del contratto degli statali, le missioni all'estero, il bonus da 80 euro per le forze dell'ordine: "davvero troppo per un governo che ancora deve decidere dove trovare gli 11mld che servono per rispettare i patti con la Ue", scrivono Fubini e Marro. Il governo dovrà fare delle scelte. "Sappiamo che ci sono risorse limitate ma il governo dovrebbe intervenire con la detassazione e decontribuzione dei premi di produttività senza tetto", la richiesta di Boccia (Sole p.3). Ma "da Confindustria niente più liste della spesa", ha detto il neo presidente ieri a Santa Margherita Ligure alla convention dei Giovani industriali (Corriere p.8 e altri): "Abbiamo visto un governo che parla di più con le imprese. Da parte nostra porteremo avanti proposte chiedendoci prima se sono di interesse per il Paese. E ogni sei mesi faremo il punto per valutare insieme il contributo che stiamo dando alla crescita". Da Boccia apertura anche ai sindacati: "Più produttività e i salari cresceranno" (Repubblica p.11).

ITALIA-POLITICA
"Col no al referendum la Ue non ci filerà più. Tetto di due mandati poi premier a casa" (Repubblica in apertura e a p.2 e tutti): ieri confronto tra Renzi e Scalfari. Tema, gli Stati Uniti d'Europa, con Renzi che prevede l'uscita "probabile" del Regno Unito dalla Ue: "A quel punto la protagonista diventa la Germania da un lato e l'Italia dall'altro. Obama è da sempre al nostro fianco: ora bisogna riuscire a usare il 2017 come occasione per superare l'austerity". Prima tappa, il bilaterale Renzi-Merkel del 30 agosto a Maranello, a seguire il referendum costituzionale. "Se perdo vado a casa – dice Renzi a Scalfari – ma soprattutto se vince il no l'Italia diventa ingovernabile e se si bloccano le riforme nella Ue non ci fila più nessuno". L'ex ministro Moavero Milanesi, in un'intervista ad Avvenire (p.6), anticipa alle amministrative italiane il primo test per la tenuta del governo Renzi: "Se il Pd perdesse alcune grandi città il governo non cadrebbe ma arriverebbe al referendum di ottobre indebolito". Ma Renzi contesta la lettura dei dati delle amministrative: "Se metto insieme i voti nazionali in questo momento il ballottaggio sarebbe tra Pd e centrodestra". Quanto a lui "se qualcuno mi dice che voglio governare l'Italia per 15 anni lo querelo. Dobbiamo fare al massimo due mandati: sarei pronto a firmare qualsiasi legge in questo senso. Chi governa si logora". Da Boccia (Confindustria) il "sì col cuore" al referendum ma l'associazione sceglierà il 23 giugno come schierarsi, col presidente degli industriali che prova a smarcarsi dal governo ribadendo l'equidistanza di Confindustria da destra e da sinistra (Avvenire p.8).

EUROPA
La "Brexit" vola e adesso fa paura (Avvenire in prima e a p.7, Repubblica p.4): col fronte anti-Ue avanti di 10 punti sul "Remain" scatta la controffensiva di Cameron contro Johnson: "Pensa soltanto alla sua carriera". Ma per adesso è Cameron a rischiare la carriera politica. Moavero Milanesi a  Avvenire (p.6): "Il referendum britannico test sulla solidità del governo Cameron. Se la Gran Bretagna dovesse uscire sarebbe un grande choc per la Ue. Suppongo che a Bruxelles stiano approntando un piano B per il salvataggio dell'Unione". Per il Messaggero (in prima e a p.2) il piano d'emergenza c'è e prevede maxi iniezioni di liquidità contro possibile turbolenze delle Borse e dei cambi. Su Repubblica (p.5) l'impatto sull'economia se Londra lascia l'Europa: un terremoto. Per l'Italia nuova possibile ondata di perdite per gli istituti finanziari. Da 13 premi Nobel appello per restare nella Ue: "Lasciare significa mettere a rischio la ricerca". Ue preoccupata per l'effetto domino, con l'Olanda che spinge per la Nexit (Avvenire p.6). Preoccupazione anche in Italia.  Marcegaglia (Business Europe) al Messaggero (p.2): "La tensione è fortissima, con l'uscita c'è il rischio di una nuova recessione". Boccia (Confindustria): "I danni maggiori sarebbero per l'Inghilterra, speriamo che gli inglesi sappiano tutelare i propri interessi" (Sole p.3).  "Una vittoria del "Remain" scongiurerebbe pericoli più gravi ma non rimuoverebbe le fragilità di fondo della Ue – scrive Tabellini nell'editoriale del Sole – Bruxelles deve trovare risposte convincenti alla crisi economica e al problema immigrazione". Sul Corriere (in prima e a p.2) le ragioni e i falsi miti che avvolgono la Brexit: "Comunque vada, la sera del 23 giugno l'Europa non sarà più la stessa – scrive De Bortoli – E qualcosa cambierà anche per noi italiani, che continuiamo ad essere tra i più favorevoli all'Unione".

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