Commentario del 5.06.2016

IN PRIMA PAGINA
In primo piano su tutti le amministrative in 1342 comuni: per la Stampa un test per Renzi e Grillo, per tutti una sfida all'astensione. Libero: oggi si vota ma non interessa niente a nessuno. Sul Corriere Roma e Milano, le due capitali in cerca di futuro. Spazio anche all'economia, sulla scia del festival di Trento. Padoan: sugli sgravi priorità alle imprese (Sole). Visco: condividere il debito Ue (Sole). Libero: chiudere subito Bankitalia. Sul Messaggero i licenziamenti lampo per gli assenteisti della pa. Sulla Stampa intervista a Descalzi dopo l'incontro con Serraj: "Così l'Eni porta sviluppo in Libia". Sul Mattino la Merkel contro il muro del Brennero: così si distrugge l'Europa. Pronto il piano Ue per l'Africa (Sole). Su tutti la morte di Alì, la leggenda che ha cambiato il mondo (Repubblica). Obama: "Hai acceso la torcia per battere il male". Su tutti anche la svolta dei Papa sulla pedofilia: "Via i vescovi complici" (Repubblica).

POLITICA
Sul voto per i sindaci l'ombra dell'astensione (Corriere e Repubblica in apertura e su tutti): oggi 13 milioni di italiani alle urne in 1342 comuni. Sul Sole (p.4) la mappa delle alleanze: in 7 città Pd con la Sinistra, in 13 FI e Lega insieme. Il M5S si misura a Roma e Torino. Sul Messaggero (p.4) il tramonto dei sindaci-star e il crollo dell'affluenza: in 10 i votanti nelle grandi città diminuiti anche del 30%. Piepoli a Repubblica (p.10) : "Prevedo una percentuale di non votanti del 50% ma non capisco tanto panico: succede così anche negli Usa e in Inghilterra". Anche per Ilvo Diamanti (Repubblica p.25)  l'astensione non è una minaccia, semmai il voto è diventato una scelta "contro", con i sindaci che hanno perduto risorse e poteri e sono ormai esattori per conto dello Stato. Su Corriere (p.10) tutti le sfide di Roma e Milano, che saranno un test anche per i leader nazionali. Renzi: "La faccia ce l'ho messa ma questo non è un voto su di me o sul governo" (Corriere p.5). Orfini a l'Unità: "Si vota per i sindaci, ha ragione Renzi. Ma a Roma andiamo al ballottaggio e tra due domeniche vinciamo". Violante ad Avvenire: "Roma a rischio, gli errori si pagano. E nei ballottaggi ci sarà il voto contro". Nel centrodestra tra Salvini e Berlusconi è sfida sulla leadership (Messaggero p.2 e altri). Il voto è una sfida anche i Cinquestelle, costretti a vincere almeno a Roma (Stampa p.3).

ECONOMIA
"Taglieremo l'Ires e se c'è margine anche l'Irpef": su Repubblica (p.22) e su tutti l'intervento di Padoan al festival dell'Economia di Trento, intervistato da Repubblica e Handelsblatt. "Non è vero che la crescita italiana è debole, la fiducia sta aumentando. La produttività problema storico". Ma per Padoan la priorità è sostenere le imprese (Sole p.3): al taglio dell'Ires potrebbe essere aggiunta la decontribuzione per le assunzioni a tempo indeterminato. Da Padoan riferimenti anche alla riforma dei contratti: "sostengo la contrattazione a livello locale: aumenta la produttività e la remunerazione dei lavoratori, che il governo intervenga in maniera diretta per decidere il livello contrattuale si può decidere". E sulla crisi del sistema bancario: "In due anni il sistema torna stabile". Restano i rischi insiti nella richiesta di continui aumenti di capitale e dal bail in: "Come Visco credo che la durezza porti con sé il rischio contagio". Sul Corriere (p.13) e Sole (p.2) l'intervento di Visco, che ha bocciato l'idea del reddito minimo nell'eurozona – "non sostenibile" – e ha rilanciato sulla necessità di completare l'unione bancaria: "Non c'è unione senza bilancio comune" (Sole p.2). Sul Corriere (p.13) focus sul reddito in calo delle famiglie: salita la dipendenza dalle pensioni, il ceto medio si è assottigliato, sono cresciute le disuguaglianze. Il Corriere (p.12) torna anche sui cambiamenti in atto nelle aziende, con un'intervista al ceo di Vodafone Vittorio Colao: "Le grandi aziende globali hanno ridotto i livelli gerarchici con organigrammi più snelli. Ci sono meno ruoli a disposizione per professionalità elevate". E ai giovani dice: "Diventate imprenditori, l'ascensore sociale si prende così". Quanto all'Italia "dobbiamo credere di più nelle start up e farle crescere. E' la risposta da dare alla richiesta di mobilità dei giovani".

EUROPA
"Brennero chiuso, la fine dell'Europa". Su Repubblica (p. 15) e su tutti l'avvertimento della Merkel sul blocco del valico. "Non facciamo finta di nulla, serve solidarietà tra i Paesi dell'Ue per creare le condizioni con le quali i profughi non avrebbero più incentivi a venire". Un'indiretta approvazione del "migration compact" proposto dall'Italia. Se ne discuterà martedì a Bruxelles, col Sole (p.7) che anticipa il piano Ue sui migranti: la Commissione annuncerà un progetto in due fasi per rafforzare il Fondo fiduciario Ue-Africa che è stato varato nel 2015 e che oggi ha un valore di 1,8mld. Gli aiuti finanziari europei (altri 500mln) andranno a tre grandi aree geografiche: i paesi vicini della Siria, la Libia e il Sahel e infine il Corno d'Africa. Su Repubblica (p. 15), l'intervista a William Lacy Swing direttore generale Oim (l'Organizzazione internazionale per le migrazioni) che approva il piano italiano e dice: "I muri sono un regalo ai trafficanti di uomini, apriamo canali legali". Secondo Swing "bisogna sostenere il miglioramento della vita e delle condizioni lavorative dei Paesi d'origine".

IL CASO
In un'intervista a La Stampa (prima e pag.7), il viaggio in Libia e l'incontro con Fayez Al Sarraj dell'ad del gruppo Eni, Claudio Descalzi. Priorità per entrambi è dare stabilità al Paese attraverso lavoro e sviluppo. Da 5 anni in Libia c'è una situazione difficile , ma sostiene Descalzi "non ho percepito precarietà. Sarraj è impegnato in un dialogo costruttivo. Per quanto riguarda la sicurezza dei siti, questa è garantita dalle milizie pagate dalla Banca Centrale". Attualmente Eni è l'unica Oil company internazionale che ha ripreso ad operare in Libia, ma sostiene il numero uno di Eni: "Spero tornino i grandi concorrenti, da Total a Bp a Exxon. Noi stiamo rafforzando la nostra presenza ma più competizione significa più sviluppo e investimenti". E conclude "La tragedia dei migranti è legata alla mancanza di sviluppo in Africa, tema che va affrontato oggi per evitare che il gap si allarghi. L'energia dell'Africa deve andare in modo prioritario allo sviluppo dell'Africa".

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